30 Tempi liberi Venerdì 28 Febbraio 2014 Corriere della Sera Sapori & amori Il piatto L’irresistibile avanzata dei cuochi spagnoli Dentro il micro mondo delle tapas d’autore Queste (s)conosciute A«Social dining» Le cene «misteriose» nel loft di Lele e Melissa Suoni il campanello e ti apre Lele. Professore di grafica web di giorno, ospite impeccabile la sera. Ti fa accomodare nel suo loft, a una tavolata piena di estranei. È Ma’ Hidden Kitchen Supper Club, esperienza di «social dining» nata a Milano nel 2012 su iniziativa di Lele e di sua moglie Melissa. La coppia prepara la cena per ospiti sconosciuti che prenotano il pasto via internet. L’idea è nata otto anni fa dopo un viaggio negli Stati Uniti, dove mangiare a casa di estranei è pratica molto diffusa. Per un po’ Lele e Melissa non ci hanno più pensato, poi si sono decisi. E hanno iniziato a promuovere via social network cene a pagamento a casa loro. Un successo immediato. Non si sono più fermati: hanno preso un collaboratore, lo chef Andrea, che prepara i menu infrasettimanali e tiene lezioni di cucina. Il sabato, invece, la cuoca è Melissa. Ma’ Hidden Kitchen funziona così: ci si registra sul sito web, si aspetta di ricevere il calendario delle serate e ci si iscrive. O meglio, ci si prova: in lista d’attesa 1.800 persone. Riuscirci,è tutta una questione di velocità. Finora in tremila hanno cenato da Lele e Melissa. «Spesso diventiamo amici dei nostri ospiti», garantisce la coppia. Le regole del Supper club sono tre: ognuno si porta la bottiglia di vino, alla fine della cena si versa un contributo, è vietato diffondere l’indirizzo. Per il resto, chiacchiere e partite di biliardino. L’idea sta decollando, con le richieste più varie: «Ultimamente ci propongono di affittare la casa per feste private. Noi accettiamo volentieri». Perché il «social dining» è diventato una filosofia di vita. Alessandra Dal Monte © RIPRODUZIONE RISERVATA «M i sentivo parte del suo successo, quella era la squadra in cui giocavo, e soprattutto non ho problemi di ego». Ecco come si fa a essere il fratello di Ferran Adrià, lavorarci insieme per vent’anni a El Bulli e uscirne come un «dio del cibo» nella classifica di Time. Invece dell’«enclave» di Roses, Albert Adrià ha scelto il quartiere del Poble Sec a Barcellona, la vecchia strada dei teatri e dei cinema chiusi. «Vorrei riaccendere le luci, che tornasse un po’ di cultura». Per farlo è ripartito da quello che di più spagnolo c’è: la tapa. «Perché è divertente, apprezzata dalla gente della strada e dai foodies — racconta nel suo Ticketsbar ispirato al mondo dei botteghini —. Cercavo qualcosa di tradizionale a cui poter agganciare la mia idea di evoluzione». Come molti della sua generazione non è solo un grande cuoco, ma un imprenditore. A Barcellona ha creato un distretto: a pochi passi l’uno dall’altro, ci sono Ticketsbar (taperia contemporanea) 41 (cockteleria e tapas dall’archivio El Bulli), Pakta (menu «nikkei», ovvero cucina giapponese e peruviana) e Bodega 1900 (tapas tradizionali). «La mia idea era creare un turismo foodie: volevo che la gente venisse a Barcellona per mangiare ogni giorno in uno dei mei ristoranti. Se sono tutti nello stesso posto, è più facile. In un certo senso ci sono riuscito». L’archivio de El Bulli «Mio fratello mi ha insegnato a lavorare, lavorare, lavorare... Lui lavora 14-15 ore al giorno. Adesso ci stiamo occupando dell’apertura di un messicano a Barcellona, e poi, nel 2015 dell’inaugurazione del Bulli Foundation. Dice che per un mese all’anno vorrebbe farlo funzionare come ristorante, ma lui cambia sempre idea, in famiglia è famoso per questo!». Dall’archivio de El Bulli provengono ricette che vengono servite da Ticketsbar (1 stella Michelin) e 41 (2 stelle Michelin). Le olivas sfericas sono uno di quei piatti esperenziali nati a El Taller, il laboratorio dove i fratelli Adrià partorivano idee come la «sferificazione»,la tecnica molecolare per ricreare piccole sfere con una textura rigida all’esterno e liquida all’interno. «Non sono olive, ma il loro succo sferificato». Anche la più tradizionale delle tapas non è quel che sembra: il prosciutto Joselito (il migliore al mondo), non è servito nella classica fetta di pane al pomodoro, ma avvolto in una pasta di pizza. «Quello in cui credo davvero sono gli ingredienti: per questo amo la cucina peruviana, non esiste un Paese dove la materia prima sia più eccellente». Da 41 l’esperienza di pane e prosciutto è tradotta in un «Airbaguette di jamon iberico Joselito 36 mesi riserva», servito non con un rosso, ma con il cocktail del bar tender Marc Alvarez «Pizzicato five»: sake, acqua mori, lemongrass, cardamomo, vaniglia e shiso, il basilico giapponese. «Trovo elegante accompagnare il cibo ai cocktail: un foie gras con una base di Southern o l’oliva ripiena d’acciuga La scelta di Albert Adrià, fratello dello chef Ferran «Volevo qualcosa di tradizionale per poterlo agganciare alla mia idea di evoluzione». Le strane nozze tra Giappone e Perù Gli indirizzi Ticketsbar Il più celebre del «distretto» (foto): tra i piatti le olivas sfericas (80 euro a testa) 41 Solo 19 i posti nella cockteleria con gli appetizers de El Bulli come l’airbaguette di Joselito. Ognuno dei 41 piatti è abbinato a un cocktail (250 euro ) Pakta Cucina nikkei: Perù e Giappone. Piatto consigliato: ceviche (da 90 euro a testa) Bodega 1900 Taperia: ventresca di tonno in salsa catalana (da 30 euro a testa) accompagnata a un Vermouth. Nel menu di Pakta serviamo il Pisco sour. Esperienze». La famiglia e gli altri Albert Adrià, 47 anni, ha un figlio, Alex, di 7 anni, e una compagna, Silvia. «Non siamo sposati, viviamo nel peccato da quasi vent’anni!». Per Alex sogna un futuro da critico gastronomico, «come quello di Ratatouille: adesso i bambini vogliono fare il cuoco e questo è merito della tivù». Ma lui preferisce starne lontano. «Se vedo una telecamera puntata davanti al viso “me pongo nervioso”... come si dice in italiano? Ecco sì, mi innervosisco parecchio. Anche qui in Spagna Masterchef ha rilanciato cuochi che avevano ormai il ristorante vuoto. Per me il successo è avere gente che vuole mangiare i miei piatti, non vedere la mia faccia, e per farlo ogni sera a mezzanotte accende il pc e prova a riservare un tavolo». Le prenotazioni, nei ristoranti di Albert Adrià, si fanno on line: le liste si aprono ogni giorno a mezzanotte, rispettando le liste (www.es.bcn50.org). «Per mangiare da Ticketsbar c’è un’attesa di due mesi». Ci vuole ancora più tenacia per 41, che offre solo a 19 persone al giorno la possibilità di provare i 41 assaggi dell’archivio El Bulli. «Il mondo della cucina sta cambiando: non ci sono più solo le guide, oggi conta quello che i tuoi clienti e i blogger scrivono su Internet». La jeune fille spagnola — Elena Arzak, i fratelli Roca, ora il giovane Adrià — ha ufficializzato il sorpasso della cucina francese?. «La nostra cucina deve invadere pacificamente il mondo. Ma ancora di strada ce n’è da fare: in Francia si mangia bene dappertutto, anche nel bistrot da 20 euro, e così accade in Italia. In Spagna no, per questo sono ripartito dal cibo di strada». Michela Proietti © RIPRODUZIONE RISERVATA Racconti di cucina di Angela Frenda La tartare di orata con sorpresa: il mango nel piatto C hi l’ha detto che la tartare è un piatto estivo? A me piace molto anche d’inverno. Soprattutto con dei pesci che si prestano. In questa puntata di Racconti di cucina vi propongo una versione con l’orata. Ma in abbinata con il mango, frutto che assieme a olio e sale assume un sapore (e una veste) davvero sorprendente. L’ideale, come sempre, è riuscire a procurarsi alimenti di altissima qualità. A cominciare dall’orata, che può essere sfilettata direttamente dal vostro pescivendolo di fiducia. Per rendere la tartare, poi, particolarmente originale, io ho deciso di abbinarla con erba cipollina e un’emulsione di lime. Rispetto al limone, infatti, il lime ha un sapore più delicato che si abbina meglio con gli altri ingredienti della ricetta. L’erba Airbaguette di Yamón ibérico INGREDIENTI 340 grammi di farina setacciata 4 200 grammi di latte intero COTTURA 240 minuti 12 grammi di lievito fresco pressato 4 grammi di sale fino 1 2 Le fasi L’IMPASTO Versare la farina e il lievito spezzettato nel robot da cucina e attivarlo a velocità minima. Aggiungere il latte poco a poco e amalgamare per 6 minuti. Aggiungere il sale e mischiare altri 6 minuti, finché il tutto sarà ben impastato. Conservare la massa, ben coperta, nel frigo per 24 ore L’AIRBAGUETTE Fare porzioni di pasta di 76 gr e stirarle in lamine nella macchina da pasta, fino a raggiungere uno spessore di circa 2 mm. Disporre su carta da forno. Tagliare la pasta con l’aiuto di uno stampo di acciaio inox in forma di airbaguette, e disporre in un vassoio ricoperto di carta da forno. Infornare a 240ºC (nel caso si tratti di un forno a vapore, a 40% di umidità), su una placca di ferro, fino a quando le airbaguette si gonfieranno e diventeranno dorate uniformemente. Girare a metà cottura per farle dorate da entrambe le parti. Lasciar raffreddare a temperatura ambiente e conservare in un recipiente Fresco A sinistra il piatto finale con cipolla di Tropea e mango. A lato la sfilettatura (foto di Laura Spinelli) cipollina spezza, invece, la linea del dolce/ salato con una sorpresa dal retrogusto piccante. La cipolla di Tropea aiuta poi a dare corpo alla tartare, riportandola a un retrogusto mediterraneo che si rende quasi necessario quando si ha a che fare con il pesce. Infine, ci sta benissimo il peperoncino di Espellette. Da usare con cautela, mi raccomando, per evitare che scavalchi tutti gli altri sapori e annulli la delicatezza dell’orata. Come sale, a me piace usare anche quello di Camargue. PORZIONI Leggermente più grezzo, in bocca si mescola agli altri gusti mimetizzandosi con sapienza. Ingredienti 150 gr di filetto di orata; 1/2 mango; il succo di 2 limoni verdi o di due lime; 1/2 cipolla rossa di tropea; 2 cucchiai di olio evo; 2 fili di erba cipollina; 1 pizzico di peperoncino di Espellette tagliato a pezzetti Preparazione Tagliate il filetto di orata a strisce (o fatelo fare dal vostro pescivendolo di fiducia) e poi a cubetti, tagliate anche il mango a cubetti e la cipolla di Tropea a fettine. Mescolate assieme tutti gli ingredienti in una ciotola di acciaio inossidabile, poi aggiungete erba cipollina a pezzetti o a fili leggeri e peperoncino sminuzzato. Versate il succo dei due lime emulsionato con l’olio extravergine di oliva e mescolate bene. Infine aggiungete il fleur de sel e amalgamate nuovamente. Da tenere al fresco prima di servire. Raccontidicucina.corriere.i @angelafrenda © RIPRODUZIONE RISERVATA cucina.corriere.it Tempi liberi 31 Corriere della Sera Venerdì 28 Febbraio 2014 Bosco animato Il dessert fatto con cocco, doppio cioccolato, yogurt, yuzu e fragoline selvatiche è in lista insieme a dolci come la cheesecake con il sorbetto al limone Cono di ventresca di tonno e succo di piparra (peperoncino) La tapa di tonno con salsa al peperoncino viene servita da Ticketsbar al costo di 4,80 euro a porzione Andrea Berton Lo chef, che ha da poco inaugurato il suo Ristorante Berton, ha aperto a Milano «Dry» un tapas-cockteleria-bar : tra le tapas consigliate il panino al vapore con vitello tonnato. Come Albert Adrià ha puntato sull’abbinamento cibo e cocktail di alta qualità Olive sferiche Le olivas sfericas sono un piatto dell’archivio de El Bulli: ispirate a una delle tapas più tradizionali, in realtà sono ottenute con la sferificazione del succo Vive a Washington dove ha esportato la cucina spagnola: i suoi ristoranti sono lo Jaleo, specializzato in tapas spagnole, lo Zaytinya e il Café Atlántico. Tra le sue tapas celebri la Tortilla de patatas «new way»: purè di patate con uovo tiepido e cipolle caramellizzate Mini aribaguette ripiene di formaggio manchego Stessa pasta dell’airbaguette ma ripiena di formaggio manchego: viene decorato con caviale alla nocciola 3 IL GRASSO DI PROSCIUTTO IBERICO Pulire i pezzi di grasso ed eliminare parti meno buone. Tagliare in pezzi di 1 cm. Mettere il grasso del prosciutto in un recipiente pulito e tagliato a pezzettini con olio di oliva e acqua. Cuocere a fuoco lento finché l’acqua sia evaporata completamente e il grasso si sia sciolto, senza friggere. Colare il grasso di prosciutto in un recipiente e mettere in frigo José Andrés Albert Adrià, 47 anni: è stato definito da Time uno dei personaggi della cucina più influenti del 2013 PRESENTAZIONE 4 Disporre il prosciutto orizzontalmente Mettere l’airbaguette al centro delle fette del prosciutto, e con l’aiuto della spatola avvolgerla di modo che il prosciutto rimanga ben attaccato Pennellare l’airbaguette con il grasso del prosciutto LE FETTE DI JAMÓN IBERICO Mantenere il prosciutto nel frigo per 24h. Fare fette di 9 cm di lunghezza e 4 cm di spessore che contengano parte di grasso e parte di carne. Tagliare finemente. Tagliare 4 fogli di carta da forno 12 x 8 cm e pennellare con grasso di prosciutto. Disporre in ogni foglio 3 fette di prosciutto con grasso verso sinistra. Pennellare le fette con grasso di prosciutto e coprire con altri fogli di carta. Conservare in frigorifero Foto: Moises Torne #Foodstagram Colazione al cinema: quale citazione vi ispira di più? «È tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore, il silenzio e il sentimento, l’emozione e la paura... Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l’uomo miserabile». Saranno da Oscar le citazioni di questa settimana che accompagnano le ricette di Foodstagram, la rubrica del canale Cucina di Corriere.it in cui raccogliamo le foto dei piatti dei lettori. Ogni week end vengono pubblicate le ricette più belle, accompagnate da citazioni musicali, culinarie o letterarie. Questa settimana ogni scatto, completo di ricetta e biografia dell’autore, sarà corredato da una frase delle pellicole in corsa per l’86esima edizione degli Oscar che si terrà a Los Angeles domenica 2 marzo. Come «La grande bellezza» di Paolo Sorrentino, candidato tra i migliori film stranieri e già vincitore del Golden Globe. Si fa il tifo per Jep Gambardella, il protagonista del film che dopo otto anni ha riportato il cinema italiano a sperare nel massimo riconoscimento cinematografico internazionale. «American Hustle» di David O. Russell è invece in lizza per dieci statuette: «Avrei potuto raccontarle tutto di me. Non avevo mai trovato una persona così in vita mia. Sentivo che finalmente avrei potuto essere veramente me stesso senza vergognarmi, senza essere in imbarazzo». Queste alcune delle frasi scelte per le ricette di I cornetti integrali di Cristina La torta di nocciole di Sandra Foodstagram, che questa settimana avrà come tema la colazione. Cristina Bignotti ci ha raccontato la sua inviando dalla provincia di Milano la foto dei cornetti integrali, preparati con miele, farina integrale, latte e uova. Sandra Vallifuoco, napoletana che vive non lontana dal lago di Garda, ci ha stupito con la sua raffinata torta di nocciole piemontesi. Giuseppe Arena, 33 anni , calabrese di origine e romano d’adozione, ci ha mandato invece una versione alternativa della classica crostata, con frolla al cioccolato e crema d’arancia. Per la sua ricetta è stata scelta una citazione di “Philomena” di Stephen Frears, candidato tra i migliori film insieme a «Gravity», «12 anni schiavo», «The wolf of Wall Street» e altri: «Chi viaggia in prima classe non è di prima classe per forza...». Mandate anche voi le vostre fotoricette via mail ([email protected]) oppure condividetele su Twitter e Instagram con hashtag #fotoincucina Corinna De Cesare corinnadecesare © RIPRODUZIONE RISERVATA Nel veronese Chef stellati sul Garda per scoprire il pesce di lago «Alla brace? Il modo peggiore per cucinare il lavarello. Vi faremo scoprire come valorizzarlo: cottura a basse temperature per evitare la disidratazione e la dispersione dei pochi grassi. Così non sarà stopposo». È uno degli impegni di Leandro Luppi, chef stellato del ristorante Vecchia Malcesine, in vista di «Fish & Chef», in programma dal 1° al 6 maggio. Quinta edizione con una grande novità: esce da Malcesine per abbracciare tutta la riva veronese del lago di Garda, con contributi da altre regioni italiane. «Una scelta coerente – commenta l’assessore alle Politiche per il Turismo e Attività produttive del Comune di Malcesine Elvira Trimeloni – con lo sforzo di comunicare il lago di Garda come unica meta turistica». Fish & Chef partirà il 1° maggio da Malcesine con Luigi Taglienti di Trussardi alla Scala. Poi farà tappa a Garda con Alberto Tonizzo di Al Ferarut di Rovignano di Udine; a Malcesine con Felice Lo Basso di Alpenroyal di Gardena; a Cavaion Veronese con Anthony Genovese (Il Pagliaccio di Roma), a Bardolino con Mauro Uliassi di Senigallia. Serata finale a Peschiera, ai fornelli 6 chef stellati della zona: Leandro Luppi, Giuseppe D’Aquino (Villa Cordevigo di Cavaion Veronese), Stefano Baiocco Villa Feltrinelli di Gargnano), Gionata Bignotti (La Rucola di Sirmione), Paolo Cappuccio (Casa degli Spiriti di Costermano), Andrea Costantini (Regina Adelaide di Garda). La scommessa? Far conoscere i prodotti della tradizione locale: in primis olio di oliva e pesce di lago. «Non vogliamo paragonarlo al pesce di mare. Ma proporlo con abbinamenti stuzzicanti. Perché no, con la frutta, o con il mio spaghetto allo scoglio di lago (nella foto)». Un gioco. CRd’A © RIPRODUZIONE RISERVATA
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