Università degli studi “Roma Tre” Corso di Laurea in Fisica a.a. 2014/2015 Prof. Giuseppe SCHIRRIPA SPAGNOLO Il transistor BJT Esperimentazioni di Fisica III Il presente materiale riprende in parte informazioni, idee, trasparenze tratte da varie fonti e rielaborate ai fini del corso. Il Primo BJT - Bipolar Junction Transistor Il Transistor Bipolare a Giunzione (BJT) è stato inventato nei laboratori della BELL alla fine nel 1947, da tre fisici: • John Bardeen • Walter Brattain, • William Shockley. Il Primo BJT - Bipolar Junction Transistor Il transistor è stato, probabilmente, l'invenzione più importante del 20° secolo. Reference: Bell Labs Museum Il Primo BJT - Bipolar Junction Transistor Pagina del quaderno di laboratorio di W.H. Brattain, datato 24 dicembre 1947, dove è riportata la dimostrazione dell'amplificazione attraverso il transistor. Il transistore bipolare a giunzione (BJT) consiste in una successione di tre regioni di materiale semiconduttore a drogaggio alternato di tipo p e n; tali regioni sono dette chiamate emettitore (E), base (B) e collettore (C). La base è sempre drogata in maniera opposta alle altre due regioni. Si possono quindi realizzare transistori npn e pnp. Figure 10.4 Heat sink E C B Concetto di transistor: Generatore ideale di corrente controllato in corrente Esempio di utilizzo del generatore ideale di corrente controllato in corrente vS iIN RS e vOUT iOUT RL f (iIN ) RL vOUT Ai iIN RL RL Ai 1 RS iIN vS RS vOUT vOUT vS RL Ai vS RS amplificazione di tensione vOUT RL Ai vS RS RL 1 amplificazione di tensione Av Ai RS Ai 1 amplificazione di corrente A RL RS 1 amplificazione di potenza 2 i Amplificatore basato sul doppio bipolo con in uscita collegato un generatore di tensione VAA . Le caratteristiche di uscita corrente-tensione rappresentano un metodo conveniente per mostrare la dipendenza del valore del generatore controllata dalla variabile di controllo. Caratteristiche iout− vout al variare di IIN Analogia idraulica In un transistor le giunzioni BE e BC devono essere polarizzate per consentire lo scorrimento di un adeguato flusso di correnti. In figura è illustrato un esempio di polarizzazione che richiede due generatori di tensione (uno per ogni giunzione). Questo tipo di polarizzazione è poco utilizzata, infatti è possibile polarizzare un transistore utilizzando una sola sorgente di alimentazione (quest’ultima soluzione è quella comunemente usata). Principio di funzionamento del BJT A prima vista il BJT sembra costituito semplicemente da due giunzioni pn collegate tra loro con l’anodo in comune ( back to back). In realtà, la base che separa le due giunzioni è molto sottile (dell’ordine di 10 m o meno) e determina l’interazione dei due diodi. Per discutere il funzionamento di un transistor bipolare a giunzione torna utile il concetto di lunghezza di diffusione. La lunghezza di diffusione media è la distanza media che un portatore di carica percorre prima di ricombinarsi con un portatore di carica opposta. Nel caso di elettroni liberi entro silicio di tipo p, per esempio, la lunghezza media di diffusione è dell’ordine di 0.003 cm. Il sottile strato della base appare, in queste condizioni “trasparente” ai portatori di carica dell’emettitore, visto che lo spessore della base è minore della lunghezza media di diffusione dei portatori di carica che entrano nella base dall’emettitore. … continua: Principio di funzionamento del BJT Affinché il transistor possa funzionare correttamente come amplificatore le due giunzioni pn devono essere polarizzate in modo appropriato. Consideriamo la giunzione base-emettitore (BE ) polarizzata direttamente e la giunzione base-collettore (BC ) polarizzata inversamente. La polarizza diretta applicata tra base ed emettitore “restringe lo strato di svuotamento BE, mentre la polarizzazione inversa applicata tra base e collettore allarga lo strato di svuotamento BC. … continua: Principio di funzionamento del BJT La zona di di emettitore (drogata n ) abbonda di elettroni liberi, i quali diffondono facilmente attraverso la giunzione BE e si riversano nella zona di base di tipo p , proprio come accade in un diodo polarizzato direttamente. Il tratto di semiconduttore che costituisce la base è molto sottile e drogato solo “lievemente”, e pertanto possiede un numero di lacune assai limitato. Quindi, solo una piccola percentuale degli elettroni che attraversano la giunzione BE si ricombina con le lacune presenti nella base (tipicamente dell’ordine di 1 su 100). Il flusso di elettroni può tuttavia essere mantenuto attivo solo se esiste un collegamento che consente la fuoriuscita, dalla base, degli elettroni ricombinati. Infatti, se tali elettroni intrappolati non fossero asportati, la regione di base acquisterebbe rapidamente carica negativa e respingerebbe altri elettroni liberi, impedendone il passaggio dall’emettitore attraverso la base. … continua: Principio di funzionamento del BJT … continua: Principio di funzionamento del BJT La maggior parte degli elettroni che, provenienti dall’emettitore, si riversa nella base, diffonde nello strato di svuotamento BC. Una volta penetrati all’interno dello strato di svuotamento BC, questi elettroni vengono sospinti, dal campo elettrico dello strato stesso di svuotamento, verso il collettore. In altre parole tali elettroni sono spinti ad attraversare la giunzione BC, polarizzata inversamente, dall’attrazione degli ioni positivi presenti sul lato opposto. … continua: Principio di funzionamento del BJT Transistor npn: esplicitazione delle correnti del dispositivo Il transistor pnp Il transistore pnp viene realizzato invertendo il tipo di drogaggio rispetto alla struttura npn. Il funzionamento del transistore di tipo pnp è analogo a quello del tipo npn, a patto di invertire i ruoli svolti dagli elettroni e dalle lacune, le polarità delle tensioni di polarizzazione e le direzioni delle correnti. Il modello di trasporto completo (a) Circuito equivalente relativo al modello del trasporto del transistor npn. (b) Circuito equivalente relativo al modello del trasporto del transistor pnp. ... continua: Il modello di trasporto Transistor npn vBE IS exp iB F VT vBE iE I S exp VT vBC exp VT I S F vBE exp VT 1 v iC I S exp BE VT vBC I S vBC exp exp V R T VT 1 IS 1 R vBC exp VT 1 ... continua: Il modello di trasporto Transistor pnp vEB IS iB exp F VT vEB iE I S exp VT vCB exp VT I S vEB exp 1 F VT vEB iC I S exp VT vCB exp VT I S vCB exp 1 V R T IS vCB exp 1 1 R VT ... continua: Il modello di trasporto Sono necessari tre parametri per caratterizzare un dato BJT. IS − corrente di saturazione; βF − guadagno di corrente diretto; βR − guadagno di corrente inverso. Anche la temperatura è un parametro importante. Infatti: T VT k B q … continua: Regioni di funzionamento del BJT Come già detto, il BJT è formato da due giunzioni pn: la giunzione Emettitore-Base e la giunzione Collettore-Base. A seconda delle condizioni di polarizzazione (diretta o inversa) di ciascuna di queste giunzioni, si ottengono diversi modi di funzionamento del transistore. Condizione di polarizzazione delle giunzioni Modalità di Funzionamento Attiva Diretta Interdizione Saturazione Attiva Inversa Emettitore-Base Diretta Inversa Diretta Inversa Colletore-Base Inversa Inversa Diretta Diretta Modello semplificato - regione attiva diretta In questa regione di funzionamento il diodo base-collettore è polarizzato inversamente e il diodo base-emettitore è polarizzato direttamente ( VBE > 0 , VBC < 0 ). Nella maggior parte dei casi pratici, il transistor si trova ad operare con: vBE 4 k BT k T 0.1 V e vBC 4 B 0.1 V q q v iC I S exp BE VT vBC I S exp VT R vBE iE I S exp VT vBC I S vBE exp exp V VT F T vBE IS exp iB F VT vBC exp 1 VT IS vBC exp 1 1 R VT 1 Queste equazioni si possono ulteriormente semplificare trascurando i termini che non contengono la funzione esponenziale ...continua: Modello semplificato - regione attiva diretta v iC I S exp BE VT vBC I S exp V T R vBC exp 1 V T v iE I S exp BE VT vBE vBC I S exp exp V VT F T 1 IS vBE vBC IS iB exp exp 1 1 V F VT R T vBE iC I S exp VT F 1 vBE iE I S exp F VT vBE IS iB exp F VT IS vBE exp V F T F con F 1 F ...continua: Modello semplificato - regione attiva diretta vBE iC I S exp VT F 1 vBE iE I S exp F VT vBE IS iB exp F VT IS vBE exp V F T F con F 1 F Dal rapporto delle correnti si ottengono due relazioni ausiliarie per la regione attiva diretta: iC F iE iC F iE e iC F iB iC F iB ...continua: Modello semplificato - regione attiva diretta ...continua: Modello semplificato - regione attiva diretta ...continua: Modello semplificato - regione attiva diretta Analizzando l’espressione: F IC IB F IB 1 F Si può notare che nella regione attiva la corrente di collettore è proporzionale a quella di base secondo il fattore (amplificativo) F . Questo parametro, detto guadagno di corrente, è la grandezza più importante del transistore bipolare. Valori tipici di F variano da 20 a 500 (dipendenti dai parametri fisici e tecnologici dei transistori) ...continua: Modello semplificato - regione attiva diretta iE = iB + iC = iC / iE = iC / iB = iC / (iE –iC) = /(1- ) iC = iE ; iB = (1-) iE Modello semplificato - regione di interdizione In questa regione di funzionamento il diodo base-collettore è polarizzato inversamente così come il diodo baseemettitore ( VBE < 0 , VBC < 0 ). Assumendo: vBE vBC 4k BT q 4k BT 0.1 V con 4k BT q q vBE vBC I S vBC iC I S exp exp exp V V R T T VT vBC I S vBE vBE iE I S exp exp exp V V F T T VT vBE I S vBC IS iB exp exp 1 1 F VT VT R 1 1 iC iE iB IS R IS F IS F IS R ...continua: iC Modello semplificato - regione di interdizione IS R iB IS F IS R iE IS F Modelli semplificati – regione di saturazione Se la giunzione è in conduce, ai suoi capi deve essere 0.6 V VGiuzione 0.8 V . presente una caduta di tensione Una approssimazione valida (con errore di 0.1 V ) è quindi quella di assumere nella regione attiva una tensione intermedia VBE = 0.7 V , all’incirca costante al variare della corrente di collettore. Questa approssimazione, che può sembrare a prima vista troppo drastica, permette notevolissime semplificazioni nelle analisi dei circuiti, pur conservando validità quantitativa nei risultati. ...continua: Modelli semplificati – regione di saturazione Il funzionamento nella regione di saturazione può essere individuato in più modi: • verificando che la tensione VCE sia quella di saturazione (si assume un valore massimo di VCEsat = 0.2 V ); • verificando la diseguaglianza Icsat < F IB ; • verificando che VBE e VBC siano maggiori o uguali alla tensione di soglia V . Quest’ultima condizione giustifica perché, in conseguenza con l’assunzione VCEsat 0.2 V, si assume anche VBE = VCEsat + VBC 0.8 V. ...continua: Modelli semplificati – considerazioni conclusive grandezza interdizione V BE < 0.6 V regione attiva ~ 0.7 V = V BC < 0.6 V < 0.6 V > 0.2 V V CE IC IB ~0 = ~0 = F IC IB saturazione ~ 0.8 V = > 0.6 V ~ 0.2 V = < F F > IC IB F Ciascuno dei tre terminali di un transistore di un transistore può essere visto come un terminale d’ingresso, oppure un terminale d’uscita, o ancora come un terminale comune. Esistono pertanto tre configurazioni possibili: • emettitore comune (CE), in cui l’emettitore è il terminale comune; • collettore comune (CC), o inseguitore di emettitore, in cui il collettore è il terminale comune; • base comune (BC), in cui il terminale comune è la base Se un transistore BJT deve essere utilizzato in applicazioni lineari (in generale come amplificatore) è necessario scegliere il punto di lavoro del dispositivo, ovvero polarizzarlo. Scopo principale della polarizzazione è “accendere“ il dispositivo, portandolo a lavorare in una regione delle caratteristiche in cui esso si comporta quanto più possibile linearmente, nel senso che una variazione del segnale d’ingresso provoca una variazione proporzionale del segnale d’uscita. Tipicamente il segnale atteso è in alternata e il circuito a transistore deve poter rispondere sia alle oscillazioni positive sia a quelle negative. La relazione esponenziale che lega la tensione di controllo del BJT (VBE ) alla corrente di collettore è detta curva transcaratteristiva del BJT. Questa curva ricalca l’andamento tipico della relazione corrente-tensione di una giunzione pn. vBE iC I S exp VT iC F iB Al contrario, se viene fissata la corrente di base è possibile tracciare la dipendenza della corrente IC con la tensione VCE . Questa “dipendenza” è chiamata curve caratteristiche del BJT. Nelle applicazioni in cui il transistore è impiegato come amplificare di segnali, esso è fatto lavorare nella zona attiva diretta, ovvero nella regione in cui le curve sono quasi piatte. La corrente circolante è F IB ed è praticamente indipendente dalla tensione VCE . In questa regione il transistor si comporta come un generatore di corrente comandato dalla corrente di base (IB ) o dalla tensione base-collettore (VBE ). La prima parte delle curve caratteristiche, per tensioni VCE inferiori a 0.2 V, costituisce la cosiddetta zona di saturazione. Quando la tensione VBE è molto piccola la corrente IC è praticamente nulla e si dice che il transistore e nella zona di interdizione. Nelle applicazioni in cui il BJT è usato per amplificare segnali, le condizioni di saturazione e di interdizione sono da evitare. Le curve caratteristiche nella zona attiva di un BJT reale non sono perfettamente parallele all’asse delle tensioni, quindi, il collettore non si comporta come un generatore di corrente ideale, erogando una corrente dipendente solo dalla polarizzazione della giunzione base- emettitore. Le curve caratteristiche nella zona attiva di un BJT reale non sono perfettamente parallele all’asse delle tensioni, quindi, il collettore non si comporta come un generatore di corrente ideale, erogando una corrente dipendente solo dalla polarizzazione della giunzione base- emettitore. La giustificazione di ciò risiede nel fatto che all’aumentare della tensione VCE, lo spessore della zona di carica spaziale della giunzione base-collettore aumenta; infatti aumenta la polarizzazione inversa della giunzione. Corrispondentemente lo spessore “neutro” di base diminuisce e quindi la corrente di collettore aumenta anche se VBE resta costante. Questo effetto dovuto alla modulazione della lunghezza della base al variare della tensione VCE, è noto come effetto Early. Per quantificare l’incidenza dell’effetto Early, i costruttori, non forniscono il valore di rO che dipende anche dalla corrente a cui il transistore opera, ma si estrapolano le curve caratteristiche del dispositivo in zona attiva fino all’asse delle tensioni. Questa operazione porta ad identificare con buona approssimazione un unico punto di intercetta, indicato con VA , detta tensione di Early. Il valore di rO e quindi pari, con buona approssimazione, a: rO VA I C rO VA I C Per aumentare la resistenza d’uscita del transistore (così da approssimare meglio un generatore ideale di corrente), l’effetto Early deve essere minimizzato. Per far ciò il collettore è drogato meno della base in modo che, all’aumentare di VCE, la zona svuotata della giunzione si estenda essenzialmente nella zona di collettore, lasciando quasi invariata la dimensione della base neutra. Effetto Early (Tensione di Early) Nota: Configurazione ad emettitore comune IC IB -VA VCE Verde = IC (ideale) Arancio = IC (effettiva) Il circuito di polarizzazione dei transistori BJT deve soddisfare i seguenti requisiti. Il punto di lavoro deve essere ben definito. Il circuito di polarizzazione deve permettere di ottenere in modo semplice e preciso i valori delle correnti e delle tensioni volute. regione di funzionamento. Il punto di lavoro deve essere stabile. Il circuito deve fissare le correnti e le tensioni in modo che siano il più indipendenti possibili dai parametri dei transistori, da loro variazioni con la temperatura o da sostituzione dei componenti. Si pensi a tal proposito alla produzione su larga scala di un circuito ed alla esigenza che tutti gli esemplari si comportino sostanzialmente allo stesso modo nonostante che i transistori impiegati (pur dello stesso modello) abbiamo parametri differenti. Il circuito deve consentire l’applicazione di tutta la variazione prevista del segnale senza che il dispositivo esca dalla corretta regione di funzionamento. Un esempio di polarizzazione in cui i requisiti precedentemente enunciati non sono soddisfatti è dato dal seguente circuito. In base al principio di funzionamento del BJT, si sarebbe indotti a fissare direttamente VBE per ottenere la desiderata IC . In questo modo la corrente di collettore dipenderebbe direttamente dalla corrente di saturazione inversa IS del BJT (variabile da esemplare ad esemplare anche di 2 o 3 ordini di grandezza). VBE I C I S exp VT VBE I C I S exp VT Questa espressione rende difficile prevedere con precisione il valore di IC . La relazione esponenziale tra VBE e IC fa sì che piccole variazioni di VBE determinano ampie variazioni di IC , per cui è difficile conoscerebbe con precisione l’effettiva corrente di collettore. Inoltre, non consente di poter affermare che il circuito porti la stessa corrente quando il transistore dovesse essere sostituito. Per questo motivo, risulta più conveniente progettare i circuiti di polarizzazione in modo che sia fissata la corrente di base IB , da cui IC dipende solo linearmente attraverso F. Purtroppo anche il parametro F dipende dai processi di fabbricazione ed è molto variabile con la temperatura. Per tutte le ragioni viste in precedenza, un buon progetto elettronico si deve fare in modo che le prestazioni dei circuiti siano il più possibile indipendenti dal reale valore di F , per esempio fissando direttamente il valore della corrente IC che fluisce nel transistore. Esistono diversi tipi di reti di polarizzazione: quella più comunemente usata è rappresentata nella figura accanto. R2 VTh VCC ; R1 R2 R1 R2 RTh R1 R2 Noti i valori degli elementi circuitali e il guadagno F del transistore, il punto di riposo può essere facilmente determinato. Lo studio può essere semplificato sostituendo il generatore di tensione continua VCC e le resistenze R1 e R2 con la tensione equivalente di Thévenin VTh e la resistenza RTh . La tensione equivalente di Thévenin VTh e la resistenza RTh sono: R2 VTh VCC ; R1 R2 R1R2 RTh R1 R2 Applicando la legge di Kirchhoff per le tensioni alla maglia d’ingresso si ottiene: VTh RTh I B VBE RE I E RTh I B VBE 1 F RE I B VTh VBE IB RTh 1 F RE VTh VBE IC F I B F RTh 1 F RE Applicando la legge di Kirchhoff per le tensioni alla maglia d’uscita si ottiene: VCC RC I C VCE RE I E IE IC F VCC RC I C VCE RE IC F VCE VCC VCE VCC RC RE I C RE IC RC F F 1 VCE VCC RC RE I C E’ l’equazione di una retta e rappresenta la retta di carico del circuito. Il calcolo può essere impostato supponendo, dapprima, che la corrente di base del BJT sia trascurabile rispetto a quella circolante nel partitore costituito da R1 ed R2 , in modo che il potenziale del morsetto di base sia determinato solamente dalla partizione resistiva. Alla fine della valutazione della F =100 polarizzazione si verifica l’ipotesi fatta, eventualmente ripetendo il calcolo con il nuovo valore di IB . Posto IB 0, nelle resistenze d’ingresso fluisce una corrente di 1 mA ed il potenziale di base è VB = + 2.0 V. Il potenziale di emettitore è quindi: VE = VB - 0.7 V= 1.3 V. La corrente di emettitore è proporzionale alla differenza di potenziale ai capi di RE (pari a 1.3 V) e vale IE = VE /RE = 2 mA. Trascurando la corrente di base, si ha che IC IE = 2 mA. F =100 F =100 Il potenziale del collettore è VC = + 4 V. La corrente di base è IB =IC /F =20 A. Se si ripete il calcolo, tenendo conto del valore della corrente di base la polarizzazione non varia significativamente rispetto ai valori precedentemente determinati. Infatti si trova VB = 1.97 V per cui il potenziale dell’emettitore, e quindi la corrente nel transistore, varierebbe di meno del 2% rispetto al valore calcolato in prima approssimazione. Poiché nell’impiego del transistore come amplificatore , alla tensione VBE tra base ed emettitore è generalmente sovrapposta una tensione alternata, il punto di lavoro del transistore si sposta, compiendo delle escursioni simmetriche intorno alla posizione Q. Per questa ragione il punto di riposo deve essere scelto in modo da rendere possibile la massima escursione di tensione e allo stesso tempo essere poco sensibile alle variazioni del guadagno di corrente statico F. Per ottenere un punto di riposo stabile, si osservano generalmente le seguenti regole. VCE VCC VCC RE ; VE I E RE ; RTh 1 F 3 3 10 VTh VE VBE I B RTh VE 0.7 I B RTh R1 RThVCC VTh ; R2 RThVCC VCC VTh ECC npn V I R IB E B 0.7 V RB EB ECC IC F I B IB ECC E B 0.7 V RB EB EB IC F I B IB ECC E B 0.7 V RB I E IC I B
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