Bollettino Parrocchiale Ai piè dell’Avena Dicembre 2014 Parrocchie di S.Pietro Apostolo, S.Giovanni Battista, Presentazione di Maria Dio si è incarnato I l Natale porta con sé tanti sentimenti, si dice che ha Natale tutti siano più buoni, in molti il periodo natalizio fa tornare alla mente tanti momenti del passato, diverse persone sentono accentuarsi la sensazione di solitudine, sia positivi che negativi i sentimenti la fanno da padrone. In periodi di crisi, come quello che stiamo vivendo, i pensieri negativi tendono a prendere il sopravento su tutti gli altri. Se guardiamo i giornali il presente appare molto triste. La televisione riempie i palinsesti di programmi dove uomini con il fare di profeti di disgrazie ricordano quanto triste sia il presente e quale tragedie ci aspettano per il futuro. Ci si presenta un’umanità incapace di fare del bene sempre intenta a imbrogliare e sfruttare il prossimo. Queste notizie poi pian piano si depositano in noi e una volta stratificate ci condizionano nelle nostre relazioni con le altre persone. La prima risposta che noi diamo alla valanga di informazioni che ci arrivano è la diffidenza che cresce sempre più nei confronti del prossimo. Vediamo le altre persone come un rischio, come se fossero sempre pronte a toglierci un po’ della nostra felicità e quindi dei nemici da allontanare o da tenere sotto controllo. L’uomo diventa per gli altri uomini un lupo dal quale difendersi, la diffidenza diventa l’occhio con il quale guardare al genere umano. Insegniamo alle nuove generazioni a non fidarsi di nessuno. Se andiamo in qualsiasi posto temiamo che chi è in fila con noi ci voglia superare, che chi è dietro a uno sportello non sappia fare, o non abbia voglia di fare, il suo lavoro. Eppure in questa umanità che tanto ci intimorisce Dio è voluto entrare come uno di noi. Ha voluto condividere la sua natura divina con quella carne umana che noi tanto disprezziamo. Dio ha guardato all’uomo provando amore per la sua natura e compassione per i suoi difetti. Ha scommesso su di noi. Dio si fida di più della nostra capacità di fare del bene di quanto noi ci fidiamo dei nostri simili. Dio guarda a noi con occhio benevolo ci incoraggia non si spaventa, non da sprovveduto ma da Creatore che conosce il nostro cuore più di quanto lo conosciamo noi. Se si fida Lui di noi perché in questo natale non proviamo a far crescere in noi, un cuore nuovo capace di farci guardare con sentimenti buoni a tutti gli uomini. Gli angeli, la notte di Natale, annunciano la pace in terra agli uomini che Dio ama, siamo noi quegli uomini, Dio ama ogni uomo. In quella affermazione degli angeli nasce la nostra speranza per il futuro, In Quella affermazione nasce, non l’ottimismo, ma la fiducia in una umanità che Dio Ama e ha voluto visitare entrandone a far parte per camminare con lei e per insegnarci a guardare agli uomini come a compagni di strada limitati ma amabili, con tanti difetti ma amati da Dio e penso che di Lui ci possiamo fidare più di tutti i nostri timori. Auguri a tutti. don Ivano Don Ivano, Don Aldo e Padre Adriano augurano a tutti un Buon Natale e un felice anno nuovo 2 O G IO V A NI P ED A Giovani in cammino GR NA U E P V Tutto da scoprire quello che ci porta a Te!!! C Grazie Stefano n a .it on questo spirito e con tanto entusiasmo noi ragazzi e gli educatori ACR abbiamo ripreso il nuovo cammino, alla scoperta dei talenti che Dio ha dato ad ognuno per condividerli e farli fruttificare. Come in un vero laboratorio la ricerca è accurata e attenta per trovare gli strumenti che ci aiutano a crescere nel cammino della fede e si studiano le situazioni del nostro quotidiano per rileggerle alla luce del Vangelo, come fosse una lente d’ingrandimento. Domenica 9 novembre abbiamo condiviso a San Vittore con gli altri p gruppi della diocesi la prima fase del cammino con la mitica festa del Ciao. Diventare grandi è un’avventura che richiede impegno e seguire Te, Gesù, ci impegna in ogni istante . A volte ci chiediamo:”Ci riusciremo a scoprire chi siamo ? Ci riusciremo a seguirTi come discepoli?“. Noi ci stiamo provando e contiamo sull’aiuto di tutta la Comunità perché il nostro ”laboratorio” sia sempre entusiasmante, ricco di sorprese e di grandi scoperte. Grazie a tutti e Buon Natale dai ragazzi dell’ ACR Festa di Cristo Re 2014: I 3 Ai piè dell’Avena P Ai piè dell’Avena il Coretto avanti va e per le coriste hip hip hurrà! n quest’occasione provo sempre una grande emozione, perché la nostra festa tutti gli anni è diversa ed il suo ricordo nella mente imprime un pezzo di storia da conservare gelosamente. È un momento per dirvi grazie, perché ci siete e, di cantare, tanto volete; grazie perché mi date tanta gioia e tanta energia, tanto entusiasmo con la vostra simpatia. Grazie alle coriste più piccoline che ce la mettono tutta cantando con le loro vocine; grazie alle coriste di metà che dimostrano sicurezza e tanta buona volontà. Grazie alle coriste di vecchia data che proseguono senza fermata. Insieme siamo un gruppo assortito e affiatato che rende “meraviglioso” tutto ciò che viene cantato. Grazie a don Ivano che… ci porta in palmo di mano… e, soprattutto, grazie al Signore che ci accompagna con tutto il suo amore. Quindi, carichiamoci sempre più e lodiamo forte, con il canto, il buon Gesù… …che dalla croce ascolta e aiuta chi canta a piena voce! Marisa a rr o c c hia p e da v e C on l’apertura del nuovo anno sociale, il gruppo giovani si è trovato a dover affrontare l’assenza di Stefano Perenzin. Da molti anni Stefano ha collaborato con i parroci di Pedavena, partendo da don Aldo Barbon, per animare e curare i vari gruppi di giovani-issimi che si sono formati in parrocchia. Stefano ha curato con grande generosità tutte le attività legate ai giovani, sia con impegni Diocesani che zonali e anche curando i rapporti con la Pubblica Amministrazione. E’ stato negli ultimi anni l’anima dello spettacolo natalizio organizzato dai giovani e tanto altro che non si può materialmente scrivere. Oggi Stefano ha deciso, giustamente, di dedicare il suo tempo anche ad altre passioni. Per nostra fortuna ha però garantito il suo appoggio organizzativo per le attività che i nuovi giovani affronteranno nei prossimi anni rendendo disponibile la sua esperienza in campo informatico e per tutto quello che riguardo il mondo degli audiovisivi. Questa assenza di Il vero dono del Natale 7 3 4 6 1 2 Soluzione a pagina 9 5 Stefano ha obbligato il gruppo giovani a rivedere alcuni aspetti del cammino formativo, gli altri educatori stanno cercando di trovare un nuovo assetto al gruppo e questo richiederà un po’ di tempo. Il gruppo giovani oggi è chiamato a fare un passo in più stimolato dall’esempio di Stefano e dall’impegno di chi è rimasto. A Stefano il grazie di tutti i giovani passati in parrocchia, ma un grazie ancora più grande per la tua generosità per il futuro. Con affetto. Don Ivano 9 8 10 11 1. Come si chiamava l’Angelo che annunciò a Maria che avrebbe dato alla luce un figlio di nome Gesù? 2. Cosa rispose Maria all’Angelo? 3. Chi erano coloro che, avvisati da un Angelo, accorsero ad adorare il Piccolo Gesù dopo la sua nascita? 4. Come si chiamava lo sposo di Maria che allevò Gesù come un padre? 5. Come veniva chiamato Giovanni (figlio di Elisabetta, cugina di Maria) che invitava le persone ad immergersi nell’acqua del fiume Giordano come segno del pentimento per i peccati e del perdono di Dio? 6. Come si chiamavano gli uomini venuti dall’Oriente che furono guidati da una stella fino al Piccolo Gesù? 7. Maria era la …… di Gesù. (qual è la parola mancante?) 8. Il giorno del Battesimo viene consegnata una veste che simboleggia l’uomo nuovo venuto da Dio, senza macchia di peccato. Di che colore è la veste? 9. Come si chiamava quell’uomo che andò a trovare Gesù durante la notte e al quale Gesù disse che per entrare nel regno di Dio occorreva rinascere “dall’alto”, dall’acqua e dallo Spirito Santo? 10. Chi erano coloro che cantavano “Gloria” alla nascita di Gesù? 11. Durante il Battesimo si accende il cero pasquale per ricordare che noi tutti dobbiamo essere la luce del….? 4 Ai piè dell’Avena Ai piè dell’Avena Pellegrinaggio al Santuario di Fatima D all’11 al 15 ottobre con un gruppo di parrocchiani mi sono recata in pellegrinaggio al Santuario di Fatima, luogo legato alle apparizioni nel 1917 della Madonna ai tre pastorelli. All’arrivo nell’aeroporto di Lisbona abbiamo conosciuto Cristina, la guida che ci ha assistito ed accompagnato per tutto il viaggio; dopo un’oretta di pullman siamo arrivati a Fatima dove abbiamo partecipato alle celebrazioni serali con S. Rosario e processione con fiaccolata. Da subito si è potuto gustare un profondo clima spirituale e di preghiera sia comunitaria che personale nei momenti di raccoglimento. Nei giorni seguenti ci siamo recati a Valinhos, le case natali dei tre pastorelli e al luogo delle apparizioni dell’angelo ai tre bambini; abbiamo visitato l’esposizione “Fatima Luce e Pace” che raccoglie migliaia di oggetti preziosi ed ex voto, tra cui la corona della Madonna con incastonato il proiettile che colpì Giovanni Paolo II nell’attentato in piazza San Pietro. Siamo andati al monastero di Batalha che ricorda la battaglia con la quale il Portogallo ha riconquistato la libertà e sono rimasta incantata dalle splendide vetrate colorate e dalle decorazioni gotiche e manueline. I due momenti per me più belli di tutti il pellegrinaggio li ho vissuti uno, la domenica sera (vigilia della ricorrenza dell’ultima apparizione della Madonna a Giacinta, Lucia e Francesco) quando al termine del Rosario internazionale, ogni fedele con la propria candela accesa ha riaccompagnato cantando, la statua della Madonna, pellegrina con noi, all’interno della cappellina delle apparizioni. Più volte in quella ventosa serata mi è venuto da pensare come la nostra fede assomigli tante volte alla fiammella della candela, che con le folate di vento sembra spegnersi sotto il peso dei nostri peccati. Allo stesso tempo però anche quella piccola fiamma, seppur fragile può servire per illuminare nella notta buia la strada di ciascun credente. Il secondo momento che mi ha emozionato è stato alla fine della S. Messa internazionale del 13 ottobre, lo sventolio festoso dei fazzoletti bianchi agitati da noi fedeli al passaggio della statua della Madonna Offerte per la Chiesa di Murle L a tradizionale questua di S. Antonio, che si è tenuta a gennaio 2014, ha portato nelle casse del comitato di gestione delle Chiesa di Murle 1376 €. Questi soldi sono stati usati per pagare le spese vive (bollette varie) e per la realizzazione di alcuni lavori di manutenzione straordinaria (le Grondaie e il ripristino di alcune funzioni del Campanile). Grazie a tutti. in segno di saluto. Il viaggio è poi proseguito verso Lisbona; abbiamo visitato città famose per storia e cultura con palazzi, chiese (tra cui la casa natale di S. Antonio) ed enormi cattedrali di interesse artistico ed architettonico.Vedere per la prima volta Fatima mi ha dato gioia e mi ha fatto provare una grandissima emozione soprattutto quando ho visto da vicino la piccola statua della Madonna del Rosario, il Suo sguardo dolce rivolto verso noi invitava tutti alla preghiera e alla bontà. Il santuario semplice ma nello stesso tempo maestoso l’ho visto come una madre che tende le braccia verso i suoi figli per abbracciarli e consolarli. La gente del luogo, sorridente e cordiale, mi ha invece colpito per la sua semplicità e religiosità. Un grazie di cuore va a tutti gli altri pellegrini che sono venuti a Fatima e a don Ivano che ci ha accompagnato in questo viaggio ricco di spiritualità che mi è servito per “ricaricare le pile” di cristiana ed affrontare la vita quotidiana con forza e serenità. Sara Ben arrivato Don Aldo! L e comunità di Facen, Norcen e Pedavena sono grate a Don Aldo Giazzon per esser venuto qui a vivere prestando il proprio servizio Pastorale in queste comunità. Don Aldo come un buon soldato dopo aver prestato la sua opera in Brasile e in alcune parrocchie della nostra diocesi ora si è ritirato sotto la sua tenda (a Facen) non per riposare ma per continuare la sua opera e vegliare sulla porzione del Popolo di Dio che in questi anni incontrerà. Grazie don Aldo 5 La sezione di Pedavena ha un nuovo striscione D urante una delle riunioni del nostro consiglio sezionale, svoltasi nell’ autunno scorso, l’ordine del giorno era focalizzato sulle attività da mettere in cantiere per il 2014 . Tra le varie proposte una in particolare ha attirato l’ attenzione dei consiglieri presenti : cosa possiamo fare per coinvolgere gli studenti del nostro istituto comprensivo? Alla fine di una animata e costruttiva discussione è emersa l’ idea di far realizzare ai nostri ragazzi dei disegni incentrati sulla donazione del sangue e sulla prevenzione degli incidenti stradali. Confidando sulla sensibilità dei giovani abbiamo subito pensato di realizzare uno striscione con il disegno più significativo, striscione da appendere nel nostro comune, in un punto ad alta visibilità, affinché fossi di stimolo alla donazione, specialmente nel periodo estivo, solitamente di scarsa affluenza alla donazione. Dopo la riunione ci siamo immediatamente attivati contattando il Preside, per verificare se la nostra idea potesse avere attuazione pratica presso gli studenti e, avendo avuto parere favorevole, abbiamo subito coinvolto l’insegnante di educazione artistica che ha subito accettato con grande entusiasmo la nostra proposta, identificando negli studenti di seconda media quelli che meglio potevano realizzare il nostro progetto. Quando i disegni sono stati, poi, consegnati al consiglio che ha avuto modo di esaminarli, siamo rimasti davvero stupiti dalla bravura e dalla sensibilità espressa attraverso il disegno ed i messaggi, tanto che è stato davvero difficile identificare in un solo disegno quello meritevole di comparire nello striscione della nostra sezione. Dopo una lunga e difficile selezione, la scelta è ricaduta su due disegni ricchi di contenuto: uno che invita a non correre perché a casa c’è chi è in attesa del nostro rientro, mentre l’altro ricorda di andare a donare sangue anche nel periodo estivo perché le malattie non vanno in vacanza. Disegni che, grazie alla bravura del nostro grafico, sono stati trasferiti sul nostro nuovo striscione che ora campeggia sul ponte che porta al parcheggio della birreria Pedavena, dove può essere ammirato da tutti coloro che vi transitano. Per la presentazione dello striscione alla comunità di Pedavena si è scelto l’abbinamento con un’altra manifestazione organizzata con successo dalla nostra sezione: la “Festa di fine anno scolastico”, evento che da due anni riscuote un grandissimo successo, grazie alla disponibilità e all’indiscussa bravura dei due giocolieri, Pedavenesi Doc, Yari e Fabio, che anche quest’anno ha riunione nella piccola arena della biblioteca oltre 300 persone (le abbiamo contante), incluso il sindaco, il preside, don Ivano ed il nostro presidente, ma soprattutto tantissimi ragazzi, compresi i giovani artisti delle classi di seconda media, che hanno avuto, così, modo di ammirare i loro lavori esposti nella piccola area. Alla fine di questa bellissima e importante giornata è stato allestito anche un rinfresco, preparato dalle nostre consigliere, che è stato più che apprezzato, oserei dire spazzolato, dai presenti. Cogliamo l’ occasione per ringraziare l’ istituto comprensivo di Pedavena che con la sua collaborazione , unita alla bravura dei piccoli artisti, ha aiutato la nostra sezione a creare uno striscione dai significati molto profondi. Ci auguriamo che il messaggio che se ne evince porti anche altre persone a porgere il braccio per donare il proprio sangue, per aiutare chi ne ha bisogno, ma anche ad avere una guida più serena per un sicuro rientro a casa. Caposezione Pedavena Gianfranco Bellot Gruppo del Vangelo I l nostro gruppo è iniziato tra il 1999 e il 2000 in occasione del Sinodo fatto dalla nostra diocesi nell’anno giubilare. E’ guidato dalla signora Romana Bergamo, che oltre ad essere sempre disponibile a coltivare l’aspetto spirituale è una persona molto semplice, sorridente e allegra. Abita a Foen, ha tre figli ed è nonna di diversi nipoti e, segue anche un altro gruppo di preghiera a Farra. Il nostro gruppo, formato circa da una trentina di persone di tutte le età, si trova il martedì ogni quindici giorni; ogni incontro inizia con una preghiera, solitamente allo Spirito Santo affinché ci illumini, di seguito ascoltiamo un brano del Vangelo (in questo periodo stiamo meditando tutto il vangelo di Luca). Romana ci spiega approfonditamente il contenuto, insieme lo discutiamo ed infine facciamo una preghiera di ringraziamento alla Madonna. Molto spesso oltre a compiere questo iter recitiamo il Rosario o la Coroncina alla Divina Misericordia per qualche parente o parrocchiano che ha bisogno delle nostre preghiere. Appartenere a questo gruppo significa condividere non solo il brano del vangelo, ma vivere in relazione tra noi, confidare le nostre perplessità, le nostre difficoltà e anche i nostri timori nel seguire Gesù e sua Madre, inoltre vuol dire anche partecipare alla gioia che nasce dalla scoperta dei segni che compongono la nostra quotidianità e nelle cose straordinarie che ci accadono nella vita. Questo gruppo è aperto a quanti si vogliano aggiungere. Un membro del gruppo 6 Ai piè dell’Avena Facen 70 anni della Parrocchia C hiesa di montagna Percorro, senza la solita fretta, la strada pedemontana in questo strano scorcio di fine estate che ci regala insolite giornate di sole, al termine di ottobre, prima dei giorni del ricordo dei defunti. Ti vedo da varie angolature, là a mezza costa, puntino bianco fra colori che già avvisano che l'autunno sta arrivando. Se lascio la bassa e salgo a nord, tu non ti nascondi, anzi domini tutta la vallata feltrina dal Grappa fino alle anse del Piave, perché ti hanno voluto lì in un punto strategico, in modo che tu possa seguire il fluire del tempo con dentro la vita della tua gente. Non hai navate imponenti, progettate da insigni architetti, ma semplici mura tirate su con passione da ruvide mani incallite. Le tue campane non hanno il timbro possente delle importanti cattedrali, ma la voce chiara, squillante, argentina come le acque limpide del torrente che scorre nella vallata poco distante. Negli anni venti del secolo scorso ti volevano ampliare, ma un forte temporale ed un vento furioso di novembre hanno fatto crollare il di più per lasciarti nella tua semplicità volumetrica. Forse non ti è dispiaciuto, sarai invece rimasta male quando ti hanno tolto il camposanto, in cima al colle su cui poggia il tuo fianco. Ora al suo posto hai un prato sempre ben curato, circondato da cipressi e una traccia di quel luogo ti è rimasta: un frammento di lapide in cui si legge con difficoltà "I° curato" e una data: 1867. Davanti a te, quasi una corsia per occasioni di festa, sale la suggestiva gradinata, a dire il vero un po' decurtata per via della strada che si snoda a lato fino al piazzale dedicato a Don Orione. Cosa vuoi, non si può avere tutto; a volte per ottenere la comodità si deve pur rinunciare a qualcosa e poi i tempi negli ultimi cinquanta anni sono cambiati; non si cammina più a piedi e per di più in salita, per cui le auto abbisognano di un nastro d'asfalto. Che importa, anche se i gradini non sono più sessantasei, come li contavamo salendo e scendendo di corsa da ragazzi, essi spiccano ugualmente tra il nero granito dell'alzata e il bianco acciottolato della pedata, alternati dagli ampi pianerottoli, fiancheggiati un tempo da alti abeti, poi da cipressi e ora dal prato. E quando si arriva in cima, accanto a te il cuore si allarga per lo spettacolo naturale a 360 gradi e nell'alternarsi delle stagioni si ammirano le Vette innevate d'inverno, gli alberi in fiore nelle vigne a primavera, il vigore dell'estate, i raccolti colorati dell'autunno. Si respira anche un po' di quiete, di tranquillità, perché il trambusto della vita frenetica arriva quassù attutito, tuttalpiù si sente il rumore di qualche mezzo o strumento agricolo, alternato dal ragliare degli asini che pascolano poco lontano o dell'abbaiare dei cani che vanno per caccia in questo periodo e sempre ti allieta il canto degli uccelli stanziali o di passaggio. E quando la nebbia arriva fitta ad avvolgere perfino il pese che si stende ai tuoi piedi, tu spunti fuori come una nave con il campanile per fumarolo e navighi tranquilla sopra un denso mare biancastro. Durante la messa del mattino, i raggi del sole entrano dalle finestre dell'abside poste ad oriente, mentre nel vespro giocano sul pavimento filtrando dal rosone della tua facciata principale e disegnano caleidoscopici colori sulle pietre. Quanta gente hai visto entrare durante i tuoi giorni centenari. Tutti sono venuti da Colui che in te fa la sua dimora per raccontare, per chiedere, per ringraziare, per gioire o per piangere. Inizialmente nell'abside avevano costruito l'altare maggiore con ai lati le statue di San Pietro e di San Giuseppe e sopra loro una volta celeste era trapuntata di stelle dorate; poi "gli esperti" hanno voluto coprire il tutto con un monocromo colore, ma in compenso hanno portato alla luce dipinti eseguiti in tempi lontani chissà da chi e perché. Ai lati della navata, cinque statue di Santi raccontano la devozione di coloro che li hanno scelti come protettori. La Madonna Žeriola del due febbraio, l'immancabile S. Antonio a cui tutti ricorrono in ogni parte del mondo per qualsiasi bisogno, Santa Lucia e Santa Barbara a cui, non tanti anni fa, erano riservate le feste più solenni, perché la loro ricorrenza cadeva in inverno, quando i lavori agricoli rallentavano e col cader della prima neve ritornavano gli emigranti dalla Svizzera. Allora, la vigilia della festa, nel silenzio delle sere innevate il “barba Ico” e i suoi abitanti facevano risuonare a distesa le campane e il giorno dopo, finita la "Messa Granda" le osterie del paese si riempivano fino a tardi e mentre il portafoglio si apriva per pagare "l'ombretta" spuntata anche l'immagine di Santa Barbara con la palma del martirio in mano, un po' sgualcita, ma sicuramente fiera di essere vicina a quegli uomini che alternavano imprecazioni dettate dall'abbruttimento del faticoso lavoro in galleria o in miniera alle invocazioni silenziose e schive per essere protetti nel pericolo sempre incombente. E che dire della povera Santa Libera posta a destra dell'entrata in chiesa? Un tempo aveva sempre una candela accesa ai piedi dell'altare, perché le donne partorienti erano parecchie in 7 Ai piè dell’Avena paese e non c'erano monitoraggi e parti programmati, per cui non restava loro che affidarsi alla sua protezione. Ora se ne sta muta, quasi dimenticata s e n z a p a r t i c o l a r i a tt e n z i o n i d a l momento che la tecnologia prevale abbondantemente sulla fede. Da padrona, la fa invece Santa Rita. Se si guarda la litografia di Renato Nesi, commissionata da Villa San Francesco, in cui spunta la figura del parroco don Giuseppe Peressini attorniato da donne con ceste di uova sottobraccio, si capisce come e perché fu edificata la cappella a lui dedicata. Si era in piena guerra, tra il '40 e il '45, e i giovani al fronte morivano in gran numero, così il sacerdote pensò bene di mettere chi ancora era in combattimento sotto la sua protezione. Le donne si diedero da fare raccogliendo di casa in casa tante uova da vendere per acquistare i materiali e la statua della Santa, mentre gli uomini pensarono alla porta muraria. Da allora, il 22 maggio, ma non solamente in questa data, arrivano dal feltrino e anche da fuori provincia, fedeli devoti alla Santa degli impossibili. Sulla parete della navata, a sinistra c'è un affresco con i Santi Vittore e Corona, mentre sul soffitto da una parte e dall'altra della volta a botte c'erano i medaglioni con l'effige dei santi Tiburzio e Susanna, ora nascosti, come detto prima, dalla nuova tinteggiatura. Chi ti visita, chiesa di mezza costa, provenendo da fuori, per cui non è né partigiano né campanilista, ti definisce una bella chiesetta per la tua posizione, per la tua struttura, per tutto l'insieme armonioso. Se ti arrivano questi apprezzamenti il merito va ai parroci che si sono succeduti nel tempo, i quali con lungimiranza, passione e competenza, supportati dal contributo dei parrocchiani, hanno pensato ad abbellirti, a renderti confortevole in modo che chi entra stia bene e possa meglio mettersi in comunione con il Signore. Ed ora ti confesso di avere un debito nei tuoi confronti: scoprire, tra gli scritti, pressoché illeggibili, notizie nascoste, fatti che ti riguardano, annotazioni di parroci solerti e decisi, per trovare le regioni di un passato che non è solo memoria, ma substrato su cui affondano le radici di una comunità che si proietta nel futuro, consapevole che nella struttura dei propri edifici si legge in ogni tempo l'immagine di sé stessa. Buon compleanno, piccola chiesa sull'Avena, che tu possa essere ancora per tanti secoli tenda tra noi e segno di presenza del Figlio di Dio. DON ROBERTO è DIACONO L’emozione di condividere una gioia U n limpido e caldo pomeriggio di sole, le montagne “come una corolla di un prezioso fiore, un abbraccio di natura lussureggiante” hanno reso la festa di sabato venticinque ottobre ancora più bella e sentita. Roberto De Nardin, originario di la Valle Agordina , è stato ordinato Diacono da mons. Giuseppe Andrich nella chiesa parrocchiale di San Michele arcangelo. Protagonista di una liturgia molto partecipata ma allo stesso tempo familiare, Roberto è stato accolto da un abbraccio di folla festosa e commossa. Molte le persone dal paese, da Belluno dove ha svolto attività caritativa presso l’ospedale “San Martino”, dalle Parrocchie di Farra D’alpago, Pedavena, dalla comunità “Nuovi orizzonti” di Piglio in Frosinone. Alcuni del nostro paese di Facen, dove Roberto ha vissuto presso la canonica nel periodo in cui ha prestato attività lavorativa presso la Birreria Pedavena, sono stati presenti a questa importante passo del suo cammino di fede e posso dirvi, è stata davvero una bella esperienza averla vissuta assieme! Il Vescovo con le parole ricche di significato “Roberto oggi risponde ad un Amore che ha riconosciuto, che per ogni persona consacrata ha i lineamenti delle tante persone avvicinate, incontrate, ascoltate e dalle quali un ministro non smette mai di imparare, respirando a pieni polmoni dal popolo di Dio” ha sottolineato l’importanza della scelta di Roberto, della sua volontà a donarsi agli altri. La parte che mi ha più emozionata è stata l’ordinazione; il momento in cui Roberto ha risposto “lo voglio” al vescovo, con fede, volontà, coraggio. L’abbraccio alla madre, alla sorella al papà appena dopo; il canto delle litanie dei santi mentre Roberto era steso davanti al vescovo. In una parola:toccante. Gli occhi colmi di gioia profonda della mamma di Roberto non li potrò mai dimenticare. Anche io da mamma ho cercato di immedesimarmi in lei, di specchiarmi nella sua anima, di ascoltare la voce del suo cuore: un figlio che si dona a Dio e ai fratelli, per annunciare il vangelo, l’amore, la fratellanza la pace... non penso possa esistere nulla di più sublime, di più grande e positivo...di più forte per sconfiggere o almeno tentare di farlo, la fragilità della natura umana. Grazie Roberto, ci saremo e ancor più numerosi quando diventerai SACERDOTE! Orietta IL GREMBIULE SENZA TASCHE L a cosa più bella di ogni bambino è quella di sognare. Il sogno crea un mondo che non c’è -ma che è realissimo- cerca un rifugio, insegue la sottile traccia di un progetto. Con la fantasia ogni bambino crea il suo futuro e lo sogna ricco di giorni, sovrabbondante di bellezza, carico di attese che un po’ alla volta si rivestono di speranza. Anch’io, come ogni bambino di questo mondo, ho sognato il mio futuro...Il sogno di compiere grandi imprese, di diventare un grande eroe, famoso e ricordato, presto però ha ceduto il passo ad un desiderio ben più recondito e profondo, che stava fermo e mi comandava: “spendi al meglio il tuo tempo e ricerca il modo di esserne contento!” Grande conquista arrivare a questo punto: è un sogno che merita davvero di essere custodito! E poi l’incontro, preparato anche se inatteso con Colui che questo stesso sogno su di me lo ha fatto da tanto tempo ma che solo piano piano si svela e mi sussurra: “vieni con Me, lo realizzo insieme a te!” La chiamata (che mistero…), da consapevolezza ora si è fatta risposta, vagliata, provata, sofferta. Custodirla anche nelle ore più dure senza tradire il grande sogno è solo frutto della forza di chi chiama e che svela, giorno dopo giorno, la sua caparbia fedeltà. Ed ora, arrivare all’ordinazione diaconale e gustare l’affetto dei tanti fratelli che camminano con te, dà rinnovato vigore al sogno antico e lo purifica: diventare diacono è infatti farsi servo, sognare la propria felicità è in realtà spendersi per quella degli altri. E’ questa la base di ogni ministero, la condizione per divenire prete del domani: mettersi a servire senza tenere nulla per sé, senza pretendere di portarsi via niente. Come mettersi addosso un grembiule…a cui hanno tolto le tasche! Don Roberto semplicità di don Aldo che da qualche mese vive tra noi. Non è proprio tutto nostro però ci offre un motivo per farci conoscere, per far vedere chi siamo, per cercare di meritarcelo dimostrando che quando ci impegniamo siamo capaci di realizzare qualche momento per stare insieme ...e lo facciamo bene! Eccoci allora qui oggi a festeggiare una parrocchia che con i suoi 70 anni aspira ad arrivare TORUM P E A E ccellenza, oggi davanti a lei c’è una comunità in festa, un cuore che batte e partecipa gioioso non solo alla Confermazione di questi 7 ragazzi ma anche al 70° anniversario della Parrocchia di Facen. Non tutti i paesani, io credo, ricordano come sia nata e per merito o battaglia di chi, certo è che tutti noi abbiamo un momento della nostra vita, un’emozione, legata a questa Chiesa e a questa N CA VEN DA Il saluto di Facen al Vescovo in occasione dei 70 anni della Parrocchia SCHOLA CANTORUM passato simbolicamente il testimone affinché non lascino cadere nel dimenticatoio questo giorno di festa, questo privilegio che Lei oggi concede con la Sua presenza tra noi, ma siamo attivi nella comunità, promotori e un po’ guerrieri se serve perché a Facen ci siano altri momenti come questo, di festa e condivisione. Solo continuando a difendere alcune tradizioni dei nostri vecchi, coltivandole A comunità. Le nostre famiglie qui hanno potuto festeggiare Matrimoni, Battesimi, Comunioni e Cresime, hanno purtroppo pianto per qualcuno che ci ha lasciato, hanno gioito per avvenimenti che sono diventati storia di Facen e di questa comunità. Ecco in una parola: tra queste mura siamo diventati COMUNITÀ! Certo non è facile collaborare e far gruppo e come spesso succede ci vuole sempre qualcuno che fa il primo passo ma una volta trovato, Facen porta alla luce quelle qualità sopite, quella voglia di stupire ancora tutti insieme! Fino a qualche anno fa avevamo la guida e lo stimolo di un prete tutto nostro, ora ci siamo abituati a condividere Don Ivano con le parrocchie vicine ben consapevoli, tuttavia, di essere stati fino ad ora dei privilegiati. Abbiamo infatti Padre Adriano che veglia su di noi, abbiamo apprezzato la presenza di don Saijo e ora, grazie a Lei, possiamo godere dell’esperienza e ancora lontano perché ha ancora un cuore che batte. E oggi ce l’ha in questi ragazzi che si pregiano di ricevere la S. Cresima nella chiesa che è loro, e prima è stata dei loro genitori e nonni! A questi paesani giovani viene oggi e migliorandole possiamo auspicare di rivivere giornate come quella di oggi, per fare questo serve l’impegno di tutti vecchi e giovani. Questa la speranza di tutti noi qui, riuscire a camminare numerosi verso gli 80 ANNI della Parrocchia! 9 Ai piè dell’Avena A Ai piè dell’Avena SCHOL 8 nche il 2014 sta per terminare e come di consuetudine ci chiedono di scrivere qualche riga sull’attività del coro parrocchiale da inserire sulle pagine del bollettino parrocchiale di fine anno. La prassi sarebbe di elencare le varie attività effettuate durante l’anno, elencando le trasferte effettuate dalla nostra corale ma, tutto questo mi sembra un po’ riduttivo, sembra cioè la lettura di un bilancio aziendale fatto solo di numeri e resoconti. Perciò vorrei cercare nel limite del possibile di dare un’immagine di quello che è e cosa comporta far parte del coro. Innanzi tutto prove per quasi tutto l’arco dell’anno e, diciamolo pure, qualche sera specialmente d’inverno l’idea sarebbe quella di starsene al calduccio della propria casa invece “de ingiazarse“ su nell’orchestra della nostra chiesa... e che dire dei componenti provenienti da fuori parrocchia che, si sobbarcano anche vari kilometri. Alcuni vengono da vicino come Foen, Lamen, Mugnai ma qualcuno viene da Arina, si proprio da quella frazione di Lamon; e poi non si dica che non c’è passione. Altra cosa da ricordare è che quasi la totalità dei componenti del coro sono dei dilettanti armati solo di una grande passione, ma, poco addentro alle note musicali e qui Soluzione Cruciverba P G A I bisogna dare atto al nostro direttore che riesce a far entrare nelle nostre teste brani che comportano discrete difficoltà.Naturalmente complimenti a Raffaele che dimostra capacita e pazienza nell’insegnare, ma altrettanti complimenti ai componenti del coro che in qualche prova passano mezza sera per imparare poche battute di uno spartito, data la proverbiale mania della perfezione del nostro direttore. Una cosa da evidenziare è che durante tutto l’arco dell’anno quando si effettuano le prove mai una volta queste sono saltate per mancanza di componenti o per l’assenza di un settore, magari a ranghi ridotti, ma sempre in numero sufficiente per effettuare la prova. Naturalmente durante le prove non mancano mai le battute e, se il riso fa buon sangue, diciamo pure che i componenti del coro allora godono di buona salute. Così il direttore ha il suo daffare a gestire il gruppo anche se talvolta si lascia coinvolgere in quei momenti di divagazioni varie. Per concludere due parole sul nostro organista Claudio che ci accompagna con grande pazienza, sia nelle prove che durante le festività ma, soprattutto dimostra la sua capacità nel cercare di seguire con l’organo le varie variazioni sul tema intonate da Don Ivano durante le varie funzioni religiose. Schola Cantorum di Pedavena M A M M N A M G E S Ù B A M B I N O A C T S A G A I C G N B C O E T I A O E D R O R P T N D L O I M I P I C E I E I E S A M L T E A O Auguri per il loro 50° di Matrimonio a Bonan Mario e Donazzolo Carmela 26 Settembre 1964 26 Settembre 2014 10 Ai piè dell’Avena Norcen NORCEN: AIUTO C ome già annunciato lo scorso anno, i tarli hanno deciso di pranzare con il Coro della Chiesa di Norcen. Questo pranzo ci sta costando molto caro, corriamo il rischio che nei prossimi anni sparisca completamente quella pregiata opera in legno fatta oltre 300 anni fa. E' finito il tempo di pensare oggi dobbiamo decidere se vogliamo che tutto sparisca lasciando che i tarli finiscano il loro pranzo o vogliamo salvare quello che i vostri Padri di Norcen vi hanno lasciato in custodia. Durante l'assemblea pubblica che si è tenuta qualche settimana fa la gente di Norcen mi ha sfidato dicendo: “lei ha paura a chiedere, chieda e vedrà che noi di Norcen le nostre cose le sappiamo curare”. Oggi ho vinto la mia paura e sono qui a chiedere alle famiglie di Norcen un aiuto economico per salvare il coro della nostra Chiesa. Il costo dell'opera si aggira intorno ai 13000 € in cassa ci sono 400 € e un debito di 1200 €, l' US Paradis ha messo a disposizione oltre 2000 € per salvare il coro. Come trovare gli altri soldi? La Fondazione Cariverona ha risposto che al momento non può aiutarci. E' Rimasta solo la gente di Norcen. Ci sono solo le vostre offerte, oppure dei prestiti, la gente di Facen qualche hanno fa per resturare la Chiesa di S. Pietro ha fatto dei prestiti alla parrocchia, anche questa potrebbe esser una possibilità. Perchè tutto questo non rimanga solo un discorso, è bene che tutti noi abbiamo una data dove fare i conti e penso che questa data può esser il 25 aprile. Durante la festa del “giro delle Cros” vedremo se saremo riusciti a mantenere quello che i vostri padri ci hanno dato con tanti sacrifici. Per informazioni e offerte contattate don Ivano. Don Ivano Mantenere le tradizioni è importante,significa non dimenticare il passato,significa essere consapevoli della propria identità,significa avere un punto di riferimento quando si guarda al futuro. Ma soprattutto significa tenere unita una collettività. Ed è a questo scopo che la comunità di Norcen,ogni anno,nel giorno del suo patrono,La Madonna della salute,si ritrova davanti a un piatto di trippe,di minestrone o di ciò che offre la fornitissima cucina per passare in compagnia una serata di festa. Colgo l’occasione di ringraziare i volontari,i cuochi,i manovali,i camerieri che permettono la perfetta riuscita della sagra e senza i quali questa bellissima tradizione andrebbe persa. Tommaso Tonet Rinnovo Consigli per gli affari economici C on il 31 dicembre 2014 scadono tutti i consigli per gli affari economici di tutte le parrocchie della diocesi, quindi anche quelli di Norcen, Facen e Pedavena. Il Vescovo Andrich ha invitato i parroci a rinnovarli per il primo di gennaio, ricordando che spetta al parroco presentare i candidati e alla Curia nominare il consiglio. Inoltre i parroci sono stati invitati a evitare di bloccare le rose di candidati, cercando, dove possibile, di non superare più di due mandati (10 anni) aumentando così la partecipazione dei parrocchiani alla vita amministrativa della Parrocchia. Progetto “Maternità” VOICA – Togo 2014 L e offerte raccolte durante le sante messe della giornata del 24 giugno 2014, santo Patrono, sono state da me portate in terra africana a sostegno del progetto “Maternità” adiacente al Blocco Operatorio Dispensario St. Josephine Bakhita in Togo. Il VOICA (Volontariato Internazionale Canossiano) opera in numerose zone dell’Africa e del Brasile, questo progetto missionario si colloca nell’ottica dell’ampliamento del servizio alla comunità, con l’attenzione verso la maternità e l’accompagnamento della donna nel percorso per diventare madre, nelle fasi prima, durante e dopo il parto. Il progetto è oggi ben avviato e si conta di poter inaugurare la nuova struttura entro il gennaio 2015. A P Madonna della salute Prima di presentare le nuove candidature voglio ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno prestato un prezioso servizio alle comunità di Norcen, Facen e Pedavena, sperando che coloro che verranno interpellati abbiano la stessa generosità e spirito di sacrificio. Don Ivano 11 Ai piè dell’Avena nome del VOICA ringrazio tutti coloro che hanno voluto, secondo le proprie disponibilità, aiutarmi ad aiutare chi ha molto meno di noi, perché l’oceano è costituito da un’immensità di gocce e io con voi ho potuto essere una di queste. Giorgia Boz “Non abbiate paura della Tenerezza” er quanto forti possano essere le motivazioni che ti spingono a partire per raggiungere l’Africa, queste si scontreranno sempre e comunque con le paure e i desideri ai quali siamo stati abituati fin da quando eravamo piccoli. Non è possibile realizzare da subito il contesto nel quale “atterri”, perché dentro di te hai ancora molte, forse troppe, tendenze europee. Con il passare dei giorni, con il sorgere e il tramontare del sole, ti abitui a quei dolci e lenti ritmi africani, che scopri non essere solo un modo di dire. È come vivere senza orologio. È come vivere davvero; senza preoccupazioni, senza impegni per il giorno successivo, senza pretese dalle altre persone, con l’incertezza del pranzo o della cena pur con la consapevolezza che se non è riso con le verdure, è pollo con le verdure. Al contrario, in questa terra ti senti accettata e stimata per quello che sei, diventi lo zimbello della popolazione, ma chiunque per strada ti saluterà con affetto. La cosa che resta sicuramente più impressa nel mio cuore è il sorriso africano, un’arma a doppio taglio, che ti perfora all’interno, che in un primo momento ti stimola nel salutare, nel prendere in braccio e nel far giocare i bimbi, ma successivamente ti fa riflettere e spesso ti rattrista. Ti chiede perché nel mondo ci sia questa disuguaglianza che non permette di avere un sistema di cure sanitarie, di avere la possibilità di studiare fino ai dieci anni, di avere semplicemente del tempo per giocare. Dell’esperienza in Africa restano tante, troppe cose. In ogni cosa, in ogni sguardo, in ogni situazione che vivi trovi una motivazione alternativa rispetto alla semplice mentalità europea. Credo che certe emozioni non possano essere trascritte in un foglio, perché non arriveranno mai alle altre persone con la stessa intensità con cui sono state vissute, con cui hanno impregnato la mia pelle. Se oggi penso al Togo, mi sovviene l’immagine di due gemelline di un anno e mezzo, che ho incontrato in un villaggio. A loro ho donato un braccialetto, oltre al mio sorriso, ma la cosa che più mi ha preso è stata la loro madre davvero giovanissima. Il suo sguardo di richiesta e di attesa, in cerca di attenzioni, quelle stesse che da piccola, che è ancora, non ha ricevuto perché ha dovuto crescere i fratelli e poi subito le figlie. Le sue parole “moi aussi cadeaux” mi hanno commosso dentro, mi hanno fatto riflettere e spesso non mi fanno dormire. Accendono in me il desiderio di vivere, anche in Europa, anche in Italia, con un’unica frase stimolante: Alcuni cercano un mondo migliore, altri lo creano. Penso che le nostre piccole scelte quotidiane possano “cambiare” in misura diversa questo mondo, questa Terra, che seppur abbia i colori diversi, necessita costantemente delle stesse attenzioni d’amore. 12 Ai piè dell’Avena Come che l’era na olta... Ermanno Boaretto, durante una gara di sci a Croce d’Aune. Fonte: Archivio Fotostorico Feltrino Anagrafe parrocchiale 2014 PEDAVENA Battezzati Zanesco Elide Cossalter Vittorino Tranquillin Antonino Cossalter Rita De Martini Rina De Carli Maurizio Luciani Achille Perotto Vito Bortolas Giovanni Salomone Maria Antonietta Paoletti Franca Polesana Gianpietro Faoro Isaia Budai Nives De Bortoli Lina Sartor Argia Polloni Graziella Zabot Giovanni Cambruzzi Elvira(Norcen) Tonet Maria Cristina (Norcen) Turrin Lina (Facen) Perotto Carlo (Facen) De Lunardi Allison 23 marzo 2014 Venturin Erica Virginia 6 aprile 2014 Fent Maddalena 13 aprile 2014 Anesi Andrea 19 aprile 2014 Ansesi Diego 19 aprile 2014 Dalla Libera Federico 4 maggio 2014 Sampieri Agnese 11 maggio 2014 Zanvettor Lorenzo 18 maggio 2014 Bellencin Christian 18 maggio 2014 Colmanet Giovanni 24 maggio 2014 De Bacco Gemma 6 luglio 2014 Alberioli Alice 3 agosto 2014 D’Incau Margherita 17 agosto 2014 Zagarola Alice20 settembre 2014 Lusa Leonardo 28 settembre 2014 Cecchin Giulia 28 settembre 2014 De Toffoli Julian Gregory 19 ottobre 2014 Rento Mathias 7 dicembre 2014 Matrimoni celebrati in PARROCCHIA Zanella Luca e Bordin Teresa Zuglian Matteo e Corona Ursula Defunti 22 marzo 2014 15 giugno 2014 20 gennaio 2014 21 gennaio 2014 7 febbraio 2014 10 febbraio 2014 22 febbraio 2014 10 aprile 2014 12 aprile 2014 14 aprile 2014 28 aprile 2014 10 maggio 2014 11 luglio 2014 6 agosto 2014 21 agosto 2014 28 agosto 2014 3 ottobre 2014 6 ottobre 2014 7 ottobre 2014 5 dicembre 2014 19 luglio 2014 17 ottobre 2014 25 ottobre 2014 16 ottobre 2014 NORCEN Battesimi Gambato Teresa 19 ottobre 2014 FACEN Battesimi De Bacco Gabriele Bertelle Martino Matrimoni celebrati in PARROCCHIA 11 maggio 2014 19 ottobre 2014 Ricordiamo che è sempre possibile conoscere le nostre attività in tempo reale consultando il sito parrocchiale: www.parrocchiapedavena.it Per qualsiasi suggerimento o informazione riguardante il bollettino: [email protected] Gelisio Alessandro e De Carli Alberta Polesana Loris e Cuccurullo Michela 1 maggio 2014 12 luglio 2014 Iscrizione Tribunale di Belluno n°1/2001 Resp.ai sensi di legge Dell’Andrea don Lorenzo Direttore Responsabile Don Ivano Brambilla Redazione: Barbara Susin, Chiara Viel, Orietta Bertelle, Sonia De Bacco, Stefano Perenzin, Luca Schenal, I ragazzi di Norcen. 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