MILANO EXPO 1906: - Di Baio Editore

MILANO EXPO 1906:
UNA STORIA DA SCOPRIRE
aspettando
l’EXPO UNIVERSALE 2015
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Urban Center Milano
Galleria Vittorio Emanuele, 11/12 - Milano
Tel. 02.884 56555 , fax 02.884 52401
[email protected]
www.comune.milano.it/urbancenter
Aperto da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 18.00
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MILANO EXPO 1906:
UNA STORIA DA SCOPRIRE
aspettando
l’EXPO UNIVERSALE 2015
Mostra a cura di Domenico Tripodi
21 Marzo - 11 Aprile 2014
Urban Center Milano
Galleria Vittorio Emanuele II - Milano
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MILANO EXPO 1906:
UNA STORIA DA SCOPRIRE
aspettando
l’EXPO UNIVERSALE 2015
MOSTRA
A cura di
Domenico Tripodi
Coordinamento Organizzativo
Giuseppe Maria Jonghi Lavarini
Caterina Parrello
Italo Pignolo
Alfredo Spaggiari
Allestimento e Progetto grafico
Domenico Tripodi
Park You Kyung
Video
Italo Pignolo
Traduzione
N.C.M. Servizi Sas
Ringraziamenti per gentile concessione:
Raccolta privata Giani Jonghi Lavarini
Dott. Giancarlo Saccone (Libreria LA TRAMITE)
Giovanna Mori (Conservatore Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli”)
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Ada Lucia De Cesaris
Vice sindaco e assessore all’Urbanistica,
Edilizia Privata, Agricoltura
La presentazione del Manifesto Originale che
annunciò l’Expo Internazionale del 1906, assume un ruolo centrale nel palinsesto espositivo
dell’Urban Center di Milano, in quanto momento anticipatore della grande avventura che la
nostra città vivrà durante la prossima EXPO UNIVERSALE del 2015.
La scelta di ripercorrere insieme ai visitatori alcuni temi che caratterizzarono storicamente
l’edizione, del 1906, non incarna la volontà di
uno sguardo nostalgico verso il passato ma è il
modo per comprendere l’importanza dei principi
e dello spirito che da sempre animano questi
eventi di respiro internazionale.
Questa mostra evidenzia come le Esposizioni
Universali costituiscano una importante occasione per rilanciare e portare benefici alle città che
le ospitano sotto svariati profili, infrastrutturale,
economico, culturale e sociale.
Expo Milano 2015 è un progetto ambizioso che
ha la finalità principale di lasciare una eredità
di idee e di inziative per aprire la strada a future
soluzioni al problema dell’alimentazione globale
ma anche quella di sviluppare l’uso di nuove
tecnologie e servizi, proprio come l’Esposizione
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The presentation of the Original Programme announcing the 1906 International Expo plays a
central role in the exhibition programme of the
Milan Urban Center as an anticipation of the big
adventure that our city is going to live in the next
UNIVERSAL EXPO 2015.
The decision to think back to some themes that
characterized the 1906 edition together with
visitors is not a nostalgic look at the past but
a manner to understand the importance of the
principles and the spirit that have always inspired
these international events.
This exhibition shows how International Exhibitions represent an important opportunity to revive
and benefit the cities hosting them from several
points of view, infrastructural, economic, cultural
and social.
Expo Milan 2015 is an ambitious project whose
main aim is to leave ideas and initiatives to clear
the way for future solutions to the problem of
global nutrition, but also to develop the use of
new technologies and services, just as the 1906
Exhibition did with the theme of transports and
new technological achievements related to the
sector.
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del 1906 ebbe quale tema guida i trasporti e le
nuove conquiste tecnologiche legate al settore.
La grande esposizione del 1906 lasciò in eredità ai milanesi lo splendido padiglione che ospita
l’Acquario civico che, proprio come la Tour Eiffel,
non venne smantellato al termine dell’iniziativa
ma si integrò nel tessuto urbano cittadino divenendo uno dei simboli dell’architettura liberty a
Milano.
Proprio nell’ottica della piena valorizzazione
dell’eredità di Expo 2015, una sfida importante sarà il riuso virtuoso degli interventi fatti per
attrezzare il sito, a cominciare dagli elementi
strutturali, nella prospettiva di costituire una nuova centralità territoriale, solidamente connessa al
sistema aeroportuale, al servizio ferroviario autostradale e tangenziale attuale e futuro interessando un territorio in trasformazione di quasi
105 ettari, di cui il 90% nel Comune di Milano.
Il viaggio a ritroso nel tempo che ci propone
l’Urban Center vuole essere per tutti i visitatori
un momento di riflessione e di suggestione in
attesa dell’Expo che nel 2015 metterà la nostra
città, ancora una volta, al centro del mondo.
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The 1906 big exhibition left the Milanese the
splendid pavilion that hosts the city Aquarium,
which, like the Tour Eiffel, was not demolished
at the end of the event but was integrated in the
fabric of the city and became one of the symbols
of Milan liberty architecture.
From the point of view of the full exploitation of
the Expo 2015 inheritance, an important challenge will be the virtuous reuse of works carried
out for the site equipment, starting with structural elements, with the perspective of building
a new territorial centrality firmly connected with
the airport system, the current and future railway, motorway and bypass service, by involving
a changing territory of approximately 105 hectares, 90% of which in the Milan territory.
The journey back in time proposed by the Urban
Center intends to offer all visitors a moment of
reflection and suggestion while waiting for Expo,
which in 2015 will put again our city at the centre
of the world.
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Giuseppe Maria Jonghi Lavarini
Presidente Di Baio Editore
Siamo rappresentanti di un’Umanità attiva,
sempre in fermento, proiettata verso il futuro,
ma viviamo nel presente che le generazioni dei
nostri padri ci hanno trasmesso.
L’occasione che il Comune di Milano ha colto nel presentare l’unico e originale manifesto
dell’Esposizione Internazionale di Milano 1906,
nei suoi prestigiosi spazi in Galleria Vittorio
Emanuele, mi permette di sottolineare la responsabilità del mio ruolo di editore.
La comunicazione, nelle sue diverse espressioni, ha il dovere di raccontare quanto le generazioni che ci hanno preceduto ci hanno dato e
come ci hanno arricchito.
Questo grande manifesto di G.Mataloni che la
mia famiglia ha conservato, fortunatamente intelaiato, è talmente ricco di simboli, e graficamente eccellente, che doverosamente dobbiamo farne tesoro per tutti coloro che amano
Milano.
Dopo più di 100 anni Milano tornerà ad essere,
nel 2015, al centro del pianeta. Nel 1906 con
il traforo del Sempione si solennizzava l’Esposizione Universale dopo le altre prestigiose Esposizioni Europee.
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We represent active mankind, always astir and
casting our mind into the future, but we live the
present that generations of our fathers handed
down to us.
The opportunity seized by the Municipality of Milan to present the only and original poster of the
Milan International Exhibition of 1906 in its prestigious space in Galleria Vittorio Emanuele allows
me to highlight the responsibility of my position
of publisher.
Communication, in its different forms, has a duty
to tell what past generations gave us and how
they enriched us.
This important poster by G. Mataloni that my
family kept - thankfully mounted on a frame –
is so rich in symbols and excellent in terms of
graphics that we must treasure it for all those
who love Milan.
After more than 100 years, in 2015 Milan is going to be again the centre of the world. In 1906,
the Simplon tunnel celebrated the Universal
Exhibition following other prestigious European
Exhibitions.
The inauguration text said: “… the unforgettable date of the tunnel completion, a colossal
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Cito il testo dell’inaugurazione: “… la data memorabile del compimento del traforo, titanica
opera dell’ingegno e dell’attività umana, che
seppero coll’insistente pertinacia del lavoro
abbattere ogni ostacolo rude della natura, vincere la montagna ed ad aprire attraverso ad
esse nuove vie… la data memorabile di questa
nuova vittoria del lavoro doveva essere solennizzata! …”
Il manifesto di G. Mataloni che annunciò l’Esposizione è il primo atto ufficiale.
Eccolo testualmente: “… A celebrare l’evento
avvicinatore di popoli, Milano ha deliberato di invitare tutti i paesi della terra ad una gara pacifica
di opere illustri …. L’esperienza ha dimostrato
che tanto più le Esposizioni riescono esemplari
ed efficaci quanto più… i visitatori ne ritraggono
una serie ordinata e compiuta di cognizioni…”
Il progetto espositivo all’Urban Center del Manifesto di G. Mataloni nunzio dell’Esposizione non
è un tema facile, il gruppo di lavoro coordinato
insieme con gli architetti Domenico Tripodi, Caterina Parrello, Italo Pignolo e Alfredo Spaggiari
ha scelto una soluzione attenta a sottolineare i
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work of man intelligence and activity, which have
been able – with the incessant determination of
work – to overcome any hard natural obstacles,
overwhelm the mountain and open new roads
through it… the unforgettable date of this new
victory of work had to be celebrated! …”
G. Mataloni’s poster announcing the Exhibition
was the first official act.
Quoting it verbatim: “… To celebrate the event
bringing peoples closer, Milan decided to invite
all countries to take part in a peaceful competition of ingenious works …..
Experience proves that the more Exhibitions are
exemplary and effective, the more… visitors gain
an ordered and finished series of notions from
them…”
The Urban Center exhibition project for G. Mataloni’s poster announcing the Exhibition is not
an easy one. The working group coordinated
together with architects Domenico Tripodi, Caterina Parrello, Italo Pignolo and Alfredo Spaggiari has chosen a solution aimed at highlighting
details, almost breaking up the poster in order
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dettagli, quasi de-frazionando il manifesto stesso per aiutare il visitatore a porre attenzione a
quanto l’artista ha voluto sottolineare, con il suo
segno e i suoi colori, facendo emergere l’entusiasmo e i valori dei popoli che il traforo aveva
avvicinato.
Il progetto oltre le tavole storiche, e le foto che
si susseguono sul visore, padiglione per padiglione, ha voluto cogliere nei “marchi” di alcune
famiglie lombarde presenti nel 1906 - e tuttora
attive dopo più di cento anni - quella carica di ottimismo che vuol essere d’auspicio al successo
della vicina EXPO 2015.
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to help visitors pay attention to what the artist
wanted to highlight with his drawing and colours,
showing all the enthusiasm and values of the
peoples the tunnel brought closer.
Besides historic plates and pictures following
one another on the monitor, pavilion by pavilion,
the project intends to catch in the “brands” of
some Lombard families existing in 1906 – and
still active after more than a hundred years – the
injection of optimism that we hope will be of
good omen for the upcoming EXPO 2015.
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Esposizione Milano (1906). Ingresso Principale.
Gruppo: I MINATORI - (Scult. Butti). Fotografia
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Maria Antonietta Crippa
Prof. ordinario di Storia dell’Architettura
DAStU, Politecnico di Milano
1906 – Tappa milanese delle Esposizioni internazionali
1906 – The Milan leg of International Exhibitions
Le Esposizioni internazionali furono, fin dall’origine
a metà Ottocento, eventi di cooperazione internazionale; s’imposero per le innumerevoli proposte innovative, in ogni ambito delle attività dei
paesi partecipanti, ma anche come luoghi festosi, di divertimento, d’incontro amichevole tra
popoli dalle più diverse tradizioni; per queste ragioni promossero, in tutti, desideri di progresso
inscritti nel vastissimo orizzonte steso tra utopie
e realtà. L’Inghilterra ebbe in sorte di ospitarne
la prima, ne fu però l’ideatrice la Francia, Parigi
più precisamente che divenne, dal 1928, sede
del Bureau International des Expositions (BIE),
impegnato da allora ad oggi a regolamentarle e
a configurarle in eventi a ponte tra politica, cultura e economia. Questo è tuttora il loro carattere
fondamentale, rimasto tale nel mutare di temi
e di modi. Negli ultimi decenni le Esposizioni si
stanno reinventando per rispondere a pressanti
interrogativi planetari emersi dalla recente stagione della globalizzazione e delle conseguenti
necessità di comunicazione, di mobilità, di uomini e di competenze, non solo di merci.
L’Esposizione milanese del 1906 venne concepita per affrontare a scala internazionale il tema
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Since their origin in the mid-19th century International Exhibitions have been events of international
cooperation; they were successful thanks to the
innumerable innovative proposals in every activity from participating countries but also as joyful
places of fun and friendly meeting of peoples with
different traditions; for these reasons, they promoted in everyone desires of progress inscribed
in the very large horizon between utopia and reality. England had the opportunity to host the first
one, but the deviser was France, more specifically Paris, which in 1928 became the seat of the
Bureau International des Expositions (BIE), since
then dealing with their regulation and the organization of events ranging from politics, culture and
economics. This is still their essential character,
which has remained unchanged in spite of the
changes in themes and modalities. In the last decades, Exhibitions have been reinventing themselves in order to respond to the urgent world big
questions that emerged from the recent season
of globalization and the consequent needs of
communication and mobility of people and skills,
as well as goods.
The Milan Exhibition of 1906 was organized to
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dei trasporti navali e marittimi, in concomitanza
con l’inaugurazione del traforo del Sempione.
Parteciparono 26 nazioni; l’evento occupò due
aree collegate tra loro da una linea ferroviaria sopraelevata - il Parco Sempione la Piazza
d’Armi (poi sede della Fiera storica) - per una
superficie di circa un milione di mq, dei quali
285.000 coperti da padiglioni. Il giornale ufficiale
del Comitato esecutivo di Expo seguì gli eventi
giorno per giorno, descrisse “la folla, vera folla,
col suo giocondo formicolio”, la vide “signorile e
gaia”, “fresca e civettuola”, “magicamente bella
la sera”; registrò che si sentiva “parlare tutte le
lingue europee- tranne, forse … l’equimese”;
celebrò la via del progresso “così larga che i popoli possono percorrerla insieme, aiutandosi l’un
l’altro, scansando i pericoli …”. Ci resta la documentazione dei padiglioni, in molte foto, delle
visite ufficiali e di quelle dei gruppi più diversi, dei
giochi d’acqua e con il dirigibile. Solo un edificio,
l’Acquario con decori liberty divenuto proprietà
del Comune di Milano, venne conservato ed è
tuttora visitabile.
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deal at an international level with the subject of
naval and maritime transports in concomitance
with the inauguration of the Simplon tunnel. 26
countries participated in the exhibition; the event
occupied two areas connected by an elevated
railway line - the Parco Sempione - Piazza d’Armi
(later seat of the historic Fair) – for a surface of
approximately a million sq. m., of which 285,000
occupied by pavilions. The official newspaper
of the Expo Executive Committee followed the
events day by day and described “the crowd, a
real crowd, with its cheerful swarming”, saw it as
“elegant and merry”, “fresh and pretty”, “magically
nice in the evening”; stated that it was possible to
hear people “speak all European languages – except, maybe…. Eskimo”; celebrated the road to
progress as being “so large that peoples can go
along it together, helping each other and avoiding
dangers …”. There remain the documentation of
pavilions - in many pictures - official visits and
those of different groups, waterworks and the
dirigible. Only one building, the Aquarium with its
liberty decorations and today owned by the Municipality of Milan, was kept and is still visitable.
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MILANO EXPO 1906:
UNA STORIA DA SCOPRIRE
IL PROGETTO ESPOSITIVO
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Vista prospettica dall’alto. Render
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Alfredo Spaggiari
Responsabile Urban Center Milano
IL PROGETTO ESPOSITIVO
THE EXHIBITION PROJECT
Il progetto di allestimento per l’esposizione presso
l’Urban Center di Milano ha assecondato in maniera esemplare le priorità emerse durante i dialoghi
tra curatore ed organizzatori. La prima necessità
è stata quella di garantire una idonea collocazione
del manifesto originale del Mataloni in maniera tale
da valorizzare al massimo la presenza di questa
eccezionale testimonianza del passato, esposta –
quale auspicio per Expo2015 – in un prestigioso
ambito pubblico qual è la Galleria Vittorio Emanuele, il salotto dei milanesi. L’unicità di tale prezioso
manifesto e, nel contempo, l’apprezzamento dei
dettagli attraverso un interessante operazione di
“de-frazionamento” delle immagini, sono stati gli
elementi qualificanti alla base del concept espositivo. Occorreva offrire al visitatore, milanese o internazionale, una “storia da raccontare”, o meglio “da
ascoltare”, nella maniera più semplice ed efficace
possibile, dando forza all’aspetto “emozionale” mediante il richiamo ad un fatto storico divenuto simbolo della straordinaria esposizione universale del
1906: l’apertura della galleria ferroviaria tra Italia e
Svizzera. Dunque l’input per il progetto espositivo
è stato: poche nozioni, più suggestioni. Ma come
concretizzare quest’idea in uno spazio di settanta
The mounting project for the exhibition at the
Urban Center in Milan complies with all the priorities emerged during the meetings between the
curator and the organizers. The first requirement
was to ensure a suitable position to the original
Mataloni poster in order to take full advantage
of the presence of this exceptional token of the
past, displayed – as a good omen for Expo2015
– in a prestigious public place such as the Galleria Vittorio Emanuele, the Milanese’s parlour.
The uniqueness of this valuable poster and, at
the same time, the possibility to catch its details
thanks to an interesting operation of “breaking
up” images were the basic elements qualifying
the exhibition concept. It was necessary to offer
visitors, both Milanese or international, a “story
to be told”, or even better “to be listened to”, in
the most simple and effective possible way, by
giving strength to the “emotional” side through
the reference to a historical event which became
the symbol of the extraordinary universal exhibition of 1906: the inauguration of the railway
tunnel between Italy and Switzerland. Therefore,
the exhibition project input was: few notions and
more suggestions. How to give concrete form
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metri quadrati? Certamente lo scorrere delle immagini nel video appositamente realizzato faciliterà
un’esperienza emozionale. Tuttavia ecco la vera intuizione: il “contenuto” offre uno stimolo, un suggerimento, alla forma del “contenitore”. Il traforo ferroviario del Sempione– il cui ingresso è rappresentato
nel manifesto del Mataloni – viene infatti riproposto
nell’allestimento mediante la disposizione di pareti
nere, convergenti verso il manifesto stesso, le quali
creano un senso di profondità e di prospettiva –
accentuato da un tappeto nero e da un consapevole gioco di luci – producendo assieme l’effetto di
una galleria. Il merito va dato dell’architetto Tripodi,
il quale ha sapientemente messo ogni cosa al suo
posto, assegnando alle parti una collocazione (non
casuale) affinché esse rispondessero ad un tutto,
cioè ad un pensiero, ad una suggestione molto
semplice: percepire nello spazio dei due volumi
espositivi, e nella scelta dell’alternanza esterno/
interno bianco/nero, la formidabile sintesi creativa operata dal Mataloni mediante il disegno, sullo
sfondo del manifesto, della galleria del Sempione.
Un allestimento dunque in forma di galleria. Ospitato – sarà un caso? ma ne siamo ben lieti – anch’esso in un’altra Galleria.
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to this idea in a space of seventy square metres? The flow of images in a specially made
video will certainly favour an emotional experience. However, here it is the real intuition: the
“content” offers a stimulus, a suggestion, to the
shape of the “container”. The Simplon railway
tunnel - whose entrance is shown in Mataloni’s poster – is represented also by the exhibition
layout by means of black walls converging to the
poster and creating a sense of depth and perspective – emphasized by a black carpet and
skilful lighting – giving the final effect of a tunnel.
The merit goes to architect Tripodi, who skilfully
arranged everything by giving the parts a (no
causal) position to correspond to a whole, i.e.
a thought, a very simple suggestion: perceiving
in the space of the two exhibition volumes and
the outside/inside white/black alternation the
extraordinary creative synthesis of the Simplon
tunnel achieved by Mataloni with his drawing in
the poster background. Therefore, an exhibition
in the shape of a gallery. Host – may be a coincidence, but we are very pleased of it – in another
gallery, the Galleria.
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Prospettive. Render
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Vista prospettica centrale. Render
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LA MOSTRA
Mario Stroppa, Esposizione Internazionale di Milano - 1906. Veduta generale. N. 2. Pilade Rocco & C. Milano,
1906. Litografia. Milano, Civica Raccolta delle Stampe “ A. Bertarelli”.
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Domenico Tripodi
IL CARTELLONE PER L’ESPOSIZIONE DI MILANO DEL 1906
THE POSTER FOR THE MILAN EXHIBITION OF 1906
Assieme a un altro celebre manifesto elaborato
da Leopoldo Metlicovitz, quello di Giovanni Mataloni
venne scelto per rappresentare il cartellone ufficiale della grande Esposizione Internazionale di
Milano del 1906. Voluto del Comitato Direttivo
dell’Esposizione, dopo due concorsi pubblici con esito insoddistacente ai quali Mataloni
non vi aveva partecipato, il manifesto celebra
l’apertura del traforo ferroviario del Sempione.
Al centro si impone una figura di donna che
rappresenta idealmente Milano: sul suo capo è
deposta una corona raffigurante il Duomo mentre sul seno sta lo stemma della città. Le mani
sorreggono, con eleganza, due corone di alloro
con le scritte “Ars” e “Labor”. Ai lati due Mercuri,
in piedi su ruote alate e con in mano i caducei,
sventolano le bandiere dell’Italia e della Svizzera.
Il solenne gesto delle braccia, inarcate verso l’alto, in modo da disegnare una forma geometrica
contrapposta a quella generata della galleria che
circoscrive l’intera immagine, le tensioni create
dall’innarcamento dei due corpi nudi, la morbidezza del modellato delle figure e la delicatezza dei rapporti cromatici mostrano l’eleganza di
Mataloni, artista concettuoso.
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Together with another famous poster by Leopoldo
Metlicovitz, this poster by Giovanni Mataloni was
selected as the official poster of the big Milan
International Exhibition of 1906. Selected by the
Steering Committee of the Exhibition after two
public unsatisfying competitions which Mataloni
did not enter, the poster celebrates the inauguration of the Simplon tunnel. In the centre is the
figure of a woman ideally representing Milan: a
crown on her head represents the Cathedral,
while the city coat of arms is on her breast. The
hands elegantly hold two laurel wreaths with the
readings “Ars” and “Labor”. On both sides, two
Mercuries standing on winged wheels and with
caducei in their hand wave the Italian and Swiss
flags. The solemn gesture of the arms raised
upwards to draw a geometrical shape opposing
to that generated by the tunnel containing the
whole image, the tension created by the arching
of the two naked bodies, the smoothness of the
shaping of the figures and the delicacy of the
colour harmony show the elegance of Mataloni,
a concept artist.
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Domenico Tripodi
GIOVANNI MARIA MATALONI
Roma 1869 – 1944
La produzione artistica di Mataloni – litografo,
cartellonista, pittore e decoratore – è ampiamente documentata dal ricco catalogo di manifesti, in gran parte conservato presso il Museo
civico di Treviso e presso l’Istituto Cartografico
Italiano di Roma, mentre le notizie relative alla
sua vita restano assai scarse.
Considerato, uno dei padri del moderno cartellonismo italiano, Giovanni Mataloni, inizia la sua carriera presso le Officine grafiche Ricordi, prima come
tipografo e successivamente come cartellonista.
Lavorò anche per gli editori Chappuis e De Agostini come illustratore di molte copertine di libri e di
cataloghi. La sua fortuna critica, piuttosto esigua,
è legata al primo studioso italiano di cartellonistica,
Vittorio Pica (1897) che manifestò la propria ammirazione fin dal tempo della realizzazione dell’affiche - Incandescenza a gas, 1895, definita da lui “il
primo cartellone italiano degno di stare a confronto
con quelli di Parigi, Londra e New York, così tanto
amati dagli aristocratici dell’arte dell’epoca”. Per
il disegno in perfetto stile Liberty, dal colore armonico e calmo, Giovanni Mataloni viene attualmente
annoverato fra i più grandi illustratori e cartellonisti
italiani di fine Ottocento.
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The work of Mataloni – lithographer, poster artist,
painter and decorator – is largely documented
by the rich catalogue of posters, mainly kept
at the city museum of Treviso and the Istituto
Cartografico Italiano of Rome, while very little is
known about his life.
Considered one of the fathers of the Italian
modern poster art, Giovanni Mataloni started his
career at the Officine Grafiche Ricordi, firstly as
printer and then as poster artist. He worked also
for the publishers Chappuis and De Agostini as
illustrator of many book and catalogue covers.
His critical success, very limited indeed, is linked
to the first Italian expert of poster art, Vittorio Pica
(1897), who declared his admiration since the
realization of the poster Incandescenza a gas,
1895, defined by him as “the first Italian poster
worthy of comparison with those of Paris, London and New York, so appreciated by the art
aristocrats of that time”. For his perfectly Liberty
drawings with harmonic and calm colours, Giovanni Mataloni is currently considered one of the
most important Italian illustrators and poster artists of the late-19th century.
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L.Pasini, Esposizione Internazionale di Milano
(Progetto degli Architetti Locati e Bongi ) Disegno tratto da rivista del 1905.
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Domenico Tripodi
MILANO 1906 : LA GRANDE ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE ITALIANA
MILAN 1906: THE BIG ITALIAN INTERNATIONAL EXHIBITION
L’Esposizione Internazionale prevista per il 1905,
ma inaugurata un anno più tardi in coincidenza con l’ apertura del traforo del Sempione, fu
evento ricco di contenuti culturali, sociali e tecnologici, che confermarono la città Milano come
capitale di innovazione.
Dapprima l’area del Parco Sempione avrebbe
dovuto accogliere tutti i padiglioni dell’evento
espositivo. Lo slittamento della data inaugurale
suggerì un deciso ampliamento di programma,
comportò lo sviluppo del progetto su due aree
collegate tra loro dalla ferrovia elettrica sopraelevata: quella del Parco del Castello Sforzesco
e di Piazza d’Armi, divenuta poi sede della Fiera
storica di Milano. La progettazione per la sistemazione generale del Parco fu affidata all’architetto Sebastiano Giuseppe Locati, vincitore del
concorso bandito nel 1903; quella di Piazza
d’Armi all’architetto Giuseppe Sommaruga, coadiuvato dagli ingegneri Cesare Bianchi, Francesco Magnani e Mario Rondoni.
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The International Exhibition, planned for 1905
but opened a year later in concomitance with
the inauguration of the Simplon tunnel, was an
event rich in cultural, social and technological
contents, which confirmed the city of Milan as a
capital of innovation.
At first, the area of Parco Sempione was to
host all the exhibition pavilions. The postponement of the opening date suggested a change
in the programme and led to the development
of the plan over two areas interconnected by
the elevated electric railway from the Parco del
Castello Sforzesco to Piazza d’Armi, later seat
of the Milan historic Fair. The design of the Park
general layout was entrusted to architect Sebastiano Giuseppe Locati, winner of the competition announced in 1903; the layout of Piazza
d’Armi was entrusted to architect Giuseppe
Sommaruga, in collaboration with engineers
Cesare Bianchi, Francesco Magnani and Mario
Rondoni.
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Esposizione Milano (1906).Ingresso Principale. Fotografia
Esposizione Milano (1906).Acquario. Fotografia
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Domenico Tripodi
“LA CITTA’ BIANCA”
“THE WHITE CITY”
Il grande insieme di padiglioni che metteva in
scena il rinnovamento stilistico dell’epoca, fu
progettato con costruzioni effimere, da smantellare al termine della manifestazione. Nel Parco
del Castello vennero collocati l’Ingresso d’Onore e gli edifici più rappresentativi, come quello
delle Arti Decorative e dell’ Architettura, mentre
in piazza d’Armi furono concetrati quelli dedicati
alla tecnica e alle attività produttive industriali.
Per la loro costruzione si ricorse a diversi materiali. Alcuni ebbero struttura in legno, come
l’edificio per l’Architettura e le Arti decorative italiane, che ospitò anche tesori della Fabbrica del
Duomo; venne distrutto purtroppo quasi subito
da un incendio, quindi poi ricostruito. Altri furono
costruiti in pietra, come l’Acquario di viale Gadio,
unico edificio non smantellato e tuttora visitabile.
Altri ancora, in ferro come la Galleria del Lavoro.
Poiché gran parte delle costruzioni presentavano facciate di colore chiaro, l’intera Esposizione
venne ribattezzata “città bianca”.
The large set of pavilions showing the stylistic
modernization of the time was designed with
temporary buildings to be demolished at the end
of the event. The Main Entrance and the most
representative buildings such as the Decorative
Arts and Architecture one were located in the
Parco del Castello, while the buildings dedicated
to technics and industrial production activities
were concentrated in Piazza d’Armi. Different
materials were used for their edification. Some
buildings had a wooden structure, such as the
Italian Architecture and Decorative Arts building,
which hosted also the treasures of the Fabbrica
del Duomo; unfortunately, it was destroyed early
on by a fire and then rebuilt. Others were built in
stone, such as the Aquarium in Viale Gadio, the
only building that was not demolished and is still
visitable. Others were built in iron, such as the
Galleria del Lavoro.
Since many buildings had a white façade, the entire Exhibition was known also as “the white city”.
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Piante del Esposizione di Piazza d’Armi del Parco - immagine elaborata tratta da rivista mensile
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Esposizione Milano (1906).Galleria del Lavoro. Fotografia
Esposizione Milano (1906).Stazione Piazza d’Armi. Fotografia
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Esposizione Milano (1906).Salone dei Concerti. Fotografia
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Domenico Tripodi
IL SALONE DEI CONCERTI
THE CONCERT HALL
Per tutto il periodo dell’Esposizione, tra le diverse iniziative legate al festoso evento, grande importanza venne data alla musica. Nel Salone dei
Concerti, ogni sera, migliaia di persone potevano
per ascoltare i migliori musicisti internazionali e le
sonore vibrazioni di un grande organo, capolavoro di meccanica organaria moderna, considerato
il più completo che si conoscesse in Italia.
For the whole period of the Exhibition, among
the different initiatives related to the event great
importance was given to music. In the Concert
Hall, every evening thousands of people could
listen to the best international musicians and the
loud vibrations of a large organ, a masterpiece
of modern organ making, considered the most
complete in Italy at that time.
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Esposizione Milano (1906).Padiglione della Città di Milano. Fotografia
Esposizione Milano (1906).
Padiglione della Svizzera.
Fotografia
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Domenico Tripodi
ALBUM FOTOGRAFICO
ESPOSIZIONE DI MILANO 1906
BARTOLOME’ GINOCCHIO
PHOTO ALBUM
EXPO MILAN 1906
BARTOLOME’ GINOCCHIO
Nella mostra viene presentato, inoltre, l’Album
Fotografico originale dell’Esposizione di Milano
1906 dedicato a Bartolomè Ginocchio. Il volume,
con copertina in tela e scritte ad impressione oro,
contenente sessanta foto ufficiali dei padiglioni e
degli interni della manifestazione.
This exhibition also includes the original clothbound gold-blocked Photo Album of Expo Milan
1906. The book is dedicated to Bartolomè Ginocchio and contains sixty official pictures of the
pavilions and interiors of the event.
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Esposizione Milano (1906).Belle Arti. Fotografia
Esposizione Milano (1906).Arte Decorativa. Fotografia
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Esposizione Milano
(1906).
Aereonautica.
Fotografia
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Esposizione Milano (1906).
Marina. Fotografia
Esposizione Milano (1906).
Marina. Fotografia
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Esposizione Milano (1906).Marina Interno. Fotografia
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L’Acquario con decori liberty, proprietà del Comune di Milano,
resta l’unico edificio conservato ed è tuttora visitabile
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MILANO EXPO 1906:
UNA STORIA DA SCOPRIRE
aspettando
l’EXPO UNIVERSALE 2015
Con il Contributo di:
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