Dicembre 2014 3 TRE Sommario 1/ QUALITA’ della COMUNICAZIONE tra identità e appartenenza 2/ Ero Straniero, REALTA’ IN MOVIMENTO 3/ Ero Straniero apre a FOSSOLI 4/5 MI PRESENTO – Quattro donne si raccontano Ero Straniero – il giornale www.erostranierocarpi.it Numero di registrazione n. 2192 Tribunale di Modena Proprietà Cooperativa Sociale "Il Mantello" Direttore Responsabile Raffaele Facci Direzione Editoriale Comitato di Ero Straniero Gestione Tecnica Paolo Pignatti [email protected] Redazione Casa del Volontariato Viale B. Peruzzi 22 41012 Carpi (Mo) Segretaria di Redazione Francesca Rosselli 366/9746699 Hanno collaborato Mario Orlandi (immagine di copertina) Zoe Corradi Marta Artioli Alcune studentesse di Ero Straniero Raffaele Facci e Angioletta Taurasi Francesca Rosselli Zoe Corradi alcune studentesse di Ero Straniero QUALITA’ della COMUNICAZIONE tra identità e appartenenza Ero Straniero pone attenzione ai media e promuove un buon giornalismo MUSULMANI, VIA LIBERA AL CROCIFISSO, così titolava la Gazzetta dell’11 gennaio 2006. Riprendo dai miei appunti. Qualche anno fa, fine novembre in una prima di un istituto professionale, nel modenese. Entra l'insegnante coordinatore di classe, i ragazzi hanno imparato ad alzarsi in piedi. “Seduti, grazie!” il professore saluta mentre siede e apre il registro per l'appello. Si alzano i due neoeletti rappresentanti di classe. Nel silenzio generale C.T. scandisce: “Professore, abbiamo fatto l'assemblea di classe e abbiamo una richiesta” “Dite pure!” L’insegnante alza gli occhi sorpreso. “Vorremmo il crocifisso!”. Il docente guarda il muro alle sue spalle, poi volge lo sguardo ai ragazzi seduti, per metà stranieri, in gran parte islamici.. “Certo, lo avrete, è un diritto. Ma, sentiamo un po' tutti...” Cerca di monitorare la situazione. Nessuno degli islamici è contrario. Il professore teme un condizionamento e chiede a ciascun ragazzo. “Bene, ma sarebbe meglio mettere Maria”. Dice uno dei due allievi marocchini. “Si, va bene, perché siamo in Italia” Un pakistano. In vari si dichiarano cattolici praticanti e solerti. Alla fine un crocifisso colorato di San Damiano viene intronizzato con solennità sopra la cattedra. Lo presta il professore perché a scuola non se ne trovano. L’anno successivo, in seconda, cambio d'aula e richiesta, esaudita, di trasferimento del Cristo. Un giorno, l'insegnante incrociando il ragazzo indiano della classe, chiede spiegazioni . “Ma prof, è il nostro simbolo, simbolo del gruppo!” Ripeschiamo in internet l’articolo scrivendo: Gazzetta di Modena 11 gennaio 2006 musulmani crocifisso. Il pezzo è breve a articolato incisivo. Utile nel passato e, speriamo, per il presente. In Ero Straniero vogliamo produrre una comunicazione che possa innescare dinamiche virtuose. Questo è uno degli intenti primi del gruppo di redazione del giornale come pure di tutto il progetto di Azione Cattolica, MASCI, UDI e Coop. Sociale Il Mantello. L’episodio raccontato dalla Gazzetta era stato preceduto da polemiche contrapposizioni nel vicino Liceo, comparse a più riprese sul quotidiano. Il fatto accaduto al Professionale pose il problema in modo inedito e, per molti, sorprendente. Alcuni adolescenti cercavano un simbolo identitario e protettivo di tale identità. Non trovarono ostilità da parte dei compagni stranieri. Il vessillo fu issato per costituire, con rispetto, il gruppo. “Crocifisso simbolo di pace”. Questo il messaggio di ragazzi e insegnanti in quella classe di quasi 9 anni fa. Queste parole riecheggiano oggi la frase di papa Francesco ai giornalisti, di ritorno dal viaggio in Turchia: “Il Corano è un libro di pace”. Inoltre questo vecchio contributo ci da l’opportunità di uno sguardo a ritroso per ripercorrere il cammino fino alla nascita di Ero Straniero cinque anni fa. Il gruppo promotore riunisce credenti e non credenti in un comune fecondo percorso. Una presenza, un riferimento per Carpi e le Terre d’Argine. Chi fa il giornale si incontra per condividere, valutare, macinare e comunicare i contributi: si tratta di costruire insieme, a partire dalla esperienza quotidiana, un nuovo e più ricco approccio culturale che si radica nell’alveo della nostra realtà mentre si arricchisce di inediti apporti. Ci muoviamo per utilizzare i mezzi come protesi e opportunità di una comunicazione che è anzitutto faccia a faccia. Raffaele Facci Angioletta Taurasi 1 ERO STRANIERO, REALTA’ IN MOVIMENTO 120 iscritti, 9 corsi, 50 volontari Una storia che continua quella di Ero Straniero! Infatti, siamo già al quinto anno scolastico e al terzo numero di Ero Straniero Il Giornale! ...ben ritrovati! Proviamo quindi a fare il punto della situazione su ciò che si è già fatto in questi primi mesi dell'anno e su ciò che si ha intenzione di fare nel prossimo quadrimestre. A settembre, come al solito, siamo partiti con la pubblicizzazione dei corsi e con la raccolta delle iscrizioni. A ottobre invece sono cominciate le lezioni e ad oggi abbiamo più di 120 iscritti tra cui 91 donne (circa il 75%) e 29 uomini. I volontari coinvolti finora sono circa 50 e i corsi attivati sono 9. Nella tabella si possono trovare tutte le informazioni relative a ciascun corso. Corso Giorno/i di lezione Orario Sede Periodo Tipologia di studenti Varie A Mercoledì 9,00-11,00 CDE – Viale N. Biondo 75 Da ottobre a giugno Donne B Lunedì e Mercoledì 9,00-11,00 CdV Aula 9 Da ottobre a giugno Donne C Lunedì e Mercoledì 9,00-11,00 Orti Da ottobre a giugno Donne D Lunedì 9,00-11,00 CdV Aula 38 Da ottobre a giugno Donne E Mercoledì 15,00-16,30 CdV Aula 9 Da ottobre a giugno Donne e uomini Corso rivolto principalmente alle badanti F Mercoledì 15,00-17,00 CdV Aula 38 Da ottobre a giugno Donne e uomini Corso rivolto principalmente alle badanti G Giovedì 18,30-20,30 CdV Aula 38 Da novembre Donne e a giugno uomini Corso rivolto principalmente ai lavoratori H Lunedì 9,00-11,00 Circolo "La Fontana" di Fossoli Da ottobre a giugno Donne Servizio di baby sitting I Mercoledì 16,30-18,30 CdV Aula 9 Da dicembre a giugno Uomini Corso rivolto principalmente ai richiedenti asilo Per il 2015 si prevede di continuare questi corsi ed eventualmente iniziarne di nuovi a seconda delle necessità didattiche che verranno di volta in volta riscontrate. Per esempio, da alcuni mesi si sta cercando di dare inizio a nuovi corsi di lingua e cultura italiana a Cibeno, a Cortile e a Rovereto sulla Secchia. Sono già stati presi contatti con persone ed associazioni del territorio, ma si è ancora in fase organizzativa. Inoltre, si sta cercando di attivare percorsi di alfabetizzazione individuali con alcune donne seguite dal CAV (Centro Aiuto alla Vita) di Mamma Nina. Come sapete, già dallo scorso anno scolastico, Ero Straniero non si rivolge più esclusivamente agli adulti stranieri, ma estende il suo raggio di azione anche sui giovani adolescenti che frequentano le Scuole Secondarie di II grado di Carpi. In particolare, Corso rivolto alle mamme dei bambini frequentanti le scuole vicine al CDE Servizio di baby sitting l'anno scorso sono stati attivati alcuni laboratori presso l'Istituto Professionale “G. Vallauri” e l'Istituto Tecnico Commerciale “A. Meucci”. Anche quest'anno sono già cominciate le lezioni dei due gruppi formati al Vallauri e si è in attesa di cominciare anche con altri laboratori presso il Meucci. Una novità di quest'anno scolastico è l'ottenimento del patrocinio del Comune di Carpi, che oltre ad aver concesso tale sostegno formale, condivide obiettivi e metodologie del progetto Ero Straniero. Altre sarebbero le novità che potrebbero esserci quest'anno scolastico, ma non possiamo rivelare tutto in questo numero, perciò vi rimandiamo alla prossima uscita di Ero Straniero Il Giornale, promettendovi che potrete trovare informazioni nuove ed interessanti! Francesca Rosselli 2 ERO STRANIERO APRE A FOSSOLI In sinergia Circolo La Fontana, Parrocchia, Scuola Gasparotto Nella Primavera 2013 decidemmo, come Comitato, di organizzare la festa di chiusura dell’anno scolastico 2012/2013 il 2 Giugno, con una visita guidata all’ex Campo di Concentramento di Fossoli, affinché gli studenti stranieri dei nostri corsi potessero conoscere anche questa storia del nostro territorio. La visita al Campo di Fossoli concludeva un percorso didattico intrapreso durante l’anno: l’illustrazione della figura di Odoardo Focherini, nostro concittadino deceduto in un lager nazista, poi la visita al Museo Monumento al Deportato, quindi all’ex Campo di Concentramento. Per motivazioni logistiche, concludemmo la giornata festiva del 2 giugno presso il Circolo “La Fontana”. In quella occasione la Parrocchia ed il Circolo di Fossoli chiesero di aprire anche nella loro frazione un corso di lingua e cultura italiana “Ero Straniero”. A settembre vengono prodotti volantini informativi. Inizia una collaborazione attiva con la Scuola Primaria "Gasparotto", che diviene determinante per l’apertura dei corsi: le maestre informano le mamme straniere dell’opportunità di frequentare un corso di lingua e cultura italiana. Chi ha bimbi piccoli può usufruire di un servizio gratuito di baby sitting, messo a disposizione da volontarie. Il corso di due ore settimanali, tenuto da insegnanti volontarie, è frequentato da sole donne, alcune con bimbi, e si svolge il martedì mattina presso il Circolo "La Fontana", in collaborazione con la Parrocchia. Zoe Corradi 3 MI PRESENTO Quattro donne si raccontano Sono “voci” del Corso B della scuola Ero Straniero che raccontano del loro “essere straniera” in Italia e di quanto l'integrazione sia il risultato della conoscenza e del rispetto reciproco. Queste narrazioni sono state fatte nell'ambito dell'attività “Mi presento...”. La voce di F. Quando sono arrivata qui in Italia, ho fatto quasi subito la conoscenza con la mia vicina di casa, una ragazza molto carina, che parlava abbastanza il francese, così riuscivamo a comunicare e io ho cominciato a imparare un po' l'italiano. Dopo un anno, purtroppo, ho cambiato casa e anche città e ho incontrato persone che non mi hanno accettato subito e hanno avuto bisogno di tempo per farmi entrare in confidenza con loro. In quel primo periodo mi è capitato un fatto che dimostra la difficoltà che una persona prova in un paese straniero a causa dell'ignoranza di tanti. Mi sono trovata in ospedale per un lungo periodo per una malattia grave e posso dire che quasi tutti i medici e gli infermieri sono stati gentili e bravi, ma non posso dire la stessa cosa per qualche paziente. La mia vicina di letto mi guardava sempre con curiosità, come se fossi un'extraterrestre, e mi faceva delle domande su di me e la mia famiglia. Dopo una settimana lei ha detto a sua sorella credendo che io non capivo l'italiano: “Ma guarda, a parte il velo, sono come noi!” In quel momento ho riso tra me senza rispondere, perché penso che a volte è meglio stare in silenzio. Dopo quella “scoperta” lei ha cambiato atteggiamento verso di me ed è diventata molto gentile. Questo vuol dire che ciascuno di noi ha bisogno di tempo per accettare l'altro, anche se è diverso, e per capire che in fondo siamo tutti uguali. Dopo dieci anni posso dire che ci sono tante cose positive in Italia, come la tranquillità, i servizi sanitari, ecc. e io ci sto bene. Non mi sento più tanto straniera perché conosco abbastanza la lingua, riesco a comunicare con gli altri e a capire tante cose dell'Italia. Così, quando c'è qualcuno che mi guarda male, provo sempre un sentimento “più duro” di quello che provo per la mancanza della mia famiglia. 4 La voce di A. La voce di D. Sono in Italia da sedici anni, ma qui non ho parenti e mi sento come un uccellino che si è perduto allontanandosi dallo stormo. Mi chiamo A., vengo dal Marocco e sono arrivata in Italia sedici anni fa a Rovereto di Novi. I miei primi giorni in Italia sono stati parecchio difficili perchè non conoscevo nessuno e mi annoiavo a stare da sola in casa. Ero tanto preoccupata per la nuova vita che mi aspettava e avevo anche nostalgia del mio Paese e dei miei familiari. A mio padre non piaceva che io mi sposassi con questo uomo e che io andassi a vivere lontano dal mio paese e anche adesso non è contento che io stia qui in Italia. Non ho ascoltato mio padre, la vita che ho scelto non era come me l'aspettavo, ho scelto la strada sbagliata. Mio padre vorrebbe che io tornassi al mio paese, ma non posso lasciare qui i miei figli! Ma dopo alcuni mesi ho iniziato a fare amicizia con la mia vicina che si chiamava Maria, una persona simpatica, gentile con me e molto generosa. Lei mi chiamava sempre a casa sua, anche se facevamo molta fatica a comunicare tra di noi, ma proprio da quel momento ho deciso di studiare la lingua italiana perché ho capito che era molto utile per parlare con le altre persone. Dopo un anno la nostra amicizia era diventata più forte perché potevamo conversare e capirci più facilmente. Così abbiamo cominciato a scambiarci cose e tradizioni dei nostri paesi. Vorrei che la mia vita cambiasse... io sono molto socievole e aperta con tutti, ma non ho trovato gente accogliente e amicizie, così mi sento spesso sola e penso al mio paese, alla casa di mio padre, dove ho trascorso la mia infanzia e ho vissuto una bella vita... Un giorno sono andata da lei a portarle un piatto di couscous. Lei mi voleva dare dei soldi, ma io le dissi che l'avevo fatto per ringraziarla della sua gentilezza e perché volevo che assaggiasse i nostri piatti tradizionali. Da quel giorno ci scambiavamo le nostre specialità. Io, ad esempio, andavo da lei per farmi insegnare piatti italiani: i tortelli alla zucca, i rosoni, il risotto, eccetera. E io le ho insegnato a cucinare il pane arabo e alcuni dolci tradizionali del Marocco. La voce di Fr. Sono arrivata in Italia dal Brasile sette anni fa. Sono stata fortunata perché avevo qualcuno che era pronto ad accogliermi: la mia amica e sua figlia. Io ero molto depressa per una esperienza che mi aveva fatto soffrire, ma qui ho trovato un mondo nuovo. Ho trovato accoglienza in una bambina che mi aspettava con amore e io per lei sono una “tata” speciale, una specie di mamma. Con mio grande dispiacere, dopo alcuni anni, fui costretta a cambiare casa e mi sono trasferita a Carpi. Ho dovuto avere pazienza per farmi nuove amiche, ma dopo alcuni mesi ho fatto amicizia con una mia coinquilina, Mordina, che mi ha insegnato a fare l'uncinetto e a preparare la tavola con le tovaglie all'italiana. Se si ha il desiderio di conoscersi, allora si può convivere bene. Ho conosciuto anche tanti posti belli, che per me era impossibile vedere da vicino. Quando sono andata a Roma, ho vissuto il giorno più bello della mia vita, ho fatto tante foto che ho poi portato alla mia famiglia in Brasile. Ho visto anche Verona, Venezia, Riccione, Rimini, Taranto, Crotone, ecc., posti che a poco a poco mi hanno cambiata e mi fanno sentire un po' italiana. Oggi sono un'altra persona! Adesso, dopo sedici anni in Italia, sono come se fossi divisa in due parti: quando sono in Marocco mi mancano i miei amici italiani, mentre, se sono in Italia, mi manca la mia famiglia. A cura di Marta Artioli 5
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