Natura e Cultura N. 22 Gruppo Naturalistico La gramégna CESENA Convegno di Fitoalimurgia, 25 Maggio 2014 Note di Valda Valentini (Prima parte) Il nostro gruppo “La Gramégna” ha organizzato presso l'ampia sala della CAC di Martorano di Cesena un convegno di fitoalimurgia, aperto a tutti. La parola è altisonante, misteriosa, magica, ma lo sono ancor di più le piante selvatiche cui si riferisce. All'entrata, un gruppo di soci ha accolto i convenuti cui ha consegnato una cartella contenente i testi delle relazioni, fogli e penna per scrivere, le riviste dell’ENDAS e della CAC. A proposito entrambi i periodici sono bene articolati con descrizione delle rispettive attività e con una veste fotografica eccellente. Il nostro Professore ha ringraziato ripetutamente questi Enti per il loro spirito altruista e noi ci uniamo a Lui. 1 Siamo entrati in una sala ariosa, adeguatamente luminosa, capiente; i relatori si sono seduti davanti a un lungo tavolo attrezzato con microfoni: uno per ciascuno; dietro di loro è stato installato un grande schermo utile per scorrere le immagini proposte e proiettate da un computer. Di fronte ai relatori c'è la platea con tante sedie; in fondo, quasi addossato alla parete, è stato stanziato un lungo tavolo dove sono state disposte, in bell'ordine, una discreta quantità di piante selvatiche messe nei vasi da Lucilla Casadei e da Esterina Coniglio con il nome della specie e della famiglia. L'acustica è buona. Sui 20 notiziari pubblicati nel sito dell'ENDAS di Cesena – circoli – elenco dei circoli - circolo “La Gramégna” c'è già il resoconto dei relatori scritto in modo essenziale e completo che riassumerlo ulteriormente sicuramente scarnificherà il contenuto della sua freschezza e logicità. Coordinatore del convegno è stato il nostro Presidente Ennio Lazzarini che ha introdotto il concetto sulle origini del nome “fitoalimurgia”, ha inoltre sottolineato che la maggior quantità di cibo proviene dall'agricoltura e che il recupero del selvaggio ne è un complemento. Ha presentato di volta in volta ogni relatore con il rispettivo tema e, al termine di ogni intervento, ha riassunto il nucleo dell’argomento sottolineando gli aspetti salienti di ogni singola relazione. La prima a parlare è Luciani Valentina che con appassionata e documentata tesi ha esposto su “La natura, ovvero la Madre”. Una relazione ingentilita dalla poesia pur trattando in seguito, per sommi capi, i processi chimici. La natura è generatrice pertanto ci mette a disposizione ciò di cui abbiamo bisogno: cibo, luce, aria, piante. Alcune di queste vengono definite “medicinali” perché contengono sostante utili a migliorare la nostra condizione di benessere e talvolta a curare disturbi e malattie. La pianta e i suoi estratti contengono molti principi attivi che interagiscono fra loro producendo effetti complessi e bilanciati, diversi da quelli prodotti da una singola molecola. L'attuale medicina di sintesi usa una singola molecola per un singolo disturbo. Durante il processo della fotosintesi le piante producono energia e cedono ossigeno e avviene la produzione di minerali, vitamine, oligoelementi e altri gruppi di sostanze responsabili di attività terapeutiche quali alcaloidi, glucosidi, lipidi, oli volatili, polisaccaridi. É poi la volta di Silvano Campana con “le aromatiche”. Un aroma è la caratteristica sensoriale che deriva dalla combinazione di odore e sapore. Le aromatiche emanano aromi gradevoli dovuti alla presenza di oli essenziali che svolgono la loro massima azione di stimolazione olfattiva quando le piante sono fresche. 2 É sufficiente stropicciare con le dita un petalo o una foglia per liberare l’odore dell’olio essenziale. Silvano è socio da lungo tempo e ci ha accompagnato spesso nelle nostre escursioni volte al riconoscimento delle erbe, che ha ritratto con belle immagini facendocele vedere in sede. Sua moglie è una brava cuoca, io posso garantire che la qualità delle sue torte è eccezionale in quanto su un substrato tradizionale elabora colorate nuove fantasie accattivanti per l’aspetto e per il gusto, pertanto è più che comprensibile la predilezione di lui nella scelta dell’argomento oltre al fatto che le aromatiche sono salutari. Le ha suddivise in base all'altitudine dal mare alla montagna: nelle vicinanze del mare il Cakile maritima, aspra, salata, ricca di vitamina C da mettere nelle misticanze primaverili; Crithmum maritimum foglie essicate al posto del sale o sott'aceto come fossero cetriolini; nell'entroterra la rucoletta, la pimpinella, il tordilio, l'alliaria da unire alla misticanza. Ottimi sono gli aglietti spontanei che si possono usare sia nelle insalate che cotti. Sulle mura di vecchi ruderi e castelli il cappero. Nei prati assolati propone la menta per verdure cotte e crude, l'origano da insaporire. Si può aggiungere anche qualche foglia di achillea alle misticanze. Usa la camomilla per caramelle e liquori. Con qualche foglia di melissa insaporisce l'insalata, fa anche una salsa per carne e pesce. Essicata la usa come tisana. In collina raccoglie il timo dal forte aroma intenso, utile per aromatizzare le carni a lunga cottura, lo unisce ai fagioli, condisce anche l'insalata con qualche fogliolina e qualche fiore. Sopra i mille metri raccoglie la finocchiella Myrrhis odorata che profuma leggermente di anice per insaporire formaggi teneri, dolci e gelati, che unisce anche alle misticanze. Giuseppe Pieraccini è un profondo conoscitore delle piante e del loro ambiente perché ha frequentato l'Istituto per l'Agricoltura di Cesena, lavora intensamente 3 presso un'azienda che si occupa di coltivazione e ha da sempre una passione per la natura in tutti i suoi aspetti che lo porta a documentarsi continuamente. Ha superato brillantemente il suo timore nell'esposizione probabilmente perché, dopo un primo impatto, si è trovato a parlare di cose che fanno parte della sua vita quotidiana. Egli ha descritto gli habitat lungo il Savio. Ho pensato di raccogliere notizie utili sul corso del Savio per quei Soci, che come me, non conoscono la geografia. Il fiume Savio nasce sul confine con la Toscana nel massiccio del monte Fumaiolo (dalle pendici di Monte Castelvecchio, nei pressi di Montecoronaro, m.1.126 s.l.m.). Alla sorgente il suo nome è Fosso Grosso. Sceso nella zona di Verghereto, prende il nome di Savio. Dopo pochi km attraversa, a regime torrentizio, i centri di Bagno di Romagna e di San Piero in Bagno formando poi, qualche km più a valle, il bacino artificiale di Quarto dove riceve da destra il torrente Para. Da qui bagna poi svariati centri tra i quali: Sarsina, Montecastello, Mercato Saraceno, Bivio Montegelli e Borello. Da quest'ultima località (che è frazione di Cesena) il fiume riceve da sinistra il torrente omonimo Borello, suo principale tributario, dopodiché entra in pianura raggiungendo in breve la città di Cesena. Attraversato il centro urbano il fiume scorre poi più lento con andamento meandriforme e pesantemente arginato, entrando in provincia di Ravenna dove sfiora i centri di Castiglione di Cervia e Castiglione di Ravenna. Presso l'omonima località di Savio il fiume inizia a risentire dell'influenza del mare cosicché compie un'ampia serie di meandri sino a giungere nei pressi di Cervia dove, tra le località di Lido di Classe e Lido di Savio, sfocia nel Mar Adriatico. Dalla fine del XX secolo la sua piccola sorgente è indicata da un monumento in ferro su cui spiccano l'immagine del lupo, simbolo di Montecoronaro, e gli anelli della caveja simbolo della Romagna. 4
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