AQ_PdMF_PdAL_n.1_CdF-Tordino

ACCORDO QUADRO PIANO DI
MIGLIORAMENTO FLUVIALE E
PIANO DI AZIONE LOCALE N. 1
CONTRATTO DI FIUME
TORDINO
07 Aprile 2014
Sala Consiliare Provincia di Teramo, Via G. Milli, 2
64100 Teramo
INDICE
Introduzione
Premesse
Art. 1 - Finalità e Principi Ispiratori
Art. 2 - Capisaldi del “Contratto di Fiume” del fiume Tordino
Art. 3 - Ambito d’intervento e sua rappresentazione
Art. 4 - Metodologia e Strumenti Generali.
Art. 5 - Organizzazione per la gestione del Processo di Attuazione dell’AQPdMF del CdF Tordino
Art. 6 - Impegni Generali dei Sottoscrittori dell’AQ-PdMF e del PIano di Azione
Locale n. 1 del CdF Tordino
Art. 7 - Caratteristiche del Piano di Azione Locale n.1
Art. 8 - Tempi di Attuazione
Art. 9 - Strumenti Attuativi
Art. 10 - Monitoraggio ed Aggiornamento
Art. 11 - Approvazione ed efficacia
Allegati
A1. Bacino idrografico del fiume Tordino – Tavola n. 1
A2. Piano di Miglioramento Fluviale del Cdf Tordino
A3. Piano di Azione Locale n. 1 del Cdf Tordino
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INTRODUZIONE
I sottoscrittori del presente Accordo Quadro fanno propri i principi della Carta Nazionale dei
Contratti di Fiume e riconoscono che il Contratto di Fiume è una forma di accordo che
permette di "adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento
economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella
ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale". Un approccio
culturale che trova riscontro sia nelle politiche del Parlamento Europeo sulle risorse idriche,
che, in campo internazionale, dalle Nazioni Unite. Queste ultime eleggono infatti il bacino
idrografico quale unità di riferimento per le politiche di sostegno alla biodiversità. Inoltre, i
Contratti di fiume fanno propri i principi comunitari di partecipazione democratica alle
decisioni, che costituiscono l’asse portante del recente Trattato di Lisbona: quali processi
partecipati territoriali colgono appieno quella “dimensione regionale e locale” che l’Unione
Europea intende indagare con le consultazioni e riflettere nelle proprie proposte legislative.
Per quanto sopra i Sottoscrittori del presente Accordo Quadro – Piano di Miglioramento
Fluviale del fiume Tordino, riconoscono e fanno propri i seguenti principi ispiratori dei CdF:
1) sono processi di programmazione negoziata e partecipata volti al contenimento del
degrado eco-paesaggistico e alla riqualificazione dei territori dei bacini/sottobacini
idrografici in gradi di declinare, in maniera differenziata nei diversi contesti amministrativi e
geografici, i differenti impianti normativi, in armonia con le peculiarità dei bacini, in
correlazione alle esigenze dei territori, in risposta ai bisogni e alle aspettative della
cittadinanza.
2) sono un sistema di Multilevel Governance (MLG) ovvero un processo continuo di
negoziazione tra le Pubbliche Amministrazioni e i soggetti privati coinvolti a diversi livelli
territoriali e che si sostanziano in accordi multisettoriali e multiscalari caratterizzati dalla
volontarietà e dalla flessibilità tipiche di tali processi decisionali che condividono una
visione comune del bacino idrografico capace di guidare i sottoscrittori del contratto ad
elaborare un progetto coerente con le reali potenzialità che il territorio esprime.
3) riconoscono i Principi Ispiratori su cui di basa il CdF Tordino , ovvero: a) Sussidiarietà
orizzontale e verticale che si sviluppa nel coordinamento tra attori istituzionali in due
diverse forme, una di carattere orizzontale, ovvero tra soggetti istituzionali di pari livello,
ma che operano in differenti aree territoriali e/o in ambiti di competenza eterogenei; una di
carattere verticale, cioè tra autorità che esercitano i propri poteri su scale territoriali di
diversa ampiezza; b) Sviluppo locale partecipato che attua un processo di governance
delle trasformazioni dei territori dei bacini idrografici che integra un approccio ecosistemico che fa leva sulla responsabilità della società insediata, che riconosce nel bacino
la matrice della propria identità culturale; c) Sostenibilità che in questi processi di
programmazione negoziata identificano percorsi di riqualificazione territoriale capaci di
perseguire il cosiddetto “equilibrio delle tre E” (ecologia, equità, economia).
4) riconoscono come Obiettivi del CdF Tordino la : sicurezza, mitigazione e prevenzione
dei rischi, riequilibrio ambientale e valorizzazione paesaggistica, uso sostenibile delle
risorse, fruizione turistica sostenibile, diffusione della cultura dell’acqua.
5) condividono una comune vision che permette di guidare il processo verso una
gerarchizzazione degli obiettivi e il riorientamento delle programmazioni e delle risorse
finanziarie, anche in ragione del comune riconoscere che il territorio non è un unicum
omogeneo, ma si declina in numerose caratteristiche strutturali, che esprimono diversi
bisogni e funzioni.
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6) I Contratti di fiume stimolano così la progettualità territoriale dal basso, perché
coinvolgono le comunità nella valorizzazione del proprio territorio, promuovendo azioni
dirette e concrete dalle, varie componenti della società e dalle istituzioni. L’esperienza
pluriennale di CdF in paesi europei e in Italia evidenzia che da tali strumenti, deriva una
indubbia “migliore gestione dei territori fluviali” ed una più efficiente gestione degli
investimenti. I CdF in atto in Italia si stanno concretizzando nella loro operatività quali
strumenti in grado di elaborare Piani di Azione in cui le Misure di valenza ambientale e di
gestione del rischio (integrazione direttive europee 2000/60/CE e 2007/60/CE)
rappresentano gli elementi cardine dell’azione sul territorio, ma su cui si innestano, in
relazione alle peculiarità di ogni singolo bacino, una serie di azione di valorizzazione del
territorio che possano rappresentare un ottimo presupposto per lo sviluppo locale. I
Contratti di Fiume si stanno delineando in modo sempre più chiaro quali strumenti in grado
di realizzare a scala locale programmi e progetti trasversali e fortemente partecipati che
integrano la tutela ambientale con la sicurezza e lo sviluppo partendo proprio
dall’elemento fiume quale elemento identitario a cui la comunità si riferisce.
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PREMESSE
Visti:
- il VII Programma di Azione per l’ Ambiente della Comunità europea, che ha valore
vincolante per tutti gli Stati membri (art. 251 del Trattato sull’Unione europea) e che
conferma e rafforza l‟integrazione della dimensione ambientale nei piani e nei programmi
di tutti gli enti pubblici;
- la Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 Ottobre 2000, che
istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque (G.U.C.E. n. L 327 del
22/12/2000), fissa per l’anno 2015 il raggiungimento dell’obiettivo di “buono” stato di
qualità ambientale per tutti i corpi idrici della comunità attraverso l’integrazione tra le
necessità antropiche, il mantenimento degli ecosistemi acquatici e la mitigazione degli
effetti delle inondazioni e della siccità;
- la stessa Direttiva sottolinea la necessità di ricorrere a sistemi di gestione integrata delle
acque le cui politiche di governo e di controllo vanno affiancate alle altre politiche
ambientali e di gestione del territorio al fine del perseguimento degli obiettivi di qualità;
- la stessa Direttiva 2000/60/CE individua quella del “bacino idrografico” come corretta
unità di riferimento per il governo delle acque e all’art. 14 attribuisce alle amministrazioni il
compito di coinvolgere i cittadini nella pianificazione e gestione della tutela delle risorse
idriche;
- la Direttiva 2007/60/CE per la istituzione di “un quadro per la valutazione e la gestione
dei rischi di alluvioni volto a ridurre le conseguenze negative per la salute umana,
l’ambiente, il patrimonio culturale e le attività economiche connesse con le alluvioni
all’interno della Comunità” (art. 1), che prevede l’incoraggiamento della “partecipazione
attiva delle parti interessate all’elaborazione, al riesame e all’aggiornamento dei piani di
gestione del rischio di alluvioni” (art. 10), in maniera coordinata, ove opportuno, con la
partecipazione prevista dalla già richiamata Direttiva 2000/60/CE (art. 9);
- il Regolamento (CE) n. 1367/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6
settembre 2006, sull'applicazione alle istituzioni e agli organi comunitari delle disposizioni
della convenzione di Aarhus sull'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico
ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale;
- Direttiva 2001/42/CE del parlamento europeo e del consiglio del 27 giugno 2001
concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente
- la Proposta di Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio che istituisce un quadro
per la protezione del suolo e modifica la direttiva 2004/35/CE (presentata dalla
Commissione);
- la Direttiva 2006/118/CE del Parlamento europeo e Consiglio, del 12 dicembre 2006,
sulla protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento;
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- la Direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione
degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (Direttiva
"Habitat");
- la legge 142/90 art. 27;
- Legge n. 662/1996 dell’art. 2, comma 203, lett. a), (Misure di razionalizzazione della
finanza pubblica)
- il D. Lgs. n. 152 del 03.04.2006 – Norme in materia ambientale, modificato ed integrato
dal D. Lgs. n. 4 del 16.01.2008.
- la Legge 9 gennaio 2006, n. 14, Ratifica ed esecuzione della Convenzione Europea del
Paesaggio (GU n. 16 del 20 gennaio 2006 – supplemento ordinario n. 16);
- il D.lgs 42/04 Codice dei beni culturali e del paesaggio, articolo 10 della legge 6 luglio
2002, n. 137 ;
- la Carta di Aalborg, carta delle città europee per uno sviluppo durevole e sostenibile,
sottoscritta ad Aalborg-Danimarca il 27 maggio 1994;
- il documento del 2° Forum Mondiale dell‟Acqua che prevede i “Contratti di Fiume” quali
strumenti che permettono di “adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica,
rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengano in modo
paritario nella ricerca di soluzioni efficaci”, 2000;
- la “CARTA NAZIONALE DEI CONTRATTI DI FIUME” presentata nell'ottobre del 2010 a
Milano, durante il V Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume organizzato da Regione
Lombardia che individua i contenuti per caratterizzare in modo univoco i Contratti quali
strumenti utili e praticabili per il contenimento del degrado e la riqualificazione dei territori
fluviali nonché la conciliazione degli "interessi" ivi presenti (pubblici e privati).
Richiamati :
- la L.R. n. 3 del 4.01.2014, n. 3 “Legge organica in materia di tutela e valorizzazione
delle foreste, dei pascoli e del patrimonio arboreo della Regione Abruzzo”
- le LL. RR. N. 2 /1997 e n. 9/2011 e s.m.i. sul Servizio Idrico Integrato;
- la L.R. n. 31/2010 “Norme regionali contenenti prima attuazione del D.L.vo 152/2006;
-la L.R. 18/83 , art. 8 bis, Norme per la conservazione, tutela, trasformazione del territorio
della Regione Abruzzo.
- il Piano di Tutela delle Acque della Regione Abruzzo approvato con DGR n. 614 del
9.09.2010;
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- Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) della Regione Abruzzo approvato con D.C.R. N.
94/7 del 29.01.2008 ;
-IL Piano Stralcio Difesa Alluvioni (PSDA) approvato con D.C.R. n. 94/5 del 29.01.2008
- il Piano d’Ambito dell’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale n. 5 (AATO);
- il Piano Territoriale Provinciale (PTP) della Provincia di Teramo approvato con D.C.P. n.
20 del 30.03.2001;
- il Piano D’Area delle Media e Bassa Val Tordino della Provincia di Teramo approvato con
D.C.P. n. 22 del 31.05.2011;
- la Deliberazione di Indirizzo approvata dal Consiglio Provinciale sul “Piano strategico
provinciale per la Sostenibilità Ambientale e Contenimento del Consumo del Suolo”, n. 477
del 22/11/2013;
Considerato che:
- con lo strumento del Contratto di Fiume del fiume Tordino si intendono affrontare le
problematiche relative al bacino idrografico del Tordino mediante un percorso di
concertazione finalizzato a perseguire obiettivi comuni di sviluppo, tutela e riqualificazione
del territorio partendo dall’elemento acqua e fiume secondo i principi espressi nella Carta
Nazionale dei Contratti di Fiume del 2010;
- i Contratti di Fiume sono da inquadrarsi come un “Accordo di Programmazione
Negoziata” ai sensi dell’art. 2, comma 203, lett. a), della Legge n. 662/1996 (Misure di
razionalizzazione della finanza pubblica), intendendosi come tale “[…] la
regolamentazione concordata tra soggetti pubblici o tra il soggetto pubblico competente e
la parte o le parti pubbliche o private per l’attuazione di interventi diversi, riferiti ad un’unica
finalità di sviluppo, che richiedono una valutazione complessiva delle attività di
competenza […]”;
- il bacino idrografico del fiume Tordino è il più esteso tra quelli ricadenti interamente nella
provincia di Teramo ed è interessato dallo sviluppo delle principali conurbazioni provinciali
rappresenta pertanto un contesto ideale per la sperimentazione di strumenti di Multilevel
Governance (MLG);
Preso atto, per i motivi esposti:
- che nell’ambito del Progetto europeo di Cooperazione Territoriale INTERREG IVC,
denominato ERCIP (European River Corridor Improvement Plans), la Provincia e il
Comune di Teramo hanno reperito le risorse finanziare per le fasi di studio e avvio del
Contratto di Fiume del fiume Tordino , fino alla stesura del Presente PdMF del CdF
Tordino;
- che nel mese di ottobre 2012 la Provincia di Teramo unitamente ai sindaci del bacino
idrografico del fiume Tordino hanno provveduto a sottoscrivere un Protocollo D’intesa
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finalizzato alla sottoscrizione del Contratto Di Fiume del fiume Tordino che si ispira ai
seguenti principi : 1. il Contratto di Fiume è lo strumento finalizzato all’attuazione locale del
Piano di Tutela della Acque della Regione Abruzzo; 2. il Bacino Idrografico è l’unità
territoriale ideale per superare i problemi di competenze e per pervenire ad una
progettazione fisico-ambientale e socio-economica efficace e sostenibile; 3. il Contratto di
Fiume adotta i sotto ambiti territoriali previsti dal Piano di Tutela delle Acque per superare
le frammentazioni progettuali indotte da una programmazione riferita ai soli confini
amministrativi degli enti locali; 4. il percorso di partecipazione istituzionale e pubblica,
posto alla base del Contratto di Fiume, coincide e sostanzia il processo di VAS
(Valutazione Ambientale Strategica);
- che sulla base del suddetto Protocollo è stato avviato dalla Provincia di Teramo un
articolato Processo Partecipativo mediante l’istituzione della “Cabina di Regia” coordinata
dalla Provincia di Teramo in qualità di soggetto promotore del Contratto, della “ Segreteria
Tecnica” del CdF, quale organismo “esecutivo” finalizzato ad integrare e rendere efficienti
le rispettive politiche sui territori fluviali; dalla “Assemblea di Bacino”, massimo organismo
partecipativo del processo organizzato anche sulla base di Tavoli Tematici “Area
Normativa”, “Area Tecnica” ed “Area Economia e Società” e dall’”Ufficio di Segreteria”
responsabile del Piano di Comunicazione e interazione web del CdF Tordino.
- che il Processo Partecipativo di cui sopra finalizzato alla definizione del presente AQPdMF e relativo Piano di Azione Locale n. 1 avviato a far data dal novembre 2013, ha
elaborato i seguenti documenti programmatici:
1) Dossier Preliminare dei Piani e Programmi (Dppp-Cdf) prodotti da enti e
amministrazioni locali contenente un quadro sinergico di interazione tra piani e programmi
per una gestione integrata delle politiche e dei progetti relativi all’intero bacino fluviale; 4) il
percorso di partecipazione istituzionale e pubblica, posto alla base del Contratto di Fiume,
coincide e sostanzia il processo di VAS (Valutazione Ambientale Strategica)
2) Quadro Strategico del CdF Tordino (QS-CdF). Elaborato sulla base delle informazioni
acquisite in sede di analisi e di partecipazione pubblica, il documento rappresenta la
sintesi preliminare utile per la elaborazione del Programma Strategico per il fiume Tordino.
Il documento individua gli Obiettivi Generali verso cui tendere ovvero seleziona i traguardi
da perseguire e delinea gli indirizzi e le raccomandazioni da sviluppare.
3) Programma Strategico del CdF Tordino (PS-CdF). Elaborato utilizzando i contributi
specifici che sono stati indicati in sede di partecipazione pubblica ed istituzionale
combinati con le informazioni raccolte dal gruppo di lavoro in sede di analisi. Il documento
rielabora gli Obiettivi Generali del Quadro Strategico individuando gli Obiettivi Specifici che
dovranno essere perseguiti.
4) Il presente Piano di Miglioramento Fluviale del CdF Tordino (PdMF-CdF) scaturisce dal
Programma Strategico che ne rappresenta il quadro di riferimento all’interno del quale è
stato elaborato. Riassume: 6 Obiettivi Generali, 23 Obiettivi specifici con relative Azioni di
Progetto, ad attuazione differita nel lungo periodo (5-7 anni), nel medio periodo (3-5 anni)
e breve periodo (2-3 anni). Il Programma di Azione Locale si suddivide in Piani di Azione
del CdF (PAL-CdF) e si sviluppa nel breve periodo (2-3 anni).
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TUTTO CIO PREMESSO SI STIPULA IL PRESENTE
ACCORDO QUADRO
PIANO DI MIGLIORAMENTO FLUVIALE (PdMF)
DEL “CONTRATTO DI FIUME TORDINO”
Art. 1 – Finalità e Principi ispiratori
Il presente ACCORDO QUADRO – PIANO DI MIGLIORAMENTO FLUVIALE (AQ-PdMF)
del Contratto di Fiume Tordino e relativo PIANO DI AZIONE LOCALE N. 1 è teso al
raggiungimento delle finalità previste dalla Comunità Europea in materia ambientale e, in
particolare, in materia di acque, suoli, biodiversità e si configura come forma di Accordo
che permette di "adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento
economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella
ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione del bacino fluviale” (World Water Forum,
2001).
È uno strumento volontario di programmazione negoziata elaborato sulla base di un ampio
Processo Partecipativo che, facendo propri i principi comunitari di partecipazione
democratica alle decisioni richiesti dal Trattato di Lisbona, ha coinvolto Decisori politici,
Enti competenti, Stakeholders e Cittadini in sede di partecipazione pubblica ed
istituzionale.
Si basa, dunque, su un approccio di Multilevel Governance (MLG), sostanzia il processo di
Valutazione Ambientale Strategica (VAS) ed adempie agli obblighi previsti dalla Direttiva
Comunitaria 2001/42/CE, recepita nella parte seconda dal D. Lgs. n.152 del 03.04.2006 e
modificato ed integrato dal D. Lgs. n.4 del 16.01.2008.
Quale processo partecipato territoriale coglie appieno quella “dimensione regionale e
locale” che l’Unione Europea intende indagare con le consultazioni e riflettere nelle proprie
proposte legislative. In particolare, si ispira al principio di sussidiarietà orizzontale e
verticale e al principio dello sviluppo locale partecipato: in quanto processo di governance
che fa riferimento ad un approccio ecosistemico, deve fare leva sulla responsabilità dei
soggetti sottoscrittori.
Designa azioni di progetto che, se perseguite con continuità ed efficacemente combinate,
possono intercettare gli interessi legittimi, economici e culturali, della popolazione.
L’ambito fluviale è il luogo in cui attuare un innovativo progetto di governance dove al
processo di riqualificazione fluviale si associa un esteso programma di rinnovamento delle
modalità di fruizione ed edificazione degli ambiti più prossimi del fiume Tordino.
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Un simile obiettivo richiede uno sforzo di natura non solo istituzionale, ma anzitutto
culturale, affinché le acque, non solo i fiumi, ma, più in generale, il territorio del sottobacino
venga percepito e governato come “paesaggio di vita”.
Si ispira, infine, al principio della sostenibilità: è finalizzato a sviluppare, in condivisione,
politiche atte a indirizzare i processi di trasformazione insediativa verso la valorizzazione
delle risorse territoriali, il contenimento del consumo del suolo e la riqualificazione
paesaggistico-ambientale dei territori del bacino idrografico del Fiume Tordino, al fine di
raggiungere gli obiettivi di qualità delle acque, contenimento di uso del suolo, sicurezza
idraulica, qualità ecosistemica, recupero aree produttive dimesse, efficientamento delle reti
per lo smaltimento delle acque reflue e la regimentazione delle acque di prima pioggia,
gestione energetica integrata delle aree produttive, sviluppo di un sistema di mobilità
sostenibile, controllo e manutenzione del reticolo idrografico, neoruralizzazione, fruibilità,
semplificazione amministrativa ed efficacia, efficienza ed economicità delle politiche,
animazione territoriale
Poiché solamente la creazione di una visione condivisa può permettere il riorientamento
delle programmazioni e delle risorse finanziarie, parte integrante nello sviluppo del
processo generato dal presente Accordo saranno tutte le attività di informazione,
animazione, comunicazione, formazione, educazione ambientale che di comune accordo
metteranno in campo i sottoscrittori.
Proprio per la natura di accordo volontario che lo identifica, l’Accordo Quadro PdMF del
Contratto di Fiume Tordino non ha un termine temporale prefissato, ma resta in essere
fino a che rimane viva la volontà di aderire all’Accordo da parte degli attori.
Essi, nel sottoscriverlo, si impegnano al raggiungimento degli obiettivi di cui sopra,
ciascuno per le proprie competenze e responsabilità e mediante l‟impegno delle proprie
risorse umane e finanziarie, fatti salvi i compiti specifici individuati dai successivi art. 3 e 8
per ciò che riguarda l‟attuazione delle singole azioni.
La Provincia di Teramo e le Parti Firmatarie riconoscono al presente Accordo Quadro
PdMF del Contratto di Fiume Tordino la valenza di Processo di Programmazione
Negoziata prioritario e come tale chiederanno alla REGIONE ABRUZZO che sia riservata
priorità di finanziamento dei fondi della Programmazione 2014-20120 ai progetti di
dettaglio che saranno realizzati sulla base del presente Piano.
Art. 2 - Capisaldi del Contratto di Fiume Tordino
I capisaldi posti alla base del progetto per il Contratto di Fiume sono:
1. il Contratto di Fiume è lo strumento finalizzato all’attuazione locale del Piano di Tutela
della Acque della Regione Abruzzo;
2. il Bacino Idrografico è l’unità territoriale ideale per superare i problemi di competenze e
per pervenire ad una progettazione fisico-ambientale e socio-economica efficace e
sostenibile;
3. il Contratto di Fiume adotta i sotto ambiti territoriali previsti dal Piano di Tutela delle
Acque per superare le frammentazioni progettuali indotte da una programmazione riferita
ai soli confini amministrativi degli enti locali;
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4. il percorso di partecipazione istituzionale e pubblica, posto alla base del Contratto di
Fiume, coincide e sostanzia il processo di VAS (Valutazione Ambientale Strategica);
Art. 3 – Ambito d’intervento e sua rappresentazione
Il territorio interessato dal presente Accordo Quadro è quello del Bacino Idrografico del
Fiume Tordino, dalle sue sorgenti alla foce come rappresentato, rispettivamente, nella
Tavola n. 1 . (All n.1).
Art. 4 ‐ Metodologia e Strumenti Generali
Per sviluppare opportunamente il processo di condivisione, incrementare la rete di attori,
le Azioni programmate e valutare periodicamente i risultati conseguiti, i sottoscrittori del
AQ-PdMF si impegnano ad osservare regole condivise: consapevole adesione volontaria,
partecipazione attiva di ogni attore, trasparenza del processo decisionale, inclusione di
tutti i soggetti che esprimono volontà di partecipazione, collaborazione e corresponsabilità
tra i Sottoscrittori del Contratto.
Le relazioni interne alla complessa e ampia rete degli attori vengono così strutturate, oltre
che negli Organismi plenari previsti all’Art. 5 del presente AQ-PdMF (Cabina di Regia –
Segreteria Tecnica- Assemblea di Bacino), anche in “Tavoli Progettuali” che
ricomprendono le competenze amministrative dei diversi Enti che insistono sul territorio
coinvolto o sono competenti per materia.
Questa strutturazione a più strati della rete degli attori locali, accomunati da reali
disponibilità al confronto, consente di costruire e implementare in modo condiviso lo
scenario strategico di riferimento e la negoziazione delle azioni da programmare
progressivamente.
Durante l’intero percorso, a supporto dell’attivazione, dell’indirizzo e dell’eventuale ridefinizione del percorso verso obiettivi e tempistiche condivisi, si sviluppano
parallelamente attività di comunicazione per stimolare l’interesse di nuovi potenziali
partecipanti al processo e dare visibilità e riconoscimento alle azioni, anche e soprattutto
locali, che possono così essere meglio conosciute nella loro valenza strategica;
Art. 5 ‐ Organizzazione per la gestione del Processo di
Attuazione dell’AQ-PdMF
Il Processo di attuazione dell’AQ-PdMF è organizzato come segue:
Cabina di Regia La Cabina di Regia è composta come segue:
Presidente della Provincia di Teramo, o Assessore delegato, che lo presiede, e dai
Sindaci, Presidenti e Legali Rappresentanti dei Soggetti sottoscrittori, o loro delegati. Alle
riunioni della Cabina di Regia partecipano di diritto Il Presidente della Regione Abruzzo e
gli Assessori regionali competenti per materia rispetto alle tematiche del PdMF del fiume
Tordino .
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La Cabinati regia:
a) sovrintende all’attuazione del PdMF e ne aggiorna i contenuti, condividendo lo scenario
strategico di sviluppo sostenibile e durevole del territorio del bacino, e le scelte di
allocazione delle risorse;
b) approva le eventuali modificazioni e/o integrazioni all’AQ-PdMF nella forma Atlante del
territorio del bacino idrografico del Tordino;
c) promuove e favorisce l’adesione all’AQ-PdMF di tutti gli Enti pubblici/ Associazioni
compresi nell’ambito di intervento di cui al precedente Art. 3 e, in caso di adesione
successiva alla stipula dell’AQ-PdMF, ne prende atto;
d) valuta e approva le proposte di adesione di soggetti privati, sulla base della
qualificazione dell’interesse di questi ultimi, dell’apporto al programma di interventi, degli
impegni derivanti dalla proposta e delle idonee garanzie;
e) approva i Piani di Azione Locale del PdMF del fiume Tordino;
f) approva le eventuali modificazioni e/o integrazioni del Piano di Azione Locale n. 1 , di cui
all’art. 7;
g) prende atto delle relazioni semestrali in ordine allo stato di attuazione dell’AQ-PdMF e
del relativo Piano di Azione Locale n. 1 .
La Cabina di Regia si riunisce almeno una volta l’anno, su convocazione del suo
Presidente da diramarsi con un minimo di quindici giorni di anticipo rispetto alla data della
riunione. Il Presidente è altresì tenuto a convocare la Cabina di Regia ogni qual volta ne
faccia richiesta almeno il venti per cento dei suoi componenti. La Cabina di Regia , ove ne
ravvisi la necessità e ad integrazione di quanto previsto dal presente articolo, potrà
decidere di dotarsi di un apposito regolamento per la disciplina del proprio funzionamento
e delle modalità di adozione delle decisioni che gli competono.
La Cabina di Regia, al fine di promuovere la più ampia partecipazione e condivisione delle
finalità e degli obiettivi previsti dal presente AQ-PdMF Contratto di Fiume e per garantire
l’efficacia delle decisioni assunte, organizza apposite conferenze di confronto e di
informazione, aperte ai diversi portatori locali di interessi pubblici e privati. Tali strumenti di
più ampia partecipazione potranno riferirsi ai diversi sottosistemi territoriali, o alle
tematiche trattate dalle azioni individuate. La Cabina di Regia, nella programmazione delle
azioni e nella definizione del programma generale di azioni future, dovrà tenere conto
come riferimento privilegiato delle proposte che emergeranno dalle conferenze di cui
sopra. Nella gestione del processo di attuazione dell’AQ-PdMF la Cabina di Regia si
avvale della dell’Assemblea di Bacino del Fiume Tordino che riunisce gli Enti
amministrativi e gestionali con competenze dirette e indirette sul territorio del bacino
idrografico, nonché le organizzazioni e gli organismi rappresentativi delle comunità locali e
dei gruppi di cittadini portatori di interesse.
Soggetto Responsabile Soggetto responsabile dell’ AQ- PdMF è il Dirigente del Settore
B12 della Provincia di Teramo o suo delegato. Il Soggetto Responsabile svolge i seguenti
compiti: a) coordina l’attuazione di quanto previsto dall’AQ-PdMF, anche in collaborazione
con i responsabili di eventuali procedimenti provinciali correlati; b) governa il processo
complessivo di realizzazione dei Piani di Azione anche mediante periodiche riunioni con i
soggetti coordinatori delle singole azioni; c) verifica il rispetto degli impegni assunti dai
Soggetti sottoscrittori ponendo in essere le iniziative idonee a garantire la completa
realizzazione delle azioni previste; d) propone alla Cabina di Regia le eventuali
modificazioni e/o integrazioni dall’AQ-PdMF; e) comunica alla Cabina di Regia le
eventuali modificazioni e/o integrazioni dell’AQ-PdMF; f) trasmette alla Cabina di Regia
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relazioni semestrali in ordine allo stato di attuazione dell’AQ-PdMF redatte sulla base delle
relazioni inviate dai Soggetti Attuatori. Per le attività di cui sopra il Soggetto Responsabile
si avvale delle strutture del Settore B13 cui è preposto e del Sistema Provinciale.
Comitato Tecnico Il Comitato Tecnico coordina l’attuazione delle azioni e supporta il
Soggetto Responsabile nell’espletamento dei relativi compiti. Il Comitato Tecnico, per lo
svolgimento dei propri compiti, può richiedere la collaborazione delle strutture tecnicoamministrative dei soggetti sottoscrittori. Il Comitato Tecnico, avvalendosi anche delle
strutture dei Settori della Provincia partecipanti all’AQ-PdMF, ed in particolare del Settore
Ambiente, Energia e Parchi, assicura una attività di supporto organizzativo alla Cabina di
Regia per le sue riunioni e per l’attivazione dei momenti di confronto decentrati e collabora
con il Soggetto Responsabile dell’AQ-PdMF per le attività di verifica e monitoraggio
dell’attuazione dell’AQ-PdMF e dei relativi Piani di Azione Locali. Ai lavori del Comitato
Tecnico partecipa il Soggetto Responsabile, o un suo delegato. Inoltre, ai lavori del
Comitato Tecnico possono partecipare i coordinatori delle singole azioni, eventualmente
esterni al Comitato stesso, e i rappresentanti indicati dagli enti del Sistema Provinciale
coinvolto. Su indicazione della Cabina di Regia saranno disposti, con apposito
regolamento, la composizione ed il funzionamento del Comitato Tecnico. Il Comitato
tecnico è nominato, sulla base delle designazioni fornite dai Soggetti ed Enti che ne
faranno parte, con apposito provvedimento del Dirigente del Settore B13 e dura in carica
tre anni, salvo proroghe. Il Comitato Tecnico potrà costituire dei gruppi di lavoro flessibili
(da workshop più ampi, a gruppi di lavoro per le azioni puntuali previste dal Contratto) da
attivarsi caso per caso, coinvolgendo gli attori interessati in stretta relazione con le diverse
problematiche e con gli obiettivi specifici dello scenario strategico di sviluppo del bacino.
Art. 6 ‐ Impegni Generali dei Soggetti sottoscrittori l’AQ-PdMF
e dei Piani di Azione Locale del CdF Tordino
I Soggetti attuatori del PdMF e dei relativi Piani di Azione Locale di breve,medio e lungo
periodo dell’AQ-PdMF sono, ciascuno per le responsabilità che gli sono attribuite, i
soggetti specificatamente individuati in ciascuna scheda di Piano di Azione Locale. I
Comuni il cui territorio è interessato dalle attività previste dai Piani di Azione Locale
saranno comunque individuati quali soggetti attuatori sia per le attività cui sono
direttamente preposti, sia per la necessaria condivisione delle attività ricadenti nei propri
territori e di competenza di altri soggetti. I compiti dei Soggetti Attuatori sono: a) assicurare
la completa realizzazione dell’attività, cui sono preposti, nel rispetto delle previsioni dei
tempi, delle fasi, delle modalità e nei limiti delle risorse finanziarie fissate dall’AQ-PdMF; b)
concorrere ad organizzare, valutare e monitorare l’attivazione e la messa a punto del
processo operativo teso alla completa realizzazione dell’azione; c) collaborare con il
soggetto coordinatore dell’azione nella verifica dell’attuazione degli impegni. Per ciascuna
azione viene altresì individuato, un soggetto coordinatore cui compete: a) coordinare le
attività dei vari soggetti attuatori al fine di garantire la corretta realizzazione dell’azione; b)
organizzare, valutare e monitorare l’attivazione e la messa a punto del processo operativo
teso alla completa realizzazione dell’azione; c) promuovere opportuni momenti di
confronto e di verifica per le finalità di cui ai precedenti punti a) e b); d) raccordarsi con il
soggetto responsabile dell’AQ-PdMF per le attività di sua competenza. I Soggetti Attuatori
sono tenuti altresì ai compiti di cui all‟art. 13 del presente AQ-PdMF . Inoltre, per garantire
13
l’efficace ed efficiente attuazione del presente Accordo, la Provincia di Teramo si avvale,
secondo modalità di volta in volta concordate, del Sistema Provinciale , che fornirà ai
soggetti attuatori un qualificato supporto tecnico-scientifico ed organizzativo per
l’attuazione dell’AQ-PdMF, in modo particolare per quanto riguarda la definizione ed
applicazione della metodologia e degli strumenti previsti.
Art. 7 ‐ Caratteristiche del Piano di Azione Locale n.1
L’AQ-PdMF individua e condivide già da ora un primo Piano di Azione Locale (PAL1), di
breve periodo. Il Piano Di Azione Locale n. 1, che costituisce parte integrante del
presente AQ-PdMF è composto da azioni concorrenti al raggiungimento degli obiettivi di
riqualificazione e si configura come una raccolta di schede destinata ad essere
costantemente aggiornata e arricchita, in coerenza con il carattere in divenire del processo
di programmazione negoziata dell AQ-PdMF Contratto di Fiume. Alla implementazione del
PAL1 concorrono i Soggetti Attuatori, per essi saranno concordemente definiti : i tempi
previsti per l’ attuazione e i risultati attesi, eventuali aspetti di criticità, una stima delle
risorse complessive da allocare e di quelle ancora da reperire, il soggetto coordinatore. Il
PAL1 ricomprenderà un quadro Finanziario complessivo e di dettaglio per ognuno dei
soggetti coinvolti e/o attuatori, raccolto per ogni Azione del programma, così da fornire una
informazione sintetica e immediata sulle risorse disponibili e quelle da recuperare per
l’attuazione delle azioni previste. Il PAL e sono previsti come strumenti economicamente e
finanziariamente realizzabile in quanto a fattibilità, processualità e flessibilità, elementi che
necessariamente devono caratterizzare l’attuazione dell’AQ-PdMF. La fattibilità è intesa
come: - finanziaria: devono essere studiati i fabbisogni finanziari delle diverse azioni
programmate per tutto l’arco temporale interessato dalla loro realizzazione; devono essere
definite le fonti di finanziamento e i tempi in cui queste si rendono disponibili per la
copertura del fabbisogno; - economica: occorre valutare i costi della realizzazione delle
singole azioni e attività, stimandone la quota per anno. Per contro, occorre ragionare sui
ricavi, sulla diminuzione di sprechi e su una stima della dimensione economica dei benefici
diretti e indiretti indotti dalla realizzazione di un programma composito di azioni. Nella
valutazione di fattibilità economica è necessario includere considerazioni su costi e
benefici collettivi e sociali, nonché un coordinamento costante con le altre trasformazioni
che nel frattempo possono caratterizzare i territori coinvolti (integrazione delle risorse).
Art. 8 ‐ Tempi di Attuazione
I tempi di attuazione dell’AQ-PdMF sono quelli definiti per le singole azioni-attività, così
come individuati nelle schede descrittive dei Piani di Azione del PdMF Tali tempi potranno
essere rimodulati secondo le modalità previste dal presente Accordo Quadro.
Art. 9 ‐ Strumenti Attuativi
Le azioni previste dal PdMF allegato, e quelle del Piano di Azione Locale n. 1 ( Allegati n.
2 e 3) che saranno di seguito definite e concordate con l’aggiornamento del Programma
stesso, potranno essere realizzate anche mediante l’attivazione di appositi strumenti
attuativi previsti dall’ordinamento e, in particolare, specifici Accordi di Programma per
l’esecuzione di opere di particolare rilevanza.
14
Art. 10 ‐ Monitoraggio Ed Aggiornamento
A supporto delle attività di monitoraggio e valutazione circa il grado di successo e di
adeguatezza delle attività implementate saranno selezionati, in relazione ai contenuti
specifici del PdMF, un set di indicatori con cui verificare nel tempo i risultati raggiunti.
Il Comitato Tecnico assicura al responsabile dell’ AQ-PdMF il flusso informativo relativo
all’avanzamento finanziario, procedurale e fisico degli interventi sulla base dello stato di
avanzamento delle attività e delle informazioni a tal fine fornite dai Soggetti Attuatori. La
tempestiva e corretta predisposizione delle relazioni di cui sopra costituisce presupposto
alle erogazioni delle risorse finanziarie previste dall’ AQ-PdMF. Il Comitato Tecnico
assicura inoltre il monitoraggio dell’efficacia delle azioni elaborando opportuni indicatori. L’
AQ-PdMF costituisce documento programmatico di riferimento per l’attuazione delle
politiche e può essere modificato e/o integrato per concorde volontà dei sottoscrittori,
previa approvazione da parte del Comitato di Coordinamento. Qualora la modificazione
e/o l’integrazione costituiscano rimodulazione di singole azioni-attività previste dal PdMF
o Piano di Azione Locale, senza alterarne gli obiettivi di sviluppo e l’allocazione
complessiva delle risorse, le stesse sono autorizzate dal Soggetto Responsabile che ne
dà comunicazione al Comitato di coordinamento.
Art. 11 – Approvazione ed efficacia
Ai sensi di quanto previsto dalle disposizioni di legge in materia, il presente AQ-PdMF –
Contratto di Fiume Tordino è approvato dagli organi competenti degli Enti che vi
aderiscono prima della sua sottoscrizione. I sottoscrittori provvederanno successivamente
all’approvazione a nominare il
rappresentante dell’Ente in seno al Comitato di
Coordinamento. Il provvedimento provinciale di approvazione del presente AQ-PdMF
individua gli Assessorati, con compiti di coordinamento. Quanto previsto dal presente AQPdMF – Contratto di Fiume Tordino diverrà impegnativo per ciascun soggetto dopo la
sua approvazione da parte del rispettivo organo competente e la conseguente formale
sottoscrizione da parte del rappresentante legale, o suo delegato.
Teramo, 07 aprile 2014
Letto e sottoscritto Le parti contraenti
15
ALLEGATI
A1. Bacino idrografico del fiume Tordino – Tavola n. 1
16
A2. Piano di Miglioramento Fluviale del Cdf Tordino
Il Piano di Miglioramento Fluviale (PdMF) è stato elaborato sulla base delle indicazioni
contenute nel Programma Strategico (PS) già condiviso con gli stakeholders in sede di
partecipazione pubblica ed istituzionale. Attraverso un approccio di Multilevel Governance
(MLG) per ogni obiettivo specifico sono state designate le azioni di progetto che, se
perseguite con continuità ed efficacemente combinate, possono intercettare gli interessi
legittimi, economici e culturali, della popolazione. L’ambito fluviale è il luogo in cui attuare
un innovativo progetto di governance dove al processo di riqualificazione fluviale si
associa un esteso programma di rinnovamento delle modalità di fruizione degli ambiti più
prossimi del fiume Tordino.
________________________________________________________________________
Legenda:
X.
OBIETTIVO GENERALE
X.X _OBIETTIVO SPECIFICO
X.X.n AZIONI DI PROGETTO
________________________________________________________________________
1.
RIQUALIFICARE LE AREE PRODUTTIVE
1.1 _ Recuperare le aree produttive dismesse con progetti urbanistici multisettoriali e multi-uso
1.1.1 Individuare e quantificare i beni immobili e le aree a destinazione produttiva
dismessi e/o suscettibili di utilizzo differente
1.1.2 Elaborare un Regolamento attuativo, ai sensi dell’art. 1 comma 2 della L.R.
n.49/2012, per avvalersi di misure incentivanti finalizzate al riuso del
patrimonio edilizio esistente
1.1.3 Elaborare un Regolamento per la disciplina degli Accordi di Urbanistica
Negoziata per la realizzazione di interventi di Trasformazione Urbanistica
1.1.4 Promuovere la partecipazione attiva dei privati nella elaborazione di progetti di
rigenerazione urbana
1.2 _ Potenziare e rendere efficienti le reti per lo smaltimento delle acque reflue e la
regimentazione delle acque di prima pioggia
1.2.1 Elaborare una cartografia tematica delle reti dei sottoservizi esistenti
1.2.2 Redigere progetti di ammodernamento e potenziamento delle reti dei
sottoservizi
1.2.3 Identificare aree e sistemi di rete funzionali ai comparti produttivi per
l’accumulo, la depurazione e la laminazione lenta delle acque di prima pioggia
1.3 _ Promuovere progetti finalizzati alla gestione energetica integrata delle aree
produttive
1.3.1 Realizzare l’analisi del fabbisogno energetico delle aree a destinazione
produttiva
1.3.2
Elaborare progetti per l’efficientamento energetico dei comparti produttivi
sostenendo strategie di mixitè energetica
17
1.3.3 Promuovere progetti di promozione del compostaggio domestico e di
prossimità finalizzati alla riduzione della quantità di rifiuti destinati allo
smaltimento;
1.3.4 Elaborare programmi ed impianti per la lavorazione e la valorizzazione dei
rifiuti solidi urbani differenziati: da rifiuto a materia prima, da costo a risorsa
2.
RESTAURARE IL PAESAGGIO FLUVIALE CONIUGANDO LA SALVAGUARDIA
AMBIENTALE CON LA SICUREZZA IDRAULICA
2.1 _ Restituire a condizioni di equilibrio naturale le aree danneggiate dal punto di
vista ecologico
2.1.1 Realizzare il censimento e la mappatura delle discariche dismesse e delle
aree compromesse sotto il profilo ecologico localizzate in ambito fluviale
2.1.2 Avviare un tavolo di confronto tra la Provincia di Teramo, i Comuni del bacino
idrografico e gli Enti gestori del ciclo dei rifiuti per elaborare un programma
tecnico/economico per la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti presenti in
ambito fluviale e lungo il reticolo idrografico minore
2.1.3 Elaborare progetti di riqualificazione ambientale attraverso la messa a dimora
di nuove “comunità vegetali” dall’azione depurativa
2.2 _ Incrementare del 25% le “comunità vegetali” autoctone in ambito fluviale
2.2.1 Rilevare e cartografare lo stato di fatto della rete ecologica e delle “comunità
vegetali” presenti in ambito fluviale
2.2.2 Identificare i siti riservati all’accrescimento del patrimonio arboreo (depositi
verdi)
2.2.3 Redigere l’abaco delle tipologie arboree e vegetali ammissibili
2.2.4 Promuovere la tutela della vegetazione riparia, la ricostituzione delle fasce
tampone boscate (FTB) e il monitoraggio attraverso l’applicazione dell’indice di
funzionalità fluviale (IFF)
2.3 _ Realizzare interventi di sicurezza idraulica con tecniche di ingegneria
naturalistica
2.3.1 Elaborare il modello reale dell’alveo del Fiume Tordino
2.3.2 Individuare le aree esondabili attraverso simulazioni condotte sul modello di
cui al punto 2.3.1 e aggiornare le cartografie del Piano Stralcio Difesa Alluvioni
(P.S.D.A.)
2.3.3 Redigere l’elenco delle misure di salvaguardia (opere, direttive, vincoli) e
delimitare le aree di pertinenza fluviale per conseguire un assetto fisico
dell’ambito fluviale compatibile con la sicurezza idraulica
2.3.4 Predisporre l’abaco delle opere idrauliche da realizzare con tecniche di
ingegneria naturalistica integrate con progetti di sviluppo di nuovi spazi
ricreativi
2.4 _ Realizzare efficienti sistemi di laminazione lenta delle acque superficiali
2.4.1 Suddividere il territorio del bacino idrografico in microdistretti idraulici
2.4.2 Predisporre progetti per la regimentazione e l’immagazzinamento delle acque
di superficie
2.4.3 Realizzare infrastrutture verdi per il trattenimento delle acque di superficie
2.5 _ Ridurre del 15% il consumo di suolo causato dalle aree a destinazione
produttiva
18
2.5.1 Avviare un tavolo di concertazione tra la Provincia di Teramo, i Comuni del
bacino idrografico ed il Consorzio Industriale per ridurre le previsioni
insediative delle aree a destinazione produttiva in ambito fluviale
2.5.2 Elaborare la cartografia delle aree da retrocedere e redigere la relativa
variante urbanistica
2.6 _ Portare a coerenza gli strumenti della pianificazione territoriale vigenti in una
logica di MLG
2.6.1 Elaborare il quadro delle pianificazioni e delle programmazioni incongruenti
2.6.2 Redigere la carta delle opere e degli interventi previsti in ambito fluviale
2.6.3 Predisporre il Piano di salvaguardia del sistema naturale in ambito fluviale
2.6.4 Formulare il progetto (Parco del Tordino) del nuovo assetto territoriale quale
modello di riferimento per le varianti urbanistiche da adottare
3.
MIGLIORARE
LE
ATTIVITA’
MANUTENZIONE SUL FIUME
DI
VIGILANZA,
MONITORAGGIO
E
3.1 _ Realizzare un programma di sorveglianza coordinato tra gli Enti competenti
3.1.1 Avviare un tavolo di concertazione tra gli Enti Pubblici competenti in materia di
vigilanza e accertamento dei reati in campo ambientale e le Associazioni di
volontariato
3.1.2 Redigere un Accordo di coordinamento tra le attività di vigilanza e gli
adempimenti di polizia idraulica in ambito fluviale
3.1.3 Elaborare il programma operativo delle attività che le Guardie Ecologiche
devono realizzare in ambito fluviale
3.1.4 Comunicare agli organi di informazione le attività svolte, i risultati ottenuti e le
notizie di reato accertate
3.2 _ Potenziare e perfezionare le reti di monitoraggio disposte lungo il corso del
fiume
3.2.1 Avviare un tavolo di concertazione tra la Regione Abruzzo, la Provincia di
Teramo, l’ARTA e l’Istituto Zooprofilattico “G. Caporale”
3.2.2 Fare il censimento delle possibili fonti di inquinamento ed individuare i punti di
maggiore pressione ambientale
3.2.3 Valutare l’efficacia della quantità e della distribuzione territoriale delle stazioni
di campionamento e monitoraggio
3.2.4 Fornire servizi geografici all’utenza pubblica e privata per facilitare l’accesso
alle informazioni territoriali per la condivisione e l’uso efficiente delle
conoscenze acquisite
3.3 _ Elaborare un programma di manutenzione sperimentale in attuazione della
deliberazione n.494/2000 della Regione Abruzzo
3.3.1 Avviare un tavolo di concertazione tra la Regione Abruzzo, la Provincia di
Teramo e gli Enti preposti alla manutenzione del reticolo idrografico
3.3.2 Elaborare e adottare un disciplinare per la manutenzione sostenibile della
vegetazione del corridoio fluviale e del reticolo idrografico minore
armonizzando la sicurezza idraulica con l’ecologia dell’ambiente fluviale
3.3.3 Preparare l’abaco degli interventi tipo e il Piano operativo per la manutenzione
programmata validi per operatori pubblici e privati
19
4.
MIGLIORARE LA QUALITA’ DELLE ACQUE
4.1 _ Realizzare infrastrutture verdi per la depurazione delle acque
4.1.1 Avviare in sede di ASSI (Assemblea dei Sindaci per il Servizio Idrico Integrato)
un confronto con la Ruzzo Reti S.p.A. per promuovere la realizzazione di
innovativi sistemi verdi per la depurazione naturale delle acque reflue
4.1.2 Realizzare gli impianti di fitodepurazione indicati nel Piano d’Area della Media
e Bassa Valle del Tordino
4.2 _ Rimuovere i materiali inquinanti depositati e/o abbandonati lungo il reticolo
idrografico
4.2.1 Realizzare il censimento e la mappatura delle aree di abbandono dei rifiuti
localizzate in ambito fluviale e lungo il reticolo idrografico minore
4.2.2 Avviare un tavolo di confronto tra la Provincia di Teramo, i Comuni del bacino
idrografico e gli Enti gestori del ciclo dei rifiuti per elaborare un programma
tecnico/economico finalizzato alla rimozione dei rifiuti abbandonati
4.2.3 Realizzare il Piano operativo degli interventi per la rimozione e lo smaltimento
in discarica dei rifiuti abbandonati in ambito fluviale
4.3 _ Potenziare e rendere efficienti i sistemi di depurazione delle aree urbanizzate
4.3.1 Avviare in sede di ASSI (Assemblea dei Sindaci per il Servizio Idrico Integrato)
un confronto con la Ruzzo Reti S.p.A. sulla consistenza dei sistemi di
depurazione e sul loro funzionamento
4.3.2 Rappresentare lo stato di fatto dei sistemi di depurazione attraverso l’analisi
delle caratteristiche tecniche degli impianti, le modalità di gestione utilizzate e
l’indagine sui dati relativi alle acque depurate
4.3.3 Redigere l’abaco degli interventi necessari per il miglioramento dell’efficienza
depurativa degli impianti esistenti
4.3.4 Promuovere l’utilizzo di infrastrutture verdi per la depurazione delle acque
5.
INCREMENTARE LA COMPETITIVITA’ DEL TERRITORIO FLUVIALE
5.1 _ Sviluppare un sistema di trasporto intermodale e sostenibile
5.1.1 Avviare un tavolo di concertazione tra la Regione Abruzzo, la Provincia di
Teramo, i Comuni del bacino idrografico e gli Enti pubblici e privati gestori dei
servizi di trasporto per promuovere un modello di mobilità intermodale e
sostenibile
5.1.2 Redigere uno studio di fattibilità per la edificazione della pista ciclabile a
servizio della città lineare Teramo-Giulianova
5.1.3 Promuovere progetti di rigenerazione urbana integrati con il sistema della
mobilità pubblica
5.2 _ Facilitare e sostenere le iniziative imprenditoriali collegate al paesaggio
fluviale
5.2.1 Avviare un tavolo di concertazione tra la Provincia di Teramo e gli operatori
del settore pubblico e privato per elaborare un Piano di promozione
dell’imprenditorialità in ambito fluviale
5.2.2 Sostenere la creazione di nuove imprese in materia di agricoltura, silvicoltura,
acquacultura, pesca, natura, energia e del vivere sociale tramite l’utilizzo
sostenibile delle aree demaniali e perifluviali
20
5.2.3 Valorizzare le imprese che incentivano una rinnovata fruizione sostenibile
dell’ambito fluviale
5.3 _ Valorizzare in chiave economica le attività di manutenzione del reticolo
idrografico
5.3.1 Promuovere modelli di collaborazione pubblico-privato per la gestione delle
attività di manutenzione programmata
5.3.2 Elaborare schemi di convenzione finalizzati alla valorizzazione economica
(plusvalore) del materiale residuale (solo componente vegetale) proveniente
dalle attività di manutenzione del reticolo idrografico
5.4 _ Valorizzare in chiave economica le “comunità vegetali” in ambito fluviale
5.4.1 Promuovere la formazione di “comunità vegetali” con famiglie arboree
suscettibili di valorizzazione del legno e delle specie arboree
5.4.2 Avviare un tavolo di confronto tra la Provincia di Teramo e le Associazioni di
categoria degli agricoltori per sostenere progetti di ripristino ambientale in
collaborazione con le imprese agricole
5.4.3 Redigere uno studio di fattibilità finalizzato alla valutazione di applicazioni e
soluzioni innovative che migliorino la competitività dei prodotti della filiera
foresta-legno in tutti i settori di utilizzo
5.5 _ Attraverso azioni di MLG semplificare l’attuazione di progetti in ambito fluviale
5.5.1 Avviare un tavolo di concertazione tra la Regione Abruzzo, la Provincia di
Teramo e i Comuni del bacino idrografico per identificare il Piano di
Miglioramento Fluviale (PdMF) come strumento unico di attuazione
5.5.2 Elaborare l’abaco dei criteri utili per selezionare gli interventi da inserire nel
PdMF
5.5.3 Predisporre una procedura semplificata per il rilascio di autorizzazioni o nulla
osta a cura dei soggetti istituzionalmente competenti per gli interventi inseriti
nel PdMF
6.
PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE ATTIVA
RINNOVATA FRUIZIONE DEL FIUME TORDINO
DEI
CITTADINI
E
UNA
6.1 _ Elaborare ed attuare un innovativo programma di “animazione territoriale”
6.1.1 Elaborare un innovativo Piano di Comunicazione per promuovere nell’opinione
pubblica la visione ecologica del fiume e la consapevolezza che il Tordino
rappresenta una risorsa in termini sociali ed economici
6.1.2 Realizzare un processo di partecipazione pubblica e istituzionale per
incoraggiare l’attuazione di progetti multidisciplinari finalizzati a rilanciare il
ruolo pubblico del fiume nella vita sociale ed economica dei residenti
6.2 _ Attuare progetti finalizzati ad una rinnovata fruizione del fiume Tordino
6.2.1 Avviare un tavolo di coordinamento tra la Provincia di Teramo e il mondo delle
Associazioni per promuovere un programma esecutivo di coesione sociale
6.2.2 Formulare programmi di educazione ambientale sul fiume Tordino come
laboratorio di biologia e scienze naturali all’aperto
6.2.3 Promuovere la formazione di Orti Sociali Urbani come occasione per il tempo
libero e di integrazione del reddito
6.3 _ Garantire la libera accessibilità dei cittadini al fiume
21
6.3.1 Avviare un tavolo di coordinamento tra la Provincia di Teramo e il Consorzio di
Bonifica per agevolare il libero utilizzo da parte dei cittadini delle aree a
ridosso del fiume
6.3.2 Redigere il catasto della viabilità rurale, della rete dei sentieri di accesso al
fiume e individuare le aree designate alla sosta in ambito fluviale
6.3.3 Promuovere un Piano di manutenzione programmata della viabilità attraverso
interventi di fiscalità locale
6.3.4 Elaborare un programma di interventi per installare dotazioni funzionali alla
creazione del “Parco del Tordino”.
22
A3. Piano di Azione Locale n. 1 del Cdf Tordino
Il Piano di Azione Locale (PAL) n.1 è il programma condiviso finalizzato ad identificare e
programmare le azioni necessarie per dare concreta attuazione agli obiettivi di sviluppo
sostenibile del fiume Tordino identificati dagli amministratori e dai cittadini in sede di
partecipazione pubblica. Una volta approvato il PAL costituisce il documento di indirizzo a
cui devono integrarsi le progettualità dei diversi settori pubblici e privati. La fase di
attuazione del PAL coinvolge sia gli Enti promotori, sia tutti gli stakeholders che si
assumono la responsabilità della realizzazione dei vari obiettivi specifici prefissati
attraverso la ripartizione dei compiti da attuare.
1° PROGRAMMA DI BREVE PERIODO (2-3 ANNI):
________________________________________________________________________
Legenda:
X.
OBIETTIVO GENERALE
X.X _OBIETTIVO SPECIFICO
X.X.n AZIONI DI PROGETTO
________________________________________________________________________
1.
RIQUALIFICARE LE AREE PRODUTTIVE
1.1 _ Recuperare le aree produttive dismesse con progetti urbanistici multisettoriali e multi-uso
Attraverso moderni progetti di riuso, formulati mediante il cambio di destinazione d’uso
(Legge n.49 del 15.10.2012 Regione Abruzzo), delle strutture esistenti e la
rifunzionalizzazione delle aree limitrofe e di pertinenza si persegue un progressivo
rinnovamento dei comparti produttivi in ambito fluviale al fine di riqualificarli e reinserirli nel
contesto urbano e naturale più prossimo.
1.1.1 Individuare e quantificare i beni immobili e le aree a destinazione produttiva
dismessi e/o suscettibili di utilizzo differente
1.1.2 Elaborare un Regolamento attuativo, ai sensi dell’art. 1 comma 2 della L.R.
n.49/2012, per avvalersi di misure incentivanti finalizzate al riuso del
patrimonio edilizio esistente
1.1.3 Elaborare un Regolamento per la disciplina degli Accordi di Urbanistica
Negoziata per la realizzazione di interventi di Trasformazione Urbanistica
2.
RESTAURARE IL PAESAGGIO FLUVIALE CONIUGANDO LA SALVAGUARDIA
AMBIENTALE CON LA SICUREZZA IDRAULICA
2.1 _ Restituire a condizioni di equilibrio naturale le aree danneggiate dal punto di
vista ecologico
Avviare una progressiva azione di pulizia dell’ambito fluviale e del reticolo idrografico
minore finalizzata alla rimozione e allo smaltimento in discarica dei rifiuti abbandonati.
Rimuovere e bonificare le discariche dismesse localizzate a ridosso delle sponde del
fiume Tordino se prive di sistemi di trattenimento del percolato. Valutare se le aree
bonificate possono essere sfruttate per difendersi dalle alluvioni come spazi di divagazione
23
fluviale traducendole in “zone umide naturali” attraverso la messa a dimora di nuove
“comunità vegetali” dall’azione depurativa.
2.1.1 Realizzare il censimento e la mappatura delle discariche dismesse e delle
aree compromesse sotto il profilo ecologico localizzate in ambito fluviale
2.1.2 Avviare un tavolo di confronto tra la Provincia di Teramo, i Comuni del bacino
idrografico e gli Enti gestori del ciclo dei rifiuti per elaborare un programma
tecnico/economico per la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti presenti in
ambito fluviale e lungo il reticolo idrografico minore
2.3 _ Realizzare interventi di sicurezza idraulica con tecniche di ingegneria
naturalistica
Combinando lo studio degli eventi meteorici intensi, la morfologia e le caratteristiche di
copertura e uso del suolo con il modello effettivo dell’alveo del fiume Tordino, aggiornare il
Piano Stralcio Difesa Alluvioni (P.S.D.A.). Promuovere la realizzazione di infrastrutture
verdi alternative alle soluzioni classiche offerte dall’ingegneria civile privilegiando interventi
volti a favorire anche lo sviluppo di nuovi spazi ricreativi.
2.3.1 Elaborare il modello reale dell’alveo del Fiume Tordino
2.3.2 Individuare le aree esondabili attraverso simulazioni condotte sul modello di
cui al punto 2.3.1 e aggiornare le cartografie del Piano Stralcio Difesa Alluvioni
(P.S.D.A.)
2.5 _ Ridurre del 15% il consumo di suolo causato dalle aree a destinazione
produttiva
La pressione esercitata dall’azione dell’uomo sul paesaggio fluviale frutto di una
pianificazione territoriale non integrata ha determinato la necessità di ridefinire un nuovo
sistema di relazione tra l’ambito del costruito e il paesaggio fluviale al fine di promuovere
un modello di città lineare sostenibile. In questa ottica, sulla base dei dati analizzati e in
riferimento agli indirizzi contenuti nella proposta di revisione delle Norme Tecniche di
Attuazione del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Teramo la riduzione
dell’impronta urbanistica è stata misurata in 24 campi di calcio pari ad una superficie
complessiva di 153.000 mq.
2.5.1 Avviare un tavolo di concertazione tra la Provincia di Teramo, i Comuni del
bacino idrografico ed il Consorzio Industriale per ridurre le previsioni
insediative delle aree a destinazione produttiva in ambito fluviale
2.5.2 Elaborare la cartografia delle aree da retrocedere e redigere la relativa
variante urbanistica
2.6 _ Portare a coerenza gli strumenti della pianificazione territoriale vigenti in una
logica di MLG
Attraverso l’analisi delle scelte strategiche inerenti infrastrutture viarie, aree di interesse
ambientale e ipotesi di sviluppo urbano, contenute nelle carte tematiche degli strumenti
della pianificazione territoriale alle varie scale e livelli, evidenziare le previsioni
incongruenti. La ricerca sugli asset del paesaggio fluviale è diretta alla identificazione delle
previsioni territoriali necessarie per garantire la salvaguardia dei varchi e delle
discontinuità presenti all’interno del sistema della città lineare nonché per mitigare il rischio
idrogeologico. Il PdMF disegna l’assetto territoriale verso cui tendere e rappresenta il
dispositivo per il riscontro e la verifica delle incompatibilità proponendosi quale modello di
riferimento per le varianti urbanistiche da adottare.
2.6.1 Elaborare il quadro delle pianificazioni e delle programmazioni incongruenti
2.6.2 Redigere la carta delle opere e degli interventi previsti in ambito fluviale
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3.
MIGLIORARE
LE
ATTIVITA’
MANUTENZIONE SUL FIUME
DI
VIGILANZA,
MONITORAGGIO
E
3.1 _ Realizzare un programma di sorveglianza coordinato tra gli Enti competenti
Benché la normativa in materia ambientale ha precisato le competenze dei diversi Enti in
materia di controllo e sorveglianza dei reati ambientali in ambito fluviale emerge che le
attività di vigilanza attiva sono progressivamente diminuite. L’azione di controllo volontario
messo in atto dai cittadini diminuisce con il progressivo abbandono delle aree fluviali. E’
necessario pertanto rilanciare l’attività di sorveglianza attraverso un accordo di
coordinamento che mette insieme i compiti di Polizia delle Acque con le attività di Polizia
Idraulica al fine di assumere un atteggiamento rigoroso nelle attività di controllo ed essere
intransigenti in ambito sanzionatorio.
3.1.1 Avviare un tavolo di concertazione tra gli Enti Pubblici competenti in materia di
vigilanza e accertamento dei reati in campo ambientale e le Associazioni di
volontariato
3.1.3 Elaborare il programma operativo delle attività che le Guardie Ecologiche
devono realizzare in ambito fluviale
3.2 _ Potenziare e perfezionare le reti di monitoraggio disposte lungo il corso del
fiume
Il sistema di monitoraggio installato lungo il corso del fiume Tordino deve essere rivisto in
relazione alle possibili fonti di inquinamento. E’ necessario intervenire sull’attuale sistema
di monitoraggio per implementare il numero dei punti di prelievo e riconfigurare la
distribuzione territoriale delle stazioni di campionamento. Il regime marcatamente
torrentizio del fiume Tordino evidenzia criticità nel Deflusso Minimo Vitale (DMV) in
particolare nei mesi estivi mentre lo stato di qualità dell’acqua, nel tratto compreso tra la
citta di Teramo e il mare, è progressivamente peggiorato.
3.2.1 Avviare un tavolo di concertazione tra la Regione Abruzzo, la Provincia di
Teramo, l’ARTA e l’Istituto Zooprofilattico “G. Caporale”
3.2.2 Fare il censimento delle possibili fonti di inquinamento ed individuare i punti di
maggiore pressione ambientale
3.3 _ Elaborare un programma di manutenzione sperimentale in attuazione della
deliberazione n.494/2000 della Regione Abruzzo
Gli indirizzi, i criteri e i metodi selezionati dalla Regione Abruzzo come funzionali alla
salvaguardia delle georisorse regionali sono finalizzati a fornire regole agli operatori
pubblici e privati in materia di manutenzione idraulico forestale. La circolare è un utile
riferimento per la elaborazione di un disciplinare per la manutenzione sostenibile della
vegetazione in ambito fluviale elaborato anche in relazione alle necessità di sicurezza
idraulica. All’abaco degli interventi devono attenersi i soggetti, pubblici e privati, che
operano in difesa del suolo e nelle attività di manutenzione lungo il reticolo idrografico e la
rete ecologica.
3.3.1 Avviare un tavolo di concertazione tra la Regione Abruzzo, la Provincia di
Teramo e gli Enti preposti alla manutenzione del reticolo idrografico
3.3.2 Elaborare e adottare un disciplinare per la manutenzione sostenibile della
vegetazione del corridoio fluviale e del reticolo idrografico minore
armonizzando la sicurezza idraulica con l’ecologia dell’ambiente fluviale
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4.
MIGLIORARE LA QUALITA’ DELLE ACQUE
4.1 _ Realizzare infrastrutture verdi per la depurazione delle acque
Le infrastrutture verdi costano meno e durano di più rispetto alle alternative classiche,
sono efficienti nella depurazione delle acque e svolgono un’azione positiva su altri aspetti
del vivere sociale persino la flora e la fauna selvatiche, grazie alle infrastrutture verdi,
trovano un ambiente propizio al loro insediamento, anche in contesti urbani.
4.1.1 Avviare in sede di ASSI (Assemblea dei Sindaci per il Servizio Idrico Integrato)
un confronto con la Ruzzo Reti S.p.A. per promuovere la realizzazione di
innovativi sistemi verdi per la depurazione naturale delle acque reflue
4.2 _ Rimuovere i materiali inquinanti depositati e/o abbandonati lungo il reticolo
idrografico
I rifiuti abbandonati o depositati in discariche sono soggetti ad un deterioramento
progressivo e con il rilascio lento di sostanze inquinanti incidono negativamente sul livello
di qualità dell’acqua. La bonifica dei siti inquinati, attraverso la rimozione dei materiali
abbandonati e il loro collocamento a discarica, deve essere progressivamente estesa a
tutto il reticolo idrografico del Tordino.
4.2.1 Realizzare il censimento e la mappatura delle aree di abbandono dei rifiuti
localizzate in ambito fluviale e lungo il reticolo idrografico minore
4.2.2 Avviare un tavolo di confronto tra la Provincia di Teramo, i Comuni del bacino
idrografico e gli Enti gestori del ciclo dei rifiuti per elaborare un programma
tecnico/economico finalizzato alla rimozione dei rifiuti abbandonati
4.3 _ Potenziare e rendere efficienti i sistemi di depurazione delle aree urbanizzate
L’antropizzazione progressiva delle aree della media e bassa valle del Tordino esercita un
disturbo complessivo di origine antropica crescente sul paesaggio fluviale. Dallo studio
delle caratteristiche tecniche degli impianti di depurazione, dall’analisi delle modalità di
gestione utilizzate e dall’indagine sui dati relativi alle acque depurate dovrà essere stilato
l’elenco degli interventi necessari per migliorare l’efficienza depurativa degli impianti
attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative verdi.
4.3.1 Avviare in sede di ASSI (Assemblea dei Sindaci per il Servizio Idrico Integrato)
un confronto con la Ruzzo Reti S.p.A. sulla consistenza dei sistemi di
depurazione e sul loro funzionamento
4.3.2 Rappresentare lo stato di fatto dei sistemi di depurazione attraverso l’analisi
delle caratteristiche tecniche degli impianti, le modalità di gestione utilizzate e
l’indagine sui dati relativi alle acque depurate
5.
INCREMENTARE LA COMPETITIVITA’ DEL TERRITORIO FLUVIALE
5.5 _ Attraverso azioni di MLG semplificare l’attuazione di progetti in ambito fluviale
Per agevolare i progetti di rinnovamento e trasformazione è necessario rimuovere gli
ostacoli burocratici, amministrativi e normativi che rendono difficoltosa l’attuazione degli
interventi proposti. In un quadro di sostenibilità condiviso e verificato il CdF e il Piano di
Miglioramento Fluviale si configurano come strumento unico di attuazione, gli interventi in
esso inseriti sono già valutati positivamente per il rilascio di autorizzazioni o nulla-osta da
parte dei soggetti istituzionalmente competenti.
5.5.1 Avviare un tavolo di concertazione tra la Regione Abruzzo, la Provincia di
Teramo e i Comuni del bacino idrografico per identificare il Piano di
Miglioramento Fluviale (PdMF) come strumento unico di attuazione
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6.
PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE ATTIVA DEI CITTADINI E UNA
RINNOVATA FRUIZIONE DEL FIUME TORDINO
6.1 _ Elaborare ed attuare un innovativo programma di “animazione territoriale”
Il rilancio del ruolo pubblico del fiume Tordino va perseguito attraverso la progettazione e
la realizzazione di un insieme sistematico di azioni rivolte a tutti i cittadini. L’informazione è
volta a favorire la divulgazione nell’opinione pubblica che il fiume Tordino è al centro di un
ampio programma di riqualificazione. L’attività di partecipazione pubblica e istituzionale è
finalizzata a rilanciare il ruolo del fiume nella vita sociale ed economica dei residenti.
Attraverso forme di collaborazione pubblico-privato è inoltre necessario promuovere la
formazione di progetti che
coniugano gli interessi collettivi con gli interessi legittimi dei cittadini.
6.1.1 Elaborare un innovativo Piano di Comunicazione per promuovere nell’opinione
pubblica la visione ecologica del fiume e la consapevolezza che il Tordino
rappresenta una risorsa in termini sociali ed economici
6.1.2 Realizzare un processo di partecipazione pubblica e istituzionale per
incoraggiare l’attuazione di progetti multidisciplinari finalizzati a rilanciare il
ruolo pubblico del fiume nella vita sociale ed economica dei residenti
6.2 _ Attuare progetti finalizzati ad una rinnovata fruizione del fiume Tordino
Le politiche pubbliche devono essere finalizzate alla promozione di azioni di coesione
sociale. Con la collaborazione delle associazioni di categoria, artistiche, sportive,
educative e culturali elaborare un programma esecutivo volto a promuovere una rinnovata
funzione sociale delle aree fluviali.
6.2.1 Avviare un tavolo di coordinamento tra la Provincia di Teramo e il mondo delle
Associazioni per promuovere un programma esecutivo di coesione sociale
6.2.2 Formulare programmi di educazione ambientale sul fiume Tordino come
laboratorio di biologia e scienze naturali all’aperto
6.2.3 Promuovere la formazione di Orti Sociali Urbani come occasione per il tempo
libero e di integrazione del reddito
6.3 _ Garantire la libera accessibilità dei cittadini al fiume
Potenziare e migliorare la fruibilità delle aree fluviali da parte dei cittadini permette di
promuovere un rinnovato approccio per il ricongiungimento dei residenti al fiume espresso
nei modi più consoni alla realtà sociale locale. Attraverso un programma di manutenzione
della rete viaria e sentieristica di penetrazione agevolare il libero accesso dei cittadini alle
aree a ridosso del fiume.
6.3.1 Avviare un tavolo di coordinamento tra la Provincia di Teramo e il Consorzio di
Bonifica per agevolare il libero utilizzo da parte dei cittadini delle aree a
ridosso del fiume
6.3.2 Redigere il catasto della viabilità rurale, della rete dei sentieri di accesso al
fiume e individuare le aree designate alla sosta in ambito fluviale
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