L’ECO DI BERGAMO 42 SABATO 11 OTTOBRE 2014 Provincia Riapre dopo 112 giorni la strada Ubiale-Clanezzo La strada Ubiale-Clanezzo, usata anche dai pendolari della Val Brembana, riapre da lunedì dopo 112 giorni di stop per lavori: ma ai soli residenti A pagina 51 [email protected] www.ecodibergamo.it/cronaca/section/ Lizzola corre in fiera «Siamo pronti lo sci non si ferma» Colere tira la volata Valbondione, ad Alta Quota l’esordio della coop che intende gestire gli impianti di risalita Il presidente: gruppo motivato nato per lavorare Valbondione Presente, «Nuova Lizzola» c’è. C’è persino alla fiera Alta Quota a presentarsi al mondo, la neonata cooperativa che salverà le sciate in Val Sedornia e giù dalla pista Due baite. Costituitasi sabato scorso con atto notarile, giovedì ha depositato al municipio di Valbondione la sua offerta per gestire, a partire dalla stagione che fa capolino dietro l’angolo, gli impianti sciistici sopra il paese. Nome, presidente e vice ci sono. Oggi sarà la volta del logo, un intreccio di mani che palesa la voglia di collaborare per dare una svolta a un periodo che ha tolto il sole dalla frazione baciata dal Pizzo Coca. «Siamo nati per dare posti di lavoro e con questa avventura contiamo di crearne una decina» annuncia Fabio Semperboni, scelto a presiedere la cooperativa sociale «Nuova Lizzola», un nome un programma. «Una ventina, molto motivati» Lavoro in Uniacque, consigliere di minoranza fino allo scorso dicembre, Semperboni non si sbilancia su chi ha aderito alla cooperativa. «Una ventina di persone molto motivate», dice senza confermare la notizia – data da altre parti, quindi ben più di una voce – che nel gruppo siede anche quell’Angelo Stabilini che è Fabio Semperboni Depositata in Comune l’offerta. «Speriamo di essere gli unici» il patron della stazione di Colere. Vicino di casa, anzi cugino, anzi a capo della società, la Berghem Ski, che (dovrebbe) sovrintende(re) al nuovo comprensorio sciistico. Bloccato da tempo, come bloccata dal 12 marzo scorso è Stl, la società poi dichiarata fallita e «che non sentirete mai nominare da noi» fa sapere Fabio Semperboni, il quale del dopo Stl ha cominciato a occuparsi già da quando il sindaco Sonia Simoncelli l’ha scelto per il suo tavolo di lavoro dedicato proprio alla questione impianti. Ora, che Stabilini sia della partita, è ben più di una curiosità. Due anni fa a quest’ora l’attenzione era puntata proprio sulla Società impianti risalita Polzone Albani, a rischio chiusura fino all’ultimo. Invece un prestito garantito da Confiab Fogalco e Confidi scongiurò il peggio e i biglietti stagionali scontati vennero messi in prevendita all’ultimo minuto (era il 9 novembre), salvando la stagione. Sarà forse per questa sua esperienza di corsa contro il tempo che la cooperativa ha contattato Stabilini. Sarà che lui i bilanci in rosso li ha aperti e riaperti più volte, due anni e mezzo fa. Fatto sta che la liaison Lizzola-Colere non si spezza e, ora che c’è da inseguire un sogno a misura di piccola stazione, con il maxi comprensorio che resta in attesa di tempi migliori, lui c’è. I progetti? Non solo neve «Nuova Lizzola» nasce per la neve, ma «questa è solo la prima di una serie di progetti che intendiamo fare», precisa il presidente che la proposta economica depositata in Comune si sente di definirla «buona, molto buona, anche se fino al 15, quando scade il termine per depositare le offerte, non aggiungeremo altro». Il partner Due anni fa la crisi Sirpa risolta in quattro mesi Ventitré giugno - 7 novembre 2012: quattro mesi e mezzo di pura passione. Ma alla fine la stazione sciistica di Colere ce l’ha fatta: chiusura sventata. E oggi a due anni di distanza fa specie ritrovarsi il patron della Sirpa nella cooperativa sociale che dovrà salvare Lizzola. Era il 23 giugno quando si palesò il primo vero campanello d’allarme. Che la stagione invernale non fosse andata per niente bene lo si sapeva, ma la corrente staccata – e quindi le seggiovie ferme – erano lì a mostrare difficoltà più serie. Lo si vide il 23 giugno, giorno in cui si correva la gara podistica non competitiva «ColereRifugio Albani». Senza la seggiovia solitamente sfruttata da parenti e amici dei runner. Da allora e sino a novembre, la crisi della stazione sciistica scalvina – riconosciuta da campioni e appassionati di neve come la più bella delle Orobie e seconda soltanto a Bormio in Lombardia – riempì giornali e tg, a raccontare il destino Presolana-Monte Pora Maroni apre al rilancio Castione L’aveva promesso Maroni, quella sera di febbraio. Ieri l’ha mantenuta: con la delibera della Giunta regionale è stato messo il primo tassello dell’accordo i programma per l’ampliamento e il potenziamento del comprensorio sciistico Presolana-Monte Pora. Cosa significa? «Che finalmente potremo superare tutte le difficoltà di natura burocratica che ci tenevano a palo parecchi pro- getti» risponde Lorenzo Pasinetti, amministratore delegato di Irta e direttore degli impianti del Passo della Presolana e del Monte Pora. La delibera promuove l’Accordo di Programma allo scopo di favorire il rilancio turistico e sportivo del comprensorio sciistico, attraverso la realizzazione di opere che contribuiscono alla destagionalizzazione dell’area e alla messa e tenuta in sicurezza Mauro Pezzoli dei cinque dipendenti della società in attesa in cassa integrazione chi con cinque, chi con sei stipendi arretrati, ma anche di una settantina di persone tra addetti ai rifugi Cima Bianca e Aquila e all’albergo Pian del Sole, oltre ai maestri di sci. Dalla società Sirpa partirono ripetuti appelli agli enti pubblici perché dessero il loro contributo, nacque anche il Comitato «Colere nel cuore» che organizzò un sit-in in piazza, ma pure cordate interessate a rilevare la stazione. Alla fine però a dare la svolta fu un mutuo ipotecario di secondo grado da 420.000 euro, il 60% dei quali garantito al 20% ciascuno da Confiab, Fogalco e Confidi, il resto dalla società stessa. della strada per il Pora, opera quantomai invocata per consentire ai turisti un miglior accesso alle piste. Il tutto, abbinato all’avvio del procedimento di Valutazione ambientale strategica. L’accordo impegna Regione, Provincia, le Comunità montane Valle Seriana e dei Laghi bergamaschi, oltre ai quattro Comuni su cui insistono le due stazioni sciistiche: Castione, Rogno, Songavazzo e Costa Volpino. «Il punto di partenza è la definizione del nostro demanio sciabile, che va ratificato dalla Regione – spiega il sindaco di Castione, Mauro Pezzoli – così che possa contemplare nel proprio Piano territoriale regionale le ipotesi del Piano territoriale 43 L’ECO DI BERGAMO SABATO 11 OTTOBRE 2014 La casa confiscata alla mafia ora accoglie i padri separati Racket delle auto smontate Chiusa l’indagine, 4 arresti Si inaugura oggi la Casa dei papà separati, ricavata da una casa sequestrata alla mafia. Nella struttura spazi per quattro persone e attività A pagina 53 Le vetture rubate venivano fatte a pezzi per rivendere i ricambi. Eseguite le misure cautelari. Un anno fa a Zanica il primo blitz della stradale A pagina 54 Gli impianti di risalita di Lizzola: in pista c’è la cooperativa «Nuova Lizzola» che in Comune ha presentato la sua offerta per la gestione «L’affitto non sarà zero Nel 2015 chi compra?» Il curatore fallimentare di Stl scrive al Comune Crediti per oltre 3 milioni: Gamba ancora non c’è vie o anche a tutte le attrezzature annesse». Quanti sono i creditori? «Una novantina, ma ne mancano ancora: lo stato passivo sarà definito con il giudice il 22 ottobre prossimo. Chi comunque non si è insinuato (presentato domanda di ammissione al passivo, ndr) lo può fare entro un anno». E a quanto ammonta il passivo? «I creditori privilegiati vantano 1.158.000 euro, quelli chirografari (non assistiti da alcun tipo di garanzia reale come pegno e ipoteca, né fideiussioni, ndr) 2.173.000». MARTA TODESCHINI i fa presto a dire canone zero: «È un’espressione da interpretare». Vallo tu a dire ai 90 e passa creditori di Stl, la società degli impianti sciistici di Valbondione fallita alla fine di maggio dopo aver chiuso le piste a marzo. Questi soltanto – perché molti altri non si sono ancora fatti avanti, Gianfranco Gamba compreso – vantano tre milioni e 330 mila euro di credito. Una cifra destinata forse a triplicarsi, quando anche chi finora è rimasto a guardare busserà alla porta di Osvaldo Esposito, il curatore fallimentare, mostrando il suo conto. Alcuni di loro, dopo l’annuncio del sindaco di Valbondione che chiamava a raccolta imprenditori e cittadini interessati a dare un futuro agli impianti, non hanno gradito il passaggio relativo al «canone simbolico» da corrispondere al curatore, motivo per cui il commercialista di Bergamo ha scritto a Sonia Simoncelli per mettere a fuoco alcuni temi. Tra questi, l’anno sperimentale: dall’amministrazione, il fallimento vuole sapere quante probabilità ci sono che poi si passi all’acquisto. Temi che, con la proposta della cooperativa – o di altri che si presenteranno entro mercoledì prossimo – andranno affrontati. S Appello alla continuità Nel giorno in cui i «nuovi» si presentano, il curatore fallimentare chiede continuità: «L’idea sicuramente è di continuare – replica Semperboni –: l’anno di sperimentazione comunque ci servirà». Si parte quindi, «sperando di essere solo noi – aggiunge il vicepresidente Michael Semperboni –. Ma anche se dovessero arrivare altre proposte e venisse scelto qualcun altro, garantiamo il nostro appoggio, perché Lizzola, Valbondione, l’intera alta valle merita di rinascere». Chi verrà scelto prenderà in carico sciovie, seggiovie, campo scuola e pure la pista da fondo di Casa Corti. Poi, verificata la sostenibilità dell’operazione, il Comune deci- derà se acquistare o prendere in affitto il ramo d’azienda, ciò entro il 31 luglio 2015, anche se le dichiarazioni di Osvaldo Esposito, il curatore fallimentare di Stl (nella pagina seguente) lasciano intuire che se ne comincerà a parlare ben prima. I propositi e i creditori Con un obiettivo comune: andare d’accordo per il bene del paese. Con un occhio ai creditori, ma l’altro spalancato sulle seconde case vuote, sui negozi, i bar e i ristoranti che vogliono resistere. E i pensieri soltanto alle discese ardite dal Mirtillo al Due baite, alle cioccolate tracannate per scaldarsi. Al futuro. 1 M. Tode. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Dottor Esposito, quali dubbi nutre? «Anzitutto la formula del canone zero è tutta da interpretare. Dire che chi prenderà in gestione gli impianti di Lizzola non verserà alcun corrispettivo, non è corretto: non esiste alcuna autorizzazione da parte del tribunale a procedere con un affitto a canone zero. Gratis Tra questi c’è Gamba, l’ex proprietario di Mountain Security e principale accusatore di Morandi nella vicenda di Fiorano? «No, non si è ancora insinuato». Si parlava di un suo credito nei confronti di Stl da 4 milioni, giusto? «Ha un credito da finanziamento di 3.600.000 euro e altri 450.000 euro per un mutuo suo personale». Tra i creditori risultano anche le imprese che hanno realizzato gli ultimi lavori per Stl? Gli uffici della società Sviluppo Turistico Lizzola non esiste nulla: il nostro compito è di tutelare i creditori». Ma il sindaco e anche il consulente legale del Comune, l’avvocato Stefano Zonca, nel Consiglio comunale dello scorso 17 settembre hanno messo in chiaro che chi subentrerà, si dovrà accollare i costi della manutenzione degli impianti. «Appunto: se chi comincia a prendere in affitto gli impianti, prima di farli partire deve spendere dei soldi, diciamo 100 mila euro per metterli a puntino, questa può essere una spesa assorbibile nell’affitto». Una questione di forma, problema risolto. Altre questioni aperte? «I dubbio sul mero affitto per un anno: a noi serve continuità. Abbiamo bisogno di sapere dal Comune se è intenzionato o meno a esercitare la prelazione. E poi: affitta o acquista? Non vorremmo, tra un anno, ritrovarci punto e a capo, tra l’altro senza aver realizzato alcunché. Un terzo interlocutore invece potrebbe entrare in gioco se il Comune non esercita questa opzione». «Se si riferisce alla centrale a biomassa, sono arrivate richieste dalle ditte che si sono occupate dell’infrastruttura, non dalle imprese che avrebbero fornito turbine e caldaie, che per quest’opera hanno riscosso acconti». Altri punti in sospeso? «La questione Ski stadium, la pista illuminata: sarà probabilmente oggetto di contenzioso. Il problema è: di chi è la proprietà? Esiste una convenzione che stabiliva che, ultimati i lavori, dovesse essere conferita a Stl. Cosa che non è ancora avvenuta». Quanto vale Stl ora? Poi c’è la centrale a biomassa. «La perizia non è stata ancora depositata». «Anche questo sarà un argomento da sviscerare. Un’opera per cui sono stati spesi tanti soldi ma che, ora, è una cattedrale nel deserto. L’area è del Comune, che aveva dato in concessione a Stl: bisognerà capire cosa intende farne». 1 Si parla di 700 mila euro... «Indicativamente il valore è questo, al netto delle spese per far ripartire gli impianti. Ma occorre pure chiarire se il Comune è interessato alle seggio- ©RIPRODUZIONE RISERVATA L’iniziativa Il bacino d’acqua al Pian del Termen, insufficiente a innevare del comprensorio sciistico Monte Pora. Approvato l’accordo di programma si procederà ora a definire un tavolo politico e quindi un tavolo tecnico che traccerà il perimetro e le caratteristiche del demanio sciabile». Poi via alla Vas e, a cascata,si potranno individuare le zone dove ricavare nuovi bacini idrici necessari a garantire un innevamento artificiale costante per cui «sono cinque anni che ci scontriamo con mille vincoli» fa notare Pasinetti. Obiettivo: destagionalizzare: per questo si potrà mettere la testa nel progetto del golf in quota, in località Pian del Termen. Infine, la strada del Pora: più si è, più forza si ha – soprattutto se al tavolo siedono enti superiori – per richiedere finanziamenti ««utili a un intervento risolutivo» aggiunge Pezzoli. Soddisfatto pure il consigliere regionale della Lega Nord, Roberto Anelli che definisce l’approvazione di ieri «un passo importantissimo per il rilancio del comprensorio sciistico e del territorio circostante. Ringrazio il governatore Maroni e la Giunta regionale – continua Anelli – per essersi attivati rapidamente al fine di arrivare alla promozione di questo fondamentale accordo di programma». E plaude al sostegno delle istituzioni ai privati che intendono investire sul nostro territorio, «importante soprattutto in un momento di crisi come questo». 1 M. To. Uno stand ad Alta Quota per mostrare il nuovo corso Il marketing è l’anima di ogni progetto e quale miglior palcoscenico per presentarsi, se non una fiera del settore in cui si opererà? Ieri ad Alta Quota, la fiera della montagna in corso in via Lunga, affiancato allo stand di Promoserio c’era pure la postazione di «Nuova Lizzola», la cooperativa sociale fondata sabato a Valbondione. Nata con l’obiettivo – immediato – di rilevare la gestione dell’omonima stazione sciistica per riproporla a sciatori e snowboardisti, dall’Immacolata. Un monitor, due pouf marchiati per dire: ci siamo. Lo stand di «Nuova Lizzola»
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