Biella Piano Il Vernato e le colline biellesi Biella

SOMMARIO
SOMMARIO
La storia
7
ITINERARIO 1
Biella Piano
• Basilica di San Sebastiano
• Museo del Territorio Biellese
• Ex Lanificio-scuola Felice Piacenza
• Villa Schneider
• Istituto Commerciale Eugenio Bona
• Giardini Zumaglini - Ufficio Turismo
• Via Italia
• Chiesa della Santissima Trinità
• Seminario vescovile
• Piazza del Duomo
• Duomo
• Battistero
• Palazzo Oropa
• Confraternita di San Cassiano in Riva
• Teatro Sociale
• Chiesa di San Filippo
16
23
32
33
34
36
37
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40
41
42
51
52
52
53
55
La beata Panacea nel Biellese
Acqua e fatica: un percorso
di archeologia industriale sul Cervo
Visita alla chiesa di San Gerolamo
Il “Brich” di Zumaglia
Il terribile signore di Masserano
47
56
58
60
65
• Confraternita di Sant’Anna
75
• Palazzo Scaglia
80
• Casa Teccio
84
• Palazzo dei Principi Dal Pozzo
della Cisterna
86
• Antico Palazzo del Comune
90
• Parrocchiale di San Giacomo
91
• Palazzo Gromo di Ternengo
99
• Vicolo San Giacomo
101
• Quartiere del Bellone
103
• Palazzo dei Marchesi della Marmora 105
• Oratorio del Santissimo Sudario
112
• Palazzo ex Gromo Losa di Prarolo,
ora della Fondazione Cassa di Risparmio113
• Palazzo Ferrero
115
• Complesso Poma
117
• Casa Fantone
118
• Monastero di Santa Caterina
118
Il prezioso trittico di Daniele de Bosis
94
Il Vernato e le colline biellesi
122
127
134
135
136
141
144
145
146
ITINERARIO 2
• Pollone
Parco Burcina
150
150
• Oratorio di San Rocco
• Via Amedeo Avogadro
• Occhieppo Inferiore
Chiesa di San Clemente
Cascina San Clemente
153
153
157
59
64
67
Biella Piazzo
72
73
158
Enigmi e curiosità in Casa Masserano
Un paese... di Passione
Visita alla Trappa
Panoramica e Oasi Zegna
132
142
149
152
ITINERARIO 4
Il Santuario di Oropa
• Basilica antica
• Museo dei Tesori di Oropa
• Appartamento reale
• Basilica grande
• Sacro Monte
• Cimitero monumentale
• Giardino botanico
162
172
182
185
189
189
191
Gli affreschi del sacello
La processione di Fontainemore
164
171
Escursioni da Oropa
ITINERARIO 3
• Parrocchiale di San Biagio
• Casa Masserano
• Casa della Sindone
• Città Studi
• Santuario di Graglia
• Sordevolo
Oratorio di Santa Marta
Museo della Passione di Sordevolo
Chiesa parrocchiale
Escursioni fuori città
Il Santuario di San Giovanni d’Andorno
Il magnifico Palazzo dei Principi
Ferrero Fieschi di Masserano
Castellengo
• Palazzo Boglietti
Rifugi Rosazza, Savoia, Coda
e lago del Mucrone
San Bartolomeo
194
195
Il castello dei conti Vialardi
di Sandigliano e oratorio
di Sant’Antonio Abate
Un temibile signore per
una committenza di affreschi
Una Madonna che ride
La Bessa
Casa Maffeo: la dimora
di un Avogadro sfortunato
L’Ecomuseo dell’Oro di Vermogno
214
218
223
228
232
238
Escursioni “lago e vini”
Il lago di Viverone
234
Enogastronomia
I Golf Club biellesi
Shopping di qualità
Schede biografiche
Indirizzi utili
Dove dormire
Dove mangiare
Indice dei luoghi
244
248
250
252
267
268
272
286
ITINERARIO 5
Il circondario
• Benna
• Candelo
• Sandigliano
• Gaglianico
• Ponderano
• Cerrione
• Vermogno
• Mongrando
200
206
213
217
221
225
237
240
Atelier di taglio e cucito medievale
Il ricetto di Candelo
203
210
INFORMAZIONI SULLA CITTÀ
Il Biellese occupa una superficie di 913,03
km2 con una popolazione di 187.541 abitanti
per una densità di 205 ab./km2. 82 i comuni.
La città di Biella ha una popolazione di 46.350
abitanti (stima aggiornata al 31/12/2007).
La geografia
La provincia di Biella è circondata ad est e ad
ovest dalle colline, a nord dalle montagne e a
sud dalla pianura. Offre, quindi, una notevole
varietà paesaggistica e comprende tre aree protette: la Riserva Naturale Speciale della Bessa,
la Riserva Naturale Speciale della Burcina, la
Riserva Naturale Orientata della Baraggia. Il
Biellese è compreso in due bacini idrografici:
quello del torrente Cervo e quello del torrente
Sessera. Particolarmente rinomato il lago di
Viverone condiviso con la provincia di Torino.
Il clima
In generale il clima è mite con estati non eccessivamente calde e inverni non rigidi. Ovviamente nelle zone di alta montagna l’inverno è
rigido. Scarsi i venti.
ITINERARIO 1
Biella Piano
Il percorso vede il punto di avvio
nella basilica di San Sebastiano eretta
grazie al mecenatismo di uno straordinario
personaggio biellese amico di papi e di re.
Nell’ex chiostro di tale basilica è ospitato
il Museo del Territorio Biellese,
seconda importante tappa del nostro itinerario.
Non lontano il duomo, il battistero
e la chiesa della Santissima Trinità
formano un accattivante nucleo
storico-artistico, in prossimità
della centrale via Italia,
resa vivace da un’infilata
di colorati negozi
e tangente ad altre
due chiese di
notevole interesse.
PUNTI DI INTERESSE
1 Basilica di San Sebastiano
2 Museo del Territorio Biellese
3 Ex Lanificio-scuola Felice Piacenza
4 Istituto Commerciale Eugenio Bona
5 Giardini Zumaglini
Seminario vescovile
Duomo
9 Battistero
10 Confraternita di San Cassiano in Riva
11 Chiesa di San Filippo
7
8
6 Chiesa della Santissima Trinità
15
ITINERARIO 1
VISITA DEL DUOMO
8
Il duomo era un tempo dedicato alla Madonna
con il titolo di Santa Maria in Piano e poi di Santa Maria Maggiore. L’edificio attuale è il risultato di numerosi interventi, i più significativi dei
quali risultano essere quelli avviati in epoca settecentesca con la sovrintendenza dell’architetto
Ignazio Giulio cui subentrò, per avvenuta morte, l’architetto Nicola Martiniano Tarino. Notevole, altresì, la costruzione del portico verificatasi per mano di Felice Marandono fra gli anni
1824 e 1828; il frontale risale al 1826.
Il campanile accanto al duomo è quanto resta
della chiesa di Santo Stefano, demolita con lavori conclusisi nel 1873. Discordi i pareri sulla datazione di tale campanile, recentemente restaurato; Lebole ritiene che debba essere riferito ad
un periodo tra i secoli XI e XII con cuspide della
fine del XIV secolo. Costruito in pietre di torrente posate a spina di pesce con inserti di mattoni,
presenta nove piani; in cotto la piramide.
L’edificio originario del duomo, innalzato nel
1402 dal mastro Giovanni Borri su una chiesa
ancor precedente, era probabilmente stato voluto in ringraziamento per la protezione avuta
dalla peste del 1399. Di tale edificio restano esigui reperti: in particolare, oltre ad alcuni singolari capitelli, un gruppo di affreschi, alcuni
staccati, altri ancora in loco, come vedremo all’interno.
Duomo, piazza del Duomo
tel. 015 22592
N 45° 33’ 59’’
E 8° 3’ 10’’
Il campanile della ex
chiesa di Santo Stefano,
che affianca il Duomo.
Facciata del Duomo.
L’interno
La visita può iniziare dall’ingresso
laterale il quale conduce, sulla destra, ad un vano dove si trova il
più famoso degli affreschi antichi,
quello del cosiddetto Cristo della
Domenica, dovuto ad anonimo
maestro. L’opera, risalente alla seconda metà del XV secolo, per ordine vescovile del 1571 rischiò addirittura di andare distrutta.
Detto Cristo, dolicocefalo, osserva il riguardante, mentre il corpo gli viene trafitto
dagli strumenti di lavoro ed è monito a non
tradire il precetto di santificare le feste.
A decorazione della lunetta della
medesima porta si può ammirare
una Madonna in trono con Bambino, zuccherosa raffigurazione
affine nello stile alla maniera del
Maestro sopracitato.
CG
Duomo
A fianco della porta
laterale del duomo
si può notare
il Cristo della Domenica.
Colpisce in particolare la calma che traspare dalla figuretta del Bambino, avvolto in fasce; nella manina destra tiene
un fiore, nella sinistra un cartiglio con la scritta: “Ego dormio et cor meum vigilat” (ossia: “Io dormo, ma il mio cuore veglia”). È il prodotto di un’arte semplice, che basa il
suo valore sull’immediatezza, sulla spontaneità e che, rifugiandosi in un compilativo horror vacui risolto da un fitto
impiego di elementi floreali stilizzati, rimedia all’assoluta
nescienza di analisi prospettica.
La Madonna in trono
con Bambino, posta
a decorazione della lunetta
della medesima
porta.
L’ambiente in cui si trovano questi
dipinti ospita un altro interessante affresco, staccato e conservato su apposito supporto; mancante della parte destra, proviene dalla cappella
di Sant’Eligio e raffigura un
santo, forse Defendente, e
l’arcangelo nunziante.
42
CG
Lasciato questo vano, ci si
trova in un vestibolo che
43
ITINERARIO 1
ITINERARIO 1
Escursioni
Il terribile signore di Masserano
fuori città
Distanza da Biella: 25 Km
Durata della visita: 2 ore
N 45° 35’ 43’’
E 8° 13’ 25’’
Il magnifico Palazzo
dei Principi
Ferrero Fieschi
di Masserano
Tale palazzo, ora sede del Comune ed in
parte della Caserma dei Carabinieri,
comprende un itinerario di percorso
che affascina il visitatore il quale, salito
attraverso lo scalone grande, si trova
davanti ad un’infilata di ben tredici sale
di rappresentanza. Fregiate nella parte
alta da cornici a fresco e in parte a secco contenenti cartelle con episodi mito-
Sala dello Zodiaco: il segno del Cancro.
CG
Palazzo Principi di Masserano
(comune) Tel. 015 96927
logici, tali sale sono arricchite da un arredo in parte proprietà del palazzo, in
parte derivato dalla chiesa di San Teonesto. Magnifico, a tale proposito, l’altare che un tempo si trovava in questa
chiesa; scolpito da Bartolomeo Tiberino, è grandioso per scultura e per doratura ed è esposto nella prima delle sale.
Particolarmente interessanti nella decorazione la sala detta “degli eroi e delle eroine”, recante nel fregio episodi illustranti azioni coraggiose del passato, e
64
La Ferrero Fieschi fu una delle famiglie
più temute del passato ed ebbe importante dimora in Masserano. Francesco
Filiberto, uno degli esponenti più crudeli di tale famiglia, ereditò il carattere
focoso e pericoloso che già era stato del
nonno Filiberto e ancor più incrudelì.
Assetato di denaro, tormentò il suo
popolo con ogni mezzo pretendendo
sempre nuovi introiti e non rispettando
le immunità e i privilegi di cui il popolo
andava fiero fin dal 1394. Questo signore comandava masnade di malnati e di
queste si serviva per spaventare eventuali ribelli. Tuttavia i sudditi, con in
testa quelli di Crevacuore, che dal 1576
erano passati sotto il dominio del
Ferrero Fieschi, anche facendo appello
al Papa dal momento che quello di
Masserano era feudo pontificio, si ribellarono. Il Papa fece addirittura pubblicare in data 15 novembre 1621 un
monitorio e rinnovò l’invito al Ferrero
Fieschi di presentarsi a Roma. Il principe, furibondo, tergiversò. Iniziò allora
una guerra non dichiarata tra questo
signore e i suoi sudditi, rappresentati
questi da certo Orazio Bianco il quale,
con altri uomini, saccheggiò le proprietà
del principe incendiandone addirittura
una cascina. La situazione precipitò ed
anche la principessa dovette lasciare
Masserano. Il principe era odiato da
tutti. Non aveva, infatti, esitato ad incarcerare, torturare, uccidere numerosi
personaggi tra cui il sacerdote Giovanni
Stefano Barzi, canonico di Masserano.
Tale sacerdote, in qualità di confessore
della principessa, spesso si era recato a
palazzo suscitando nel padrone di casa
il sospetto di un complotto. Per questo
motivo il povero sacerdote venne incarcerato e sottoposto ad efferate torture,
infine strangolato. Il principe fece
imprigionare e torturare con la corda i
dottori in legge Giovanni Battista
Mazzia e i fratelli Giovanni Andrea e
Giovanni Stefano Campi; a Giovanni
Stefano, poi, fece bruciare i piedi e tutti
e tre vennero infine eliminati. Ancora,
fece uccidere due uomini di Crevacuore
con una mazza di ferro; uno dei due era
un ragazzo di quattordici anni, non
ancora ammesso alla Santa Comunione,
e con l’altro assassinato venne fatto
mangiare dai cani del signore. Il nostro
principe, unito ad altri malnati suoi collaboratori, fece inoltre abitualmente violenza a numerose donne del luogo, batté
moneta falsa e si impadronì di beni
ecclesiastici.
Anche il figlio del principe, Carlo, si
dimostrò crudele, ad esempio tentando
di far morire soffocato nelle prigioni del
castello di Crevacuore il medico
Traversino, benvoluto da tutto il popolo;
ancora, facendo dare un colpo
d’archibugio ad Anselmo Anselmetti e
facendo uccidere Giovanni Minazio
intento alla raccolta delle ciliegie da una
sua pianta. Non da meno si rivelò la
madre, Francesca Grillet, macchiatasi di
nefande azioni. Tra queste l’ordine di
far rubare in casa di una povera vedova
e quello, terribile, concertato con il
marito, di far avvelenare, per mano di
Bartolomeo Poma di Crevacuore, il vino
di quanti si fossero trovati nell’osteria in
occasione della Pentecoste; il Poma non
eseguì gli ordini e fu ucciso.
Il popolo di Masserano, esacerbato
dalle tante violenze, il 2 luglio 1624
afferrò tutto quanto potesse essere
d’offesa, compresi roncole e forconi, e
affollò la piazza del castello; contemporaneamente o addirittura un giorno in
anticipo avvenne lo stesso a Crevacuore. Il principino Carlo fu ucciso
con un colpo d’archibugio. Il padre
Francesco Filiberto dovette fuggire elemosinando assistenza e ricovero in
numerose città e morì a Fontanetto
d’Agogna il 15 settembre 1629. Il
popolo, a seguito della rivolta, poté
entrare nei castelli di Masserano e
Crevacuore, saccheggiandoli e guastandoli. Il figlio secondogenito di
Francesco Filiberto, Paolo Besso,
essendo stato ucciso il fratello primogenito Carlo, dovette salire al potere. A
lui si deve la restaurazione del magnifico palazzo della sua famiglia.
65
ITINERARIO 2
Biella Piazzo
Il percorso si snoda, lungo
il corso principale,
nella Biella-Piazzo,
caratterizzata da un’infilata
di portici e da numerose
dimore signorili impreziosite
da raffinate decorazioni
in cotto. Notevoli anche
gli edifici religiosi,
in particolar modo
la parrocchiale, che conserva
importanti testimonianze
storico-artistiche.
PUNTI DI INTERESSE
22 Palazzo della Marmora
12 Porta Torrazza
17 Palazzo Cisterna
13 Oratorio di San Rocco
18 Antico Palazzo del Comune
23 Oratorio SS.Sudario
14 Confraternita di Sant’Anna
19 Parrocchiale di San Giacomo
24 Palazzo ex Gromo Losa
15 Palazzo Scaglia
20 Palazzo Gromo di Ternengo 25 Palazzo Ferrero
16 Casa Teccio
21 Quartiere del Bellone
26 Monastero di S. Caterina
71
ITINERARIO 2
PALAZZO DEI PRINCIPI DAL POZZO DELLA CISTERNA
Palazzo dei Principi
Dal Pozzo della Cisterna
N 45° 34’ 2’’
E 8° 2’ 45’’
17
Prospetta su piazza Cisterna il palazzo dei Principi omonimi, edificio medioevale che presenta facciata tardo-cinquecentesca
per volontà dei fratelli Carlo Antonio, Fabrizio, Lodovico e Giacomo Dal
Pozzo. Degni di particolare
nota, sulla facciata, i cinque
finestroni del secondo piano, quattro dei quali vedono nella parte alta a timpano interrotto il busto di un
imperatore romano e il
quinto, quello centrale, lo
stemma della famiglia.
Detti imperatori sono stati identificati in Augusto, Vespasiano, Tito e Domiziano in
consonanza con l’intento celebrativo della famiglia per
vantate ascendenze risalenti al grande Augusto.
Vista esterna del Palazzo
Dal Pozzo della Cisterna.
Da osservarsi il bel balcone rinascimentale in
pietra bianca; la scala d’accesso è opera risalente alla metà degli anni ’60. L’androne d’accesso,
le due scale al piano terra, il salone grande e la
saletta al primo piano, il loggiato al piano alto
sono aggiunte posteriori. L’attuale fiancata che,
del palazzo, prospetta sul corso principale è caratterizzata da decorazioni fittili e da superbi arL’androne del palazzo
è fittamente decorato.
Nell’immagine, dettaglio
di una campitura
a grottesca.
chi a sesto acuto. Una delle finestre, poi adattata a
portale, fu asportata e si trova attualmente al Museo del Territorio Biellese (cfr. itinerario 1).
Degno di nota l’androne, fittamente decorato
nella volta a botte da grottesche.
Interessante, pure, l’apparato decorativo negli
ambienti interni a cominciare da quello della
volta della saletta che al piano terra, appena usciti dall’androne, si trova sulla destra. Su una
campitura a grottesca si hanno, entro medaglioni ovali, numerose raffigurazioni: Marsia scorticato da Apollo, Apollo suona la lira con Pan, Apollo in compagnia di Dafne trasformata in
alloro, Apollo calpesta il serpente Pitone. Apollo
è pure ritratto al centro della volta mentre è seduto sul carro trainato da cavalli.
Due particolari
della campitura nella
saletta al piano terra:
in medaglioni ovali
sono raffigurati Marsia
scorticato da Apollo
(a sinistra) e Apollo
suona la lira con Pan
(a destra).
Il camino monumentale,
posto al piano nobile.
Per quanto specificamente concerne le grottesche, ne è già
stata indicata l’affinità, tra l’altro, con quelle che abbelliscono il castello di Lagnasco nel Saluzzese, il quale fu decorato attorno al 1570 da artisti quali Giovanni Angelo
Dolce di Savigliano, Cesare Arbasia di Saluzzo e Giacomo
Rossignolo di Livorno Ferraris.
Superbo, al piano nobile, il camino monumentale che, recante lo stemma della famiglia, decora il salone grande. Questo salone vede correre,
nella porzione alta delle pareti, un fregio recan-
Palazzo Cisterna
piazza Cisterna.
Assessorato alla Cultura,
tel. 015 3506613
86
87
ITINERARIO 3
Il Vernato e le colline
biellesi
Il percorso, che inizia dalla chiesa
di San Biagio al Vernato, coniuga la ricerca
dell’antico, che culmina nella dimora tardogotica
conosciuta come Casa Masserano in via della Rocchetta,
con il moderno rappresentato dal complesso di Città Studi
e dal Palazzo Boglietti. La salita in collina, inoltre,
ci farà conoscere varie realtà che uniscono alla piacevolezza
di una sosta nel verde un indubbio valore storico-artistico.
121
ITINERARIO 3
POLLONE • PARCO BURCINA
POLLONE
Lasciata la parrocchiale di Sordevolo e tornati
sulla via principale, si svolta a sinistra in direzione Pollone. Questo luogo, immerso nel verde della collina, diede i natali, tra gli altri, al
beato Pier Giorgio Frassati (biografia a pag.
264). Qui si trova inoltre una delle più antiche
industrie d’Europa, la Piacenza (dal 1735).
Imboccata sulla sinistra la via Pier Giorgio
Frassati e poi sulla destra via Caduti per la patria, a circa 200 metri, dopo aver superato un arco facente parte della Villa Piacenza, si giunge
alla piazza San Rocco di fronte al parcheggio per
l’ingresso al Parco Burcina “Felice Piacenza”.
Parco Burcina
Entrata principale a
Pollone vicino a piazza
San Rocco
tel. 015 2563007
[email protected]
www.parcoburcina.
piemonte.it
Periodo apertura
e orari
Da aprile a metà giugno,
tutti i fine settimana
e giorni festivi,
10.30-13/14-17.30.
Parco Burcina
N 45° 35’ 9’’
E 8° 0’ 21’’
In stile inglese, tale parco si sviluppa per circa 57
ettari e consente di effettuare passeggiate rilassanti immersi nella natura. Tale ambiente fu
creato nella seconda metà del XIX secolo dall’imprenditore laniero Giovanni Piacenza; il figlio
Felice incrementò le specie botaniche inserendone di esotiche quali ortensie, camelie, azalee, magnolie e molte altre ancora. Videro la luce la
splendida conca dei rododendri (circa 150 specie con oltre 700 piante) e il viale dei liriodendri.
Tra i tanti alberi qui posti a dimora possono ancora essere citati imponenti sequoie, il “cipresso
calvo” (Taxodium distichum) caratterizzato da
particolari protuberanze radicali aeree e la Davidia involucrata, di
provenienza cinese e
detta anche albero
“dei fazzoletti” a
causa delle sue lunghe brattee.
Vivono qui molte
specie animali quali
lo scoiattolo ed esemplari di avifauna
di passo. La torre
Marini, costruita all’inizio del XX secolo, sorge sulla vetta
del parco; in tale zo-
Alcune immagini
del suggestivo Parco
Burcina “Felice Piacenza”,
creato dall’imprenditore
nella seconda metà
del XIX secolo.
150
na nel 1959 vennero trovati reperti archeologici. Recente è, inoltre, la creazione di un meleto
contenente le vecchie varietà di mele locali.
Una meta significativa è anche il laghetto, poco
lontano dall’ingresso.
Questo parco dal 1935 è proprietà del Comune
di Biella. Nel 1980 venne fondata la Riserva Naturale Speciale Parco della Burcina per proteggere le specie botaniche ivi conservate.
Percorsa a ritroso la via Pier Giorgio Frassati,
giunti all’incrocio svoltiamo sulla sinistra passando davanti alla villa che fu dimora del beato
e che ancora oggi è abitata dalla sua famiglia.
Il busto di Felice
Piacenza.
151
ITINERARIO 4
Il Santuario
di Oropa
La visita del complesso di Oropa (a 1180 metri
sul mare) inizia dal cuore del Santuario,
la basilica antica, che conserva la statua
della Madonna Nera. Il Museo del Tesoro,
la Biblioteca e gli Appartamenti reali, grazie
alla loro indubbia valenza storico-artistica,
arricchiscono l’itinerario che si completa
nella chiesa grande e nel circuito delle cappelle.
L’escursione all’ex priorato di San Bartolomeo è
uno straordinario
viaggio a ritroso nel
tempo nella natura
incontaminata
della montagna
oropense.
160
161
N 45° 37’ 37’’
E 7° 58’ 50’’
ITINERARIO 5
Il circondario
L’itinerario porta
il visitatore a conoscere alcuni
paesi limitrofi alla città
di Biella. Di tali luoghi
vengono messe in evidenza
realtà significative come
quella del ricetto di Candelo,
entrato a buon diritto
nel novero dei borghi più belli
d’Italia, ma anche edifici
e ambienti meno conosciuti,
eppure di altrettanto
interesse. Architetti,
pittori, scultori,
di estrazione locale, sanno
affascinare il riguardante
a lui unendosi nella ricerca
del bello e del santo.