32 articoli selezionati testata data titolo ANICA CITAZIONI La Gazzetta Del Mezzogiorno 22/06/2014 «Cercavo un paese fiabesco poco noto ma ricco di... Huffington Post 22/06/2014 100 parole e 100 mestieri per la Rai: De Siervo e quella fuc... La Repubblica 23/06/2014 Dai Fratelli Coen a Pif l'estate alla cascina Duc E al Planeta... La Stampa 23/06/2014 Il maestro Clint Eastwood rievoca i The Four Seasons La Stampa 23/06/2014 Eva, Bo, Paz: noi, donne immuni alle crisi di nervi Il Messaggero 23/06/2014 Lina Wertmuller: «Dall'amore per Rossini è nato il documentario » Il Messaggero 23/06/2014 Da 50 anni alle frontiere del cinema Il Messaggero 23/06/2014 Verdone e Morricone trionfano in America La Gazzetta di Parma 23/06/2014 Anticipazioni aspettando Venezia La Repubblica - Affari Finanza 23/06/2014 La Rai di Renzi un canale sarà senza pubblicità Corriere Economia 23/06/2014 Social tv Scende l'Auditel, sale Twitter Il Gazzettino 23/06/2014 I film del nuovo secolo: ecco dove va il cinema La Nuova Sardegna 23/06/2014 "Una notte in Italia" Il cinema tricolore al Festival di T... Il Giornale di Vicenza 23/06/2014 La mia commedia nera racconta l´onnipotenza della sci... Il Giornale di Vicenza 23/06/2014 Elio Germano al Lido sarà Leopardi Il Giornale di Vicenza 23/06/2014 Operaestate, 62 i film sullo schermo GQ 23/06/2014 A pranzo con Sydney Sibilia «L'importante è tenere fuori la vita privata» Corriere della Sera 22/06/2014 Virzì e l'Italia: più coraggio per rinnovare la commedia La Repubblica 22/06/2014 Avati, Amos Gitai e Bill de Blasio protagonisti sull'isola verde La Stampa 22/06/2014 Turturro: do un sequel al "Grande Lebowski" Il Messaggero 22/06/2014 Ciak di Garrone, arriva Cassel Il Messaggero 22/06/2014 Claudia Gerini: io, ragazza da set con l'entusiasmo dei primi ... Il Sole 24 Ore 22/06/2014 Cassavetes, il gangster Corriere della Sera 21/06/2014 Coppola torna sul set: saga italo-americana Corriere della Sera 21/06/2014 Cinema con vista La Repubblica 21/06/2014 Prove d'alleanza Mediaset -Telefonica Il Tirreno 21/06/2014 La Grotta Giusti diventa il set per un film La Nuova Sardegna 21/06/2014 Joe Calzaghe si racconta in un film made in Sardinia Il Giornale 21/06/2014 «Shakespeare a Scampia Così porto in scena il Male» Libero 21/06/2014 Il comico a Taormina parla del nuovo film e scherza sulla somiglianza... Il Trentino 21/06/2014 Meno proiezioni e spettatori in aumento «Grande risultato» L Unita 21/06/2014 Al via riprese nuovo film Vincenzo Marra ANICA SCENARIO ANICA CITAZIONI La Gazzetta Del Mezzogiorno 22/06/2014 ed. Basilicata p. 39 ↓ = «Cercavo un paese fiabesco poco noto ma ricco di cultura» Come il regista Gaudioso ha scoperto le Dolomiti Lucane REMAKE Il regista Gaudioso ha riproposto la storia in chiave comica CASTEL MEZZANO. Dopo «La Grande Bellezza» di Paolo Sorrentino, vincitore del Premio Oscar come miglior film straniero che celebra le bellezze di una Roma imperiale arriva «La Grande Seduzione» di Massimo Gaudioso che sceglie le Dolomiti Lucane come location del film. Lo sceneggiatore napoletano dopo aver sceneggiato vari film tra cui Gomorra (David di Donatello per la migliore sceneggiatura) e Benvenuti al Sud (Nastro D'argento sempre per la migliore sceneggiatura), da metà maggio è impegnato alla regia del film «La grande Seduzione». Le riprese termineranno intorno la metà di luglio. Dopo «Basilicata coast to coast» di Rocco Papaleo e «Tre tocchi» di Marco Risi, quello di Gaudioso è il terzo film che interesserà l'area interna del Gal Basento Camastra. Si tratta di un remake dell'omonimo film canadese di Jean-Francois Pouliot dato alle sale nel 2004 ed oggi riproposto dalla casa di produzione cinematografica Cattleya Srl. Nella prima versione «La Grande Seduction» ambientato a Saint-Marie-La Mauderne, un piccolo villaggio di fieri pescatori, gli abitanti sono purtroppo costretti a vivere con gli aiuti governativi. Dopo la partenza del sindaco verso la grande città, Germain, un uomo semplice, decide di prendere in mano la situazione. Un filo di speranza è costituito da un'impresa che intende aprire una piccola fabbrica proprio nella loro località, ma affinché questo si realizzi, Germain deve attirare un medico in quel minuscolo villaggio. L'occasione arriva il giorno in cui un giovane medico giunge a Sainte-MarieLa-Mauder ne per soggiornarvi per un mese intero. A quel punto Germain, consapevole del fatto che quell'uomo costituisce la loro unica speranza di salvezza, si mette in moto per trasformare la piccola località in un villaggio da sogno per questo medico fo re s t i e ro. Gaudioso ha riproposto questo film in chiave comica trasformandolo in una vera e propria commedia all'italiana interpretata da Carlo Buccirosso, Fabio Volo, Silvio Orlando, Nando Paone e l'ex Miss Italia Miriam Leone. Ma perché il regista Gaudioso ha scelto Castelmezzano come luogo principale per le riprese del film? «Cercavo un luogo un po' fiabesco che incarnasse lo spirito della storia e dell'Ita lia - spiega lui - cioè un posto dimenticato ma ricco di tradizione e cultura con paesaggi e scorci meravigliosi! Ho trovato attori disponibili e pieni di entusiasmo». "La Grande Seduzione", pellicola prodotta dalla Cattleya S.r.l. di Riccardo Tozzi , Marco Chimenz e Giovanni Stabilini, uscirà a fine anno o ad inizio 2015 nelle sale cinematografiche. Qui a Castelmezzano il paese non ha dubbi: sarà un successo. Foto: FILM Miriam Leone, Miss Italia del 2008, al Volo dell'angelo. Sotto: Carlo Buccirosso con cane e bambino Huffington Post 22/06/2014 ↓ ↑ = 100 parole e 100 mestieri per la Rai: De Siervo e quella fucina di idee per il futuro del servizio pubblico (FOTO) HOME Qualcuno l'ha già definita "una Leopolda per la Rai". Altri parlano di "una fucina di idee sul futuro della televisione pubblica". Comunque lo si voglia vedere, l'appuntamento di domani costituisce un unicum nel panorama del dibattito sul futuro dell'azienda, oggetto di attenzione da parte del governo di Matteo Renzi, che sta studiando una riforma complessiva dell'organizzazione e della governance.Per fornire spunti alla "troika" al lavoro sulla Rai che verrà (composta dai sottosegretari Lotti, Giacomelli e Legnini), Luigi De Siervo, fresco di nomina come amministratore delegato di Raicom ma già alla guida dell'Associazione dirigenti Rai, ha convocato per domani nello studio TV2 di Via Teulada a Roma 100 fra giornalisti, scrittori, sceneggiatori, filosofi, critici e addetti ai lavori. Cinque minuti a testa, cinque minuti per condensare ciò che pensano sul futuro della televisione di stato."100 parole e 100 mestieri per la Rai" - questo il titolo dell'incontro, non sarà un convegno, né un dibattito, né una tavola rotonda. Gli organizzatori hanno pensato piuttosto a un flusso di discorsi, durante il quale a ciascuno sarà richiesto di portare un contributo, la sintesi di un'idea che contenga un seme di futuro per la Rai che verrà, una parola che vada a comporre il mosaico di una Rai possibile, che accompagni e stimoli un progetto complesso di rilancio e ricostruzione.L'obiettivo è quello di andare oltre il dibattito che soffoca la Rai e allargare lo sguardo, vedere il servizio pubblico nel nuovo contesto di sfide e problemi, il mondo che cambia, la nuova geopolitica, la convergenza tecnologica e la trasversalità della rete e del digitale, gli immensi flussi comunicazione su scala globale, la sfida dei contenuti e dei modelli culturali, le vecchie e le nuove differenze.Ad aprire la giornata un filmato di Dario Fo con un inedito "elogio alla Rai". Ai saluti di De Siervo, seguiranno le 100 personalità invitate con le loro proposte declinate nelle 8 grandi aree tematiche: Mission, Informazione, Fiction e cartoni animati, Cinema, Crossmediale, Culture, Glocal, Intrattenimento. Chiuderà il dg Rai Luigi Gubitosi.L'incontro sarà fruibile anche in diretta streaming sul sito www.adrai.org. E avrà un'hashtag su Twitter: #Rai100parole.L'elenco completo dei relatori di "100 parole e 100 mestieri per la Rai":Ettore Bernabei, Gianni Celata, Riccardo Luna, Marco Tardelli, Roberto Zaccaria (più video), Vincenzo Spadafora, Piermarco Aroldi (video), Massimiliano Magrini, Anna Maria Testa (video), Paolo Caretti , Nicola Gratteri , Antonello Piroso, Monsignor Dario Edoardo Viganò, Andrea Di Consoli, Mario Morcellini, Bruno Vespa , Paolo Conti, Giovanni Floris, Mario Sechi, Lucia Annunziata, Alberto Dal Sasso , Giovanna Maggioni (UPA), Sandro Petraglia, Giacomo Campiotti, Marco Tullio Giordana, The Pills, Stefano Rulli, Ivan Cotroneo, Monica Zapelli, Don Tonino Palmese (Associazione 'Libera' Campania), Claudio Canepari, Pier Francesco Favino, Aurora Ruffino, Enzo D'Alò , Elena Bucaccio, Vittorio Sgarbi, Paolo e Vittorio Taviani, Giorgio Pasotti, Sydney Sibilia, Fausto Brizzi, Pif (video), Paola Cortellesi, Giuliano Montaldo, Caterina D'Amico, Stefania Ippoliti, Riccardo Tozzi , Manuela Cacciamani, Gabriele Salvatores (video), Giuliano Noci, Emilio Pucci, Gino Roncaglia, Davide Bartolucci, Stefano Parisi, Antonio Nicita, Luca De Biase (video), Francesco Facchinetti (video), Anna Masera, Virman Cusenza , Pietrangelo Buttafuoco, Edoardo Camurri, Massimo Bernardini, Massimo Gramellini (video), Steve della Casa, Marco Presta, Barbara Scaramucci, Alberto Angela, Domenico De Masi, Roberto Collini, Giorgio Albertazzi, Alberto Marinelli, Maite Carpio Bulgari, Monica Fabris, Simonetta Ercolani, Francesco Piccolo, Cristiana Capotondi, Antonella Clerici, Veronica Pivetti, Max Giusti.Ricevi un'e-mail quotidiana con gli articoli e i post in primo piano. ANICA SCENARIO La Repubblica 23/06/2014 CLARA CAROLI ed. Torino p. 8 ↓ ↑ = Dai Fratelli Coen a Pif l'estate alla cascina Duc E al Planetario di Pino trionfa la fantascienza >CAMPO LUNGO A lato: "La mafia uccide solo d'estate" il film di Pif in programma nella rassegna di Grugliasco A destra: Al Pacino nel film di Sidney Lumet "Serpico" proposto domani al Museo del Cinema LA NOUVELLE Vache. All'insegna dell'ironia, della cultura rurale e del divertimento all'aria aperta l'estate di cinema di Grugliasco, a cura di da Piemonte Movie e associazione ColoriQuadri. Cinque appuntamenti da venerdì fino al 25 luglio, nell'aia della Cascina Duc di strada del Portone 197. Si comincia con «Vado a scuola» di Pascal Plisson, con le storie incrociate di quattro ragazzini che agli angoli del mondo sognano l'accesso all'istruzione come possibilità di futuro. Il 4 luglio il cartoon «Chicken Little» di Mark Dindal, il 18 «Fratello, dove sei?» dei fratelli Coen, l'11 luglio, in collaborazione con Libera, «La mafia uccide solo d'estate» di Pif. Per la serata finale il film sarà scelto dal pubblico . Le proiezioni iniziano alle 21.30. Info www. www. coloriquadri. com. Verso Marte. Si apre venerdì al Planetario di Pino la rassegna di film con tema lo spazio «Verso Marte... e oltre» che proporrà film di fantascienza d' autore come «Mars Attacks!» di Tim Burton, «La guerra dei mondi» di Spielberg, «Contact» di Brian De Palma . Si comincia con una commedia che lo spazio lo ha solo nel titolo, «La luna su Torino» di Davide Ferrario. Info www. planetarioditorino. it. Fuga dall'ospizio. Cinque anziani amici, per evitare di finire rinchiusi un una casa di riposo, s'inventano una curiosa convivenza. E' il film di Stéphane Robelin «E se vivessimo tutti insieme?» - con, tra gli altri, Jane Fonda e Geraldine Chaplin - che viene riproposto giovedì alle 21.30 alla Casa nel Parco di Mirafiori per «CineComedy». Info www. amnc. it. Serpico & C. Al Pacino torna nel ruolo icona del film di Sidney Lumet, «Serpico», che il Museo del Cinema propone domani alle 20.30 (replica mercoledì alle 16) al Massimo in versione restaurata. Mentre prosegue fino al 30 la retrospettiva dedicata ad Atom Egoyan, nella settimana del Museo da non perdere venerdì alle 21, per la serie horror Black Friday, «La cosa» di John Carpenter (replica sabato alle 18.30) e giovedì, in versione originale, «Tracks» di John Curran che racconta la vera storia di Robyn Davidson, una scrittrice che nel 1977 attraversò quasi tremila chilometri di bush australiano accompagnata solo da quattro cammelli e un cane. Info www. cinemamassimotorino. it. Apericinema. Nel Giardino delle Rose del Castello Reale di Moncalieri, in piazza Baden Baden, a cura di Piemonte Movie una rassegna di titoli legati alla storia produttiva della regione. Sabato torna «La luna su Torino» di Ferrario. Dalle 20.30 buffet seguito dal film , ingresso e degustazione 10 euro. Prenotazioni allo 011.6407428. Info www. piemontemovie. it. La Stampa 23/06/2014 ed. Cuneo p. 55 ↓ ↑ = Il maestro Clint Eastwood rievoca i The Four Seasons IL CENTENARIO CHE .... ···· Commedia. Regia di Felix Herngren, con Robert Gustafsson e Iwar Wiklander. Durata: 105 minuti. Pochi g i orni prima del centesimo compleanno, Allan Karlsson si annoia e decide di fuggire dalla casa di riposo dove vive: scappa dalla finestra, si ritroverà coinvolto in una serie di avvenimenti curiosi e racconterà ai suoi nuovi amici la sua incredibile storia. Dal best seller internazionale di Jonas Jonasson EDGE OF TOMORROW ··· Azione. Regia di Doug Liman, con Tom Cruise. Durata: 113 minuti. L'ufficiale americano Cage combatte gli alieni che invadono la terra: per un incredibile sbalzo temporale rivive tutti i giorni la stessa drammatica missione .Dal cineasta di «The Bourne identity». GABRIELLE - UN AMORE... ··· Drammatico. Regia di Louise Archambault,. Durata: 104 minuti. Premio del pubblico al Festival di Locarno, narra la storia di una giovane affetta da un ritardo mentale e del suo amore per la musica e per Martin . GODZILLA ··· Azione. Regia di Gareth Edwards, con Aaron Taylor-Johnson e Ken Watanabe. Durata: 123 minuti. Il ritorno di Godzilla, creatura gigantesca e irrefrenabile. Anche in 3D. GRACE DI MONACO ··· Biografico. Regia di Olivier Dahan, con Nicole Kidman e Tim Roth. Durata: 123 minuti. La storia di Grace Kelly, la star hollywoodiana diventata principessa, raccontata dall' autore del pluripremiato «La vie en rose». GRAND BUDAPEST HOTEL ···· Commedia. Regia di Wes Anderson, con Ralph Fiennes e F. Murray Abraham. Durata: 100 minuti. Le bizzarre avventure di Gustave H. direttore di un leggendario hotel europeo, e del fattorino Zero. Dall' autore de «I Tenenbaum» . INCOMPRESA ·· Commedia drammatica. Regia di Asia Argento, con Charlotte Gainsbourg e Gabriel Garko. Durata: 109 minuti. Nella Roma degli Anni 80 la piccola Aria vive tra due genitori egocentrici che litigano fino alla separazione. IN ORDINE DI SPARIZIONE ···· Azione. Regia di Hans Petter Moland, con Stellan Skarsgård e Bruno Ganz. Durata: 111 minuti. A Nils, eletto cit tadino modello del paese innevato in cui vive in Norvegia, uccidono il figlio: lui si vendica. Pellicola tarantiniana . JERSEY BOYS ···· Commedia drammatica . Regia di Clint Eastwood, con John Lloyd Young e Erich Bergen. Durata: 134 minuti. Il maestro di «Gran Torino» ricostruisce la storia del celebre gruppo musicale americano The Four Seasons. LE WEEK END ··· Commedia. Regia di Roger Michell, con Jim Broadbent e Lindsay Duncan. Durata: 93 minuti. L' autore di «Notting Hill» descrive il viaggio a Parigi di una coppia inglese sposata da trent'anni . LOCKE ···· Drammatico. Regia di Steven Knight, con Tom Hardy. Durata: 85 minuti. La tranquilla esistenza di Ivan Locke cambia quando una sera, tornando a casa dalla famiglia, riceve da Londra la telefonata di una donna in attesa di un figlio. Dall' autore di «Redemption». MALEFICENT ··· Fantasy. Regia di Robert Stromberg, con Angelina Jolie. Durata: 97 minuti. La s toria inedita della leggendaria strega del classico Disney . MAPS TO THE STARS ··· Drammatico. Regia di David Cronenberg, con Julianne Moore e John Cusack. Durata: 111 minuti. L' autore de «La zona morta» e «La promessa dell'assassino» ritrae il mondo del cinema a Hollywood attraverso una serie di personaggi tormantati. LE MERAVIGLIE ···· Commedia drammatica. Regia di Alice Rohrwacher, con Maria Alexandra Lungu e Alba Rohrwacher. Durata: 111 minuti. Una troupe televisiva e un ragazzo tedesco irrompono nell'estate di una famiglia che vive isolata in campagna. Opera seconda premiata a Cannes. PADRE VOSTRO ··· Commedia. Regia di Vinko Bresan, con Kresimir Mikic. Durata: 96 minuti. Preoccupato per il declino della natalità, il giovane prete Don Fa bijan comincia a bucare i preservativi in vendita sulla sua isola. Dalla Croazia. PANE E BURLESQUE ·· Commedia. Regia di Manuela Tempesta, con Laura Chiatti e Sabrina Impacciatore. Durata: 87 minuti. L'intraprendente Giuliana torna nel comune del Sud dove è nata e mette in scena uno spettacolo di burlesque con alcune paesane. È scandalo. Synecdoche, New York ···· Drammatico. Regia di Charlie Kaufman, con Philip Seymour Hoffman e Samantha Morton. Durata: 124 minuti. Il compianto Seymour Hoffman impersona un autore teatrale che si accinge a mettere in scena , districandosi fra vari problemi familiari, uno spettacolo in periferia a New York . THE CONGRESS ··· Fantascienza. Regia di Ari Folman, con Robin Wright. Durata: 117 minuti. Da «Il Congresso Futurista» di Stanislaw Lem, la storia di una famosa attrice che vuol diventare immortale. THE GERMAN DOCTOR ···· Drammatico. Regia di Lucía Puenzo, con Alex Brendemühl. Durata: 93 minuti. La storia vera della famiglia argentina che negli anni Sessanta ospitò il nazista Mengele. THREE DAYS to KIll ··· Thriller. Regia di McG, con Kevin Costner e Amber Heard. Durata: 117 minuti. Una spia americana prossimo ad abbandonare la scena per dedicarsi alla famiglia accetta un'ultima complicata missione. La sceneggiatura è di Luc Besson, dirige il cineasta di «Charlie's angels» e «Terminator salvation». TUTTA COLPA DEL VULCANO ·· Commedia. Regia di Alexandre Coffre, con Valérie Bonneton e Dany Boon. Durata: 92 minuti. Da tempo separati, Alain e Valérie sono costretti dalle circostanze a intraprendere un viaggio insieme per andare al matrimonio della figlia . TUTTE CONTRO LUI ·· Commedia. Regia di Nick Cassavetes, con Cameron Diaz e Kate Upton. Durata: 110 minuti. Tre donne si uniscono per vendicarsi del fidanzato «comune». UN INSOLITO NAUFRAGO... ··· Commedia. Regia di Sylvain Estibal con Sasson Gabay e Baya Belai. Durata: 99 minuti. Dopo una tempesta il pescatore palestinese Jafar trova nella rete un maialino . WALESA ··· Drammatico. Regia di Andrzej Wajda, con Robert Wieckiewicz. Durata: 127 minuti. Il maestro polacco ricostruisce per il grande schermo la storia del leader di Solidarnosc. S'inizia con la visita di Oriana Fallaci a Walesa. WE ARE THREE DAYS to KIll ··· Commedia drammatica. Regia di Lukas Moodysson. Durata: 103 minuti. Due tredicenni nella Stoccolma degli anni Ottanta amano il punk. Dall' autore del premiato «Fucking Amal». THE AMAZING SPIDER-MAN ··· Fantasy. Regia di Marc Webb, con Andrew Garfield e Emma Stone. Durata: 142 minuti. Il giovane Uomo Ragno Peter Parker combatte contro Electro, un cattivo «elettrizzante». TRACKS ··· Avventura. Regia di John Curran, con Mia Wasikowska,. Durata: 115 minuti. La storia vera di una donna che nel 1975 percorse tremila chilometri a piedi nel deserto australiano in compagnia di un cane e quattro cammelli. X-MEN GIORNI DI UN.... ··· Fantasy. Regia di Bryan Singer, con Hugh Jackman e James McAvoy. Durata: 130 minuti. Wolverine va indietro nel tempo per combattere il nemico e le sue irriducibili Sentinelle. A CURA DI Daniele Cavalla La Stampa 23/06/2014 SIMONETTA ROBIONY TAORMINA ed. Nazionale p. 34 ↓ ↑ = Eva, Bo, Paz: noi, donne immuni alle crisi di nervi il caso Longoria, Derek e Vega protagoniste al Festival di Taormina Donne, donne, donne per i 60 anni del festival di Taormina che si è chiuso ieri tormentato da tagli ai finanziamenti (un gruppetto di dipendenti, senza stipendio da mesi, ha improvvisato una protesta simbolica), ma glorioso del suo straordinario teatro greco che offre al cinema lo schermo più bello che ci sia. Sul modello Renzi Mario Sesti, il direttore artistico del festival , e Tiziana Rocca, manager di tutto il resto, hanno deciso di puntare sulla figura femminile, la più capace, pare, di rimboccarsi le maniche e andare avanti in momenti di difficoltà. Eva Longoria, la pasionaria Indimenticabile protagonista di Casalinghe disperate , un metro e 57 di fascino latino, due matrimoni alle spalle e una energia che travolge, Longoria tiene una lezione di politica femminista, mescolando poche notizie sulla carriera, molte sulla famiglia d'origine, e tante, tantissime, sui chicanos in difesa di cui si batte con infinite opere di beneficenza. «Si può far politica anche fuori dai partiti», spiega. E lei lo fa. Ultima nata dopo tre sorelle bionde e belle, cresciuta da sfigata, lei piccola e nera, col sospetto di essere adottiva, diventata indossatrice senza averne i centimetri, simbolo di beltà per l'Oreal, la Longoria, adesso pensa solo al Messico, il suo paese di origine. «Sono cresciuta tra donne forti e autonome: i maschi , a casa mia, li abbiamo sterminati. Mia madre aveva nove sorelle e noi femmine siamo quattro: sappiamo fare tutto. Ma abbiamo studiato. Conosciamo le cose. Io stessa prima di cominciare questa campagna ho preso una laurea a Chicago di cultura latinoamericana. E' per questo che sono impegnata a dare una istruzione alle ragazze dell'America latina, aiutandole ad aprire un'impresa indipendente che rafforzi la loro stima e l'economia del paese». Non a caso il prossimo film Frontera è sì una storia d'amore con Ed Harris, ma, sullo sfondo, c'è la questione dell'immigrazione illegale dal Messico. «Ci sono spiagge bellissime, ottima cucina, antica cultura e gente cordiale, nel mio paese, non solo rapimenti, traffico di droga, corruzione. Come accade per voi in Sicilia la pessima fama della mafia getta ombra sulle vostre ricchezze. Ribellatevi!». Bo Derek, la conservatrice Bo Derek, che il film Ten di Edwards incoronò come donna più bella del mondo, è l'altra faccia della femminilità, quella quieta, tradizionale, vecchia maniera, pur tra le mille attività che la impegnano, prima fra tutti i cavalli che segue nella tutela della loro salute e nelle loro gare di corsa internazionali e a cui ha dedicato perfino la sua autobiografia. Sfegatata repubblicana, sostenitrice di Bush figlio, produttrice di una serie tv sui segreti di Washington che pare conoscere bene, Bo , da brava conservatrice, ritiene di dovere il suo equilibrio ai suoi mariti: il primo, John Derek, morto da tempo, che la lanciò nello spettacolo, e il secondo, John Corbett, attore di Sex and the city , che l'accompagna e spesso parla in sua vece. «Derek, che aveva trent'anni più di me, era dotato di un sano cinismo: mi ha insegnato a mantenermi coi piedi a terra. Corbett, con cui vivo da 13 anni, condivide i miei progetti e sostiene i miei sforzi». Paz Vega, la spanglish La spagnola Paz Vega, nel pieno del suo fulgore nonostante tre figli fatti uno dopo l'altro, rifiuta l'etichetta di bellona, forte dei moltissimi film interpretati: «Vero, il primo successo l'ho avuto con Lucia e il sesso dove ero spesso nuda, ma anche quello non era un film porno, era una storia d'amore. E poi il cinema mi ha insegnato che si recita anche con il corpo e io il mio corpo lo uso». A chi deve di più? «Ad Almodovar devo molto. Recitare con lui è come assistere a uno show: spiega il personaggio, illustra la scena , si inventa gesti e sospiri, interpreta tutti i ruoli. Sia sul set di Parla con lei sia su Gli amanti passeggeri ci siamo divertiti. Ma ho imparato anche dai Taviani con cui ho fatto La masseria delle allodole e con lui tornerei volentieri a recitare perché in Italia mi sento a casa». Il ruolo più difficile? «Quello nel film di Placido dove ero la moglie di Vallanzasca. Non mi era mai capitato di interpretare una donna reale, sotto gli occhi di questa stessa donna». Perché ha lasciato la Spagna? «Dopo il successo di Spanglish mi volevano in America. Per un po' ho fatto su e giù ma con il marito, i bambini era impossibile. Ci siamo detti: proviamo a trasferirci? Per ora è andata bene». Assai lodata per il ruolo di Maria Callas nel film su Grace di Monaco, la Vega si appresta a diventare la moglie dello scrittore Paulo Coelho nel suo biopic: altissimo il rischio del polpettone. Agguerrite Bo e i suoi due mariti «Derek, che aveva trent'anni più di me, era dotato di sano cinismo: mi ha insegnato a tenere i piedi per terra. Corbett, con cui vivo da 13 anni, condivide i miei progetti» Eva e i chicanos La Longoria è impegnata per il «suo» Messico: «Ci sono spiagge bellissime, ottima cucina, antica cultura e gente cordiale, non solo rapimenti, droga, corruzione » Foto: Paz e Paolo Coelho Foto: Paz Vega reduce dal ruolo di Maria Callas nel film su Grace di Monaco adesso interpreterà la moglie dello scrittore cult Paolo Coelho nel biopic su di lui «Non è facile interpretare una donna reale, sotto gli occhi di questa stessa donna» Il Messaggero 23/06/2014 C.SAL. ed. Marche p. 51 ↓ ↑ = Lina Wertmuller: «Dall'amore per Rossini è nato il documentario » L'INTERVISTA LA REGISTA : «LA MIA PRIMA VOLTA A QUESTA MANIFESTAZIONE MA NON È MAI TROPPO TARDI» P E S A R O Ieri sera la proiezione al Teatro Sperimentale in anteprima nazionale di «Roma, Napoli, Venezia, in un crescendo rossiniano», primo documentario su Gioachino Rossini con la regia di Lina Wertmuller . Ad interpretare il compositore nel film girato con la nuova tecnologia dell'ultra Hd 4k, Elio delle Storie Tese . Al suo fianco Giuliana De Sio . A parlarci del documentario è la regista . Come l'è venuta l'idea? «Non me lo ricordo! Scherzo, volevo in qualche modo concentrami su Rossini e sulla sua vita e dunque non poteva che uscirne un viaggio attraverso città che sono state importanti nella sua vita». Roma, Napoli e Venezia e perché non anche Bologna e Pesaro che sono state altrettanto importanti nella vita di Rossini? «Non escludo che in futuro si possa fare. In fondo è un viaggio che può continuare. Vedremo, magari a Pesaro, perché no?». È vero che ha fatto un lavoro di approfondimento attraverso la Fondazione Rossini? «Certamente. Ci sto andando anche in questo momento. Lettere, documenti, mi sono serviti per questo lavoro e più in generale perché sono una grande amante di Rossini e della sua musica». Lei conosceva già Rossini. È stata diverse volte al Rof e suo marito, Enrico Job, aveva disegnato scenografie e costumi per diverse opere del festival . Che effetto le fa tornarci con un suo film ? «Mi fa più che piacere. Ho dei bei ricordi legati a Pesaro e al Rof, una manifestazione di grande prestigio». Le piacerebbe firmare la regia di un'opera al Rof? «Ho un grande amore per Rossini e non le nascondo che potrebbe essere interessante». Se fosse stato possibile avrebbe scelto Giannini e la Melato per interpretare Rossini e la Colbran? «Se fosse stato possibile, magari. Ma direi che Elio e Giuliana sono stati perfetti». Le è piaciuto girare in ultra 4D? E che approccio ha avuto con questa nuova tecnologia? «È stato molto interessante. Oggi la tecnologia offre potenzialità enormi soprattutto se, come in questo caso, riesce a migliorare la definizione dell'immagine». Conosceva già la Mostra internazionale del Nuovo cinema ? «Devo essere sincera? No, ma non è mai troppo tardi». Che futuro vede per il cinema italiano e quali sono i giovani registi più interessanti? «Quella sui registi è una domanda alla quale non risponderò mai. Quanto al futuro del nostro cinema , penso che possa essere roseo. Il nostro è un grande cinema , una grande tradizione che non deve morire mai. Non dobbiamo permetterlo». Foto: In alto Elio, sopra Wertmuller con De Sio Il Messaggero 23/06/2014 ed. Marche p. 51 ↓ ↑ = Da 50 anni alle frontiere del cinema L'EVENTO Pesaro, dopo l'anteprima di ieri al teatro Sperimentale la Mostra debutta oggi ufficialmente ed entra subito nel vivo con tante proposte interessanti dall'Italia e da tutto il mondo LE SEZIONI IN CARTELLONE SPAZIANO DALL'ANIMAZIONE ALLA NEW WAVE FEMMINILE RUSSA Dopo le proiezione di ieri dell'Avanfestival, oggi la prima giornata della cinquantesima Mostra internazionale del Nuovo cinema che quest'anno, nonostante la crisi e le ristrettezze economiche, si riappropria finalmente di una delle due sale di proiezione : oltre al Teatro Sperimentale, il festival torna al cinema Astra. Un avvio di rassegna che si preannuncia ricchissimo nel programma e che, oltre allo Sperimentale e all'Astra, comprende proiezioni con il « Cinema in Piazza» (ogni sera in piazza del Popolo), e al «Dopo festival » nel cortile di Palazzo Gradari. Per quanto riguarda lo Sperimentale, il programma della prima giornata è dedicato soprattutto a «Panorama Usa», la retrospettiva sul cinema narrativo-sperimentale americano post 11 settembre a cui si aggiunge il primo film del Concorso Pesaro Nuovo Cinema . Si tratta dell'estone «Free Range - Ballad on approving of the World» di Veiko Õunpuu in programma alle 16.15. Con i nuovi cineasti americani si inizia invece alle 15 con «Fight Back, Fight Aids: 15 years of Act Up» di James Wentzy . Alle 18 sarà il turno della regista Julie Talen , presente al festival per presentare il suo «Pretend», a cui seguirà il corto di Mark Street «A Year». Alle 21 il cortometraggio «The Last Time» di Candy Kugel precede «The Ballad of Genesis and Lady Jaye» di Marie Losier. La ricca serata al Teatro Sperimentale si concluderà alle 23 con «Profit Motive and the Whispering Wind» di John Gianvito . Sarà altrettanto denso di proiezioni il cartellone del Cinema Astra che si apre alle 15 con il primo film del 28˚ Evento Speciale dedicato ai cinquant'anni di Mostra, festeggiati con la riproposizione di quindici film che hanno fatto la storia nelle prime edizioni del festival . Ad aprire la serie il grande film politico di Nagisa Oshina del 1960 «Notte e nebbia del Giappone». Alle 17 si inaugura anche il programma speciale sulla new wave femminile russa «Sguardi femminili», con il film «Mamma, io ti ucciderò» di Elena Pogrebizhskaja . La regista sarà presenta in sala . Alle 18.15, sempre al cinema Astra, prima proiezione anche per «Il mouse e la matita», la retrospettiva dedicata dal festival al cinema d'animazione italiano contemporaneo, con un focus dedicato alla storica Scuola del Libro di Urbino che proprio quest'anno compie sessant' anni. In proiezione lavori di alcuni dei suoi studenti più illustri come Simone Massi . Alle 21 un altro film dell'Evento Speciale con gli Stati Uniti visti da Jean-Luc Godard in «Made in Usa». Chiude il programma della serata al cinema Astra il focus sull'animatore italiano Virgilio Villoresi alle 23. Ma veniamo alla proiezione più popolare del festival , quella in piazza del Popolo. Alle 21,45 per il « Cinema in piazza» verrà presentato il film del Concorso «Swim Little Fish Swim» di Lola Bessis e Ruben Amar che apre le serate del « Cinema in Piazza» e costituisce l'apertura formale della Mostra. I registi del film (una produzione franco-americana) raccontano l'incontro a New York tra uno strano musicista che usa i giocattoli della figlia come strumenti e una video maker in cerca di fortuna. La giornata si concluderà come sempre nel cortile di Palazzo Gradari dove, a partire dalle 24 verrà presentato il progetto multimediale del Lems, Etherotopie (cronache terrestri), a cui seguirà il primo appuntamento con il dopo festival di «Round Midnight» dedicato all'animazione italiana più sperimentale. Claudio Salvi Foto: Il primo film all'aperto il franco americano «Swim Little Fish Swim» Foto: In alto una scena di «Swim Little Fish Swim», a sinistra «Free Range» e tre immagini di cartoni animati della sezione dedicata al nuovo cinema d'animazione Il Messaggero 23/06/2014 GLORIA SATTA ed. Nazionale p. 29 ↓ ↑ = Verdone e Morricone trionfano in America lavori in corso Con Verdone e Morricone il cinema made in Italy trionfa al di là dell'Oceano. Una giuria composta da ventitremila spettatori , disseminati in cinque città del Canada, ha attribuito il Premio del Pubblico all'ultimo film di Carlo Verdone Sotto una buona stella , in gara con altri 34 all'Italian Contemporary Film Festival di Toronto. E dopo Bertolucci e Bocelli anche Ennio Morricone avrà la sua stella sulla Hollywood Walk of Fame, consacrazione di una carriera lunga mezzo secolo e già benedetta dall'Oscar: è stato Pascal Vicedomini, produttore del Festival Los Angeles Italia, a proporre il riconoscimento per il grande autore di musiche da cinema , che verrà celebrato a febbraio 2015 nel corso della decima edizione della rassegna . Per Verdone, il premio di Toronto rappresenta una soddisfazione particolare: è la conferma, spiega l' attore e regista , che il suo film e in generale le sue commedie hanno un valore universale, comprensibile anche agli spettatori che vivono lontano da noi. Dal pubblico ai professionisti del cinema il passo può essere breve: magari un distributore nordamericano comprasse Sotto una buona stella , sarebbe la ciliegina sulla torta. La Gazzetta di Parma 23/06/2014 ALESSANDRA MAGLIARO p. 26 ↓ ↑ = Anticipazioni aspettando Venezia MOSTRA DEL CINEMA INTENSO LAVORO DEI SELEZIONATORI A DUE MESI DALLA CERIMONIA DI INIZIO Per l'Italia pare sicuro il film di Martone su Leopardi. Il colpaccio sarebbe Moretti ROMA A poco più di due mesi dalla 71ª Mostra del cinema di Venezia entra nel vivo l ' attività dei selezionatori che con il direttore Alberto Barbera esplorano le cinematografie di tutto il mondo per il cartellone del festival . Per l ' Italia un titolo viene dato per scontato sin dal primo ciak: Il giovane favoloso di Mario Martone con Elio Germano nei panni del poeta Leopardi e un cast con Isabella Ragonese, Ennio Fantastichini, Edoardo Natoli. Ma certo altri titoli sono in visione come Maraviglioso Boccaccio che segna il ritorno dei Taviani e con un cast ricchissimo con Lello Arena, Paola Cortellesi, Carolina Crescentini, Flavio Parenti, Vittoria Puccini, Michele Riondino, Kim Rossi Stuart, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Jasmine Trinca. Dovrebbe essere pronto anche Mia Madre di Nanni Moretti e sarebbe un colpaccio visto il legame che lo lega da sempre al Festival di Cannes. Italia a parte, Barbera e i selezionatori si sarebbero assicurati il nuovo film di Fatih Akin, The Cut interpretato da Tahar Rahim (il protagonista di Un profeta di Audiard e Il passato di Farhadi, terza parte di una trilogia sull ' amore la morte e il diavolo) e quello del francese Benoit Jacquot Three Hearts, 3 cuori, storia famigliare con Lea Seydoux, Charlotte Gainsbourg, Catherine Deneuve, secondo anticipazioni scritte da Variety. E al Lido potrebbe esserci il nuovo film di Alejandro Gonzalez Inarritu Birdman, una dark-comedy con Michael Keaton nei panni di un attore una volta glorioso nei panni di un supereroe e ora decisamente in ribasso. Con Keaton recitano anche Edward Norton, Naomi Watts, Emma Stone. Cast ricchissimo anche nel nuovo film di Terrence Malick, Knight of Cups - Christian Bale, Natalie Portman e Cate Blanchett - se Barbera riuscirà ad averlo. Altro titolo americano il thriller di J. C. Chandor, A most violent year, ambientato nell ' in verno 1981 a New York e con Oscar Isaac (A proposito di Davis dei Coen) e Jessica Chastain protagonisti . Potrebbe tornare al lido David Gordon Green (Joe con Nicolas Cage) con Manglehorn con il grande Al Pacino protagonista. Sfumate invece le speranze per il nuovo atteso film di David Fincher, Gone Girl, con Ben Affleck e per l ' atteso Big Eyes di Tim Burton, biopic dedicato all ' artista Margaret Keane, pittrice celebre negli anni ' 50 interpretata da Amy Adams, anche perchè l ' uscita in sala , Natale 2014, è lontana e ormai questo condiziona molto anche i programmi dei festival . Guardando alla Francia, Barbera potrebbe avere disponibile un certo numero di buoni film : si parla di Francois Ozon, Une nouvelle amie, con Romain Duris, il nuovo Laurent Cantet (La classe), Retour a Itaque, poi Vie Sauvage di Cèdric Kahn con Mathieu Kassovitz e Iden il nuovo film di Mia Hansen-Love. Foto: Verso il Lido Nanni Moretti e Margherita Buy. A destra Elio Germano nei panni di Leopardi e Al Pacino. La Repubblica - Affari Finanza 23/06/2014 STEFANO CARLI N.23 - 23 giugno 2014 p. 1 ↓ ↑ = La Rai di Renzi un canale sarà senza pubblicità [ IL CASO ] a Rai che vedrai", come recitava un autopromo di qualche anno fa, non sarà più una sola ma due: una senza pubblicità e una con gli spot. Una finanziata interamente dal canone e una finanziata dal mercato. Entrambe declineranno il servizio pubblico , ma in due modi differenti: la prima con l'attenzione ai temi fuori mercato; la seconda mirata a muoversi sul mercato ma orientandolo verso prodotti di qualità più alta e offrendo spazi e risorse ad una produzione indipendente di contenuti media italiani che siano in grado di competere all'estero con i concorrenti inglesi, francesi, spagnoli e ovviamente Usa. segue alle pagine 4 e 5 Segue dalla prima Tempi? Brevi, a partire da maggio 2015 quando si farà il nuovo Cda, alla scadenza del mandato della attuale gestione Tarantola-Gubitosi. E intanto? Intanto non si resta con le mani in mano e a novembre si porta in Borsa un 30% buono di RaiWay per fare almeno 300 milioni di risorse fresche. Utopia? Velleitarismo? Si vedrà. Per adesso il dato di fatto è che negli ultimi quindici giorni si è parlato di Rai e di tv come non si era mai fatto negli ultimi 15 anni. E la novità vera è che non se ne parla in termini di quante reti e a chi o di come bilanciare pesi e contrappesi per difendere la democrazia, ma - ed è una prima volta - in termini di prodotto. La triade Renzi-Lotti-Giacomelli, ossia il premier e i due sottosegretari (alla presidenza del Consiglio con delega all'editoria il primo e al ministero dello Sviluppo con delega, arrivate appena la scorsa settimana, alle Comunicazioni il secondo), sta mettendo in piedi un'operazione forse un po' movimentista (due mesi di consultazione pubblica, poi una consultazione più specialistica con gli addetti ai lavori dell'intero settore media, con tempi di chiusura tassativa entro l'autunno) ma con un obiettivo preciso: far uscire la questione Rai dai termini, i tempi e i leziosismi dei dibattiti parlamentari e spiazzare i partiti (compresa parte del Pd) con un progetto economico e culturale prima ancora che politico. Tutto parte da una esigenza immediata: rifare il look al canone. Ossia come ripartire con la caccia all'evasione senza farla sembrare una nuova tassa. Renzi ha capito che la lotta all'evasione per dare più soldi alla Rai così com'è non è possibile e mettere "questo" canone nella bolletta elettrica potrebbe creare un rigetto fortissimo. E allora? Allora si lavora in più fasi. Primo, si riforma la Rai riscrivendo la convenzione; si ridisegna il servizio pubblico , si parte con la lotta all'evasione spiegando che i soldi recuperati non andranno alla Rai; si creano fasce di esenzione e/o di riduzione per i redditi inferiori e la cosa può passare. Il vero problema però è il punto Uno: cosa fare della Rai. Gli undici saggi della commissione Giacomelli hanno già svolto gran parte del compito assegnato: far parlare della nuova Rai. E hanno ovviamente anche stilato alcune idee-guida. Il primo risultato è stato già portato a casa: la vecchia idea di Antonio Catricalà nel ruolo di predecessore di Agostino Giacomelli, ossia di mettere il contratto di servizio pubblico in gara è stata già sepolta. Il servizio pubblico è la Rai e non ci sarà né Mediaset con i suoi Tg o le tv locali con le loro news territoriali a poter ambire di strappare quote di convenzione con lo Stato. Ma blandito così il partito Rai, ora si va giù duri con il cambiamento. Ma dirlo è una cosa e farlo un'altra. E la parte più difficile non è "cosa" fare ma "come". Perché se ci vuol poco a dire "reti senza pubblicità", una volta che si inizia a prendere gli organigrammi di Viale Mazzini in mano, ridisegnarci sopra la nuova tv pubblica pone in sequenza svariati problemi. Soprattutto il primo: se si fa una tv senza pubblicità, con gli altri canali e soprattutto con i 700 milioni di raccolta pubblicitaria della ex Sipra, che cosa ci si deve fare? Va esclusa la chiusura netta di reti e concessionaria: perché regalare gratis milioni e quote di mercato alle altre tv ( Mediaset e Sky in prima fila ma anche Cairo e Discovery) se poi chiusi i ricavi restano tutti i costi dei dipendenti in eccesso? Va esclusa anche la vendita di pezzi e singoli canali, con in cima alla lista la solita Rai2 perché l'asta delle frequenze appena conclusa con la micro-offerta di Cairo dimostra che non ci sono acquirenti) resterebbe il problema dei dipendenti e dei costi fissi. E l'unico modo per non tagliare in modo selvaggio gli oltre 11 mila addetti di Viale Mazzini è di farli produrre di più. E' il tema su cui in particolare due tra gli esperti di Giacomelli, Stefano Balassone e Piero De Chiara, stanno premendo di più. Balassone sottolineando come negli ultimi anni la Rai abbia costantemente aumentato la quota di acquisti dall'estero di film e serie tv per riempire una programmazione eccessiva. De Chiara rilevando come di converso l'export di contenuti video italiani stia andando sempre più a picco. Il nostro export è oggi un decimo di quello francese e spagnolo e ben un ventesimo di quello inglese. «Se la quota dell'Italia nel commercio mondiale è del 3%, nel settore media siamo allo 0,5%», ha scandito in un recente convegno organizzato a Roma da Carlo Rognoni. Quindi una Rai con una nuova organizzazione e con compiti e obiettivi ridisegnati e aggiornati dovrà anche essere una Rai che produce di più. Anche perché il grosso dei dipendenti di Viale Mazzini non è nelle reti ma nei centri di produzione . E dunque il solo taglio dei canali non può essere una soluzione perché i costi che riduce non sono poi molti. Tra i saggi di Giacomelli un'idea inizia a prendere forma. Certo non sarà quella definitiva, ma è oggi l'ipotesi di base attorno a cui si sta lavorando nella commissione e anche all'esterno. L'idea parte dal modello inglese, con i canali spot-free di Bbc e quelli di Channel4 con la pubblicità, ma è già stata ulteriormente sviluppata e adattata allo scenario italiano. E funzionerebbe così. La tv del canone. I 1.700 milioni annui del canone resteranno più o meno quelli e serviranno per alimentare una programmazione senza pubblicità. Ma non sarà una sola rete: ossia non si prenderanno Rai3 o Rai2 e si toglieranno gli spot dal palinsesto. La forma è più complessa. Intanto, per chiarezza, diciamo che saranno 4 o 5 canali, ma non ci saranno solo i canali. L'ipotesi è di fare una rete generalista non solo con programmi di servizio ma anche con intrattenimento (di qualità però). A questa si aggiunge un secondo canale di news. Poi un canale per bambini. Un quarto canale dovrebbe essere quello tutto dedicato alla cultura. E si sta discutendo su un eventuale quinto canale di sport. Qui si tratta ovviamente di imparare dal fallimento dell'attuale RaiSport2, preda delle voglie e delle pressioni di federazioni sportive minori e enti locali, e di fare un serio lavoro di promozione degli sport che non attirano gare miliardarie per la conquista dei diritti tv ma che hanno un loro pubblico . Ma poiché siamo nell'era di Internet e della multimedialità, non si deve più ragionare solo in termini di canali. All'inizio, per esempio, il canale culturale era pensato per andare solo in streaming, poi hanno prevalso le considerazioni sul fatto che le tv connesse sono ancora poche e che la programmazione lineare, con i palinsesti giornalieri e settimanali, è ancora un'ottima vetrina e si andrà quindi su doppia piattaforma: terrestre e Web. E ci sarà una doppia piattaforma, Web e satellite stavolta, ma non terrestre, per il canale di news in lingua inglese, che non sarà pensato per gli italiani all'estero, ma per gli stranieri interessati all'Italia. Niente strapaese quindi ma un basket di argomenti che siano di interesse per chi vuol sapere di più sull'Italia in quanto patria del made in Italy. E dunque lusso, cultura, moda, turismo e anche religione. Tra l'altro a un'idea simile sta lavorando anche Mediaset che ne ha affidato il progetto a Yves Confalonieri, il figlio del presidente Fedele. La tv del mercato. Questa è la parte più difficile da realizzare. Intanto perché bisogna trovare una forma che giustifichi il fatto che un broadcaster di mercato sia controllato dal settore pubblico . Poi perché c'è un passaggio delicatissimo da definire: quale canale generalista mettere qui nella parte "libera"? Dal punto di vista economico indubbiamente l'ideale sarebbe Rai1. Ma mettere l'ammiraglia di Viale Mazzini qui, senza vincoli di affollamento pubblicitario, difficilmente troverà grande consenso politico, soprattutto dalle parti di Forza Italia. E poi l'obiettivo è di non indebolire troppo come ascolti la tv del canone. Prende forma quindi un modello misto Rai2-Rai3 per la generalista: show più nazional-popolari, i talk più vicini all'intrattenimento che alle news, i reality e lo sport con i diritti costosi (highlights del calcio, l'attuale selezione dei gran premi di Formula Uno, forse il Giro d'Italia). Poi uno o più canali specializzati in fiction , più o meno i corrispettivi di Rai Premium e Rai Movie e uno per le serie tv , una fusione tra Rai4 e Rai5. Ma su tutto farà premio in questa parte del progetto la programmazione di format prodotti in casa, film , serie e intrattenimento. Non sarebbe male se Viale Mazzini iniziasse poi a cercare di inserirsi nel mercato della documentaristica, visto il nostro patrimonio artistico, storico e ambientalistico. L'ultimo passaggio delicato è che se questo piano per la tv di mercato funzionerà davvero, potrebbe attrarre ben di più degli attuali 700 milioni di pubblicità e a quel punto si dovrebbero rivedere un po' di cose. Ma ora è presto per occuparsi di una ipotesi di tal genere. Se si arriverà a porla, vorrà dire che tutto l'impianto di riforma avrà avuto successo . Se invece tutto finirà nell'ennesimo flop, allora non sarà mai un problema all'ordine del giorno. Foto: Il cavallo dorato di fronte agli studi di Saxa Rubra Foto: [ I PROTAGONISTI ] Qui a lato, Il sottosegretario allo Sviluppo con delega alle Comunicazioni Antonello Giacomelli (1) il presidente della Rai Anna Maria Tarantola (2) il direttore generale Luigi Gubitosi (3) il dg di Rai Pubblicità Fabrizio Piscopo (4) Foto: Il servizio pubblico è sotto esame e si andrà ad un ridisegno completo del settore anche al fine di "rifare il look " al canone Corriere Economia 23/06/2014 CHIARA SOTTOCORONA N.23 - 23 giugno 2014 p. 16 ↓ ↑ = Social tv Scende l'Auditel, sale Twitter Ascolti Che cosa cambia con l'arrivo in Italia del nuovo sistema di rilevazione targato Nielsen. Boom per i Mondiali Gli ascolti televisivi si misureranno contando i messaggini da 140 caratteri Mediaset e Sky: buona idea. Fra i programmi più twittati Le Iene e MasterChef P er il SuperBowl americano 25,3 milioni di tweet durante la diretta. Per la cerimonia degli Oscar 19 milioni di tweet inviati. Per il concorso musicale The Voice, in maggio, un record di 310 mila tweet al minuto. Sono i picchi delle trasmissioni più twittate negli Usa, superate soltanto dai Mondiali di calcio, che stanno generando un'enorme ondata di commenti all'hashtag «WorldCup and Brazil 2014». La piattaforma di microblogging è diventata un amplificatore della Tv : genera interattività e spinge anche gli ascolti. Il «metro» dei dati In accordo con Twitter (che mette a disposizione i Big Data dai suoi server), Nielsen ha introdotto negli Usa il «Twitter rating», che propone misure di audience di oltre 240 canali tv attraverso la frequenza dei tweet. Da quando è partito, nel 2013, sono stati analizzati 990 milioni di tweet sui contenuti televisivi, inviati da 36 milioni di americani. E dopo gli Usa il primo Paese dove sarà introdotto il Nielsen Twitter rating sarà l'Italia, da settembre. «Il panorama televisivo è molto cambiato, la tivù tradizionale sta lasciando il passo a quella on demand, quindi occorre adeguare i panel e le tecniche di rilevazione alla complessità di oggi», osserva Luca Bordin, general manager area Media di Nielsen Italia. Quando Arthur C. Nielsen inventò la rilevazione dei dati di ascolto, introducendo il primo «meter», era il 1936 e i televisori esistenti erano soltanto 200. Oggi sono miliardi. Ma soprattutto è cambiato il modo di seguire la tivù, perché gli spettatori dispongono di quattro-cinque schermi : il televisore, il computer, lo smartphone, il tablet, la console di giochi. Tutti connessi. «Se in Europa partiamo dall'Italia - dice Bordin - non è solo perché siamo già presenti nelle rilevazioni di ascolti, ma anche perché gli italiani sono dei grandi consumatori di televisione, come gli americani, e sono tra i più attivi su social network e apparecchi mobili». Twitter rating è il primo passo del nuovo Digital Program ratings, in sperimentazione negli Usa, che permetterà di monitorare il consumo di qualsiasi contenuto televisivo anche attraverso browser, app, mobile. «Sarà basato su un sistema di marcatura o tag dei contenuti e sui profili dell'audience ottenuti tramite Big Data», spiega Bordin. Nielsen, che in Italia cura già l'Audiweb (l'ascolto dei siti), ha concluso un accordo anche con Facebook per ampliare il «social panel», grazie ai 24 milioni di utenti che il sito rappresenta. Addio Auditel, allora? «È vero che quel sistema di rilevazione degli ascolti televisivi è invecchiato e limitato alla tivù tradizionale, ma è in corso un tentativo di rinnovarlo e resta ancora il riferimento istituzionale commentano in Mediaset -. È stato appena annunciato il raddoppio del panel di Auditel, da 5mila a 10mila famiglie. E si pensa anche a una possibile convergenza tra Auditel e Audiweb». Intanto la divisione Interactive Media di Mediaset rileva già, all'interno, le visioni sul web, sul mobile e sui social network delle trasmissioni prodotte dal gruppo. Le reazioni «Programmi come il Grande Fratello , Le Iene , Amici sono molto seguiti sui social, siamo curiosi quindi di vedere i risultati che darà il Twitter rating» dicono a Mediaset . Valutazione positiva anche da Sky Italia, che indica XFactor e MasterChef come i due programmi a più forte risonanza su Twitter. Sky intende introdurre da inizio luglio lo «Smart Panel»: nuovo sistema di misurazione dell'audience capace di fornire, per la prima volta, dati precisi sul consumo televisivo in differita, online, e sui «second screen», i secondi schermi . È basato su un campione di 10 mila famiglie di abbonati a Sky, presso le quali sono stati installati i nuovi meter. Ma, piuttosto che concorrente di Auditel, è complementare. «L'obiettivo è misurare il consumo tivù sulla nostra piattaforma, perché siamo una pay- tv e il nostro punto di partenza è il cliente - dice Eric Gerritsen, vicepresidente esecutivo di Sky Italia -. I dati raccolti ci aiuteranno a definire le scelte editoriali dei programmi, perché il telespettatore oggi chiede di partecipare, di vedere le serie - tv subito e in mobilità o di rivedere i programmi a sua convenienza». Le reazioni del pubblico su Twitter e Facebook, inoltre, sono un valore qualitativo, non soltanto quantitativo, per produttori e pubblicitari. «Sono un'indicazione anche per creare eventi dal vivo, come il concorso Mtv World del 21 giugno dove è il pubblico , attraverso i tweet, a premiare i cantanti», dice Vincenzo Cosenza, responsabile social media di Blogmeter, la società di monitoraggio dei nuovi media che ha iniziato per prima in Italia a misurare la «social tivù». © RIPRODUZIONE RISERVATA Auditel dal 1986 Nielsen Twitter Rating da ottobre 2013 negli Usa Blogmeter dal 2013 Misura l'audience della tv terrestre e satellitare Un meter segnala i programmi sintonizzati in un panel di 5.163 famiglie (1) Misura le conversazioni via Twitter sui programmi tivù Società italiana di < > Calcola la frequenza dei tweet su ogni programma di 247 network televisivi Analizza i tweet e i post di Facebook sui programmi televisivi Smartpanel da maggio 2014 Rileva gli ascolti di Sky anche su web e mobile Il meter è inserito nel decoder di oltre 5 mila famiglie tra gli abbonati (2) (3) (1) Rappresentativo della popolazione; (2) 10 mila previste a fine anno; (3) in arrivo in italia Pparra Uomini Donne Fonte: TV Nielsen Newswire, maggio 2014 più twittati in tv Chi traccia l'indice di gradimento Reality 35% 65% Serie Tv 39% 61% Commedie 53% 47% Eventi sportivi 79% 21% Come lo fa Che cosa fa Il Gazzettino 23/06/2014 ed. Nazionale p. 18 ↓ ↑ = I film del nuovo secolo: ecco dove va il cinema Adriano De Grandis Se il XX è stato il secolo del cinema , il suo affermarsi, il suo essere snodo centrale tra divertimento e cultura, la sua capacità di diventare perfino aggregazione sociale con le sue sale , i suoi dibattiti pubblici, i suoi festival e il suo ingresso nei palinsesti televisivi, il XXI si è aperto con tutta una problematica che affronta da un lato un certo tipo di decadenza, grazie ai nuovi mezzi di "visione" ( dvd , blu-ray, home video , streaming...), e da un altro le aspettative nuove tra il passaggio al digitale e la ricerca di nuovi linguaggi estetici. Ora che il XXI secolo inizia a sedimentarsi e a non essere più un oggetto incerto e nebuloso in fondo al nostro più vicino orizzonte, si può cominciare a effettuare ricognizioni più significative, ragionando su ciò che è già stato il cinema del nuovo millennio per individuare meglio quello che sarà, partendo ovviamente dal presente. In queste ultime settimane sono usciti ben tre libri che tentano di fare chiarezza lungo questo percorso ancora troppo ricco di stimoli, per catturato perfettamente. Sono tre letture, ampie e diversificate, profonde e grandangolari, di tutto ciò che la massa cinema sta proponendo dall'arrivo dell'anno 2000 a oggi. "Il cinema del terzo millennio" (Franco Marineo, Einaudi, 26 euro) è chiaro fin dal titolo, ma ammettendo da subito l'impossibilità di essere un saggio esaustivo e di sentirsi, semmai, come lo stesso cinema un'opera in fieri, mappa provvisoria e ancora curiosa di conoscere ulteriori approdi. Si parla di immaginari, nuove tecnologie e narrazioni, come indica il sottotitolo, racchiusi in un territorio ormai senza confini, come le nazioni che stanno aprendo le proprie frontiere e così le proprie cinematografie, dove la confusione dei riferimenti e dei generi è una ricchezza inestimabile. Marineo offre una lettura molto corposa, dettagliata nella sua portata artistica e industriale, con riferimenti geopolitici e tematici, partendo dai poli riconosciuti ( Hollywood , Europa, Asia), affrontando anche tutte le strategie narrative che possano rilanciare l'interesse del pubblico , dalle forme seriali a quelle ibride, che toccano la videoart e i videogame, in un confronto serrato, che va a chiudersi con un'ispezione diretta di questo cinema del nuovo millennio, attraverso "70 fotogrammi" (cioè 70 film ) da "Amores perros" (Inarritu, 2000) a "Zodiac" (Fincher, 2007), curiosamente riepilogati in ordine alfabetico e non cronologico, tappe fondamentali di questi ultimi tre lustri. "Atlante sentimentale del cinema per il XXI secolo" (Donatello Fumarola e Alberto Momo, DeriveApprodi, 25 euro) va un po' più dentro questo cinema . Non più uno sguardo esterno, ma le voci di 50 registi contemporanei, firme più eccentriche che popolari (da Kaurismäki a Naderi, da Bela Tarr a Hou Hsiao-hsien, da Lav Diaz a Lisandro Alonso, da Tsai Mig-Liang a Takeshi Kitano, ma anche i più noti Herzog e soprattutto l'immancabile Tarantino), che parlano del loro cinema e del cinema in generale. Un volume entusiasmante, assolutamente imperdibile per tutti quelli che amano veramente capire dove sta andando il cinema , con le interviste che diventano tappeto strategico di un'idea artistica e su come applicarla. Infine Roy Menarini affronta in " Cinema senza fine", un viaggio cinefilo attraverso 25 film (Mimesis, 20 euro), con la postfazione di Enrico Ghezzi, che parte dall'ormai abusata battuta sul " cinema è morto", per dimostrare esattamente il contrario. Menarini raccoglie i pensieri di 25 critici e studiosi, ognuno dei quali si presta a spiegare perché quel film sia fondamentale per una visione completa del cinema di questo secolo. Non una semplice lettura critica, ma un'altra galoppata dentro le immagini di un universo che sta mutando radicalmente: l'inafferrabile cinema del XXI secolo. © riproduzione riservata La Nuova Sardegna 23/06/2014 ALESSANDRO PIRINA ed. Nazionale p. 18 ↓ ↑ = "Una notte in Italia" Il cinema tricolore al Festival di Tavolara "Una notte in Italia" Il cinema tricolore al Festival di Tavolara Via il 13 luglio da Porto Taverna con incontri e proiezioni Anche per questa edizione il conduttore sarà Neri Marcorè Via il 13 luglio da Porto Taverna con incontri e proiezioni Anche per questa edizione il conduttore sarà Neri Marcorè Per la prima volta anche due opere internazionali : il norvegese "Kon Tiki" e "The normal heart" (Usa) OLBIA Il festival del cinema italiano guarda oltre confine. Per la prima volta due opere internazionali saranno nel cartellone di "Una notte in Italia". Il norvegese "Kon-Tiki" e l'americano "The normal heart" andranno ad arricchire il ricco programma di Tavolara, che anche quest'anno punterà su big del cinema tricolore come Virzì, Ozpetek, Manetti Bros, la rivelazione Sibilia e l'esordiente Veltroni. Per il 2014 la premiata ditta Navone-Detassis, il fondatore e il direttore artistico della kermesse nata nel 1991, ha deciso di fare le cose in grande, aumentando le giornate di proiezione e aggiungendo una quarta location a quelle ormai storiche di San Teodoro, Porto San Paolo e Tavolara. Il festival prenderà il via dalla spiaggia di Porto Taverna, dove domenica 13 luglio e lunedì 14 si terranno due serate dedicate alle opere a tematica ambientale. Il primo giorno in cartellone il corto "L'orto di Tavolara. Storie e memorie di un'isola" dell'olbiese Mirko De Angelis e il documentario francese "Tavolara, une ile de cinema ", il secondo i film vincitori del "Camogli international marine film festival ", rassegna di corti e lungometraggi dedicata ad ambiente e natura. Martedì 15 e mercoledì 16 la rassegna si trasferirà alla Peschiera di San Teodoro. Nella prima serata "Una notte in Italia", in collaborazione con il Nordic film fest di Roma, proporrà il norvegese "Kon-Tiki", di Joachim Ronning ed Espen Sandberg, candidato nel 2013 agli Oscar come miglior film straniero. L'indomani è in cartellone "L'arte della felicità" di Alessandro Rak, premiato con il Ciak d'oro Bello e invisibile. Giovedì il festival sbarcherà a Porto San Paolo, dove, come ogni anno, alle 18.30 si svolgeranno gli incontri con i protagonisti di "Una notte in Italia", curati quest'anno da Piera Detassis con Geppi Cucciari e Ivan Cotroneo. In serata a Porto San Paolo sarà proiettato il film rivelazione, "Smetto quando voglio" di Sydney Sibilia con Edoardo Leo, Valeria Solarino e Libero De Rienzo, con un piccolo ruolo di Neri Marcorè, anche quest'anno conduttore del festival . Da venerdì a domenica il festival approderà sulla sua sede naturale, l'isola di Tavolara. Venerdì 18 i film in cartellone saranno "Quando c'era Berlinguer" di Walter Veltroni sulla figura dello storico segretario del Pci e "Allacciate le cinture" di Ferzan Ozpetek, con Francesco Arca, Kasia Smutniak, Carolina Crescentini e Paola Minaccioni. Il sabato i due film saranno "Il capitale umano" di Paolo Virzì con Fabrizio Bentivoglio e Valeria Bruni Tedeschi, e "Song ' Napule" dei Manetti Bros, con Alessandro Roja e Giampaolo Morelli. La domenica, infine, il cartellone prevede il film americano per la tv "The normal heart" di Ryan Murphy, con Mark Ruffalo e Julia Roberts, serata organizzata da "Una notte in Italia" in tandem con Sky. Ultimo film del festival sarà "L'arbitro" del sardo Paolo Zucca con Stefano Accorsi e Geppi Cucciari. Ancora da scegliere la madrina di "Una notte in Italia 2014", veste che negli anni è stata indossata da Luisa Ranieri, Carolina Crescentini, Cristiana Capotondi, Donatella Finocchiaro, Jasmine Trinca e Ambra Angiolini. Foto: Carolina Crescentini, ospite al Festival di Tavolara Il Giornale di Vicenza 23/06/2014 p. 40 La mia commedia nera racconta l´onnipotenza della scienza e della fede MARK GILL regista a Santorso ↓ ↑ = Il regista inglese Mark Gill (a sinistra) con il suo produttore Baldwin Li ritratti a Santorso. ... Dalla notte degli Oscar alla notte bianca del Festival Alto Vicentino: Mark Gill vince il premio per il miglior cortometraggio. L´ottava edizione della rassegna internazionale di cortometraggi di Santorso si è conclusa con le proiezioni delle migliori pellicole giunte da tutto il mondo. La giuria , composta da Mirco Melanco presidente e docente del Dams di Padova, Sergio Dal Maso Cineclub "Verdi", Carla Urban giornalista e conduttrice televisiva, Paolo Agostini compositore e Antonio Seganfreddo autore , ha decretato i sette vincitori selezionati fra gli oltre 1500 cortometraggi visionati dallo staff del Festival . Ad aggiudicarsi il premio come miglior corto amatoriale è stata la Corea del Nord con il film di Jaebin Han "Kiss of feet", il miglior montaggio è stato assegnato ad una pellicola di Cipro "5 way 2 die", mentre il premio per la miglior regia è andato al corto italiano "Un uccello molto serio" della regista Lorenza Indovina. Grandi applausi sono seguiti alla visione di "Bruce Lee played badminton too" pellicola australiana che è stata premiata per la migliore interpretazione del giovane attore Nathan Derrik nel ruolo di Nic Wooding. La Spagna del regista Broncos ha ottenuto il premio alla miglior sceneggiatura con il corto "Pacifier & Blowpipe", mentre la commedia francese "Mecs meufs" si è aggiudicata il riconoscimento per la miglior fotografia. Il momento clou è giunto con l´assegnazione del premio per il miglior cortometraggio a "The Voorman problem" la pellicola con cui il regista Mark Gill ed il suo produttore Baldwin Li sono stati candidati agli Oscar 2014. Inglese di Manchester, questo eclettico regista dal tipico aplomb britannico, si è contraddistinto, secondo la motivazione della giuria , "per l´originalità della storia e la metafisica profondità di sguardo con il quale si racconta la relatività dei ruoli e l´introspezione del confine tra follia e normalità". Il cortometraggio presenta infatti l´incontro fra lo scettico psichiatra Dottor Williams e l´enigmatico Voorman, un prigioniero con un malanno peculiare: la presunzione di essere un dio. Signor Gill quando ha deciso di diventare un regista ? Ho sempre avuto una passione per il cinema , ma sicuramente un grande impulso alla decisione di intraprendere la carriera di regista mi è stato dato dai film di Ridley Scott. Mi sono ispirato a lui per realizzare la pellicola con cui mi sono laureato alla University Of Central Lancashire che si è aggiudicata il primo premio della Royal Television Society. Inoltre adoro anche il cinema italiano di Michelangelo Antonioni ed ho avuto il piacere di conoscere Paolo Sorrentino. Come è nata la collaborazione con il suo produttore e sceneggiatore Baldwing Li? Baldwin ha iniziato la sua carriera nei Granada Studios di Manchester come ingegnere del suono. Nel 2006 ha fondato la Honlodge Productions. Ci siamo conosciuti sul set di un cortometraggio girato nel 2008, io lavoravo come cameraman, e da allora abbiamo iniziato il nostro sodalizio artistico che si è concretizzato nella realizzazione di The Voorman Problem. Com´è nata l´idea di girare The Voorman Problem? All´inizio abbiamo spedito la sceneggiatura a Kevin Spacey senza nessun agente, nessun permesso, solo la totale fiducia in quello che stavamo facendo. Spacey ci ha risposto abbastanza in fretta e positivamente. E nonostante fosse troppo impegnato per farlo lui stesso ci ha raccomandato Tom Hollander, attore protagonista della pellicola nonché volto noto di Pirati dei Caraibi, che a sua volta ci ha aiutati a contattare Martin Freeman protagonista de Lo Hobbit di Peter Jackson´s. In seguito entrambi hanno accettato di recitare nel mio film . Dove ha tratto l´ispirazione per la sceneggiatura del cortometraggio? In questo film desideravo fare satira religiosa e mi sono ispirato ad alcuni passaggi del racconto di David Mitchell intitolato "Number9dream". Il film parla principalmente del delirio di onnipotenza e del contrastante rapporto fra scienza e fede, perché ha scelto proprio queste tematiche? Mentre realizzavo il film non pensavo tanto a far emergere la divergenza fra scienza e fede, bensì mi sono concentrato sulla descrizione del fanatismo religioso che, a mio avviso, può raggiungere livelli patologici. Il delirio di onnipotenza inoltre spesso coinvolge anche la medicina ed è per questo che volevo raccontare con una commedia nera il lato oscuro di entrambe le parti. Potrebbe descrivermi cosa l´ha incuriosito di più del carattere del dottore e del carattere di Voorman? Il dottore è molto sicuro di sé, scettico e sprezzante nei confronti del paziente, mentre Voorman si pone con un approccio riflessivo, pacato a tratti destabilizzante nei confronti di chi lo ascolta e sembra davvero matto! Per questo lo preferisco allo psichiatra. I suoi protagonisti sono Martin Freeman e Tom Hollander, com´è stato lavorare con loro? Entrambi si sono dimostrati immediatamente interessati alla storia ed hanno creduto nel mio progetto con entusiasmo, inoltre hanno portato un contributo di esperienza ed un´eccellenza interpretativa che ha reso perfettamente sullo schermo l´idea che volevo dare del senso di onnipotenza. Che ricordo avete della notte degli Oscar? Indescrivibile, un concentrato di emozioni paragonabile all´effetto di un allucinogeno. Siamo stati a L.A una settimana ed un giorno, ammirando Hollywood al tramonto, abbiamo realizzato d´aver fatto un buon lavoro e di essere molto fortunati. Quali sono i suoi progetti futuri? Abbiamo appena ricevuto i fondi per iniziare un lungometraggio che racconterà la vita di Steven Patrick Morrissey, meglio conosciuto solo come Morrissey, voce principale della band inglese The Smiths. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Giornale di Vicenza 23/06/2014 p. 41 ↓ ↑ = Elio Germano al Lido sarà Leopardi CINEMA . Da Martone a Malick, ecco su quali film sperano Barbera e i selezionatori per la 71 a Mostra di Venezia Nella rosa dei candidati anche «Maraviglioso Boccaccio» dei Taviani e «Mia madre» di Moretti a • A poco più di due mesi dalla 71 Mostra del cinema di Venezia entra nel vivo l'attività dei selezionatori che con il direttore Alberto Barbera esplorano le cinematografie di tutto il mondo per il cartellone del festival . Per l'Italia un titolo viene dato per scontato sin dal primo ciak: Il giovane favoloso di Mario Martone con Elio Germano nei panni del poeta Leopardi e un cast con Isabella Ragonese, Ennio Fantastichini, Edoardo Natoli. Ma certo altri titoli sono in visione come Maraviglioso Boccaccio che segna il ritorno dei Taviani e con un cast ricchissimo con Lello Arena, Paola Cortellesi, Carolina Crescentini, Flavio Parenti, Vittoria Puccini, Michele Riondino, Kim Rossi Stuart, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Jasmine Trinca. Dovrebbe essere pronto anche Mia madre di Nanni Moretti e sarebbe un colpaccio visto il legame che lo lega da sempre al festival di Cannes. Italia a parte, Barbera e i selezionatori si sarebbero assicurati il nuovo film di Fatih Akin, The Cut , interpretato da Tahar Rahim (il protagonista di Un profeta di Audiard e Il passato di Farhadi), terza parte di una trilogia sull'amore la morte e il diavolo, e quello del francese Benoit Jacquot Three Hearts, 3 cuori, storia famigliare con Lea Seydoux, Charlotte Gainsbourg, Catherine Deneuve, secondo anticipazioni scritte da Variety. E al Lido potrebbe esserci il nuovo film di Alejandro Gonzalez Inarritu Birdman, una darkcomedy con Michael Keaton nei panni di un attore una volta glorioso nei panni di un supereroe e ora decisamente in ribasso. Con Keaton recitano Edward Norton, Naomi Watts, Emma Stone. Cast ricchissimo anche nel nuovo film di Terrence Malick, Knight of Cups - Christian Bale, Natalie Portman e Cate Blanchett - se Barbera riuscirà ad averlo. Altro titolo americano il thriller di J. C. Chandor A most violent year ambientato nell'inverno 1981 a New York e con Oscar Isaac ( A proposito di Davis dei Coen) e Jessica Chastain protagonisti . Potrebbe tornare al lido David Gordon Green (Joe con Nicolas Cage) con Manglehorn con il grande Al Pacino protagonista. Sfumate invece le speranze per il nuovo atteso film di David Fincher, Gone Girl con Ben Affleck, e per l'atteso Big Eyes di Tim Burton, biopic dedicato all'artista Margaret Keane, pittrice celebre negli anni '50 interpretata da Amy Adams, anche perché l'uscita in sala , Natale 2014, è lontana e ormai questo condiziona molto anche i programmi dei festival . Ma Barbera potrebbe avere disponibile un certo numero di buoni film anche guardando alla Francia. Foto: Elio Germano, protagonista del film Il giovane favoloso Il Giornale di Vicenza 23/06/2014 p. 20 ↓ ↑ = Operaestate, 62 i film sullo schermo CINEMA SOTTO LE STELLE. Si parte il primo luglio al giardino Parolini Anche quest´anno sono 62 i film della locandina bassanese di Operaestatecinema. Locandina che dal primo luglio al 31 agosto consentirà di vedere, o rivedere, molti dei film che hanno "segnato" la stagione cinematografica . Fedele ad una "ricetta" che ha sempre funzionato, ai Giardini Parolini a farla da padrone sarà il " cinema di qualità". La selezione privilegia un cinema meno di "effetti speciali" e che al solito contiene anche una selezione di film d´animazione, a cominciare dalla riedizione de "La città incantata". Ci sarà anche una sorta di mini- festival del cinema nordestino, con quattro pellicole ("La prima neve", "Piccola patria", "Zoran il mio nipote scemo" e "La sedia della felicità") dedicate al nostro territorio. Per quanto riguarda il discorso del "proiettore digitale", salvo sorprese dell´ultima ora ai Giardini Parolini saranno proiettati sia film in pellicola che dvd , decisione che permetterà anche quest´anno in caso di maltempo di trasferirsi alla Da Ponte, dove i lavori per l´installazione del nuovo impianto di proiezione a fine mese e dove comunque rimarrà in uso sia un proiettore "normale" che un videoproiettore. A luglio le proiezioni inizieranno alle 21.30, ad agosto alle 21.A.F. GQ 23/06/2014 TESTO DI FRANCESCO MERLO ILUSTRAZIONI DI ELISABETH NOCH N.178 - luglio 2014 p. 26 ↓ ↑ = A pranzo con Sydney Sibilia «L'importante è tenere fuori la vita privata» Gentlemen's Quarterly Il regista del film italiano sorpresa dell'anno parla poco della sua vita privata. Ma sul mondo del cinema non ha peli sulla lingua: «Un David di Donatello spesso certifica una menzogna. Il dvd pirata del marocchino, invece, dice sempre la verità» «Sono corso sul lungomare di Salerno con il cuore che mi batteva forte forte: ci sarei rimasto malissimo se, quando il film era ancora nelle sale , non avessi trovato una copia-pirata di Smetto quando voglio tra i dvd tarocchi messi in vendita dagli immigrati di colore». Essere piratato vale più dei Donatello? «Il David spesso certifica una menzogna, mentre il falso del marocchino dice sempre la verità». È un regista di strada, un sapiente senza scuole, uno zazzeruto nai'f ma in grazia di Dio la rivelazione del cinema italiano, Sydney Sibilia: «Pensa: a due mesi dall'uscita del film ero già stato contraffatto come una banconota, come una maglietta di Ralph Lauren». Simpatico autodidatta, Sydney è ancora un sorridente "fuori posto" che si sente anonimo, teme i premi e gli elogi di nicchia, ma, come John Fante, "chiede alla polvere": «L'ambulante non voleva credere che fossi proprio io il regista del film . Ma quando gli ho fatto vedere il nome sul dvd e poi gli ho mostrato il mio documento eravamo entrambi orgogliosi: me l'ha venduto a due euro e mezzo invece che a tre. E la qualità era ottima». «Volevo fare un piccolo film , non sapevo di fare satira» Giovane 32enne bighellone e ciondolone, Sydney si racconta così: «niente accademia di cinematografia», «un anno perso in Giurisprudenza», «maturità allo scientifico Francesco Severi perché era il più vicino a casa», lettura preferita «il Magellano di Stefan Zweig perché è un libro da urlo». Impegnato? «Per carità». Satira sociale? «Non ci ho mai SUPER! pensato». Allievo di Germi, Monicelli e Risi? «I miei referenti sono Ritorno al futuro, Karaté Kid, RoboCop». Eppure Smetto quando voglio, quasi quattro milioni al botteghino, è stato giustamente paragonato a Divorzio all'italiana, II sorpasso e Isoliti ignoti. «Lo so, mi lusinga e mi imbarazza». Il film è piaciuto ai professori che vi hanno visto un'allegra ma sapiente corbellatura dell'università più corrotta d'Europa. E ha fatto ridere gli intellettuali la fine parodia dell'eloquio d'accademia, non più latinorum ma latinissimum: «Mi sono divertito, ma non sapevo di fare satira, non sapevo di raccontare l'Italia, pensavo di realizzare un piccolo film tra amici. Per esempio, quando nasceva un problema linguistico, Pietro Sermonti, il figlio di Vittorio, raffinatissimo italianista, mandava un sms a papa: "Si dice solo diatriba o si può dire anche diàtriba?'». Nel film la parola diatriba costa un posto di lavoro ali' aiuto sfasciacarrozze: «Hai detto "aspra diatriba": tu sei laureato. Sei il terzo questa settimana, ma io non assumo laureati. Non siete affidabili». Come si vede, la storia di Sydney somiglia a quella di Peter Cattaneo, l' autore di Full Monty: «Avevo solo 32 anni. Non sapevo davvero se stavo facendo un musical o un'opera di crudo realismo sociale alla Ken Loach». Dice Sibilia: «Certo, speravo di far ridere, ma pensavo di divertire solo i giovanissimi, il mondo pasticcato delle discoteche di Roma». Non sembri un tipo da pasticca. «Sicuramente non lo sono». Qualche spinello? «No, no... Ma non lo scrivere». Perché? «Mi prendono per bacchettone». Sydney va molto in giro, e non solo per l'Italia: «La mia agente mi obbliga a un calendario impossibile». In realtà si -> nasconde, teme che i giornalisti gli rubino qualcosa e, con allegria e gentilezza, riesce a parlare poco di sé: «Mio padre è morto quando ero piccolo». Mi spiace, gli dico. E lui: «Per favore, non lo scrivere...». Perché? «Sai, voglio tenere fuori la vita privata». Persino quando gli scappa che «la mia città è ormai diventata Roma» se ne pente, perché «a Salerno potrebbero prenderla male». Si espone: «Sono fiero di avere fatto ridere senza volgarità». Ma vuole subito attenuare, correggere: «Se rivendichi le parolacce ti dicono che sei volgare, se al contrario le condanni ti danno del bacchettone». Ha lo zelo di chi non pensa di avercela ancora fatta Forse c'è del bello in questo suo spavento di artista, vi intravedo un pudore salingeriano. Di sicuro è orgoglioso di un film dove, finalmente, i caratteri non sono macchiette, la risata è sapida ma intelligente, il sesso è spiritoso ma non scurrile: «Nel club per omosessuali, per esempio, temevo di avere esagerato e invece tutti mi dicono che la scena è leggera. Poi c'è quella dell'innamorato che spiega alla escort slava il suo sogno di paternità. E lei, che percepisce il suo tormento, prova ad aiutarlo: 'Tu vuoi pompino?"». Dopo anni di escalation dell'oralità esibita, il pompino diventa buffo candore. «Eppure ti confesso che quasi la tagliavo». La sindrome di Sydney ''" in inglese si chiama "one , hit wonder", la meraviglia .J di una volta sola. C'è in lui lo zelo di chi non pensa di avercela ancora fatta, perché la seconda prova, come accadde a Cattaneo, può diventare una chimera: «Per ora sto girando spot di pubblicità». Sydney, che ha fatto l'animatore turistico a Palinuro e il barista a Londra, ha già lavorato con la pubblicità: «Allora stavo nella Just People di Milano e organizzavo i tour promozionali». Poi ha girato due corti, «che sono stati premiati». E infine l'opera prima, «che è nata quando ho letto su Repubblica che alcuni netturbini di Roma non solo erano laureati, ma avevano preso pure il master. Abbiamo immaginato un gruppo di amici superlaureati ma senza lavoro che, per disperazione, sintetizzano di notte nei laboratori della facoltà di chimica della Sapienza una droga che è terribile ma non è illegale solo perché non fa parte dell'elenco diffuso dal ministero della Sanità. La banda dei laureati spacciatori, dei ricercatori ricercati si muove a Roma ma la tecnica è quella del film d'azione americano». «Geniale!», ha twittato Veltroni. «Geniale!», gli ha fatto eco Radio 24. «Occhio a Smetto quando voglio», ha scritto Repubblica. E il Corriere: «Questo titolo segna la riscossa della commedia all'italiana». L'Unità: «I nomi magari non vi dicono molto, ma dopo aver visto Smetto quando voglio andrete a cercare i loro prossimi film ». A pranzo da Roscioli, a Roma, Sydney mangia i ravioli mentre si diverte come fossimo dentro il suo film . Mi racconta che si chiama Sydney «in onore della sorella della nonna che era emigrata in Australia. I miei le avevano promesso che sarebbero andati a trovarla in viaggio di nozze, ma cambiarono idea. Perciò l'hanno risarcita dandomi il nome della città dove non erano andati. Ma mi chiamo pure Antonio». E cresciuto con le canzoni di Jovanotti, «ma la mia passione è De Andre». Film preferito? «L'uomo in più di Sorrentino». È il suo primo. «Ha la magia dei film imperfetti». Sei di sinistra? «Da sempre». Leggi i giornali? «Troppo spreco di carta. Ricordo che leggevo Repubblica in treno e con la coda dell'occhio vidi su Twitter che avevano arrestato Scajola. Mollai il giornale e mi dedicai al tweet». Devi molto al tweet? «È passato da lì il successo del film , prima di essere santificato dal marocchino». Nelle sale di Salerno il film ha faticato più che altrove e il sindaco, il famoso sceriffo rosso Vincenzo De Luca, ha dovuto chiedergli scusa perché aveva elogiato il cantante Rocco Hunt vincitore di Sanremo Giovani ma aveva dimenticato Sydney. «Lavoro nel cinema ». E mi rispondono: «In quale?» De Luca somiglia a Salerno più di te? «Lì il cinema è popcorn e cinepanettone, la risata è Checco Zalone e le emozioni sono quelle dei supereroi americani». Dunque il sindaco misurava il talento su Sanremo e non nei sussurri e nelle raffinatezze, nei piccoli tweet sparsi, nei trafiletti di dieci righe, nelle stelline, negli smile, nel tam tam radiofonico. Ex boy scout della parrocchia del Volto Santo, quando torna a Pastena, periferia popolare di Salerno, Sydney non dice «faccio il regista ». Perché? «La parola " regista " da quelle parti non sempre evoca un mestiere rispettabile». Cosa dici? «Lavoro nel cinema ». E cosa ti rispondono? «In quale? E cominciano a elencare le sale : l'Apollo, The Space... Pensano che io faccia la maschera». GQ Foto: ARRIVATO NEI CINEMA LO SCORSO FEBBRAIO, IL FILM D'ESORDIO DI SYDNEY SIBILIA - SMETTO QUANDO VOGLIO - HA INCASSATO QUASI 4 MILIONI DI EURO. QUI SOPRA, IL CAST Corriere della Sera 22/06/2014 MAURIZIO PORRO ed. Nazionale p. 43 Virzì e l'Italia: più coraggio per rinnovare la commedia L'intervista Il regista de «Il capitale umano» ospite al Festival di Castiglioncello ↓ ↑ = «Sfruttiamo i successi all'estero, basta cinepanettoni» Hollywood «Non mi auguro un'altra corsa all'Oscar. Ho avuto una delusione cocente» Nel gran parlare di cinema che sì è fatto in questi giorni a Castiglioncello, in provincia di Livorno, ieri gli ospiti (Paolo Virzì, Micaela Ramazzotti, Geppi Cucciari e i registi Matteo Oleotto e Sydney Sibilia insieme al responsabile della manifestazione Paolo Mereghetti) si sono trovati davanti al solito macigno del cinema italiano che ha perso una grossa quota di mercato. Cambiare per sopravvivere? , chiedeva retoricamente ironico il titolo. Opinioni variegate: sentiamo cosa ne pensa Virzì che col suo film Il capitale umano , ora un successo anche in dvd , ha raggiunto i 6 milioni di euro e ha vinto moltissimi premi, in parità con La grande bellezza di Sorrentino. E magari l'anno venturo all'Oscar ci va lei... «Tecnicamente è possibile ma non me lo auguro. Con La prima cosa bella la delusione fu cocente, si ha una responsabilità ed è una gran fatica. Comunque stiamo a vedere...». Ma questa crisi? «Ne ho sempre sentito parlare, il piagnisteo è iniziato nel 1900, propongo di trasformarlo in un genere parodistico, con voci e volti riconoscibili, così ci divertiamo tutti». Sorrentino ha vinto, la Rohrwacher si è piazzata, alcuni segnali ci sono anche nella dittatura del fantasy e del cartoon... «La grande bellezza è un film temerario, matto, ambizioso, imprudente e Le meraviglie è personale e non rientra nelle correnti, vuol dire che siamo tutti spronati a osare di più anche se non siamo un'industria ma la solita fabbrica di artigiani brancaleonici che si riconoscono quando escono dal sentiero. Quando proponevo Il capitale umano , un noir economico-sociale, vedevo facce disperate intorno mentre oggi l'abbiamo davvero venduto in tutto il mondo, in 35 Paesi e ovunque il discorso risulta chiaro». Quindi non siamo in coma? «Direi che siamo quasi un po' di moda, pur nel nero grottesco che riguarda tutto il mondo, ma a volte ci apprezzano di più all'estero. È noto che qualche talento lo abbiamo ma in un sistema disorganico e senza un vero mercato, con 20 anni di governi che si sono disinteressati e hanno tagliato gli aiuti alla cultura tanto che oggi siamo al 10% di sovvenzione pubblica, in fondo alla classifica europea, ampiamente superati non solo dalla Francia ma anche dall'Austria e dalla Danimarca. Naturalmente il disagio è comune, ma dobbiamo cambiare noi, il modo di raccontare, fare proposte più audaci». Per esempio? «Avevo proposto a Checco Zalone, che mi diverte molto e considero un talento vero, una storia in cui avrebbe dovuto essere il fratello di Tarantini, l'imprenditore barese amico di Berlusconi e delle sue escort. Mi ha detto: ci penso, lo chiedo al mio produttore . Mai più sentito». L'Italia di oggi aiuta? «È sempre il solito Paese complicato, pieno di grandi bellezze e grandi orrori, siamo tutti su un pianeta giunto al capolinea per la speculazione, la crisi, la corruzione: Il capitale umano viene da un romanzo americano ma non fa una grinza. Noi siamo bravi a esprimere il meglio e il peggio e oggi viviamo sicuramente un momento di ricambio con Renzi cui guardo con molto favore e interesse perché mi sembra che davvero sia finita un'era. Finalmente il ricambio generazionale è arrivato tutto d'un botto e quindi anche per il cinema si apre un momento narrativo nuovo. Voltiamo pagina dai cinepanettoni che non fanno ridere e vedremo se l'Italia sarà capace di spaccarsi di nuovo in due e di rifarsi del male, è il nostro sport preferito». Si possono riprendere le fila della commedia? «C'è voglia di discutere e di parlare, il grillismo ha mobilitato molte persone ma mi preoccupa il livello di incoscienza di chi dirige un malcontento alimentando il risentimento». Progetti? «Tanti. Sto scrivendo molte cose, e nel frattempo mi godo un momento bellissimo in cui tutto è possibile, magari anche girare un film non in lingua italiana» . © RIPRODUZIONE RISERVATA La rassegna A Castiglioncello proiezioni , incontri e dibattiti sullo stato di salute del nostro cinema . Vi hanno preso parte, coordinati da Paolo Mereghetti, Paolo Virzì, Micaela Ramazzotti e Geppy Cucciari (foto). Nei giorni scorsi la presenza di Pif, Barbara Bobulova e di Walter Veltroni. Ieri sera gran finale con l'anteprima del film musicale di Eastwood Foto: Sul set Valeria Golino (47 anni), Matilde Gioli (24) e Paolo Virzì (50) sul set de «Il capitale umano» La Repubblica 22/06/2014 ILARIA URBANI ed. Napoli p. 14 ↓ ↑ = Avati, Amos Gitai e Bill de Blasio protagonisti sull'isola verde Ischia Film Festival Da sabato 28 giugno al 5 luglio 107 opere in lizza e decine di ospiti Omaggi a Eduardo e Bille August Sant'Agata de' Goti nel documentario sull'elezione del sindaco di New York AMOS Gitai e l'amore che sfida il conflitto israelopalestinese. La comunità di Sant'Agata de' Goti in festa per l'elezione del suo "compaesano" Bill de Blasio a sindaco di New York. Guarda al presente e alla poesia tra gli scenari politici mondiali la 12esima edizione dell'Ischia Film Festival al via sabato prossimo sull'isola verde. La rassegna , presieduta da Pupi Avati, fino al 5 luglio trasforma il Castello Aragonese nella fortezza del cinema : 107 film selezionati, decine di ospiti da tutto il mondo e l'attenzione al cinema indie. Sarà il regista israeliano Amos Gitai quello più atteso. L' autore di "Free Zone" con Natalie Portman, "Kippur" ed "Eden", sabato 28 incontrerà il pubblico alla Cattedrale dell'Assunta per l'inaugurazione del ciclo "Parliamo di cinema ". Alle 22 proiezione di "Ana-Arabia", suo ultimo film uscito a fine maggio: è la storia della giovane giornalista Yael che cerca testimonianze su una donna ebrea, sopravvissuta ad Auschwitz, che ha sposato un uomo arabo Youssef in un quartiere di confine tra Jaffa e Bat Yam dove convivono israeliani e palestinesi. Gitai, nato ad Haifa, inviso alla critica israeliana e già dagli anni Ottanta in esilio volontario in Francia, racconta ancora una volta l'odio tra due popoli da un punto di vista originale con un piano sequenza in tempo reale che vuole far dialogare le due culture. Il regista sarà premiato con l'Ischia Film Award 2014. Sempre sabato 28 alle 21 nella Casa del Sole all'interno del Castello Aragonese sarà proiettato il documentario "Bill de Blasio. Un sindaco in comune" di Daniela Riccardi. La giornalista sannita, per anni collaboratrice del regista Mimmo Calopresti, firma un'opera che prende le mosse dalla lunga notte delle elezioni che dopo vent'anni vede tornare la Grande Mela nelle mani di un sindaco democratico, il politico che rivendica le sue origini sannite. Il documentario , patrocinato dalla Film Commission Campania e dalla Città di Sant'Agata de' Goti, raccoglie le testimonianze di amici e parenti di Bill de Blasio, tra questi la zia e la cugina Roberta Mongillo. Tra i film proiettati il 28 anche "Zoran - il mio nipote scemo" di Matteo Oleotto alle 22,45 al Piazzale delle Armi. L'Ischia Film festival , dedicato alle location, fondato e diretto da Michelangelo Messina, domenica 29 omaggia Eduardo De Filippo per il trentennale dalla morte con un ricordo di Nello Mascia e una finestra sull'"Eduardo cinematografico " con la proeizione del suo film del 1953 "Napoletani a Milano". Tra gli ospiti internazionali della rassegna che punta alla valorizzazione dei luoghi attraverso i linguaggi audiovisivi, c'è il regista danese, Premio Oscar e due volte Palma d'Oro, Bille August che incontra il pubblico lunedì 30 alle 21.30 nella Cattedrale dell'Assunta e introduce la proiezione del suo film "Il colore della libertà - Goodbye Bafana" che racconta il rapporto tra Nelson Mandela e la sua guardia carceraria James Gregory. Martedì primo luglio si parla di cinema con Ugo Gregoretti, il 2 invece ricordo di Arnoldo Foà con la proiezione del docu "Almeno io Fo...à"e presentazione della App per smartphone per andare alla scoperta dei luoghi delle location del film "Il Postino" tra Procida e Salina, omaggio a 20 anni dalla morte di Massimo Troisi. PER SAPERNE DI PIÙ www. ischiafilmfestival. it Foto: IL MAESTRO Eduardo e, in alto, manifesti per de Blasio La Stampa 22/06/2014 SIMONETTA ROBIONY TAORMINA ed. Nazionale p. 29 ↓ ↑ = Turturro: do un sequel al "Grande Lebowski" Intervista L' attore e regista : un film sul personaggio di Jesus «Ci accompagna sempre per questo ho diretto due opere sulle canzoni» «Vengo da una famiglia del Sud ma l'ho scoperta girando "La tregua"» Turturro lo insegue da tempo e forse ci riuscirà l'anno prossimo: vuole girare un film sul personaggio di Jesus, quello da lui interpretato ne Il grande Lebowski : «Ho in mente la sua storia, non sarà il seguito di Lebowski, un film diventato un cult, direi a nostra insaputa. Ci sono ragazzi che l'hanno visto anche venti volte. I fratelli Coen, che sono amici, mi hanno dato il permesso, anche perché, se mai gireranno il vero sequel da Lebowski, lo faranno quando tutti noi saremo diventati vecchi». In Italia, Turturro, è alle prese con l'ultima opera di Nanni Moretti: Mia madre accanto a Margherita Buy e allo stesso Nanni. E' una storia di malattia e dolore privato: c'è una regista impegnata, dura nella vita pubblica fragilissima negli affetti, in crisi con il marito attore e con la figlia, la cui esistenza viene messa alla prova dalla malattia della madre e dalla generosità del fratello che lascia il lavoro per assisterla. «Moretti è un regista totalmente diverso da quelli con cui ho lavorato prima. E sono tanti: Spike Lee, Francesco Rosi, Peter Weir, Woody Allen, i fratelli Coen. Ha un copione molto dettagliato che concede in lettura a noi attori , ma sul set è talmente meticoloso da far girare ogni scena infinite volte. Non è autoritario, è puntiglioso. Straordinaria, poi, è Margherita Buy, attrice di forte sensibilità con cui mi piacerebbe lavorare ancora». Lei è anche regista : chi l'ha influenzata di più? «Non lo posso sapere: tutti e nessuno. Lavorare significa apprendere e io che vengo dal teatro ho imparato a essere duttile, a fare ciò che mi viene chiesto, mentre quando dirigo faccio esattamente ciò che ho in mente io». Anche con Gigolò per caso a fianco di Woody Allen? «Con Allen ho discusso a lungo la sceneggiatura . Gliela mandavo, me la rimandava con le sue osservazioni, l'ho rifatta una decina di volte, ma sul set recitava come volevo». mentario sul nostro Sud e sul più noto puparo siciliano, Cuticchio: cosa l'ha spinta? «Vengo da una famiglia italiana, mio padre pugliese faceva il carpentiere, mia madre siciliana cantava. Quando ho girato La tregua con Rosi, da Primo Levi, ho cominciato a leggere testi in italiano e Rosi mi ha spinto a conoscere il vostro Sud. Il film ci ha messo cinque anni prima di partire: ho avuto tempo e il tempo m'è servito per capire il personaggio e l'Italia. Non succede mai: il cinema si fa di fretta. Da allora, però, non ho più smesso di leggere in italiano, informarmi sul vostro paese. Prove per una tragedia siciliana è un po' una mia biografia ma anche no. Non si fanno film solo per se stessi, ma si parte da se stessi per parlare a tutti». le sue radici? «Serenità e dolore. Non credo che sapere chi si è, da dove si viene, perché si ama una cosa e se ne detesta un'altra, interessi a tutti. Ma chi si fa queste domande a un certo punto vuole le risposte». Come mai due dei suoi tre film , Romance and cigarettes e Passione , sono musicali? «La musica ci accompagna sempre, tutti cantiamo anche se siamo stonati. Io non volevo fare dei musical, non cercavo la perfezione, volevo dei film realistici con musica. A Passione ho pensato per due anni: raccontare Napoli, le sue canzoni, i suoi panorami, i suoi artisti demolendo il clichè non era facile. Mi hanno convinto i tanti che ho incontrato». Cosa cerca su un set? «Lo ripeto, vengo dal teatro, cerco di dare ciò che ho. Un film è un'opera collettiva dove contano anche i dettagli. A me piace dire la mia: non sono una marionetta. Mi piace anche ascoltare gli altri, sul set serve la collaborazione di tutti. Io non sono mai d'accordo con gli ordini che mi vengono dati, ma eseguo e, a volte, viene fuori un gran film ». Adesso sta girando una serie tv : è vero che il grande cinema americano s'è trasferito in tv ? «Ci sono serie miserabili e serie ottime, come sempre. Certo, i blockbuster hanno mangiato le storie d' autore : solo i film indipendenti restituiscono lo sguardo di un regista . Alle serie lunghe, per ora, ho detto no. Faccio otto episodi su un detective, spero che vada bene, anche se la tv non è il cinema . Nel cinema , e ancora di più su un palcoscenico, l' attore usa tutto intero il suo corpo, in tv , bastano i primi piani». MORETTI E LA BUY «Lui è un regista diverso da tutti, così meticoloso che fa girare ogni scena infinite volte, lei è sensibile e straordinaria» WOODY ALLEN «Abbiamo discusso a lungo la sceneggiatura di "Gigolò", ma sul set ha fatto quello che gli chiedevo io» Foto: ANSA Foto: John Turturro era ieri al Festival di Taormina Il Messaggero 22/06/2014 ed. Latina p. 42 ↓ ↑ = Ciak di Garrone, arriva Cassel Da mercoledì si gira al Castello Caetani e nei vicoli del borgo SERMONETA Il castello Caetani e i vicoli del centro storico, da mercoledì saranno ancora una volta set per un film . Questa volta con un attore d'eccezione, Vincent Cassel che soggiornerà in un quattro stelle alle porte di Latina e che magari si potrà incontrare facendo una passeggiata o cenando in qualche locale. L'amministrazione comunale di Sermoneta sta anche pensando, nel caso in cui il noto attore darà l'ok, di organizzare un incontro con i fan. Intanto da martedì un camper stazionerà fuori dalle mura del centro lepino proprio per le esigenze di Cassel e per Toby Jones, l' attrice famosa per la sua partecipazione alla saga Harry Potter. Il regista sarà Matteo Garrone, diventato famoso con Gomorra. Per permettere al regista e al cast di lavorare al meglio il Castello Caetani, rende noto la Fondazione Roffredo Caetani che lo gestisce, sarà chiuso al pubblico fino a sabato. Stessa sorte anche per acluni vicoli del borgo Medievale premiato come Gioiello D'Italia, saranno chiuse al traffico e ai turisti. Il film di Garrone è tratto da "Lo cunto de li cunti" di Giambattista Basile, autore napoletano del XVII secolo, autore di fiabe conosciute in tutto il mondo. Scritta tra il 1634 e 1636, è una raccolta di 50 fiabe in lingua napoletana, raccontate da 10 narratrici in 5 giorni (e per questo è conosciuta anche come Pentamerone). Tradotta in italiano da Croce (che la definì la più bella raccolta di fiabe popolari). Il film sarà girato in costume d'epoca e le comparse, alcune delle quali proprio di Sermoneta o di Latina, in questi giorni sono a Roma per la prova costume. Il film racconta, in una chiave barocca, la storia di tre regni e dei loro tre re e dei loro popoli, proponendosi però di raccontare la vita d corte così come era realmente: «l'ambientazione delle fiabe è quella della vita quotidiana di uomini e donne in carne ed ossa, dentro cui un bel giorno piomba inaspettato l'elemento straordinario, la magia, il mostruoso, il miracolo», spiega il registra, Matteo Garrone che ha scelto anche altre location, tra cui Palazzo Chigi ad Ariccia, dove le riprese si stanno svolgendo in questi giorni con un'altra delle attrici protagoniste Salma Hayek. Il racconto dei racconti verrà prodotto dalla Archimede dello stesso regista e avrà l'aiuto del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Francesca Balestrieri © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Messaggero 22/06/2014 GLORIA SATTA ed. Nazionale p. 1 ↓ ↑ = Claudia Gerini: io, ragazza da set con l'entusiasmo dei primi anni L'intervista Satta a pag. 22 Claudia Gerini: io, ragazza da set con l'entusiasmo dei primi anni Lei vestita di bianco con un bouquet tra le mani, lui in giacca scura: l'immagine di Claudia Gerini e Federico Zampaglione finalmente "sposi", dopo dieci anni d'amore e una figlia di quattro, nei giorni scorsi ha spopolato su internet. Poi si è scoperto che era uno scherzo del musicista- regista : «Federico è un burlone, era venuto a trovarmi sul set e quando mi ha vista vestita da sposa per esigenze di scena ha avuto l'idea delle finte nozze», racconta l' attrice divertita. «Però non mi aspettavo una risposta tanto massiccia da parte dei fan: abbiamo ricevuto auguri, incoraggiamenti, perfino regali». IL NUOVO SET Di vero, in tutta questa storia, c'è il film che Claudia sta girando nel Salento: L'esigenza di unirmi ogni volta con te , diretto da Tonino Zangardi e interpretato anche da Marco Bocci. «Un thriller d'amore», lo definisce l' attrice . Ha il ruolo di una cassiera di supermercato che abbandona il marito per un poliziotto e con lui scappa fino a Parigi dopo aver rischiato di venire ammazzata per gelosia ed essersi difesa con il sangue. Quarantadue anni, romana, due figlie, una carriera iniziata a quattordici e una versatilità esplosiva che fa di lei una performer a 360 gradi (canta, balla, intrattiene), davanti a «un tramonto spettacolare» Claudia racconta la nuova avventura. E il suo momento felice di regina del cinema italiano: ormai non c'è cast in cui non figuri... Gira questo film perché è stanca delle commedie? «Mi ha colpito il mio personaggio che rifiuta la routine del matrimonio e segue l'istinto, l'attrazione sessuale, lasciandosi andare al destino. È una donna trafitta dall'amore...Sono rari oggi i ruoli femminili di peso. Sì, dopo tante commedie avevo voglia di un dramma». Interpreta scene erotiche? «Qualcuna, ma non c'è volgarità: sono momenti emozionanti che aiutano a capire la vicenda. Dopo il magnifico La storia di Adele , chi si scandalizza più per un nudo?». Perché lavora tanto? «Perché ho lo stesso entusiasmo di quando ero una ragazzina. Sono diventata più matura e consapevole, ma quando sono sul set scatta ancora il piacere di recitare, non potrei farne a meno. Mi dico che sono molto fortunata. Ho girato cinquanta film e mi diverto sempre di più». Iniziando tanto presto, ha incontrato molti pericoli? «Quando sei una ragazzina proiettata in un mondo di adulti rischi di venire travolta dalle delusioni. È questo il pericolo più grande, ma io ho imparato da subito ad aspettarmele. Ho avuto la famiglia vicino, per fortuna, ma i genitori non possono proteggerti da tutto. Le ossa devi fartele da sola e le bruciature ti aiutano a crescere». E se le sue bambine volessero fare le attrici? «Rosa, che ha dieci anni, frequenta un laboratorio teatrale e nel film di Zangardi ha un piccolo ruolo. Sono felicissima perché dimostra un approccio molto serio alla recitazione. Non ho bisogno di metterla in guardia: mi sembra assennata e, se continuerà, farà benissimo». Che progetti ha? «Dopo l'estate animerò, con Lucia Ocone e Michela Andreozzi, un programma divertentissimo su RadioRai: Le spettinate . Poi girerò con Giuliana Gamba Ultimo burraco a Dubai : è una commedia tutta al femminile e con me dovrebbero esserci Paola Minaccioni e Carla Signoris». Ha un'aspirazione, un sogno? «Vorrei continuare a lavorare con grandi registi , magari aprirmi uno spazio all'estero. E mantenere l'equilibrio tra cinema e vita privata. È un esercizio spericolato, lo so, ma non sono l'unica donna che lavora». Intende sposarsi davvero? «Certo, finora non c'è stato il tempo». Foto: Dopo l'estate con Andreozzi e Ocone a RadioRai INSTANCABILE Due figlie non impediscono alla Gerini di far parte di tutti i cast importanti Il Sole 24 Ore 22/06/2014 ROBERTO ESCOBAR DOMENICA DA COLLEZIONE p. 39 ↓ ↑ = Cassavetes, il gangster riflessi nel grande schermo Il suo sogno selvaggio fu sempre quello di fare cinema . Ci riuscì perché sapeva come ottenere ciò che desiderava «Non so che cosa desiderino gli altri uomini - dice John Cassavetes a proposito di Ombre (1959-1960), il suo primo film -, ma il mio desiderio è di partire sfavorito, vincere una partita difficile, correre rischi». Così si legge in John Cassavetes. Un'autobiografia postuma, che Ray Carney ha realizzato legando fra loro testi, interviste e dichiarazioni del regista , e intercalandole con aggiunte, note e osservazioni critiche e biografiche. Nato a New York nel 1929 da Nicholas Cassavetes e da Katherine Demetri, il piccolo John ha subito modo di sperimentare che cosa significhi partire svantaggiato. Il padre arriva in America dalla greca Larissa nel 1897, quando ha 14 anni. Il suo solo patrimonio è una sconfinata fiducia nel sogno americano, rinforzata da un motto inequivoco: «Voglio lavorare e voglio imparare». Nei decenni successivi ha poi molti motivi per ridimensionare quella fiducia, e altrettanti per confermare la necessità di questo motto. È lo stesso John che lo racconta, descrivendo le avventure e le disavventure professionali e finanziarie del padre, ma sempre edulcorandole. Se non si temesse di far torto alla sua grandezza, si potrebbe dire che il futuro autore del libertario e tenero Minnie e Moskovitz (1972) e del travolgente e altrettanto libertario Gloria Una notte d'estate (1980) non abbia molte remore a utilizzare bugie (innocenti) che, scrive Carney, gli consentano di «migliorare la propria immagine e coprire le proprie insicurezze». Capita così che affermi d'essersi laureato in letteratura inglese presso una certa università che mai lo ha avuto tra i suoi iscritti, o che dica d'aver letto libri che non ha letto, o ancora che sostenga d'essere alto un metro e settantacinque, sette più della realtà. Ed è proprio la statura uno dei suoi "svantaggi", tanto agli esordi della carriera d' attore quanto nei primi approcci con le ragazze. Ma lui non si scoraggia, né con le agenzie teatrali né con le donne. Per queste, poi, ha un suo metodo: se non sei abbastanza seducente, falle ridere, o almeno stupiscile. Così conosce la bella e brava Gena Rowlands, che sarà la compagna della sua vita: scagliandosi con la testa contro gli armadietti della American Academy of Dramatic Arts, giusto per stupirne le giovani allieve (e aspiranti attrici). Dopo un'adolescenza passata in attività poco commendevoli - fra le altre, ricorda il discutibile passatempo di rovesciare auto -, John non sa che cosa fare del proprio futuro. D'altra parte, proprio a causa dei suoi svantaggi ha accumulato una notevole esperienza nel difficile mestiere di adattarsi ai più diversi ruoli per sfangar la vita. Si iscrive dunque alla American Academy of Dramatic Arts, e lì si diploma in recitazione, nel 1950. In quell'anno comincia la lunga attesa d'un riconoscimento professionale, del successo . Costretto ogni giorno a "fare il giro" - a passare d'agenzia in agenzia, in cerca di un ingaggio -, sembra che la sua carriera sia destinata a non aprirsi mai. I teatri snobbano i giovani che non siano usciti dall'Actors Studio. E allora, con la decisone e l'improntitudine del ragazzino che ribalta auto e dello sbruffone che prende a testate gli armadietti, un giorno si incatena al calorifero di un'agenzia, deciso a non staccarsene prima che gli abbiano dato una parte. Anche per merito di questi metodi spicci, finalmente il successo arriva, in primo luogo il successo televisivo. John coltiva però un "sogno selvaggio", fare un film . Il soggetto è nato quasi per caso, nella scuola di recitazione che ha aperto con un amico e collega. Si tratta dei problemi di tre fratelli afroamericani, ognuno con la pelle di tonalità differente, e ognuno con una differente sensibilità. Non è un lavoro direttamente "politico". Come sempre accadrà nel suo cinema , l'impegno non si sovrappone al desiderio di raccontare i sentimenti degli uomini e delle donne, anche se resta sullo sfondo, implicito. Il titolo è già pronto. Mancano i soldi, circa 2.500 dollari, che alla fine diventeranno 7.500. Basta però un po' di fantasia, e si trovano. A darli sono gli ascoltatori di Night People, un programma radiofonico seguito da "eccentrici e liberi pensatori". Ognuno versa pochi dollari, non più di cinque. Il risultato è Shadows, Ombre, che nel 1960 vince il premio Pasinetti a Venezia. Partito sfavorito, John Cassavetes ha lavorato e imparato, come direbbe suo padre, e ha vinto una partita che poi dura fino al 1989. Così lui stesso la descrive, negli ultimi anni: «Io sono un gangster. Se voglio qualcosa, me lo prendo». Che cosa davvero voglia, sta in queste altre sue parole: «Credo che il cinema sia magia. Con gli strumenti che abbiamo a disposizione cerchiamo di trasformare la vita delle persone . È folle, è un presupposto presuntuoso e assurdo, eppure la speranza è questa». È per questa speranza che vale la pena di correre rischi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Ray Carney, John Cassavetes. Un'autobiografia postuma, minimumfax, Roma, pagg. 536, € 18,00 Foto: di culto |John Cassavetes con alcuni membri di una sua troupe Corriere della Sera 21/06/2014 ed. Nazionale p. 57 ↓ ↑ = Coppola torna sul set: saga italo-americana Nuovo film La storia siamo noi: Francis Ford Coppola (75 anni, nella foto) ritorna al cinema , stavolta per esplorare l'esperienza negli Usa degli americani di origine italiana. Il regista del Padrino sta lavorando a un film (ancora senza titolo) che racconterà la saga di una famiglia italo-americana dagli anni Venti ai Sessanta, lo stesso arco di tempo del ciclo della famiglia Corleone, immortalata nella sua trilogia. Lo stesso Coppola sta scrivendo la sceneggiatura che descrive l'affacciarsi alla vita di un ragazzo e una ragazza ancora adolescenti. Il producer sarà Fred Roos, un vecchio collaboratore della famiglia Coppola, mentre Nicole Daniels, che ha curato il casting di The Bling Ring della figlia Sofia Coppola, provvederà alla scelta degli attori . È la prima volta in oltre 20 anni (I l Padrino - Parte III è del 1990) che Coppola gira un film sugli italo-americani. Il suo ultimo film è stato Twixt (2011). © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Cinema con vista 21/06/2014 GIANCARLO GROSSINI ed. Milano p. 17 ↓ ↑ = Grande schermo Al via oggi la seconda edizione del «Lake Como Film Festival »: un mese di proiezioni d' autore Il divo George In programma anche un omaggio a Clooney, cittadino onorario del Lario e forse guest star Location mozzafiato, mostre e incontri Protagonista assoluto, il paesaggio Al via da oggi al seconda edizione del «Lake Como Film Festival » con un'ambizione che farà molto piacere a chi ha scelto il lago come meta di vacanza, perché quest'anno la rassegna lambisce acque e alza schermi da Como a Brienno, a Tremezzo e fino a Dongo. Che cosa caratterizzi questa tra tante rassegne di cinema , lo spiega il suo direttore, Alberto Cano: «L'idea è quella di lavorare sul tema del paesaggio vista la sede spettacolare della manifestazione e visto l'interesse che il cinema da sempre riserva agli sfondi naturali. Durante l'anno abbiamo coinvolto scuole, editoria, banche e turismo. E alla fine con centomila euro ce l'abbiamo fatta». Il cuore del festival , diviso quest'anno in otto sezioni, resta nel centro storico di Como, nello spazio dell'Arena del Teatro Sociale, con la sezione «Panoramiche film , paesaggi del mondo», che si svolge dal 13 al 24 luglio: 11 proiezioni all'aperto su megaschermo. Tra i film più attesi, «Tracks» di John Curran: racconto dell'avventura e della crescita di una ragazza tra le sabbie rosse del deserto australiano. Inoltre, da giovedì 3 a domenica 27 luglio, il Broletto di Como ospiterà una mostra fotografica da non perdere, «Il mio nome è Angelo Novi», a cura di Carlo Pozzoni, dedicata al maestro della fotografia di scena , con immagini dai set di grandi registi , da Rossellini a Bertolucci. La kermesse si apre oggi a Como alle 21.30, con il «Anima Mundi» (1991) di Godfrey Reggio, da ammirare sulla facciata immensa di Palazzo Terragni, con colonna sonora dal vivo, eseguita da Emanuele Bardin e Massimo Colombo, che hanno rielaborato l'originale partitura di Philip Glass. Spostamento da cinephile in quel di Tremezzo per la seconda serata con il varo della sezione « Cinema Itinerante», mercoledì 25, alle 21.30: al Grand Hotel della celebre località lacustre, il supercult «Grand HotelZ (1932) di Edmund Goulding, con Greta Garbo ballerina in tutù, e Joan Crawford segretaria ambiziosa. Si torna a Como venerdì 27, e si fa tappa fuori porta, alla Cascina Respaù alle 21.30 per inaugurare la sezione «Oggi parte il domani», con il documentario di Michele Mellara e Alessandro Rossi «Good Save the Green» (2013). Volendo prima è possibile anche cenare (ore 20, prenotazioni al 346.72.49.131) . Per l'ultimo appuntamento di giugno, ancora « Cinema Itinerante» domenica 29 dalle 21.30 a Brienno. Nel pittoresco open space La Filanda, con vista sul lago, gli occhi degli spettatori saranno puntati sulla genialità spettacolare del raro «The Fall» (2006) di Tarsem Singh, girato in 18 paesi. Tra le iniziative collaterali del «Lake Como Film Festival » non poteva mancare un omaggio a George Clooney, cittadino onorario del Lario da quando ha preso casa, cioè, villa (Oleandra) a Laglio. «Lo abbiamo invitato, stiamo ancora aspettando la risposta», dice il direttore Cano, che non ha perso le speranze di avere tra i suoi ospiti il divo americano. La sezione «George dove sei?» si apre comunque martedì 1 luglio alle 21.30 a Villa del Grumello di Como con «Confessioni di una mente pericolosa» (2002), esordio di Clooney dietro al macchina da presa. © RIPRODUZIONE RISERVATA Da oggi a sabato 26 luglio; programma su www.lakecomofilmfestival.com, ingresso libero con esclusione delle proiezioni all'arena del Teatro Sociale di como a € 8 Foto: Avventure teen «Tracks» di John Curran, racconto di formazione di una ragazza tra le sabbie del deserto australiano, il 15 luglio all'arena del Teatro Sociale Foto: Scorci Villa del Grumello a Como La Repubblica 21/06/2014 ed. Nazionale p. 27 ↓ ↑ = Prove d'alleanza Mediaset -Telefonica IL RETROSCENA GIOVANNI PONS Tempo fino al 4 luglio per trovare l'accordo su Digital Plus. Le ricadute sulla pay- tv in Italia Sky rafforza l'intesa con Telecom per distribuire il calcio anche su digitale terrestre e banda larga Lunedì la Lega calcio deciderà sull'asta dei diritti della serie A cruciale per il Biscione MILANO. Prove di larghe intese tra Mediaset e Telefonica in terra spagnola. Dopo settimane di trattative sulla quota del 56% di Digital Plus messa in vendita dal gruppo editoriale Prisa, e due offerte già avanzate dalla società guidata da César Alierta, ora i due gruppi si danno altri 15 giorni per sbrogliare la matassa. E se Telefonica ha accettato di prolungare i tempi dopo aver messo sul piatto 725 milioni per la quota di Prisa e altri 350 per il 22% di Digital Plus in mano a Mediaset , significa che le discussioni sono interessanti per entrambe le parti. Il timore del governo spagnolo, trasmesso a Telefonica, era che Mediaset potesse allearsi con Al Jazeera, la tv all news che può contare sui capitali del Qatar, per entrare nel mercato spagnolo della pay- tv e dei diritti del calcio spaccando così il mercato come ha fatto in Francia. Questo pericolo al momento sembra scongiurato e può aver favorito i colloqui tra spagnoli e italiani che hanno trovato diversi punti di convergenza tra le rispettive attività. Telefonica ha interesse a fare accordi con operatori televisivi produttori di contenuti da veicolare attraverso la rete tlc e la banda larga; Mediaset a dare un senso alla propria strategia in Italia e in Spagna dove è presente sia nella tv gratuita sia in quella a pagamento, ma con andamenti e risultati alterni. Un eventuale accordo tra Telefonica e Mediaset sulle attività in Spagna avrebbe poi inevitabilmente delle ricadute anche in Italia dove i due gruppi sono presenti in settori contigui e con alleati diversi. Telefonica detiene infatti una partecipazione importante in Telecom Italia (14,7% dopo la prossima scissione di Telco), attraverso la quale presidia abilmente sia il mercato italiano sia quello brasiliano, dove Tim Brasil è il concorrente più agguerrito di Vivo. Ma Telecom ha da pochi mesi siglato un accordo con Sky, il rivale di Mediaset , per la distribuzione dei contenuti televisivi anche via banda larga. Questa alleanza è stata rinsaldata con un'altra intesa siglata ieri tra i due gruppi per la trasmissione delle partite di calcio in digitale terrestre. Mediaset e Sky si stanno dando battaglia a suon di miliardi per conquistarei diritti tv delle partite di serie A per il periodo 2015-2018. La società del Biscione si è già assicurata le partite di Champions League. Ma ora ha dovuto subire il ritorno di fiamma del gruppo di Rupert Murdoch che ha presentato le offerte migliori per la serie A, sia sul digitale terrestre sia sul satellitare. E grazie all'alleanza con Telecom ora Sky punta a trasmettere tutto il calcio italiano su tutte e tre le piattaforme, inclusa la rete in banda larga. Per evitare questo scenario a lei avverso, Mediaset sta cercando di manovrare le sue pedine per cercare di annullare la gara e ripeterla; ma lunedì la Lega Calcio dovrà esprimersi sulla validità o meno dell'asta appena effettuata che porta 250 milioni di maggiori introiti alle squadre di calcio. Dunque tutti i fronti sono aperti e si può ben dire che in queste settimane Mediaset si gioca il suo futuro. Un'uscita dal mercato spagnolo e la conferma di una sconfitta nei confronti di Sky in Italia ridimensionerebbe sensibilmente le prospettive della società italiana. Al contrario, un accordo a tutto campo con Telefonica in Spagna potrebbe preludere a una possibile alleanza anche in Italia che andrebbe a intaccare gli sforzi fatti da Sky fino a questo momento. I NUMERI 725 mil OFFERTA PER PRISA Telefonica ha avanzato un'offerta da 725 milioni di euro per il 56% di Digital Plus in mano a Prisa e fino a 355 milioni per il 22% ancora in mano a Mediaset 750 mil OFFERTA SKY Il gruppo di Rupert Murdoch ha messo sul piatto 750 milioni per aggiudicarsi tutti i diritti tv della serie A tra il 2015 e il 2018 da trasmettere sul digitale e via satellite Foto: SFIDA INCROCIATA La società di Cologno Monzese sta cercando di difendere le posizioni acquisite in Spagna e in Italia Il Tirreno 21/06/2014 ed. Pistoia Montecatini p. 21 ↓ ↑ = La Grotta Giusti diventa il set per un film La Grotta Giusti diventa il set per un film Protagonista il popolare attore romano Valerio Mastandrea sotto la regia di Gianni Zanasi La Grotta Giusti diventa il set per un film Protagonista il popolare attore romano Valerio Mastandrea sotto la regia di Gianni Zanasi MONSUMMANO Il grande cinema italiano arriva a Grotta Giusti. Tutto è avvolto dal più stretto riserbo, ma nei prossimi giorni, e per due settimane consecutive, sbarcheranno allo stabilimento termale di Monsummano la troup, il set e gli attori di "La felicità è un sistema complesso", film diretto da Gianni Zanasi ( regista con all'attivo cinque film , alcuni dei quali premiati al Festival di Cannes e alla Mostra del Cinema di Venezia). Il protagonista, che sarà presente sul set, è l' attore romano Valerio Mastandrea (già con Zanasi nel film "Non pensarci"), altri interpreti sono Giuseppe Battiston, Hadas Yaron (che ha vinto la Coppa Volpi per "La sposa promessa" di Rama Bursht), Paolo Briguglia, Teco Celio e Maurizio Donadoni. Ad affiancarli, per la prima volta sullo schermo , ci saranno anche i giovanissimi Filippo De Carli e Chiara Martini. Sceneggiato da Gianni Zanasi in collaborazione con Michele Pellegrini e Lorenzo Favella, il film è prodotto da Rita Rognoni e Beppe Caschetto (manager tra i moltissimi di Luciana Letizzetto, Fabio Fazio, Fabio Volo, Maurizio Crozza), per Pumpkin Production, IBC Movie con Rai Cinema , con il contributo del MiBACT e con il sostegno di Trentino Film Commission. Il primo ciack è stato girato il 13 giugno a Roma e, dopo Grotta Giusti, il set si sposterà in Trentino. Fin dal suo primo sopralluogo, Zanasi si è subito appassionato alla struttura ricettiva, ai decori del suo hotel, al giardino esterno e naturalmente ai suoi gioielli termali, la grotta naturale e la piscina termale riscaldata, e ha così deciso di ambientarci alcune scene della pellicola . Il lavoro sarà blindatissimo ma gli ospiti dell'hotel e delle terme nei prossimi giorni potranno imbattersi nelle cineprese della troupe e assistere, in anteprima, a qualche ciack ravvicinato. La Nuova Sardegna 21/06/2014 ed. Nazionale p. 49 ↓ ↑ = Joe Calzaghe si racconta in un film made in Sardinia Joe Calzaghe si racconta in un film made in Sardinia A sorpresa il boxeur gallese (con radici sassaresi) sale sul ring a Predda Niedda Con lui una troupe e il nonno di 89 anni che a Bancali custodisce i suoi trofei Joe Calzaghe si racconta in un film made in Sardinia A sorpresa il boxeur gallese (con radici sassaresi) sale sul ring a Predda Niedda Con lui una troupe e il nonno di 89 anni che a Bancali custodisce i suoi trofei di Luca Fiori wSASSARI La storia di Italian Dragon diventa un film . L'ex pugile gallese di origine sarda, Joe Calzaghe, è nell'isola da qualche giorno per le riprese di un documentario sulla sua vita. Una vita, fino a pochi anni fa, fatta di successi e di record (si è ritirato imbattuto nel 2009 dopo 46 incontri e zero sconfitte) e ora di ospitate in tv , tra Inghilterra e Stati Uniti, e nei casinò di mezzo mondo. Il Drago Italiano (così lo chiamavano in Inghilterra per via delle sue origini sarde) è una star che gira in Limousine, ma quando due giorni fa si è presentato in infradito, bermuda e canottiera bianca nella palestra del Boxing Club Domenico Mura di Predda Niedda, periferia di Sassari, i ragazzi del maestro Mura, amico di Joe di vecchia data, hanno smesso di picchiare sui sacchi e per qualche secondo sono rimasti a bocca aperta. Quando poi l'ex campione del mondo dei supermedi Wbo e Ibf è salito sul ring e si è messo a dare qualche lezione a due aspiranti pugili, in palestra è calato il silenzio. Lo hanno rotto, poco dopo, le risate e gli applausi degli atleti con i guantoni, quando il gigante originario di Sassari ma nato a Hammersmith in Inghilterra il 23 marzo 1972, si è buttato al tappeto, sotto il tentativo di assalto a colpi di uno-due di due marmocchi di una decina d'anni, che un giorno potranno raccontare di aver scambiato con uno dei più grandi pugili della storia della boxe degli ultimi decenni. Tutto davanti agli occhi fieri di Enzo Calzaghe, il padre di Joe, e alla cinepresa di Vaughan Sivell il promettente regista gallese che conta di far uscire il film documentario "Mr Calzaghe" per il prossimo autunno. Il lungometraggio è una coproduzione tra Galles, Inghilterra, Stati Uniti e Sardegna. In questi giorni nell'isola la troupe di Sivell sta raccogliendo il materiale sulla famiglia Calzaghe. A pochi chilometri dalla palestra di Predda Niedda, dove sono iniziate le riprese del film , vive Giuseppe Calzaghe, noto Pino, nonno di Joe. "The original" (quello vero, quello originale) dice scherzando l'ex campione del mondo, che al nonno sassarese e alla sua casa di Bancali ha affidato tutte le corone conquistate in carriera. La prima cintura arrivò a Bancali, tra lo stupore di tutti, nel maggio del 2001 quando, dopo l'ottava difesa del titolo Wbo dei supermedi, Joe corse in Sardegna da nonno Pino ad affidargli quel trofeo tanto importante. «Affido a mio nonno la cintura. Sono molto orgoglioso delle mie origini sarde», disse il campione del mondo, legatissimo all'isola e alla sua famiglia d'origine. Una famiglia con una storia simile a quella di tanti immigranti: nel 1951, nonno Pino, nella ricerca di un futuro migliore, sposta tutto il nucleo familiare (tra cui anche Enzo, il padre di Joe), in Inghilterra. Nel '60 il rientro in Sardegna ma dopo qualche anno Enzo torna nuovamente a Londra dove, il 23 marzo 1972, nasce all'ospedale di Hammersmith Joseph (Joe) Calzaghe. La famiglia rimane in Inghilterra fino al 1974, anno in cui si spostano a Newbridge, nel Galles, paese d'origine di mamma Jackie. Joe mette i guantoni per la prima volta all'età di 9 anni e inizia la sua scalata dell'Olimpo della boxe: da dilettante disputa 120 incontri (di cui ben 110 vinti) e conquista diversi titoli nazionali tra cui tre ABA (1991-1992-1993) in altrettante categorie diverse. «Amo la Sardegna e amo la sua gente racconta Calzaghe mentre la troupe prepara le scene da girare - mi piace l'orgoglio dei sardi, quando combattevo lo facevo anche per voi, per mio nonno e per la sua gente che sento anche mia». Il nonno, che oggi ha 89 anni, sarà uno dei protagonisti del film - documentario . Agli inizi della carriera non si perdeva un incontro. «Una volta, quando Joe era ragazzino - racconta Enzo Calzaghe - mio padre venne a bordo ring durante una sua esibizione. Joe stava vincendo facilmente ai punti, poi vide il nonno e si gettò sull'avversario mandandolo ko». Un legame forte anche con zia Alba Calzaghe, sorella del padre Enzo, che vive a Porto Torres. «Joe è il nostro orgoglio - racconta la zia - è un ragazzo eccezionale, è impossibile non volergli bene». Ma in Sardegna l'ex campione del mondo non ha solo le radici e i parenti. Il maestro di boxe Domenico Mura di Porto Torres, che ha offerto la sua palestra di Predda Niedda per le riprese del film , è amico di Joe da una vita. «Ci siamo conosciuti da ragazzini a Londra a un torneo giovanile e da allora siamo inseparabili» racconta con orgoglio Mura che per cinque anni (dal '91 al '95) ha indossato la maglia della nazionale. I prossimi giorni la troupe si sposterà a Porto Torres, nella spiaggia di Balai, e a Stintino. «Sono i luoghi della mia infanzia - racconta Joe davanti a papà Enzo e zia Alba - ogni volta che posso torno qui, perché ho dei ricordi bellissimi». E poi qui c'è nonno Pino, la colonna della famiglia. Il "Calzaghe originale", come dice Joe. E se lo dice Mr Calzaghe, 46 incontri e nessuna sconfitta, come dargli torto? Il Giornale 21/06/2014 MAURIZIO CAVERZAN ed. Nazionale p. 34 ↓ ↑ = «Shakespeare a Scampia Così porto in scena il Male» l'intervista » Stefano Sollima / Gomorra Il regista -creatore racconta la serie culto dell'anno Mentre sta già lavorando alla seconda stagione Astinenza da Gomorra . È trascorsa più di una settimana dalla fine della prima stagione della serie evento dell'anno e la scimmia si fa sentire. Firmata da Stefano Sollima, regista e supervisoreartistico (alcuni episodi sono stati diretti da Francesca Comencini e Claudio Cupellini), recitata in napoletano stretto e trasmessa da Sky Atlantic, Gomorra. La serie è il miglior prodotto di fiction mai realizzato in Italia. Ora che 60 Paesi stranieri l'hanno acquistata, è stata rinnovata per una seconda stagione. Ma per vederla bisognerà attendere. Sollima è un registaunder 50, occhiazzurri capello corto t-shirt e chiodo grunge, due figli di sei e otto anni cui dedica il tempo libero, autore di Romanzo criminale 1 e 2 e di Acab al cinema . Per il quale sta per iniziare a girare Suburra tratto dal libro di De Cataldo e Bonini. La seconda stagione di Gomorra potrà essere all'altezza della prima ? «Perché no? Il secondo Romanzo criminal e fu girato senza il Libanese, protagonista del primo, e non andò male...». La gestazione di Gomorra è stata lunga. Adesso tempi di scrittura e di montaggio saranno più brevi. «Personalmente ho presa in mano la scrittura un anno prima della programmazione. Stiamo scrivendo il soggetto di serie da un bel po'. Molto lavoro è già stato fatto per la prima stagione, come l'ambientamento in quei territori. Anche il casting sarà più semplice. Semma il'impegnovero è un altro». Dica. «Corrispondereallafiduciaaccordata dal pubblico . Ma il successo è una scommessa vinta che possiamo ricapitalizzare». La prima serie si chiude con Genny ancora vivo mentrearriva la polizia. Suo padre evade dalla galera e ci entra lui? «Non lo dirò mai». Quanto dobbiamo aspettare per saperlo? «Inizieremoagirare quest'inverno. Da quelmomentocivorrà un anno». Non sarà una serie annuale? «Quella è la periodicità del mondo anglosassone. Gomorra è un prodotto tv girato come un film . La cura e la particolarità di produzioni come queste non si prestano a una serialità bloccata». Qualcuno ha ritenuto troppo fumettistico il finale. «A me non è parso sopra le righe. Mentre lo giravamo un boss della'ndranghetaèevasoinquello stesso modo. Ci è sembrato il modogiusto per rimettereingioco il boss che ormai il pubblico davapersconfitto.Èunmeccanismo che abbiamo adottato dal primo episodio nel quale muore Attilio, fino a quel momento raccontato come uno dei protagonisti . Non succede mai quello che ti aspetti». Il figlio inadatto che si emancipa, il ruolo delle donne, il capo del clan scissionista che torna da Barcellona in auto per uccidere: tutte storie vere. Avete attinto più dalla cronaca o dal libro di Saviano? «Ovviamente il libro di Saviano è il punto di partenza. La sua indagine giornalistica è stata la nostra base». Poi è subentrata la cronaca? «Piùche prendere dalla cronaca, il nostro è un modo di osservare la realtà. Quando metti su carta un racconto fai già un lavoro di finzione. Questa è la parte giornalistica del mio lavoro. Tutto quello che ci siamo prefissi vivendo e narrando il mondo di Scampia o di Ponticelli è non tradire mai la realtà». All'inizio non temeva che il brand Gomorra potesse risultare logoro e causare un effetto-rigetto? «Se n'è parlato tanto. Però no, per me è un libro, non un brand limitante. Piuttosto mi è parso che quel mondo potesse essere esplorato in modi diversi. Lavorare con Saviano è stato un grande stimolo». Come ha fatto a vedere Ciro Di Marzio in Marco D'Amore con capelli ricci e 20 chili in più? «Mihannocolpito laprofondità dello sguardo e l'abilità recitativa, non solo tecnica. Sono professionalmente abituato ad andare oltre la fisicità immediata». Non si è visto nulla del percorso di trasformazione di Gennarino in Genny... «Il racconto di Gomorra cambia angolazione continuamente.PermostrareilritornoaNapoli di Gennarino avevamo scelto gli occhi di donna Imma. Perciò dovevamo stare con lei. È una narrazione più ellittica che didascalica. Produttivamente Salvio Espositoè stato fermo due mesie per trasformarsi è andato molto in palestra. Poi però è arrivato il suo momento...». L'idea del tradimento di Shakespeare, il microcosmo criminale di Scampia, il noir francese: altri riferimenti? «Sono mondi che abbiamo... Niente di teorizzato. Anche il libro di Saviano non ha una tracciadefinita,èunmosaicodisituazioni. Abbiamo distillato una traccia semplice, un archetipo, la storia di una famiglia. Questo credo sia uno dei motivi per cui è piaciuta». Come le è venuta quell'inquadratura rasoterra sulle scarpe di don Pietro Savastano quando lo trasferiscono? «Cercavo un'immagine che rendesselasuafragilitàemipareva che quella difficoltà di mettersi le scarpe, infilandoci le mani, la rendesse». Come risponde a chi dice che non c'è il Bene né la denuncia del Male? «Il pubblico è perfettamente in grado di fare le proprie valutazioni su quello che vede senza che qualcun altro gli dia la sua ricetta.Nonc'èbisognodicontrapporre il Bene per rappresentare il Male.L'assenzadelbenenongenera ambiguità morale». Realismo assoluto, imprevedibilità, forza del cast , scrittura. In che percentuale pesano sulla riuscita della narrazione? «La cosa meravigliosa del mio lavoroèche èuna ricettaincontinua evoluzione. Gli ingredienti e la chimica cambiano. Senza un ottimo cast e un gran lavoro di scritturanonsivadanessunaparte.Manoncisonoformuledefinitive». Un altro elemento è la scenografia: le Vele come un tempio, le case dei boss... «Abbiamo vissuto quel territorio come un set naturale. Decidevamo di girare in un posto e qualche giorno dopo saltava tutto perché lì avevano sparato a uno boss vero. Questo ci metteva in gioco di continuo e riformulava ogni momento il nostro rapporto con la realtà». Altra componente fondamentale: la musica. «Visto il tema e l'approccio, nonne abbiamo abusatoquanto ero tentato di farlo. La musica è un altro modo di raccontare. Se spettacolodev'essere, dev'esserlo per tutti i sensi». Come nasce la figura dello showrunner? «Finora in Italia lo si è sempre fatto coincidere con il regista . Nella serialità anglosassone è uno sceneggiatore. Noi abbiamo mescolato una parte dell'incarico della sceneggiatura con il lavoro del regista ». Tra Romanzo criminale e Gomorra c'è stato Acab e nient'altro. C'è lentezza nel mondo cinematografico italiano nell'accorgersi dei propri talenti? «Per me no. Diciamo che alcuni generi cinematografici sono stati abbandonati. Chi fa gangstermovie,thrillerehorrorsitrova in svantaggio rispetto a chi lavora nella commedia dove c'è più ricambio». Non è che lei frequenta poco le terrazze? «Ho un lungo elenco di personechelefrequentanoehannolavorato un decimo rispetto a me. Il pubblico ti segue perché l'hai stimolato con una promessa. E ti resta attaccato perché si ritrova in quel che vede». Le frasi ACCUSA E DIFESA Il finale era troppo sopra le righe? No, mentre giravamo, un boss è evaso nella stessa maniera ISPIRAZIONE Sì, siamo partiti dal libro di Saviano Ma poi abbiamo scritto la storia osservando la realtà SUCCESSO Piace all'estero perché è un mix tra fantasia italiana e modalità di lavoro internazionale Foto: SET PERFETTO Il regista e supervisore di «Gomorra. La serie » sul set: in carcere e alle «Vele» di Napoli Libero 21/06/2014 LUCA VINCI ed. Nazionale p. 30 ↓ ↑ = Il comico a Taormina parla del nuovo film e scherza sulla somiglianza col giocatore del Brasile FICARRA IL SOSIA «Lo confesso, Marcelo è mio fratello» «Ah, mi hai visto giocare nel Brasile? Che vuoi, di questi tempi bisogna arrotondare...». Salvo Ficarra spiega così il più grande mistero dei Mondiali: la sua presenza nella Seleçao, la nazionale brasiliana. «La prima partita è stata un po' così, di assestamento, con quell'autogol sfortunato, ma ora sto migliorando...». Poi, colpo di scena , rivela la verità: «Marcelo, in realtà, è mio fratello. Mio padre ha viaggiato molto, sai com'è. Io tifo naturalmente anche per lui. La famiglia innanzi tutto!». Tra i giocatori italiani, Salvo Ficarra ha un mito: «Andrea Pirlo. È il mio preferito, su tutti». Neppure tra le squadre di calcio, Ficarra ha dubbi. «Tifo rosanero. Il Palermo, che quest'anno ha riconquistato la serie A con cinque giornate di anticipo sulla fine del campionato». Ieri, Salvo Ficarra ha infiammato Taormina. Insieme con il suo amico, partner e complice Valentino Picone, ha mandato in delirio il pubblico del Taormina film fest, la manifestazione diretta da Mario Sesti e Tiziana Rocca che ha avuto la coppia di attori come ospiti d'onore. I due sono stati protagonisti di una masterclass ad alto tasso di comicità. «Come nascono i nostri film ? Beh, dopo un'attenta analisi dei film di Kubrick... Ma quale Kubrick! Se proprio devo dire la verità, quando ci hanno proposto di fare il primo film ci siamo detti: come sceneggiatore vogliamo Francesco Bruni, perché ci piacciono i film di Virzì. Poi abbiamo scelto il regista , e ci hanno chiesto anche chi avremmo voluto come direttore della fotografia.E noi: ma come, che fotografia? Noi pensavamo di fare un film ... Ma siete sicuri che sapete di che cosa state parlando?». I due attori hanno anche parlato del loro prossimo film , che inizieranno a girare lunedì a Rosolini, piccolo paese in provincia di Siracusa. «Si chiama Andiamo a quel paese , e uscirà nelle sale a novembre 2014. Insieme a noi due, ci saranno Tiziana Lodato e Fatima Trotta». Tiziana Lodato era la protagonista, giovanissima, dell' Uomo delle stelle di Giuseppe Tornatore;Fatima Trotta è la conduttrice del programma comico Made in Sud . Con loro, nel cast ci sarà anche Nino Frassica «Raccontiamo la storia di due che se ne vanno dalla grande città per tornare in un paesino», dice Salvo Ficarra.«Tornano perché la vita lì costa di meno, e forse anche per sfuggire allo stress della grande città: poi, naturalmente, succederanno delle cose...». Prosegue l' attore : «Sarà una storia diversa dalle altre. E cercheremo di raccontarla in modo da non annoiare lo spettatore. La difficoltà più grande, come sempre, è stata far recitare Picone». Il quale, al fianco di Ficarra, commenta: «Abbiamo scelto un paesino sperduto, arroccato tra le montagne, con una grande piazza assolata. Un luogo che ci è piaciuto tantissimo.Viviamo in una terra così bella che sarebbe assurdo girare i nostri film altrove. Quello che abbiamo scelto è un territorio che conosciamo, come è accaduto per il nostro film Il 7 e l'8 : un film in cui non abbiamo voluto mostrare un'immagine da cartolina di Palermo, ma i vicoli e gli scorci che solo gli abitanti possono conoscere». Promettono, prima di farsi inghiottire dalla marea di ragazzini e fan, di tornare a Taormina per uno stage sul loro lavoro di cineasti: «Così magari qualcuno spiegherà anche a noi come si gira un film , perché mica ci è tanto chiara, ancora, questa cosa...». Foto: IDENTICI Foto: Sopra, il calciatore brasiliano Marcelo, autore di un autogol ai Mondiali di calcio in corso in questi giorni. A sinistra, Salvatore Ficarra (della coppia Ficarra e Picone) durante una puntata di «Striscia la Notizia». La somiglianza tra i due è sorprendente [Olycom] Il Trentino 21/06/2014 ed. Nazionale p. 15 ↓ ↑ = Meno proiezioni e spettatori in aumento «Grande risultato» Meno proiezioni e spettatori in aumento «Grande risultato» COORDINAMENTO TEATRALE TRENTINO Loreta Failoni: «Le rassegne cinematografiche organizzate sul territorio, in quattro anni hanno fatto registrare 15 mila presenze in più» Meno proiezioni e spettatori in aumento «Grande risultato» COORDINAMENTO TEATRALE TRENTINO Loreta Failoni: «Le rassegne cinematografiche organizzate sul territorio, in quattro anni hanno fatto registrare 15 mila presenze in più» TRENTO Meno proiezioni . Più spettatori . Una proposta di teatro leggermente ridotta. Più pubblico . Non è direttamente proporzionale la "conta" - il bilancio di "fine stagioni" del Coordinamento Teatrale Trentino. E l'incoerenza tra offerta e riposta se non fa gongolare il consiglio di amministrazione dell'associazione culturale tra i comuni trentini certamente regala soddisfazione e stimoli che vanno molto al di là della pur felice matematica. Nel 2013 - rispetto al 2012 a fronte di una flessione di proiezioni del 14 per cento nelle rassegne cinematografica che il Coordinamento Teatrale Trentino organizza per conto dei 18 comuni associati e delle tante amministrazioni che fanno riferimento all'ente il pubblico è salito del 5 per cento. E le cifre spiegano ancora di più: 74.784 presenze per 889 proiezioni , 15 mila in più in quattro anni. Un risultato che racconta - così spiegano al Coordinamento - l'attenzione all'equilibrio virtuoso tra qualità e popolarità della proposta che viene concordata con i Comuni. E un risultato che assume una dimensione importante anche a livello nazionale: in controtendenza, cioè, rispetto alla crisi delle sale vissuta in molti casi con angoscia dai promotori sia nelle città grandi che nelle realtà più periferiche. Il successo del cinema organizzato dal Coordinamento su tutto il territorio del Trentino in stretto rapporto con le amministrazioni comunali e con gestori privato di sale che si avvalgono dei servizi dell'associazione si deve ad un'esperienza organizzativa pluriennale che ha saputo affinare sempre più la capacità di risposta alle esigenza manifestate dai Comuni. Esigenze, cioè, di proposte in grado di coinvolgere pubblici diversi: dai cinefili delle rassegna "doc" de "Il piacere del cinema " ai bambini e alle famiglie richiamate certo da pellicole commerciali ma via via "educati" ad accettare "sulla fiducia" anche pellicole meno "di mercato". E non è certo tutto - sottolinea Loreta Failoni, presidente del Coordinamento, (insegnante, scrittrice ed ex vicesindaco ed assessore alla cultura di Tione) - perché la forza dell'associazione si deve soprattutto all'elasticità e alla disponibilità verso i Comuni, in una logica lontana mille chilometri dalle pratiche delle agenzie di spettacolo. «Veniamo incontro in tutti i modi ai problemi di chi ci affida l'allestimento delle rassegne - dice Loreta Failoni- consigliando titoli che possono funzionare e facendo in modo che nessun Comune debba rinunciare ad una proposta di qualità per ragioni economiche. Insomma, non avendo il Coordinamento scopi di lucro decide spesso di ridurre i propri margini di rientro economico pur di non vedere diminuire l'offerta al pubblico ». E questo accade grazie alle competenze che sono ormai riconosciute al Coordinamento: un personale motivato e attrezzato alla soluzione dei problemi, consulenze all'altezza della complessità del mercato, (la più recente quella di Antonio Artuso), una filosofia che cerca di costruire attorno al cinema , al piacere del cinema , un coinvolgimento sempre più ampio anche a partire della scuole. Un esempio è la circuitazione de "La prima neve", il bel film sull'integrazione che Segre ha girato in valle dei Mocheni, che il Coordinamento ha circuitato in ogniddove portando lo stesso regista a contatto con le platee e totalizzando il record di oltre 6000 presenze. «Il cinema ci dà grandi soddisfazioni - continua Loreta Failoni - e speriamo possa darne di ancora maggiori quando sarà a regime il nuovo meccanismo della digitalizzazione». Sì, perché si deve al grande lavoro del Coordinamento, (chiamato dalla Provincia ad essere indispensabile referente), se nel Trentino si è riusciti a trasformare la tecnologia delle sale cinematografiche adattandola a quel "digitale" che ha rapidamente sostituito la pellicola . Alla Provincia, (che ha finanziato le amministrazioni comunali attraverso accordi di programma) il Coordinamento ha fornito, infatti, tutte le necessarie informazioni tecniche ponendosi come tramite con i Comuni. «E' stata una corsa che ci ha visti protagonisti assieme alla Provincia - spiega Failoni - e nella quale il nostro personale ha messo enorme impegno». Dal cinema al teatro - l'altro grande terreno di lavoro del Coordinamento - per mettere in campo altre soddisfazioni. Anche in questo caso i numeri, (30mila spettatori per 18 stagioni comunali in tutte le valli) confortano con un aumento di presenze a fronte di un inevitabile calo delle rappresentazioni per una sempre più ridotta possibilità di spesa dei Comuni. Ed anche qui la spiegazione sta nella varietà di un'offerta che cerca di non perdere di vista la "missione qualità" ma non mette mai il Coordinamento Teatrale in cattedra, in una posizione ragionieristica e di distanza rispetto ai desiderata dei Comuni. Il meccanismo di costruzione delle stagioni teatrali sul territorio - da Mezzolombardo a Borgo, da Tione alla valle di Ledro, da Riva del Garda a Sarnonico, è rodato e "democratico". Ai Comuni - in un'assemblea che anche quest'anno ha segnato il gradimento delle amministrazioni per il lavoro del Coordinamento - vengono proposti centinaia di titoli rispetto ai quali il singolo comune sceglie in maniera autonoma. «Ma sempre più grande - dice Loreta Failoni - è l'attitudine a fidarsi dei nostri consigli che si fondano sulla conoscenza approfondita del panorama nazionale e locale». Un'offerta che nel 2013 segna una classifica di gradimento particolarmente significativa. "Ferite a morte", lo spettacolo contro la violenza sulle donne scritto da Serena Dandini, è stato il più visto, seguito dall'irresistibile comicità degli Oblivion e da "La Brocca rotta" del Teatro stabile di Bolzano. «Ma non sono le classifiche ad interessarci - insiste Loreta Failoni - quanto la consapevolezza che in tanti anni di lavoro il Coordinamento Teatrale trentino ha costruito pubblici sempre più attenti e critici, che sono un valore fondamentale quando si parla di cultura diffusa e di territorio». Ecco, appunto, il territorio. Il Coordinamento Teatrale Trentino rivendica senza titubanze il suo ruolo di volano culturale. «Certo - dice Loreta Failoni - accanto a tutte le altre realtà che operano in Trentino e con le quali collaboriamo. Con il Centro Santa Chiara, Pergine Spettacolo Aperto e lo Stabile di Bolzano, ad esempio, abbiamo stabilito importanti sinergie. Non siamo chiusi verso nessuno, ma nemmeno ci sentiamo secondari rispetto a nessuno perché la nostra forza viene dalla fiducia di decine di Comuni». Una forza, quella del Coordinamento, che è testimoniata anche nel bilancio. «A fronte di un finanziamento provinciale che quest'anno è di 180 mila euro - conclude Loreta Failoni - ridotto del cinque per cento l'anno negli ultimi tre anni, noi movimentiamo attività per un milione e mezzo di euro, diamo lavoro a cinque persone nella sede di Trento ed una quarantina di proiezionisti sul territorio. E non chiudiamo bilanci in rosso». Saranno argomenti di peso nel confronto con l'assessore provinciale Mellarini che nelle sue recenti linee strategiche ha indicato il Centro Santa Chiara come futura "agenzia unica dello spettacolo". «Noi siamo pronti a discutere con Mellarini - spiega Loreta Failoni a nome del Cda - ma siamo anche pronti a rilanciare. L'offerta culturale del Trentino nel campo dello spettacolo non può permettersi di cancellare un patrimonio trentennale di esperienza nel coinvolgimento e nel servizio ai Comuni. Mellarini non parla di inglobamento del Coordinamento nel Santa Chiara ma di inclusione. Se significa collaborare su un piano paritario, eccoci. Ma se significa altro...» L Unita 21/06/2014 ed. Nazionale p. 21 ↑ = Al via riprese nuovo film Vincenzo Marra SET ● Lunedì 23 giugno prenderanno il via le riprese di «La luce dell'alba», il nuovo film di Vincenzo Marra che sarà girato tra Santiago del Cile e Bari. Con Riccardo Scamarcio e Daniela Ramirez nei panni dei protagonisti il film racconterà la storia di una separazione. Meglio, quanto può essere dolorosa una separazione e come l'amore di un padre per un figlio possa superare ogni confine. «La luce dell'alba» è prodotto dalla Paco Cinematografica di Arturo Paglia e Isabella Cocuzza, in collaborazione con Rai Cinema . A portarlo nelle sale sarà la Bim, La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio.
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