Questo volume è stato realizzato con il contributo del Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica (MURSTRrogetto per la diffusione della cultura scientifica, l997), del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) e del Museo Yazionale deil'htartide. Direzione Carlo Baroni Coordinamento scientifico Carlo Baroni Francesco M. Faranda CarloAlberto Ricci Coordinamento editoriale Jacqueline .lluller Progetto grafico ed editoriale Jacqueline Muller Etzrico Rainero Giorgio Rota Mauro Alberti Andrea James Bramiejl Fotolito Foto Incisione Moderna - Siena Fotocomposizione e stampa Tipografia Senese - Siena O Terra Antartica Publication, 2001 ISBK 88-90022 1-4-0 INDICE ANTARTIDE, PATRIMONIO DELL'UMANITÀ, TERRA DI PACE E DI SCIENZA CarloAzeglio Ciampi, Presidente della Repubblica Italiana 5 PREFAZIONE - Carlo Baroni, Francesco M. Faranda e CarloAlberto Ricci 7 LINEAMENTI GEOGRAFICI - Carlo Baroni 9 L'OCEANO MERIDIONALE - GiancarloSpezie 2 3 IL GHIACCIO MARINO - Carlo Baroni 30 L'ATMOSFERA E IL CLIMA -Michele Colacino 3 7 IL BUCO NELL'OZONOSFERA - Leopoldo Stefanutti 45 L'ANTARTIDE FINESTRA NEL VENTO SOLARE -AntonioMeloni 49 LO SPAZIO VISTO DALL'ANTARTIDE - Luca Valenziano 58 I GHIACCIAI E LA STORIA GLACIALE RECENTE - Carlo Baroni, Massimo Frezzotti e Giuseppe Orombelli 64 LA STORIA GEOLOGICA - CarloAlberto Ricci, CarloBaroni, Giuliano Brancolini, Rosaria Palmeri, Francesco Salvini e Franco Talarico 88 I FOSSILI ANTARTICI - Marco Taviani 11 4 METEORITI E POLVERI COSMICHE - Marcello Mellz'ni e Lulgi Folco 1 2 3 LA VITA IN ANTARTIDE - Bruno Battaglia 132 LA CATENA TROFICA - Francesco M. Faranda 139 GLI ORGANISMI SUPERIORI - Siluano Focardi 145 I PESCI, LA LORO EVOLUZIONE ED IL LORO ADATTAMENTO ALL'AMBIENTE - Guido di Prisco 155 LA VITA NEL GHIACCIO MARINO - Letterio Guglielmo 162 LA VITA SLSL CONTINENTE - Roberto Bargagli e Francesco Frati 166 I LICHENI DELL'ANTARTIDE - Pier Luigi Nimis 173 SCOPERTA ED ESPLORAZIONE - Carlo Baroni 181 SITI E MONUMENTI STORICI - Carlo Baroni 209 POLITICA INTERNAZIONALE - Francesco Francioni 2 15 GLI ITALIANI IN ANTARTLDE - Carlo Baroni, Roberto Cervellati,Antonino Cucinotta e Bruno Marsico 224 L'ANTARTIDE NELL'IMMAGINARIO - Carlo Baroni 24 1 BIBLIOGRAFIA 2 52, PAGINE WEB 260, FONTI ICONOGRAFICHE 262 APPENDICI Trattato Antartico 264, Protocollo di Madrid 267 Leggi del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) 273 INSERTI Laghi subglaciali (I.E. Tabacco) 20; Airborne Polar Experiment (APE) 48; Esperimento BOOMERANG (P. de Bemardis) 59; Concordia Project 61; il bilancio di massa dei ghiacciai antartici: l'esempio della Terra Vittoria 67; International Transantarctic Scientific Expedition (ITASE) 73, Eiiropean Project for Ice Coring in Antarctica (EPICA) 76; I pinguini come indicatori p.aleoclimatici 84; Risorse minerarie in Antartide 91; Gli strumenti della ricerca geologica nei bacini oceanici 94; Cape Roberis Project (CRP) 98; I gas idrati nei sedimenti oceanici (E. Lodolo) 101; L'apertura del Mare di Ross e il sollevamento deiie Montagne Transantartiche 108; 11programma EASIZ (G. di Prisco) 137; L'erbario lichenologico antartico 177; I1 clima a Baia Terra Nova (M. Colacino, P. Grigioni &A. Pellegrini) 230; I campi remoti (A. Bondesan) 234; Diario di un viaggiatore in Antartide (G.M. Pace) 238 / I FOSSILI ANTARTICI Marco Taviani ! PREMESSA I i t - k presenza di fossili in Antartide è nota fin dagli albori dell'esplorazione di questo continente. Nel 1833 James Eighk, che ha navigato con i capitani americani Palmer e Pendleton nelie acque antartiche, descrive la presenza di legno carbonizzato dle Isole Shetland Australi, per oltre sessant'anni quella di Eights rimane la sola menzione paleontologica da queste terre remote e bisogna attendere fino ai 1894, quando il capitano norvegese Larsen riporta nel suo diario la presenza di legno pietrificato nell'Isola Seymour. Da allora l'esplorazione scientifica della regione antartica è andata in continuo orescendo e le scoperte paleontologiche si sono moltiplicate fino a fornirci un quadro sufficientemente dettagliato dell'evoluzione della vita nelle regioni polari australi. In certe località i fossili, tipicamente resti di tronchi o comunque di piante arboree, rappresentano un elemento così cospicuo del paesaggio da giustificare una toponosmastica tutta paleontologica E' questo, ad esempio, il caso di 'Fossil Bluff e 'Coal Nunatak' nell'lsob Alessandro, 'Monte Florat e 'Collina delle Foglie' a King George e 'Fossil Bay' a Seymour. I piiì antichi fossili antartici conosciuti datano a circa 600 milioni di anni (Ma) orsono e si riferiscono a microscopiche forme di vita primitiva individuate di recente nelle rocce del Proterozoico superiore dello Shackleton Range. IL PALEOZOICO La documentazione paleontologica delle vicissitudini aiie quali 8 andata incontro I'Antartide durante la sua complessa e tormentata storia geologica si fa relativamente ricca a partire dal Carnbriano (570-510 Ma), periodo che segna gli inizi dell'era Paleozoica o Primaria, ed 6 marcato dalla massiccia diffusione di organismi dotati di uno scheletro mineralizzato. I mari cambriani delllAntartide,d o r a parte del supercontinente di Gondwana e localizzata n e h fascia equatoriale, ospitavano minute forme di vita animale, che comprendevano fra l'altro molluschi (monoplacofori e gasteropodi), triiobiti, brachiopodi, echinodermi e conodonti. I bassi fondali ospitavano estese scogiiere calcaree formate dagli archeociatidi, organismi La piccola Isola Seymour è ubicata qualche miglio ai largo deiia Penisola Antartica. In ragione deiia sua spettacolare ricchezza in fossili mesozoici e cenozoici che ha permesso di meglio comprendere la biogeografia deiie terre australi, Seymour è stata soprannominata dai paleontologi la 'Stele di Rosetta' dell'Aniartide. Fossili marini caratteristici del Cretaceo-Paleogene: (a) gasteropode aporraide, (b) ammonite, (C) archeogasteropode, (d) l'ammonite gigante Diplomocwas maximum (da un disegno di h t o n Oleinik), (e) vertebre di plesiosauro, rettiie marino dal lungo collo. La documentazione paleontologica dell'intero continente & &cacemente riassunta in questa figura che mostra le zone dei principali &oramenti fossiiiieri e le loro eta; C: Cambriano; D: Devoniano; P-T: PermianoMassico; J-K: Giurassico-Cretaceo; K - k Cretaceo-Cenomico;Ce: Cenozoico (modificato da un originale di J. Aiistair Crame, 1994). estinti simili a spugne, e da cianobaiteri, sorta di aighe primitive tra le quali spiccano Epgbyton e GiwutzeUa. Queste antiche comunità biologiche, rinvenute lungo la Catena Transantartica, neiie Elisworth e Pensacola Mountains e nella Terra Vittoria settentrionale,mostrano notevoli &tà con quelle coeve rinvenute nel subcontinentecinese ed in Australia, dimostrando così connessioni fra continenti oggi distanti. Lacunosa, per non dire pressoché mancante, k invece la documentazione paleontologica dei periodi Ordoviciano e Siluriaao e bisogna pervenire agli strati del periodo Devoniano (408-355 Ma) per ritrovare importantivestigia degli antichi ecosistemi antartici. Le peregrinazioni del supercontinente di Gondwana durante il Paieozoico avevano tuttavia faiio mutare giù v& la posizione geografica deii'htartide, spostandola a sud, in acque più fredde, come documentato dai fossili dIn quell'epoca I'Antartide era parte della cosiddetta 'Provincia Malvinokaffrica', un'ampia regione zooge.ogm&a gb comprendeva una parte significativa deli'emisfero australe. Le rocce del Devoniano inferiore della Formazione Horlick Le acque interne dell'htartide ospitavano durante il Devoniano una fauna ittica comprendente rappresentanti di gruppi oggi scomparsi; i loro resti abbondano nelle rocce dell'rltlec Silisime, dorante n e h Terra Vittoria: (a) pesce osseo crossopterigio; (b) Culmacantbus, un acantodio; (C) BotbrJofepLs,W plmoderma, (pesci madifiaati da Yawig, 1989). nell'0hio Range inglobano i resti di una fauna ad invertebrati marini abbastanza diversificata che comprende trilobiti, briozoi, bivalvi, brachiopodi, gasteropodi, tentaculiti. interessante è anche la fauna a pesci di questi strati marini,dominata da pesci corazzati, i cosiddetti placodermi. Anche i fiumi e i laghi dell'interno deii'htartide devoniano erano popolati da pesci che comprendevano crossopterigi (pesci dalle pinne lobate), placodermi @thriolepis), acantodi, squali primitivi CAntarctikzmna) e agnati. Oltre trenta specie diverse di pesci di acqua dolce sono state identificate nella Terra Vittoria, n e l i ' W Sastone, una formazione di rocce depostesi in ambienti continentali ed appartenente alBeacon S u . p di età devoniano-triassica.Esemplari di questi pesci devoniani rappresentano i primi vertebrati fossili scoperti in Antartide e furono raccolti nell'estate australe 1911-12 in blocchi errarici del Ghiacciaio Mackay da Frank Debenham, geologo della spedizione Terra Noua di Robert Faicon Scott. Qualcosa si conosce anche d e h vegetazione devonianagrazie al rinvenimento di resti di macropiante erbacee (i lycopsodi) e di spore nella Terra di Marie Byrd e nella Catena Transantartica. il Carbonifero (355-295 Ma) ha in Antartide un più che modesto lascito paleontologico, ma si sa che è stata un'epoca di estensiva glaciazione. Ma 6ne di questo periodo e soprattutto nel successivo Permiano (295-250 Ma), mentre il clima continuava a mantenersi abbastanza freddo ma diventava progressivamentepiù umido, l'Antartide si coprì di foreste decidue, dominate daile Glossopteridali. La flora a Clossoptteris, dal nome della pianta più importante, rappresenta forse l'elemento piiì signiiicativodeii'antico supercontinente di Gondwana durante il Paleozoico. I suoi resti sono stati ritrovati in Africa, india e Australia Grazie d a scoperta di foglie di Ghsoptteris in Antartide è stato possibile provare che anche questo continente era parte del supercontinente Gondwana. Fatto interessante, il primo ritrovamento antartico di Clossoptteris si deve al naturalista Edward Wilson ed ebbe luogo nel 1912,durante il fataleviaggio di ritorno dal Polo Sud di Scott e compagni;queste rocce fossilifere furono trovate nella tenda che conteneva i corpi di Scott, Wilson e Bowers nel Novembre del 1912, insieme aiie annotazioni scientificherelative ai ritrovamento awenuto sul M. Buckley. Secondo i paleobotanici, durante il Permiano le Ckopteris avevano la statura di alberi e crescevano in ambienti palustri, associate a piante erbacee fra le quali spiccavano le sfenofite, felci e rari muschi. Sul M. Glossopteris,presso lo Shackleton Range, nelle JiUsworth Mountains e neli'ohio Range, sono stati inoltre rinvenuti resti di insetti, microscopici crostacei e bivalvi di acqua dolce. IL MESOZOICO Con l'inizio del Mesozoico, le Glossopteridali che avevano dominato la scena nel Permo-Carbonifero subiscono una fortissimacontrazione bendo con l'estinguersi per essere rimpiazzate nel Triassico (250-203Ma) daile flore aDicroUZium. Nella zona del Ghiacciaio Beardmore, in piena Catena Transantartica, si rinvengono tronchi e altri resti vegetali silicizzati di età triassica, che comprendono conifere, equiseti, cicadee e ginkgo. Molto diffuse erano anche le felci. I resti vegetali fossili sono specialmente abbondanti nella Formazione di Fremouw che è perb famosa per il ritrovamento di resti di vertebrati, primo fra tutti il Listrosauro. Questo rettile sinaptide ?i un tassello fondamentale per le ricostruzioni paleogeografiche deii'htartide. I1 Lystrosaum era infatti un erbivoro diffuso durante il Triassico in vari settori del supercontinente di Gondwana ed i suoi resti sono stati rinvenuti in Africa, India e, appunto, Antartide. Le rocce continentali contengono molti altri fossili di rettili, compresi i tecodonti precursori dei dinosauri, i cinodonti, rappresentati da Cynoptus, un grande rese carnivoro, e vari tipi di anfibi labirintodonti. Le rocce della Formazione di Fremouw hanno anche prodotto resti Uno dei pia tipici fossili paleozoici di Gondwana 6 Clossopterls (foglia trovata nelle rocce permiane deiie montagne di Horlick, Ohio Range), sinistra. Felce del Giurassico di Hope Bay, Isola Alessandro, destra. f@sruuwera un &e di medie distribuito g.percontinente Gondwana ai ampiamente Mi!iiiasico; in alto da sinistra, I h he porzione deli'omem dell'esemplare rinvenuto nel e Coalsack Bluff, nella Catena ctartica e, sotto, possibile mctione deli'animale (da un KI originale esposto allo Scott Instiute di Cambridge). $I lqw ,- 'L-. , di un gruppo di pesci ossei d'acqua dolce molto interessante e primitivo, i dipnoi. Meno nota è la vita martna stesso periodo anche se sono stati rinvenuti nella Terra di Graham, nell'isola Alessandro gasteropodi, bivahri ( B u k m M s ) , celentmti ed echhodermi che hanno abitato ambienti Come documentato dalla presenza di rettiii ed anfibi, il clima triassico doveva rispetto a quello che aveva dominato I'AnWde durante il Permo-Carbonifero. Fasi intermittenti di clima temperato e caldo caratterizzano il Giurassico (203-135 Ma). paleontologica di questo periodo si trova neli'arco vulcanico deiia Penisola marini e vulcanoclastici che hanno fornito una ricca fauna di invertebrati marini tra AzukmpMtu:t&), belemniti, bivaivi (Bntolium, M @ m c a ) , gastempodi, solitari e crostacei. Sebbene si sia ritenuto per molto tempo che vigessero nel Giu faunisticoe dunque di grande omogeneità a heiio planetario, i ritrovamenti fossili effettuati depongono in favore di un sensibile 'bipolarismo' biologico, favorito dalla dall'esten&rsi di zone di frataira (dj)nel supercontinente di Gondwana. Gli coperti da una vegetazione di conifere, auramurie, cicadee, felci ed angi dimostrato dal ritrovamento di resti di coleomri nella Terra di Graham. I crostacei e da pesci attinopterigi (Oredima), antenati dei moderni osteia o retuli teropodi, £ra i quali il Cryobpbosaurus.Questo gran& dinosauro 'Rettile crestam congelato' è stato scoperto di recente sul M. Kirkpalrick, n Formazione di Falla che ha prodotto anche l'osso di un rettile volante, lo pterosauro. ii lungo periodo Cretaceo (135-65 Ma) è ben rappresentato in Antarlide. Fossili marinie conhinentaii chiude l'Era mesozoica, abbondano sia nella Penisoia Antartica che nele Isole Shetland Austd e n Particolarmente ricca e ben conservata è ia fauna ad ammoniti, cefalopodi molto uilkaii per la paleogmgmila e&l datazione &iie rocce mesomiche, rinvenute in abbondanza nele rocce delle Isole Shetland Australi e deile James Ross, Snow Hill e Seymour. Gli strati del Cretaceo medio-superiore hanno fornito vari ese kossmaticeratidi (GunncwfW),ma anche di crostacei @muchi, gamberi, aragoste, baiani), bivalvi (Inocsramus), echinidi, vermi marini, pesci ossei e cardaghei (squali) ed altro sono state recentemente scoperte ammoniti gigantesche a conchiglia svolta, il Diptìmmem d m u m , il cui dali'aspetto di calamaro raggiungeva il metro di lunghezza. Le acque dei mari cretacei del Polo Sud erano dunque e calde e ospitavano una vIta marina molto diversificata che comprendeva anche grandi reaiii acquatici come i p l d d dal lungo coiio ed i mososauri, sorta di enormi lucertole nuotatrici e noti divoratori di ammoniti ed altri animaii A questa ricchezza di vita nei mari, faceva riscontro un'altretianto rigogliosa vita terrestre. La vegetazione era cari-.& Così l'artista americano William Stout si 8 immaginato il dinosauro giurassico CryolophosaumseUiotti, (nel riquadro, il cranio), un grande carnivoro rinvenuto sul M. Kirkpatrlck, nella Catena Transan- foreste di conifere, podocarpacee simili alle araucarie e sottobosco a felci, ben documentate da fossili di tronchi, foglie, semi e spore rinvenute nelle isole Alessandro e King George. Verso la fhe del Cretaceo fa la sua apparizione in Antartide un importante elemento floristico, il Nothofagus, tipica angiosperma di clima temperato-fresco che oggigiorno forma estese foreste pluviali in Sud America, Tasmania e Nuova Zelanda. I legni fossili delle angiosperme e gimnosperme cretacee trovati nelle isole Vega e James Ross mostrano evidenti anelli di accrescimento che testimonierebbero una marcata stagionali& del clima. La fauna terrestre era comunque di clima abbastanza caldo e comprendeva vari tipi di rettiii tecodonti (Prokzaxta), terapsidi e labirintodonti. Non mancavano neanche i dinosaun: nell'Isola James Ross i paleontologi hanno infatti rinvenuto i resti di un ornitisco, dinosauro dal bacino di uccello, appartenente ai gruppo degli anchilosauri e di un dinosauro ornitopode del gruppo degli Hypsilofodontidi. La frammentazione del supercontinente di Gondwana iniziata nel Giurassico procede separando così le varie masse continentali che lo costituivano e mettendo i presupposti per un più spiccato provincialismo degli ecosistemi marini e t~nestrideli'htartide, che comincia ad isolarsi sempre più. IL CENOZOICO Con l'inizio dell'Era terziaria il clima comincia un progressivo &eddamento che ha importanti ripercussioni sulla vita animale e vegetale degli ambienti polari australi. L'Era cenozoica o terziaria ha lasciato in Antartide un'eredità paleontologica che per diversità e stato di conservazione trova pochi rivali neli'intero emisfero australe. Gran parte di questa spettacolare fauna è confinata in pochi posti privilegiati ed in particolare nei sedimenti eocenici di mare basso &oranti nell'Isola Seymour, poco al largo della Penisola Antartica, ed in alcune isole vicine. Queste formazioni rocciose spesse centinaia di metri e che coprono temporalmente sia la fine del Mesozoico (Cretaceo) che parte dal Paieogene (Paleocene-Eocene,65-34 Ma), continuano ad essere un'inesauribile fonte di scoperte paleontologiche. Le rocce terziarie che costituiscono le formazioni riccamente fossilifere di iapez de Bertodano, Sobral e La Meseta si sono depositate prevalentemente in ambiente subacqueo, vicino alla costa e sotto l'influenza di un delta. Questo ambiente deposizionie spiega da un lato la notevole ricchezza difossili marini, rappresentati da centinaia di specie H8[ [pronte e foglie di Notbofagus , lo studio di microscopici resti organici appartenenti ad animali e piante offre un contributo fondamentale per la ricostruzione degli antichi ambienti antartici e per la loro cronologia:a sinistra, cisti del dinoflageiiato (bjeunecysta) alga uniceilulare planctonica rinvenuta nei sedimenti oligocenici carotati a Capo Roberts; al centro, spora di muschio (Coptospora) indicativa di ambiente di tundra durante I'Oligocene e il Miocene inferiore; a destra, struttura organica di un foraminifero,organismo uniceilulare di ambiente marino. di invertebrati (molluschi, crostacei, coralli, briozoi, vermi marini, brachiopodi), pesci ossei (aringhe, merluzzi, pescigaito, labridi) e cartilaginei (squali, razze e chimere), cetacei (balene primitive, Zeuglodon?) e dali'altro lo straordinario rinvenimento di numerose specie di pinguini (comprese forme giganti) e mammiferi marsupiali @ntarctodolops e Eutydolops), ma anche placentati Ungulati, che hanno permesso di riscrivere la storia evolutiva di questi animd tipicamente australi. Ben delineata è anche la vegetazione che copriva le terre polari australi in questo stesso lasso di tempo grazie ai ritrovamenti di macropiante, pollini e spore nelle isole Seymour e King George e nei sedimenti carotati nei mari adiacenti al continente. Le foreste erano dominate da conifere podocarpacee, 'Nothofagm' (Nothofagidites) e altre angiosperme che includevano, fra l'altro, mirtacee, liliacee e casuarinacee. I1 clima era ancora abbastanza temperato e l'isolamento dell'htartide dalle altre masse continentali di Gondwana in accentuazione. Un deciso cambiamento climatico, preludio aiia glaciazione pressoché totale del continente, si evidenzia neil'0ligocene (33,7-23 Ma). I depositi fossiliferi di questa età sono però assai rari e molte informazioni sono state ottenute grazie a perforazioni oceaniche e in terraferma, nele Dry VaUeys e nella baia di McMurdo, nel Mare di Ross. Sedimenti marini &oranti neil'Isola King George e carotati a Capo Roberts e nel Mare di Ross mostrano chiaramente che i mari antartici ospitavano una fauna marina gih impoverita rispetto a quella eocenica ed indicativa di un certo deterioramento climatico. La vegetazione risultava dominata da foreste pluviali a Notbofagus con sottobosco a felci. Sul finire dell'oiigocene e nel successivo Miocene (23-5,3 Ma) il raffreddamento e l'isolamento climatico e geografico dell'htartide si fanno sempre pia definiti e gli ecosistemi cominciano così ad assumere una fisionomia pia 'polare'. La documentazione paleontologica di questa cruciale fase di transizione da un mondo temperato ad uno polare 2 sfortunatamente molto scarna ed in gran parte &data ai microfossili (diatomee, dinoflagelati, radiolari, coccoiiti, pollini Le Rotularia, vermi marini dotati di conchiglia, sono estremamente abbondanti nei sedimenti marini cretaceo-paleogenici di Seymour (dimensione ca 2 cm ognuna). e foraminiferi) e ai pochi macrofossili (molluschi, coralli, solitari e vermi marini) ottenuti dalle perforazioni nel Mare di Ross effettuate dalle navi da ricerca oceanica G h r Ch&ger e Joides Resolution e dalle trivellazioni dei pozzi CIROS e Capo Roberts, nella Terra Vittoria. Qualche informazione sugli ambienti marini costieri del Miocene basale ci viene dalla Formazione di Melville, neli'Isola King George, dove sono stati rinvenuti gasteropodi, bivalvi, crinoidi, coralli solitari, brachiopodi, vermi marini ed altri invertebrati che gih mostrano notevoli affinità con la moderna fauna antartica anche se sono ancora presenti i granchi, attualmente assenti nei mari antartici. La vegetazione era composta da foreste di Nothofagus che comprendevano varie specie di Nothofagidites e podocarpacee. Ancora più ridotta è la conoscenza paleontologica relativa al periodo successivo, il Pliocene (5,3-1,8 Ma). Qualche fossile marino è presente sul continente antartico nella Wright Vdey delle Dry Vdeys ed a Marine Plain, nella Terra della Principessa Elizabeth ma anche nell'Isola di Cockburn, al largo della Penisola Antartica. Queste faune marine molto impoverite contengono tuttavia un bivalve pettinide, (Zygochlamys anderssoni) che indicherebbe l'esistenza, almeno episodicamente, di condizioni di deterioramento climatico meno marcato dell'attuale. I sedimenti glaciomarini appartenenti al Gruppo di Sirius affioranti ben d'interno dell'htartide e ad alta quota, contengono resti di minuscole alghe silicee, le diatomee, indicatrici di condizioni marine aperte. I1 reale significato ambientale di questi ritrovamenti è perb oggetto di un vivace dibattito come pure l'età pliocenica attribuita alle impronte di foglie di Nothojàgus rinvenute sempre nella Formazione di Sirius. I Nunatak al margine della calofta estantartica (Thomas Rock e Tent Rock, 1980 m, bacino del Ghiacciaio David). Si noti I'area di ghiaccio blu suiia destra, una potenziale 'trappola' per meteoriti. IL QUATERNARIO Decisamente polare è la fauna marina che ha abitato i mari periantartici durante I'era quaternaria. I pochi lembi di depositi fossiliferi del Pleistocene (1,8-0,l Ma) affioranti neile zone costiere antartiche contengono infatti resti di organismi marini, principalmentebivalvi, gasteropodi, vermi, briozoi e coralli solitari del tutto analoghi a queiii viventi tuttora in Antartide. La pii ricca fauna fossile di questa età ci viene ancora dai risultati delle perforazioni nel Mare di Ross, particolarmente dal pozzo di Capo Roberts che ha fornito un centinaio di invertebrati marini di un d o n e di anni fa. Non c 2 traccia invece di vegetazione terrestre, ormai pressochd eradicata dal continente antartico. Nelle zone costiere dell'htartide si rinvengono anche fossili e sub-fossili molto recenti, vestigia degli ultimi diecimila anni del Quaternario, 1'0locene. Si tratta perlopiù di resti di invertebrati marini, bivalvi, gasteropodi e vermi, e di corpi murnmificati di foche. p I rinvenuto nei sedimenti di età pliocenica deii'Isola di Cockburn e testimonia un clima meno rigido deli'amiale.
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