Master EBP e Metodologia della Ricerca Clinico Assistenziale 1. Definizione • Studi prospettici o retrospettivi caratterizzati dall’assenza di intervento attivo da parte dei ricercatori, che si limitano a osservare i fenomeni. Daniela Mosci • Si contrappongono agli studi sperimentali, definiti anche trial o sperimentazioni cliniche, caratterizzati dall’intervento attivo dello sperimentatore e sempre prospettici. Le domande a cui rispondono gli studi clinici Domanda Obiettivo Eziologia/danno Valutare i fattori di rischio di malattia (solitamente uno) Gimbe news, 2010, num 3, pp 15-16 Disegno Studio di coorte con coorte concorrente prospettica Caso controllo Prognosi Valutare la storia naturale di malattia e Studio di coorte senza la potenza dei fattori prognostici coorte concorrente prospettico o retrospettivo RCT Diagnosi Valutare l’accuratezza dei test diagnostici Studio cross sectional Terapia Valutare l’efficacia degli interventi sanitari: preventivi, terapeutici, assistenziali, educazionali, riabilitativi, etc RCT Trial non randomizzato Trial non controllato Studi eziologici • Studi che valutano la presenza di una associazione tra uno o più fattori di rischio e l’insorgenza di una patologia. • Es: La dieta vegetariana riduce il metabolismo basale? • Il consumo di alimenti a base di soia aumento il rischio di neoplasie? • Il consumo di cioccolato fondente riduce il rischio di malattia cardiovascolare? 6 08/10/2014 Studi di coorte Studi di coorte Prospettici Retrospettivi Studio di coorte con coorte concorrente: eziologia Studio caso controllo Outcome Esposti Esposti Outcome No outcome Non esposti Pazienti eleggibili Pazienti eleggibili Esposti Outcome Non outcome Non esposti Non esposti No outcome Direzione della raccolta dati: esposizione Direzione della raccolta dati: Outcome Outcome 9 08/10/2014 Studi eziologici Outcome No outcome Outcome Outcome Esposti No outcome Pazienti eleggibili Outcome Outcome No outcome No outcome Non esposti No outcome Tempo Caso controllo - Retrospettivo Tempo Coorte - Prospettico 10 esposizione 08/10/2014 Studio di coorte Studio di coorte Studio di coorte I bias negli studi osservazionali • Bias di selezione • Bias di accertamento • Attrito 17 08/10/2014 Domanda eziologica Cosa occorre valutare • Validità interna • Rilevanza clinica • Validità esterna L’assunzione di caffè nelle donne aumenta il rischio di ictus? 08/10/2014 20 Prima di leggere uno studio • Lo studio si basa su una domanda di ricerca chiaramente formulata? • Una domanda di ricerca è chiaramente formulata se sono indicati la popolazione studiata, l’esposizione studiata, i risultati considerati: dall’abstract riuscite a ricostruire il pico? 08/10/2014 21 22 Prima di leggere uno studio2 Validità Validità interna • 2. Gli autori hanno utilizzato il disegno di studio • In uno studio epidemiologico, il termine bias si adeguato? riferisce a qualsiasi errore sistematico che porti ad una stima errata dell’associazione tra l’esposizione e l’esito. • In uno studio sull’eziologia possiamo incontrare: • Selection bias • Fattori di confondimento • Information bias • Follow up non sufficientemente lungo e completo 2 3 08/10/2014 24 08/10/2014 1. Verifica la presenza di selection bias: 1. Verifica la presenza di selection bias: • Vi erano gruppi di pazienti chiaramente definiti, • Vi erano gruppi di pazienti chiaramente definiti, simili in tutto, tranne che per l’esposizione al trattamento? simili in tutto, tranne che per l’esposizione al trattamento? BASSO RISCHIO DI BIAS ALTO RISCHIO DI BIAS Exposed and unexposed drawn for same administrative data base of patients presenting at same points of care over the same time frame I gruppi sono stati selezionati attraverso criteri diversi BIAS DI SELEZIONE Exposed and unexposed presenting to different points of care or over a different time frame I gruppi sono stati selezionati attraverso gli stessi criteri ma al loro interno presentano una diversa distribuzione dei determinanti ANALISI STATISTICA 08/10/2014 26 Caratteristiche dei gruppi negli studi osservazionali Cosa verificare? • La mancanza di randomizzazione determina il • Verificare che i criteri di inclusione nei due fatto che si creino due gruppi non omogenei, in cui le differenze osservate possono avere ripercussione sugli esiti, al di là della esposizione all’agente eziologico studiato. gruppi siano identici (il problema non si pone se i gruppi nascono dalla stessa coorte). • Verificare la distribuzione dei determinanti consultando la Tabella 1 dello studio. 27 08/10/2014 28 08/10/2014 2 9 08/10/2014 30 08/10/2014 Fattori di confondimento Variabile di confondimento • Una delle fonti di bias di selezione è • Nell’ambito della valutazione tra l’esistenza della associazione tra un agente eziologico e l’insorgenza di una patologia, il fattore di confondimento è un fattore associato all’esposizione, che modifica in modo indipenente il rischio di sviluppare la patologia di interesse. rappresentato dai fattori di confondimento. • Questi sono le variabili associate sia all’esposizione, sia all’esito e possono distorcere i risultati degli studi. • Se la prevalenza di questi altri fattori differisce tra i gruppi comparati, verrà distorta la associazione osservata tra la patologia e l’esposizione in studio. 08/10/2014 31 Fattori di confondimento Esempio • Esiste una relazione tra l’assunzione di caffè e • Esiste una relazione tra genere e insorgenza delle lesioni da pressione? l’insorgenza del tumore del polmone? Si presenta in associazione con …, ma non deriva da … • Lo studio di Margolis e al, presenta un rischio relativo non adattato pari a 0,78, (CI 95% 0,700,88), ma considerando i fattori potenziali di confondimento, quali l’età e le patologie concomitanti, il rischio relativo diventa 1,01 (CI 95% 0,89-1,15). È un fattore di rischio noto per • Le variabili di confondimento in questo caso erano rappresentate dall’età e dalle patologie concomitanti. 08/10/2014 33 08/10/2014 34 Come devono essere trattati i confondenti Stratificazione: studio caso controllo su consumo di alcool ed IMA Consumo di alcool • In fase di disegno: IMA • Randomizzazione (NON E’ POSSIBILE) • Restrizione: esclusione dei soggetti che presentano la variabile di confondimento; • Matching (o appaiamento): costruzione di un campione in cui nei due gruppi siano presenti soggetti che presentano in modo analogo la variabile di confondimento; 35 08/10/2014 36 08/10/2014 Come devono essere trattati i confondenti Analisi multivariata • In fase di analisi: • Consiste nell’utilizzo di modelli matematici che consentono di valutare simultaneamente il potenziale effetto confondente di più variabili. • Sono esempidi analilsi multivariata: • Stratificazione; • Analisi multivariate. • Regressione multipla lineare (parametri continui) • Regressione logistica (misure di associazione di varie esposizioni) •… 08/10/2014 37 08/10/2014 38 2. Verifica la presenza di information bias • L’esposizione al trattamento e gli esiti clinici sono stati misurati nella stessa maniera in entrambe i gruppi? • La valutazione degli esiti deve essere fatta con la stessa accuratezza nei due gruppi. Se fatta in modo più accurato nel gruppo degli esposti si rileverebbe una associazione non reale. 3 9 08/10/2014 Misclassificazione • Differenziale: la classificazione avviene in modo più accurato in un gruppo, rispetto all’altro (es. recall bias nelle mamme di bimbi con patologia) • Risultato: si può vedere una associazione che non c’è. 41 08/10/2014 40 Fonti di Information bias • Non differenziale: gli • Bias nell’estrazione dei dati dalle cartelle errori di misclassificazione sono distribuiti in modo uguale nei due gruppi. • Risultato: se c’è una associazione può non vedersi. • Bias nel condurre le interviste 08/10/2014 • Bias che derivano da interviste surrogate • Bias di sorveglianza • Recall bias • Reporting bias 42 08/10/2014 Interviste surrogate Bias di sorveglianza • Se i dati sono raccolti da un surrogato del • Alcuni gruppi di pazienti possono essere soggetto in studio (coniuge o figlio) le informazioni possono essere molto distorte. (sapreste riferire le abitudini alimentari piuttosto che le esposizioni professionali di un genitore non convivente?) • Esistono evidenze che le vedove, quando intervistate rispetto ai loro coniugi, tendono a riferire stili di vita o livelli occupazionali più alti rispetto al reale o addirittura a negare tabagismo o alcolismo. 08/10/2014 43 monitorati meglio di altri e quindi possono essere individuati fattori eziologici non reali (es. associazione tra terapia anticoncezionale orale e tromboflebiti). 08/10/2014 44 Recall bias Reporting bias (wish bias) RR = 1 Ipotizziamo che: La vera incidenza di infezione (%) sia Le infezioni ricordate siano (%) I risultati saranno: Tasso di infezione come valutati dagli intervistatori Casi (con malformazioni congenite) Controlli (senza malformazioni congenite) 15 15 60 10 9.0 1.5 • Il soggetto può essere riluttante a riportare esposizioni o stili di vita e quindi fornire dati non corretti. • (es. studio sull’associazione tra aborto indotto e tumore del seno) OR = 6 08/10/2014 45 46 08/10/2014 4 8 08/10/2014 Information bias: cosa dobbiamo verificare? • Ci fidiamo di più di uno studio se: • Gli esiti sono raccolti mediante misure di rilevazione oggettive. • Chi effettua la rilevazione dell’esposizione non è a conoscenza dell’esito (studio caso controllo) e che chi rileva l’esito non è a conoscenza della condizione di esposizione all’agente indagato (studio di coorte). 47 08/10/2014 08/10/2014 49 5 0 08/10/2014 3. Follow up La presenza di bias ed i risultati degli studi • Il follow-up dei pazienti è stato • Se nel compimento di uno studio è stato sufficientemente completo e lungo? effettuato un bias i suoi risultati possono essere definitivamente compromessi. • Gli studi di coorte da questo punto di vista sono più sicuri, rispetto ad esempio agli information bias o ad i recall bias, ma non sempre sono realizzabili (condizioni/esiti rari o a lentissimo decorso). 08/10/2014 51 52 08/10/2014 5 4 08/10/2014 4. Verifica la sussistenza della associazione • I risultati soddisfano almeno alcuni “criteri diagnostici di causalità”? • È chiaro che l’esposizione ha preceduto l’insorgenza dell’esito? • Vi è un gradiente dose-risposta? • Vi è una prova che derivi da una ricerca in cui il trattamento è stato interrotto e poi ripreso? • L’associazione è costante in diverse ricerche? • L’associazione ha senso da un punto di vista biologico? 53 08/10/2014 Rilevanza clinica: i risultati sono importanti? Misure di associazione negli studi osservazionali analitici • Quali sono l’entità e la precisione dell’associazione tra l’esposizione e l’esito? • Per definire questo parametro occorre considerare. • le misure di associazione: RR o OR. • Gli intervalli di confidenza (stretti e lontani da 1). • Il valore di p (<0,05 o < 0,01). • Il NNH 08/10/2014 55 Misure di associazione Hazard Risk • Mentre negli studi prospettici è possibile calcolare • A volte negli studi di coorte il calcolo della misura di associazione avviene attraverso l’Hazard Risk. Questo è analogo al Relative Risk, ma a sua differenza, viene calcolato da rapporto dei tassi di incidenza, anziché delle incidenze cumulative. • L’Hazard Risk, quindi, viene calcolato se si conosce quanto tempo, ogni paziente, è rimasto all’interno dello studio (nel calcolo dei rischi, al denominatore non ci saranno gli esposti, ma il tempo-persona). l’incidenza dell’evento negli esposti e nei non esposti, nei casi controllo, in cui si parte dagli esiti, si può ricavare unicamente l’Odds Ratio, che indica la probabilità che l’agente eziologico/fattore prognostico sia presente nel gruppo dei casi rispetto alla probabilità che esso sia presente nei controlli. Esposti a/c OR = b/d 57 Non esposti Esito sì a c TOTALE ESITO Sì Esito no b d TOTALE ESITO08/10/2014 NO Esempio – Graves N, et al. Factors associated with health carecare-acquired urinary tract infection. Am J Infect Control. 2007 Aug;35(6):387Aug;35(6):387-92. Il genere maschile aumenta il rischio di insorgenza di infezioni urinarie? 59 Dall’analisi di questi dati emersi durante l’osservazione della coorte è possibile calcolare il rischio di malattia tra i soggetti esposti ed i non esposti, mediante: Rischio relativo (RR) Hazard risk (HR) Riduzione assoluta del rischio (ARR) Number Needed to Harm (NNH) Odds Ratio (OR) Esempio – Pisani MA, Murphy TE, Van Ness PH, Araujo KL, Inouye SK. Characteristics associated with delirium in older patients in a medical intensive care unit. Arch Intern Med. 2007 Aug 1313-27;167(15):162927;167(15):1629-34. La presenza di ipoacusia aumenta il rischio di insorgenza di delirio nel paziente ricoverato in terapia intensiva? 08/10/2014 60 08/10/2014 Esempio – Pisani MA, Murphy TE, Van Ness PH, Araujo KL, Inouye SK. Characteristics associated with delirium in older patients in a medical intensive care unit. Arch Intern Med. 2007 Aug 1313-27;167(15):162927;167(15):1629-34. Significati del RR (e dell’ dell’HR) • Se l’esposizione protegge rispetto l’insorgenza del danno RR<1 • Se favorisce l’insorgenza del danno RR>1 • Se non produce effetti RR=1 La presenza depressione aumenta il rischio di insorgenza di delirio nel paziente ricoverato in terapia intensiva? 61 08/10/2014 08/10/2014 62 Significati dell’ dell’OR Valutazione della precisione dei risultati e della significatività significatività statistica • Se l’esposizione protegge rispetto • Oltre alla valutazione del valore assunto delle l’insorgenza del danno OR<1 • Se favorisce l’insorgenza del danno OR>1 • Se non produce effetti OR=1 misure di associazione, dovremo verificare altri 2 parametri: • La sua precisione nell’ampiezza dell’intervallo di confidenza • La sua significatività statistica con il valore di p 08/10/2014 63 Esempio - VASSALLO M, et al. Characteristics of early fallers on elderly patient rehabilitation wards. Age and Ageing 2003; 32: 338– 338–342 Esempio - VASSALLO M, et al. Characteristics of early fallers on elderly patient rehabilitation wards. Age and Ageing 2003; 32: 338– 338–342 • Le precedenti cadute aumentano il rischio di successivi episodi di caduta? 08/10/2014 64 • L’uso di sedativi aumenta il rischio di cadute? P = 0,0009 P = 0,16 65 08/10/2014 66 08/10/2014 Definizione dell’ dell’associazione mediante un altro parametro: NNH Come si calcola • Similmente al NNT, l’NNH esprime in modo • Se abbiamo a disposizione i dati individuiamo diretto e clinicamente significativo la misura dell’associazione, definendo quante persone devono essere esposte al fattore di rischio perché una vada in contro alla condizione. 67 08/10/2014 l’NNH in questo modo: Esito sì Esito no Esposti a b Non esposti c d TOTALE ESITO Sì TOTALE ESITO NO Totale esposti Totale non esposti 1 1 NNH = ----------- = ---------------ARI EER - CER 08/10/2014 68 Validità Validità esterna • Questa prova, valida e importante, può essere applicata al nostro paziente? I • l nostro paziente è così diverso da quelli dello studio da rendere inapplicabili i risultati? • Qual è il rischio del nostro paziente di presentare l’evento indesiderato? • Quali sono le preferenze, le preoccupazioni, le aspettative del nostro paziente rispetto al trattamento? • Quali trattamenti sono disponibili? 6 9 08/10/2014 08/10/2014 70 Studi sulla prognosi • • • 72 Gli studi prognostici presentano il decorso clinico di un gruppo di pazienti omogeneo, al fine di identificare quale sia il decorso di una patologia e quali siano i fattori più ricorrenti nei pazienti con prognosi positiva o negativa. Il loro obiettivo è determinare la probabilità di specifici outcome in presenza di diverse combinazioni di fattori prognostici. Le variabili che spiegano il diverso decorso della patologia, vengono chiamate FATTORI PROGNOSTICI. 08/10/2014 Quali disegni si prestano per lo studio della prognosi? Fattore prognostico ≠ Agente eziologico ??? • • L’agente eziologico è responsabile dell’insorgenza della patologia. Viene studiato singolarmente in una popolazione libera da patologia. Generalmente è un agente ESOGENO. Il fattore prognostico condiziona l’andamento di una patologia. Generalmente è un fattore ENDOGENO che viene studiato insieme ad altri fattori prognostici in una popolazione già malata. 08/10/2014 73 74 Studi di coorte Studio di coorte (prognostico) Inception cohort Variabili prognostiche 08/10/2014 Prognostici Outcomes Follow-up Critical appraisal Prima di leggere uno studio I parametri da verificare anche negli studi sulla prognosi sono: • La validità interna (per escludere bias). • La consistenza dei risultati. • La validità esterna (applicabilità ai pazienti). • Lo studio si basa su una domanda di ricerca chiaramente formulata? Una domanda di ricerca è chiaramente formulata se sono indicati la popolazione studiata, l’esposizione studiata, i risultati considerati: dall’abstract riuscite a ricostruire il pico? • 77 08/10/2014 78 08/10/2014 Bias negli studi di coorte sulla prognosi Prima di leggere uno studio2 • 2. Gli autori hanno utilizzato il disegno di studio adeguato? • Gli elementi che dobbiamo verificare in uno studio sulla prognosi, che potrebbero compromettere i suoi risultati sono: • • • • 08/10/2014 79 Selection bias negli studi di coorte sulla prognosi Si trattava di un campione di pazienti definito e rappresentativo, assemblato in un momento usuale del decorso della malattia (solitamente in uno stadio precoce)? • simili per condizione, patologia e stadio della patologia. I pazienti reclutati devono essere rappresentativi della popolazione in studio. • Gli autori devono descrivere e specificare i criteri applicati per stabilire che il paziente ha la condizione di interesse. 08/10/2014 • 08/10/2014 2. Durata e lunghezza del follow up I pazienti reclutati devono essere tutti allo stesso stadio della patologia. • Inoltre devono essere stati reclutati pazienti che siano omogenei rispetto ai fattori prognostici. • 08/10/2014 Ciò perché la selezione scorretta del campione può portare a sovrastimare o sottostimare il decorso della condizione. 82 Il campione è sufficientemente omogeneo rispetto ai fattori prognostici? 83 I soggetti inclusi nello studio devono: • Essere sostanzialmente • 81 08/10/2014 80 1. Verifica la presenza di selection bias: • Selection bias Follow up Information bias Fattori prognostici altri • Il follow-up dei pazienti è stato sufficientemente lungo e completo? • 84 Il follow up negli studi prognostici deve essere sufficientemente prolungato e completo, per poter analizzare il reale decorso della patologia. 08/10/2014 2. Durata e lunghezza del follow up • Il follow up deve essere sufficientemente prolungato per poter analizzare il reale decorso della patologia. • Per esempio, per determinare il rischio di invalidità gravi nei pazienti con l’artrite reumatoide, un periodo di follow-up di 10 anni condurrebbe a risultati più significativi, rispetto ad un periodo di 6 mesi. Invece, la gravità di un infezione causata dalla puntura di un insetto tropicale, sarà evidente entro pochi giorni. 08/10/2014 86 Attrition bias negli studi prognostici– prognostici– completezza Follow up negli studi prognostici– completezza Il follow up negli studi prognostici deve essere il più completo possibile. • Se non sappiamo cosa è successo a coloro che si sono ritirati, formulando le conclusioni solo sui soggetti rimasti, si rischia di sovra o sottostimare il decorso della patologia. • • 87 08/10/2014 Gli autori dello studio devono considerare tutti i pazienti inclusi nel campione originario e fornire informazioni sulle caratteristiche dei pazienti che sono stati perduti al follow-up e del perché hanno abbandonato lo studio. La soglia accettabile dei persi al follow up dipende dal numero di esiti che si sono verificati. Se l’incidenza degli esiti è bassa, un numero di persi al follow up anche inferiore al 20%, può modificare completamente l’interpretazione dei risultati. 08/10/2014 88 3. Verifica la presenza di information bias • In uno studio prognostico entrano 100 pazienti, • 4 muoiono a 1 anno e 16 sono persi al follow up. • Considerando 4 decessi su 84 pazienti, la mortalità a un anno sarebbe 4/84=4,8%. • Se i persi al follow up fossero tutti vivi la mortalità a un anno sarebbe 4/100=4%. • Se fossero deceduti anche i 16 persi al follow up la mortalità ad un anno sarebbe 20/100=20%. 90 Gli esiti sono stati rilevati in modo oggettivo e con metodi capaci di minimizzare i bias? 08/10/2014 Information bias • Information bias Si verificano quando le informazioni sono influenzate dal pregiudizio di chi le rileva. Qualità di vita • • • Stato funzionale Esito infausto Esito positivo morte guarigione 91 Dolore residuo • 08/10/2014 4. Valuta l’l’influenza dei diversi fattori di prognostici • Se sono stati identificati sottogruppi di pazienti Per minimizzare la possibilità di bias vi sono due accorgimenti: • Gli esiti sono determinati attraverso una valutazione soggettiva. Il rilevatore conosce l’esposizione ai fattori prognostici dell’individuo e sposta la sua valutazione di conseguenza. 92 Invalidità Information bias • Esso può accadere per due motivi: con prognosi differenti, vi è stata una correzione statistica per tener conto dei fattori prognostici importati? Uso di misure oggettive. Cecità dei rilevatori. È particolarmente importante che coloro che valutano degli esiti più soggettivi ignorino gli indicatori prognostici dei pazienti o che vengano utilizzati dei questionari a cui rispondono i pazienti autonomamente. La “cecità” dei valutatori dell’esito può non essere necessaria quando gli esiti sono oggettivi o inequivocabili (cioè la morte). 08/10/2014 93 L’influenza dei fattori prognostici altri • Un esempio Camfield e al. Hanno seguito una coorte iniziale di 692 bambini con l’epilessia, fino a 22 anni, per identificare i fattori associati a tutte le cause di mortalità. • L’indice di mortalità è stato del 6% dopo 20 anni dalle prime manifestazioni, rispetto ad un indice dello 0,88% nella popolazione generale. • Inizialmente le analisi sembravano indicare che i bambini che avevano avuto gli esordi alla nascita e quelli che avevano un’epilessia generalizzata secondaria avevano maggiori probabilità di morire dopo 20 anni. • Tuttavia, queste differenze sono sparite quando le analisi sono state modificate rispetto alla presenza di gravi disordini neurologici. La presenza di fattori prognostici non identificati può incidere pesantemente sugli esiti. Se essi non sono considerati possono far completamente travisare i risultati dello studio. Fattore prognostico studiato • Esito Altro fattore prognostico 95 08/10/2014 08/10/2014 94 96 08/10/2014 L’influenza dei fattori prognostici altri Un esempio Cioè, i bambini con epilessia, che avevano gravi deficit neurologici, avevano un sostanziale incremento del rischio di morte, dopo 20 anni (un aumento del 210%), rispetto alla popolazione generale, ed invece i bambini con epilessia, che non avevano deficit neurologici, avevano un rischio di morte simile a quello della popolazione generale. • L’esordio alla nascita e la tipologia di epilessia non erano associate con indici differenti di mortalità. • Senza l’inclusione dei “disordini neurologici” come fattore prognostico nell’analisi, si sarebbe potuto presumere, erroneamente, che i bambini che sviluppano l’epilessia alla nascita e quelli che hanno un epilessia secondaria generalizzata abbiano un rischio aumentato di mortalità. • 08/10/2014 97 • 08/10/2014 • Per questo motivo, per evitare di studiare dei fattori prognostici fittizi, è opportuno che i ricercatori, prima di eseguire il loro studio, ne abbiano individuato una conferma, all’intero in uno studio condotto in un secondo gruppo indipendente, chiamato “gruppo di verifica” o “test set” o “validation set”. 08/10/2014 100 Definizione della rilevanza clinica Stimare i risultati dello studio I risultati dello studio sono importanti? • • Quanto sono probabili gli esiti a distanza di tempo? • • • Valutare le percentuali di sopravvivenza, la sopravvivenza mediana, le curve di sopravvivenza o il RR o l’OR. • Quanto sono precise le valutazioni prognostiche? • 101 L’influenza dei fattori di prognostici Il riscontro dell’influenza di un particolare fattore prognostico può essere del tutto casuale e dipendere dalla elaborazione statistica (es. lato della via nel quale abita il paziente o segno zodiacale). Occorre invece, che esso abbia il proprio razionale in base a motivazioni fisiopatologiche. 99 08/10/2014 98 La sussistenza dei fattori prognostici studiati • Per evitare questo tipo di abbagli, occorre che i ricercatori abbiano identificato differenti gruppi di pazienti, sulla base di questi fattori prognostici, e modificato le analisi rispetto a loro, mediante, ad esempio, la stratificazione o la analisi multivariata. Valutare gli intervalli di confidenza (stretti e lontani da 1). 08/10/2014 • 102 All’interno di uno studio sulla prognosi, gli effetti dei fattori prognostici e degli esiti ad essi connessi possono essere riportati nei seguenti modi: Percentuale di sopravvivenza ad un dato momento (tassi di sopravvivenza a 1 o 5 anni), Sopravvivenza mediana (il momento del follow up in cui è deceduto il 50% dei pazienti), Curve di sopravvivenza (o di Kaplan Meier), che descrivono la proporzione del campione (in %) che non ha riportato esiti specifici. 08/10/2014 10 3 08/10/2014 10 4 Stimare i risultati dello studio • • Interpretazione di RR o OR Altre volte i risultati sono presentati sotto forma di rischio relativo (indicato talvolta come Hazard risk – HR) o come Odds ratio. In questo caso la misura del “pericolo” viene calcolata confrontando i rischi o le probabilità di evento negativo tra il gruppo studiato, che presenta il fattore prognostico, ed un altro gruppo di controllo che presenta lo stesso esito (end point), senza avere però il fattore prognostico studiato. 08/10/2014 105 • • 107 LA PRECISIONE (IC) LA SIGNIFICATIVITA’ STATISTICA (P) 08/10/2014 106 I pazienti studiati sono simili al nostro? Quando rispondiamo alla prima domanda non dobbiamo verificare che il nostro paziente possieda i criteri di inclusione allo studio. Ciò che dobbiamo chiederci è: • I pazienti dello studio sono così diversi dai nostri da non permetterci di utilizzare i risultati dello studio per fare previsioni riguardanti i nostri pazienti? 1. Possiamo applicare questa prova, valida e importante, ai nostri pazienti? • Oltre alla valutazione del risultato occorre verificare: • Validità Validità esterna • 08/10/2014 • I pazienti studiati sono simili al nostro? La modalità con cui è stata gestita la condizione clinica è simile a quella con cui assistiamo i nostri pazienti? 08/10/2014 108 08/10/2014 2. Possiamo applicare questa prova, valida e importante, ai nostri pazienti? • • 109 Questa prova avrà un impatto clinicamente rilevante sulle nostre conclusioni riguardanti cosa offrire o dire al nostro paziente? Le prove valide possono essere utili per fornire ai pazienti e alle loro famiglie le informazioni che desiderano sul loro più probabile futuro, anche se non riguardano scelte drastiche, come trattamento vs non trattamento. 08/10/2014
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