PAT 2014 COMUNE DI VIDOR Piano di Assetto del Territorio LR 11/2004 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA Elab. 45 - Allegato 05 - Sintesi non Tecnica Data 18.03.2014 Versione 4.0 Data Adozione Valutazione Tecnica Provinciale Conferenza dei Servizi Il Sindaco Albino Cordiali Il Resp. Settore Lavori Pubblici e Ambiente Alberto Foltran Progettisti Urbanista Raffaele Gerometta Urbanista Daniele Rallo Contributi specialistici Agr. Gino Bolzonello Dott. Sc. For. Mauro D'Ambroso Dott. Sc. Amb.Mario Innocente Geol. Eros Tomio Ing. Lino Pollastri Gruppo di lavoro: Arch. Sergio Vendrame Arch. Emanuela Barro Urb. Fabio Roman Dott. Sc. For. Giovanni Trentanovi Urb. Valeria Polizzi Q.C. e Cartografia: Urb. Lisa De Gasper Urb. Laura Gatto Gruppo di Valutazione Valutatore Ambientale Ing. Elettra Lowenthal Contributi specialistici Ing. Chiara Luciani Dott. Sc. Amb. Lucia Foltran INDICE 1. Che cos’è il PAT?...........................................................................................................4 2. Che cos’è la VAS?........................................................................................................ 5 3. Quali sono le caratteristiche ambientali del territorio di Vidor?.................................................................................................................................. 7 4. Cosa si intende per sostenibilità ambientale?.................................................................................................................... 12 5. Quali trasformazioni del territorio urbano sono individuate dal PAT? ........................................................................................................................................... 13 6. Come la VAS indirizza il PAT di Vidor verso la sostenibilità ambientale? ……………………………………………………………………………….…………………….18 7. Come la VAS permette la partecipazione dei cittadini al processo decisionale che porta alla formazione del nuovo piano?............................................................. 20 8. Come si verifica nel tempo il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale indicati dalla VAS?.................................................................................................................................. 21 H:\clie\VIDO1206\Produzione\Word\04_VAS\Sintesi_non_tecnica_2014_03_17.doc 1 H:\clie\VIDO1206\Produzione\Word\04_VAS\Sintesi_non_tecnica_2014_03_17.doc 2 Premessa La sintesi non tecnica è il documento divulgativo dei contenuti del Rapporto Ambientale; il suo obiettivo è di rendere più facilmente comprensibile, anche ad un pubblico di non addetti ai lavori, il processo di valutazione ambientale strategica. È, inoltre, un documento che deve poter essere letto in modo autonomo dal corpo del Rapporto Ambientale, decisamente più “pesante” e quindi di lettura più impegnativa. Per la divulgazione dei contenuti del Piano e del relativo Rapporto ambientale, questo documento è stato strutturato con una serie di risposte, semplici e sintetiche, a domande chiave che sono state ritenute pertinenti. I quesiti, a cui sono state date le risposte contenute in questa Sintesi non tecnica sono: 1. Che cos’è il PAT? 2. Che cos’è la VAS? 3. Com’è strutturato il Rapporto Ambientale del PAT? 4. Quali sono le caratteristiche ambientali del territorio di Vidor? 5. Cosa si intende per sostenibilità ambientale? 6. Come la VAS indirizza il PAT di Vidor verso la sostenibilità ambientale? 7. Come la VAS permette la partecipazione dei cittadini al processo decisionale che porta alla formazione del nuovo piano? 8. Come si verifica nel tempo il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale indicati dalla VAS? H:\clie\VIDO1206\Produzione\Word\04_VAS\Sintesi_non_tecnica_2014_03_17.doc 3 1. Che cos’è il PAT? Il PAT (Piano di Assetto del Territorio) è lo strumento di pianificazione comunale che, per la legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 “Norme per il governo del territorio”, insieme al Piano degli Interventi (PI) ha sostituito il Piano Regolatore Generale. Il “vecchio” piano regolatore comunale è stato quindi sdoppiato dalla legge regionale in due strumenti urbanistici distinti che insieme definiscono l’assetto e la disciplina del territorio comunale, il PAT e il PI, che hanno contenuti e finalità differenti: il PAT rappresenta un “piano strategico” in cui vengono individuate le macro-scelte in riferimento ai temi della progettazione: il sistema ambientale, il sistema della residenza e dei servizi ai cittadini, il sistema delle infrastrutture e della produzione. I temi vengono sviluppati da una parte in coerenza con le direttive dei piani gerarchicamente sovra-ordinati e dall’altra dettando prescrizioni e direttive rivolte al successivo livello programmatorio del Piano operativo (Piano degli Interventi). Il PAT è costruito su una base cartografica in scala al 1:10.000 con una legenda ad ideogrammi e pittogrammi. Il PI invece è un piano di dettaglio costruito su una base in scala al 1:2000. Il PAT non contiene la zonizzazione del territorio (distinzione in zone A, B, C, D, etc.) che viene invece affidata al Piano degli Interventi e non individua diritti edificatori sulle singole aree: nel PAT vengono solo stabiliti limiti quantitativi di nuova trasformazione del territorio individuati per singolo Ambito Territoriale Omogeneo. La nuova legge urbanistica regionale - L.R. n. 11/2004 - fissa gli obiettivi (art. n. 2) che devono essere perseguiti per un corretto governo del territorio. Essi devono mirare al raggiungimento delle seguenti finalità: la promozione e la realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole; la tutela delle identità storico-culturali e della qualità degli insediamenti; la salvaguardia e la valorizzazione dei centri storici, del paesaggio rurale e delle aree naturalistiche; la difesa dai rischi idrogeologici; il coordinamento con le politiche di sviluppo di scala nazionale ed europea. H:\clie\VIDO1206\Produzione\Word\04_VAS\Sintesi_non_tecnica_2014_03_17.doc 4 2. Che cos’è la VAS? "La valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente naturale” è stata introdotta nella Comunità europea dalla Direttiva 2001/42/CE, detta Direttiva VAS, entrata in vigore il 21 luglio 2001. Tale valutazione, che prende il nome di Valutazione Ambientale Strategica, rappresenta un importante contributo all’attuazione delle strategie comunitarie per lo sviluppo sostenibile rendendo operativa l’integrazione della dimensione ambientale nei processi decisionali strategici. A livello nazionale la Direttiva 2001/42/CE è stata recepita con la parte seconda del D.lgs. 3 aprile 2006, modificata e integrata dal D.Lgs. 16 gennaio 2008 n. 4 e dal D. Lgs. 29 giugno 2010 n. 128. La valutazione ambientale di piani e programmi che possono avere un impatto significativo sull’ambiente, secondo quanto stabilito nell’art. 4 del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i., “ha la finalità di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione, dell’adozione e approvazione di detti piani e programmi assicurando che siano coerenti e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile”. L’autorità procedente, ovvero la pubblica amministrazione che elabora il piano o il programma, contestualmente al processo di formazione del piano o programma, ha l’obbligo di avviare la valutazione ambientale strategica che comprende: ▪ l’elaborazione del rapporto ambientale; ▪ lo svolgimento di consultazioni; ▪ la valutazione del rapporto ambientale e degli esiti delle consultazioni; ▪ la decisione; ▪ l’informazione della decisione; ▪ il monitoraggio. Il Rapporto Ambientale contiene la descrizione degli impatti significativi sull’ambiente che deriverebbero dall’attuazione del Piano, oltre che delle misure individuate al fine di mitigare, compensare e ridurre tali impatti. Il Rapporto Ambientale dà inoltre conto del processo di consultazione e partecipazione evidenziando i contributi pervenuti e il modo in cui gli stessi sono stati presi in considerazione nel processo di elaborazione del Piano. La partecipazione sociale risulta essere una delle tematiche che la Valutazione Ambientale Strategica ha il compito di promuovere nella formazione dei Piano e dei Programmi. Le disposizioni della Direttiva 2001/42/CE in merito alla consultazione obbligano gli stati membri a concedere a determinate autorità e membri del pubblico l’opportunità di esprimere la propria opinione sul Rapporto Ambientale e sulla Proposta di Piano o Programma. Uno dei motivi della consultazione è anche quello di contribuire alla qualità delle informazioni a disposizione: chi meglio di chi abita e fruisce del territorio può infatti conoscerne le problematiche e i punti di forza o di particolare valenza che è importante H:\clie\VIDO1206\Produzione\Word\04_VAS\Sintesi_non_tecnica_2014_03_17.doc 5 considerare per elaborare un Piano davvero rispondente ai bisogni del luogo e dei suoi abitanti? Inoltre, i risultati della consultazione devono essere presi in considerazione quando si prende la decisione. La consultazione è quindi una parte inscindibile della valutazione. La Valutazione Ambientale Strategica prosegue poi, nel corso dell’attuazione del Piano o Programma, attraverso il monitoraggio, che permette il controllo degli effetti ambientali significativi connessi con l’attuazione del piano/programma. Il monitoraggio rappresenta lo strumento attraverso il quale la Pubblica Amministrazione può verificare con cadenza periodica la coerenza tra le azioni realizzate in attuazione delle scelte di Piano e gli obiettivi di sostenibilità ambientale che ci si è posti in fase di redazione. Il monitoraggio trova attuazione nella misurazione periodica di indicatori appositamente selezionati e nell’attività di reporting, da effettuarsi periodicamente, che ha la funzione di conservare la memoria del piano. E’ bene infine ricordare che la Valutazione Ambientale Strategica non ha funzione decisionale, bensì funzione di orientamento del Piano verso criteri di sostenibilità ambientale. E’ quindi di primaria importanza che il Rapporto Ambientale, ed in particolare la Sintesi non Tecnica, riportino una rappresentazione chiara e facilmente leggibile delle problematiche ambientali presenti e degli effetti ambientali che deriverebbero dall’attuazione dei diversi scenari alternativi, in modo da permettere ai decisori (Amministrazione Comunale e popolazione), in accordo anche con gli Enti interessati e con i Soggetti Competenti in materia ambientale, di decidere quali strategie attuare sul territorio, tenuto conto delle questioni ambientali. H:\clie\VIDO1206\Produzione\Word\04_VAS\Sintesi_non_tecnica_2014_03_17.doc 6 3. Quali sono le caratteristiche ambientali del territorio di Vidor? Vidor si estende sulla sinistra idrografica del fiume Piave a 152 m s.l.m. Il territorio comunale, che occupa una superficie di 13,5 kmq, è compreso tra il greto del fiume Piave e la dorsale collinare. Sono frazione del Comune Colbertaldo e Bosco. Il Comune si è storicamente sviluppato lungo la dorsale pedecollinare trevigiana che connette diversi centri di rilievo presenti sul territorio quali Conegliano, Valdobbiadene, Pederobba e Montebelluna. La forma dell’insediamento è quindi principalmente dettata dalla morfologia del territorio, laddove il sistema collinare costituisce un limite all’insediamento di pianura. In questo contesto territoriale il sistema collinare fa da quinta paesaggistica dell’ambito urbanizzato, posto lungo la viabilità principale est-ovest, entro cui si collocano una serie di direttrici e centri minori, prevalentemente sorti in modo lineare lungo questi assi di collegamento locale. Nell’ambito comunale si riconosce la persistenza della matrice storica dell’insediamento, che ha costituito il supporto per il suo futuro sviluppo soprattutto abitativo: il ruolo polarizzatore e catalizzatore svolto dai centri storici (anche per le frazioni e per le località minori) è testimoniato dalla chiara persistenza dei caratteri morfologici originari, soprattutto edilizi e di impianto urbanistico, riconoscibile nel centro del capoluogo come anche nei borghi e nuclei storici minori. La struttura urbana trae quindi origine e riferimento nei centri storici e si articola lungo gli assi stradali preesistenti e nei suoi spazi di interstizio infrastrutturale. La struttura insediativa comunale mette inoltre in luce situazioni di edificazione sparsa o discontinua, caratteristiche della città diffusa veneta. Inquadramento territoriale – Estratto dalla “Cartografia artistica del suolo trevigiano” H:\clie\VIDO1206\Produzione\Word\04_VAS\Sintesi_non_tecnica_2014_03_17.doc 7 Oltre alla presenza di centri storici occorre evidenziare il ricco patrimonio storicoarchitettonico rappresentato in particolare dai contesti storico religiosi dell’Abbazia di Santa Bona, della chiesa arcipretale di Vidor, della chiesa parrocchiale di Sant’Andrea, dalla chiesa monumento ai caduti, oltre che da ambiti diversi quali il parco della tenuta del conte Vergerio. Trattandosi di elementi tutelati la tendenza è valutata costante e per il decennio di attuazione del PAT non si ipotizzano variazioni nello stato attuale. La maglia infrastrutturale della viabilità esistente è rappresentata da: - l’asse storico della SP 34; - l’asse della SP 32 che entra nel settore settentrionale comunale; - il reticolo viabilistico di distribuzione locale. Il traffico, che attraversa anche i centri abitati, crea sensibili problemi di inquinamento atmosferico e acustico. In particolare il tracciato della SP 32 attraversa il centro urbano creando problemi anche legati alla sicurezza. Anche la SP 34 presenta alcune problematicità: nonostante sia un tracciato nuovo e quindi adeguato a smaltire i flussi di traffico, in corrispondenza del territorio comunale esso presenta una strettoia “a collo di bottiglia”. Dai dati resi disponibili da ARPAV (relativi all’anno 2000) si rilevano condizioni di criticità acustica in relazione al tracciato della SP 34 “Sinistra Piave”, in particolare per i valori diurni. In considerazione delle ipotesi viabilistiche di livello sovraordinato che interessano il territorio comunale, ed in particolare alla nuova viabilità individuata dalla Provincia di Treviso all’interno del Piano Strategico provinciale e successivamente confermata all’interno del più recente PTCP approvato, si osserva che tale criticità nel tempo potrebbe subire una diminuzione, con la trasposizione di una quota parte dei volumi di traffico (soprattutto pesanti) che attualmente interessano la SP 34 sulla nuova arteria di progetto Il territorio è caratterizzato dalla presenza del fiume Piave che segna il confine meridionale dello stesso, dal corso del torrente Teva che lambisce il confine comunale a nord-ovest e dal torrente Rospèr che interessa la porzione settentrionale del territorio comunale. Lo stato qualitativo dei corpi idrici superficiali è stato valutato sulla base delle informazioni rese disponibili da ARPAV. I dati qualitativi a disposizione mostrano buone condizioni delle acque del fiume Piave mentre segnali di compromissione e di inquinamento si riconoscono per gli affluenti, con particolare riferimento al torrente Teva monitorato a Valdobbiadene e al Torrente Rosper monitorato a Moriago della Battaglia. L’ambito comunale in esame ricade all’interno del Bacino denominato “Quartier del Piave” che comprende l’area pedemontana tra la sinistra idrografica del Fiume Piave e la destra idrografica del torrente Lierza prima e del fiume Soligo poi e che risulta essere un bacino idrogeologico specifico, distinto dagli altri presenti nell’alta pianura trevigiana. In questa porzione di territorio è presente una falda freatica poco profonda, contenuta in una successione di materiali alluvionali ghiaiosi superficiali di età quaternaria, alternati ad orizzonti limoso-argillosi e conglomeratici talora sub-affioranti, in interconnessione diretta, tale da determinare una serie di falde sospese. L’alimentazione del complesso sistema idrogeologico è assicurata principalmente dalle precipitazioni (media annua di circa 1.400 mm), dai deflussi provenienti dai rilievi montuosi e dalle dispersioni dei H:\clie\VIDO1206\Produzione\Word\04_VAS\Sintesi_non_tecnica_2014_03_17.doc 8 corsi d’acqua presenti (fiume Piave, fiume Soligo e torrente Lierza). Anche i dati a disposizione relativamente allo stato qualitativo delle acque sotterranee individuano segnali di compromissione e inquinamento a carico delle acque sotterranee, in particolare riconoscibili per il pozzo di campionamento interno al territorio comunale di Moriago della Battaglia n. 745 per il quale lo stato chimico puntuale per il 2010 è stato classificato “scadente” in considerazione dell’alto tenore di Nitrati e della presenza di Triclorometano ed Erbicidi. Tutta la zona del Quartier del Piave è intensamente coltivata, principalmente a seminativi e a vite. La presenza di nitrati è quindi senz’altro da mettere in relazione con l’uso intensivo del suolo. La presenza di COV (Triclorometano) nelle acque sotterranee è compatibile con la vicinanza di un’area industriale di discrete dimensioni. In base alla classificazione della vulnerabilità della falda idrica sotterranea effettuata nell’ambito del PATI “Quartier del PATI” il territorio comunale di Vidor presenta ambiti caratterizzati da un grado di vulnerabilità da molto elevato ad alto corrispondenti alle zone golenali del Piave e alla zona di pianura. Sul territorio comunale sono presenti pozzi di prelievo sfruttati ad uso acquedottistico. La risorsa idrica sotterranea emerge inoltre spontaneamente in superficie in diversi punti del territorio: sono infatti presenti sorgenti nella porzione collinare e risorgive nell’area interna ai Palù. Al fine di evitare la dispersione sul suolo e la conseguente contaminazione delle risorse idriche risulta di particolare importanza il controllo e la corretta gestione delle attività antropiche. Rete idrografica principale del Comune di Vidor Sul territorio comunale si distinguono differenti ambiti di paesaggio che derivano sia dalla diversità di usi e funzioni insediatesi sul territorio (aree urbanizzate, aree agricole, etc.) sia alle diverse caratteristiche geo-morfologiche riconoscibili sul H:\clie\VIDO1206\Produzione\Word\04_VAS\Sintesi_non_tecnica_2014_03_17.doc 9 territorio. Il paesaggio collinare si presenta di elevato pregio paesaggistico, per buona parte coperto da boschi eccetto che nelle aree dove l’esposizione dei versanti verso sud rende possibile la coltivazione dei vigneti. La tipica sistemazione a girapoggio e a fascia – poggio delle coltivazioni accresce il pregio paesaggistico del territorio collinare. Nella fascia pedecollinare sono ancora presenti vigneti con sistemazioni a girapoggio e fascia poggio e diventa più consistente, rispetto al territorio collinare, la presenza di edificato. Di sicuro interesse paesaggistico risulta l’ambito dei Palù dove si riscontra il cosiddetto “paesaggio dei campi chiusi” legato alle operazioni di bonifica operate nell’area dai benedettini. Il pregio paesaggistico e storico testimoniale dell’ambito dei Palù si somma alla valenza ecologico-ambientale determinata dalla presenza di vegetazione (fitto sistema di siepi campestri che accresce in modo rilevante il potenziale biotico dell’area, connesso con la presenza di sistemi di ecotono e con la costante dotazione idrica). Altro paesaggio di sicuro pregio rinvenibile sul territorio è quello determinato dalla presenza del Piave, delimitato verso nord dal terrazzo fluviale che costituisce elemento di demarcazione del paessaggio. L’ambito è interessato da una buona presenza di vegetazione naturale a macchia boscata, con flora ripariale associata a “spazi di grava”. Di minore interesse dal punto di vista paesaggistico risultano il paesaggio della pianura aperta, in quanto pur presentando una buona integrità e profondità degli spazi, si ha una dominanza di colture a seminativo e una scarsa presenza di elementi vegetazionali diversificatori del paesaggio agrario. Il Paesaggio della pianura insediata comprende areee agricole interposti tra le areee urbanizzate o ad essi molto prossimi. Si rileva anche in queste aree la presenza di seminativi e di una scarsa connettività legata alla limitatezza di elementi di connessione quali siepi e filari. Infine il paesaggio urbano occupa le porzioni di territorio urbanizzate; all’interno di questo si rileva la presenza di tessuti continui e frange di espansione in fase di progressiva separazione tra i due centri. Sono state indagate anche la sensibilità paesistico-ambientale considerando i seguenti fattori: dotazione di copertura arborea; articolazione della vegetazione (connessioni); dotazione di acqua; presenza di edificazione; presenza di infrastrutture viarie rilevanti; presenza di complessi edilizi impattanti. L’analisi ha permesso di rilevare la presenza di aree dotate di elevata sensibilità paesistico-ambientale in particolare corrispondenti all’ambito dei Palù, a quello del Piave e a quota parte del territorio collinare; gran parte del territorio di pianura è risultato invece a media sensibilità paesistica – ambientale. Infine in relazione al fenomeno dello sprawl urbano, legato alla presenza di edificazione sparsa, si rileva come sul territorio comunale sia presente una porzione estesa di territorio pianeggiante posta a nord e ad est delle aree urbanizzate che risulta pressocchè libera dal fenomeno indagato; tale area tuttavia presenta una limitata estensione al di fuori del territorio comunale risultando delimiatata dalle aree urbanizzate presenti nel limitrofo comune di Moriagio della Battaglia. Alla semplificazione e riduzione quantitativa della vegetazione si è sommata anche una trasformazione in termini qualitativi. L’opera e le modalità di manutenzione, nonché gli usi a cui erano asservite le fasce arboree nelle aziende agricole hanno determinato la progressiva sostituzione di alcune specie a vantaggio di altre, maggiormente produttive e veloci nella crescita. Successivamente, l’abbandono dell’interesse per l’attività agricola, che non ha H:\clie\VIDO1206\Produzione\Word\04_VAS\Sintesi_non_tecnica_2014_03_17.doc 10 più finalità di sostentamento, hanno generato una sorta di evoluzione naturale della vegetazione arborea residua, quasi sempre con effetti deleteri. Sotto l’aspetto qualitativo e funzionale le formazioni vegetali presenti sono quasi sempre legate agli ambienti arginali dei fossi o ai limiti poderali o di viabilità interna ai fondi. La porzione collinare del Quartier del Piave, si contraddistingue per una buona presenza di vegetazione boschiva che si intermezza agli spazi agricoli, coltivati per lo più a vigneto che, se da un lato contribuiscono alla redditività della zona e costituiscono un pregio paesaggistico del territorio collinare, rappresentano tuttavia anche una criticità in relazione alla qualità dell’aria e dei suoli, compromesse dall’impiego di fertilizzanti. Di particolare interesse per il territorio comunale risulta lo studio epidemiologico condotto dall’ULSS 7 allo scopo di verificare l’incidenza sulla salute umana dei fitofarmaci impiegati in particolare nelle coltivazioni dei vigneti. Essi dimostrano un’incidenza significativa tra i valori del bioindicatore ETU nei bambini e la distanza dell’abitazione dei vigneti. Oltre alle aree boscate, tra le aree di maggior pregio naturalistico presenti sul territorio comunale è senz’altro compresa quella che racchiude il corso del Piave: in tale ambito è presente una ricca varietà di ambienti, legati alla micromorfologia locale, alla pedologia e idrologia del substrato. Vi si rinvengono specifiche aree ognuna delle quali annovera serie di vegetazione specifica. L’ambito comunale di Vidor è interessato dalla presenza di siti appartenenti alla Rete Natura 2000. In particolare comprendono parte del territorio comunale il SIC IT3240030 “Grave del Piave – Fiume Soligo – Fosso di Negrisia” contenente la ZPS IT3240023 “Grave del Piave” e il SIC IT3240015 “Palù del Quartiere del Piave”. Aree appartenenti alla Rete Natura 2000 che interessano il territorio comunale di Vidor H:\clie\VIDO1206\Produzione\Word\04_VAS\Sintesi_non_tecnica_2014_03_17.doc 11 4. Cosa si intende per sostenibilità ambientale? Lo sviluppo sostenibile non deve intendersi come meta da raggiungere, ma piuttosto come un’insieme di condizioni che devono essere rispettate nel governo delle trasformazioni. Di questo insieme di condizioni fa parte significativa l’assunzione di obiettivi espliciti di qualità e di quantità di beni ambientali, calibrati in base al loro mantenimento a lungo termine. Tali obiettivi di mantenimento dei beni ambientali devono essere integrati in tutte le decisioni di trasformazione e sviluppo che traggono origine dal piano. Il concetto di sostenibilità implica tre dimensioni fondamentali: la sostenibilità ambientale, la sostenibilità economica e sociale. La sostenibilità ambientale è quindi solo una delle componenti chiave della sostenibilità. Tale evidenziazione risulta fondamentale in quanto l’aspetto ambientale è quello che in genere ha meno condizionato le decisioni ed i modelli di sviluppo. Le relazioni tra le tre componenti della sostenibilità e la possibilità di integrare i diversi sistemi di obiettivi che fanno a capo a ciascuna componente devono essere al centro delle riflessioni multidisciplinari e politiche, finalizzate a trovare il compromesso tra i diversi estremi. La valutazione della sostenibilità dovrebbe riguardare quindi il grado di conseguimento degli obiettivi di tutte le componenti. È sicuramente da evidenziare che, a tutt’oggi, la considerazione della componente ambientale necessita di recuperare l’evidente ritardo rispetto alle altre componenti. H:\clie\VIDO1206\Produzione\Word\04_VAS\Sintesi_non_tecnica_2014_03_17.doc 12 5. Quali trasformazioni del territorio urbano sono individuate dal PAT? Il PAT suddivide il territorio comunale in Ambiti Territoriali Omogenei sulla base di specifici caratteri insediativi, morfologici e ambientali. La Tavola di Progetto “Carta della trasformabilità” evidenzia la suddivisione del territorio comunale in cinque A.T.O. così articolati: ATO 1 ATO 2 ATO 3 ATO 4 ATO 5 Fiume Piave Ambito costruito Ambito rurale integro Ambito dei Palù del QdP Sistema della collina Suddivisione del territorio comunale per ATO – Estratto alla Tav. 38 – “Carta del dimensionamento di Piano” Il dimensionamento degli A.T.O. è organizzato puntualmente, nel documento “Dimensionamento del Piano”, per ogni singolo Ambito. La suddivisione all’interno delle località, individuate come ATO Ambiti Territoriali Omogenei, è stata proporzionata rispondendo alle direttive del Documento Preliminare, e l’individuazione del perimetro degli ATO è frutto di una lettura sia morfologica, che demograficoinsediativa. Sono stati perciò calibrati degli ATO rispettivamente di natura residenziale, agricola e ambientale. All’interno di ogni ATO il PAT quantifica i mq di nuove superfici trasformabili, distinguendo le aree di espansione insediativa e le aree di riconversione. La Carta della Trasformabilità riporta le azioni strategiche individuate dal PAT ed individua le aree di potenziale trasformazione secondo la simbologia descritta nella tabella di seguito riportata. H:\clie\VIDO1206\Produzione\Word\04_VAS\Sintesi_non_tecnica_2014_03_17.doc 13 Simbolo cartografico Azione strategica Centro storico Aree di urbanizzazione consolidata residenziale Aree di urbanizzazione consolidata produttiva Descrizione Il PAT individua (anche cartograficamente all’interno della Tav. 4 “Carta della Trasformabilità”) le aree di urbanizzazione consolidata, quali ambiti in cui sono sempre possibili interventi di nuova costruzione o di ampliamento di edifici esistenti nel rispetto dei parametri edilizi e delle modalità di intervento previste dai previgenti PRGC. Le aree di urbanizzazione consolidata comprendono gli ambiti territoriali in cui l’esistenza e dotazione delle opere di urbanizzazione primaria consentono l’intervento diretto senza ulteriori prescrizioni e gli ambiti territoriali destinati dal PRGC vigente a zone territoriali omogenee di tipo A, B, C, D ed F. Il P.A.T. fissa le “Linee preferenziali di sviluppo insediativo” rispetto all’urbanizzazione consolidata e alle trasformazioni previste dal P.R.G.C. vigente alla data di adozione del P.A.T.. Le previsioni di sviluppo definite dal PI, in conformità alle indicazioni del P.A.T., dovranno essere giustificate da un’effettiva domanda di nuova residenza che andrà soddisfatta prioritariamente attraverso il recupero dei nuclei esistenti e gli interventi di riqualificazione del tessuto edilizio esistente. Il P.A.T. fissa i limiti fisici alla nuova edificazione con riferimento alla strategia insediativa definita per i singoli sistemi insediativi e per i diversi ambiti funzionali, alle caratteristiche paesaggisticoambientali ed agronomiche ed agli obiettivi di salvaguardia dell’integrità dei luoghi del territorio comunale. Sono individuati nel P.A.T. due tipologie di limiti fisici alla nuova edificazione, così definiti: limiti fisici alla nuova edificazione, legati alle future espansioni del tessuto costruito; limiti fisici alla nuova edificazione legati all’area di atterraggio di crediti edilizi. Il P.I. all’interno dei limiti fisici alla nuova edificazione individuati dal P.A.T. precisa ed articola gli ambiti nei quali è possibile attuare nuovi interventi, distinguendo quelli riservati all’incremento delle attività residenziali e/o produttive e delle attività ad esse connesse, da quelli riservati all’insediamento di attrezzature e servizi a supporto e complemento dei singoli sistemi insediativi e dei diversi ambiti funzionali. Il P.A.T. riconosce gli ambiti di edificazione diffusa, sorti spontaneamente in modo discontinuo lungo un asse stradale ordinatore che garantisce l’accessibilità con presenza anche di nuclei rurali isolati, dotata delle opere di urbanizzazione essenziali ma carente nei sottoservizi e sostanzialmente priva dei servizi collettivi propri delle zone residenziali. Il PAT detta specifiche direttive e prescrizioni per tali aree al fine in particolare di governarne l’evoluzione, nella consapevolezza dei limiti relativamente alle prospettive di sviluppo territoriale, con particolare riferimento al sistema collinare. Il PAT individua i “Contesti territoriali destinati alla realizzazione di programmi complessi” che includono ambiti caratterizzati prevalentemente da insediamenti produttivi, industriali e/o commerciali che possono includere anche la residenza, per i H:\clie\VIDO1206\Produzione\Word\04_VAS\Sintesi_non_tecnica_2014_03_17.doc 14 quali si renda necessario il riordino degli insediamenti esistenti, il cambio delle destinazioni d’uso e il ripristino della qualità ambientale. Il PAT individua le aree di riqualificazione e riconversione che includono ambiti consolidati che presentano caratteri di criticità od obsolescenza dovuti principalmente a processi di dismissione di attività produttive o di progressiva loro incompatibilità con l’evoluzione del contesto urbano e territoriale di riferimento. La riqualificazione si attua con interventi estesi all’intero ambito o a parti di esso attraverso il riordino degli insediamenti esistenti e il riuso di aree dismesse, il miglioramento della qualità urbana mediante una maggiore dotazione di spazi e servizi pubblici. Il P.I. può introdurre nuove “Aree di riqualificazione e riconversione” o modificare i parametri edificatori ed il perimetro di quelle individuate nel P.A.T., senza procedere ad una variante dello stesso P.A.T., la riqualificazione deve essere comunque limitata agli ambiti di urbanizzazione consolidata. Il PAT individua le “Aree idonee per interventi diretti al miglioramento della qualità urbana e territoriale, alla riqualificazione e riconversione o al riordino in zona agricola” che risultano essere ambiti “sperimentali” ove ricercare l’inserimento di abitazioni e tipologie diffuse rurali all’interno di contesti paesaggistici con finalità e tecniche sostenibili sia nelle opere che nell’inserimento del progetto stesso nel paesaggio. In tali ambiti l’elemento ordinatore della trasformazione deve essere definito nello spazio pubblico e nelle funzioni pubbliche; la loro individuazione cartografica è di carattere tematico ed indicativo della necessità, nella progettazione e realizzazione degli interventi, di considerare gli obiettivi di qualità insediativa e paesaggistica. Il P.I., sulla base dell’individuazione degli elementi detrattori e qualificanti, determina gli obiettivi di qualità paesaggistica e ambientali da perseguire negli interventi pubblici e privati. In sede di P.I. dovrà essere predisposto un “piano guida” per la definizione dei criteri omogenei da perseguire nella progettazione dell’ambito nel suo complesso. Il P.A.T. classifica quali “Servizi di interesse comune di maggiore rilevanza” le aree e/o complessi di servizi istituzionali pubblici a scala territoriale di rilevanza comunale e/o sovracomunale esistenti, da realizzare, da potenziare e/o di nuova definizione. Nella tavola della trasformabilità queste vengono classificate e rappresentate in due categorie o livelli: Servizi di interesse comune di maggiore rilevanza esistenti; Servizi di interesse comune di maggiore rilevanza previsti ma non realizzati o di nuova definizione da parte del P.A.T.; tali previsioni potrebbero essere oggetto di ridefinizione in sede di Piano degli Interventi a seconda delle esigenze e delle necessità della pianificazione comunale. Il P.A.T., in sintonia con quanto previsto dal P.T.C.P., individua le aree produttive esistenti sul territorio comunale suddividendole in: aree produttive ampliabili; aree produttive non ampliabili; H:\clie\VIDO1206\Produzione\Word\04_VAS\Sintesi_non_tecnica_2014_03_17.doc 15 - aree produttive non ampliabili da bloccare o trasferire. Per quanto riguarda la disciplina delle aree produttive il PAT rimanda direttamente a quanto disposto dal PATI del Quartier del Piave, approvato in data 27/03/2013. Il P.A.T. definisce le “Aree agricole” che interessano le parti extraurbane, poste oltre il limite edificato. Per questi ambiti gli obiettivi che il P.A.T. persegue comprendono il recupero dell’edificazione esistente, incongrua e non più funzionale al fondo. Il P.A.T., in coerenza e in recepimento del P.A.T.I. del Quartier del Piave, definisce quale obiettivo prioritario la realizzazione di una serie di interventi di nuova costruzione, mitigazione ambientale e riqualificazione geometrica e/o funzionale degli assi infrastrutturali appartenenti alla rete della mobilità, come elencata al comma terzo del presente Articolo, al fine di conseguire il miglioramento complessivo della viabilità a livello territoriale. Il P.A.T. individua quali assi infrastrutturali di maggiore rilevanza le seguenti infrastrutture: Strada Provinciale n.34; Strada Provinciale n.32. Il P.A.T. individua quali assi infrastrutturali di maggiore rilevanza di progetto le seguenti infrastrutture: ipotesi di viabilità di progetto definita dal P.T.C.P. di Treviso come alternativa alla S.P. 34 (Alt.1); viabilità di progetto con realizzazione di un nuovo ponte sul Fiume Piave a sud di Vidor, in direzione del territorio comunale di Crocetta del Montello, in alternativa alla soluzione viabilistica individuata dal P.T.C.P. di Treviso (A) ipotesi di viabilità di collegamento tra Via Paludotti e Via Papa Luciani, nel settore est comunale (B); ipotesi di viabilità di distribuzione interna alla zona produttiva di Bosco-Mosnigo (C). Anche per la rete infrastrutturale di maggiore rilevanza individuata dal PATI valgono le direttive e prescrizioni già individuate dal PATI del Quartier del Piave. H:\clie\VIDO1206\Produzione\Word\04_VAS\Sintesi_non_tecnica_2014_03_17.doc 16 Estratto alla Carta della Trasformabilità del PAT H:\clie\VIDO1206\Produzione\Word\04_VAS\Sintesi_non_tecnica_2014_03_17.doc 17 6. Come la VAS indirizza il PAT di Vidor verso la sostenibilità ambientale? Il procedimento di VAS ha accompagnato la redazione del Piano di Assetto del Territorio sin dalle sue fasi iniziali: in sede di definizione degli obiettivi e delle linee strategiche contenute all’interno del Documento Preliminare è stato predisposto un Rapporto Ambientale Preliminare contenente una descrizione preliminare dello stato dell’ambiente in ambito comunale, utile per una prima valutazione della coerenza tra gli obiettivi del Piano e le problematiche ambientali individuate. In fase di elaborazione dello strumento urbanistico si è proceduto quindi ad un approfondimento dell’analisi delle componenti ambientali e socio-economiche di interesse e sono state individuate le criticità-vulnerabilità e le emergenze (intese come elementi di pregio meritevoli di particolare cura) che caratterizzano il territorio comunale di Vidor. Tutte le informazioni man mano raccolte ed elaborate (vincoli, prescrizioni, criticità ed emergenze che avrebbero potenzialmente influenzato le scelte di Piano) sono state condivise con i progettisti e l’Amministrazione Comunale, allo scopo di procedere di pari passo alla formazione del nuovo strumento urbanistico. Lo studio del quadro di riferimento programmatico, unitamente alla valutazione delle tendenze in atto riconoscibili dall’analisi delle differenti componenti ambientali e la considerazione del residuo del vigente PRG hanno permesso di definire lo scenario “zero”, ovvero lo sviluppo del territorio in assenza di progetto di Piano. Si è quindi proceduto ad una valutazione della coerenza esterna degli obiettivi del PAT con gli obiettivi di natura ambientale definiti a livello nazionale, internazionale e comunitario e con gli obiettivi della pianificazione sovraordinata (PTRC, PTCP, etc.). La valutazione degli effetti ambientali determinati dalle trasformazioni ammesse dal PAT in esame è stata condotta con riferimento ai criteri di sostenibilità espressi nella Conferenza mondiale delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo (Conferenza di Rio de Janeiro, del 1992), che si è ritenuto di considerare al fine di verificare in quale misura il PAT elaborato risponde alle esigenze connesse con la tutela dell’ambiente e con la promozione dello sviluppo sostenibile. A ciascun criterio di sostenibilità è stato associato un opportuno set di indicatori (di natura sia qualitativa che quantitativa) che consente di verificare la rispondenza del Piano agli obiettivi di sostenibilità ambientale considerati. La valutazione degli indicatori di sostenibilità conduce inoltre al riconoscimento dei possibili fattori di impatto significativi derivanti dall’attuazione del Piano (compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, positivi e negativi) e, di conseguenza, all’individuazione di indicazioni e linee guida aventi lo scopo di indirizzare il Piano verso la sostenibilità ambientale. In alcuni casi gli indicatori di monitoraggio da considerare nella fase attuativa dello strumento urbanistico riprendono gli indicatori di sostenibilità considerati nella fase di valutazione, consentendo quindi un confronto diretto tra le stime condotte in fase valutativa e i risultati effettivamente conseguiti sul territorio, a seguito dell’attuazione delle scelte di Piano. Un importante ausilio alla valutazione è rappresentato inoltre dall’analisi su cartografia tematica degli ambiti di trasformazione, mediante il metodo H:\clie\VIDO1206\Produzione\Word\04_VAS\Sintesi_non_tecnica_2014_03_17.doc 18 dell’overlay mapping. Contestualmente al reperimento delle informazioni relative agli elementi di criticità/vulnerabilità e alle valenze da tutelare, sono state infatti elaborate una serie di cartografie rappresentative del quadro di riferimento per le trasformazioni del territorio, che consentono di focalizzare l’attenzione su determinati aspetti da considerare legati a specifiche tematiche (inquinamento atmosferico e acustico, rischio industriale, ambiti di interesse naturalistico, etc.). Tali elaborati hanno lo scopo specifico di dare una visione di insieme del territorio dal punto di vista ambientale in modo tale da essere un valido strumento in fase di scelta progettuale e di valutazione di sostenibilità. Vengono analizzati in particolare tre differenti ambienti: “ambiente aria”, “ambiente acqua” ed “ambiente suolo e paesaggio”, per ciascuno dei quali sono state elaborate diverse cartografie atte ad individuare gli elementi generatori di pressione e gli elementi di fragilità e vulnerabilità e di pregio / qualificazione ambientale. Le cartografie elaborate sono state sovrapposte alle azioni strategiche individuate dal PAT al fine di verificare la compatibilità delle trasformazioni con il contesto. Sulla base delle analisi condotte è stato possibile individuare ulteriori indicazioni che sono state recepite all’interno delle NTA del PAT. Il processo di valutazione si conclude con la predisposizione del piano di monitoraggio. H:\clie\VIDO1206\Produzione\Word\04_VAS\Sintesi_non_tecnica_2014_03_17.doc 19 7. Come la VAS permette la partecipazione dei cittadini al processo decisionale che porta alla formazione del nuovo piano? La partecipazione pubblica è stata regolata inizialmente dalla convenzione di Aarhus e successivamente dalla Direttiva 2001/42/CE. Ciò che viene evidenziato è che la partecipazione del pubblico deve essere allargata a tutto il processo di pianificazione, tuttavia attualmente la stessa tende ad essere concentrata unicamente alla fase di consultazione, con scarse possibilità di interazione. Ciò anche perché non vi è una regolamentazione specifica, conseguentemente l’applicazione della norma dipende dalla volontà politica dell’Ente che sviluppa il Piano. Un processo partecipativo ha in se obiettivi ampi, quali: − il rafforzamento del senso di appartenenza; − l’aumento della responsabilità dei cittadini nei confronti della cosa pubblica, abbattimento dell’atteggiamento “vittimistico e richiedente” a fronte di quello costruttivo e propositivo; − l’aumento della consapevolezza dei reali bisogni della città sia da parte dei cittadini sia da quella degli amministratori; − l’incremento della consapevolezza degli abitanti circa i meccanismi di fattibilità cui ogni progetto deve sottostare per avere la speranza di essere concretizzato. A tal fine è importante creare contesti che mettano in relazione la società civile, le istituzioni/amministrazioni e i tecnici in modo da far interagire e integrare le diversità di approccio al territorio, ai problemi e alle esigenze legate al vivere la città. Il metodo di lavoro è basato sull’intendere l’Amministrazione Pubblica non tanto come un soggetto decisionale quanto piuttosto un soggetto che dialoga continuamente e costruttivamente con la realtà locale, svolgendo anche ruolo di interazione e aggregazione sociale. Il percorso partecipativo si può sviluppare su due livelli. Da una parte il coinvolgimento e l’ascolto dei cittadini e delle associazioni presenti sul territorio, dall’altra la consultazione di enti istituzionali chiamati a esprimere il loro parere sui documenti predisposti. Il calendario degli incontri svolti è costituito da: Elenco incontri H:\clie\VIDO1206\Produzione\Word\04_VAS\Sintesi_non_tecnica_2014_03_17.doc 20 8. Come si verifica nel tempo il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale indicati dalla VAS? L’articolo 10 della Direttiva 2001/42/CE stabilisce che “Gli Stati membri controllano gli effetti ambientali significativi dell'attuazione dei piani e dei programmi al fine, tra l'altro, di individuare tempestivamente gli effetti negativi imprevisti ed essere in grado di adottare le misure correttive che ritengono opportune”. Il controllo degli effetti ambientali significativi connessi con l’attuazione di un piano e programma avviene attraverso la definizione del sistema di monitoraggio. L'attività di monitoraggio rappresenta quindi Io strumento attraverso il quale la pubblica amministrazione può verificare con cadenza periodica la coerenza tra le azioni realizzate in attuazione delle scelte di Piano e gli obiettivi di miglioramento della sostenibilità generale che ci si è posti in fase di redazione. La progettazione del sistema di monitoraggio dell’attuazione del piano costituisce una parte fondamentale del processo di Valutazione Ambientale Strategica. Il monitoraggio della VAS opera una sistematizzazione delle informazioni con la finalità di controllare l’attuazione delle previsioni di Piano, anche dal punto di vista della loro velocità e possibilità di attuazione. Il monitoraggio consente quindi di: 1. Verificare l’attuazione delle azioni e degli interventi di piano 2. Controllare gli effetti delle azioni di piano sull’ambiente Il monitoraggio trova attuazione nella misurazione periodica di indicatori appositamente selezionati, individuati all’interno del Rapporto Ambientale. Esso dovrà avere riscontro nell’attività di reporting, da effettuarsi periodicamente ogni 2 anni, che ha la funzione di conservare la memoria del piano. L’archivio dei rapporti ha anche la funzione di processo di apprendimento che avviene anche attraverso errori (di previsione, valutazione e scelta politica, etc.). H:\clie\VIDO1206\Produzione\Word\04_VAS\Sintesi_non_tecnica_2014_03_17.doc 21
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