Progettare nella Camera del Lavoro “Pio Galli” di Lecco - CGIL

P ROGETTARE NELLA
C AMERA DEL L AVORO
“P IO G ALLI ” DI L ECCO
Territorio, Servizi e Partecipazione
“Il fitto tessuto di storie, bisogni, speranze personali e collettive di chi ha creduto e
continua a credere nei valori e nel progetto politico di una grande organizzazione
sindacale contiene la trama sottile che sostiene da sempre il nostro lavoro, che lo fa
vivere quotidianamente e che rappresenta la più importante spinta all’innovazione
nella continuità”
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PROGETTARE NELLA CAMERA DEL LAVORO
“PIO GALLI” DI LECCO
Territorio, Servizi e Partecipazione
Il XVII Congresso della Camera del Lavoro “Pio Galli”, di Lecco, si sovrappone al XVII
Congresso Nazionale della CGIL segnando così un parallelismo che dice molto
dell’importanza della nostra Camera del Lavoro nella storia della Confederazione Generale
Italiana del Lavoro e nel nostro territorio; un’importanza che travalica il perimetro del
tessuto economico e produttivo in cui naturalmente si colloca l’azione sindacale per
ricomprendere le relazioni e gli scambi, politici e umani con intere generazioni di uomini e
donne che in oltre un secolo l’hanno fatta vivere e crescere. Si tratta di gente comune,
operai manifatturieri e impiegati, lavoratori edili, dei servizi e quelli, in anni più recenti, del
mondo della conoscenza sino alle migliaia di disoccupati figli della crisi di questi anni.
Il fitto tessuto di storie, bisogni, speranze personali e collettive di chi ha creduto e continua
a credere nei valori e nel progetto politico di una grande organizzazione sindacale contiene
la trama sottile che sostiene da sempre il nostro lavoro, che lo fa vivere quotidianamente e
che rappresenta la più importante spinta all’innovazione nella continuità. Ciò a valere per
l’elaborazione politica come nell’articolata proposta di servizi che offriamo, in un equilibrio
sempre dinamico orientato alla ricerca incessante di sinergie tra rappresentanza collettiva e
nuove tutele individuali che si fondono in un unico grande laboratorio di promozione e
difesa dei diritti e di nuove forme di emancipazione.
La ricerca “Progettare nella Camera del Lavoro di Lecco” è quindi un’indagine a tutto
campo, condotta con rigore scientifico ma anche con la consapevolezza che il nostro
territorio rimane il luogo privilegiato nel quale fare vivere il nostro progetto di futuro in un
confronto quotidiano con il presente e le sue complessità.
L’indagine è stata coordinata dall’Area Organizzazione della CdL. L’impostazione
metodologica e l’elaborazione dei materiali raccolti sono il frutto del lavoro condotto dalla
Dott.ssa Veronica Caselli, sociologa e dipendente della Camera del Lavoro, cui vanno i
ringraziamenti di tutta la Segreteria Camerale.
Il Segretario Generale Camera del Lavoro “Pio Galli”
Il Segretario Organizzativo
Wolfango Pirelli
Sergio Fassina
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Indice
1. Premesse teoriche
1.1 Perché fare un’analisi territoriale
1.2 Come si struttura
1.3 Metodologia della ricerca
pp.5
pp.5
pp.5
pp.7
2. Metodologia
2.1 Unità di analisi: La Camera del Lavoro di Lecco
2.2 Obiettivi
2.3 Punti di analisi
2.4 Gli strumenti di analisi
pp.8
pp.8
pp.9
pp.9
pp.10
3. Analisi territoriale
pp.11
pp.11
pp.11
pp.14
pp.16
pp.21
pp.28
pp.30
3.1 Il territorio lecchese e la sua morfologia
3.2 La demografia urbana
3.3 Istruzione, formazione e lavoro
3.4 Economia e territorio
3.5 Territorio, Camera del Lavoro e Partecipazione
3.6 La presenza dei servizi CGIL sul territorio
3.7 Il costo del decentramento
4. Il Patronato INCA
4.1 Le attività di Patronato
4.2 La presenza del Patronato INCA nella Provincia di Lecco
4.3 Le risorse umane del Patronato INCA: ruoli e tempi di lavoro
4.4 Attività a confronto
4.5 Cause ed effetti
4.6 Modello organizzativo
pp.31
pp.31
pp.33
pp.35
pp.37
pp.44
pp.46
5. Ufficio Vertenze - Legale
5.1 Le attività dell’Ufficio Vertenze - Legale
5.2 La presenza dell’Ufficio Vertenze-Legale nella Provincia di Lecco
5.3 Attività a confronto
5.4 Cause ed effetti
5.5 Modello organizzativo
pp.49
pp.49
pp.50
pp.50
pp.54
pp.55
6. Il CSF (CGIL): Centro Servizi Fiscali
6.1 Servizi fiscali e sistema tariffario
6.2 Convenzioni stipulate con i Comuni della Provincia
6.3 Competitors e quote di mercato
6.4 La presenza dei servizi fiscali nella Provincia di Lecco
6.5 Attività a confronto
6.6 Modello organizzativo
pp.56
pp.56
pp.58
pp.58
pp.59
pp.60
pp.67
7. Il ruolo dello SPI nella CGIL e all’interno dei servizi
pp.69
8. Il progetto sociale di Auser
pp.71
9. Conclusioni
pp.73
Bibliografia e Sitografia
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1. Premesse teoriche
1.1. Perché fare un’analisi territoriale
Lo sviluppo di un organizzazione tipo all’interno di un sistema territoriale può avvenire in
forme differenti, in quanto esistono diversi modi di produrre e vari tipi di interrelazione tra
imprese, gli orientamenti soggettivi degli attori locali e non per ultimo l’ambiente economico
e sociale.
A partire da questo presupposto non si può pensare ad un unico modello di analisi
territoriale, è importante dotarsi di strumenti funzionali alla ricerca che siano efficaci ed
efficienti rispetto alle dinamiche interattive tra imprese, territorio e ambiente
socioeconomico. Più precisamente, ogni ambito territoriale si caratterizza da un proprio
sistema di funzionamento interno che deriva dalla storia, dai fenomeni sociali e culturali,
dalle caratteristiche geomorfologiche del territorio, è quindi fondamentale tenere sempre
ben presente il carattere pluridimensionale che determina le differenze territoriali e
strutturali.
Per la caratteristica specifica dell’indagine che si intende sviluppare in questa sede,
occuparsi della Camera del Lavoro di Lecco e delle sue Sedi decentrate significa lavorare su
una significativa quantità di dati che la rappresentano e che riflettono, nel rapporto con il
Territorio, la sua composizione demografica e i Luoghi di lavoro, lo spazio su cui si misura lo
stesso concetto di rappresentanza; tale concetto (imprescindibile per dare forma e
struttura alla società) diviene - per quanto di interesse alla presente indagine - elemento
centrale e distintivo di un’identità collettiva fatta di progettualità e relazioni tra persone
che trovano nella Camera del Lavoro il luogo della “presa in carico”, sotto differenti forme,
della domanda diffusa ed articolata presente nel territorio.
Occorre infatti avere sempre presente che, per quanto il contesto economico e finanziario
sia globalizzato (e la stessa impresa, per realizzare la sua mission, prescinda sempre più dal
territorio orientandosi nello spazio globale), il cuore produttivo di un sistema sociale resta
pur sempre nel territorio, spazio in cui avvengono i processi di trasformazione, i mutamenti
sociali e culturali, le relazioni e i conflitti tra i soggetti della rappresentanza collettiva.
Stare nel territorio, “presidiare il Territorio” con un “offerta” fatta di progettualità politica e
competenze tecniche significa scegliere di continuare ad occuparsi di questi processi e di
queste relazioni offrendo, contestualmente, un punto di riferimento fondamentale, in una
società di individui sempre più atomizzati e soli, cui ancorare la sottile filigrana dei valori e
delle idealità che l’Organizzazione intende promuovere.
1.2. Come si struttura
Alla base di qualsiasi analisi territoriale c’è sempre la definizione dei confini del territorio
oggetto di indagine, che possono variare rispetto alle motivazioni che guidano la ricerca
stessa. Dal momento in cui le caratteristiche e le dinamiche di un territorio sono influenzate
anche da quello che accade al suo esterno può essere utile fare dei confronti con dati relativi
alle aree limitrofe, in modo da evidenziare similitudini o differenze.
Individuato il perimetro di analisi è fondamentale avere chiari gli obiettivi che si intendono
indagare, quindi definire il tipo e il livello di conoscenza che si vuole raggiungere delle
diverse caratteristiche del territorio; è importante tenere conto contemporaneamente delle
diverse prospettive da cui può essere letto l’oggetto di analisi, in quanto al contrario si
rischierebbe di avere una lettura parziale e incompleta.
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L’analisi vera e propria comincia di solito con la descrizione del territorio da diverse
inquadrature, ovvero:
- La morfologia: superficie territoriale, confini, presenza di aree verdi, sistema viario e
collegamenti con i territori limitrofi.
- La demografia: densità della popolazione, quindi il rapporto Abitanti/Superficie. Può essere
utile in taluni casi valutare la situazione rispetto l’emigrazione e l’immigrazione, mettendo in
luce aree di provenienza e di destinazione.
- Aspetti socio-culturali: composizione dei nuclei familiari, abitazioni (% abitazioni occupate
in proprietà, % abitazioni occupate in affitto, presenza di case popolari), livello di
scolarizzazione (presenza di scuole, strutture per il tempo libero, associazioni, …).
- Analisi economica: Indicatori quantitativi dell'ambiente socio-industriale (densità
d’impresa, dimensione d’impresa, indice d’imprenditorialità, tasso natalità/mortalità, tasso
di sviluppo, indice di dotazione, indice di specializzazione produttiva/lavorativa, tasso di
attività, tasso di disoccupazione).
Una metodologia di questo tipo può risultare onerosa da seguire, soprattutto per motivi di
tempo, per questo si può ricorrere a strumenti d’indagine diretta che possono essere
utilizzati come alternativa, tuttavia ciò non escluse il loro impiego anche a complemento di
analisi del primo tipo.
Esempi di strumenti di indagine diretta sono i questionari e il focus group, due metodologie
largamente utilizzate nella ricerca sociale. I questionari si utilizzano al fine di rendere
misurabili fattori difficilmente quantificabili, mentre il focus group ha l’obiettivo di acquisire
informazioni qualitative da parte di diversi soggetti e omogeneizzare le differenti percezioni
e visioni dei problemi da parte di gruppi di individui eterogenei.
Tutte le informazioni raccolte attraverso l’utilizzo di una o più metodologie di questo tipo
possono essere facilmente organizzate e sintetizzate facendo ricorso ad alcuni modelli che
facilitano la lettura dell’oggetto d’analisi. La SWOT Analysis è sicuramente uno dei modelli
più virtuosi di questo genere. Questo modello non solo mette a sistema le informazioni
acquisite ma, attraverso la lettura incrociata delle informazioni, favorisce lo sviluppo di
proposte progettuali nuove e innovative; individuando punti di forza e di debolezza di
un’organizzazione, minacce e opportunità del suo ambiente, è uno strumento spesso
utilizzato nelle fasi iniziali dei processi decisionali e come precursore della pianificazione
strategica in varie tipologie di applicazione (Johnson et al. 1989; Bartol et al. ,1991).
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1.3. Metodologia della ricerca
Stabilita l’unità di analisi il primo, e più importante, passo da compiere è individuare e
definire i concetti che costituiscono l’assetto da sottoporre a indagine, esistono concetti
riferiti ad oggetti, ovvero le unità di analisi, e concetti riferiti alle proprietà degli oggetti,
ovvero alle caratteristiche delle unità (Immagine 1).
Immagine 1 - Dal concetto alla variabile
Si possono identificare diversi tipi di proprietà a
seconda del tipo di unità di analisi considerata, ci
possono essere proprietà individuali (es. genere,
età, titolo di studio, residenza), aggregate (es.
reddito medio degli abitanti di un comune, % dei
voti ottenuti dal partito X), contestuali (es. n°
membri della sua famiglia, dimensioni del comune
di residenza, prestigio della sua occupazione)
comparative (es. posizione e profitto dell’alunno A
rispetto all’alunno B), relazionali (es. posizione del
caso A nella rete amicale del suo gruppo) e globali
(es. tipo di società, settore industrie), (P. F.
Lazarsfeld 1967).
La definizione dei concetti
prende il nome di “operativizzazione”, che consiste
nel fare una traduzione empirica in grado di
rendere osservabili e rilevabili empiricamente i concetti, quindi trasformare il concetto in
indicatori e successivamente in variabili.
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2. Metodologia
2.1 Unità di analisi: La Camera del Lavoro di Lecco
La Camera del lavoro di Lecco nasce il 31 Marzo 1901, la sua sede centrale si trova in un
quartiere poco distante dal centro della città, è presente sul territorio della provincia con 17
sedi, di cui 2 considerate “principali” (per quantità di presidi offerti - servizi e categorie - e
perché collocate sui due maggiori bacini di utenza della provincia). 5 delle 17 Sedi territoriali
sono riconosciute dal Ministero quali presidi ufficiali per l’attività di Patronato (Lecco,
Merate, Calolziocorte, Oggiono, Mandello).
Al 2012 la CGIL di Lecco vanta ben 44.228 iscritti, dato che rappresenta un incremento che
coinvolge quasi tutte le categorie del sindacato, la FIOM riporta il numero maggiore di
tesserati, segue la FILLEA, la FP, la FILCAMS e la FLC-SCUOLA. Anche lo SPI, sindacato dei
pensionati e degli anziani, mantiene alto il numero dei suoi tesserati. Un dato da non
trascurare è quello degli iscritti con lo status di disoccupati che, in linea con la crisi
economica e occupazionale, riconferma e maggiora i risultati dell’anno precedente.
Il dato complessivo degli iscritti (46.082) si compone di 18.110 iscritti tra i lavoratori cd Attivi
(40,9%), 25.606 pensionati (57,9%); 512 disoccupati (1,1%). Le associazioni affiliate a CGIL Lecco sono: SUNIA, 1231 iscritti e, con 623 iscritti, Federconsumatori (associazione dei
consumatori).
Per quanto attiene l’attività del Sindacato inquilini (SUNIA) e Federconsumatori - entrambe
le associazioni non sono categorie della CGIL bensì affiliate - va rilevato che il loro ruolo
all’interno della Camera del Lavoro è percepito dall’utenza come parte integrante del più
generale sistema di Servizi offerti. Ne è evidenza il flusso costante di attività e la necessità
di stabilire, con la restante area dei Servizi, momenti di sempre maggiore raccordo delle
funzioni in una logica di sistema complessiva dell’offerta.
Parallelamente all’area politica la Camera del Lavoro di Lecco promuove la sua “offerta” di
tutela e promozione dei diritti con una strutturata e articolata area tecnica dei servizi, di cui
fanno parte il Patronato INCA (Istituto Nazionale Confederale di Assistenza, all’interno del
quale è stato creato uno sportello dedicato al Sostegno al reddito), l’Ufficio Vertenze e
Legale, gli sportelli Artigiani, Ambiente e Sicurezza e - inedito nell’ambito del Sistema Servizi
della CGIL - lo Sportello Tutela Penale Infortuni e Malattie Professionali. A ciò si aggiunge il
Centro Servizi Fiscali (società controllata dalla Camera del Lavoro svolge attività di assoluto
rilievo nell’area fiscale - e non solo - ponendosi come parte integrante del più generale
Sistema Servizi della CGIL).
Con la crisi economica/occupazionale e la costante precarizzazione del Mercato del Lavoro,
effetto derivato dall’incessante e spesso caotica produzione di norme in materia lavoristica,
cui si sono aggiunte le diverse riforme succedutesi in materia previdenziale e degli
ammortizzatori sociali, il ruolo dei servizi - grazie alle differenti forme di tutela individuale
offerta: Vertenziale, Previdenziale, Infortunistica ecc. - ha assunto negli ultimi anni un peso
sempre più rilevante all’interno dell’organizzazione, tale da giustificare la progettazione ed
attuazione di diversi protocolli tesi ad individuare modalità operative e nuove sinergie tra le
diverse aree funzionali.
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2.2 Obiettivi
La presente indagine si pone come obiettivo lo studio della Camera del Lavoro di Lecco su
più livelli, messi a confronto tra loro in una logica di sistema nella fase di elaborazione
conclusiva.
Avere una conoscenza più consapevole della Camera del Lavoro di Lecco e delle sue sedi
diventa un punto di partenza che apre nuovi spazi di riflessione e margini di intervento,
quindi nuove ipotesi da indagare con ulteriori indagini.
Il territorio della provincia di Lecco gioca in questo scenario un ruolo di primaria importanza,
si parte infatti dal presupposto che la sua caratterizzazione in termini, morfologici,
demografici ed economici possa influire in modo più o meno diretto sull’operato dei servizi
della CGIL. Per questo motivo è importante lo studio del territorio di riferimento, soprattutto
nelle prime fasi di analisi.
2.3 Punti di analisi
Definita l’unità di analisi vengono individuate le fasi operative e i rispettivi indicatori da cui
prende corpo l’indagine; è importante, a questo punto, dare ordine e struttura al lavoro di
analisi, quindi esplicitare passaggi e scelte operative. È fondamentale impostare il lavoro
seguendo passaggi logici e funzionali, in quanto ogni fase di analisi diventa propedeutica a
quella successiva.
Il primo passaggio operativo è lo studio del territorio di riferimento, su più livelli, in quanto
prescindere dalla sua conoscenza significherebbe condurre un’analisi parziale, che non
riconosce i rapporti di sistema alla base di ogni organizzazione.
Conoscere il territorio diventa quindi un passaggio propedeutico al fine di condurre
un’indagine più consapevole, che metta in rapporto lo studio dei servizi con il tessuto
morfologico, demografico ed economico del territorio di cui fanno parte. La mappatura delle
sedi sulla cartina della provincia è sicuramente uno strumento d’analisi importante, sia dal
punto di vista del ricercatore che per la stessa organizzazione, nelle pianificazione di scelte
strategiche, anche nei confronti dei competitor. Un fattore da tenere in giusta
considerazione è la densità abitativa dei comuni in cui sono presenti le sedi, è interessante
capire se nelle scelte organizzative sia stato considerato questo aspetto come parametro di
valutazione. Di seguito gli indicatori utilizzati in questa prima fase d’indagine:
-
Composizione della popolazione, rispetto a età, sesso, stato civile, cittadinanza
-
Densità demografica dei comuni della provincia
-
Imprese attive per settore
-
Tasso di disoccupazione
-
Popolazione occupata (lavoro dipendente)
-
Popolazione tesserata al sindacato (pensionati, lavoratori, disoccupati, specifica sui
tesserati stranieri)
-
Tipologia di accordi sindacali
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Sempre in questa prima fase operativa viene indagata la presenza dei servizi sul territorio
con un focus sui costi. Mantenere un sistema di servizi capillare sul territorio implica la
destinazione di risorse economiche, conoscere le scelte politiche a riguardo è, dalla
prospettiva del ricercatore, elemento caratterizzante, dal punto di vista dell’organizzazione
diventa potenziale elemento di riflessione, se inserito in una logica di sistema che incrocia
dati diversi per valutare un solo oggetto. Gli indicatori di riferimento sono:
-
Dinamiche di investimento
-
Onere di pagamento
Il passaggio successivo sposta la prospettiva di analisi all’interno dei servizi, quindi le risorse
umane e il modello organizzativo, gli indicatori di riferimento sono:
-
Numero di risorse umane operative in ogni sede
-
Tipologie contrattuali delle risorse umane
-
Ruoli e funzioni delle risorse umane
-
Modello organizzativo
Le fasi operative, di cui sopra, rendono possibile il passaggio alla vera e propria analisi dei
dati, quindi l’indagine, in termini quantitativi e qualitativi, delle attività e rispettive pratiche
svolte da ogni servizio (CSF, INCA, Ufficio Vertenze-Legale). Di seguito gli indicatori di
riferimento:
-
Quantità di pratiche attivate
-
Tipologia delle pratiche attivate
Questo studio del territorio e della CdL di Lecco muove dal presupposto che solo attraverso
un’indagine a più livelli sia possibile ottenere risultati funzionali ed esaustivi. Incrociare
variabili di diversa natura è un’operazione fondamentale, in quanto rende possibile lo studio
dell’oggetto di analisi non solo come entità individuale ma come parte di un sistema
complesso che influenza il suo stesso essere.
2.4 Gli strumenti di analisi
In questa indagine vengono utilizzati quattro strumenti d’analisi, di seguito presentati:
Strumenti di analisi
Mappatura geografica
> Presenza della CGIL sul territorio
Contratti di locazione
> Costi del decentramento territoriale: proprietà delle sedi,
onere dell’affitto
Contratti del personale
> Chi gestisce le sedi: assunti CGIL, volontari, collaboratori,
distacchi sindacali
Statistiche tabellari
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Indicatori di riferimento
> Quantità e qualità delle pratiche attivate all’anno
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3. Analisi territoriale
Come spiegato nella premessa, alla base dell’analisi di un organizzazione è fondamentale lo
studio del contesto territoriale in cui opera, da un punto di vista morfologico, demografico
ed economico. A partire da questa consapevolezza sono stati individuati gli aspetti che più
hanno caratterizzato e caratterizzano il territorio di Lecco, in questo modo viene fornita una
chiave di lettura da cui filtrare l’attività svolta dell’organizzazione a partire dal suo contesto
d’azione.
3.1. Il territorio lecchese e la sua morfologia
Capoluogo di provincia la città è situata sul lago di Lecco, ramo orientale del lago di Como, e
sulle sponde del fiume Adda, più precisamente tra i monti della Grigna e del Resegone. Il
territorio del comune si sviluppa su una superficie di circa 45,93 km ², la parte di suolo
urbanizzata ha un’estensione di 11,75 km ².
Le frazioni che costituiscono la città sono 13, ovvero: Acquate, Belledo, Bonacina, Castello,
Chiuso, Germanedo, Laorca, Maggianico, Malavedo, Olate, Pescarenico, Rancio, San
Giovanni, Santo Stefano.
I comuni confinanti, invece, sono undici, precisamente: Abbadia Lariana, Ballabio, Erve,
Galbiate, Garlate, Malgrate, Mandello del Lario, Morterone, Pescate, Valmadrera,
Vercurago. I comuni che invece costituiscono l’intera Provincia di Lecco sono 90 (Vedi
Mappa 1).
Questo territorio ha una caratterizzazione sia morfologica che climatica molto particolare, si
possono distinguere tre ambiti, ovvero quello montuoso, quello lacuale e il terzo di
collegamento tra i primi due.
3.2. La demografia urbana
La popolazione della città di Lecco al 31 dicembre 2012 conta 48.608 abitanti (di cui 23196
maschi e 25412 femmine) ed è il 17º comune più popoloso della Lombardia con
una densità media di circa 1070 ab. /km ².
L’intera provincia di Lecco si costituisce da 336.000 residenti (dato aggiornato al 2011), circa
il 19% della popolazione ha meno di 19 anni, mentre il 20% è costituito dalla popolazione
anziana, con un età superiore ai 65 anni.
In base alle statistiche relative alla demografia della provincia lecchese, uno degli
agglomerati urbani più popolosi è quello composto dai 9 comuni di: Vercurago,
Calolziocorte, Pescate, Garlate, Olginate, Malgrate, Valmadrera, Civate e Ballabio, che conta
una popolazione con più di 107.000 abitanti ed è in costante crescita. Mentre per quanto
riguarda i comuni della provincia in cui si rileva una maggiore densità abitativa, in ordine
decrescente, sono: Lecco, Merate, Calolziocorte, Vercurago, Lomagna, Robbiate, Barzanò,
Cassago Brianza, Viganò, Garlate, Malgrate (Vedi Mappa 2). E’ importante però sapere che
questa situazione può, in alcuni casi, essere diversa se si fa riferimento alla numerosità della
popolazione residente. Infatti, se l’indicatore densità abitativa mette in relazione il dato
numerico della popolazione con quello della superficie territoriale, il valore assoluto indica la
misura della popolazione. Dalle statistiche che prendono in considerazione i valori assoluti
emerge una situazione un po’ diversa, solo alcuni comuni che presentano alti livelli di
densità abitativa si ritrovano anche fra i comuni più popolosi, di seguito la tabella 1 che
riporta i dati rispettivi ai 10 comuni più popolosi (dati Istat 31.08.2013).
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Tabella 1 - Comuni più popolosi
Pos.
1°
2°
3°
4°
5°
6°
7°
8°
9°
10°
Comune
Popolazione (ab)
Lecco
48.330
Merate
14.913
Calolziocorte
14.274
Casatenovo
12.742
Valmadrera
11.757
Mandello
10.609
Oggiono
8.755
Galbiate
8.701
Missaglia
8.655
Colico
7.668
Superficie (km²)
45
11
9,01
12,7
12,56
41,77
7,9
16,14
11,46
35
Densità (ab/km²)
1074
1356
1584
1003
936
254
1134
539
755
219
Altitudine (m s.l.m.)
214
292
210
356
237
200
268
371
326
218
La Provincia di Lecco si articola in sette distretti, più precisamente: Lecco, Oggiono (Brianza
oggionese), Meratese (Brianza meratese), Casatese (Brianza Casatese), Val San Martino,
Valsassina, Lario orientale.
Carta tematica 1
Nella Carta Tematica 1, vengono illustrati i sette distretti
della Provincia di Lecco, ad ogni colore corrisponde un
distretto: Il rosso rappresenta Lecco, il giallo Oggiono, il blu
Merate, il verde Casatenovo, l’arancio la Valsassina, il viola
la Val San Martino e l’azzurro Bellano (Lario orientale).
La scomposizione della provincia in queste sette macro
aree ha origini storico-geografiche, unica eccezione il
distretto Casatese che alcuni inglobano nel Meratese.
La composizione della popolazione rispetto agli indicatori
di genere vede prevalere la componente femminile (51%)
nella fascia di età tra i 60 e 64 anni e soprattutto in quella
con più di 65 anni, mentre nella fascia di età fino ai 14 anni
sono leggermente più numerosi i maschi.
La composizione della popolazione in Provincia di Lecco
rispetto agli indicatori: età, sesso e stato civile, viene descritta nel grafico 1, in cui vengono
riportante le classi quinquennali di età sull’asse Y e il genere sull’asse X, i diversi colori
rappresentano la distribuzione della popolazione per stato civile.
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Grafico 1 - Popolazione per età, sesso e stato civile
(Fonte: Dati ISTAT 2012; elaborazione TUTTAITALIA.it)
In un’ottica più generale la popolazione complessiva residente in provincia di Lecco rilevata
durante il Censimento del 2011 era di 336.310 abitanti, di seguito il grafico 2 che descrive in
termini percentuali la struttura della popolazione per classi di età.
Grafico 2 - Struttura per età della popolazione
(Fonte: Dati ISTAT 2012; elaborazione TUTTAITALIA.it)
Rispetto al tema della popolazione straniera residente nel comune di Lecco, i dati statistici
aggiornati al 31 Dicembre 2010 segnalano 4.388 abitanti, per lo più costituiti da persone
provenienti dall’Europa dell’est, dal Nord Africa e dall’Africa Nera. La zona intorno a Viale
Filippo Turati, sita a pochi passi dal centro, è la più multietnica della città, le comunità più
presenti sono quelle dei senegalesi, ivoriani, marocchini e cinesi.
Per quanto riguarda invece la popolazione straniera residente nell’intera provincia al 1°
Gennaio 2011 è di 27.616 e rappresenta l’8,1% della popolazione residente (Grafico 3).
Facendo una statistica la comunità più numerosa è quella marocchina, segue quella romena
e albanese (Grafico 4).
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Grafico 3 - Rapporto (%) popolazione residente straniera sul tot. Residenti.
(Fonte: Dati ISTAT 2012; elaborazione TUTTAITALIA.it)
Grafico 4 - Composizione (%) popolazione straniera per paese d’origine.
(Fonte: Dati ISTAT 2012; elaborazione TUTTAITALIA.it)
3.3. Istruzione, formazione e lavoro
Un aspetto fondamentale che contraddistingue un territorio è la qualità della formazione,
che coinvolge i giovani e i loro percorsi lavorativi.
Prima di tutto si rileva un sostanziale equilibrio positivo tra popolazione giovanile e anziana,
una marcata presenza di giovani con un’età inferiore ai 18 anni investe nella formazione
conseguendo almeno un diploma o una qualifica professionale, è significativa la percentuale
che prosegue negli studi universitari.
Più precisamente, a partire dalle analisi condotte dall’Osservatorio Provinciale del Mercato
del Lavoro, emerge che nel 2012 quasi il 70% dei diplomati ha proseguito gli studi
all’università, percentuale significativa ma inferiore rispetto agli anni tra il 2007 e il 2011. Tra
i giovani che negli ultimi anni si inseriscono nel mercato del lavoro si rileva una maggiore
frequenza rispetto le lauree triennali, seguono le lauree specialistiche e il diploma, dati più
bassi si rilevano per le qualifiche professionali.
Sebbene il tasso di scolarizzazione sia positivo esiste una presenza significativa (12-15%) di
giovani tra i 15 e i 24 anni che non studia e non lavora, la maggior parte ha abbandonato gli
studi e senza una qualifica lavorativa riscontra maggiori difficoltà nella ricerca di un lavoro,
tuttavia, seppure in misura minore, si rileva una percentuale di giovani che entrano nel
mercato del lavoro senza possedere una qualifica professionale o un diploma.
La qualità della formazione scolastica non sembra avere un ruolo negativo sulla possibilità di
accedere al mondo del lavoro, a tale riguardo dalle nostre fonti si stimano due fattori
determinanti che vanno a contraddire una tendenza generale ed assodata in tutti i paesi
sviluppati e in via di sviluppo secondo la quale vi è un rapporto positivo tra formazione e
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occupazione, sia in termini qualitativi che quantitativi. Si rileva piuttosto uno squilibrio tra
domanda e offerta di lavoro, se si pensa in particolare ai laureati aumenta la distanza tra
domanda locale e offerta di lavoro altamente qualificata, si crea così un surplus di laureati
che hanno difficoltà ad occuparsi sia nelle imprese locali che nella Pubblica Amministrazione.
Lecco e la sua provincia, storicamente caratterizzata da un basso tasso di disoccupazione
rispetto la media nazionale, era una realtà territoriale con una cultura industriale e operaia
così forte e radicata da divenire fattore di condizionamento per la prospettiva stessa di
molte giovani
generazioni che vedevano, nella possibilità di un’occupazione
immediatamente disponibile, l’accesso a quella indipendenza economica intesa come
precondizione per la progettazione di un futuro autonomo con stabili basi economiche. Tale
condizione aveva un risvolto tutt’altro che insignificante dal punto di vista dei livelli di
scolarizzazione, in quanto il contesto economico tendente alla piena e buona occupazione (il
lavoro in fabbrica avveniva attraverso contratti a tempo pieno e indeterminato) induceva
molto spesso i giovani a lasciare presto gli studi per entrare nel mondo del lavoro. Il
territorio traeva così beneficio da uno sviluppo economico in cui la prosperità del lavoro
(offerta e domanda) garantiva collocazione lavorativa immediata. L’effetto di questa politica
è stato il consolidamento di una cultura del lavoro poco propensa all’innovazione, che negli
anni ha portato molte aziende del territorio a non essere più al passo con i tempi e a perdere
competitività.
La crisi che ha colpito il territorio di Lecco negli ultimi anni è, in parte, l’esito di questa
mancata innovazione, i tassi di disoccupazione non sono mai stati così alti e i giovani, con
basse prospettive di trovare lavoro a breve termine, proseguono con gli studi, segnando, su
questo versante, un’inedita inversione di tendenza.
La crescita dei laureati, sebbene sia al di sotto della media nazionale, non viene assorbita
dalle offerte di lavoro del territorio, per questo i giovani laureati escono dalla provincia e
talvolta dalla nazione alla ricerca di un posto di lavoro. A partire da questa situazione Lecco
ha dovuto rivedere il proprio sistema scolastico e rapportarlo al mercato occupazionale,
cercando nuove soluzioni per ridurre il gap tra giovani con un alto livello di formazione e un
mercato del lavoro in crisi, ancora legato ad una cultura industriale poco propensa ad
investire sulla ricerca e innovazione.
Proprio a partire da questa premessa la formazione è stata, in questi ultimi anni, un punto su
cui il territorio ha voluto investire molto e il risultato è la nascita del nuovo Polo del
Politecnico, con sede centrale a Milano. Inaugurato il 14/01/2013, rappresenta un’eccellenza
nell’ambio della formazione universitaria, e ha da subito confermato le alte aspettative,
registrando livelli di adesione positivi, anche tra gli studenti stranieri, 800 iscritti provenienti
da 20 paesi di tutto il mondo; la facoltà che ha registrato un maggiore numero di iscritti è
quella di Ingegneria edile/architettura.
Il territorio si è dimostrato così terreno fertile su cui fare sperimentazione e il Politecnico
rappresenta senza dubbio un luogo particolarmente adatto. Nove laboratori di ricerca sono
stati messi a disposizione delle aziende del territorio per lavorare in sinergia su progetti di
sviluppo e innovazione, l’idea di base è quella di trasformare le conoscenze in fatturato,
quindi fare crescere le realtà produttive lecchesi con prodotti capaci di renderle più
competitive sui mercati globali. Promuovere rapporti di sinergia tra università e aziende è
una scelta molto innovativa che ha due ricadute positive, la prima sulle aziende che,
potendo disporre di conoscenze - frutto di risultati della ricerca, immediatamente fruibili sono state incentivate ad uscire dall’immobilismo del passato, la seconda sugli studenti che
vedono ridurre la distanza tra l’università e il mondo lavorativo, è significativa, a tale
proposito, la percentuale, oltre l’85%, dei laureati del Polo di Lecco che hanno trovato lavoro
entro due mesi dalla laurea.
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Positivi anche i numeri degli iscritti agli altri due Poli universitari del territorio, ovvero
l’Istituto “Eugenio Meda” di Bosisio Parini, in collaborazione con la Facoltà di medicina
dell’Università degli Studi di Milano, e il corso di Scienze Infermieristiche dell’Università degli
Studi Milano Bicocca in distacco presso l’Azienda Ospedaliera di Lecco. Sebbene non sia un
centro di formazione merita essere citato l’Osservatorio spaziale sito a Merate, punto di
riferimento per molti studenti e ricercatori.
3.4 Economia e territorio
Territorio a forte caratterizzazione industriale, Lecco tra la fine dell’Ottocento e metà del
Novecento rappresenta una delle eccellenze italiane grazie alla nascita di acciaierie e
ferriere. Lo sviluppo industriale di questi anni plasma la stessa pianificazione urbana,
soprattutto le fasce periferiche che diventano sede di capannoni di medio-grande
dimensione e le case operaie sorgono limitrofe ad essi. Alcune delle aziende “storiche” nate
nella città di Lecco, alcune ancora esistenti, altre da poco chiuse sono: la Fiocchi munizioni
(operativa), l’acciaieria Lucchini (operativa), la Icam (trasferita a Orsenigo, in provincia di
Como), la Vismara (operativa), i F.lli Beretta (operativa), la Riello (in fase di chiusura), la File
Leuci (da poco chiusa); hanno invece cessato l’attività da diversi anni: la A. Badoni (chiusa
nel 1993), uno dei due poli dell’acciaieria e ferriera Caleotto( precisamente la sede dove
attualmente c’è il Centro Commerciale Meridiana, chiusa negli anni 90’, mentre l’altra è la
Lucchini).
Con la seconda metà del Novecento si apre un periodo di crisi per le grandi industrie e anche
Lecco ne subisce le conseguenze con la chiusura di alcune delle acciaierie e ferriere più
importanti del territorio.
La crisi della grande industria porta la città a porre maggiore attenzione su altri mercati,
aumentano così gli investimenti nel settore terziario e parallelamente l’edilizia acquisisce un
peso più significativo sul mercato della provincia.
Esempio emblematico di investimento nel terzo settore è la nascita del Centro Commerciale
Meridiana a seguito della chiusura dell’acciaieria e ferriera Caleotto, progetto presentatosi
come importante opera di riqualificazione della città, un punto strategico di connessione tra
centro e periferia. La struttura è stata progettata dall’architetto Renzo Piano, che ha previsto
oltre a 54 negozi e un grande ipermercato anche la presenza di numerosi uffici nella
struttura sovrastante.
L’evento “Meridiana” diventa un simbolo del processo di deindustrializzazione che ha
investito la città di Lecco trasformando il suo stesso territorio. L’aspetto più evidente di
questo cambiamento è la progressiva riduzione del peso dell’industria nell’economia e la
crescita del settore terziario, inoltre non solo le industrie sono diminuite rispetto al passato
ma anche la loro ubicazione è cambiata, i siti produttivi più vicini al centro sono stati
abbandonati per spostarsi nei comuni del territorio.
La più grande realtà produttiva della provincia di Lecco è la Roda Acciai S.p.A., fondata nel
1956 nel comune di Pusiano, in provincia di Como, e trasferitasi nel comune lecchese di
Bosisio Parini nel 1969.
Attualmente l’economia di Lecco si basa principalmente sulle attività commerciali e
sull’industria metalmeccanica, siderurgica ed elettrotecnica, sebbene queste ultime non
siano state risparmiate dalla crisi economica ed alcune aziende ricorrano agli ammortizzatori
sociali.
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Il protrarsi della crisi economica sta già avendo effetti negativi a diversi livelli dell’economia
del territorio, parallelamente alle grandi industrie anche le piccole realtà artigiane (la cui
attività è spesso connessa alla filiera produttiva delle imprese più grandi) ne subiscono le
conseguenze. La crisi persistente delle grandi industrie ha avuto, quindi, conseguenze
negative anche sui distretti, filiere produttive e contratti di subfornitura costituiti con le
aziende artigiane.
La forte identità economica del territorio, storicamente caratterizzata dalle attività
manifatturiere, era cresciuta e si era consolidata su una cultura industriale e operaista (oggi
fortemente impoverita per effetto della crisi) che aveva posto in secondo piano un’identità
socio-culturale pure presente ma estranea al circuito della produzione industriale. Tale
identità, cresciuta e consolidata nel corso degli anni in modo meno visibile ma non per
questo meno importante per la comunità lecchese, la troviamo nel settore del turismo che,
sebbene offra notevoli opportunità, non è ancora pienamente valorizzato, si pensi alla
ristretta dotazione di infrastrutture, in particolare stradali e ferroviarie, che sicuramente
penalizza il territorio in termini di attrattività. Più dinamico è invece il settore dei servizi che
ha contribuito ad innalzare i livelli di occupazione, soprattutto per il genere femminile.
La crisi ha colpito il sistema economico della provincia su più fronti, coinvolgendo settori
produttivi differenti; al fine di definire gli effetti reali della crisi sull’economia del territorio si
è analizzato il numero di imprese attive per ogni settore dal 2011 al 2013, viene presentato a
sostegno il grafico 5.
Grafico 5 - Imprese attive per settore
Edilizia
838
Servizi
14388
775
746
14386
14415
2011
Industria
8954
8762
8616
2012
2013 parziale
Agricoltura
1155
1164
1143
(Fonte: Dati CCIAA Lecco, Casse Edile CO/LC; elaborazione personale)
L’obiettivo di questa analisi non è la comparazione in termini assoluti dei diversi settori
economici, bensì relativi, fatto 100 l’intervallo dati di riferimento per ogni indicatore, si
vuole mettere in evidenza la tendenza che si verifica all’interno di ognuno di essi. Dai valori
emerge una tendenza negativa nel settore dell’edilizia, dell’industria e dell’agricoltura, è
importante considerare che i dati riferiti al 2013 sono parziali, quindi soggetti a variazioni,
fermandosi al 2012 la situazione rimane invariata sia per l’edilizia che per l’industria, cambia
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invece per l’agricoltura che tra il 2011 e i 2012 registra un incremento. Il settore dei servizi è
l’unico che riporta un segno positivo costante.
L’industria e l’edilizia sembrano i settori più colpiti dalla crisi, le conseguenze non solo si
ripercuotono sulle imprese, ma, in modo significativo, anche sui lavoratori alle loro
dipendenze. Di seguito viene presentato un grafico che descrive il trend degli addetti
dipendenti nelle imprese della provincia di Lecco, tra il 2007 e Marzo 2013, con un focus
sulle diverse tipologie di impresa, più precisamente si distinguono i dipendenti dell’industria,
delle costruzioni e dei servizi (dati Istat, valori assoluti). Questi dati sono utili per misurare il
livello della crisi dei singoli settori economici dal punto di vista dei lavoratori.
Grafico 6 - Addetti dipendenti nelle imprese
(Fonte: Dati CCIAA Lecco, Casse Edile CO/LC; elaborazione personale)
Dal grafico si rileva una costante flessione negativa nel settore dell’industria e delle
costruzioni, nel primo caso se nel 2007 il numero di dipendenti era 45681 nel 2012
diventano 40915 e a Marzo del 2013 scendono a 40707. Per quanto riguarda il settore delle
costruzioni si rileva la stessa tendenza negativa, nel 2007 si individuano 6871 dipendenti che
nel 2012 scendono a 5953, tendenza che si riconferma anche per i primi tre mesi del 2013 in
cui si registrano 5825 lavoratori.
Il settore dei servizi sembra il meno colpito dalla crisi occupazionale, tanto da riportare un
trend positivo costante, il numero di dipendenti nell’anno 2007, 28693, sale a 30210 nel
2012, per poi scendere nei primi tre mesi del 2013 a 29767, dato che comunque supera i
valori rilevati dal 2007 al 2010. Per quanto non di stretta pertinenza della presente ricerca si
sottolinea che gran parte degli occupati nel settore dei servizi ha contratti di lavoro precari e
spesso part-time.
Altro aspetto che merita di essere indagato, all’interno dello scenario della crisi economica
sul territorio di Lecco, è il tasso di disoccupazione, conseguenza diretta della contrazione del
numero di imprese e di lavoratori dipendenti. Se fino al 2005 il tasso di disoccupazione
lecchese si manteneva basso (nei limiti del fisiologico), negli ultimi quattro anni si sono
raggiunti livelli molto alti e decisamente inediti per la provincia lecchese. Proprio in merito
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all’andamento del tasso di disoccupazione sul territorio della Provincia di Lecco è necessario
fare delle considerazioni più approfondite. Di seguito il grafico 7, che illustra questa
tendenza (dati Istat %).
Grafico 7 - Tasso di disoccupazione (%)
7,7
8
6,9
7
5,3
6
4,5
5
4
3
5,6
3,2
2,6
2
1
0
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
(Fonte: Dati CCIAA Lecco, Casse Edile CO/LC; elaborazione personale)
Dalla lettura del grafico emerge un andamento di forte crescita del tasso di disoccupazione,
in termini percentuali il dato che si registra nel 2007 (2,6%) si vede quasi triplicato nel 2013
(7,7%), c’è da precisare che quest’ultimo dato è parziale, quindi soggetto a variazioni.
Questa situazione mette in evidenza la diretta correlazione tra la crisi economica e i suoi
effetti occupazionali particolarmente nelle aziende di piccola-media dimensione.
Il dato esaminato non evidenzia un significativo - e negativo - fattore riconducibile alla
stabilizzazione, nel tempo, dello status di disoccupato (disoccupazione di lunga durata) di
una parte sempre maggiore di lavoratori che hanno perso il lavoro; fattore questo che in
assenza di una ripresa del ciclo economico/produttivo e di mirate politiche attive del lavoro,
rischia di produrre la lenta marginalizzazione di larghe fette di cittadini, andando così ad
incrementare la fascia di popolazione non attiva (inoccupati che non cercano più
un’occupazione).
La crisi economica condiziona inevitabilmente la quantità e la qualità dell’attività sindacale
che la rappresenta nei termini di seguito riportati; infatti, i dati delle categorie riferiti al 2012
che riguardano la qualità degli accordi sindacali rispecchiano questa situazione. Gli accordi
difensivi, per alcune categorie, sono diventati una parte molto rilevante del loro lavoro, il
caso più significativo si individua nella FIOM, categoria sindacale che svolge la sua attività
nelle aziende metalmeccaniche anche di media e grande dimensione.
Per capire meglio questa situazione viene presentato il Grafico 8, che descrive la
composizione degli accordi sindacali rispetto alla loro tipologia.
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Grafico 8 - Tipologia degli accordi sindacali
900
800
700
600
500
400
300
200
100
0
Premi Produttività
Cigo
Cigs
Cderoga
CDSolidarietà
Mobilità
Transazioni ex. 411
(Fonte: Dati Categorie CDL Lecco; elaborazione personale)
Osservando il Grafico 8 prima di tutto si nota che solo alcune categorie riportano risultati su
tutti i tipi di accordi sindacali, più precisamente FIOM, FILCTEM, FILLEA, SLC e FLAI.
Gli accordi difensivi 1(collettivi o riferiti ad interventi volti alla tutela individuale - anche in
costanza del rapporto di lavoro) prevalgono in quasi tutte le categorie, ad eccezione della FP
e della SLC, questo significa che sempre più spesso i sindacalisti si trovano a trattare con
aziende in crisi, che talvolta rischiano anche la chiusura. In molte circostanze, gli stessi
sindacalisti, sono inoltre costretti ad intervenire per risolvere contenziosi aperti tra singoli
lavoratori e datori di lavoro (pubblici o privati), determinando così un significativo
incremento degli interventi ex art. 411 CPC.
In una situazione di crisi non stupisce che diminuiscano le aziende con bilanci positivi, o
comunque con margini di profitto tali da permettere l’avvio di trattative finalizzate a
stipulare accordi di tipo acquisitivo (di miglioramento delle condizioni di lavoro).
Anche nella categoria FILCTEM dove gli accordi c.d. acquisitivi registrano i valori più alti,
prevalgano tuttavia gli accordi difensivi.
Rispetto alla categoria FILLEA è importante precisare che in aggiunta alla contrattazione di
secondo livello - che la categoria promuove nelle grandi aziende o impianti di settore - la
categoria promuove una Contrattazione Provinciale del settore Edile (contrattazione di
secondo livello a tutti gli effetti); ad oggi il Contratto provinciale Edile interessa oltre 4000
lavoratori sparsi nelle centinaia di micro aziende e cantieri del settore.
1
Rispetto alle Transazione ex art. 411 CPC è da fare una specifica, la gestione di questo tipo di
accordo individuale è strettamente collegata alle scelte politiche adottate da ogni categoria
sindacale.
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I giovani sembrano essere i più colpiti dalla crisi e dal conseguente calo della produzione
che non consente alle imprese di integrare o assumere nuovo personale. Non è un caso che
il tasso di disoccupazione giovanile sia passato dal 9,4% del 2008 al 20,9% del 2010, con una
tendenza verso il 26% nel 2012.
I dati Istat (Indagine Forze di Lavoro), all’interno di un’analisi che mette in comparazione le
province lombarde in termini di tasso occupazionale, collocano Lecco in una posizione
intermedia, più precisamente nel 2012 Lecco aveva un tasso di occupazione (64,3%)
inferiore a quello di cinque province (Varese, Como, Milano, Cremona, Monza), e superiore
a quello di sei province (Sondrio, Bergamo, Brescia, Pavia, Mantova, Lodi).
3.5 Territorio, Camera del Lavoro e Partecipazione
La Camera del lavoro di Lecco ha una forte connotazione territoriale, definiti alcuni elementi
chiave che caratterizzano la provincia di Lecco, quindi morfologia, demografia ed economia,
è possibile approfondire un aspetto molto importante nella definizione di un organizzazione
di questo tipo, ovvero il suo rapporto con il territorio. I risultati del suo operato diventano
tangibili nei contesti locali e la popolazione ne è porta voce, uno degli indicatori che
permette di valutare questo rapporto è il dato di tesseramento, qui considerato non già nel
rapporto tra iscritti alla CGIL e lavoratori impiegati nelle imprese bensì nel rapporto tra
popolazione (suddivisa per partizioni in ordine di età anagrafica) e adesione alla CGIL
territoriale. Tale indicatore è senz’altro il più sensibile ed oggettivo di cui si disponga (non a
caso un indicatore analogo: rapporto tra lavoratori di un’impresa/categoria e iscritti al
sindacato nella stessa impresa/categoria è preso, unitamente al numero di voti ottenuti
dalla stessa sigla sindacale in occasione delle elezioni delle Rappresentanze Sindacali
Unitarie - RSU - quale rilevatore del livello di rappresentatività del sindacato).
La rappresentanza sindacale, infatti, non è mai astratta o presunta, per questo misurarla
significa riconoscerne la concretezza, visibile nell’esperienza quotidiana che i soggetti sociali
mettono in campo nell’incessante bisogno di modificare i rapporti di forza interni alla
dialettica sociale e, per questa via tratteggiare il profilo della loro visione di società
muovendo, nel caso della CGIL, dalla soggettività del lavoro. Questo comporta, come si
vedrà più avanti, un costante processo di autorganizzazione delle proprie attività, in un
rapporto dinamico con il lavoro che si intende rappresentare.
Ciò detto, la misurazione della rappresentanza attraverso il dato associativo non può
comunque ritenersi esaustivo al fine di avere una percezione esatta del rapporto tra cittadini
e Camera del Lavoro. Infatti, chi opera quotidianamente all’interno delle Sedi della CGIL
incrocia un flusso costante di cittadini, lavoratori e pensionati, che si rivolgono alle categorie
e ai servizi anche solo per avere prime informazioni utili, su fatti di argomento sindacale che
li coinvolgono, senza che ciò comporti la necessaria iscrizione alla CGIL (su questo punto la
differenza sostanziale tra Sindacato dei Lavoratori quale è e resta la CGIL e il Sindacato degli
Associati o dei Cittadini).
La rappresentanza sindacale prende corpo nei risultati del tesseramento, per questo è
importante aprire una parentesi sulle dinamiche che hanno caratterizzato il tesseramento
negli ultimi dieci anni, considerando i dati dal 2003 al 2013, quindi il numero di lavoratori,
disoccupati e pensionati iscritti alle rispettive categorie sindacali. Di seguito si presenta il
Grafico 9, che riporta, in valori assoluti, i tesserati per ogni categoria sindacale.
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Grafico 9 - Tesseramento categorie sindacali 2003-2013
50.000
45.000
SPI
DISOCCUPATI
40.000
NIDIL
35.000
FP
FLC
30.000
FISAC
FILCAMS
25.000
FILT
20.000
FLAI
FILLEA
15.000
SLC
10.000
FILTEA
FILCEM
5.000
FIOM
0
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
(Fonte: Dati CGIL Lecco; elaborazione personale)
Dal Grafico 8 emerge con chiarezza che la categoria sindacale che registra più tesserati in
tutti gli anni è lo SPI, segue FIOM, FILLEA, FP, FILCAMS e FILCTEM (FILCEM + FILTEA dal
2012). Le altre categorie presentano valori più bassi stabili o, in taluni casi, in sensibile
crescita negli anni. Nel complesso i valori registrano buoni margini di crescita, con un
incrementato esponenziale degli iscritti nel corso degli anni, dal 2002 - tot. tesserati 41.447 al 2013 - tot. tesserati 43.990 - si è verificato un incremento del 6%; nel 2013 si rileva
tuttavia una decrescita sul tesseramento degli attivi (18.110 nel 2012, 17.644 nel 2013) a
dimostrazione della diretta incidenza della crisi e conseguente riduzione della base
occupazionale sulla dinamica del dato associativo. Quest’ultimo aspetto, che può senz’altro
ritenersi valido nella generalità dei casi, non escluse tuttavia alcune specificità in ragione
delle quali, pur a fronte di una contrazione, anche significativa, degli occupati di un settore, il
dato associativo non viene compromesso (FLC).
Fa da parziale contraltare a questa tendenza divenendone l’effetto speculare l’incremento
del numero di tesserati disoccupati che è raddoppiato dal 2003 al 2013, significativo
l’incremento registrato nel passaggio dal 2012 al 2013.
Considerato il crescente peso che va assumendo il tesseramento sui disoccupati, viene fatto
un approfondimento sulle dinamiche che hanno caratterizzato in tale senso l’ultimo
decennio, di seguito il Grafico 10.
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Grafico 10 - Tesseramento della categoria Disoccupati dal 2002 al 2013
800
700
600
500
400
300
200
100
0
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
(Fonte: Dati CGIL Lecco; elaborazione personale)
Il grafico evidenzia una forte crescita nel 2013, dove il numero di tesserati disoccupati (738)
è quasi raddoppiato rispetto al 2002 (365). Sino al 2007 non si rilevano variazioni
significative, mentre dal 2008 i valori iniziano a crescere, si assiste ad una flessione negativa
tra il 2010 e il 2011, ma dal 2012 la crescita continua sino a raggiungere i livelli record del
2013. Questa situazione è perfettamente in linea con l’andamento del tasso di
disoccupazione degli ultimi anni (vedi Grafico 7) e spiega, almeno in parte, il calo dei
tesserati attivi verificatosi nel 2013.
Dai dati di tesseramento emerge un aspetto interessante, confermato dal report del 2013
che riguarda la percentuale di tesserati immigrati; tale dato ha un peso importante sul
totale degli iscritti attivi, mentre non ha incidenza sul tesseramento dei pensionati. Sul
totale degli iscritti attivi (17644) gli immigrati (2439) rappresentano il 13,8%, mentre sul
tesseramento dei disoccupati (tot. 718) sono il 39% (280). Di seguito il Grafico 11, che
descrive l’incidenza degli iscritti immigrati sul totale dei tesserati di quattro macro aree,
quali l’Agro-Industria, i Servizi, la Pubblica Amministrazione e i Disoccupati.
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Grafico 11 - Tesseramento della categoria Disoccupati dal 2002 al 2013
14000
12000
10000
8000
6000
4000
2000
0
Agro-Inustria
Servizi
Pub.Amm.
Disoccupati
Immigrati
(Fonte: Dati CGIL Lecco; elaborazione personale)
Dai dati presentati nel grafico si rileva una maggiore incidenza dei tesserati immigrati sul
totale degli iscritti nella macro area Agro-Industria e su quella dei Disoccupati, sebbene con
rapporti differenti. L’analisi della demografia urbana ha messo in luce che una parte
significativa dei residenti in Provincia di Lecco è straniera (8,1%), questo dato,
parallelamente ai risultati sul tesseramento, deve fare riflettere, anche rispetto le future
scelte politico-organizzative.
A partire dai dati sul tesseramento registrati dalla CGIL nel corso di questo decennio, è
interessanti mettere in rapporto la quota di tesserati sul totale della popolazione del
territorio della provincia di Lecco. Più precisamente, considerati i dati al 20122, viene messo
a confronto il numero dei tesserati lavoratori e disoccupati con la popolazione in età attiva
residente in provincia di Lecco compresa tra i 15 e i 64 anni, e il numero dei tesserati
pensionati con la popolazione con più di 65 anni.
Il totale degli iscritti lavoratori e disoccupati è di 18622, il numero di abitanti nella provincia
di Lecco che si collocano nella fascia tra i 15 e i 64 anni è 218299, il rapporto percentuale dei
tesserati CGIL (lavoratori e disoccupati) sul totale della popolazione attiva è dell’8,5%.
Per quanto riguarda il numero dei tesserati pensionati, si registrano 25606 iscrizioni, mentre
la popolazione residente in provincia di Lecco con più di 65 anni si costituisce da 68988
persone. La percentuale di tesserati pensionati sul totale della popolazione con più di 65
anni è del 37%, valore più alto rispetto al livello di tesseramento della popolazione in età
lavorativa.
Questa comparazione è chiaramente condizionata dalla variabile di confronto, ovvero la
numerosità della popolazione di età compresa fra 15 e 64 anni e quella con più di 65 anni,
rispettivamente di 218299 e 68988. Questo aspetto sicuramente influenza la lettura dei dati
ma non nasconde un marcato attaccamento da parte dei pensionati alla CGIL, aspetto che
viene confermato dai valori assoluti che descrivono una situazione in cui i tesserati
pensionati sono numericamente superiori rispetto ai tesserati lavoratori o percettori di
ammortizzatori sociali, rispettivamente 25606 e 18110.
2
In questa sezione di analisi si considerano i dati al 2012 in quanto si dispone dei dati di CISL e UIL
aggiornati a questa data; al fine di confrontare i dati dei tre sindacati è necessario che questi si
riferiscano al medesimo anno.
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Al fine di comprendere le dinamiche del tesseramento in CGIL in una logica di sistema
diventa particolarmente importante conoscere parallelamente anche i dati di tesseramento
delle altre due organizzazioni sindacali presenti sul territorio di Lecco, ovvero CISL e UIL. I
dati presi in considerazione si riferiscono al 2012 e anche in questo caso vengono messi in
rapporto alla popolazione in età attiva e pensionati.
I tesserati CISL in età attiva si quantificano in 16440, considerata la popolazione compresa
fra i 15 e i 64 anni (218299), il rapporto è del 7,5%, valore inferiore rispetto a quello rilevato
in CGIL.
Per quanto riguarda il livello di tesseramento dei pensionati in CISL si registrano 29460
adesioni, più precisamente sul totale della popolazione con più di 65 anni (68988) il 43% è
iscritto al sindacato, valore superiore a quello della CGIL.
Per quanto riguarda i tesserati UIL si individuano 5000 iscritti in età attiva, il rapporto
percentuale con la popolazione tra i 15 e i 64 anni è del 2%, mentre i tesserati pensionati
sono 3000, il 4% della popolazione con più di 65 anni.
Dalla comparazione dei dati sul tesseramento dei tre sindacati emerge che i valori registrati
da CGIL e CISL sono nettamente superiori a quelli della UIL. Più precisamente la CGIL risulta
essere più forte sul tesseramento della popolazione attiva, anche se i valori percentuali si
discostino di un solo punto, mentre la CISL è superiore sul tesseramento dei pensionati, in
questo caso la distanza percentuale è più definita.
Di seguito si riportano i Grafici 12 e 13 che illustrano la percentuale di tesserati dei tre
sindacati - CGIL, CISL, UIL - sul totale della popolazione, in età attiva e con più di 65 anni.
Grafico 12 - Rapporto tra popolazione in età attiva e tesserati CGIL, CISL, UIL
2%
8,5%
7,5%
82…
UIL
CGIL
CISL
pop. non tesserata
(Fonte: Dati CGIL Lecco, CISL Lecco, UIL Lecco; elaborazione personale)
25
16/2/2014
Grafico 13 - Rapporto tra popolazione pensionata e tesserati CGIL, CISL, UIL
4%
16%
37%
43%
UIL
CGIL
CISL
pop. non tesserata
(Fonte: Dati CGIL Lecco, CISL Lecco, Uil Lecco; elaborazione personale)
Nei due precedenti grafici è stato messo in rapporto il dato del tesseramento con due fasce
di popolazioni (tra 15-64 anni, con più di 65 anni); occorre avere sempre presente che
quando parliamo di popolazione in età attiva (Grafico 12) ricomprendiamo una popolazione
potenzialmente interessata da tutte le tipologie di rapporto di lavoro, e forme di
occupazione, previste dal nostro ordinamento legislativo e contrattuale, includendo, in tal
senso, oltre al classico contratto subordinato anche il parasubordinato, il lavoro autonomo,
ecc. Ciò significa che nel grafico vi sono fette di popolazione che svolgono lavori che non
rientrano direttamente nelle fasce di rappresentanza del sindacato.
Nel prossimo passaggio operativo si vuole mettere in rapporto il numero di tesserati attivi
con il numero di lavoratori dipendenti nella provincia di Lecco. In questo modo è possibile
esplorare con più precisione il livello di incidenza dei tesserati attivi CGIL sulla fetta di
popolazione effettivamente coinvolta.
Secondo i dati della CdL di Lecco aggiornati a Marzo 2013, i lavoratori dipendenti (nel settore
privato e pubblico) in provincia di Lecco sono 88.819, a partire da questo dato, considerato
che i tesserati attivi CGIL sono 18.617, si stima che il 21% dei lavoratori dipendenti è
tesserato CGIL. Per quanto riguarda il dato CISL, con 16.440 tesserati attivi, il rapporto è del
18,5%. Il dato della UIL a disposizione non è rappresentativo dei tesserati attivi, infatti, nei
5000 tesserati non pensionati sono comprese anche altre tipologie di tesseramento, per
questo motivo non verrà preso in considerazione.
Il rapporto complessivo tra tesserati ad un’organizzazione sindacatale (CGIL + CISL) e
lavoratori dipendenti della provincia è del 39%, al netto del dato UIL.
Di seguito, nel Grafico 14, viene illustrato il rapporto tra tesseramento dei lavoratori, in CGIL
e CISL, e popolazione occupata (lavoro dipendente) in provincia di Lecco.
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16/2/2014
Grafico 14 - Rapporto tra popolazione occupata e tesserati CGIL, CISL
18%
21%
61%
pop. non tesserata
CGIL
CISL
(Fonte: Dati CCIAA Lecco, Casse Edile CO/LC, FP; elaborazione personale)
Prendendo in considerazione i valori registrati dai due sindacati che si dividono la fetta più
grande dei tesserati sul territorio (CGIL e CISL), emerge un dato importante: Nel 2012 i
tesserati CGIL disoccupati sono 512, i tesserati CISL 178.
È importante precisare che il tesseramento dei disoccupati passa, prevalentemente (anche
se non in via esclusiva, giacché una parte di essi si iscrive per avere accesso a taluni servizi
con tariffe agevolate), attraverso la scelta fatta dagli stessi nella fase di compilazione della
domanda di disoccupazione, svolta dai Patronati.
Più in generale, i dati registrati dai Patronati (INCA, INAS, ITAL) e dalle ACLI della provincia
di Lecco, relativi al 2012, evidenziano una situazione di forte squilibrio, dove il 60%
dell’attività di Sostegno al reddito3 è svolta dal Patronato INCA (CGIL), segue il Patronato
INAS (CISL) con una percentuale del 20%, il Patronato ITAL (UIL) e le ACLI svolgono la
restante parte. È ipotizzabile che questi valori siano il risultato di diverse scelte politicoorganizzative sulla gestione delle pratiche di disoccupazione (ASPI, Mini ASPI) e mobilità.
In questa sede viene fatto un approfondimento sull’attività svolta dal Patronato INCA e si
cercherà di capire se esistano motivi oggettivi che spieghino questo dato.
3
Area di attività di Patronato che si compone dalle seguenti pratiche: Disoccupazione, Mobilità,
Assegni familiari, Congedi di Maternità e Parentali, Cure termali, Indennità di Malattia.
27
16/2/2014
3.6 La presenza dei servizi CGIL sul territorio
La presente analisi, come da premesse, si pone come obiettivo lo studio dei servizi della CdL
di Lecco a partire dalla caratterizzazione del territorio su più livelli, in questo paragrafo viene
riservata particolare attenzione alla presenza dei servizi sul territorio della provincia di
Lecco, in rapporto alla densità abitativa dei comuni. In questo modo si vuole capire se i
criteri adottati nelle scelte di decentramento dei servizi abbiano considerato la densità
abitativa che caratterizza i contesti locali entro i quali si trovano ad interagire i servizi.
Nella Carta tematica 2 vengono incrociate le due variabili di cui sopra, ovvero la densità di
popolazione dei comuni e la presenza dei servizi sul territorio. Il risultato di questa
operazione è molto interessante, l’ubicazione delle sedi principali (nelle quali vengono
garantite più apertura al pubblico) - indicate dai cerchi neri - si sovrappone ai comuni delle
prime due fasce per densità abitativa, ad eccezione di Mandello, nella terza fascia.
Per quanto riguarda invece le sedi in cui vengono garantite delle permanenze nei giorni
stabiliti - indicate dai cerchi bianchi all’interno - si nota la loro presenza nei comuni di
seconda e terza fascia per densità abitativa, solo tre si trovano in comuni di quarta, quinta e
sesta fascia. I comuni a bassa densità abitativa si trovano nell’area orientale del Lago e nella
Valsassina, l’assenza di sedi nei comuni limitrofi è sicuramente uno dei motivi che sostiene la
scelta di mantenere delle permanenze.
La scelta di essere presenti sul territorio con una struttura capillare risponde a più esigenze,
da un lato rivolgendosi ai cittadini con i loro bisogni, dall’altro cercando di essere
competitivi; rispetto a questo ultimo punto si pensi che essere assenti su territori in cui sono
presenti i competitor significa perdere una fetta di potenziali utenti. Per questi motivi è
importante e strategica la presenza sul territorio della CGIL, ruolo di particolare rilievo, in
questo senso, è rivestito dai volontari SPI, che aprono e gestiscono le sedi zonali, anche
quando non sono attivi i servizi.
28
16/2/2014
Carta tematica 2 - Densità abitativa e decentramento dei servizi
(Fonte: Su carta tematica di UNIONCAMERE, elaborazione personale con dati della CdL Lecco)
29
16/2/2014
3.7 Il costo del decentramento
Disporre di un sistema di servizi capillare, che risponda a criteri di efficacia ed efficienza, è il
risultato di scelte d’investimento. La CdL di Lecco, riconosciuta l’importanza si stare sul
territorio, ha investito sulle sedi zonali, con le modalità che vedremo di seguito.
Prima di tutto è importante distinguere tra sedi di proprietà e sedi in affitto, sono quattro
quelle di proprietà, più precisamente la sede di Calolziocorte, di proprietà dello SPI, la sede
di Costamasnaga di proprietà della CGIL e dello SPI (proprietari al 100% di unità immobiliari
separate), la sede di Oggiono, di proprietà della FIOM (50%), della CGIL (17%), dello SPI
(17%), della FILLEA (16%), e quella di Paderno di proprietà dello SPI.
Le restanti sedi hanno un canone di affitto, di cui sei sono onere esclusivo dello SPI,
(Ballabio, Casatenovo, Introbio, Olgiate, Olginate, Valmadrera), quattro della CGIL (Bellano,
Colico, Dervio, Mandello); per la sede di Merate è previsto l’onere della CGIL con addebito a
FIOM e SPI (dei 500 millesimi CGIL addebito di 63,65 a FIOM e 54,5 a SPI) e per quella di
Barzanò, le cui spese sono attualmente a carico del CSF, è in programma un passaggio con la
CGIL.
Le spese di Enel, riscaldamento, acqua, telefono, pulizie, assicurazione e Tarsu vengono
divise tra SPI e CGIL, ad eccezione della sede di Oggiono per cui intervengono anche le
categorie che detengono una % di proprietà.
La sede che rappresenta la fonte di costo maggiore è quella di Oggiono, seguono le sedi di
Calolziocorte, Merate, Casatenovo, Barzanò, Introbio e Mandello, le restanti registrano
spese più basse.
È importante fare una precisazione rispetto alla sede di Mandello, attualmente sita nel
palazzo comunale, in quanto è già stata definita una nuova ubicazione degli uffici, nella
medesima via ma in un edificio privato con spazi più ampi, da tenere in considerazione che
questo passaggio comporterà anche una variazione dei costi.
Lo scenario che emerge associa le spese più alte a tre sedi ministeriali, rispettivamente di
Oggiono, Calolziocorte e Merate.
Questo scenario risponde ad un modello organizzativo che ha in sé due fattori determinati:
Le scelte politiche ed ideologiche che hanno sostenuto il presidio del territorio e le risorse
economiche dedicate a questo fine, in rapporto ai più complessivi equilibri economici. Ogni
ipotesi di riorganizzazione deve tendere a sviluppare e mantenere un rapporto sinergico tra
componente politica (scelta della territorialità) e quella organizzativa/gestionale.
Tale ipotesi non può mai prescindere da un continuo monitoraggio e aggiornamento dei
modelli organizzativi e delle procedure interne ad ogni servizio, in funzione delle nuove
domande e degli eventi che tendono a modificare dall’interno i modelli organizzativi, più di
quanto non accada sulla scorta delle deliberazioni assunte dall’organizzazione nelle sedi
deputate/formali.
30
16/2/2014
4. Il Patronato INCA
Il Patronato INCA (Istituto Nazionale Confederale di Assistenza), nasce l’11 Febbraio del 1945
durante il I Congresso della CGIL, nel 1947 una Legge dello Stato italiano ha riconosciuto
ruolo e funzioni del Patronato, più precisamente ha conferito il compito di assistenza dei
lavoratori e non nel rispetto alla normativa italiana, comunitaria e internazionale in materia
di : previdenza , salute e benessere nei luoghi di lavoro, infortuni e malattie professionali,
prestazioni socio assistenziali e cittadinanza; con un nuovo Regolamento del 2008 sono stati
ampliati gli ambiti di azione. Attualmente l’INCA si presenta come il primo Patronato in Italia
e all’estero in termini di attività svolta, inoltre fa parte del Coordinamento patronati (Ce.Pa.)
- con Inas (CISL), Ital (UIL) e Acli - sede in cui vengono realizzate proposte per migliorare il
sistema previdenziale e di welfare, anche attraverso il confronto e la collaborazione degli
Istituti di previdenza pubblici italiani.
Il Patronato INCA è operativo sul territorio italiano ma anche nei Paesi in cui, attraverso il
fenomeno migratorio, si sono stabilizzate importanti comunità italiane (Austria, Belgio,
Croazia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Slovenia, Spagna, Svizzera, Svezia, negli altri
continenti, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Colombia, Perù, Stati Uniti, Uruguay e
Venezuela).
Negli ultimi anni sono nate altre sedi in Senegal, Tunisia e Marocco, considerato il costante
incremento dell’immigrazione da questi paesi in Italia.
4.1 Le attività di Patronato
I servizi erogati dal Patronato INCA sono volti a garantire assistenza ai lavoratori e non a
diversi livelli, per conoscerli meglio è importante definire in modo tecnico le sue attività,
quindi le macro aree tematiche che si costituiscono da diverse tipologie di pratiche. I
Patronati sono finanziati da uno specifico fondo di accantonamento degli enti di previdenza
e sottoposti per questo a ispezioni del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che
verifica ogni anno l’attività svolta e in base ad un “paniere” che identifica le pratiche
finanziabili (se di esito positivo) assegna un punteggio e determina “la quota” del fondo
Patronati; ciò non significa che nell’articolato paniere delle attività svolte tutte diano diritto
al riconoscimento di un finanziamento, come vedremo più avanti, infatti, una parte rilevante
del lavoro svolto dal Patronato, non produce ricavi economici determinando significative
criticità sul piano dell’equilibrio del conto economico.
Le macro aree che costituiscono l’attività di Patronato sono 10, di seguito vengono
presentate:
–
Le Pensioni sono pratiche finanziabili se di esito positivo, è possibile l’adesione al
sindacato con la firma sulla delega concomitante da parte del lavoratore. Questo
tipo di attività ha rappresentato storicamente la parte più importante e qualificante
del lavoro svolto dal Patronato.
–
Ricostituzioni e Supplementi sono attività ricollegabili alla prima, riguardano il
ricalcolo delle pensioni e l’aggiunta di contributi maturati dopo la decorrenza,
richiedono un’approfondita conoscenza della materia pensionistica e della
giurisprudenza in materia previdenziale che, nel tempo, è stata emanata e anche per
questo è attività finanziabile.
31
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–
La Verifica delle Posizioni Contributive riguarda il controllo dei contributi versati nel
corso della carriera lavorativa dell’assicurato, quindi la previsione della decorrenza
pensione, il suo importo, la verifica del corretto accredito figurativo, le
ricongiunzioni ed i riscatti, la possibilità di autorizzare ai versamenti volontari per il
raggiungimento del diritto a pensione, la richiesta di estratto conto certificativo.
Tutte queste pratiche non rientrano nell’attività finanziabile.
–
L’Area SPI si occupa del controllo degli indebiti pensionistici, delle domande di ratei,
della verifica degli importi delle pensioni, del cambio dell’ufficio pagatore e delle
ricostituzioni reddituali.
–
L’Invalidità civile rappresenta un altro settore di attività su cui il Patronato è
operativo, ovvero il riconoscimento della pensione o assegno di invalidità civile,
l’indennità di accompagnamento e di frequenza, il riconoscimento di handicap grave
ai sensi della L. 104/92 e del collocamento mirato si sensi della L. 68. Questa attività
se di esito positivo è finanziabile.
L’inabilità e l’assegno di invalidità lavorativa è attività finanziabile per il
riconoscimento ai lavoratori o ex lavoratori affetti da patologie gravi di un assegno
di invalidità, che permette di compensare la perdita economica per il mancato
guadagno e, nei casi più gravi, dell’inabilità ad ogni attività lavorativa. Queste
pratiche sono fatte in collaborazione con il medico legale.
–
Le pratiche di permessi per l’assistenza a disabili gravi, riconosciuti ai sensi della
L.104/92, sono inviate telematicamente all’INPS, per questo hanno una piccola
quota di finanziamento.
–
L’INAIL è un’attività su cui il Patronato investe particolare attenzione, al fine di
tutelare infortuni e malattie professionali; spesso vengono fatti approfondimenti sui
singoli casi segnalati per individuare spazi di intervento utili ad affermare un diritto e
rivendicarlo nelle sedi opportune. Per questo sono fondamentali le competenze
messe a disposizione da medici specialisti e legali specializzati nel settore.
Da oltre un anno questa attività viene svolta anche in collaborazione con lo Sportello
Tutela Penale degli Infortuni e Malattie Professionali, costituito per facilitare la
messa in comune delle conoscenze sui casi intercettati e favorire un costante
scambio tra l’area Politica e quella Tecnica.
Non tutta l’attività è finanziabile.
32
–
Area di attività in forte crescita è quella del Sostegno al reddito, costituita da
pratiche di Assegno sociale per l’impiego (ASPI), Mobilità, Assegni familiari, Congedi
di Maternità e Parentali, Cure termali, Indennità di Malattia. L’invio telematico di
queste istanze prevede una piccola quota di finanziamento, oltre alla possibilità, per
il disoccupato che usufruisce delle competenze offerte dallo Sportello Sostegno al
Reddito, di adesione al Sindacato attraverso la firma di delega sulle prestazioni di
ASPI/Mini ASPI e Mobilità.
–
L’area Migranti viene svolta da uno sportello specifico, si possono collocare
nell’attività finanziabile le pratiche di Richiesta e Rinnovo del Permesso di Soggiorno,
la Richiesta e l’Aggiornamento della Carta di Soggiorno e il Ricongiungimento.
Costituiscono invece attività non finanziabile le domande per il Test di Italiano e i
Decreti Flussi.
–
L’Assegno sociale è una pratica assistenziale che prevede per i cittadini italiani e i
lungo soggiornanti la possibilità di un sostegno al raggiungimento di un’età stabilita
per legge.
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4.2 La presenza del Patronato INCA nella Provincia di Lecco
Gli uffici di Patronato INCA operativi sul territorio lecchese hanno la loro sede centrale nella
Camera del lavoro di Lecco, in Via Besonda 11, con un orario di apertura al pubblico che
garantisce la copertura al mattino e al pomeriggio (vedi tabella a). Altre 14 permanenze
sono a garantire il servizio sul territorio della provincia, più precisamente i comuni in cui è
presente l’attività di Patronato sono: Barzanò, Mandello, Merate, Calolziocorte, Casatenovo,
Oggiono, Valmadrera, Costa Masnaga, Olginate, Colico, Bellano, Introbio, Olgiate Molgora,
Paderno d’Adda.
Di seguito la tabella che presenta una descrizione delle 15 sedi di Patronato della Provincia
di Lecco rispetto l’indicatore “Orario di apertura al pubblico”. Le prime 6 sono riconosciute
come sedi ministeriali, fatta eccezione per Barzanò che è una permanenza del comprensorio
di Merate. A partire dal primo Gennaio del 2014 è stata aperta una nuova sede ministeriale
a Costa Masnaga, considerata la recente istituzione di questa sede non può essere oggetto
di analisi di stati storici.
È da specificare che alcune sedi zonali oltre agli orari di apertura al pubblico prevedono la
possibilità di ricevimento su appuntamento.
Tabella a - Permanenze delle sedi di Patronato INCA
Sede
Indirizzo
Orari di apertura
Giorni di apertura
Mattino Pomeriggio
8.30-12.00
8.30-12.30
Lecco
8.30-12.30
9.00-12.00
Barzanò
Via dei Mille, 33 9.00-12.00
(Comprensorio di Merate)
Merate
Via Giotto, 6/8
9.00-12.00
Mandello
Via Dante, 47
9.00-12.00
Calolziocorte
Via F.lli Calvi, 14 9.00-12.00
Oggiono
Via Lazzaretto, 44 8.45 -12.00
Costa Masnaga
Via Di Vittorio
9.00-12.00
Casatenovo
Via Castelbarco, 2 9.00-12.00
Valmadrera
Via Roma
Olginate
P.za D’Adda, 10
Colico
Via Cipollina, 4
Bellano
Via Manzoni, 11 8.30-11.30
Introbio
Via Alla Filanda, 2 10.30-12.00
9.00-12.00
Olgiate Molgora
Via Roma, 15
Paderno d’Adda
Via Al Ponte, 2
9.00-12.00
Via Besonda, 11
15.30-18.30
13.30-16-00
15.30-18.30
14.30-18.30
15.30-18.30
14.30-18.30
14.30-18.00
14.30-17.30
15.30-18.30
14.30-18.00
15.30-18.30
15.00-18.00
14.00-18.00
15.00-18.00
14.30-18.15
-
Mar. /Mer. / Ven.
Lunedì
Giovedì
Sabato
Mar. / Giov.
Giovedì
Mar./Mer.
Lunedì
Giov. / Ven.
Martedì
Lun. / Giov.
Mercoledì
Lun./Ven.
Mercoledì
Lunedì
Martedì
Venerdì
Giovedì
Venerdì
Mercoledì
Mercoledì
Venerdì
Lunedì
Giovedì
Giovedì
33
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Dai dati in tabella emerge che la sede di Lecco ha un’apertura di più ore al pubblico rispetto
le sedi zonali, questo per il regolamento dei Patronati INCA che prevede infatti per le sedi
provinciali un’apertura al pubblico di almeno 30 ore, mentre per le sedi zonali 10. Il servizio
viene garantito sia la mattina che il pomeriggio, ad eccezione del Giovedì, giornata in cui è
prevista al mattino l’apertura di due sportelli liberi e uno su appuntamento, mentre nel
pomeriggio l’ufficio rimane chiuso al pubblico. L’apertura del Sabato mattina è prevista solo
per la sede provinciale, che garantisce la presenza di un operatore.
Le sedi zonali dispongono di uno sportello, tuttavia il nuovo modello organizzativo ha
portato delle modifiche che prevedono la presenza, nelle sedi a maggiore flusso di utenza, di
più sportelli aperti, più precisamente le sedi coinvolte sono quelle di Oggiono, Calolziocorte
e Merate.
Le rimanenti 8 sedi prevedono la presenza di un operatore non più di 2 volte la settimana e
sono definite “permanenze”.
Oltre alle 15 sedi presentate nella tabella precedente, ci sono 42 recapiti che garantiscono la
fruizione di alcuni servizi, da intendersi come informazioni orientative. Di questi 42 recapiti
uno si trova all’interno di una realtà industriale del territorio, quale la Rodacciai, importante
aziende della provincia di Lecco.
Di seguito la tabella b che presenta i recapiti di Patronato nei comuni della provincia.
Tabella b - Recapiti di Patronato Recapiti
Comune
Indirizzo
Orari
Giorni
ANNONE BRIANZA
Municipio via S. Antonio,4
9,30-10,30
1°-3° Mercoledì
BALLABIO
Sede sindacale p.za Mazzini, 55
10,00-12,00
Venerdì
BARZAGO
Municipio
17,00-18,00
Giovedì
BARZIO
Palazzo Manzoni via Manzoni
11,00-12,00
1°-3° Giovedì
BOSISIO PARINI
Municipio via Parini
17,00-18,00
1°-3° Mercoledì
BRIVIO
Municipio via V.Emanuele,12
11,00-11,30
Giovedì
BULCIAGO
Centro La Terza Età p.za A. Moro
15,30-16,30
Giovedì
CASSAGO B. ZA
Municipio p.za Trento e Trieste
14,30-15,30
Giovedì
CASTELLO BRIANZA
Municipio via Dante,1
11,30-12,00
1°-3° Mercoledì
CERNUSCO LOM.
Municipio via Lecco,36
10,00-10,45
Giovedì
CORTENOVA
Municipio p.za Umberto I,5
14,30-15,30
2°-4° Giovedì
CREMELLA
Municipio p.za Don S. Colombo,1
14,00-14,30
Giovedì
CREMENO
Municipio via XXV Aprile
14,30-15,30
1°-3° Giovedì
DERVIO
Sede U.S. Derviese via Martiri,11
13,30-17,00
Giovedì
34
DOLZAGO
Municipio via Corsica,16
10,30-11,30
1°-3° Mercoledì
ESINO LARIO
Municipio P.za Ing. P. Pensa 4
10,30-12,00
1°Venerdì
GALBIATE
Auditorium via I Maggio,3
9,00-10,00
Lunedì
INTROZZO
Pizzeria "Piccolo Fiore"
10,00-10,25
3° Venerdì del mese
LIERNA
Municipio
10,30-11,30
1°-3° Martedì
LOMAGNA
Centro sociale via Limonta, 7
14,30-15,15
Martedì
MARGNO
Municipio
11,00-12,00
2°-4° Giovedì
MISSAGLIA
Municipio via Merlini,2
10,30-11,30
Mercoledì
MONTICELLO
Casa di Riposo via Sirtori
9,30-10,30
Mercoledì
NIBIONNO
Municipio p.za Caduti,2
15,00-16,00
1°-3° Mercoledì
OSNAGO
Municipio via Rimembranze
9,00-10,00
Giovedì
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PASTURO
Municipio p.za V. Veneto
10,00-11,00
2°-4°Venerdì
PERLEDO
Municipio
9,00-10,00
2°-4° Martedì
PREMANA
Municipio via V.Emanuele,5
09,00-10,00
2°-4°Venerdì
ROBBIATE
Villa Concordia
17,00-17,30
Martedì
ROGENO
Municipio p.za Martiri Libertà
16,00-17,00
1°-3° Mercoledì
SIRONE
Municipio p.za Don Brioschi,13
10,30-11,30
Lunedì
SUEGLIO
Bar Sùej Via Ai Monti 1
9,30-10,00
3° Venerdì del mese
TACENO
Municipio
9,00-10,00
1°-3° Venerdì
TREMENICO
Municipio via Roma,4
10,30-11,30
3° Venerdì del mese
VARENNA
Municipio
10,00-10,45
2°-4° Martedì
VENDROGNO
Municipio via Casanova,1
9,30-10,30
Ultimo Martedì del mese
VERDERIO INF.
Municipio via Tre Rè,2
15,30-16,15
Martedì
VERDERIO SUP
Municipio viale Rimembranze, 2
16,15-16,45
Martedì
VESTRENO
Ristorante Valvarrone
9,00-9,25
3° Venerdì del mese
RODAACCIAI
Azienda
13,30-14,30
2°-4° Mercoledì
4.3 Le risorse umane del Patronato INCA: ruoli e tempi di lavoro
Fatta chiarezza sulle presenza del Patronato nel territorio della provincia di Lecco, diventa
importante conoscere più da vicino il complesso sistema di risorse umane che costituisce
l’apparato INCA, quindi le tipologie contrattuali del personale e la distribuzione dei tempi di
lavoro all’interno di una settimana tipo. In questo modo è possibile mappare, all’interno di
un quadro lavorativo settimanale, la presenza e i ruoli delle risorse umane.
E’ importante fare due premesse, la prima che il tempo di lavoro di cui dispone ogni
operatore non si esaurisce nell’attività di front-office allo sportello, bensì comprende anche
momenti di lavoro in back-office, la seconda che non necessariamente l’orario di lavoro di
un operatore si struttura all’interno di un’unica sede, è infatti possibile che l’attività venga
svolta su diverse zone.
I contratti attivi sulle risorse umane operative nella sede provinciale sono cinque, nel
dettaglio due contratti a tempo pieno e indeterminato di 38h, un tempo parziale di 24h
indeterminato, un tempo parziale di 36h determinato, un tempo parziale di 4h determinato,
a questi contratti si aggiungono due collaborazioni, rispettivamente di 12h e 8h. Per quanto
riguarda i contratti delle risorse umane operative sulle sedi zonali si registrano 4 tempi pieni
e indeterminati di 38h, 3 tempi parziali indeterminati, rispettivamente di 25h, 27h e 28,30h,
un tempo parziale di 16h determinato.
Soffermandosi sulla sede provinciale, oltre ai contratti attivi delle risorse umane assunte
CGIL e le due collaborazioni sono operativi due volontari. Un volontario svolge l’attività di
front-office nell’area del Sostegno al reddito per 16h settimanali, una volontaria svolge
attività di back-office come rinforzo al lavoro d’ufficio per 8h settimanali, altri cinque
volontari SPI sono presenti nell’area INCA e gestiscono a turnazione il punto accoglienza,
svolgendo la funzione di filtro delle persone in entrata.
Per fare maggiore chiarezza viene illustrato nella Tabella c il rapporto tra numero di
operatori, giorni settimanali e fasce orarie nella sede di Lecco; non viene inserita la
referente dell’ufficio migrazione, in quanto ha una gestione autonoma.
35
16/2/2014
Di seguito le risorse umane che operano all’interno del Patronato, distinte per colori:
–
–
–
–
–
Assunti CGIL
Volontario SPI che si occupa dello sportello del Sostegno al reddito
Volontaria SPI che opera nel back-office con la funzione di sostegno e rinforzo delle
attività di patronato richieste
Collaboratrice SPI che si occupa delle attività inerenti al Pubblico Impiego, sia allo
sportello su appuntamento che in di back-office
Collaboratrice SPI che opera nel back-office, si occupa prevalentemente della
chiusura delle pratiche
Tabella c - Presenza oraria degli operatori
h / gg
Lun.
Mar.
Mer.
Giov.
Ven.
Sab.
8.30 - 12.30
4-1
4-1
3-1
4-1
5
1
14.30 - 18.30
2
4-1-1-1
2
3-1-1-1
3-1
/
E’ importante precisare che l’orario di lavoro di due operatori non si svolge interamente
nella sede provinciale, più precisamente un operatore il Martedì pomeriggio e il Mercoledì
opera sulla sede di Merate; un altro operatore è presente una volta al mese nel comune di
Esino e due volte al mese in quello di Ballabio. Tutti i Martedì mattina un operatore di Lecco
e uno delle zone (a turno) si recano all’INPS di Lecco per la consegna e verifica delle
pratiche, la stessa cosa avviene per la sede INPS di Merate, in cui si reca un operatore della
sede zonale di Merate il Mercoledì.
Dai dati in tabella si nota come la fascia oraria della mattina sia caratterizzata in media dalla
presenza di più personale, viene così garantita l’apertura di più sportelli. Al pomeriggio
invece sono due gli sportelli che ricevono l’utenza senza appuntamento e per due volte la
settimana, il Martedì e il Giovedì pomeriggio, un operatore INCA e un collaboratore si
occupano degli appuntamenti con l’utenza del Pubblico impiego.
Ogni operatore dispone nell’arco della settimana di almeno una mezza giornata in cui
lavorare in back-office. A turnazione settimanale ogni operatore riceve la mattina su
appuntamento.
Anche le risorse umane operative sulle sedi zonali possono svolgere la loro attività in più
uffici, ne sono un esempio i due operatori rispettivamente referenti della sede di Mandello
e Costa Masnaga, il primo segue anche tutta l’area del Lario (Bellano, Dervio, Colico) e la
Valsassina (Introbio), il secondo la sede di Casatenovo e di Valmadrera. Inoltre, ci sono altri
tre operatori che svolgono il proprio lavoro su diverse sedi, con contratti a tempo
indeterminato rispettivamente di 25 h, 38 h e 28,30 h settimanali. Il primo è operativo sia
nella sede di Oggiono che di Calolziocorte, il secondo - responsabile della sede di
Calolziocorte - ha avuto una modifica temporanea che prevede la sua presenza per due
mezze giornate a settimana nella sede centrale, il terzo lavora nella sede di Barzanò e
rinforza lo sportello di Merate alcune mezze giornate della settimana.
L’organizzazione degli orari di apertura al pubblico viene pianificata per la sede provinciale
dal direttore attraverso un planning plurisettimanale che alterna gli sportelli, gli
appuntamenti ed i back-office, in base alle competenze e le mansioni affidate. Nelle sedi
36
16/2/2014
zonali l’orario di apertura è concordato tra il direttore e gli operatori, in base alle esigenze
specifiche delle singole zone.
4.4 Attività a confronto
Definite le tipologie di attività svolte negli uffici di Patronato è possibile compiere un
passaggio importante, che prevede l’analisi quantitativa delle pratiche attive in ogni sede. Di
seguito la tabella d (in valori assoluti) e il Grafico 15 (in valori percentuali) descrivono gli
accessi nell’anno 2012.
Tabella d / Grafico 15 - Quantificazione attività di Patronato per ogni sede
Lecco
Sede
Anno 2012
n. accesso
9779
Merate
4001
Oggiono
2172
Barzanò
1917
Mandello
1520
Calolziocorte
1173
Tot. 20.562
7%
6%
9%
48%
Lecco
Merate
Oggiono
11%
Barzanò
19%
Mandello
Calolziocorte
(Fonte: Dati INCA-CGIL Lecco; elaborazione personale)
La sede di Lecco registra il numero di accessi più alto, dato prevedibile dal momento in cui,
come sede centrale, dispone di più operatori e ha maggiori aperture settimanali compreso il
Sabato mattina. Segue Merate, con un numero di accessi considerevole, le altre sedi
riportano valori inferiori e in ordine si trovano Oggiono, Barzanò, Mandello e infine
Calolziocorte.
È importante specificare che il numero di accessi non ha sempre una corrispondenza con il
numero di pratiche, è frequente che un utente possa essere visto più volte per una pratica.
Fatta chiarezza sulla definizione tecnica e in termini quantitativi delle attività di Patronato è
possibile, attraverso il sostegno dei dati statistici, condurre un’analisi sulla frequenza con cui
ogni tipologia di attività, in termini macro, è stata svolta dal Patronato di Lecco. Sono stati
37
16/2/2014
considerati i risultati annuali dal 2010 al 2012, in modo da poter tracciare andamenti positivi
o negativi nel corso del tempo.
Di seguito la Tabella e ed il Grafico 16 presentano, in termini di valori assoluti, l’andamento
delle attività INPS nel corso del triennio, i dati sono stati forniti dal Patronato INCA di Lecco.
Tabella e - Attività INPS a confronto
Peso% Peso% Peso% Diff %
2010 2011 2012 Diff %
2012-11 2012 2011
2010 2011-12
INPS
PENSIONI
RICOSTITUZIONI E SUPPLEMENTI
AREA SPI
SOSTEGNO REDDITO
ASSISTENZA e Legge 104
INVALIDITA’ CIVILE
VERIFICA POSIZIONI CONTRIBUTI
1955
485
704
3663
436
2186
2720
1968
688
1934
4957
519
2540
3190
1536
454
1230
7243
631
2426
3262
-21,95
-34,01
-36,40
146,12
21,58
-4,49
2,26
7,47
2,21
5,98
35,22
3,07
11,80
15,86
9,86
3,45
9,69
24,84
2,60
12,73
15,99
12,70
4,57
23,80
2,83
14,20
17,67
-2,39
-1,24
-3,71
10,38
0,47
-0,93
-0,12
Grafico 16 - Attività INPS a confronto
8000
7000
6000
5000
PENSIONI
4000
RICOSTITUZIONI E
SUPPLEMENTI
AREA SPI
3000
SOSTEGNO REDDITO
2000
ASSISTENZA e Legge 104
INVALIDITA’ CIVILE
1000
0
2010
2011
2012
(Fonte: Dati INCA-CGIL Lecco; elaborazione personale)
Secondo i dati relativi al 2012 la tipologia di attività che ha registrato una maggiore
frequenza in tutte le 15 sedi di Patronato è quella del Sostegno al reddito, seguono in ordine
la Verifica della posizione contributiva, le Invalidità civili, le Pensioni, l’Area SPI, l’Assistenza e
L.104 e infine le Ricostituzioni e Supplementi. Unica eccezione per la sede di Mandello che
registra le Pensioni al quinto posto e l’Area SPI al quarto.
In questo quadro diventa importante aprire una parentesi per approfondire il dato del forte
aumento nell’area del Sostegno al reddito. Rispetto alle statistiche complessive si registra
una tendenza di forte crescita dal 2010 al 2012, le pratiche sono quasi raddoppiare nel corso
dei tre anni, andamento che si conferma in tutte le sedi di Patronato in provincia di Lecco.
38
16/2/2014
All’interno della macro area del Sostegno al reddito è interessante analizzare il livello di
influenza esercitato da ogni tipologia di attività sul totale.
Di seguito la Tabella f riporta i valori assoluti relativi al 2012 e al 2013 di Lecco per ogni
tipologia di attività (dati forniti dal Patronati INCA di Lecco).
Tabella f - Attività Sostegno al reddito a confronto
Attività
Val.ass. 2012
Gen. - Set.
28
Val.ass. 2013
Gen. - Set.
74
1390
1445
909
702
1
1
2230
2586
Indennità di disoccupazione ai lavoratori agricoli
39
38
Indennità di mobilità
184
326
Sussidio straordinario di disoccupazione
3
7
Prestazioni economiche per TBC
2
4
923
1111
Astensione anticipata per maternità
1
13
Controversie per maternità e malattia
33
27
Cure balneo-termali
26
24
Tot. 5769
Tot. 6358
Assegni al nucleo familiare ai pensionati per carichi
di lavoro sopravvenuti
Assegni al nucleo familiare ai lavoratori
Assegni al nucleo familiare
Assegni familiari ai lavoratori autonomi
Indennità di disoccupazione ai lavoratori non agricoli
Indennità per maternità
I dati presentati in tabella mettono in luce la tendenza da parte di alcune tipologie di
pratiche a prevalere, in termini numerici, sulle altre e a registrare, nella maggior parte dei
casi, una tendenza di crescita tra il 2012 e il 2013. Al fine di rendere più visibili le dinamiche
che caratterizzano la frequenza delle attività di Sostegno al reddito si propone il grafico 17.
39
16/2/2014
Grafico 17 - Attività di Sostegno al reddito a confronto
Cure balneo-termali
Controversie per maternità e malattia
Astensione anticipata per maternità
Indennità per maternità
Prestazioni economiche per TBC
Sussidio straordinario di disoccupazione
Indennità di mobilità
Indennità di disoccupazione ai lavoratori…
Indennità di disoccupazione ai lavoratori non…
Assegni familiari ai lavoratori autonomi
Assegni al nucleo familiare
Assegni al nucleo familiare ai lavoratori
Assegni al nucleo familiare ai pensionati per…
0
2013
500
1000
1500
2000
2500
3000
2012
(Fonte: Dati INCA-CGIL Lecco; elaborazione personale)
Dalla lettura del grafico emerge in modo chiaro che la tipologia ti attività con una frequenza
maggiore riguarda le pratiche di disoccupazione nel 2012, ASPI dal 2013, ai lavoratori non
agricoli, si nota inoltre una tendenza di crescita dal 2012 al 2013, più precisamente 356
pratiche in più. Seguono le pratiche di Assegni al nucleo familiare ai lavoratori, anche qui si
verifica un leggero incremento nel biennio, 55 pratiche in più nel 2013.
Al terzo posto l’attività inerente alle domande di maternità, in forte aumento, 188 pratiche
in più nel 2013 rispetto al 2012. Seguono le domande di Assegni al nucleo familiare (come
pagamenti diretti da parte dell’INPS), in questo caso si verifica un decremento nel biennio,
207 pratiche in meno nel 2013.
Sebbene le domande di Mobilità non siano numericamente prevalenti è significativo
l’incremento verificatosi nel passaggio dal 2012 al 2013, si contano infatti 142 pratiche in
più.
Tornando ai dati presentati nella tabella d.2, dove l’area del Sostegno al reddito registra la
maggiore frequenza, segue l’attività di Verifica posizioni contributi, con un andamento
positivo costante, sebbene nella sede centrale di Lecco si registri una leggera flessione tra il
2011 e il 2012.
Per quanto riguarda l’area delle Invalidità civili si verifica un incremento tra il 2010 e il 2011,
mentre si osserva un leggero decremento tra il 2011 e il 2012, ad eccezione della sede di
40
16/2/2014
Mandello che invece registra un segno positivo e Merate che riporta una situazione di
stabilità con una leggera crescita.
Rispetto alla tendenza delle attività pensionistiche si registra un segno negativo, ad
eccezione della sede di Calolziocorte che presenta una situazione stabile con una crescita
poco significativa.
Anche l’Area SPI riporta una tendenza negativa con una particolarità rilevante, tra il 2010 e il
2011 si assiste ad un incremento notevole delle pratiche attive in tutte le sedi di Patronato,
dato che cala in modo significativo tra il 2011 e il 2012.
L’attività di Assistenza e L.104 è in crescita costante in tutte le sedi, eccetto Calolziocorte,
che presenta una flessione negativa.
Infine, l’attività di Ricostituzioni e Supplementi registra segno negativo in tutte le sedi tra il
2011 e il 2012, mentre tra il 2010 e il 2011 si rileva una tendenza positiva, a eccezione di
Mandello, in cui decresce leggermente.
Parallelamente alle attività INPS ci sono altre tipologie di attività, più precisamente
riguardano rispettivamente l’area migrazione, INAIL e Pratiche varie, a tale riguardo viene
proposta la Tabella g, seguono anche i Grafici 18 e 19.
Tabella g - Attività (migranti, INAIL, varie) a confronto
2010 2011 2012 Diff %
2012-11
MIGRANTI
INAIL
VARIE
ATTIVITA’
FINANZIABILE
Peso %
2012
Peso %
2011
Peso %
2010
Diff %
2011-12
2513
2162
2361
9,20
11,48
10,83
16,33
0,65
ATTIVITA' NON
FINANZIABILE
41
1255
649
-48,29
3,16
6,29
0,27
-3,13
ATTIVITA'
FINANZIABILE
326
276
215
-22,10
1,05
1,38
2,12
-0,34
ATTIVITA' NON
FINANZIABILE
134
153
148
-3,27
0,72
0,77
0,87
-0,05
ATTIVITA' NON
FINANZIABILE
226
313
410
30,99
1,99
1,57
1,47
0,43
All’interno dell’area Migranti, si distingue l’attività finanziabile da quella non finanziabile, più
precisamente le attività non finanziabili riguardano i Test di lingua italiana (istituiti dal
09/12/2010), le Sanatorie e i Decreti Flussi. Dai dati emerge la prevalenza delle pratiche
finanziabili, questa situazione si conferma in tutto il triennio. Per quanto riguarda l’attività
non finanziabile nel passaggio dal 2010 al 2011 si verifica un forte incremento, seguito da un
calo nel 2012, questa situazione si spiega a partire dal Decreto Flussi del 2011, che ha
portato l’aumento esponenziale di questa tipologia di pratiche, mentre nel 2012, con la
Sanatoria, le pratiche non finanziabili sono state significative ma inferiori rispetto all’anno
precedente. Di seguito il Grafico 18, che restituisce visivamente le tendenze descritte dai
dati.
41
16/2/2014
Grafico 18 - Attività Migranti a confronto
3500
3000
2500
2000
1500
ATTIVITA' NON
FINANZIABILE
1000
ATTIVITA' FINANZIABILE
500
0
2010
2011
2012
(Fonte: Dati INCA-CGIL Lecco; elaborazione personale)
Per quanto riguarda l’area INAIL, in cui si ripresenta la distinzione tra attività finanziabile e
non, si verifica una tendenza negativa in entrambi i sensi, soprattutto su quello finanziabile,
infatti dal 2010 al 2012 si assiste ad un decremento significativo delle pratiche attive, mentre
per quanto riguarda l’area non finanziabile si verifica un incremento tra il 2010 e il 2011 che
però non si conferma nel passaggio al 2012.
La flessione negativa che caratterizza l’area INAIL in questo triennio è evidenziata dal Grafico
19.
Grafico 19 - Attività INAIL a confronto
500
450
400
350
300
250
200
150
100
50
0
ATTIVITA' NON
FINANZIABILE
ATTIVITA' FINANZIABILE
2010
2011
2012
(Fonte: Dati INCA-CGIL Lecco; elaborazione personale)
Infine, in merito alle attività varie, non finanziabili, si rileva una tendenza positiva costante
dal 2010 al 2012.
Rispetto alle pratiche di Sostegno al reddito, che hanno registrato in termini di valori assoluti
un’incidenza molto rilevante sul totale di pratiche attive, si è voluto mettere a confronto i
risultati ottenuti nella provincia di Lecco con le altre province della regione Lombardia. Non
viene fatta un’analisi di tutte le tipologie di pratiche dell’area Sostegno al reddito, in quanto
42
16/2/2014
non rappresenta l’obiettivo di questo studio, l’indicatore di riferimento è il numero di
pratiche attive di Aspi al 31/10/2013, in quanto è la variabile che ha registrato i livelli più alti
di frequenza.
Il raffronto tra le province lombarde deve essere letto in termini relativi, in quanto è
importante considerare la numerosità della popolazione sulla superfice territoriale della
provincia e la caratterizzazione economia del territorio. È tuttavia interessante evidenziare
l’andamento del tasso di disoccupazione, ben rappresentato dal numero di domande di Aspi
presentate, considerando province confinanti, con una popolazione di simile numerosità,
con mercati occupazionali differenti (ecc.).
Di seguito, attraverso il Grafico 20 (dati Inca/Cgil Lombardia), viene individuata questa
tendenza all’interno della regione Lombardia, con un focus particolare sulla posizione di
Lecco.
Dai dati emerge una situazione abbastanza variegata, non stupisce che le province con una
popolazione più numerosa, una grande estensione territoriale e una realtà economica
altamente industrializzata registrino un numero di pratiche Aspi maggiore, si pensi a Brescia,
Milano e Bergamo.
Lecco si trova all’undicesima posizione, preceduta da Pavia e seguita dalla Val Camonica; le
realtà confinanti quali Como, Bergamo, Monza Brianza e Sondrio registrano livelli più alti, il
dato inerente alle prime tre province non stupisce dal momento in cui la numerosità della
popolazione e l’estensione territoriale sono superiori rispetto ai valori di Lecco, inoltre si
caratterizzano per una forte realtà produttiva, messa a dura prova dalla crisi degli ultimi
anni. Il dato di Sondrio sembra essere all’apparenza meno spiegabile, dal momento in cui sia
per numerosità della popolazione che per estensione territoriale registra livelli inferiori a
Lecco. Il dato può essere spiegato dalla forte presenza di aziende di piccole e medie
dimensioni, senza dimenticare che una percentuale di abitanti va a lavorare nelle province
confinanti, tra cui Lecco e, perso il lavoro, è ipotizzabile che si rechino presso un Patronato
nella provincia di appartenenza del posto di lavoro.
43
16/2/2014
Grafico 20 - Pratiche attive di Aspi nelle province di Lombardia
8000
7000
6000
5000
4000
3000
2000
1000
0
(Fonte: Dati INCA-CGIL Lombardia Lecco; elaborazione personale)
4.5 Cause ed effetti
I risultati emersi dai dati che descrivono le attività di Patronato rispetto alla loro frequenza
(per ogni sede e totale) si inseriscono in un contesto più ampio rispetto alle dimensioni
contingenti coinvolte, per questo le cause non vanno ricercate unicamente nella storia del
territorio di riferimento. Il tipo di attività che in assoluto ha rilevato la maggiore frequenza,
ovvero il Sostegno al Reddito, è senza dubbio il caso più emblematico, non solo descrive una
tendenza che caratterizza il territorio lecchese, bensì diventa anche rappresentativo della
situazione del mercato occupazionale italiano odierno. È da premettere che questo tipo di
attività si costituisce per una parte significativa da domande di Disoccupazione (ASPI - Mini
ASPI - Ds Agricole) e Mobilità, circa 28284 pratiche aperte sul totale dell’area Sostegno al
Reddito, a partire da questo dato le affermazioni precedenti prendono corpo. Soffermandosi
proprio su questo aspetto è interessante fare una breve digressione rispetto alla situazione
nazionale del mercato occupazionale.
La crisi internazionale economica ha influenzato negativamente anche l’economia italiana, la
sua crescita, che si mantiene al di sotto della media europea, ha avuto forti ripercussioni
negative sul mondo del lavoro, ancora oggi afflitto dalla staticità dei mercati e dalla
disoccupazione, in particolare giovanile, che ha raggiunto livelli allarmanti. La precarietà e
inattività giovanile compromettono seriamente il futuro delle nuove generazioni che sempre
più spesso rimangono a vivere nella famiglia d’origine in quanto privi di reddito o con un
reddito esiguo e precario, investiti dal processo di “atipicizzazione” dei rapporti di lavoro
4
Verifica aperte al 16/09/2013: 2828, di cui 2475 Ds, ASPI, Mini ASPI, 38 Ds Agricole, 315 Mobilità.
Verifica aperte al 30/09/2012: 2453, di cui 2230 Ds, ASPI, Mini ASPI, 39 Ds Agricole, 184 Mobilità.
44
16/2/2014
sono stati privati delle certezze che avevano caratterizzato la realtà lavorativa delle
precedenti generazioni.
Nel 2009 e nel 2010 le statistiche ufficiali evidenziano una forte flessione negativa
dell’occupazione (- 380 mila nel 2009 e - 153 mila nel 2010), in una prima fase sono stati
coinvolti i lavori a tempo determinato per poi compromettere anche quelli a tempo
indeterminato dopo avere usufruito degli ammortizzatori sociali, quali contratti di solidarietà
e cassa integrazione. Questa tendenza viene sottolineata anche dai dati aggregati riferiti
all’intervallo di tempo compreso tra il 2008 e il 2010 (- 863 mila occupati, ovvero il 4%),
tuttavia se si considerano i lavoratori stranieri (appartenenti alla Comunità Europea e non) si
rileva un andamento positivo, guadagnando 330 unità (+ 18,9%), più precisamente nel 2008
rappresentavano il 7,5% dell’occupazione complessiva mentre nel 2010 il 9,1%.
Questo andamento del mercato occupazione ha ripercussioni anche sulla tipologia dei
contratti stipulati, le statistiche del 2011 evidenziano un orientamento verso lavori a
termine, mentre si assiste ad un calo dei contratti a tempo indeterminato. Il lavoro
temporaneo e differenti formule contrattuali come il lavoro a chiamata, Intermittente e a
progetto sembrano essere diventati, soprattutto nel settore terziario, una realtà consolidata.
E’ importante fare una precisazione rispetto ai dati statistici riportati, la condizione
occupazionale a cui si riferiscono si basa su una definizione oggettiva, non vengono invece
presi in considerazione i fattori soggettivi.
Una situazione economica di questo tipo trova conferma nel dato allarmante della crescita
delle pratiche di Disoccupazione e Mobilità, la mancanza di posti di lavoro e la tendenza alla
precarietà dei contratti implica l’innalzamento del ricorso agli ammortizzatori sociali.
Anche la frequenza delle domande di Assegni al nucleo familiare ai lavoratori dipendenti è
significativa, dato in parte dovuto alla mancata assistenza da parte delle stesse aziende ai
propri dipendenti, da quando i dati da inserire nel modulo si sono moltiplicati. Per questo
motivo i lavoratori non in grado di compilare il modello autonomamente si rivolge ad un
Patronato per avere assistenza. L’assegno familiare, oltre ad essere un diritto per i lavoratori
dipendenti lo è anche per i disoccupati che percepiscano la disoccupazione o la mobilità, in
questo caso è un pagamento diretto che si collega agli ammortizzatori sociali, laddove
sussista il diritto queste domande devono essere presentate all’INPS attraverso una
procedura telematica, per questo è necessario rivolgersi ad un Patronato.
Le pratiche di maternità non si discostano da questa tendenza di crescita, si registra infatti
una frequenza rilevante, dato in parte spiegabile dall’introduzione dell’invio telematico
come unico canale di presentazione delle domande, che scompone il precedente iter della
domanda di maternità in più fasi. Diventa infatti necessario presentare domanda per ogni
singola fase della maternità, più precisamente: l’eventuale maternità anticipata, i primi due
mesi della maternità obbligatoria, i successivi tre mesi dopo il parto, l’eventuale maternità
facoltativa (6 mesi, che potrebbero diventare n domande se l’interessata/o decidesse di
usufruirne in più periodi), per un totale di almeno tre domande. Inoltre, altro fattore
importante è la crescita e il consolidamento della popolazione straniera nella provincia,
quindi delle donne che lavorano, ne deriva un ulteriore incremento delle domande di
maternità.
Le domande più frequenti risultano essere le due di maternità obbligatoria, a cui hanno
diritto sia le lavoratrici dipendenti che le parasubordinate e le autonome.
Spostandosi dall’area del Sostegno al reddito a quella delle Pensioni e delle pratiche
subordinate si rileva una flessione negativa, fenomeno che ha le sue radici nelle riforme
45
16/2/2014
pensionistiche, ultima la Monti-Fornero, entrata in vigore dal 1 Gennaio 2012 (art. 24 del
Decreto Legge 201/2011), che ha posticipato in quasi tutti i casi la decorrenza pensione. Da
ricordare anche la L. 247/2007 e la L. 122/2010, che avevano già modificato profondamente
il sistema pensionistico.
4.6 Modello organizzativo
Come si organizza l’attività di Patronato
Il lavoro del Patronato si struttura attraverso un modello organizzativo che trova
realizzazione nell’attività svolta dal gruppo INCA e dai collaboratori dello SPI. Il ruolo di
primo piano che ricopre l’attività dello SPI all’interno del Patronato è confermata dalla
sperimentazione, ad ora limitata alla sede provinciale, dello sportello accoglienza, gestito
interamente dai volontari SPI.
La modalità di erogazione del servizio è differente nella sede provinciale rispetto le sedi
zonali, il fattore che differenzia maggiormente i contesti operativi si rileva nella mole di
utenza che deve essere gestita e coordinata quotidianamente, da considerare anche il
numero di aperture settimanali e di operatori attivi agli sportelli. Per questi motivi è
necessario distinguere due profili organizzativi, uno che descriva la sede provinciale e uno le
sedi zonali, sebbene queste ultime presentino specificità proprie che le rendono l’una
diversa dall’altra condividono la medesima struttura di base che permette, almeno in una
prima definizione, di raggrupparle in un’unica macro categoria.
La sede provinciale > La sede centrale di Lecco ha caratteristiche proprie che la distinguono
in modo netto dalle sedi zonali, il primo punto è la mole di utenza, notevolmente superiore
rispetto alle zone, secondo aspetto - come si è visto nel sotto paragrafo 4.2.1 - le aperture
settimanali al pubblico sono più frequenti e gli sportelli attivi almeno due per ogni turno. Da
precisare che per lo statuto INCA la sede centrale di Patronato deve garantire almeno 30 ore
di apertura settimanale, con accesso dell’utenza libero, senza appuntamento, nella sede di
Lecco si registrano 33 h di apertura settimanale.
Per quanto riguarda la struttura e la caratterizzazione funzionale degli sportelli è necessario
dare alcune indicazioni, la peculiarità di Lecco è la presenze del punto accoglienza, gestita a
turnazione da 5 volontari SPI, qui si forniscono le prime informazioni all’utenza rispetto alla
documentazione utile per il tipo di pratica richiesta e si erogano loro i numeri per accedere
agli sportelli. La mattina si caratterizza per la presenza di 4 sportelli attivi, di cui uno
operativo sull’area del Sostegno al reddito gestito da un volontario SPI, due attivi sul resto
delle attività, più uno che riceve gli utenti con appuntamento dalle h 10.15 a 12.00.
L’operatore che gestisce gli appuntamenti si occupa dalle h 8.30 alle 10 dello sportello
telefonico ovvero rispondere al telefono, fornire le prime informazioni e fissare gli
appuntamenti. Il pomeriggio sono presenti 2 sportelli che si occupano di tutte le tipologie di
pratiche dal momento in cui lo sportello del Sostegno al reddito rimane chiuso, si riceve solo
l’utenza senza appuntamento, rimane la presenza del punto accoglienza. Il Sabato mattina,
invece, è attivo solo uno sportello su cui turnano tutti gli operatori, non si riceve su
appuntamento.
Il Giovedì pomeriggio l’ufficio rimane chiuso al pubblico, mentre la mattina a turnazione un
operatore gestisce lo sportello libero, uno lo sportelo appuntamenti e parallelamente
rimane sempre aperto lo sportello del Sostegno al reddito, il punto accoglienza rimane
aperto solo la mattina.
Parallelamente all’attività di front-office vi è l’attività di back-office, non di secondaria
importanza. Ogni operatore ha a disposizione nel corso della settimana di almeno una mezza
46
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giornata se part-time e due mezze giornate se full-time in cui lavorare senza ricevere
l’utenza, quindi occuparsi delle scadenze dell’ufficio, della posta in arrivo via mail e cartacea,
di pratiche personali rimaste in sospeso e, nel caso in cui l’operatore segua un’area di lavoro
specifica (es. pubblico impiego e INAIL), delle attività di riferimento.
La referente dell’ufficio migrazione, come si è già detto, gestisce in modo autonomo le
attività di sua competenza, in stretto contatto con l’ufficio stranieri della Cdl. Riceve l’utenza
solo su appuntamento, più precisamente il Lunedì, il Martedì e il Giovedì tutto il giorno, un
Giovedì ogni due settimane a Merate, il Mercoledì pomeriggio e il Venerdì mattina. Il
Mercoledì mattina, presso la questura e la prefettura di Lecco, verifica gli aggiornamenti
sulle normative e i casi più complessi, mentre il Venerdì pomeriggio lavora in back-office.
Le sedi zonali > Le sedi di zona hanno meno aperture settimanali (vedi tabella e) e un
massimo di due sportelli attivi, più precisamente lo statuto INCA stabilisce un minimo di ore
che devono essere garantite per l’apertura al pubblico, nello specifico almeno 10.
Nelle zone gli operatori si occupano di tutte le tipologie di pratiche, nelle sedi di Merate,
Costa Masnaga, Casatenovo, Calolziocorte e Paderno c’è la presenza attiva dei facilitatori SPI
5
che collaborano nello svolgimento di alcune attività; il punto accoglienza viene gestito dai
volontari SPI che indirizzano gli utenti all’ufficio d’interesse (laddove siano presenti più
servizi), erogano i numeri a coloro che devono accedere allo sportello di Patronato e
forniscono informazioni sulla documentazione utile per svolgere la tipologia di pratica
richiesta, solo in alcune sedi fissano gli appuntamenti.
Alcune sedi hanno visto integrare il proprio organico interno di una risorsa umana, è il caso
di Oggiono e Calolziocorte, dove c’era un unico sportello aperto al pubblico, attualmente
sono due. Nel caso di Merate, l’organico ha subito recentemente delle variazioni, se prima
c’erano due sportelli aperti al pubblico e una risorsa operativa sul Sostegno al reddito un
giorno a settimana, il Giovedì, ora ci sono due sportelli, di cui uno operativo solo sul
Sostegno al reddito le mattine dal Lunedì al Giovedì. Una parte del lavoro viene svolta su
appuntamento, fissato allo sportello o telefonicamente nella fascia oraria prestabilita.
La sede di Mandello non ha subito variazioni e rimane gestita da un unico operatore; per
quanto riguarda la nuova sede ministeriale di Costa Masnaga è prevista la presenza di un
unico operatore per le aperture settimanali previste.
Rispetto alla pianificazione oraria dell’attività delle sedi zonali si nota che, sebbene tutte
garantiscano almeno 10 h di attività col pubblico, stabilite dallo statuto INCA, il numero
complessivo di ore di apertura può variare in base alle esigenze di ogni singolo contesto
operativo.
Nella tabella h, sotto riportata, vengono messe a confronto le diverse sedi zonali
rapportando la loro posizione in termini di pratiche attive al numero di aperture settimanali.
Anche la sede centrale è stata inserita nella tabella al fine di fornire uno scenario completo,
tuttavia riconosciuta la sua differente natura non viene messa a confronto con le altre.
Rispetto alla tabella a inserita nel paragrafo 4.2 sono state considerate anche le apertura in
cui si riceve su appuntamento.
Il facilitatore SPI è una figura di recente costituzione, ha un ruolo attivo nello svolgimento
delle pratiche definite nell’Area SPI e di alcune dell’area del Sostegno al Reddito, come gli
assegni familiari, talvolta anche delle domande di invalidità.
5
47
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Tabella h - Rapporto tra modello organizzativo e n. pratiche attive
Sedi
n. aperture
(In ordine per n.
pratiche attive)
(Mattino - pomeriggio)
1° Lecco
2° Merate
3° Oggiono
4° Barzanò
5° Mandello
6° Calolziocorte
Tot. h apertura
10
33
5 (*)
5 (*)
6
3 (*)
4
19
19
24
14
16
Prima di analizzare i dati è importante ricordare che gli operatori che seguono alcune sedi
zonali hanno delle presenze anche su altre sedi ministeriali e non.
Se si rapporta il numero di ore di apertura al pubblico alle sedi con più pratiche attive si
riscontra una media più alta nelle prime tre posizioni (Merate, Oggiono, Barzanò) e valori più
bassi nelle ultime due. Questa situazione sembra rispondere ad un criterio di logica che
associa la numerosità delle pratiche attive alla maggiore quantità di tempo dedicato allo
sportello, è tuttavia ipotizzabile che il volume dell’utenza abbia influenzato le scelte
organizzative di ogni sede.
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5. L’Ufficio Vertenze - Legale
L’ufficio Vertenze-Legale (UVL) si occupa di assistere e tutelare i lavoratori all’interno dei
contesti lavorativi privati o pubblici caratterizzati da rapporto di lavoro dipendente, quindi
interviene quando si è in presenza di una presunta violazione di norme di Legge o di
Contratto avviando, se necessarie, le procedure volte a ripristinare (entro una dinamica che
nella prima fase non coinvolge necessariamente i Legali) e rendere esigibili i diritti che ne
derivano, svolgendo, per questa via, anche un’indiretta funzione di educazione, dei singoli,
all’esercizio concreto dei loro diritti attraverso una diffusa crescita di consapevolezza e
conoscenze.
L’intervento dell’UVL si articola in diverse attività che abbracciano l’intero rapporto di lavoro
nel suo svolgimento con particolare rilievo delle fasi - delicate - che possono
potenzialmente determinare la cessazione del rapporto di lavoro (o quando il rapporto è già
cessato per volontà unilaterale dell’impresa) senza escludere, interventi specifici attivati in
costanza di rapporto di lavoro. L’azione dell’UVL, ponendosi come articolazione tecnica della
principale azione politica svolta dalle categorie la integra offrendosi come supporto di
conoscenze specifiche a disposizione delle stesse nella loro azione quotidiana; può quindi
essere determinante nei casi in cui l’intervento sindacale della categoria (insufficiente a
risolvere il problema) abbisogni di uno specifico contributo di conoscenze da agire - se del
caso - anche sul più stretto versante giudiziale. Da qui l’importanza di una sempre maggiore
sinergia tra le diverse aree (tecnica e politica) dell’Organizzazione.
5.1 Le attività dell’Ufficio Vertenze-Legale
Le tipologie di pratiche che vengono seguite dall’UVL si dividono in diverse macro categorie,
di seguito la loro articolazione:
1) Vertenze individuali
a) Licenziamenti con più di 15 dipendenti
b) Altri licenziamenti
c) Altre vertenze > Recupero crediti; recupero differenze salariali; Impugnare
licenziamenti per consentire al lavoratore il rientro al lavoro o il risarcimento del
danno; consulenze.
2) Vertenze collettive > lavoratori coinvolti
3) Procedure concorsuali (fallimenti, concordati ecc.)
a) Aziende coinvolte
b) Lavoratori assistiti per procedure concorsuali
c) Pratiche INPS relative a procedure concorsuali
4) Esecuzioni individuali > lavoratori assistiti per esecuzioni individuali
5) Consulenze
a) Interpretazione contratti
b) Controllo TFR
c) Controllo conteggi
Ecc.
Se si esclude l’attività di consulenza (spesso molto dispendiosa dal punto di vista delle
risorse necessarie a svolgere le prime sommarie istruttorie sui singoli problemi posti) che è
totalmente gratuita, l’apertura di una c.d. Pratica comporta la necessaria iscrizione del
lavoratore al sindacato (Categorie o Confederazione se disoccupato).
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Dall’esito della pratica (il contenzioso può risolversi in diversi e articolati modi: conciliazione,
sentenza del Giudice del Lavoro ecc.) dipende la parte più rilevante dei ricavi economici
dell’ufficio che, applicando ai recuperi economici ottenuti dal lavoratore (a mezzo
dell’azione dell’ufficio) un articolato sistema tariffario - ad esclusivo scopo di recuperare
parzialmente i costi di gestione del servizio - fornisce, attraverso questa via, un contributo
alla tenuta complessiva dell’equilibrio economico dell’Organizzazione.
5.2 La presenza dell’Ufficio Vertenze-Legale nella Provincia di Lecco
L’ufficio vertenze-legale ha la sua sede provinciale all’interno della Camera del Lavoro di
Lecco, e garantisce i suoi servizi in tre sedi territoriali, più precisamente nelle sedi di Merate,
Casatenovo e Colico.
Gli uffici della sede provinciale sono aperti al pubblico sia la mattina che il pomeriggio il
Lunedì, Mercoledì e Venerdì, la mattina dalle h 8.30 alle h 12.30 e il pomeriggio dalle h 14.30
alle h 18.30, il Martedì solo nel pomeriggio e il Sabato mattina dalle h 9.00 alle h 12.00,
mentre il Giovedì l’ufficio rimane chiuso al pubblico.
Per quanto riguarda le permanenze nelle sedi zonali, i servizi sono garantiti nella sede di
Merate tutte le settimane nella giornata di Giovedì, dalle ore 15.00 alle ore 18.00; nella sede
di Casatenovo i servizi sono attivi il primo e il terzo Giovedì del mese dalle ore 15.00 alle ore
18.00. Infine, nella sede di Colico il servizio è confermato il secondo e il quarto Giovedì del
mese, dalle ore 15.00 alle ore 18.00.
5.3 Attività a confronto
Le attività svolte dall’ufficio vertenze-legale, come già detto, riguardano diverse aree
tematiche, al fine di condurre un’analisi sulla frequenza con cui viene aperta ogni tipologia
di pratica e il suo andamento all’interno del triennio 2010-2011-2012 è importante fare le
opportune distinzioni.
Di seguito, a partire dai dati forniti dall’UVL di Lecco, viene esaminata la frequenza, in
termini di valori assoluti, con cui ogni tipologia di pratica è stata aperta in un anno, da qui
sarà possibile tracciare le tendenze che hanno caratterizzato le attività dell’UVL nel triennio
dal 2010 al 2012.
La prima categoria di attività che si va ad analizzare è quella delle Vertenze individuali, che
comprendono tre sotto categorie, di seguito la tabella i.
Tabella i - Attività di Vertenze individuali confronto
Vertenze individuali
2010
2011
2012
2013
Licenziamenti aziende
+ 15 dip.
Altri licenziamenti
39
18
26
15
53
41
49
35
Altre vertenze
484
566
506
375
Tot.
576
625
581
423
Dalla tabella emerge che i valori più alti non si registrano mai nel 2012 e 2013, più
precisamente le pratiche inerenti ai licenziamenti in aziende con più di 15 dipendenti sono
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più numerose nel 2010, scendono di 21 unità nel 2011 per poi registrare un aumento nel
2012, che tuttavia rimane inferiore ai valori del 2010, il 2013 registra il valore più basso. La
stessa tendenza si registra anche per le pratiche inerenti ad altri licenziamenti, si osserva
infatti una frequenza maggiore nel 2010, un calo nel 2011 di 12 unità e un recupero nel
2012 ma non sufficiente a raggiungere il livello del 2010, anche qui il 2013 registra il valore
più basso.
Per quanto riguarda, invece, le pratiche inerenti alle altre vertenze si registra un andamento
differente, si verifica un aumento significativo nel passaggio dal 2010 al 2011 seguito da un
calo nel 2012 e 2013.
Se si vanno ad osservare i valori totali che descrivono il numero complessivo di pratiche
aperte in ogni anno, si registra il valore più alto nel 2011.
Dal Grafico 21 è possibile fare due osservazioni, di tipo micro e macro, la prima con un
focus sulle dinamiche interne alle categorie nel triennio, la seconda sul confronto fra
categorie, in termini quantitativi.
Grafico 21 - Attività di Vertenze individuali a confronto
2013
2012
2011
2010
0
100
200
300
Licenziamenti aziende + 15 dip.
400
500
Altri licenziamenti
600
700
Altre vertenze
(Fonte: Dati UVL Lecco; elaborazione personale)
Dal grafico emerge in modo chiaro che la tipologia di pratica con la frequenza maggiore è
quella delle altre vertenze, la differenza è rilevante non solo da un punto di vista
quantitativo ma anche rispetto alla tendenza di crescita e decrescita che si registra nel
triennio. Se le altre due tipologie registrano i valori più alti nel 2010 e i più bassi nel 2011, la
categoria delle altre vertenze si caratterizza da una crescita significativa nel 2011 e valori
più bassi nel 2010.
Altra categoria presa in esame è costituita delle Vertenze collettive (Lavoratori coinvolti), che
non si articola in sotto categorie; per vertenze collettive si intende l’intervento dell’UVL per
un problema comune a più lavoratori della stessa azienda (ad esclusione del mancato
pagamento delle competenze e procedure concorsuali). Di seguito la tabella j.
51
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Tabella j- Attività di Vertenze collettive a confronto
2010
2011
2012
2013
27
4
10
0
Vertenze collettive
(Lavoratori coinvolti)
Dalla tabella emerge che il valore più alto si registra nel 2010 e quello più basso nel 2013, dal
Grafico 22, sotto riportato, si individua una tendenza complessiva negativa, che vede nel
2013 l’assenza di questa tipologia di pratica.
Grafico 22 - Attività di Vertenze individuali a confronto
30
25
20
15
10
5
0
2010
2011
2012
2013
(Fonte: Dati UVL Lecco; elaborazione personale)
Altra categoria di attività presa in considerazione è inerente alle Procedure concorsuali, che
si compone da tre sotto categorie, di seguito la tabella k.
Tabella k - Attività di Procedure concorsuali a confronto
Procedure concorsuali
2010
2011
2012
2013
Aziende coinvolte
54
62
50
84
Lavoratori assistiti per procedure
285
256
315
594
Pratiche INPS
relative a procedure
concorsuali
379
456
473
477
Tot.
concorsuali
718
774
838
1155
Dai valori assoluti riportati in tabella emerge una tendenza di crescita costante per la
tipologia di pratiche INPS, anche rispetto alle pratiche relative ai lavoratori assistiti si registra
una crescita dal 2010 al 2013, anche se nel 2011 si è verificata una flessione negativa. Le
pratiche relative alle aziende coinvolte riportano una crescita tra il 2010 e il 2011, un calo nel
2012 seguito da un incremento significativo nel 2013. Soffermandosi sui valori totali che
hanno registrato le Procedure concorsuali per ogni anno del triennio si rileva un andamento
positivo.
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Il Grafico 23 rende visibilmente chiaro il rapporto numerico tra le differenti tipologie di
attività, le pratiche INPS registrano una frequenza maggiore, mentre le pratiche relative alle
aziende coinvolte sono le meno numerose.
Grafico 23 - Attività di Procedure concorsuali a confronto
Pratiche INPS relative a procedure
concorsuali
Lavoratori assistiti per procedure
concorsuali
Aziende coinvolte
0
2010
2011
500
2012
1000
1500
2000
2013
(Fonte: Dati UVL Lecco; elaborazione personale)
Per quanto riguarda le attività di consulenza (controllo conteggi, TFR, interpretazione
contratti, ecc.), che non generano necessariamente l’apertura di una pratica, si presenta la
tabella l.
Tabella l - Attività di Consulenza a confronto
Consulenze
2010
2011
2012
2013
339
423
389
403
Dai dati si rileva un picco nel 2011, seguito da una decrescita nel 2012 e una ripresa nel
2013, che tuttavia sta al di sotto dei livelli registrati nel 2011.
Dal Grafico 24, di seguito riportato, si individua il valore più alto nel 2011, tra il 2012 e il
2013 si verifica un incremento che, tuttavia, sta al di sotto del valore registrato nel 2011.
53
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Grafico 24 - Attività di Consulenza a confronto
450
400
350
300
250
200
150
100
50
0
2010
2011
2012
2013
(Fonte: Dati UVL Lecco; elaborazione personale)
5.4 Cause ed effetti
La situazione che si delinea dall’analisi dei dati inerenti alle attività dell’UVL nel triennio
2010-2011-2012, si caratterizza dall’aumento delle pratiche di procedure concorsuali, si
mantiene alto il numero di pratiche della categoria Altre vertenze e le Consulenze.
Se da un lato si assiste ad un incremento significativo delle procedure concorsuali, dall’altro
le Vertenze Individuali subiscono una flessione negativa. Entrando nelle specifico si mettono
a confronto le tipologie di pratiche che hanno registrato significativi valori di frequenza, al
fine di mettere meglio a fuoco le tendenze registrate nel triennio e da qui muovere
osservazioni e confronti. Segue il Grafico 25.
Grafico 25 - Attività ad alta frequenza a confronto
700
600
500
400
300
200
100
0
2010
2011
2012
Pratiche INPS (Procedure consorsuali)
Procedure concorsuali (Lavoratori assistiti)
Altre vertenze
(Fonte: Dati UVL Lecco; elaborazione personale)
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2013
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Nel Grafico 19 sono stati inseriti i trend che hanno caratterizzato le tre tipologie di pratiche
con frequenza maggiore, più precisamente si nota che le Pratiche INPS relative alle
procedure concorsuali registrano una crescita esponenziale. Le Procedure concorsuali
(lavoratori assistiti) sono aumentate in modo significativo se si guarda il dato del 2010 e
quello del 2013, tuttavia si osserva una flessione negativa nel 2011, mentre le tendenze
registrate dalle Altre vertenze assumono una forma triangolare, con un picco nel 2011
seguito da una decrescita costante.
La procedure concorsuali e le relative pratiche INPS riguardano principalmente fallimenti e
concordati, ma non solo, e la loro crescita descrive bene la situazione che attualmente
caratterizza l’economia locale, interessante notare come gli accordi difensivi collettivi
rappresentino materia sindacale in forte espansione.
In questo scenario l’UVL vede crescere il peso della propria attività difensiva nei confronti di
quei lavoratori che hanno perso il lavoro o rischiano di perderlo, le conseguenze non sono
tangibili solo nei termini della tipologia delle pratiche attive, bensì anche sul modo di
lavorare, infatti l’utenza che si rivolge all’UVL (spesso offesa nella sua dignità di lavoratore e
cittadino) è, per comprensibili ragioni, attraversata da stati d’animo negativi e sovente
ansiogeni; tali condizioni individuali rappresentano la parte meno percepibile - all’esterno ma senz’altro più rilevante delle difficoltà che gli operatori vivono nella gestione quotidiana
del rapporto con l’utenza.
5.5 Modello organizzativo
Risorse umane e organizzazione
Nella sede provinciale l’ufficio si costituisce dalla presenza del direttore e di tre vertenzieri,
due a tempo pieno (38 h settimanali) e due part-time (rispettivamente di 25 e 20 h
settimanali), di cui uno con contratto a tempo determinato.
Il Direttore è coadiuvato nelle trattative che deve svolgere sui singoli casi da un altro
vertenziere mentre la restante parte dell’organico si dedica prevalentemente a lavoro di
Front-Office e gestione delle procedure concorsuali.
Il direttore ha una responsabilità legale su tutte le attività gestite dall’ufficio, il modello
organizzativo prevede che tutti i lavori svolti dagli operatori siano, in ultima fase, controllati
e supervisionati da lui.
Le permanenze nelle sedi zonali, previste nella giornata di Giovedì, sono gestite per ogni
sede da un solo operatore, mentre nelle altre giornate della settimana i servizi sono
operativi nella sede provinciale, negli orari definiti.
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6. Il CSF (CGIL): Centro Servizi Fiscali
Il Centro Servizi Fiscali (CSF) è una società di servizi ad ordinamento privato in regime di
concorrenza, nasce nel 1993 e la Proprietà e rappresentata dalla CdL di Lecco. Obiettivo di
questa scelta è quello di fornire ai cittadini una tutela e assistenza fiscale attraverso
competenze tecniche in grado di rispondere alle differenti e sempre più articolate domande
dell’utenza.
Come per il Patronato anche il CSF svolge la sua attività nell’ambito delle prerogative di
Legge (L413/1991), che assegna ai Centri Autorizzati di Assistenza Fiscale (CAAF) il ruolo di
gestione dei servizi di assistenza fiscale rivolti a lavoratori subordinati, pensionati e
imprese.
Punto di forza del CSF è quello di fornire all’utenza un’articolata proposta di servizi che,
rispondendo anche alle esigenze dell’Amministrazione Finanziaria, assicurano puntualità e
certificazione delle entrate derivanti da lavoro dipendente, accelerano l’erogazione dei
rimborsi delle imposte pagate divenendo, in questo modo, anche strumento utile per
combattere l’evasione fiscale particolarmente presente nel Paese.
Grazie ad una rete capillare di presenze sul territorio e ad un sistema tariffario competitivo
il CSF si affianca agli altri servizi offerti dalla Camera del Lavoro in un rapporto sinergico.
Il ruolo svolto all’interno dei Centri Servizi Fiscali dai CAAF ha contribuito significativamente
negli anni a fare crescere, tra i lavoratori e pensionati, una diffusa conoscenza del sistema
fiscale e delle - spesso complesse - norme che lo governano.
Se si considera che la maggior parte degli utenti assistiti dai CAAF risultano creditori nei
confronti del Fisco si ha la precisa percezione della funzione e del valore che riveste la loro
attività per le fasce economicamente più deboli della società, le quali possono così contare
sul recupero certo di parte delle spese sostenute per la salute, casa, istruzione ecc. Da qui il
ruolo di tutele (dei redditi) e di promozione consapevole dei Diritti dei cittadini
contribuenti.
Le attività svolte si sono ampliate e specializzate nel corso degli anni e sono fruibili anche
dai non iscritti all’organizzazione sindacale. La politica tariffaria adottata è particolarmente
attenta, quindi, ad offrire soluzioni che rispondano ai bisogni di un’utenza che in molti casi
frequenta già il sindacato e che trova, grazie ai servizi offerti, un completamento della già
articolata proposta di servizi che il sindacato mette a disposizione. Tariffe calmierate
rispetto ai competitor privati e un sistema a doppio binario - che permette agli iscritti alla
CGIL di usufruire di ulteriori vantaggi economici sulle prestazioni offerte - rappresentano le
leve più importanti sulle quali il CSF agisce per fidelizzare i suoi utenti, avvicinandoli, nel
contempo, al circuito delle proposte della Confederazione.
I CAAF provinciali hanno licenza e concessione da parte del CAAF regionale, mentre gli
accordi con i comuni sono prerogativa territoriale
6.1 Servizi fiscali e sistema tariffario
I servizi erogati dal Centro Servizi Fiscali sono aumentati nel corso del tempo, tuttavia, se da
un lato i servizi che lo Stato dà in concessione ai CAAF crescono, dall’altro il compenso
pubblico a loro riconosciuto per ogni singola fattispecie di servizio reso è in costante
diminuzione (per effetto di norme di Legge - anche recenti - che sono intervenute negli
ultimi anni per fare fronte al bisogno di riduzione della spesa pubblica), rendendo sempre
più complessa la ricerca di un equilibrio economico che consenta alla società di mantenere il
suo radicamento senza comprometterne la mission.
56
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I servizi attualmente svolti dal CAF, distinguendo tra tariffati all’utente e non, sono:
Servizi tariffati all’utente:
-
Dichiarazione dei redditi: 730, Unico, Unico Integrativo
Pratiche e dichiarazioni IMU
Consulenze sul risparmio energetico
Contabilità e pratiche per datori di lavoro rapporto lavorativo stipulato con colf e
badanti
Pratiche di contenzioso
Pratiche relative alle successioni
Servizi non tariffati all’utente:
-
RED per i pensionati
Detrazioni
Pratiche ISEE
Pratiche ISEEU (Isee Universitari)
Bonus Energia e Gas per I comuni convenzionati
Pratiche ISE mutui (bando regionale giovani coppie)
Pratiche ISE Fondo Sostegno Affitto (bando regionale)
Contributo affitti (FSA)
Modello F24
Modello ICRIC
Assistenza e controllo per avvisi bonari da parte dell’agenzia delle entrate
Servizi Notarili
Assegni familiari (famiglie con almeno 3 figli) e Maternità dei comuni (ANF/MAT)
L’equilibrio economico del CSF risulta - per quanto detto poco sopra - condizionato da fattori
interni, quali il sistema tariffario (discusso in stretto rapporto con la Camera del Lavoro), e da
fattori esterni, quali le novità normative. Tra i fattori interni, se ne individuano due di attuale
rilievo, che aprono margini di riflessione e di potenziale intervento.
Le attività non tariffate, sebbene non rappresentino un costo per l’utenza lo sono senz’altro
per la Società, che deve rispondere ai bisogni con personale qualificato a disposizione per lo
svolgimento di queste pratiche; introdurre tariffe che compensino le spese sostenute
potrebbe essere, in tale senso, una scelta funzionale alla ricerca di un punto di equilibrio
economico.
Il secondo fattore riguarda le agevolazioni tariffarie applicata agli iscritti; su questo aspetto
è importante fare una specifica, anche i tesserati alla CGIL, attraverso l’iscrizione al
sindacato agita sulle prestazioni assistenziali (ASPI, Mini ASPI, Mobilità) - il cui costo è
significativamente inferiore a quello della tessera di un lavoratore dipendente con reddito
pieno - usufruiscono delle identiche agevolazioni. Paradossalmente è il 10% dei non tesserati
che usufruisce dei servizi del CSF con tariffa piena a sviluppare circa la metà del fatturato.
L’applicazione di tariffe agevolate, su tariffe già calmierate, sembra, in questo senso,
rappresentare elemento da tenere sotto controllo al fine di mantenere l’equilibrio
economico interno.
Il suddetto piano tariffario, che prevede le agevolazioni per gli iscritti, diviene volano per
nuove iscrizioni al sindacato durante la c.d. Campagna Fiscale; a tale proposito si registrano
nel 2012 e nel 2013, rispettivamente 358 e 600 tessere con delega fatte direttamente da
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operatori CAAF, cui si aggiungono ricavi delle tessere c.d. brevi mano che vengono
distribuiti alle categorie di appartenenza del neo iscritto.
6.2 Convenzioni stipulate con i Comuni della Provincia
Per alcune tipologie di servizi - precisamente le ISEE, i Bonus Energia e Gas, gli assegni
famigliari per famiglie con almeno tre figli, le maternità (per madri inoccupate), l’FSA - è
possibile, da parte dei CSF stipulare delle convenzioni con i comuni della provincia.
Il CSF di Lecco ha stretto accordi con 70 comuni su 90, è necessario precisare che per il
servizio FSA gli accordi stipulati sono inferiori, nel 2012 i comuni convenzionati erano 41,
nel 2013 erano 47. Tra i comuni non convenzionati i più rilevanti sono il comune di Lecco e
quello di Merate. Di seguito il Grafico 26, dove viene rappresentata la proporzione tra
comuni convenzionati e non, in percentuale il 77% dei comuni della provincia di Lecco è
convenzionato con il CSF.
Grafico 26 - Comuni convenzionati con il CSF
20
70
comuni convenzionati
comuni non convenzionati
(Fonte: Dati CSF CGIL Lecco; elaborazione personale)
Per quanto riguarda, invece, il servizio FSA si è visto che le convenzioni sono inferiori, più
precisamente nel 2013 il 52% dei comuni ha aderito.
6.3 Competitors e quote di mercato
Sul territorio della Provincia di Lecco sono presenti 47 Centri di Assistenza Fiscale. Le
statistiche elaborate dall’Agenzia delle Entrate su dati della Campagna fiscale 730 (relativi al
2012) attribuiscono ai CAF di CGIL, CISL, ACLI e UIL una quota di mercato pari al 71,74%,
dove al primo posto si colloca il CAF CISL (29,02%), al secondo il CAF CGIL (27,92%), al terzo il
CAF ACLI (10,80%) e al quarto il CAF UIL (4%); la rimanente quota di mercato si divide tra gli
altri competitors. Da specificare che nel 2012 il mercato disponibile sulla provincia era di
119.615 potenziali dichiarazioni.
Le statistiche presentate dall’Agenzia delle Entrate hanno tuttavia un limite, i dati su cui
vengono effettuate le elaborazioni possono essere parziali. Il CAF CGIL di Lecco, a fine
campagna fiscale ha registrato valori più alti rispetto a quelli dalle statistiche ufficiali. Nel
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dettaglio, le statistiche dell’Agenzia delle Entrate, relative all’anno 2012, assegnano al CAF
CISL una quota di mercato pari al 29,02% individuando 34.712 pratiche, al CAF CGIL
attribuiscono una quota di mercato del 27,92% individuando 33.391 pratiche, tuttavia i dati
elaborati dal CAF CGIL a fine campagna fiscale registrano 35.829 pratiche.
Di seguito il Grafico 27, nel quale si rappresentano le quote di mercato attribuite ai CAF
della provincia di Lecco.
Grafico 27 - Quote di mercato su Campagna fiscale 730 del 2012
29%
29,02%
4%
10,80%
CAF CISL
CAF CGIL
27,92%
CAF ACLI
CAF UIL
Altri Competitors
(Fonte: Dati Agenzia delle Entrate; elaborazione personale)
Il CAF che registra i maggiori margini di incremento sulle quote di mercato è quello delle
ACLI, sebbene le statistiche lo collochino al terzo posto. Punto di forza delle ACLI è la
struttura snella e capillare, data dall’utilizzo di una logistica priva di costi (es. oratori,
parrocchie) e dalle tariffe calmierate che non distinguono tra iscritti e non iscritti, in quanto
le ACLI non hanno un sistema di tesseramento. Sul distretto del Lario le ACLI hanno
registrato i valori più alti, rispetto agli altri competitors.
6.4 La presenza dei servizi fiscali nella Provincia di Lecco
Il decentramento gestionale permette di cogliere le specificità del territorio in un rapporto
stretto con le scelte che fanno i competitors, per questo il modello adottato dal CSF CGIL
prevedere una presenza sul territorio capillare. Le sedi sono 17, tuttavia quelle che
rimangono aperte tutto l’anno sono 15 (le sedi di Paderno D’Adda e Ballabio sono chiuse
come servizi fiscali), le più grandi sono: Lecco, Merate, Calolziocorte, Barzanò e Oggiono.
Nel Grafico 28 si riportano tutte le 17 sedi, mettendo in rilievo le cinque principali, le
proporzioni che denotano ogni variabile sono figurative.
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Grafico 28 - Sedi CSF CGIL Lecco
Lecco
Merate
Calolziocorte
Barzanò
Oggiono
Ballabio
Bellano
Casatenovo
Colico
Costa Masnaga
Dervio
Introbio
Mandello del Lario
Olgiate Molgora
Olginate
Paderno D'Adda
Valmadrera
(Fonte: Dati CSF CGIL Lecco; elaborazione personale)
Eccetto la sede di Lecco, quelle zonali non svolgono tutti i servizi fiscali, in alcune
vengono raccolti i documenti necessari per lo svolgimento di una pratica e vengono
mandati a Lecco per la lavorazione, è il caso dei servizi di successione.
La distribuzione delle sedi sul territorio, come si è visto nella Carta tematica 2
(paragrafo 3.6, pag. 27), copre in modo omogeneo il territorio della provincia,
garantendo almeno una sede per ognuno dei sette distretti (Carte tematica 1, paragrafo
3.2, pag.11).
6.5 Attività a confronto
Attività centrale nella struttura dei servizi fiscali è la dichiarazione dei redditi 730, può essere
richiesto da coloro che sono in possesso di un sostituto d’imposta (datore di lavoro pubblico
o privato), per questo sensibilmente suscettibile agli andamenti del mercato occupazionale.
Da Settembre 2013 è stato introdotto per la prima volta il 730 casi particolari, rivolto solo ai
creditori, questa prestazione, rispetto al modello Unico, garantiva il rimborso del credito in
tempi inferiori, con l’Agenzia delle Entrate come sostituto d’imposta. Il termine entro il
quale presentare domanda era Dicembre 2013. La novità del 2014 è che il 730 casi
particolari viene esteso anche ai debitori, una categoria di utenza che sicuramente sarà
coinvolta da questa normativa è quella delle badanti, dal momento in cui il loro datore di
lavoro, come soggetto privato protetto, non può fare da sostituto d’imposta.
Servizio su cui si investe molto e importante ai fini della fidelizzazione del cliente, il 730
rappresenta il 67% dell’attività prodotta dal CSF. La campagna 730 è un servizio stagionale, il
periodo di attività inizia a Marzo e termina a Giugno.
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Di seguito, attraverso il Grafico 29, viene analizzato il trend che ha registrato quest’attività
negli ultimi quattro anni (2010-2013), considerando il numero totale di pratiche 730
registrato su tutte le zone. È importante distinguere tra 730 in assistenza, compilato
interamente da un operatore CAAF, e 730 precompilato, già compilati dall’utente.
Grafico 29 - Trend attività 730 dal 2010 al 2013
40000
35000
30000
25000
22674
22.894
22.159
12122
13.038
13173
12627
2010
2011
2012
2013
21673
20000
15000
10000
5000
0
730 precompilati
730 in assistenza
(Fonte: Dati CSF CGIL lecco; elaborazione personale)
Dal grafico emerge che l’attività 730 ha registrato incrementi esponenziali nei primi tre
anni, nel 2013 ha subito, invece, una flessione negativa, passando da 36.067 nel 2012 a
34.839 nel 2013, a cui però si devono aggiungere 67 pratiche di 730 casi particolari.
Sempre nell’anno 2013 è interessante notare che per i 730 in assistenza (22.159) sono stati
richiesti da 19.621 iscritti e 2538 non iscritti, questo significa che l’88% dell’utenza è
costituito da iscritti CGIL; è un risultato che sostiene e conferma la scelta di una politica
volta alla fidelizzazione dell’utenza.
La flessione negativa verificatasi nel 2013 può essere spiegata a patire da fattori esterni,
che influenzano, inevitabilmente, il corso delle attività fiscali; la crisi economica ha un ruolo
importante in queste dinamiche, la perdita del posto di lavoro, evento che ha coinvolto una
fetta significativa della popolazione attiva lecchese, ha ristretto il potenziale bacino di
utenza per questo tipo di attività. Come si è visto, il 730 (ad eccezione della novità 730 casi
particolari) non può essere richiesto da coloro che non dispongano di un sostituto
d’imposta, questo significa che il disoccupato che non sta percependo un trattamento
economico (ASPI, Mini ASPI, Mobilità) dall’Ente previdenziale (INPS) non può richiedere il
730.
Altro aspetto che emerge dai dati è il peso rilevante che assume il 730 precompilato sul
totale, in tutto il quadriennio circa il 36% dell’attività si costituisce da 730 precompilati.
Questa tendenza influenza in modo significativo le dinamiche economiche interne al
servizio, in quanto un 730 precompilato non viene tariffato come un 730 in assistenza. In
questo senso, la scelta di una fetta dell’utenza (quasi un terzo) di rivolgersi al CAAF con un
730 precompilato ha dirette conseguenze sui costi del servizio, che comunque si struttura
per sostenere i costi sulla base delle statistiche di mercato disponibile sulla provincia.
Attraverso il Grafico 30, sempre a partire dall’attività 730, viene indagato il trend registrato
negli ultimi 4 anni ma considerando, singolarmente, le cinque sedi che registrano i valori più
alti, ovvero Lecco, Merate, Calolziocorte, Barzanò e Oggiono.
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Grafico 30 - Trend attività 730 dal 2010 al 2013 nelle 5 sedi principali
30000
25000
20000
15000
10000
5000
0
2010
Merate
2011
Lecco
Calolziocorte
2012
Barzanò
2013
Oggiono
(Fonte: Dati CAF CGIL; elaborazione personale)
Dal grafico emerge che le sedi con valori più alti sono Lecco e Merate, segue Calolziocorte,
Barzanò e Oggiono. È necessario fare una specifica per l’anno 2011 rispetto alla sede
provinciale di Lecco, se le statistiche che si basano sul codice sezionale di Lecco indicano
7534 pratiche, in realtà a queste bisogna aggiungerne 2534, che sono pratiche ritirate dalle
sedi zonali e lavorate a Lecco, mantenendo tuttavia il sezionale della zona d’origine. Ai fini
numerici è importante considerare anche queste pratiche.
Fattori esterni e interni, all’interno di questo trend, hanno sicuramente avuto un ruolo
centrale; parallelamente alla crisi occupazionale, anche le novità normative hanno
condizionato sensibilmente il mercato disponibile, nel 2011 una nuova normativa conferiva
la possibilità a quei lavoratori che potevano vantare ore di straordinario e/o premi
produttività, di vedersi applicare un’aliquota sostitutiva più conveniente, pari al 10%,
attraverso la compilazione del modello 730. Questa novità normativa spiega, almeno in
parte, l’aumento delle pratiche di 730 nel 2011.
Per quanto riguarda invece i fattori interni, più precisamente gli orientamenti organizzativi
assunti dalla direzione CAF, si assiste ad un cambiamento nel passaggio dal 2010 al 2011, se
fino al 2010 si ritiravano circa 1000 precompilati dalle sedi del territorio e portate alla sede
di Oggiono, dove venivano lavorati con sezionale specifico delle zona, dal 2011 non viene
più fatto questo passaggio. Al contrario, in situazioni di necessità, vengono prelevate le
pratiche in eccesso dalle sedi zonali e portate nella sede provinciale di Lecco, dove vengono
lavorate ma mantenendo il codice sezionale della zona d’origine. Per questi motivi si rileva,
nel 2011, un surplus di pratiche (2534) che va ad aggiungersi a quelle di Lecco.
Per quanto riguarda la trattenuta per il 5 x 1000 applicata sul 730, si rileva che una fetta
dell’utenza ha scelto di destinarlo a servizi affiliati alla CGIL, più precisamente il 4% ha
scelto l’Auser, l’1% la Federconsumatori, il resto sceglie altre organizzazioni, tra cui il 3%
Emergency.
Oltre alla dichiarazione dei redditi 730, servizio centrale nel paniere di servizi erogati dal
CSF, ci sono altri servizi fiscali che ricoprono un ruolo significativo, in tale senso, e si
andranno ad analizzare in questa sede di lavoro, ovvero: il modello Unico, il modello RED, la
dichiarazione ISEE e le domande ANF/MAT. Su dati del 2013, si andranno ad indagare le
dinamiche che hanno caratterizzato questo tipo di attività in termini macro e all’interno
delle cinque sedi zonali principali.
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A partire dal modello Unico, si rilevano, per l’anno 2013, 3146 pratiche totali; per quanto
riguarda i valori registrati nelle cinque sedi principali si presenta il Grafico 31.
Grafico 31 - Modello Unico nelle 5 sedi principali
125
403
180
194
395
Lecco
Merate
Calolziocorte
Barzanò
Oggiono
(Fonte: Dati CAF CGIL; elaborazione personale)
Dai dati presentati nel grafico si individuano due sedi che riportano i valori più alti, nello
specifico sono quella di Lecco e quella di Merate, seguono Calolziocorte, Barzanò e
Oggiono.
La seconda attività è costituita dal modello RED, nel 2013 si rilevano 7587 pratiche totali;
nel Grafico 32 si presentano i dati relativi alle cinque sedi principali.
Grafico 32 - Modello RED nelle 5 sedi principali
780
1637
817
915
1604
Lecco
Merate
Calolziocorte
Barzanò
Oggiono
(Fonte: Dati CAF CGIL; elaborazione personale)
Anche rispetto al Modello RED le sedi che registrano valori più alti sono quelle di Lecco e
Merate, seguono nello stesso ordine le altre.
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Terzo servizio indagato riguarda la Dichiarazione ISEE, 6927 nel 2013; nel Grafico 33 i valori
registrati nelle cinque sedi principali.
Grafico 33 - Dichiarazione ISEE nelle 5 sedi principali
749
2046
626
493
1761
Lecco
Merate
Calolziocorte
Barzanò
Oggiono
(Fonte: Dati CAF CGIL; elaborazione personale)
In questo caso i dati illustrano dinamiche differenti rispetto ai due casi precedenti, i valori
più alti si registrano sempre nella sede di Lecco, con Merate al secondo posto, tuttavia la
distanza tra i due valori è più marcata. Cambiano, invece, in modo sostanziale le posizioni
successive, al terzo posto infatti si trova Oggiono, segue Barzanò e Calolziocorte.
Quarto servizio oggetto di analisi si riferisce alla domanda di assegni familiari (famiglie con
almeno 3 figli) e di Maternità dei comuni, c.d. ANF/MAT, nel 398 si contano 398 pratiche.
Segue il Grafico 34 con i valori registrati nelle cinque sedi principali.
Grafico 34 - Domande ANF/MAT nelle 5 sedi principali
32
25
12
144
103
Lecco
Merate
Calolziocorte
Barzanò
Oggiono
(Fonte: Dati CAF CGIL; elaborazione personale)
Le domande ANF/MAT registrano le frequenze più alte sempre nelle sedi di Lecco e Merate,
seguono Oggiono, Barzanò e Calolziocorte.
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Parallelamente ai servizi fiscali visti sopra, ci sono tre servizi collaterali, più precisamente: Le
successioni, i servizi di Colf/Badanti e le consulenze sul risparmio energetico. Sino a Luglio
2013 c’era anche un quarto servizio, il NIDIL, ramo attualmente esternalizzato a NIDIL
Servizi. I tre servizi collaterali non hanno una stagionalità come i 730, bensì sono attivi su
tutto l’anno.
Il primo servizio che si va ad analizzare è quello delle successioni, che viene unicamente
svolto nella sede provinciale, dall’impiegata referente, nelle sedi zonali possono essere
raccolti i documenti da indirizzare all’ufficio di Lecco per la lavorazione, in questi casi gli
utenti, una volta che la pratica è stata lavorata, ritirano la documentazione nella sede zonale
di riferimento.
Il trend registrato da questa tipologia di attività negli ultimi quattro anni viene illustrato nel
Grafico 35.
Grafico 35 - Trend attività Successioni dal 2010 al 2013
450
400
350
368
300
332
250
230
200
150
100
130
50
0
2010
2011
2012
2013
(Fonte: Dati CAF CGIL; elaborazione personale)
I dati rilevano una crescita esponenziale nel corso del quadriennio (vedi linea di tendenza blu
puntinata), questo risultato conferma e sostiene le scelte di investimento e organizzative
fatte su questo servizio.
La seconda tipologia di servizio indagata si occupa della categoria di lavoro Colf/Badanti,
anche in questo caso le attività vengono svolte unicamente nella sede di Lecco, dove ci sono
due impiegate referenti. A tale riguardo si presenta il Grafico 36.
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Grafico 36 - Trend attività Colf/Badanti dal 2010 al 2013
420
415
415
410
405
400
395
390
385
391
382
380
375
2010
380
2011
2012
2013
(Fonte: Dati CAF CGIL; elaborazione personale)
Dal grafico emerge complessivamente una tendenza di crescita, se si guarda il valore
registrato nel 2010 e quello del 2013, tuttavia si verifica una tendenza inversa dal 2010 al
2012 (vedi linea di tendenza blu puntinata).
Il terzo servizio collaterale, ovvero le consulenza sul risparmio energetico, nel 2013 sono
state 275.
Attraverso i precedenti grafici è stato possibile conoscere, in termini quantitativi, i servizi
che rappresentano una fetta significativa all’interno dell’attività del CSF CGIL di Lecco.
Osservando, in una logica comparativa, i dati 2013 rispettivi a tutti i servizi svolti dal CSF si
riconosce nel modello 730 l’attività che registra valori di frequenza più alti (34.676), seguono
le dichiarazioni IMU (13.927), i modelli RED (7587), il modello ISEE (6927), il modello Unico
(3146), le dichiarazioni ISEU (2090), i modelli ICRIC (2019), i bonus Gas/Energia (1205), le
pratiche di Colf/Badanti (415), le domande ANF/MAT (398), le pratiche di successione (368),
le pratiche di contenzioso (300), le consulenze sul risparmio energetico (275), le pratiche
Fsgde6 (contributo affitti) (83), le dichiarazioni ICI/IMU (61).
Nel 2013, il numero totale di pratiche svolte dal CSF è pari a 84.145, se si guarda ai risultati
dei due anni precedenti emerge una sostanziale crescita, nel 2011 erano 61.536, nel 2012
erano 75.684.
Si seguito, nel Grafico 37, su dati 2013, vengono illustrate le percentuali di ogni servizio sul
totale dei servizi erogati, in questo modo è possibile individuare le attività che, in termini
quantitativi, rivestono un ruolo centrale.
6
Le pratiche Fsgde hanno registrato un forte decremento dal 2010 al 2013, nel 2010 erano 827, nel 2011 erano
759, nel 2012 erano 61 e nel 2013 erano 83; questa tendenza si spiega da una novità normativa, sino al 2011
l’ISEE non imponeva limiti di reddito, dal 2012 viene introdotto un limite di reddito, pari a 400 €, che filtra gli
accessi alla prestazione.
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Grafico 37 - % attività 2013 su tot.
730
9%
2% 3%
unico
3%
red
imu
successioni
colf/badanti
isee
19%
anf mat
bonus gas energia
dichi ici-imu
47%
10%
4%
contenzioso
iseu
risp energ
fsdde
icric
(Fonte: Dati CAF CGIL; elaborazione personale)
I dati rappresentati nel grafico confermano la centralità del ruolo dell’attività 730 (47%),
segue l’IMU (19%), il RED (10%), l’ISEE (9%), l’UNICO (4%), l’ISEU e l’ICRIC (3%), i bonus
gas/energia (2%), il resto delle attività hanno percentuali inferiori.
6.6 Modello organizzativo
Risorse umane e organizzazione
Per essere più competitivi sul territorio il CSF CGIL ha adottato un sistema organizzativo
mono gestionale, che ha investito sulla standardizzazione delle procedure e sulla formazione
degli operatori.
I punti di forza su cui il CSF crede ed investe sono: la capillarità del servizio sul territorio,
l’unicità delle procedure e l’alto livello di preparazione degli operatori, questi aspetti
garantiscono la tenuta di un modello organizzativo flessibile. I servizi vengono erogati su
appuntamento, è prevista la prenotazione degli appuntamenti in tutte le zone, certi di
trovare un servizio svolto nei medesimi tempi e procedure, inoltre sono possibili
spostamenti temporali degli operatori, a copertura di assenze non prevedibili o ad
integrazione nelle sedi con più appuntamenti.
Le risorse umane assunte con contratti a tempo indeterminato sono 17, tuttavia, nel rispetto
delle norme contrattuali, nelle fasi acute (es. campagna 730), si incrementa l’organico
arrivando ad avere una struttura di circa ottanta operatori (ricomprendendo anche i
contratti PT che offrono maggiore possibilità di corrispondere ai bisogni di flessibilità del
sistema).
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Il sistema formativo ricopre senza dubbio un ruolo centrale per il CSF, a garanzia delle
professionalità che vi operano. Sono previsti tre livelli di formazione: Il primo è rivolto agli
operatori stagionali, ha una durata complessiva di un mese e fornisce nozioni teoriche e
pratiche, vengono fatte sui candidati due valutazioni, un test iniziale e uno finale
temporizzato; Il secondo livello di formazione è destinato al personale riconfermato e verte
sulle novità fiscali specifiche per servizio; terzo livello è rivolto al personale fisso, è una
formazione permanente e riguarda tutte le novità fiscali, sono previsti due momenti
formativi annuali. Un altro livello formativo è gestito dalla struttura regionale, ed è destinato
ai responsabili, generalmente sono monotematici, posso riguardare i contenziosi, i rapporti
con l’INPS, i servizi notarili, di successione e colf/badanti.
La specificità del CSF è il lavoro in diretta, cercando di rispondere a più esigenze dell’utente
in un solo appuntamento, questo è possibile grazie ad un sistema strutturato di
prenotazione degli appuntamenti. I numeri del centralino sono 2, attivi su otto linee, per cui
è possibile rispondere a otto persone contemporaneamente; recentemente è stata istituita
anche la procedura di prenotazione on-line, una mail conferma all’utente l’appuntamento
fissato e riporta l’elenco dei documenti utili per lo svolgimento della pratica.
Nel 2011 è nato il progetto Servizio Attivo, che prevede la comunicazione agli utenti dei
nuovi servizi a cui potrebbero accedere, la selezione viene fatta a partire dai dati degli utenti
presenti negli archivi on-line. Questo servizio è possibile anche grazie alla collaborazione dei
volontari SPI.
I volontari SPI hanno un ruolo fondamentale nel modello organizzativo del CSF, soprattutto
nelle sedi zonali, dove si occupano di fissare gli appuntamenti e dare indicazioni sulla
documentazione necessaria ai fini della pratica.
In ogni zona c’è un’impiegata di riferimento, che diventa la responsabile durante la
campagna fiscale. I servizi non erogati nelle sedi zonali sono: i servizi di contabilità di colf e
badanti, le pratiche notarili, mentre i servizi di successione, che hanno riportato margini di
crescita, vengono erogati solo nelle sedi principali (Merate, Barzanò, Oggiono, Introbio,
Dervio, Bellano, Mandello, Calolziocorte), attraverso un sistema di raccolta documenti.
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7. Il ruolo dello SPI nella CGIL e all’interno dei servizi
Nell’ambito dell’analisi organizzativa che si svolge in questa sede un’attenzione specifica
merita il ruolo del sindacato dei pensionati, SPI, nella progettazione, programmazione e
presidio, di concerto con la Confederazione, di molta parte dell’attività svolta dal Sistema
Servizi della Camera del Lavoro, con particolare riferimento alle Sedi decentrate.
Infatti, le 18 sedi CGIL nella provincia di Lecco sono presidiate dagli attivisti SPI suddivisi in
13 leghe, all’interno di queste il Segretario di Lega gestisce, in stretto rapporto con la
Segreteria SPI e la Confederazione, l’attività delle Leghe sul territorio coadiuvato da gruppi di
volontari che gestiscono la sede. La centralità dello SPI nell’attività della CGIL è visibile su
due macro aree operative, quella della tutela collettiva e quella della tutela individuale.
La prima appartiene a tutti gli effetti alla dimensione politico-sindacale, dove lo SPI si
interfaccia con gli enti e istituzioni del territorio nella difesa e promozione dei diritti dei
pensionati e più in generale dei cittadini, ciò avviene principalmente attraverso la
contrattazione sociale con la quale la Confederazione e lo SPI sono impegnati in un’attività
negoziale che ha al centro della sua azione i cittadini (pensionati e non) in un contesto nel
quale è sempre più necessario integrare quelle politiche di welfare vessate dai ripetuti tagli
lineari delle manovre economiche succedutesi negli ultimi anni. Concretamente si tratta di
negoziare le condizioni di cittadinanza laddove le categorie prioritariamente contrattano le
condizioni di lavoro. È anche grazie all’intensa contrattazione sociale territoriale, spesse
volte difensiva, che si sono parzialmente contenuti gli effetti della crisi sui lavoratori e le loro
famiglie.
I temi portati al tavolo della contrattazione sociale coinvolgono, per le ragioni anzidette,
l’ampio spettro di materie di interesse sindacale e sociale proprie dell’attività Confederale.
La creazione dello Sportello Sociale, servizio offerto dallo SPI in 9 leghe sulle 13 totali,
rappresenta il punto di contatto e di scambio tra cittadini e sindacato nel territorio; in
queste sedi si accoglie l’utenza e vengono fornite prime informazioni rispetto alle
problematiche presentate, le risposte talvolta indirizzano le persone verso servizi
specializzati interni all’organizzazione (Patronato, CSF ecc.).
Le problematiche che in modo più ricorrente vengono individuate come fonte di disagio rappresentando tematiche di valore e interesse collettivo - diventano oggetto di discussione
al fine di trovare, anche attraverso un adeguato percorso di confronto e negoziato con enti e
istituzioni locali, soluzioni concrete e continuative.
Per quanto riguarda l’area della tutela individuale i servizi offerti dallo SPI sono di diversa
natura, principalmente si riconoscono due ambiti operativi, l’area benessere che si rivolge ai
pensionati incentivando percorsi e attività di formazione, e momenti di socializzazione,
anche all’interno delle stesse sedi SPI. Ai pensionati interessati vengono proposti percorsi
formativi per diventare volontari e collaborare attivamente con la CGIL in alcune attività; i
volontari, infatti, rappresentano una grande risorsa, anche per i servizi di Patronato e del
CSF, svolgendo, nella loro funzione di filtro, un ruolo di accoglienza e orientamento generale
spesso indispensabile nell’ottica di favorire la fluidità dei percorsi interni all’organizzazione
dell’utenza.
Altra funzione svolta dai volontari è l’assistenza nella compilazione di documenti a persone,
pensionati e non, che hanno difficoltà.
L’attività dei volontari, in appoggio al CSF consiste principalmente nell’erogare all’utenza
informazioni non specialistiche e tuttavia importanti al fine di incanalare il bisogno espresso
in un percorso specialistico gestito dagli operatori fiscali. A questo compito si aggiunge,
durante il periodo della campagna fiscale l’attività di prenotazione degli appuntamenti.
69
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Diversa e più articolata è l’attività svolta all’interno del Patronato INCA.
Tra le attività svolta dai volontari attivi sul Patronato è la stampa di CUD, ObisM e il loro
controllo, qualora emergano dubbi sull’esattezza di una delle voci si indirizzano le persone
agli sportelli INCA; altra funzione è l’acquisizione delle domanda di invalidità (attività svolta
per ora solo in alcune sedi zonali). La figura del filtro non è presente al momento in tutte le
zone, attualmente presente a solo Calolzio e dal primo Gennaio 2014 anche a Merate,
l’intenzione è quella di estenderla a tutte le sedi).
Una nuova organizzazione è stata sperimentata nella sede centrale del Patronato INCA, dove
da Dicembre 2013 è stato attivato lo sportello della reception, in cui a turno 5 volontari SPI si
occupano dell’erogazione dei numeri all’utenze e controllano che siano in possesso di tutta
la documentazione utile alla successiva presa in carico di un operatore INCA, in prospettiva
futura si dovrebbero occupare anche del calendario appuntamenti.
Sempre nella sede centrale è stata sperimentata la figura del facilitatore, ovvero un
volontario che si occupa dello svolgimento delle pratiche dell’area del Sostegno al reddito,
quindi disoccupazioni, mobilità, maternità e assegni familiari. Obiettivo dello SPI è formare
pensionati al fine di gestire questo tipo di pratiche in tutte le sedi di Patronato, nel 2014 è
già in programma l’apertura di uno sportello di Sostegno al reddito a Paderno.
Il limite principale nel dare concreta realizzazione all’insieme delle attività descritte sino ad
ora risiede nell’individuazione di pensionati che abbiano capacità e voglia di impegnarsi con
continuità in un’attività (come la compilazione dei documenti, lo sportello sociale, il ruolo
del filtro e del facilitatore) che necessitano presenza costante e forte motivazione. Anche
per questa ragione è in fase di attuazione il Progetto Villaggio SPI, iniziativa promossa dallo
SPI, con il sostegno e la collaborazione della segreteria confederale e delle categorie, il
Progetto Villaggio si pone l’obbiettivo di creare le condizioni per sostenere la continuità
dell’adesione alla CGIL nella delicata fase di passaggio da lavoratore (attivo e iscritto al
sindacato di categoria) a pensionato (non ancora iscritto allo SPI). A questo fine le categorie
mettono a disposizione le liste di lavoratori vicini alla pensione che vengono contattati e
invitati a fare un controllo della loro posizione assicurativa e un calcolo della pensione.
Questo servizio vuole incentivare i lavori a continuare la loro adesione alla CGIL anche da
pensionati, viene quindi loro offerta la possibilità di usufruire dei servizi a pagamento della
CGIL con una tariffa agevolata, si pensi alla dichiarazione dei redditi presso il CSF.
L’insieme delle attività svolte dallo SPI e descritte sinteticamente nel presente paragrafo
disegna con chiarezza il valore fortemente Confederale del ruolo svolto dal Sindacato
Pensionati in un periodo nel quale, l’affluenza record di cittadini e lavoratori nelle nostre
sedi, può essere gestita solo grazie al contributo di volontari debitamente formati e orientati
ad integrare il loro contributo nel più complesso sistema servizi della Confederazione.
E’ utile tuttavia evidenziare che se la presenza del sindacato Pensionati nelle Camere del
Lavoro è universalmente riconosciuta come indispensabile al presidio e al buon
funzionamento delle stesse resta a nostro avviso da esplorare il rapporto tra delegate e
delegati e Camere del Lavoro inteso come rapporto che lega strutturalmente (anche con
una disponibilità fattuale di questi ultimi verso le sedi sindacali) la dimensione della
rappresentanza (nell’impresa) con quella più generale simbolicamente identificabile nelle
Camere del Lavoro; ciò rimanda al complesso tema della militanza e del suo significato
attuale rispetto a quello storicamente conosciuto.
La collaborazione tra SPI, servizi e categorie diventa una scelta vincente per andare verso un
modello di organizzazione che funzioni in modo sinergico, con procedure più snelle e servizi
che rispondano ai bisogni dell’utenza nel modo più efficace ed efficiente possibile.
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8. Il progetto sociale di Auser
Cittadinanza attiva - Cultura della Solidarietà - Partecipazione e nuova Sussidiarietà rapporto con le Amministrazioni Pubbliche - Rappresentanza e sviluppo delle reti.
In questa sezione di indagine viene presentato il Progetto sociale di AUSER che, pur avendo
vita propria rispetto all’organizzazione sindacale, rappresenta il prodotto di scelte politiche
volute dalla CGIL a partire dai valori e ideali che ne orientano l’azione.
La crisi e i mutamenti sociali intervenuti mettono in discussione pesantemente il modello di
welfare italiano, che peraltro da molti anni manifestava elementi di criticità e di fragilità da
far dire a tutti che era necessaria una sua riforma. Non siamo riusciti a produrre elementi
condivisi di modifica.
Oggi Auser propone, con il Progetto, un aspetto nuovo e cioè di lavorare tutti insieme alla
costruzione di un modello di Welfare attivo, di comunità che parta (e qui sta una delle
novità) da un sistema integrato di soggetti e d’interventi pubblici e privati; in cui (e qui sta
la seconda novità) Stato, Terzo Settore e singoli cittadini partecipano attivamente alla
costruzione del benessere delle persone, riscrivendo il concetto di comunità e di coesione
sociale.
Si tratta, in altre parole, di essere convinti e/o di discutere di più e meglio, del valore della
sussidiarietà e della necessità di vere politiche che riconoscano il territorio e le su istituzioni
come il luogo dove si raccolgono i bisogni e si propongono proposte condivise per dare
risposte a quei bisogni.
Per questa ragione il progetto sociale di Auser spinge ad avere più coraggio, indica uno
strumento per definire le nuove modalità di rapporto con la Pubblica Amministrazione, vale
a dire i PATTI DI SUSSIDIARIETA’:
Il Terzo Settore: organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale,
cooperative sociali, fondazioni, alla pari non con ruoli subalterni, svolgono nei confronti di
anziani e persone fragili servizi, interventi, attività, mettendo insieme protezione e
promozione, sviluppando elementi di prevenzione sociale sia attraverso il lavoro sia
attraverso l’impegno volontario, in sostanza: un ruolo pubblico più virtuoso, un processo
comune, nel quale ciascuno dei soggetti in campo si mette in gioco e ci mette la propria
faccia.
Regioni, Comuni, Distretti socio-sanitari, mantengono il loro ruolo e svolgono la propria
funzione di garanzia dell’esigibilità dei diritti dei cittadini; il Terzo Settore, in una
concezione circolare della sussidiarietà, svolge una funzione di pubblica utilità perché
partecipa alla promozione, all’orientamento e alla partecipazione della comunità.
Il Progetto sociale di Auser, oltre che diffondersi in tutta la sua rete e verso i soggetti
dell’insieme del Terzo settore, deve contaminarsi con la Cgil e con lo SPI provando, non a
scrivere ulteriori documenti, ma ad avviare processi di crescita comune e di contaminazione
verso il fare.
L’attività Istituzionale di Auser in provincia di lecco – dati anno 2013
. Rappresentanza nel Tavolo Provinciale del Terzo Settore;
. Rappresentanza nelle Assemblee Distrettuali di Lecco, Merate, Bellano;
. Presidenza del Centro di Servizi del Volontariato provinciale SOLEVOL;
Le Convenzioni:
· Con 90 Comuni della provincia di Lecco per la telefonia sociale (PDZ);
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· Con 14 Comuni per servizi alla persona (volontariato);
· Con 6 Comuni per attività di promozione sociale e servizi civici;
· Con la provincia di Lecco: iniziative culturali, mostre, etc.;
· Con l’ASL: emergenza caldo/estate, telefonia sociale;
. Con l’Unione ciechi, per l’accompagnamento dei loro assistiti;
. Con l’Associazione Parkinson, per l’accompagnamento dei loro associati;
. Con l’Associazione Handicap, gestore sportello “Amministratore di Sostegno” presso
l’Auser del Meratese.
In sintesi i servizi della rete dell’Auser Provinciale di Lecco
· 45.000 interventi svolti a favore degli anziani e persone fragili (totale complessivo);
· 2.150 persone assistite in compagnia telefonica ed emergenza caldo;
. 430.000 km percorsi con i propri 30 mezzi.
La rete Auser sul territorio provinciale
. 6 Associazioni Locali affiliate di volontariato;
. 4 Associazioni di promozione sociale;
· 1.527 Associati, di cui donne 993 (65%);
· 400 Volontari assicurati, di cui 129 donne (32%);
· 96.500 ore di volontariato prestate;
· 2.696 persone assistite dal Filo D’argento;
Totale persone assistite dai servizi alla persona: 4846
Totale persone coinvolte in iniziative di promozione sociale: 16.000
Come è possibile dedurre dai dati forniti dalla stessa Auser gli sforzi messi in capo dalla fitta
rete di volontari si concretizzano in un’azione tangibile ed efficace, che arricchisce il
territorio di quei valori solidaristici e di attenzione alla persona figli di una comune radice
storica e valoriale.
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9. Conclusioni
Progettare nella Camera del lavoro di Lecco è uno studio che si è posto come obiettivo
quello di mettere in sinergia un’organizzazione complessa, quale la CdL di Lecco, con il suo
territorio, quindi il tessuto morfologico, demografico, scolastico ed economico che lo
costituisce. Progettare, innovare, crescere sono azioni importanti, guidate da scelte ed
orientamenti politici e strutturali, che tuttavia non possono mai prescindere dalla forte
conoscenza del contesto di appartenenza e dal quadro della rappresentanza. Questa idea è
sicuramente il motore da cui muove la presente analisi. Studiare i servizi della Cdl di Lecco Patronato INCA, l’Ufficio Vertenze-Legale, il CSF - significa conoscere non solo la loro natura
e caratterizzazione ma anche il contesto territoriale in cui sono inseriti; progettare un
servizio che sia efficacie ed efficiente implica conoscere la potenziale utenza di riferimento,
la caratterizzazione economica, le dinamiche del mercato occupazionale, il sistema
formativo del territorio. Non guardare verso l’esterno diventa un limite sostanziale per
progettare un servizio che funzioni, al servizio del proprio territorio senza subirne
passivamente gli orientamenti.
L’organizzazione sindacale, guidata da forti ideali e valori, fa continuamente scelte politiche
e strutturali che guidano le sue azioni, questo studio vuole aprire margini di riflessioni sui
modelli che stanno alla base dei sistemi decisionali. In questa logica, la componente politica
non può prescindere dalla componente organizzativo-funzionale (condizionata dalle risorse
umane ed economiche disponibili) e dalla componente territoriale, in quanto appartenenti
ad un sistema che può essere riprogettato solo nella sua interezza.
Un Paese che progetta il suo futuro non può prescindere dal fare innovazione, diversamente
è destinato a rimane immobile, spoglio di speranza e passioni, spento nelle emozioni che
pure hanno tanta parte nella vita delle relazioni tra soggetti individuali e collettivi.
La Cdl, promuovendo questo progetto, decide di auto interrogarsi, aprendo spazi di
confronto interni ed esterni per ripensare ai propri servizi e più in generale al proprio lavoro
in una visione olistica senza mai perdere il rapporto con i suoi riferimenti storico/valoriali.
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Bibliografia
Bartol, K. M., & Martin, D. C. (1991). Management. New York: McGraw Hill, Inc.
Johnson, G., Scholes, K., & Sexty, R. W. (1989). Exploring strategic management.
Scarborough, Ontario: Prentice Hall.
Lazarsfeld P.F., William H. Sewell and Harold L. Wilensky, eds. (1967). The Uses of
Sociology. New York: Basic Books.
Sitografia
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http://www.lc.camcom.gov.it/P42A0C172S5/Osservatorio-Provinciale-del-Mercato-delLavoro.htm
Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro (2013):
http://sintesi.provincia.lecco.it/cms/export/sites/default/Osservatorio_mercato/report_oss
ervatorio_provinciale.html
Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro “3° Rapporto dell’Osservatorio Provinciale
del Mercato del Lavoro” (2013):
http://www.lecco100.it/wp-content/uploads/2013/03/Rapporto_Lecco_2013.pdf
Statistiche Demografiche Italia:
http://www.tuttitalia.it/statistiche/
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