Progetto scuola 21 Liceo Artistico medardo Rosso- Lecco Classi 3°C e 3°A Venerdi 21/02/2014 Incontro col prof. Gianfranco Scotti (appunti dall'incontro-non rivisti dall'autore) Storia del quartiere di Castello a Lecco Il quartiere di Castello era molto più importante di Lecco centro, anche come estensione territoriale, si estendeva fino al lago (viale Turati) , fino a Villa Manzoni e al Caleotto. Perchè il nome di Castello? Farebbe presupporre un castello, di cui però non rimangono tracce fisiche. Negli atti del territorio del 1224 compare un “Castrum leuci” dove si dice che si abita e si fanno contrattazioni commerciali. Nei secoli XIII e XIV la Pieve di Castello era il centro di questa zona, vi passava la strada che portava nel nord Europa, verso le attuali Austria e Svizzera; non esisteva ancora la strada sul lago fatta dagli austriaci nel 1820. Di fatto si passava davanti all'attule Palazzo Belgioioso e via Mentana e si saliva verso la Valsassina per poi scendere a Bellano. Era un percorso accidentato e difficile, ma l'unico per merci e persone. Il ponte Visconti è del 1335. Era l'unica strada che dalla Pianura padana portava verso la Valtellina. Nel 1729 Castello conta 696 abitanti, più di Lecco. Nel 1800 si assiste ad una grande fioritura industriale, intorno al canale Fiumicella, deviazione del torrente Gerezone. Decine e decine di fucine del ferro si collocavano lungo il corso del torrente, spesso malsane e senza cura dell'igiene. Da queste prime fucine sono nate nel tempo delle grandi industrie come la Badoni, la Focchi, la Sae e la Falck. Nel borgo di Castello spiccavano il Monastero di Santa Maria Maddalena in Arlenico, risalente al '500, che nel tempo diventa un seminario e poi una filanda (oggi è un condominio) e il convento di San Giacomo, distrutto nel 1930. Una delle filande più belle (l'altro grande filone industriale lecchese) si trovava in via Mentana, oggi è una casa d'abitazione dell'architetto Bovara. Nel 1700 fiorisce un'edilizia di qualità, numerose ville con grandi giardini di famiglie che spesso risiedevano a Milano. Lecco era una vera e propria città giardino, luogo di villeggiatura. A Castello rimangono Palazzo Belgioioso, oggi museo civico, di epoca barocca (incompleto); nel 1773-1794 passa alla famiglia Belgioioso che fa ristrutturare edificio e giardino dal famoso architetto Pollack. Rimane la facciata di Palazzo Secchi (già Arrigoni) con un bel balcone traforato (l'interno purtroppo è rimaneggiato e irriconoscibile) Vicino alla stazione è rimasto solo il giardino di Villa Badoni, trasformata poi nel 1900 in stabilimento Badoni. Di fianco alla parrocchiale di Castello c'è villa Brini, risistemata dall'arch. Bovara, con un grande giardino e una proprietà che si stendeva fino al lago. Nel terreno della villa, negli anni introno al 1930, era stata costruita villa Ponziani, un bellissimo esempio di architetura razionalista, purtroppo poi modificata e infine demolita negli anni '70. Dell'epoca del Razionalismo rimangono a Lecco la casa dell'arch.Cereghini in via Cairoli (angolo via Cattaneo), la casa di Piero Bottoni in Corso martiri della Liberazione, e la chiesa degli Istituti Airoldi e Muzzi. Lecco ha avuto tre importanti architetti: Bovara (neoclassico) che ha fatto il Teatro della Società e la chiesa di San Nicolò; Cereghini e Mino Fiocchi (figlio dell'imprenditore) Tra le ville storiche ricordiamo: Villa Figini-Ticozzi Ville Sommaruga e Bonaiti ad Olate (quest'ultima in stile Tudor) Villa allo Zucco (il cosidetto Palazzotto di Don Rodrigo) , del'500, di Pellegrino Tibaldi, poi demolita e ricostruita dall'arch. Cereghini. Villa Sala in via Seminario, in stile liberty, dell'arch.Diego Brioschi (lo stsso di Villa Sommaruga). Villa Aldè, dopo le scuole di Castello Villa Fiocchi ai Cantarelli, degli anni'30, di fronte al campo sportivo, che reinterpreta il palladianesimo con delle belle fughe prospettiche (c'è un'altra Villa Fiocchi più maestosa nel quartiere di Rancio) Villa Falck (Redaelli) in viale Turati, con un magnifico giardino che scendeva al lago, demolita nel 1960 per far posto a dei condomini ( rimane un pezzo di giardino- attuale parco Belvedere), (uno scempio) Villa Balicco (già Borletti) , il muro rosso che c'è dietro la ferrovia. Villa Dubini, dell'arch. Fiocchi, sulla collina di Santo Stefano (dietro ai Cappuccini), dove è nato il primo inseiamento d Lecco Ricordo poi le chiese di Castello (Parrocchiale, San Carlo, Seminario) e la fontana del Bovara in piazza Sant'Anonio con la statua di San Giovani Nepomuceno In zona stazione , in una foto dl 1882, si vede lo stabilimento Fiocchi e lo stabilimento Badoni di cui resta il cosiddetto “Broletto” con finestre goticheggianti. La ditta Badoni, alla fine dell'800 ha creato i primi forni a riverbero. Le più grandi industrie lecchesi (Badoni, Fiocchi e Caleotto-Arlenico), erano concentrate nel quartiere di Castello; esistevano stretti rapporti tra le industrie, nel 1870 inizia la ferrovia col collegamento verso Milano. Nel 1923 il Comune di Castello viene assorbito dal Comune di Lecco, le attuali scuole elementari erano in origine il Muicipio di Castello
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