Parco Archeologico Via Latina - La Guida

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Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma
PARCO ARCHEOLOGICO DELLA VIA LATINA
a cura di: Marina Bertinetti
testi di: Francesca Montella
progetto grafico: Stefano Novelli
elaborazione planimetria: Società Poleis
Collana a cura del Servizio Educativo
direzione: Tiziana Ceccarini
Soprintendenza Speciale
per i Beni Archeologici di Roma
Soprintendente
Mariarosaria Barbera
Indice
Parco Archeologico
della Via Latina
Direzione
Marina Bertinetti
Responsabile tecnico
Stefano Antonetti
Staff
Francesca Montella
Vittoria Lecce
Indirizzo
Ingresso e parcheggio in
Via dell’Arco di Travertino, 151
Telefono
06.7809255
Metropolitana
Autobus
Linea A, fermata Arco di Travertino
Capolinea ATAC - Arco di Travertino
Il Parco è aperto gratuitamente dalle ore 9:00
a un’ora prima del tramonto.
La visita alle tombe dei Pancrazi e dei Valeri
è consentita previa prenotazione al concessionario
Soc. Coopculture, Tel. +39 06.39967700
Sepolcro a pilastro
Colombario
Sepolcro c.d. Barberini,
o dei Corneli
Basolato antico
Sepolcro “Fortunati 25”
Sepolcro n.29
Edificio Circolare
pag. 1
pag. 1
pag. 2-3
pag. 4
pag. 5
pag. 5
pag. 6
Basolato
Sepolcro dei Pancrazi
Sepolcro dei Calpurni
Villa e Basilica di
S. Stefano Protomartire
Sepolcro Baccelli
Sepolcro dei Valeri
Edifici a varia destinazione
pag. 6
pag. 7-8-9
pag. 9
pag. 10-11
pag. 11
pag. 12
pag. 13
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Parco Archeologico della Via Latina
VILLA E BASILICA DI
S.STEFANO PROTOMARTIRE
SEPOLCRO C.D. BARBERINI
O DEI CORNELI
SEPOLCRO A PILASTRO
SEPOLCRO “FORTUNATI 25”
SEPOLCRO
DEI CALPURNI
SEPOLCRO
DEI PANCRAZI
EDIFICIO CIRCOLARE
BASOLATO
Via Demetriade
SEPOLCRO N.29
Via Latina
o
rtin
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Tra
di
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ll’A
de
Via
Via
App
ia N
uov
a
Planimetria generale del parco aggiornata
agli scavi 1998-99.
In giallo le strutture rilevate nella planimetria
del Fortunati del 1859 attualmente non visibili.
COLOMBARIO
BASOLATO ANTICO
SEPOLCRO
A PILASTRO
SEPOLCRO
DEI VALERI
EDIFICI A VARIA
DESTINAZIONE
SEPOLCRO
BACCELLI
Il Parco archeologico, racchiuso in una porzione del suburbio romano gravitante intorno al III miglio
della via Latina antica, conserva ancora sostanzialmente intatto l’aspetto tradizionale della strada
romana. La via Latina, che collegava Roma con Capua attraversando, sin da epoca preromana, il
Lazio meridionale lungo le valli del Sacco e del Liri, si presenta ancora contornata su entrambi i lati
da monumenti che ne attestano la vita dall’età repubblicana fino all’alto medioevo.
La scoperta della maggior parte dei resti archeologici attualmente compresi nell’area del Parco si deve
all’iniziativa di un cittadino privato, Lorenzo Fortunati, un insegnante con la passione per l’archeologia.
Gli scavi furono eseguiti negli anni 1857-1858 e il resoconto è riportato nella “Relazione generale degli
scavi e scoperte fatte lungo la via Latina” (Roma, 1859), scritta da Fortunati stesso.
“
tredici
Ea DIFICI
varia destinazione
Intorno al sepolcro dei Valeri, il
Fortunati rinvenne ...
un esteso reticolo di
strutture murarie, che si
può ipotizzare appartenente
a una mansio, un complesso
destinato alla sosta e
all’accoglienza dei viaggiatori
lungo la via Latina. Per una
ricostruzione cronologica si
può supporre che queste
strutture furono costruite
intorno al sepolcro dei
Valeri, eretto a sua volta su
un’area già edificata. Esse, in
parte modificate nel IV
secolo d.C., continuarono
probabilmente a essere
frequentate anche dopo
l’interro degli ambienti
sotterranei della tomba. Il
Fortunati nella Relazione di
scavo definì genericamente
“bagni” gli ambienti a destra
del sepolcro, dove si
conservano, ancora
parzialmente visibili, i tubuli
di terracotta inseriti nelle
murature per il
riscaldamento dei vani. Le
indagini archeologiche
compiute negli anni 199899 hanno messo in luce una
situazione complessa e
ampliato le conoscenze in
merito alla funzione degli
ambienti. Un reticolo
di condotti idraulici per
l’afflusso e lo scarico
dell’acqua alimentava
sia una fontana situata
al centro di un cortile
porticato, sia un ninfeo
costruito all’estremità
di un portico
pavimentato a mosaico, che
delimita il complesso sul lato
retrostante la tomba. Tutti
gli edifici erano decorati con
lastre di marmo sulle pareti,
mosaici pavimentali a disegni
geometrici in bianco e nero
oppure a intarsi di lastrine
marmoree. La parte
orientale degli edifici
riconducibile alla mansio,
parzialmente rilevata nella
Relazione del Fortunati, è
emersa nel corso di
campagne di scavo
archeologico tenute negli
anni 2006-2007 nell’area
compresa tra il sepolcro dei
Valeri e il sepolcro Baccelli.
Si tratta di tre ambienti in
opera laterizia con probabile
funzione di tabernae. Nel
corso della medesima
indagine sono stati rinvenuti
altri due edifici distinti,
separati dal complesso
ricettivo mediante un
corridoio accessibile dalla
strada. Il più antico di essi, in
opera reticolata, era un
sepolcro prospiciente la via
Latina. Altri sette vani,
edificati attorno al sepolcro,
erano pertinenti a un
edificio di almeno due piani
con muri in laterizio e
blocchetti di tufo. In uno
degli ambienti è emersa una
porzione di pavimento in
mosaico a motivi geometrici
composto da tessere di
diversi materiali e colori. La
comprensione delle funzioni
e destinazioni degli ambienti
suddetti, non ancora
precisabile, si rimanda alla
conclusione delle attività di
scavo archeologico.
”
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Parco Archeologico della Via Latina
“
uno
Iniziamo il percorso che ci aspetta e
varcato il cancello del parco ...
è visibile a destra un massiccio manufatto in conglomerato cementizio con scaglie di
tufo, alto m 6. Questa struttura è ciò che resta di un monumentale sepolcro a
ILASTRO, una tipologia di edificio funerario, normalmente destinato ad
P
accogliere le ceneri del defunto, costituito generalmente da un alto nucleo in
calcestruzzo decorato esternamente con un rivestimento marmoreo, di cui è
visibile l’impronta sul conglomerato conservato. Un’iscrizione inserita nella muratura
ricorda gli scavi del Fortunati.
”
“
Proseguendo sulla via ...
sul lato sinistro, emerge parzialmente dal terreno una
struttura in laterizio che Fortunati interpretò come un
OLOMBARIO.
C
”
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due
Parco Archeologico della Via Latina
Sepolcro c.d.
Bo ARBERINI
dei CORNELI
“
Pochi metri avanti si trova ...
il c.d. sepolcro Barberini,
che deve il suo nome alla
famiglia aristocratica, ultima
proprietaria della zona. La
struttura del monumento
funerario, caratteristica
soprattutto del II secolo
d.C., è costituita da due
piani sopraterra e da uno
ipogeo. L’ingresso al piano
terra e al primo piano si
trova sul lato opposto alla
via Latina; al piano ipogeo
si accedeva dall’esterno
tramite una scala a due
rampe. Il buono stato di
conservazione dei
prospetti esterni del
monumento permette di
ammirare la ricchezza delle
decorazioni architettoniche
fittili; analisi specialistiche
compiute negli anni 199899 hanno inoltre
determinato che in antico
le modanature in cotto
erano dipinte a colori
vivaci: giallo, rosso, blu. Il
primo piano sopra terra
presenta tre aperture,
attualmente murate, di cui
quella mediana doveva
contenere l’epigrafe
commemorante i defunti
sepolti nella tomba: un
disegno realizzato nel ‘500
da Pirro Ligorio riporta
sulla facciata un frammento
di iscrizione, ora perduto,
relativo ad un Q.
Cornelius, forse il
capostipite della famiglia
proprietaria del sepolcro. Il
piano rialzato era
illuminato da una grande
finestra ad arco, di cui si
percepisce l’ampiezza
attraverso la tamponatura
moderna. La tomba
originariamente era visibile
solo in parte dalla
strada, essendo
circondata da un
muro che chiudeva
l’area di rispetto;
all’interno di esso si
trovava uno stretto
corridoio scoperto,
con pavimento a
mosaico a tessere
bianche e nere,
che conduceva sia
alla porta
d’ingresso al piano
terra, sia alla scala
esterna al sepolcro,
coperta a doppio
spiovente,
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Parco Archeologico della Via Latina
tre
interamente rivestita di
intonaco affrescato ed
elementi in stucco: su uno
sfondo rosso si alternano
bande azzurre, gruppi di
personaggi, vittorie alate su
bighe, amorini, uccelli,
animali marini, riquadri con
soggetti mitologici entro
sottili cornici stuccate,
mentre sulle pareti sono
dipinti sfondi architettonici.
attraverso la quale si
scendeva alla camera
sepolcrale sotterranea.
Quest’ultima è circondata
sui quattro lati da un
ulteriore corridoio, che fu
utilizzato nel tempo per
numerose sepolture, sia
poste sulle pareti, sia
scavate al di sotto del
pavimento a mosaico dove
sono stati recentemente
recuperati circa 40 individui
deposti su numerosi letti
funebri sovrapposti.
Il solaio che separava il
piano terra dal primo piano
non si è conservato; è
visibile comunque sul
muro l’impronta della scala
che collegava i livelli. Il
piano superiore è coperto
con una volta a crociera
Altri edifici a destinazione
funeraria, di cui rimangono
poche tracce,
circondavano in antico il
sepolcro.
”
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quattro
“
Parco Archeologico della Via Latina
Dopo il sepolcro c.d. Barberini ...
B
A
sono visibili tracce del ASOLATO NTICO:
questo tratto originale della via ha una larghezza di
3,95 m, e ai lati di esso affiorano le crepidini a
delimitazione dei marciapiedi.
”
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cinque
Sepolcro
FORTUNATI 25
“
Poco dopo il sepolcro Barberini, sul
lato sinistro della via ...
si trova il sepolcro c.d.
“Fortunati 25” per la
numerazione data alle
strutture nella planimetria
allegata alla Relazione di
scavo. Costituito da una
struttura a pianta quadrata,
con camera sepolcrale
sotterranea, vi si accedeva
Sepolcro
“
dalla via Latina per mezzo di
una scala a due rampe di
gradini, che conservano
ancora tracce del
rivestimento in lastre di
marmo. Le pareti della
camera funeraria, dove sono
ritagliate le nicchie per le olle
cinerarie, sono conservate
fino all'imposta delle finestre
mentre, sull’angolo nordovest, sono visibili tracce
della copertura con volta a
crociera. Sullo stesso lato si
apre una galleria scavata
nella pozzolana, utilizzata
per ulteriori sepolture. La
N.29
Avanzando sul tracciato della
via, sul lato sinistro ...
poco prima di un altro
rudere di sepolcro a
pilastro, sono in parte
emergenti le murature di
un edificio funerario, che
Fortunati indica nella Pianta
di scavo con il n. 29. Si
tratta di un sepolcro
laterizio composto da due
camere sotterranee divise
da un’arcata centrale,
destinato ad accogliere
numerosi individui
sovrapposti, alcuni dei quali
rinvenuti nella deposizione
originaria in occasione di
decorazione delle pareti era
organizzata su due registri: la
parte inferiore era rivestita di
lastre di marmo, di cui
rimane la preparazione e i
fori delle grappe;
superiormente le pareti
mostrano l’intonaco
affrescato con
rappresentazione di uccelli
ed elementi vegetali,
frammentariamente
conservato. Intorno al
sepolcro sono emerse
numerose strutture
funerarie, parzialmente
esplorate.
”
uno scavo archeologico
svoltosi negli anni 198283. Nel corso delle
medesime indagini sono
emerse strutture funerarie
preesistenti al sepolcro
n. 29, che ospitavano altre
sepolture intatte, databili
intorno al I secolo d.C.
grazie al rinvenimento di
bolli sulle tegole di
copertura delle tombe a
cappuccina.
”
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sei
Parco Archeologico della Via Latina
“
Proseguendo il cammino ...
si scorgono a sinistra, affioranti dal terreno, i muri concentrici
di un edificio a IANTA IRCOLARE, di cui si
distinguono un ambiente rettangolare centrale e una serie di
P
C
vani radiali di modeste dimensioni.
“
il
”
Seguendo il nostro percorso possiamo
notare che ...
BASOLATO in questo punto ha dimensioni
oscillanti tra i 4,1 ed i 3,8 metri; ai lati sono
perfettamente visibili le crepidini ed i marciapiedi in
terra battuta.
”
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Parco Archeologico della Via Latina
sette
Sepolcro dei
PANCRAZI
“
Sempre sulla sinistra, dopo qualche
decina di metri ...
è situato il sepolcro dei
Pancrazi. La denominazione
attribuita al monumento
deriva dal rinvenimento di
due iscrizioni all’interno della
prima sala funeraria che
citano il collegio funeratizio
dei Pancratii, una delle tante
associazioni che si
occupavano di fornire una
sepoltura dignitosa ai suoi
membri. La struttura che
spicca è una costruzione
moderna che protegge il
monumento e che si
imposta sui resti di muratura
antica in laterizio e opera
reticolata conservati fino
all’altezza di un metro.
Attualmente l’ingresso si
affaccia direttamente sulla
via Latina, ma in origine il
monumento doveva essere
completamente circondato
da altre strutture, le cui
rovine emergono per
modesta altezza, che
permettevano di scorgere
solo il piano rialzato della
tomba.
Dall’ingresso si entra in un
vasto ambiente pavimentato
a mosaico bianco con
riquadri raffiguranti scene
marine, attraverso cui si
accede alle camere
sotterranee e, in antico, al
piano superiore. In una fase
successiva, presumibilmente
nel corso del III secolo d.C.,
questo ambiente fu diviso in
due locali da un muro di
tramezzatura.
La scala d’accesso originale
alle sale sotterranee è posta
immediatamente all’entrata
dell’edificio moderno, sul
lato sinistro. La prima
camera ipogea è coperta da
una volta a botte, su cui si
apre un lucernario
rettangolare. Intorno alla
stanza, su tre lati, corre un
basamento ad archetti
realizzati in laterizio,
decorato con colore rosso
sulle ghiere degli archi e con
una complessa modanatura
in cotto sulla cornice
superiore. Sul fondo della
sala è tuttora murato un
sarcofago decorato con
baccellature, che presenta
un tondo centrale con la
raffigurazione dei due
coniugi defunti; un’iscrizione
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sottostante cita il collegio dei
Pancrazi. Gli affreschi della
volta si conservano visibili su
metà della superficie, dove
si alternano figure femminili,
teste allegoriche di donna,
paesaggi naturali e
architettonici, presenti
anche sulla lunetta di fondo
e sulle pareti. Resti di pitture
sono visibili anche sotto i
due archetti del bancone di
fondo e rappresentano
anatre, pavoni, un cesto di
frutta a colori vivaci da cui si
dipartono ghirlande. Il
pavimento della camera è in
mosaico bianco con due
cornici nere e risulta
costruito in leggera
pendenza verso un pozzo
coperto da una grata,
tagliato nel banco tufaceo e
parzialmente scavato;
Fortunati, al momento del
rinvenimento del sepolcro,
liberò il pozzo dalla terra di
riempimento fino alla
Parco Archeologico della Via Latina
profondità di 10 metri
dall’imboccatura
attualmente visibile.
La seconda camera ipogea
è coperta da una volta a
crociera con archi ribassati,
decorata da un complesso
di raffigurazioni ad affresco e
stucco, eccezionale per la
finezza e la ricchezza dei
motivi e per il suo stato di
conservazione. Al centro
della sala campeggia un
grande sarcofago per due
deposizioni in marmo
greco, con tetto a spiovente
e agli angoli
decorazioni in
stile orientale.
Le grandi
dimensioni del
sarcofago, che
non risulta
trasportabile
attraverso la
scala e la porta
d’ingresso alla
camera, fanno presumere
che i muri della tomba
fossero stati eretti intorno
ad esso. La composizione
decorativa della volta è
organizzata intorno a un
tondo centrale, in mediocre
stato di conservazione,
rappresentante una figura
maschile con scettro, seduta
su un’aquila, interpretata
come Giove oppure come
il defunto stesso elevato
verso l’aldilà, ritratto con gli
attributi del dio. La volta si
articola in numerose
raffigurazioni ad affresco e
stucco, tra cui risaltano
quattro rettangoli in stucco
bianco rappresentanti scene
mitologiche e divinità: il
giudizio di Paride, Alcesti e
Admeto, Priamo e Achille,
Ercole nell’Olimpo. Ai lati di
questi, altri rettangoli
affrescati riproducono
delicati e idillici paesaggi,
mentre sopra ad essi sono
illustrate, con pennellate
delicate ma ricche di
particolari, varie specie di
uccelli. Ai quattro angoli
della volta rimangono tracce
di figure femminili scolpite
ad altorilievo che ritraggono
le quattro stagioni; sopra di
esse si aprono dei triangoli
che rappresentano
combattimenti di centauri,
leoni e pantere, a cui si
aggiungono molte altre
figure tra cui baccanti, sfingi,
grifoni, uccelli, animali in
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Parco Archeologico della Via Latina
rilievo bianco su sfondo
rosso, blu, violetto o giallo.
Anche nelle lunette delle
pareti i personaggi raffigurati
sono divinità od eroi: Apollo
e Dioniso barbato - Achille Ulisse e Filottete - Mercurio
e di nuovo Dioniso. La
camera sepolcrale era
illuminata da lampade
appese a ganci, di cui
rimangono i fori sulla volta.
Il pavimento è a mosaico
bianco per tutta la sala,
tranne che nella fascia che
separa la soglia dal
sarcofago, realizzata a motivi
geometrici con tessere
bianche e nere. All’interno
di questa camera funeraria
Fortunati rinvenne
accatastati tre sarcofagi
nove
scolpiti,
attualmente
esposti ai Musei
Vaticani, che
rappresentano
rispettivamente
scene dal mito di
Adone, scene
dal mito di
Ippolito e Fedra,
il trionfo di Bacco e Arianna;
scoprì anche un coperchio
di sarcofago, forse
appartenente a un’altra
cassa, con raffigurazioni del
mito di Edipo.
Secondo l’ipotesi più
accreditata, il sepolcro
sarebbe stato costruito tra la
fine del I sec. d.C. e l’inizio
del II, per ospitare le spoglie
di esponenti di una famiglia
Sepolcro dei
CALPURNI
“
romana sicuramente
benestante - si noti la
ricchezza della decorazione
a stucchi e pitture - forse i
proprietari della villa
retrostante. Probabilmente
in seguito il sepolcro subì
numerosi passaggi di
proprietà, con relative
modifiche strutturali e
ornamentali, fino ad essere
rilevato dal collegio
funeratizio dei Pancrazi.
”
Ultimo sepolcro visibile al lato
sinistro della strada ...
è quello dei Calpurni, così
detto dal nome della
famiglia che lo adoperò;
esso è composto da
un’unica camera
sotterranea accessibile
tramite una scala di 21
gradini. L’ambiente
funerario conserva labili
tracce dell’originario
rivestimento in intonaco e
stucco; gli arcosoli realizzati
nella muratura dovevano
ospitare i sarcofagi, uno dei
quali conservato integro
all’interno della camera.
Lo scarso stato di
conservazione delle
strutture non consente di
formulare ipotesi
ricostruttive sull’elevato
dell’edificio funerario.
”
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Villa e Basilica di
i secoli. Il bollo più antico
porta il nome di Valeria
Paullina, figlia di C. Valerius
Paullinus, console nel 107
d.C. e amico di Plinio il
Giovane. Il padre, o il
La nipote, potrebbe avere
completato la costruzione in
età adrianea (117-138).
Verso la metà del II secolo
d.C. la villa fu acquisita dalla
famiglia senatoria dei Servili
Silani, originaria dell’Africa
Proconsolare. Durante il
regno di Commodo la
residenza fu incamerata nel
demanio imperiale: dalle
fonti storiche antiche si
legge che l’imperatore fece
giustiziare un Servilio Silano,
fratello o figlio di M. Servilius
nonno, di quest’ultimo era
probabilmente C. Valerius
Paullinus, tribuno della
coorte pretoria, amico di
Vespasiano; questi potrebbe
avere iniziato la costruzione
della villa, in età tardo-flavia,
domizianea, o al più tardi
traianea (fine I sec.
d.C.inizio II sec.).
Silanus proprietario della
villa, proprio come accadde
al proprietario della villa dei
Quintili sulla via Appia
Antica. Dopo circa un
secolo di inclusione nel
demanio imperiale, la villa
ritornò di proprietà privata:
tra la seconda metà del III e
l’inizio del IV secolo d.C. fu
S.Protomartire
STEFANO
“
L’area alle spalle del sepolcro dei
Pancrazi era occupata da ...
una villa di grande
estensione, che fu abitata a
lungo, da numerosi
proprietari. Lorenzo
Fortunati descrive nella
Relazione di scavo le
strutture e i numerosi
reperti emersi, tra cui
frammenti di sculture, resti
di pitture, mosaici, stucchi,
iscrizioni. L’entrata principale
della villa in antico era
situata non sulla via Latina,
ma approssimativamente di
fronte alla c.d. tomba
Barberini; vicino al sepolcro
dei Pancrazi si apriva un
ingresso secondario, che
immetteva in un grande
cortile, circondato da un
portico che sul lato orientale
terminava con una fila di 26
camere, probabilmente
usate come magazzini.
Il rinvenimento da parte di
Fortunati di tre condotti di
piombo con impresso il
bollo del proprietario
consente di seguire le
vicende della villa attraverso
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Parco Archeologico della Via Latina
acquisita dalla potente
famiglia degli Anicii, la cui
discendente, Demetriade,
fece erigere nel V secolo la
basilica di S.Stefano
protomartire in onore di S.
Leone Magno. La residenza
fu abitata fino al VI secolo
d.C. Attualmente le uniche
sezioni visibili della villa sono
la basilica e parte di un
tardo complesso termale
retrostante il sepolcro dei
Pancrazi. Il corpo centrale
della residenza, compreso
l’accesso principale, fu
sotterrato poco dopo la
scoperta. I resti della basilica
di S.Stefano Protomartire
sono protetti da un muro
moderno impostato
undici
sull’antico. Le
strutture interne
emergenti
configurano una
pianta a tre navate
con l’abside e l’altare
elevato. La superficie
dell’edificio è
cosparsa di resti
architettonici, mentre sul
lato nord si scorge il fonte
battesimale; al centro si
trovava la confessione, dove
erano conservate le reliquie
considerate di S.Stefano.
Nella parte centrale della
navata maggiore la basilica
ha inglobato una struttura
preesistente, relativa al
peristilio della villa, suddivisa
in due ambienti e
terminante a ovest con un
muro semicircolare, dove
fu ricavata la cripta. Le fonti
storiche danno notizia
dell’esistenza della basilica
come meta di pellegrinaggi
ancora nel medioevo, fino
al XIII secolo;
successivamente l’edificio
religioso fu abbandonato e
se ne perse la memoria.
”
Sepolcro
BACCELLI
“
Attraversando la via Latina, sul lato
destro ...
rialzata rispetto al tracciato
stradale, si staglia la facciata
di un’altra tomba: il
cosiddetto sepolcro
Baccelli, dal nome del
Ministro che agli inizi del
‘900 si interessò all’area
archeologica. Similmente al
sepolcro Barberini,
l’edificio funerario si era
conservato integro per
secoli, come testimoniano
disegni, incisioni e
fotografie a partire dal XVI
secolo; nel 1959 andò in
rovina. La struttura è quella
tipica delle tombe del II
secolo d.C.: due piani in
laterizio con cornici,
mensole e architrave
decorati in cotto, e due
camere funerarie
sotterranee, attualmente
non accessibili.
”
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dodici
Parco Archeologico della Via Latina
Sepolcro c.d. dei
VALERI
“
Di fronte al sepolcro dei Pancrazi si
affaccia ...
un complesso di strutture
murarie che si articolano
intorno all’edificio del c.d.
sepolcro dei Valeri;
l’attribuzione comune a
un’antica famiglia dei Valeri
non trova però un
fondamento diretto nei
rinvenimenti di scavo.
Gli scavi del Fortunati del
1858 hanno rivenuto e
messo in luce principalmente
la parte sotterranea della
tomba, ovvero le due scale
simmetriche d’accesso, il
vestibolo e le due camere
funerarie; emersero anche
tracce dell’elevato originario
del monumento, che
configurano una struttura
non direttamente
comunicante con gli ambienti
sotterranei, come nel
sepolcro c.d. Barberini. Tra il
1859 e il 1861 fu realizzata,
al fine di proteggere gli
ambienti ipogei riccamente
decorati, la ricostruzione
ipotetica dell’elevato del
sepolcro impostata sulle
murature antiche, e la
piccola porzione di fronte al
colonnato antistante.
Le superfici delle camere
funerarie e le relative scale di
accesso erano in antico
rivestite di lastre di marmo, di
cui rimangono un frammento
pavimentale, le cornici
dell’ingresso e gli zoccoli che
ornavano le pareti della sala
principale. Laddove le lastre
furono asportate sono
ancora visibili i fori delle
grappe di ferro che le
sostenevano e le loro
impronte in negativo sulle
pareti. Un’elaborata
decorazione in stucco
bianco, articolata in 35
medaglioni e riquadri di
dimensioni variabili, riveste le
lunette e la volta a botte. Nei
medaglioni sono illustrati
soggetti dionisiaci, delicate
figure femminili, animali
marini. Nel tondo centrale,
sul dorso di un grifone, una
figura velata rappresenta la
defunta portata nell’aldilà. Tra
i reperti rinvenuti nel
sepolcro, si cita il frammento
di un sarcofago con
raffigurazione delle fatiche di
Ercole, ed un altro
frammento di sarcofago con
che riproduce un tema
bacchico, datato intorno al
265-270 d.C. La costruzione
della tomba si può collocare
intorno agli anni 160-170
d.C., grazie al rinvenimento
di frammenti di laterizi della
volta con bollo con datazione
consolare.
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Parco Archeologico della Via Latina
VILLA E BASILICA DI
S.STEFANO PROTOMARTIRE
SEPOLCRO C.D. BARBERINI
O DEI CORNELI
SEPOLCRO A PILASTRO
SEPOLCRO “FORTUNATI 25”
SEPOLCRO
DEI CALPURNI
SEPOLCRO
DEI PANCRAZI
EDIFICIO CIRCOLARE
BASOLATO
Via Demetriade
SEPOLCRO N.29
Via Latina
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Planimetria generale del parco aggiornata
agli scavi 1998-99.
In giallo le strutture rilevate nella planimetria
del Fortunati del 1859 attualmente non visibili.
COLOMBARIO
BASOLATO ANTICO
SEPOLCRO
A PILASTRO
SEPOLCRO
DEI VALERI
EDIFICI A VARIA
DESTINAZIONE
SEPOLCRO
BACCELLI
Il Parco archeologico, racchiuso in una porzione del suburbio romano gravitante intorno al III miglio
della via Latina antica, conserva ancora sostanzialmente intatto l’aspetto tradizionale della strada
romana. La via Latina, che collegava Roma con Capua attraversando, sin da epoca preromana, il
Lazio meridionale lungo le valli del Sacco e del Liri, si presenta ancora contornata su entrambi i lati
da monumenti che ne attestano la vita dall’età repubblicana fino all’alto medioevo.
La scoperta della maggior parte dei resti archeologici attualmente compresi nell’area del Parco si deve
all’iniziativa di un cittadino privato, Lorenzo Fortunati, un insegnante con la passione per l’archeologia.
Gli scavi furono eseguiti negli anni 1857-1858 e il resoconto è riportato nella “Relazione generale degli
scavi e scoperte fatte lungo la via Latina” (Roma, 1859), scritta da Fortunati stesso.
“
tredici
Ea DIFICI
varia destinazione
Intorno al sepolcro dei Valeri, il
Fortunati rinvenne ...
un esteso reticolo di
strutture murarie, che si
può ipotizzare appartenente
a una mansio, un complesso
destinato alla sosta e
all’accoglienza dei viaggiatori
lungo la via Latina. Per una
ricostruzione cronologica si
può supporre che queste
strutture furono costruite
intorno al sepolcro dei
Valeri, eretto a sua volta su
un’area già edificata. Esse, in
parte modificate nel IV
secolo d.C., continuarono
probabilmente a essere
frequentate anche dopo
l’interro degli ambienti
sotterranei della tomba. Il
Fortunati nella Relazione di
scavo definì genericamente
“bagni” gli ambienti a destra
del sepolcro, dove si
conservano, ancora
parzialmente visibili, i tubuli
di terracotta inseriti nelle
murature per il
riscaldamento dei vani. Le
indagini archeologiche
compiute negli anni 199899 hanno messo in luce una
situazione complessa e
ampliato le conoscenze in
merito alla funzione degli
ambienti. Un reticolo
di condotti idraulici per
l’afflusso e lo scarico
dell’acqua alimentava
sia una fontana situata
al centro di un cortile
porticato, sia un ninfeo
costruito all’estremità
di un portico
pavimentato a mosaico, che
delimita il complesso sul lato
retrostante la tomba. Tutti
gli edifici erano decorati con
lastre di marmo sulle pareti,
mosaici pavimentali a disegni
geometrici in bianco e nero
oppure a intarsi di lastrine
marmoree. La parte
orientale degli edifici
riconducibile alla mansio,
parzialmente rilevata nella
Relazione del Fortunati, è
emersa nel corso di
campagne di scavo
archeologico tenute negli
anni 2006-2007 nell’area
compresa tra il sepolcro dei
Valeri e il sepolcro Baccelli.
Si tratta di tre ambienti in
opera laterizia con probabile
funzione di tabernae. Nel
corso della medesima
indagine sono stati rinvenuti
altri due edifici distinti,
separati dal complesso
ricettivo mediante un
corridoio accessibile dalla
strada. Il più antico di essi, in
opera reticolata, era un
sepolcro prospiciente la via
Latina. Altri sette vani,
edificati attorno al sepolcro,
erano pertinenti a un
edificio di almeno due piani
con muri in laterizio e
blocchetti di tufo. In uno
degli ambienti è emersa una
porzione di pavimento in
mosaico a motivi geometrici
composto da tessere di
diversi materiali e colori. La
comprensione delle funzioni
e destinazioni degli ambienti
suddetti, non ancora
precisabile, si rimanda alla
conclusione delle attività di
scavo archeologico.
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Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma
PARCO ARCHEOLOGICO DELLA VIA LATINA
a cura di: Marina Bertinetti
testi di: Francesca Montella
progetto grafico: Stefano Novelli
elaborazione planimetria: Società Poleis
Collana a cura del Servizio Educativo
direzione: Tiziana Ceccarini
Soprintendenza Speciale
per i Beni Archeologici di Roma
Soprintendente
Mariarosaria Barbera
Indice
Parco Archeologico
della Via Latina
Direzione
Marina Bertinetti
Responsabile tecnico
Stefano Antonetti
Staff
Francesca Montella
Vittoria Lecce
Indirizzo
Ingresso e parcheggio in
Via dell’Arco di Travertino, 151
Telefono
06.7809255
Metropolitana
Autobus
Linea A, fermata Arco di Travertino
Capolinea ATAC - Arco di Travertino
Il Parco è aperto gratuitamente dalle ore 9:00
a un’ora prima del tramonto.
La visita alle tombe dei Pancrazi e dei Valeri
è consentita previa prenotazione al concessionario
Soc. Coopculture, Tel. +39 06.39967700
Sepolcro a pilastro
Colombario
Sepolcro c.d. Barberini,
o dei Corneli
Basolato antico
Sepolcro “Fortunati 25”
Sepolcro n.29
Edificio Circolare
pag. 1
pag. 1
pag. 2-3
pag. 4
pag. 5
pag. 5
pag. 6
Basolato
Sepolcro dei Pancrazi
Sepolcro dei Calpurni
Villa e Basilica di
S. Stefano Protomartire
Sepolcro Baccelli
Sepolcro dei Valeri
Edifici a varia destinazione
pag. 6
pag. 7-8-9
pag. 9
pag. 10-11
pag. 11
pag. 12
pag. 13