C.C. 25.7.2014 GAMBA: Io mi scuso per il ritardo che è dovuto a esigenze, impegni lavorativi. Anch’io ritengo di fare un brevissimo intervento sulla questione tecnico-giuridica che è stata sollevata, perché noi qui stiamo discutendo tecnicamente di una pregiudiziale di legittimità, e anch’io devo dire che il parere che è stato fornito dal Segretario Generale mi pare inappuntabile in punto di diritto. Non si ravvisano, secondo me, motivi di illegittimità nel prevedere una lista unitaria, una lista unica di cittadini che partecipano a questi organismi che hanno un ruolo meramente consultivo. Se mi è consentito, però, anche una breve considerazione di tipo politico, io credo che il tentativo che si sta cercando di fare sia quello di favorire in qualsiasi modo la partecipazione di cittadini attivi che si mettono a disposizione in maniera volontaria del proprio quartiere, cercando di interfacciarsi con la Giunta e con il Comune proprio per senso civico. E quindi io credo che non soltanto si possa, ma si debba consentire la partecipazione cittadina a prescindere dall’appartenenza partitica o politica a determinate liste e movimenti. Cioè dobbiamo uscire da questa logica del partito a ogni costo, che è una logica, secondo me, anche lottizzatrice per cui i partiti devono esserci sempre dappertutto. Io, tra l’altro, credo che questo non sia il preludio di un pensiero unico. Nel regolamento è infatti stabilito che i cittadini che desiderano partecipare a queste “competizioni” (se vogliamo chiamarle così che tali comunque non sono) altri consigli di quartiere, devono presentare una breve presentazione mettendo a disposizione le quartiere conseguentemente e loro idee, i loro progetti, verranno votati la loro idea di concretamente in relazione a quello che il cittadino intende fare sulla base di una presentazione. La democrazia oggi non muore. La democrazia oggi non muore in quest’Aula, in Consiglio comunale, rischia di morire al Senato, però questo è un altro discorso che dovrebbe far pensare i partiti di maggioranza che sono al Governo quest’oggi. GAMBA: Io, a costo di essere ripetitiva, inizio mettendo in evidenza quelli che sono gli aspetti positivi, innanzitutto, del percorso che è stato fatto per arrivare a questo regolamento. Come ho già avuto modo di dire anche durante le numerose commissioni che sono state fatte su questo tema, c’è stato un ampio dibattito istituzionale nelle commissioni a cui hanno potuto partecipare, con contributi positivi, le minoranze. Tant’è che alcune delle proposte che il movimento ha fatto nel corso di queste commissioni sono anche confluite all’interno di questo regolamento. Io vedo molti aspetti positivi e alcune ombre che andrò a elencare. Noi riteniamo che l’allargamento del diritto di voto ai sedicenni sia un aspetto positivo. E’ difficile che la partecipazione dei sedicenni sia particolarmente ampia nei Comuni dove questo diritto è stato dato (il regolamento, per esempio, del Comune di Parma lo prevede, e lo prevede anche il regolamento di Siena), effettivamente l’affluenza dei sedicenni è stata bassa, però io credo che questa sia una buona opportunità per cercare di dialogare anche con questi cittadini, che sono comunque cittadini che usufruiscono dei servizi del Comune, che beneficiano della mobilità, che usufruiscono sostanzialmente di tutto ciò che la città mette loro a disposizione. Secondo noi, diritto di un voto, altro di aspetto elettorato positivo attivo è e l’allargamento passivo, anche del agli stranieri non comunitari, residenti stabilmente in Italia da non meno di cinque anni, perché noi abbiamo bisogno di tentare anche questa strada per favorire l’integrazione. Riteniamo che sia una cosa positiva anche il fatto che non ci sia alcun quorum. Noi, come Movimento Cinque Stelle, addirittura in numerosi programmi elettorali per le amministrative, ma non solo per quelle, siamo favorevoli al referendum deliberativo senza quorum, perché abbiamo una visione idealista della democrazia partecipata che può arrivare fino alla democrazia diretta. E poi c’è anche un altro aspetto positivo, che secondo me l’assenza di quorum, diversamente da quello che si crede, favorisce la partecipazione, perché nel momento in cui il cittadino si rende conto che a prescindere dal suo comportamento ristretta le minoranza, decisioni secondo me, possono è più essere stimolato prese da una ad andare a partecipare. Penso anche che sia positiva la lista unica, o unitaria, alla luce del dibattito di stamattina, per le motivazioni che ho già detto durante la discussione delle pregiudiziali, perché in questa maniera noi svincoliamo la libera partecipazione dall’appartenenza partitica, o almeno da ciò che dovrebbe tendere, perché il civismo e il volontariato oggi, in un’epoca di grandissima crisi della democrazia rappresentativa, ha bisogno di un’apertura e di una ‘departitizzazione’ (uso questo neologismo), di staccarsi dalla rigidità dell’appartenenza alla destra, alla sinistra, al rosso o al verde. Riteniamo anche che sia positivo il coinvolgimento dei volontari, i volontari per tutte le operazioni anche di scrutinio e di voto. Io ho avuto – e ringrazio per questo gli uffici – il riepilogo dei costi che la città ha sostenuto per il referendum sulla vecchia metropolitana, e lì ci sono veramente delle voci di costo che si potrebbero tranquillamente abbattere, favorendo proprio il lavoro dei volontari, che a Brescia sono tanti e che è opportuno coinvolgere il più possibile. Un altro aspetto positivo sono le due preferenze, quindi la garanzia del rispetto di genere, la doppia preferenza. E’ bene che sia stato inserito – questa è una proposta che abbiamo più volte ribadito in regolamento commissione – che e che l’assemblea poi di è confluita quartiere finalmente non sia nel limitata solamente ai residenti di quel quartiere ma che sia un’assemblea pubblica alla quale tutti hanno diritto di partecipare. E credo che sia anche un’ottima cosa quella che la Giunta si sia presa l’obbligo di rispondere, di dare un parere motivato, entro trenta giorni, o sessanta giorni, a seconda della tipologia di proposta, a ciò che viene dai consigli di quartiere. Perché, effettivamente, leggendo i verbali delle assemblee di quartiere, uno dei problemi più grandi che queste persone portano è proprio quello: ascoltateci! Non fateci lavorare per niente! Non mettete le nostre proposte e i nostri progetti in un cassetto. Perché altrimenti è ovvio che questa cosa mortifica la partecipazione e svilirebbe tutto il lavoro che è stato fatto fino ad oggi. Veniamo ora alle ombre. Io ricordo anche un siparietto che avvenne durante la proponemmo discussione che almeno sulla una delibera parte dei d’indirizzo. consiglieri di Noi allora quartiere venisse sorteggiata. Nel regolamento di Parma questa cosa è stata fatta e il 70% sono eletti e il 30% sono sorteggiati, e ovviamente non riproponiamo questo emendamento, nei nostri emendamenti questa idea non la riproponiamo perché abbiamo preso atto che non c’è un’apertura in questo senso da parte della maggioranza, però io volevo ribadire in ogni caso che io ritengo che lo strumento del sorteggio, soprattutto per questi organismi, sia uno strumento che favorisce la partecipazione libera e indipendente dei cittadini e va proprio nella direzione di restituire questi organismi partecipativi ai cittadini svincolandoli dai partiti. Ieri abbiamo votato una nomina di un revisore dei conti che non è stato letto da nessuno, è stato sorteggiato, è un ruolo completamente diverso, è un ruolo tecnico, però anche il ruolo dei cittadini che partecipano alla vita politica, secondo me, è un ruolo che non necessariamente deve rispondere all’appartenenza politica. Avevamo proposto, ancora la volta scorsa – e non lo riproponiamo oggi, però io ci tenevo a ritornarci – la possibilità di rotazione dei presidenti dei consigli di quartiere per favorire il ricambio all’interno di questo ruolo, che comunque è un ruolo abbastanza impegnativo. Ci piacerebbe inoltre – e qui lo abbiamo fatto confluire in una proposta emendativa – che la durata in carica dei consigli venga ridotta a tre anni, cinque anni di durata dei consigli di quartiere sono tanti, siamo anche in una fase sperimentale, siamo a quasi metà consiliatura per cui, se si andrà a elezione a ottobre, questi consiglieri rimarranno in carica fino al 2019, e quindi avevamo chiesto che venisse ridotta la durata in carica di questi consiglieri anche per non abusare del ruolo di volontariato che viene fatto da questi cittadini. Non ci piace che non sia prevista la possibilità per i cittadini di partecipare ai consigli di quartiere e eventualmente di chiedere la parola su autorizzazione del presidente, che non si possa discutere di argomenti che non sono iscritti all’ordine del giorno, magari anche su proposta di cittadini o degli stessi componenti del consiglio, che nei gruppi tematici non sia prevista la partecipazione di semplici cittadini che non sono iscritti alle associazioni, che non sia prevista la possibilità per l’assemblea (io non immagino assemblee particolarmente partecipate) di chiedere la convocazione del Consiglio di Quartiere o di chiedere le dimissioni di alcuni consiglieri, che magari sono stati eletti e che facciano il contrario di quello che hanno detto, o che non rispettino il ruolo che gli viene dato. Non è previsto nulla sul bilancio partecipativo. Noi su questa cosa avevamo elaborato anche delle proposte precedentemente, però il bilancio partecipativo oggi è lo strumento principale per consentire ai cittadini di decidere sulle modalità della spesa pubblica e quindi un piccolo riferimento al bilancio partecipativo ci sarebbe piaciuto. E’ vero che questo regolamento è un po’ farraginoso, però avendolo letto e studiato più di una volta, insomma, dopo qualche lettura questa farraginosità si supera. Venendo alle considerazioni politiche, è vero che questa è una vera sfida che la politica deve necessariamente affrontare ed è una politica che in questi anni si è distinta per la sua sordità nei confronti delle istanze dei cittadini, pertanto abbiamo il dovere di affrontare questa sfida per colmare il deficit reale e il distacco emerso anche dalla scarsa affluenza alle votazioni europee (abbiamo avuto un’affluenza veramente molto bassa). Dobbiamo colmare questo distacco con i cittadini di cui spesso ci si ricorda soltanto in occasione delle elezioni. E bisogna che gli amministratori, a tutti i livelli, inizino a vedere il loro impegno politico come al servizio esclusivo della cittadinanza e del bene comune, non dei partiti, o, peggio ancora, di interessi di pochi, o personali, e si inizi a comprendere come le decisioni debbano essere prese non nelle segrete stanze ma in maniera trasparente e condivisa, partecipata al massimo, partendo dalle piccole cose fino ad arrivare al bilancio dell’Ente e alle scelte strategiche che ipotecano il futuro della città. Perché, finché noi avremo amministratori locali che rivendicano il diritto di decidere sulla scorta di un voto, che interpretano come una sorta di delega in bianco, la politica non avrà speranza di salvezza, e intendo come “politica” il senso ampio del termine come senso di governo e di amore per la polis. La politica moderna – la politica 2.0, se vogliamo fare una battuta – non può più vedere il ruolo dei cittadini, dei comitati, delle associazioni come una “mosca al naso”, ma come un valido strumento di governo quotidiano della città che si riscopre comunità. E questo è ciò che il Movimento Cinque Stelle auspica, a cui lavorerà, dando il suo contributo, come abbiamo fatto fino ad oggi, anche sul regolamento e sugli strumenti partecipativi nuovi, anche approfittando del fatto che Brescia ha aderito – non ho trovato la delibera però mi risulta che abbia aderito – all’Agenda 21, al Protocollo E 21, che mette a disposizione dei cittadini strumenti di partecipazione tecnologici e innovativi, che, secondo me, vanno valorizzati. Concludo, facendo, questo ripeto, è con un primo alcune passo luci e che l’Amministrazione alcune ombre, con sta qualche timidezza e idee a volte un po’ stantie ma che è un passo doveroso per tentare di recupere il distacco dai cittadini. La vera sfida, quella che dovrà chiamarci per proiettarci verso il futuro, sarà quella di ridare la gestione della cosa pubblica a coloro a cui appartiene veramente, che sono tutti i cittadini e non soltanto gli eletti. GAMBA: Sarò molto breve, presenterò gli emendamenti in un’unica soluzione, per cui spero di riuscire a farcela in tempo. Nel primo emendamento si chiede di ridurre la durata in carica dei Consigli di quartiere a tre anni. Le motivazioni sono già state espresse in Commissione e sono ribadite anche nelle motivazioni scritte che ho argomentato, perché non si ritiene che la durata pari ai Consigli comunali sia una scelta opportuna, visto che si cerca di allontanare il legame tra i Consigli di quartiere e le elezioni amministrative. E poi perché è un’esperienza su base volontaristica, per cui si ritengono sufficienti i tre anni. Per quanto riguarda il Titolo II, è semplicemente una modificazione, un emendamento stilistico e di forma, che riguarda la sostituzione della frase dei Consigli di quartiere, semplicemente nel titolo. Per quanto riguarda l’emendamento 3. Sulla redazione dell’ordine del giorno si ritiene opportuno che il Presidente l’ordine del giorno lo rediga sentiti i componenti del Consiglio di Quartiere. Perché sembrerebbe di capire, dal Regolamento, letto così, che l’ordine del giorno venga fuori dal cilindro, dal cappello del Presidente, senza alcun tipo di consultazione con gli altri componenti del Consiglio di Quartiere. L’emendamento 4. Si chiede di poter inserire la possibilità, visto che le sedute intervenire autorizzazione del da da Consiglio parte parte lei del di Quartiere cittadini, Presidente. Si sono pubbliche, ovviamente ritiene di previa opportuno, visto che sono comunque semplicemente organi consultivi, non hanno diciamo le formalità di un Consiglio comunale, che sempre regolamentato dal Presidente sia consentito intervenire. L’emendamento 5 riguarda, invece, la possibilità di poter discutere anche di argomenti che non sono iscritti all’ordine del giorno, purché ci sia una richiesta, da parte di una quota qualificata dei membri del Consiglio di Quartiere. L’emendamento 6, che è subordinato al quinto, prevede la possibilità che ne facciano richiesta un membro del Consiglio di Quartiere e che venga poi sottoposta alla votazione del Consiglio di Quartiere, per aggiungere e discutere qualcosa che non è previsto all’ordine del giorno. Il 6 è in via subordinata rispetto al 5. Per quanto riguarda il 7, è la famosa richiesta di partecipazione ai gruppi di lavoro anche da parte dei cittadini che non sono iscritti in associazione, gruppi o Comitati. Secondo noi è giusto favorire la partecipazione anche di persone che non sono iscritte a nessun tipo di associazione. L’emendamento 8 riguarda la presentazione delle dimissioni da parte del componente del Consiglio di Quartiere. Noi non capiamo perché le dimissioni debbano essere presentate al Presidente del Consiglio comunale. Riteniamo più opportuno che, visto che la gestione di tutta la tematica dei Consigli di quartiere vede la Giunta al centro, sarebbe più opportuno che venissero presentate all’assessore competente. queste dimissioni L’emendamento 9 riguarda lo scioglimento dei Consigli di quartiere e richiama il meccanismo del recall. La Giunta comunale dovrebbe, eventualmente, ratificare una decisione presa dall’assemblea di quartiere, all’uopo convocata dal Presidente, oppure su richiesta di un terzo dei consiglieri o di cinquanta cittadini, che mettono ai voti l’eventuale proposta di scioglimento del Consiglio di Quartiere, votando in assemblea. In questo caso il voto viene riservato ai residenti nel quartiere interessato. L’emendamento differenza 10 è subentrato semplice riguarda ratifica l’organo, delle all’emendamento il voto decisioni, un 9. dell’assemblea. terzo dei L’unica È una consiglieri comunali. Il primo era solamente sul provvedimento della Giunta, l’altro invece è provvedimento del Consiglio comunale, perché è indifferente chi ratifica la decisione dell’assemblea. L’ultimo emendamento lascia aperta la possibilità che l’assemblea di quartiere, visto che deve svolgere un ruolo propulsivo nei confronti del Consiglio di Quartiere, possa essere convocata dal Presidente, Consiglio oppure anche di di su richiesta Quartiere, cinquanta di eventualmente cittadini che un terzo dei arrotondati raccolgono membri del per eccesso, delle famiglie chiedendo al Presidente del Consiglio di Quartiere di convocare l’assemblea. Io credo di avere sufficientemente quindi ho terminato la mia esposizione. motivato gli emendamenti, GAMBA: Io farò una dichiarazione di voto onnicomprensiva, quindi dirò quale sarà la mia posizione su tutti e sei gli emendamenti. Ritengo che l’emendamento n. 1, che amplia la cittadinanza attiva e aggiunge la responsabilità sociale sia assolutamente da dei di accogliere. Non sono d’accordo, invece, sulla durata Consigli quartiere, che combacia sostanzialmente con le elezioni politiche ed amministrative. L’ho già detto e ribadito in più salse, per cui credo di non dover star qui ancora a spiegarne le motivazioni. Sono d’accordo sull’emendamento n. 3. Contraria all’emendamento n. 4 e all’emendamento n. 5. Sarà un voto favorevole, invece, quello all’emendamento n. 6. GAMBA: Ora, io mi sono sforzata di capire la ratio di questo comma, cioè immagino che il motivo per cui si è pensato di estendere la candidabilità anche a persone che non sono residenti nel comune di Brescia derivi dal fatto che il comune di Brescia raccoglie pendolarismi vari di persone che lavorano in città, che hanno qui attività commerciali e che potrebbero essere inserite e avere il desiderio di partecipare alla vita del quartiere. Devo, però, dire che ho capito la spiegazione che ci è stata data dal Segretario e dalla consigliera Parmigiani. Voterò contro questo emendamento, ma per un altro motivo, perché ovviamente le persone che sono iscritte nelle liste elettorali del Comune, o della Provincia, escludono i cittadini non comunitari, e quindi che non hanno la cittadinanza italiana, e quindi questo andrebbe a intaccare l’altro punto fondamentale del regolamento. Però devo dire che strutturato così com’è questo comma effettivamente può creare delle ambiguità, poi evidentemente verrà applicato nel modo che ci è stato spiegato dal Segretario problemi possano essere superati. per cui credo che i GAMBA: Brevissimamente. Io di questo emendamento condivido la logica del fatto che non sia ammessa la candidatura in più di due quartieri, la posso condividere. Però mi sembra che strutturato in questo modo non ci possa essere voto favorevole del Movimento Cinque Stelle chiedono perché, l’abolizione non della essendo lista passati unica, gli o emendamenti questo che emendamento veniva spezzettato per cui era possibile votare separatamente la doppia candidatura, ma in questa maniera non possiamo dare il voto favorevole. GAMBA: Molto brevemente perché ho la sensazione di avere delle allucinazioni, perché abbiamo sentito Margaroli criticare il Regolamento per tutto il tempo, perché è troppo pesante, perché si complica la commercialista vita per alla gente, presentare e qui uno l’elaborazione deve dei essere programmi, un la definizione dei piani. Allora, se vogliamo far partecipare queste persone, si scriveva: i Consigli di Quartiere partecipano alla formulazione del bilancio, vengono coinvolti nella partecipazione. Per carità, sono le 5 del mattino e siamo tutti stanchi, però insomma, a me sembra veramente che qui si stia prendendo un po’ in giro tutti con questi emendamenti, che secondo me non hanno nessun senso. GAMBA: Anch’io farò una dichiarazione di voto su tutti gli emendamenti che ha presentato il consigliere Onofri e ritengo che siano tutti meritevoli di accoglimento. I primi perché vanno a fare delle modifiche lessicali, che forse sono anche opportune. In particolar modo l’emendamento n. 5, che fa un’elencazione esemplificativa di quelle che possono essere le attribuzioni di un Consiglio di Quartiere, credo che possa anche aiutare i Consiglieri di quartiere più inesperti a, diciamo, organizzare e immaginare come muoversi operativamente e concretamente sul territorio. L’unico emendamento sul quale mi asterrò, perché fatico a capire la differenza tra “prendere atto” e “sulla base dei risultati” è l’emendamento n. 8. Invece per tutti gli altri il nostro voto sarà un voto favorevole. GAMBA: Anch’io, diciamo, le luci e ombre di questa delibera le ho già ampiamente sottolineate stamattina e credo che l’accoglimento di qualche emendamento sia del Movimento Cinque Stelle che della Lista Onofri, di alcuni emendamenti della minoranza, non sposti quello che è il mio orientamento, il mio intendimento, che è quello di dare un voto di astensione, perché effettivamente questo Regolamento è comunque un Regolamento farraginoso, noi l’avremmo preferito più elastico, flessibile, aperto, con il sorteggio, la rotazione, la nostra idea di partecipazione è una partecipazione che coinvolge i cittadini nella decisione finale. Tuttavia ritengo che, proprio anche per riconoscere lo sforzo che è stato fatto da questa Amministrazione sia con i cittadini per garantire loro la partecipazione, sia a livello istituzionale, il nostro voto apertura, quindi possa anche tutto è e debba essere un voto considerato che è una migliorabile nel momento di fase in astensione sperimentale, cui rendere conto che magari qualche cosa non funziona. ci si e di che dovesse
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