Conscience and Consciousness: a definition Vithoulkas G*, Muresanu DF** *International Academy of Classical Homeopathy, Alonissos, Greece ** “Iuliu Hatieganu” University of Medicine and Pharmacy, Department of Neurosciences, Cluj-Napoca, Romania COSCIENZA E CONSAPEVOLEZZA: IL LORO SIGNIFICATO Trad. di Lucilla Monti Mentre il termine consapevolezza è stato ampiamente esaminato e compreso nei suoi diversi aspetti, sia in ambito flosofco che psichiatrico, neurofsiologico, neuro-plastico, ecc., il termine coscienza, nonostante si tratti di un aspetto ugualmente importante nella vita dell’uomo, rimane un termine ampiamente sconosciuto come se si trattasse di un aspetto pressoché recondito della mente umana. Non è stato esaminato e compreso a fondo come il termine con sapevolezza e per questo rimane largamente “terra sconosciuta” per quanto riguarda la topologia neurofsiologica del cervello. Coscienza e consapevolezza sono parte di un sistema informativo che governa il processo delle nostre esperienze e delle nostre decisioni. Obiettivo di questo scritto è di comprendere bene questi due termini, di defnire la consape volezza sia da un punto di vista neurofsiologico che di fsica quantistica, di comprendere la relazione tra le dinamiche della consapevolezza e la neuro-plasticità e di evidenziare la relazio ne tra coscienza, stress e salute. Parole chiave: consapevolezza, aspetti neuronali della consapevolezza, neuroplasticità, coscienza, libero arbitrio. “CONSCIOUSNESS”: IL SIGNIFICATO DEI TERMINI COSCIENZA E CONSAPEVOLEZZA SONO SPESSO CONFUSI E MALE INTESI DA MOLTI. Con questo articolo mi riprometto di fare luce sul signifcato dei due termini e di evidenziare quale ruolo può avere uno stato di coscienza tranquillo piuttosto che uno stato di coscienza disturbato nella buona salute e nella malattia. “Consciousness” la coscienza è una funzione della mente umana che riceve ed elabora le informazioni, le definisce e quindi le immagazzina o le elimina attraverso: i 5 sensi la capacità di ragionamento della mente 1 l'immaginazione o le emozioni la memoria I cinque sensi permettono alla mente di ricevere le informazioni che vengono elaborate attraverso emozione ed immaginazione, la ragione giudica l’informazione e la memoria la elimina o la memorizza. Quali parti del cervello umano (1) siano responsabili per questo processo sono ben defnite dalla neurofsiologia (2). E’ importante osservare come quante più informazioni si è in grado di raccogliere e di elaborare, tanto più “consapevoli” e “coscienti” si diventa riguardo al mondo interiore ed al mondo circostante (2). La consapevolezza e stato di veglia sono le due maggiori componenti della coscienza. La consapevolezza è defnita dal contenuto della coscienza, mentre lo stato di risveglio defnisce il livello di coscienza. La consapevolezza riguarda anche la capacità di essere consapevoli di sé ed è quell’entità che percepisce il mondo interiore composto da pensieri, rifessioni, immaginazione, emozioni e sogni ad occhi aperti unitamente alla consapevolezza del mondo circostante attraverso l’utilizzo dei cinque sensi. Da un punto di vista neurofsiologico, la consapevolezza comprende un ampio spettro di stati d’essere che vanno da uno stato fsiologico a stati di coscienza ridotti che possono essere monitorati attraverso criteri specifci che includono il “Glasgow Coma Scale”, ma anche a stati di coscienza auto indotti attraverso pratiche come la meditazione trascendentale o l’assunzione di droghe. Studi di neuroanatomia evidenziano numerose strutture coinvolte nel processo dei vari stati di coscienza che sono ben descritti nell’importante saggio di De Sousa riguardo al concetto multidimensionale della coscienza (3). Una struttura essenziale che fa da mediatore nel risveglio è il sistema reticolare ascendente (ARAS), che comprende specifche fbre di neurotrasmettitori del nucleo reticolare del midollo allungato connesse con la corteccia attraverso vie talamiche ed extra-talamiche che si proiettano verso l’ipotalamo e la parte anteriore del cervello (4, 5). A parte ARAS, altre importanti strutture responsabili per lo stato di coscienza sono l'amigdala che regola la memoria, l’attenzione, le emozioni ed altre importanti funzioni cognitive ed il cervelletto che sintonizza le funzioni esecutive, la percezione e le emozioni (6). Sia la corteccia prefrontale che il precuneo sembra siano correlati con la auto-percezione e con la metacognizione (7, 8). Inoltre il precuneo e la corteccia prefrontale unitamente alla giunzione temporo-parietale e il gyrus cingolato anteriore rappresentano aree coinvolte nel “default mode” del cervello durante lo stato di riposo cosciente (9). La connettività fronte-parietale ed il talamo sono considerati i correlati nervosi più importanti della coscienza. La con2 nettività fronto-parietale è responsabile per il mantenimento dello stato di consapevolezza, di attenzione e di selezione dell’entrata degli stimoli e del loro stoccaggio (10). Il talamo è la stazione di scambio fnale per la percezione dei dati che raggiungono la corteccia (11) e ha altresì un ruolo chiave nel modulare le attività corticali (11). Talamo e corteccia sono interconnessi e questa interconnessione è responsabile per i processi cognitivi superiori. Inoltre il nucleo reticolare talamico (TRN) sembra che controlli la sincronizzazione talamocorticale. Il cervello cosciente è in un continuo stato di apprendimento. Impara come descrivere e ri-descrivere a sé stesso la propria attività, Una teoria totalmente diversa da quella dei correlati neuronali della coscienza che ritiene la coscienza una singola entità unifcata, è la teoria delle molteplici coscienze gerarchicamente suddivise su tre livelli: micro-coscienza, macro-coscienza e coscienza unifcata (13). Una delle molte teorie sulla micro-coscienza ritiene che l’unità funzionale della coscienza stessa consista in una struttura neuronale triangolare il cui assembramento è libero da confni anatomici convenzionali. Questi complessi variano di misura da un momento all’altro e sono correlati a diversi livelli di coscienza. La complessità e la dimensione di queste unità dipende dalla sincronicità delle loro sinapsi (conosciute come sinapsi di Malsburg), dalla forza del segnale che dà inizio al sincrono transitorio e dalla disponibilità dei neurotrasmettitori (3, 14). Al di là di una descrizione neurologica che ritiene la coscienza essere generata a livello neuronale, c’è l’approccio della fsica quantistica, impostata su modelli di fsica classica, che con ferisce una visione più dinamica ma che solleva anche tante perplessità (15). Secondo la visione della fsica quantistica, la coscienza dipende dall’auto-osservazione. Si rigenera di continuo attraverso processi inconsci che si attivano continuamente attraverso la auto-consapevolezza, come l’atto di osservare un elettrone che realizza quell’elettrone collassando l’onda funzionale (16). Questa immagine della coscienza permette la coesistenza di molteplici, incompleti pensieri, tutti ancora sotto la soglia della consapevolezza, in attesa che si completino i processi di sovra-posizionamento e si possa concretizzare un singolo pensiero (17). Una così dinamica struttura comporta un continuo cambiamento nella organizzazione del cervello. Neuroplasticità e coscienza sono connessi nelle due direzioni: da una parte c’è la coscienza come risultato della crescente complessità della connessione di alcune attività e, dall’altra parte, le connessioni cerebrali che si organizzano attraverso attività di apprendimento (18). Il cervello cosciente è in un perpetuo stato di apprendimento. Impara come descriversi e ri-descriversi la propria stessa attività, sviluppando complessi sistemi di meta-rappresentazioni (19). Inoltre, l’impatto dinamico della coscienza sulla connettività del cervello continua oltre lo 3 stato di risveglio, mentre anche lo stato di sogno ha un importante impatto sulla rete neuronale (3, 20). Un altro importante aspetto della neuro-plasticità della coscienza è rappresentato dallo stato modifcato della coscienza stessa durante il processo di mindfulness. Dal punto di vista delle neuroscienze la pratica di attenzione focalizzata produce cambiamenti misurabili nella attività spontanea del cervello aumentando le frequenze gamma (21, 22). Questi cambiamenti elettromagnetici sono comprovati da studi di immagine che evidenziano sia cambiamenti dinamici della materia bianca come un aumento di mielinizzazione e della connettività (23) che un aumento di spessore corticale (24). COSCIENZA Dobbiamo ricordarci che i meccanismi della “consapevolezza” sono complessi ed intricati, mentre quelli della “coscienza” sono molto più semplici. Il concetto di “coscienza”, come comunemente usato nel suo senso morale, è la innata capacità di ogni essere umano sano di percepire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e, in forza di questa percezione, di controllare, monitorare, valutare ed eseguire le proprie azioni (25). Valori come giusto o sbagliato, buono o malvagio, giusto o ingiusto, onesto o disonesto sono sempre esistiti nella storia dell’umanità, ma sono anche conseguenti al retaggio culturale, politico ed economico dell’individuo. Più da vicino il nostro interiore stato di coscienza si identifca con il buono, il giusto, il corretto, l’onesto, più sentiamo di agire nel rispetto di questi ideali, più elevato è lo stato di “coscienza” e minore è lo stress (4). Si può dire che “coscienza” (5) è il livello di integrità e di onestà di ogni essere umano perché monitorizza e defnisce la qualità delle sue azioni. Chi opera in uno stato di pura coscienza ha il vantaggio di sperimentare pace interiore, sentimen to che mitiga effetti fsiologici negativi percepiti nelle situazioni di stress. La coscienza è la “suprema autorità” e valuta le informazioni che determinano la qualità dell’azione: buona o cattiva, giusta o sbagliata, e così via. Di conseguenza la coscienza si colloca ad un livello superiore della consapevolezza e in più ha la capacità e l'autorità di decidere come utilizzare le informazioni in senso positivo o in senso negativo. Tuttavia, la coscienza è generalmente infuenzata nelle sue decisioni dai naturali istinti di sopravvivenza e di perpetuazioni degli esseri umani. In altre parole, la coscienza determina, in frazioni di secondo, come intervenire sulla base della valutazione di tutti i parametri sopraelencati (7). 4 IL FUNZIONAMENTO SISTEMICO DEL CERVELLO Questo intero processo (informazione, coscienza, consapevolezza, stato cosciente) dovrebbe essere inteso nel suo insieme come un continuo e integrato insieme di funzioni in tutti gli esseri umani in buona salute. In caso una di queste funzioni sia mancante o non esista, l’intero sistema ne soffrirebbe o potrebbe al limite collassare. Ciò dimostra la interezza, la coesione e la logica successione della struttura del cervello umano e signifca inoltre che, anche se in teoria possiamo distinguere le varie funzioni per scopi di ricerca e di comprensione, queste funzioni in effetti operano come un sistema integrato con una assoluta inter-dipendenza tra le parti sopra-citate. LIBERO ARBITRIO L’uomo può decidere di operare in qualsiasi momento in accordo o in disaccordo con la propria coscienza. E queste sono le nostre uniche opzioni. È solo entro questi limiti che esiste la “libertà di scelta”. Ciò signifca che decisioni ed azioni che sono in armonia con i dettati della “coscienza” dell’individuo possono portare verso una evoluzione ed un miglioramento della coscienza stessa, con il risultato del raggiungimento di uno stato interiore di pace mentale. Questo è il risultato che ottengono le persone altamente spirituali. Al contrario, l’agire contro la propria coscienza, può portare verso uno stato di “involuzione” e di coscienza disturbata. In questo caso le capacità di “discernimento e giudizio” si indeboliscono fno a scomparire, la “voce interiore” non può essere udita e ciò permette ai bassi istinti di prevalere e di infuire sui comportamenti. In questa situazione inizia un processo di irritazione e disagio che non permette di vivere in pace. A volte insorgono stati di ansia e fobie che sono sintomi premonitori di stati di salute tormentati. E’ ciò che succede nella nostra società contemporanea in cui persone inizialmente sane divengono personaggi importanti come politici, giornalisti, comandanti delle forze armate o magistrati, hanno potere nelle loro mani, ma non suffciente forza morale e alla fne soccombono al degrado ed alla corruzione. Invece di usare le loro capacità e la loro forza a benefcio dei cittadini, usano il potere solo per il proprio interesse personale. Naturalmente ciò non accade per tutti, ma è anche vero che chi va contro corrente si ritrova alla fne isolato e perde il proprio potere. Se la coscienza è via via sempre più infuenzata dai bassi istinti e diviene ottusa, l’individuo si orienterà sempre di più verso comportamenti ani maleschi e ne rimarrà imprigionato. In questo stato di coscienza degradato l’individuo tenderà ad agire solo nel proprio interesse personale, termine che al giorno d’oggi ha assunto il signi fcato di “legge divina”. Se una delle funzioni di base come l'immaginazione, il ragionamento o la memoria diminuiscono o scompaiono a causa di malattia o di incidente, il processo di con5 sapevolezza ne soffre e l’intero sistema può crollare. In questi casi la coscienza non può più funzionare come avviene nei casi di schizofrenia, di morbo di Alzheimer o in seguito a rilevanti traumi cerebrali. Si può concludere che l’insieme delle abilità funzionali del cervello (informazione, consapevolezza, coscienza) sono gli strumenti della decisione e dell’azione. Queste sono le caratteristiche di queste capacità: una natura gerarchica (le varie funzioni sono di ordine inferiore o superiore), un unico carattere dovuto alla sua infnita complessità, sono integrate (se crolla una parte l’intero sistema ne può risentire) e poi sono in continuo cambiamento (nuove informazioni vengono continuamente ricevute infuenzando e differenziando i livelli di stato di coscienza). La capacità gerarchica del cervello umano di prendere decisioni signifcative e defnitive è responsabile per la decisione di una persona di dedicarsi interamente a Dio, come fanno i monaci, i consacrati, i mistici, di dedicarsi alla ricerca della Verità, come fanno i flosof e gli scienziati o di truffare ed ingannare come fanno i criminali. In questo modo la co scienza formula ogni tipo di esperienza, dai più bassi ai più elevati, raggiungendo anche stati di trascendenza e molto elevati. Persone che hanno raggiunto elevati stati di coscienza in genere hanno “elevati obiettivi di vita”; hanno “visioni che possono ispirare altri” e mirano ad essere di aiuto per l’intera umanità. In vista di un bene comune si arriva a sacrifcare i propri interessi personali. Per esperienza sappiamo che individui cresciuti in famiglie dagli elevati principi morali raramente oltrepassano i precetti della loro coscienza. La Coscienza, essendo la funzione più nobile della nostra esistenza, costituisce il legame che ci tiene in contatto con la nostra natura universale, con la Verità e con il Divino in qualunque modo noi lo vogliamo chia mare (9). Di conseguenza, la defnizione di “grado di coscienza” che ognuno di noi possiede può essere defnito come grado con cui “compartecipiamo” alla obiettiva Verità, che può essere intesa come assoluto “Bene” o assoluto “Giusto”. Realisticamente gli umani non sono in grado di raggiungere l’Assoluto, vi ci si possono solo avvicinare o allontanare, dipende dalla qualità del loro stato di coscienza. Sfortunatamente, il relativo avvicinarsi alla Verità può variare nell’ambito della medesima persona, a volte in modo drammatico. Il livello di coscienza o quanto siamo consapevoli di essere vicino alla Verità dipende sfortunatamente da due diversi fattori: la valutazione dell’informazione ricevuta e il bisogno dell’individuo di indulgere nei propri istinti materiali. Ho detto “sfortunatamente” perché è troppo facile per la coscienza scendere ad un livello inferiore quando la persona preferisce soltanto il proprio benessere e cura solo i propri interessi. Al contrario, è molto diffcile raggiungere un elevato livello di coscienza perché l’individuo dovrebbe avere già acquisito, attraverso un lungo ed arduo cammino personale, il concetto di 6 “sacrifcio” del proprio benessere ed interesse personale per poter raggiungere uno stato di coscienza superiore. La coscienza raggiunge un più elevato livello solo quando il “bene comune” è posto sopra al “proprio interesse personale” (26). Ciò avviene in un modo quasi deterministico. Esempi di elevati stati di coscienza sono i devoti di ogni tempo, con le loro esperienze trascendentali, tutti coloro che sono riusciti a controllare le loro passioni per perseguire la ricerca della Verità o tutti coloro che hanno sacrifcato le loro vite per dedicarsi alla società in cui essi stessi vivevano. Esempi di basso livello di coscienza sono quelli di tutti coloro che sono vissuti imbro gliando, opprimendo o perseguendo interessi personali a sfavore non solo di alcune persone, ma dell’intera società o di intere nazioni. Tra questi individui annoveriamo i politici corrotti le cui malefatte si ripercuotono sull’intera nazione. Noi, persone comuni, siamo in qualche modo nel mezzo di queste due categorie e ci ritroviamo a combattere con le unghie e con i denti per cercare di mantenere il nostro equilibrio ed evitare di chiudere completamente la nostra coscienza. È una lotta quotidiana, spesso noi perdiamo le nostre battaglie; di conseguenza la nostra salute ne soffre e la morte conclude il nostro percorso. Qui devo notare che l’azione che porta alla più ampia liberazione ed alla pace interiore è la confessione in ambito di una situazione pubblica. Gli effetti dei trattamenti psicologici e psicoterapeutici si basano su questa realtà, che noi lo ammettiamo o no. Questa realtà ha dato potere a tutte quelle religioni che tra le loro pratiche anche quella della confessione. Dopo una sincera e profonda confessione molti ammettono di sentirsi rigenerati ed in migliore stato di salute. Molte guerre cruente, soprattutto quelle del secolo scorso, sono state condotte nel nome di ideali democratici, mentre le loro vittime hanno compreso milioni di persone e hanno provocato sofferenza ad innumerevoli altre persone. Questo dimostra il livello di degrado dei nostri leader. C’è un libro scritto dal Prof. David Owen: “In sickness and in power, illness in Heads of Governement in the last hundred years” dove l’autore centra con precisione il punto così come nel discorso del Prof. J.Toole “Salute neurologica e leaders politici” nel secondo Congresso Mondiale sugli stati controversi in neurologia (27,28). Di conseguenza più gli esseri umani sottomettono le loro passioni prendendo le distanze dai loro istinti materiali, più la loro coscienza evolve e raggiunge i suoi livelli più elevati, dando al l’individuo la sensazione di vivere in una stato di beatitudine. L’evoluzione della coscienza comporta uno sforzo senza fne che si può protrarre per l’intera durata della vita; per questo a mio parere non si potrà mai dire che la coscienza appartenga ad una certa parte del cervello 7 o sia un composto chimico complesso perché il cervello cambia ed evolve esattamente a causa di tutti i suoi processi. Mi auguro che tutti questi concetti possano servire come “materia prima” in una discussione che potrebbe stabilire se la coscienza risiede all’interno del cervello, se è solo il risultato di un composto chimico o qualcos’altro che sta al di là della struttura del cervello in una dimensione trascendentale o se magari entrambe questi aspetti sono veri e necessari. Alla Fine La coscienza è anche ritenuta in un contesto neurofsiologico come “consapevolezza soggettiva” (1). Il principio di coscienza o di “vita soggettiva interiore” è stato discusso anche da un punto di vista flosofco e religioso dove la proposta religiosa consta principalmente di credenze metafsiche e la proposta flosofca di modelli speculativi teorici (2). Certamente ci sono differenze a seconda che prendiamo come riferimento la coscienza degli eschimesi piuttosto che dei giapponesi, degli asiatici, degli africani o dei nord-americani, diffe renze relative al giudizio di ciò che è bene e di ciò che è male in relazione alle diverse situazioni di vita, anche se tutte le culture conoscono e concordano su concetti di base che riguardano la moralità. La costituzione della “coscienza” attraverso i secoli è la caratteristica spirituale più elevata degli esseri umani. Tutto è passato attraverso un complesso processo di osservazione, di generale esperienza e in particolare di sofferenza. Questo particolare stimolo dello sviluppo della malattia dovrebbe essere uno dei temi più importanti da trattarsi nelle scuole di medicina se si vuole conoscere e comprendere le malattie e il loro ruolo nella formazione della coscienza. In teologia, un particolare aspetto della coscienza è quello della synderesis o synteresis, cioè la abituale conoscenza dei principi universali che regolano le azioni morali. Mentre la coscienza è un dettame di pratiche ragioni che decidono se una particolare azione è giusta o sba gliata, la synderesis è un dictat del medesimo pratico ragionamento che ha come obiettivo i principi generali della azione morale (25). Nel campo della condotta morale vi sono varie evidenti Verità che una persona normale gene ralmente accetta, per esempio “non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te” oppure “onora il padre e la madre”. 8 Si può fare l’esempio del capo-famiglia che ruba per non fare morire di fame i propri famigliari, caso molto differente rispetto a chi ruba beni comuni per arricchire sé stesso. Nel primo caso la persona può anche essere arrestata, ma supererà la situazione senza necessariamente subire conseguenze a livello di salute. Nel secondo caso invece si dovrà sopprimere coscienza e senso di colpa e questo comporterà conseguenze sul piano della salute per la tensione di venire scoperti e per l’ansia riguardante il comportamento tenuto. È risaputo che, a livello flosofco, il concetto di libero arbitrio è strettamente connesso al concetto di responsabilità morale. 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