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MASSIMO RASSU
Cantine, Caverne, Bunkers
LA PROTEZIONE ANTIAEREA A CAGLIARI
DURANTE LA
SECO DA GUERRA MOr-TDIALE
©A.R.S.O. M. 20 13
Cantine, Caverne, Bunkers
La proiezione antiaerea a Cagliari durante lo Seconda Guerra Mondiale
Massimo Rassu
I SB ' 978-88- 903920- 0 - 9
Prima edizione: Aprile 2013
Prima ristampa: Dicembre 20 13
Realizzazione editoriale: Massimo Rassu
impaginazione, grafica e copertina: Massimo Rassu
Stampa e allestimento:
ATENA.
ET srl - Grisignano (VI )
lo copertina: un bunker antiaereo della Base Navale di Cagliari
(autorizz. 12 febbraio 20 13 prot. n. 1 7 18 )
AR.S.O.M. (Associazione Ricerche Storiche sugli Ordini Militari)
http://arsom.xoom.itlitalian.htm
[email protected]
INTRODUZIONE
Massimo Rass!l
Andare a nascondersi so[[oterra, in cantina, nei seminterrati, nelle grotte.
Ecco cosa furono costretti a fare i Cagliaritani nei primi tre anni del secondo (onflino
mondiale, nel periodo tra l'ingresso dell'Italia in guerra e l'Armistizio. Dal giugno del
1940 al settembre del 1943, ogni qualvolta suonava la sirena, fosse di giorno o di notte,
col bello o col brutto tempo, bisognava correre al rifugio antiaereo.
Così tr::.scorsero la vita gli abitanti del capoluogo che non erano partiti per il fronte, o
non si erano trasferiti presso parenti nei paesi dell'interno.
La guerra di facile e veloce conquista della propaganda di regime aveva il probabile
e temutO risvolto di trasformare la città in un altrenanro naturale e sicuro bersaglio
delle squadriglie aeree nemiche. E che Cagliari fosse un allettante obiettivo era palese,
col suo porto, base per la flotta e i sommergibili italiani, e i suoi numerosi aeroporti, tra
cui quelli prossimi di Elmas e Monserrato, poiché l'intera Sardegna era la "pcrtaerei del
Mediterraneo".
Lentamente i suoi abitanti si resero conto della follia di una guerra assurda, dove tutti
vivevano con l'orecchio attento alle sirene, per poi fuggire di corsa e nascondersi come
talpe. Momenri di tensione trascorsi col cuore in gola in un bugigattolo, spesso sovraffol­
lato e maleodorante, tra invocazioni e bestemmie, nella speranza di rivedere la propria
casa graziata, spesso ritrovandola in macerie, ma sopranuno di rintracciare i propri cari,
pur nell'angoscia di raccogliere dei morti. E quindi la fuga dalla città, la ricerca di una
nuova dimora, la fame.
Finiti i bombardamenti, si preferì rimuovere quegli spiacevoli ricordi, e con essi gli stessi
rifugi. Solo a partire dagli anni '80 si incominciò ad esplorare quelle cavità e nacquero
le prime descrizioni e ricostruzioni dimostratesi, per quanto intrecciate coi ricordi dei
testimoni, non sempre attinenti alla verità storica, in assenza di un'analisi sistematica dei
luoghi e comunque di documentazione appropriata.
Ecco perché, nel settantesimo anniversario di quei tradici avvenimenti, nasce questa
antologia di studi che affronta l'argomento della protezione della popolazione civile dai
bombardamenti aerei secondo un approccio multidisciplinare: dai loro diversi punti di
Cantine, Caverne. Bunkers
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vista, ora lo storico, ora l'archivista, il geologo, analizzano le cause che portarono alla
realizzazione di questi ripari sotterranei.
Cinque amici, infatti, hanno condiviso l'esame della tematica, ognuno secondo la pro­
pria specializzazione. Alessandro Ragatzu da anni studia la storia dell'aviazione militare
in Sardegna durante il conflitto. Angela Multinu, funzionario presso l'Archivio di Stato
di Cagliari, ha esplorato a fondo i numerosi faldoni, fornendo peraltro ottime indicazioni
anche per le nostre ricerche. Nicola Borghero, geologo, ha esaminato la storia geologica
del sottosuolo di Cagliari, dove furono scavati o solo impiantati tutti i siti. Peraltro, il suo
elaborato è arricchito da alcune relazioni geologiche stilate negli anni intorno alla guer­
ra e che forniscono anche notizie inedite sullo stato si salute di alcune cavità all'epoca.
Roberto Sarritzu, anch'egli geologo, ha analizzato i sistemi di scavo delle gallerie rifugio,
aprendo un nuovo ambito di indagine mai vagliato prima. Riccardo Mascia, col piglio
dello speleologo, ha approfondito l'esame di alcuni siti, e fornito un valido appoggio alle
nostre ricerche, che affrescano l'evoluzione della protezione antiaerea nel capoluogo
regionale e i suoi residui monumentali, schedati in quasi duecento esemplari, sugli oltre
cinquecento innalzati durante il conflitto.
on è tuttavia una materia completamente inedita, poiché già nel 2003 l'Archivio di
Stato di Cagliari organizzava la mostra" 1940-1945: documenti della guerra", in occasio­
ne della"Settimana della cultura". [esposizione si soffermava soprattutto sul racconto
umano del periodo bellico, analizzando le cronache dei giornali e i documenti dello stesso
archivio. Nello stesso anno, un articolo riepilogativa di Vittorio Scano, in Almanacco di
Cagliari, affrontava per la prima volta in maniera sistematica il tema dei rifugi antiaerei
del capoluogo regionale.
el 2007 una collaborazione tra il Liceo Scientifico"Michelan­
gelo" e l'Istituto Tecnico Nautico "Buccari", produsse il progetto "II filo della memoria"
finalizzato allo studio della storia della Sardegna, in particolare al capoluogo sede delle
due scuole, in riferimento proprio ai bombardamenti del 1943.
Fin dagli anni '90, comunque, vari studi sugli apprestamenti difensivi della Sardegna
durante il Ventennio e la Seconda Guerra Mondiale, sono stati curati prima da Emilio
Belli e Alberto Monteverde, del Club Modellismo Storico Cagliari, e poi dai ricercatori
dell'Associazione Studi Storici e Fortificazioni Sardegna, presieduta da Giuseppe Carro,
mentre l'attività dell'aviazione italiana, tedesca e alleata nell'isola, san oggetto di analisi
di Alessandro Ragatzu. Ricerche che hanno comportato da parte dei loro autori a con­
tinue trasferte verso archivi di enti militari italiani, tedeschi, inglesi e persino americani.
Loro precursori furono Marco Coni e Francesco Serra, col fortunato volume La Portaerei
del Mediterraneo ( 1982).
È
pur vero che, comunque, dal secondo dopoguerra si registra
una certa memorialistica su quei tragici avvenimenti, con le testimonianze e i ricordi dei
protagonisti. l racconti di alcuni sopravvissuti furono raccolti in un altrettanto famoso
testo curato nel 1993 dal Rotary e dal Lions, per il cinquantesimo anniversario dei bom­
bardamenti.
La ricerca
1 rifugi antiaerei di Cagliari, pur essendo qualcosa di fortemente radicato nell'ambito
cittadino, sono siti quasi completamente dimenticati o persino ignorati dai Cagliaritani.
Perciò, solo dopo alcuni mesi di ricerca "sul campo" e presso l'Archivio di Staro di Cagliari,
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La protezione antiaerea a Cagliari
è stato possibile ricostruite in modo preciso la cronologia dei rifugi della città durante il
conflitto. Nel fondo Prefettura e nel fondo Genio Civile si trovano molti documenti dell'e­
poca coi progetti, gli appalti, la conduzione dei lavori; si possono seguire le problematiche
legate ai materiali contingentati, le prescrizioni tecniche, i finanziamenti, gli ordini delle
autorità, i preventivi di spesa, la messa in opera, le proteste ma anche i suggerimenti della
popolazione. La vicenda della maggior parte dei rifugi si svolse nell'arco di pochi anni
se non di pochi mesi e, tranne qualche raro esempio, si concluse nel settembre del 1943
con l'arrivo degli Alleati, subito dopo l'Armistizio.
È quindi normale che la cronologia di
questi monumenti cittadini si risolva in poche note telegrafiche, esito della farraginosità
burocratica e della difficile situazione storica. Peraltro, erano solo delle gallerie, o grotte,
o seminterrati di edifici, o [Ozze strutture in grigio cemento, realizzati con gran risparmio
di mezzi, senza alcuna velleità artistica e, per loro natura, quanto più possibile defilati
alla vista.
l:analisi dei siti è stato come un viaggio alla riscoperta dell'architettura del Ventennio
a Cagliari: quasi tutti i nuovi edifici - innalzati nello stile razionalista del Uttorio - ebbero
il loro rifugio, le scuole, gli enti pubblici, gli enti previdenziali e di partito, le industrie e
le attività produttive, le casenne e le strutture militari. Analogamente l'edilizia privata e
quella pubblica residenziale: l'Istituto Autonomo Fascista Case Popolari (poi lACP) e le
altre cooperative di edilizia agevolata provvidero alla realizzazione di gallerie antiaeree
laddove avevano creato i loro nuovi quartieri, nelle aree di Via Montello, Via Bainsizza,
Via Firenze, Via Sassari, Via Vittorio Veneto, Viale Diaz, ecc. La ricca borghesia cittadina
munì di ricoveri sotterranei le palazzine e le ville, innalzate nei grandi boulevards alberati,
nel Viale Merello, nel Viale Trento, nel Viale Regina Elena, ecc.
Un ritorno al passato, dove vie, numeri civici, indirizzi erano adeguati ad una cinà per un
certo senso"diversa" da quella atcuale, più contenuta, più serena anon10 al cenero storico.
l:indagine per l'individuazione dei luoghi e valutame lo stato di conservazione è di­
ventata una sorta di "caccia al tesoro", per le indicazioni toponomastiche mutate. Molte
strade nel dopoguerra cambiarono denominazione completamente (Via Argiolas divenne
Via Don Giovanni Bosco) o solo parzialmente (Via G. De Gioannis nel '43 era compresa
nella Via Della Pineta), oppure sono scomparse per le opere di riordino urbanistico, col
trasferitnento del nome alle nuove vie contigue, come la Via San Giorgio a Stampace, dagli
anni '60 inglobata nella Via Santa Margherita. Il rifugio "di Via PoIa" oggi si apre in un
cortile privato di fronte alla MEM nella Via Mameli, toponimo che all'epoca della guerra
si riferiva ad una strada di dimensioni ridotte rispetto all'arteria attuale. Il rifugio di Via
Ancona diventerebbe introvabile se non si tiene conto che quella strada oggi corrispon­
de ad un segmento della Via Padova che prosegue nella Via Taranto. Il rifugio all'epoca
detto "di Via Firenze" era situato in realtà SOtto la Via Messina ed oggi è accessibile dalla
Via Bolzano. E in questa stessa strada si apre quello nei carteggi detto"di Via Milano".
Molti edifici rasi al suolo dalle bombe non vennero mai più ricostruiti, oppure, come nel
caso dell'Intendenza di Finanza, della Questura, della chiesa di Santa Lucia, e quella di
San Giorgio e Caterina dei Genovesi, risorsero in altri settori della città. Il Liceo Dettori
oggi sorge nell'area del Tribunale, ma durante la guerra era ospitato nell'ex collegio gesu­
itico di Santa Teresa, in Piazza Dettori appunto. Le istituzioni fasciste furono soppresse e
dimenticate, o cambiarono titolo, e la loro identificazione è abbastanza difficile.
Cantine, Caverne, Bunkers
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Sino ad un recente passato i rifugi, soprattutto i bunkers, erano guardati con una sorta
di ripugnanza, effetto negativo di una concezione ideologica che li vuole fabbricati dai
Tedeschi durante l'occupazione dell'Italia in seguito all'Armistizio: tesi da smentire ca­
tegoricamente, poiché almeno per quanto riguarda la Sardegna e Cagliari in particolare,
la maggior parte delle strutture legate al conflitto furono progettate a Roma, se militari,
oppure nello stesso capoluogo regionale, e, in ogni caso, vennero appaltate a imprese
locali che potevano disporre per la maggior parte di operai sardi.
Certo, rimane una sorta di amarezza, di frustrazione verso la nostra società distratta,
frivola, insensibile all'insegnamento della Storia. Eppure, la città può vantare un patri­
monio di straordinario valore storico e architettonico, ancora sottovalutato e rimasto
pressoché sconosciuto. Tutta l'area comunale è solcata da gallerie, i colli sono scavati da
cavità piccole e grandi, qua e là rimangono dei bunker in calcestruzzo: molti di questi in
passato furono cancellati, manomessi, tappati. Tanti esempi, in parte noti, molti di più
da riscoprire.
Opere mirate di riqualificazione riuscirebbero a far nascere nel capoluogo sardo una
Urete dei rifugi e dei bunker antiaerei", un sistema coordinato di studio e valorizzazione
in ambito urbano. La cooperazione fra i vari organismi gestori delle strutture ancora
recuperabili o già risanate, sarebbe in grado di produrre un forte richiamo alla memoria,
per non dimenticare un periodo doloroso e drammatico del nostro passato.
lO
La protezione antiaerea a Cagliari
BIBLIOGRAFIA
Fonti inedite
Le notizie inedite sui singoli rifugi si basano sulla consultazione di poche unità archivistiche
dell'Archivio di Stato di Cagliari (ASCA)
PREFETTURA
14/7.
14/8, Ricoveri Casalinghi.
ASCA,Prefell/lra, Gabinello, n. 14116.
ASCA,Prefettura, GabinellO, n. 14/22, Ricoveri Pubblici.
ASCA,Prefeuura, Gabil1euo, n. 14/24, Ricoveri Privati.
ASCA, Prefellllra, Gabinello, n. 14/34.
ASCA, Prefellllra, Gabinello, n. 14/49, Varie.
ASCA, Prefellllra, Gabinello, n. 14/53.
ASCA, Prefellllra, Gabinello, n. 14/55.
ASCA, Prefellllra, Gabinello, n. 14/89 bis.
ASCA, Prefellura, Gabinelfo, n. 14/92, Ricoveri Colleuivi.
ASCA, Prefettura, Gabineuo, n. 14/93, Ricoveri Pubblici.
ASCA, PrefellllrLl, Gahinello, n.
ASCA,Prefettura, Gahineuo, n.
ASCA, Prefeuura, Cabine/lO, Rifugi Pubblici, Ispezioni.
ASCA, Prefeuura, Gabineuo, cartina rifugi.
GENIO CIVILE
ASCA,Genio Civile, Ricoveri Antiaerei, Cagliari e Provincia, (Cassetto IO), fasc. 1-15.
VARDABASSO
ASCA,Archivio Vardabasso, B. 27, serie III, fasc.
3-9.
Fonti edite
Ulteriori informazioni sullo stato di conservazione dei rifugi in galleria sono tratte dalle poche
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Gruppo Speleo-Archeologico 'Giovanni Spano', "Antheo" n. IO, ottobre 20 Il.
Per l'inquadramento storico degli avvenimenti, la situazione della Sardegna durame la Seconda
Guerra Mondiale, le fortificazione e le infrastrutture militari, la guerra aerea, i bombardamenti
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La protezione antiaerea a Cagliari
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Cantine, Caverne, Bunkers
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I prospetti longiturunale e laterale dei due bunker gemelli in Viale Colombo a Cagliari
fronte alla Base Navale (rilievo M. Rassu).
280
La protezione antiaerea a Cagliari
..
IMMAGINI E REFERENZE FOTOGRAFICHE
Tutti i disegni sono opera di Massimo Rassu: in particolare, i rilievi dì alcuni rifugi presenti alle
pagine 92, 144, 157, 234,264 e 280. Le mappe con la dislocazione dci siti si basano sulla cartografia
del sito www. istella.it(pp. 114 . 138, 166,198,216, 224,250,252,260, 266); le planimetrie dei
rifugi sono rielaborazioni dai rilievi di Marcello Polastri(pp. 123, 139,141, 146,151 , 152,154,
158, 167, 171, 173, 175, 177, 181,182,183, 184,185, 186, 187, 192, 204,205,206,217,219,
220,221,226, 228, 230, 232, 237, 242) oppure dai rilievi pubblicati da G. Bartolo, J. De Waele,
A. Tidu, Il promontorio di Sani' Elia in Cagliari, S'Alvure, Oristano 2005 (pp. 243, 246, 247).
Pianta e sezione del complesso di Santa Restituta sono rifacimenti del rilievo di Osvaldo Lilliu
(p. 142). Altre cartine dei rifugi sono riedizioni dell'autore dei disegni originali di progetto (pp.
115,117,120, 124, 127,130,148, 160, 199, 202,234,259).
Vi sono pure elaborati grafici di Riccardo Mascia(p. 51),
icola Borghero(pp. 38,40).
Si riportano anche stra1ci dei progetti di recupcro di rifugi antiaerei ad opera dello Studio
Zironi Architetti(p. 97), degli LR-architetti(p. 97), e degli architetti Anna F. Bonassisa e Antonio
Barletta(p. 102).
I progetti della Comando DlCAT alle pagine 242, 244 e 245, sono conservati al Marigenimil
e pubblicati su autorizzazione del 01 marzo 2013 prol. n. 2365.
La maggior parte delle riprese fotografiche sono opera di Massimo Rassu(pp. 52, 85,101,117,
124, 125, 128, 137, 140, 144, 147, 149, 151,153, 160, 165,172, 176, 178,180, 181,188, 203,
205, 207, 226, 229,230, 232, 233,234,236,238,246,258, 275). Le foto dei bunker dell'aeroporto
militare "Mario Mameli" di Elmas(pp. 255, 256,257) sono di Massimo Rassu su autorizzazione
del Comandante dell'aerop0l1o e dell'Aeronautica Militare Italiana. Come pure le immagini dei
due bunker di Viale Colombo a Cagliari, di pertinenza del Marigenimil(pp. 101, 128; e in coper­
tina) su autorizzazione del 12 febbraio 2013 prol. n. 1718.
Le rappresentazioni dei paraschegge di Via Roma provengono dalla collezione di Mario Rattu
(pp. 76, 122). Le immagini degli interni della cripta di Santa Restituta prima dei restauri sono di
Osvaldo Lilliu(pp. 76, 142). Vi sono pure riprese fotografiche di: Marcello Polastri(pp. 140, 156,
159, 174, 178, 207),Andrea Dessì(pp. 16, 52, 58,105, 190,261,262, 264, 266, 267), Riccardo
Mascia(p. 51), Roberto Sarritzu(pp. 56,57, 58), Graziano Fois(p. 69),Paolo Labieni(p. 276).
Da varie collezioni private sono tratte le foto d'epoca(pp. 16, 28, 30, 48, 81, 92, 112, 120, 128,
149, 155, 156, 165,179,201 ,240, 253). Le tre foto dei bunker di Via Roma alla pago 129 sono
tratte dal testo di Luigi Spanu, Piove acciaio su Cagliari, Ettore Gasperini Editore, Cagliari 1977.
Le viste dall'alto sono riclaborazioni di foto aeree tratte da Google Maps(pp. 48,65, 69,85,
92, 159, 188,203, 205, 207, 226, 229, 236, 238, 241, 249, 265,268). Le riprese aeree del 1943
sono recuperate da w\vw.sardegnageoportale.it/webgiS/fotoaereel(pp. 168,227,238,239,248).
Cantine, Caverne, Bunkers
281
RINGRAZIAMENTI
Questo saggio è stato possibile grazie alle indicazioni di Angela Multinu che ha guidato
la ricerca indicandomi i volumi più interessanti dei fondi archivistici "Genio Civile" e
"Prefettura", dell'Archivio di Stato di Cagliari, riguardanti appunto la protezione antiaerea
della Sardegna durante la Seconda Guerra Mondiale.
Molti dati inediti su rifugi antiaerei e molte spiegazioni sulle attività militari in Sardegna
durante quel tragico confli[[o derivano dalle numerose conversazioni con Giuseppe Carro
e Daniele Grioni, dell'Associazione Studi Storici e Fortificazioni Sardegna (A.S.S.Fort.
Sardegna), e con Alessandro Ragatzu, manager della Alisea Edizioni.
Sono grato a Riccardo Mascia per le tante delucidazioni su siti ipogeici di Cagliari, grazie
alla sua lunga esperienza di speleologo.
E ringrazio anche gli amici del Gruppo Speleo-Archeologico 'Giovanni Spano', a cui
peraltro sono iscritto da anni, e coi quali ho effettuato varie esplorazioni sotto la città.
Carne non posso dimenticare anche gli speleologi di altre associazioni, Franco Randaccio,
Antonello Fruttu, Marcello Polastri, per il proficuo scambio di informazioni.
A Marcello PoIastri devo pure molte planimetrie di rifugi da lui esplorati e rilevati.
I consigli di Paolo Amat di San Filippo mi hanno permesso di localizzare vari siti ormai
dimenticati.
Mario Rattu ha fornito diverse immagini della sua collezione di foto di Cagliari durante
la guerra. Claudio Ara, Andrea Zucca e Bruno Agus mi hanno permesso la visita nei
locali pubblici da essi gestiti (Ritual Café, Grotta Marcello, Pizzeria DownTown), già
rifugi antiaerei in grotta.
Notizie su singoli rifugi sono state offerte anche da Fabio Angius, Ermanno Pusceddu,
Graziano Fois, Andrea Mameli, Elio Sica, Adriano Pilia e Andrea Sardu.
Si ringraziano le Autorità Militari che hanno consentito la visita nelle strutture del
secondo conflitto mondiale in aree di loro pertinenza.
Per la Base Navale di Cagliari, il Comandante Giuseppe La Rosa, Capitano di Fregata,
Capo Ufficio Infrastrutture di MariSardegna; il Comandante Mirco Marchini, Capitano di
Vascello, Capo di Stato Maggiore di MariSardegna; Ivano Pisano, Capo Ufficio Demanio
del Genio Militare per la Marina (Marigenimil).
Per l'aeroporto militare "Mario Mameli" di Elmas (Aeronautica Militare), il Tenente
Colonnello Pilota Gianmarco Solinas, Comandante del Distaccamento Aeroportuale
Elmas; il Primo Maresciallo Luogotenente Ivano Car, Addetto alla Pubblica Infomlazione.
282
La protezione antiaerea a Cagfiari
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INDICE
7
Introduzione (Massimo Rassu)
11
Cagliari in guerra (Alessandro Ragatzu)
17
La difesa antiaerea passiva a CagHari. ] rifugi (Angela Multinu)
31
La geologia di Cagliari (Nicola Borghero)
49
Su alcuni rifugi antiaerei nella Sardegna meridionale (Riccardo Mascia)
53
Lo scavo del rifugio dell'Ospedale Civile a Cagliari (Roberto Sarrilzu)
59
La protezione antiaerea a Cagliari (Massimo Rassu)
113
Cantine, Caverne, Bunkcrs : catalogo dei rifugi (Massimo Rassu)
114
Marina e area portuale
138
Castello e Stampace
166
Viale Merello, Orto Botanico e Tuvixeddu
198
Buon Canmlino, Villanova e San Benedetto
216
Sant'Avendrace e Is Mirrionis
224
Bonaria e Monte Urpinu
242
Capo Sant'Elia e Poetto
250
Pirri
252
Elmas
260
Monserrato
266
Altre struthlfe militari
277
Glossario
278
Bibliografia
281
I mmagini e referenze fotografiche
282
Ringraziamenti