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La crisi mantovana, per il lavoro sempre peggio
Oltre 11 milioni di ore di cassa integrazione nei primi 10 mesi
Il mantovano al primo posto in Lombardia per utilizzo della cassa integrazione
“Non solo si continua a rimandare la ripresa, ma i dati della cassa integrazione della nostra provincia ci confermano che il 2014 si chiuderà come il peggiore degli ultimi sette anni di crisi”. Così Massimo Marchini, segretario generale della Cgil di Mantova, osserva i dati relativi alla crisi mantovana nei primi dieci mesi del 2014, che si prefigura come l’anno più drammatico per l’occupazione. Pensavamo, con il 2013, di aver conosciuto il punto più basso per l’occupazione, in realtà l’anno in corso rappresenta la gravità di una crisi senza fine e lo conferma l’aumento del 67,3% delle ore di cassa integrazione rispetto allo stesso periodo del 2013.
Le ore autorizzate nel periodo gennaio – ottobre 2014 sono 11.124.116, cifra che tuttavia non comprende il numero delle ore di cassa integrazione della Ies, che a tutt’oggi non sono ancora state decretate. Il dato dei primi dieci mesi del 2014 è di gran lunga superiore a quello complessivo di tutto il 2009 con 8.556.015 (il più alto del periodo 2008 – 2013).
La cassa integrazione suddivisa per tipologia:
Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria -­‐ 47,3%
Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria + 201,1%
Cassa Integrazione Guadagni in Deroga + 22,4%
La cassa integrazione suddivisa per settori: Industria Edilizia Artigianato Commercio + 115,0%
-­‐ 10,2%
-­‐ 8,8%
+ 24,5%
Totale + 67,3%
I dati mettono in evidenza una grave esplosione della cassa integrazione straordinaria che conferma il carattere di una crisi sempre più strutturale che coinvolge principalmente il settore industriale, anche se si mantiene a livelli molto alti per gli altri settori. La crisi nel nostro territorio ha un impatto devastante, lo si evince dal confronto con le altre province lombarde, dove emerge che Mantova è al primo posto per aumento percentuale, mentre in Lombardia la cassa integrazione è in calo dello 0,5% e in Italia diminuisce del 3,5%.
“Questa situazione mette gravemente in evidenza la fragilità competitiva delle imprese mantovane di fronte alla crisi e alla globalizzazione: i mercati non si conquistano con la competizione sui costi e con la precarietà del lavoro, la sfida si vince sull’innovazione e sulla qualità dei prodotti” continua Marchini “abbiamo apprezzato il lavoro prodotto dalla Provincia con la recente firma del Patto per il lavoro, la coesione sociale, la crescita e la competitività del territorio, questo Patto rappresenta un modello di coesione sociale che valorizza il confronto con tutti gli attori del territorio e definisce una agenda programmatica sulle cose da fare”
IL JOBS ACT
Alla gravissima crisi economica e occupazionale che attraversa il Paese, il governo ha scelto la strada della divisione sociale, attaccando il sindacato e i lavoratori.
Il governo con il Jobs act e la legge di stabilità, continua nelle politiche di competizione sui costi, toglie i diritti ai lavoratori e non crea lavoro, con misure che prevedono: la libertà di licenziare per le imprese, la cancellazione dei limiti all’utilizzo dei buoni lavoro, la riduzione del ricorso alla cassa integrazione, la possibilità di demansionare il lavoratore, l’utilizzo degli apparecchi di videosorveglianza per il controllo del lavoratore, il taglio degli investimenti.
“Tutte misure che svalutano ancora una volta il lavoro e tolgono la dignità ai lavoratori: per queste ragioni la CGIL insieme alla UIL ha proclamato lo sciopero generale per l’intera giornata del 12 dicembre prossimo, e lo facciamo consapevoli di chiedere un sacrificio ai lavoratori, ma nella convinzione che vogliamo cambiare davvero l’Italia perché così non va. Lo facciamo forti delle nostre proposte, per primo serve un piano di investimenti pubblici per creare lavoro: per mettere in sicurezza il territorio, togliere l’amianto dagli edifici pubblici, mettere in sicurezza le scuole, garantire le risorse per la ricostruzione post terremoto e garantire la manutenzione alle strade. Per ridurre la precarietà del lavoro, ripristinare la flessibilità dei requisiti per andare in pensione e tagliare le tasse sul lavoro e pensioni per far ripartire i consumi.
Il 12 dicembre vogliamo riempire le piazze per rappresentare che un pezzo importante del Paese non si rassegna a continuare pagare i costi della crisi e di una politica economica che aumenta ancora le diseguaglianze sociali
Valeria Dalcore -­‐ Ufficio stampa Cgil Mantova
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