Spazio A QUANDO UN GRUPPO INTERPARLAMENTARE PER LO SPAZIO? EMANUELE RIZZO segretario generale Asas NICOLA PANTALEO relazioni esterne Asas In aprile, a Tolosa, si è tenuta la riunione dello European interparliamentary space conference (Eisc): i parlamentari di nove Paesi europei si ritrovano in questo gruppo transnazionale con lo scopo di promuovere la cooperazione e lo scambio di informazioni tra i parlamenti attivi nel settore spaziale. Ne fanno parte Francia, Spagna, Regno Unito, Belgio, Estonia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Lussemburgo, Germania e Italia. I Paesi membri, in generale, partecipano tutti attraverso i gruppi interparlamentari creati a livello nazionale e tramite delegazioni portatrici di strategie, proposte e interessi da tutelare o da inserire nel dibattito. E l’Italia? Il nostro Paese ha partecipato alla conferenza del 2014 con un singolo delegato della commissione Istruzione del Senato, pur essendo nominalmente associata tramite un comitato parlamentare. Allora l’attenzione si sposta sull’intergruppo parlamentare che dovrebbe garantire lo sviluppo di orientamenti politici da portare nel dibattito eu56 ropeo. Gli intergruppi nei principali Paesi europei non hanno un unico assetto. Ogni Paese organizza questi gruppi in maniera più o meno strutturata a seconda dei casi ma condividono tutti lo scopo essenziale di riunire le diverse anime politiche e le competenze dei singoli parlamentari per favorire il dialogo tra i decisori politicoistituzionali e il sistema produttivo e scientifico nazionale. Il fatto che i componenti dei singoli intergruppi a livello nazionale provengano da diverse commissioni parlamentari e anche da diverse aree geografiche, garantisce una sorta di approccio olistico al sistema spazio. Infatti, è ormai chiaro che lo “spazio” così considerato non può essere la sola espressione di un centro decisionale (sia esso il ministero della Difesa piuttosto che quello della Ricerca o dell’Industria), ma è il settore dove si concentrano una serie di interessi imprescindibili per le “potenze” industriali e che riguardano una molteplicità di centri decisionali. Inoltre, gli intergruppi parlagiugno 2014 CONFRONTO EUROPEO L’European interparliamentary space conference costituisce un’importante occasione per affrontare il tema spaziale: i parlamentari di nove Paesi europei si ritrovano in questo gruppo transnazionale con lo scopo di promuovere la cooperazione e lo scambio di informazioni tra i parlamenti attivi nel settore. Fondamentale in questo caso è l’attività degli intergruppi parlamentari delle nazioni partecipanti, con il merito di offrire una visione olistica del tema spazio mentari hanno il compito di garantire il controllo parlamentare sulle attività governative e delle Agenzie nazionali preposte all’implementazione dei programmi spaziali. Questa attività si esercita non solo con il classico sindacato ispettivo, ma anche con proposte di legge. Infine, in analogia con gli intergruppi più numerosi a livello nazionale come quelli presso la Nato o il Consiglio d’Europa, gli intergruppi per lo spazio a livello europeo – che si riuniscono intorno all’Eisc – svolgono il compito di favorire il dialogo, la conoscenza e l’interscambio tra le differenti visioni nazionali e stemperare talune divergenze che possono sorgere ai livelli governativi. Gli intergruppi, nella maggioranza dei casi, sembrano sorgere con un fine “colbertista” (difendere i campioni nazionali), ma ciò è stemperato nella misura in cui essi hanno il ruolo di interlocutori tra Parlamento e sistema industriale e si impongono come portatori di interessi di una categoria impegnata quotidianamente a favorire lo sviluppo tec46 nologico e sociale dei singoli Paesi. L’Italia ha provato, in passato, a dotarsi di un intergruppo che affrontasse le sfide del settore spaziale, com’è logico per un Paese dotato di uno dei maggiori sistemi industriali e dei servizi collegati allo Spazio e produttore di molte eccellenze. Si ricordano le esperienze del Copit e del comitato per la Valutazione delle scelte scientifiche e tecnologiche (il Vast, che nato per coprire vari aspetti dell’innovazione, compare ancora come membro formale dell’Eisc). Ma a oggi, mentre si chiude a livello europeo la presidenza italiana dell’Intergruppo guidato con successo da Vittorio Prodi, a livello nazionale esiste solo l’attivismo “volontaristico” di alcuni parlamentari isolati. Con il 2014 l’Italia avrebbe invece una chance importante e potrebbe rilanciare la proposta di un gruppo interparlamentare per lo spazio. La presidenza del Consiglio dell’Unione europea, la riunione ministeriale dell’Agenzia spaziale europea (dicembre 2014) e 57 Gli Intergruppi dei Paesi europei SPAGNA Sottocomitato della commissione Economia che si riunisce informalmente in occasione di appuntamenti internazionali o per discutere temi concernenti il settore BELGIO Intergruppo di otto senatori che si sono costituiti come sottocommissione: per pungolare il governo sulle attività inerenti le politiche spaziali. In Belgio non esiste un’agenzia spaziale pertanto il ruolo della sottocommissione senatoriale è importan- te anche per quanto concerne parte della programmazione delle attività spaziali INGHILTERRA Gruppo composto da venti tra deputati e Lords con l’obiettivo quello di facilitare la discussione sul tema spazio in sede parlamentare e presso l’opinione pubblica. Si tratta di un gruppo snello, con soltanto una segreteria e buona parte delle attività sono finanziate da Astrium, come esplicitamente dichiarato sul sito web del gruppo. anche gli eventi che la presidenza francese dell’Eisc ha già stabilito, rappresentano delle ottime ragioni per far appello alla politica affinché si mobiliti in questo senso. Un dibattito in Italia dovrebbe anche levarsi intorno alla spinosa discussione se fare dell’Esa un organo dell’Unione o lasciarla così come è oggi, cioè al di fuori delle istituzioni dell’Ue: il tema avrebbe delle ricadute economiche notevoli e non avere una visione unitaria a livello di sistema-Paese sarebbe deleterio. E proprio il direttore generale dell’Esa, J. J. Dordain – in aprile alla Sapienza – ha fatto appello al governo italiano affinché affronti questa complessa questione durante il semestre di presidenza. In questa XVII legislatura, in seno al Parlamento sta crescendo, seppur lentamente, un rinnovato interesse nei confronti del settore spazio (si vedano i ddl Mosca 58 Quest’unione di parlamentari britannici ha il compito di dare visibilità al settore Spazio e provvedere a intervenire sui temi più delicati. Da pochi anni è stata ricostituita l’agenzia spaziale britannica e questo intergruppo è già attivo e lavora in supporto delle attività spaziali FRANCIA Il gruppo interparlamentare più numeroso in Europa: con sessanta tra deputati, senatori ed eurodeputati, si prefigge come obiettivo di informare il “potere legislativo” sulle evoluzioni dello Spazio e di configurarsi come un “attore decisivo” nelle scelte che riguardano il settore. Il gruppo è infatti molto attivo per ciò che riguarda l’organizzazione di conferenze nazionali ed europee e attua un sindacato ispettivo molto efficace e pressante tanto sul ministro della Ricerca che nei confronti della Difesa, e un efficace pressing sul governo affinché tuteli il settore spaziale e Pelino per la riforma della governance dello spazio, arricchiti dall’emendamento del sen. Bocchino) unitamente alla consapevolezza di come le tematiche spaziali non possano ricadere sotto la responsabilità di un’unica Commissione, ma necessitano di una “lettura” multidisciplinare che guardi a industria, ricerca, difesa, trasporti, ambiente, agricoltura, politiche comunitarie o relazioni internazionali, e altro ancora. La creazione di un intergruppo avrebbe l’indubbio merito di offrire una visione davvero olistica del tema spazio poiché, grazie alla presenza di parlamentari provenienti da varie commissioni, le proposte di legge e il dialogo tra istituzioni e società godrebbero di quell’ampio respiro di cui il settore ha quanto mai bisogno per continuare la storia di successi iniziata 60 anni fa. giugno 2014
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