La guarigione spontanea delle credenze. Come spezzare il

CORSO DI MARKETING PROGREDITO
MARKETING METRICS
II PARTE
Prof. Giancarlo Ferrero
Università di Urbino “Carlo Bo”
Prof. Giancarlo Ferrero Corso di marketing
progredito Università di Urbino
1
La marketing scorecard
Elementi da stimare ex ante e misurare ex post (esempi)
Prospettiva sviluppo
Prospettiva clienti
Prospettiva ec. fin.
La dinamica delle
vendite
La quota di mercato
Il valore percepito
dai consumatori
La soddisfazione
La fedeltà
La redditività:
Le cause degli
scostamenti
Cause di gap tra
progr. e realizzato
- dei clienti
- dei prodotti
- degli investimenti
in marketing
Cause di gap tra
progr. e realizzato
I riflessi di questi parametri sul
valore dell’impresa
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2
PROSPETTIVA CLIENTI
INDICATORI PER VALUTARE LA
SODDISFAZIONE E LA FEDELTA’
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3
INDICATORI DI CUSTOMER SATISFACTION
SODDISFAZIONE
IMPRESA
CLIENTE
Progettazione
Valore
desiderato
Valore
atteso
Valore
percepito
Realizzazione
Comunicazione
Comprensione
✚Motivazioni personali
✚Esperienze precedenti
✚Immagine percepita
✚Passaparola
✚Comunicazione concorrenti
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INDICATORI DI CUSTOMER SATISFACTION
Come abbiamo già visto il valore desiderato, atteso e percepito può essere misurato
con varie metodologie. Una è il modello di Fishbein (approccio di composizione)
MODELLO DI FISHBEIN
= valore percepito prodotto B
= importanza dell’i-esimo attributo
= performance percepita per l’i-esimo attributo di B
n = numero degli attributi
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INDICATORI DI CUSTOMER SATISFACTION
La soddisfazione può dunque essere misurata come differenza tra il valore percepito
del prodotto B (primo addendo della formula) ed il valore atteso (o desiderato) per
quel prodotto.
i=n
i=n
i=1
i=1
S = ∑ Ii Xi,b - ∑ Ii Xi,b,a
Xi,b,a
= performance attesa per l’i-esimo attributo di B
Se il calcolo dà un valore negativo il consumatore è insoddisfatto.
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INDICATORI DI FEDELTÀ
Ci sono diverse forme di fedeltà , che si realizzano attraverso un processi in 4 fasi:
1. ACQUISTO
Valore atteso: definito in funzione dei benefici e dei costi attesi
2. FEDELTA’ COMPORTAMENTALE
Valore percepito dopo acquisto e consumo: conseguenza della fiducia
generata dalla soddisfazione per l’esperienza d’acquisto e di consumo (focus
sulle prestazione)
3. FEDELTA’ COGNITIVA
Valore differenziale della relazione con quel fornitore: deriva da un giudizio
positivo (fiducia) sulle capacità del fornitore in rapporto ai concorrenti (focus
sul fornitore)
4. LEALTA’
Valore equità: frutto di una valutazione positiva sulla ripartizione dei benefici
generati dalla relazione.
Fiducia
nella
correttezza
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Ferrero
Corso
di marketing del fornitore
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Modello Dinamico del Customer Loyalty
FEDELTA’ COGNITIVA
FIDUCIA
RIACQUISTO
SODDISFAZIONE
AVVIO DELLA
RELAZIONE
VALORE
ATTESO
ACQUISTO
FEDELTA’
COMPORTAMENTALE
VALORE
RECEPITO
VALUTAZIONE DEL
PRODUTTORE
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Modello Dinamico del Customer Loyalty
FEDELTA’ COGNITIVA
Valutazione razionale dei vantaggi che possono derivare da un rapporto
stabile con quel fornitore
Deriva da molteplici fattori:
 Soddisfazione per gli acquisti precedenti: prestazioni, servizi, tempi
consegna
 Antecedenti comportamentali: soluzione problemi o conflitti sorti,
commitment dimostrato dal fornitore
 Convinzione di vantaggi di costo nel medio termine:
 Costi cognitivi: di ricerca informazioni
 Costi emotivi: percezione di incertezza
 Costi strutturali: costi
di adattamento
di apprendimento
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Ferrero Corso die
marketing
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Modello Dinamico del Customer Loyalty
LOYALTY
VALORE EQUITA’
FIDUCIA
RIACQUISTO
FEDELTA’ COGNITIVA
SODDISFAZIONE
AVVIO DELLA
RELAZIONE
VALORE
ATTESO
ACQUISTO
FEDELTA’
COMPORTAMENTALE
VALORE
RECEPITO
VALUTAZIONE DEL
PRODUTTORE
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Modello Dinamico del Customer Loyalty
LOYALTY
Deriva dalla certezza di “potersi fidare”, da un giudizio sui valori e le finalità che
guidano il fornitore nella gestione della relazione
La lealtà dipende, quindi, dalle dimensioni etiche dello scambio:
Fiducia:
affidamento sull’altrui correttezza e buona fede
Commitment:
impegno nella relazione
Equità:
ricerca reciproco vantaggio
Responsabilità:
rispetto
degli impegni
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Modello Dinamico del Customer Loyalty
MISURAZIONE DEL CUSTOMER RETENTION RATE
clienti fine anno - nuovi clienti acquisiti nell’anno
CRR = ------------------------------------------------------------------------ x 100
clienti a inizio anno
Anzianità media clientela =
1
-----------------1 - CRR
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La marketing scorecard
Elementi da stimare ex ante e misurare ex post (esempi)
Prospettiva sviluppo
Prospettiva clienti
Prospettiva ec. fin.
La dinamica delle
vendite
La quota di mercato
Il valore percepito
dai consumatori
La soddisfazione
La fedeltà
La redditività:
Le cause degli
scostamenti
Cause di gap tra
progr. e realizzato
- dei clienti
- dei prodotti
- degli investimenti
in marketing
Cause di gap tra
progr. e realizzato
I riflessi di questi parametri sul
valore dell’impresa
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PROSPETTIVA EC. FINANZIARIA
INDICATORI DEI RISULTATI
ECONOMICO FINANZIARI
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INDICATORI DEI RISULTATI EC. E FIN.
Parametri esaminati con il piano di marketing.
Margine di contribuzione:
FATTURATO – COSTI DIRETTI
Utile netto:
FATTURATO – COSTI TOTALI
Sono valori assoluti, che prescindono dal capitale investito e sono influenzati
dall’azione anche di altre funzioni.
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INDICATORI DEI RISULTATI EC. E FIN.
Tra il margine di contribuzione e l’utile netto posso individuare altri indicatori
intermedi:
+
Ricavi di competenza (fatturato)
-
Spese di esercizio (costi generali+costi diretti per i vari prodotti)
-
Ammortamenti
=
Reddito operativo lordo
-
interessi passivi
=
Utile lordo
-
Imposte (calcolate in % sull’utile lordo)
=
Utile netto
(netto se tolgo le tasse)
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INDICATORI DEI RISULTATI EC. E FIN.
Parametri che misurano il risultato in % su altre variabili.
Misurano obiettivi generali al cui conseguimento il marketing deve contribuire
ROS =
RAPPORTO TRA IL REDDITO OPERATIVO E IL FATTURATO (Return On Sales)
ROI = REDDITO OPERATIVO / CAPITALE INVESTITO (Return On Investment)
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INDICATORI DEI RISULTATI EC. E FIN.
Un indicatore più specifico per il marketing è il ROME
ROME: Return On Marketing Expenditure
ROME = Variazione della redditività / Variazione delle spese di marketing
Andrebbe calcolato per le diverse spese di marketing
Difficoltà:
• difficile distinguere impatto spese di marketing da altre influenze
• difficile distinguere impatto delle diverse spese di marketing
• difficile valutare effetti nel tempo
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INDICATORI DEL VALORE DEI CLIENTI E
DELL’IMPRESA
Logica alla base di questo approccio:
Obiettivo primo da perseguire: crescita del valore per la proprietà
Crescita di valore misurata in base a differenza tra valore di bilancio e
valore di mercato dell’impresa
Valore di mercato deriva da rendimento atteso per il capitale investito
Gli investimenti di marketing vanno decisi in base al loro rendimento atteso
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INDICATORI DEL VALORE DEI CLIENTI E
DELL’IMPRESA
Calcolo rendimento atteso, che determina il valore dell’impresa:
n
VAN = ∑
t=1
Ct
-------- - C0
(1+r) t
dove:
VA
= valore attuale del capitale investito
Ct
= cash flow dell’anno t (valore, durata, distrib. temporale)
r
= tasso di sconto (rischio)
C0
= investimento iniziale
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INDICATORI DEL VALORE DEI CLIENTI E
DELL’IMPRESA
Il flusso di cassa è determinato dalle vendite che si realizzeranno con i clienti. Il valore
dei clienti attuali, misurato in base all’attualizzazione dei rendimenti che essi
potranno consentire nel tempo, rappresenta dunque una componente molto
importante del valore dell’impresa.
Formula per calcolare il valore di un cliente:
n
n
CE = ∑ (Qt Mt) dt rt - ∑ (Ft dt) rt – A1
t=1
t=1
Dove:
CE = Customer Equity
Q = Valore delle vendite negli anni
M = Margine %
d = Tasso di attualizzazione (da calcolarsi in funzione del n. di anni)
R = retention rate (probabilità di mantenere il cliente - da calcolarsi in funzione del n. di anni)
F = Costi di fidelizzazione e gestione del cliente
A1 = sono i costi di acquisizione
cliente,
cheCorso
dovrebbero
Prof. del
Giancarlo
Ferrero
di marketingessere sopportati solo al tempo 1
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I MODELLI
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I MODELLI: CONCETTI BASE
Un modello numerico ha quattro grandi componenti:
 gli input: sono valori che devono inserire gli utilizzatori del modello (budget,
risultati intermedi, ….).
 le assumption: sono valori riferiti a condizioni di contesto sulle quali non si è
in grado di intervenire (tasso di crescita dell’economia, inflazione, …)
 le formule di calcolo: sono le funzioni matematiche che collegano gli input
agli output. Possono essere elaborate sulla base di ricerche di mercato, di
sperimentazioni, di esperienze passate, di collegamenti logici.
 I risultati: indicatori e le tabelle che specificano gli esiti del processo
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Il Modello “What If … ?”
Il modello “What if …. ?” valuta gli effetti di specifiche politiche di
marketing o di variazioni che possono intervenire nel mercato
What-if?
ASSUMPTION
INPUT
RISULTATI
CALCOLI
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Il Modello dello Scenario
Scenario 1
Scenario 2
Scenario 3
ASSUMPTION
RISULTATI
INPUT
CALCOLI
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I MODELLI: CONCETTI BASE
Può essere elaborato un modello per ogni processo.
I processi possono essere collegati tra loro, sequenzialmente e
gerarchicamente, fino ad arrivare a spiegare i risultati di valenza
più generale (il margine operativo ed il ritorno degli investimenti
effettuati).
Vedremo due esempi di modelli:
1. Rivolto ad analizzare i fattori che generano variazioni nella quota di
mercato
2. Rivolto ad analizzare i fattori che generano variazioni nel margine di
contribuzione e nel profitto
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I modelli: evoluzione Q.M.
Ogni atto d’acquisto di una marca può essere descritto con 3 origini e 3 destinazioni:
1. Coloro che acquistano già la marca A la riacquistano (Fedeltà);
2. La marca A sottrae clienti alla marca B (Attrazione);
3. La marca A conquista nuovi clienti (Attrazione);
Attrazione
Fedeltà
Acquirenti
marca A
Acquirenti
marca B
Fuga
Attrazione
Fuga
Non
Acquirenti
Prof.laGiancarlo
Ferrero
Corso di marketing
Probabilità di transizione sono
base per
formulare
previsioni future
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27
ESEMPIO
Marche acquist. Spostamenti al tempo
al tempo t
t+1
Levissima A
B
Vendite tot
(milioni lt) al
tempo t
QM al
tempo t
Levissima
56,0%
30,0%
14,0%
20
10%
Marca A
20,0%
30,0%
50,0%
100
50%
Marca B
0,0%
20,0%
80,0%
80
40%
QMt+1
15,6%
26,0%
58,4%
200
100%
Levissima t+1= 56%*20+[(20%*100)+(0%*80)]=11,2+20= 31,2 milioni di lt
QM Levissima t+1= 31,2/200 *100 = 15,6%
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I modelli: evoluzione Q.M.
La QM di lungo periodo è funzione del tasso di attrazione e fedeltà:
QMi,t+1=α(Qmi,t)+β(1-Qmi,t)
Qmi,t = Quota di mercato della marca i al tempo t
α = tasso fedeltà
β = tasso attrazione
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I modelli: evoluzione Q.M.
Teorema fondamentale della quota di mercato
Mi
=
QM i,t +1 λi (QM i ,t ) + γ i
∑jMj
• λi = frazione della QM che rimane alla marca
da t a t+1
• γi = produttività degli investimenti di
marketing relativi
• Mi,j = investimenti di marketing della marca i
e delle marche concorrenti
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I modelli: variazioni nel margine di contrib.
Questo modello analizza le possibili cause degli scostamenti tra obiettivi e risultati
con riferimento al margine di contribuzione.
Le principali cause di scostamento nel margine di contribuzione possono
essere:
Variazioni negli
investimenti di
marketing
Variazioni nelle
vendite
(Volumixmargini)
Variazioni nei
margini unitari
(prezzi-costi)
Variazione
margine di
contribuzione
unitario
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I modelli: variazioni nel margine di contrib.
Le principali cause di scostamento nelle performance di marketing sono:
Variazioni negli
investimenti di
marketing
Variazioni nelle
vendite
(Volumixmargini)
Variazioni nei
margini unitari
(prezzi-costi)
Variazione
margine di
contribuzione
unitario
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Variazione delle vendite
Le variazioni nei volumi di vendita si riflettono sul margine di contribuzione in base al
margine previsto per unità venduta (considerato come costante).
VVt = Mp(Va–Vp)
Dove:
VVt = Variazione del rendimento delle vendite al tempo t
Mp = Margini pianificati a budget al tempo t
Va = Volume di vendite realizzate nel periodo t
Vp = Volume di vendite pianificate a budget al tempo t
Quindi lo scostamento del rendimento delle vendite è pari alla differenza tra
quantità venduta nel periodo t e la quantità prevista a budget per lo stesso
periodo, moltiplicata per i margini pianificati a budget.
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Varianza delle vendite
Possibili cause (va stimata l’incidenza di ognuno di questi fattori):
Espansione
mercato
Acquisizione
nuovi clienti
Base
retention
Nuovi
mercati
Variazioni
volumi di
vendita
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Nuove linee
di prodotto
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Variazioni nel margine di contrib. unitario
Le principali cause di scostamento nelle performance di marketing sono:
Variazioni negli
investimenti di
marketing
Effetti di
variazioni nelle
vendite
(Volumixmargini)
Variazioni nei
margini unitari
(prezzi-costi)
Variazione
margine di
contribuzione
unitario
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Variazioni nel margine di contrib. unitario
In questo caso consideriamo costanti le vendite e valutiamo gli effetti
delle variazioni nei margini unitari.
MVt = Va(Ma–Mp)
Dove:
MVt = Varianza dei margini al tempo t
Ma = Margine per unità realizzato
Mp = Margine pianificato a budget per unità per il periodo t
Va = Volume di vendite realizzato al periodo t
Quindi lo scostamento dei margini di vendita è pari alla differenza tra il
margine attuale del venduto nel periodo t ed il margine previsto
originariamente a budget per lo stesso periodo, moltiplicata per le quantità
vendute nel periodo di riferimento.
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36
Variazioni nel margine di contrib. unitario
La varianza dei margini dipende principalmente:
1. Dalla varianza dei prezzi;
2. Dalla varianza dei costi non di marketing
Varianza dei
margini
Varianza dei
prezzi
Varianza dei costi
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37
Variazioni nelle spese di marketing
Le principali cause di scostamento nelle performance di marketing sono:
Variazioni negli
investimenti di
marketing
Effetti di
variazioni nelle
vendite
(Volumixmargini)
Variazioni nei
margini unitari
(prezzi-costi)
Variazione
margine di
contribuzione
unitario
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38
Variazioni nelle spese di marketing
Analisi dello scostamento determinato dagli investimenti di marketing.
MEVt = MEp – MEa
Dove:
MEVt = Varianza delle spese di marketing al tempo t
MEa = Spese di marketing nel periodo di riferimento
MEp = Spese di marketing pianificate a budget per il periodo t
Tale scostamento può essere stato determinato da cause strutturali o
congiunturali.
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I modelli: variazioni nel profitto netto
La varianza del net profit contribution dipende anche da fattori non
imputabili direttamente al marketing.
Le cause di un possibile scostamento sono:
 la varianza nei volumi;
 la varianza nei margini;
 la varianza nelle spese di marketing;
 la varianza nelle spese fisse non di marketing;
 la varianza nelle spese generali.
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Varianza della bottom line: net profit
Variazioni
spese fisse non
di marketing
Variazione
margine di
contribuzione
Variazioni spese
variabili indirette
Variazioni
profitto netto
NPC = Domanda x QM x Margine - Costi mkt – Spese fisse non mkt –Spese overhead
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