Amadeus Robert Schumann (Zwickau, 8/6/1810 - Endenich, 29/7/1856) 12'12 4'49 8'11 Johannes Brahms (Amburgo, 7/5/1833 - Vienna, 3/4/1897) Natalia Gutman, violoncello Mahler Chamber Orchestra direttore Claudio Abbado, Viva Std = F ITC Benguiat = Amadeus Neuzeit Std = per la diffusione Fondazione T. T.: 73'26 CopRetro0614.indd 2-3 13'47 8'47 12'39 3'58 2'58 6'03 non in vendita separatamente da amadeus Serenata n. 1 in re maggiore op. 11 (48'11) 4 Allegro molto 5 Scherzo. Allegro non troppo - Trio. Poco più moto 6 Adagio non troppo 7 Menuetto I - Menuetto II 8 Scherzo. Allegro 9 Rondo. Allegro Non in vendita separatamente dal periodico Amadeus di Paragon Edizioni s.r.l. Concerto per violoncello e orchestra in la minore op. 129 (25'11) 1 Nicht zu schnell (Non troppo allegro) 2 Langsam (Adagio) 3 Sehr lebhaft (Molto vivace) Robert Schumann Amadeus Amadeus AM 295-2 Concerto per violoncello e orchestra op. 129 Johannes Brahms Serenata n. 1 in re maggiore op. 11 Natalia Gutman, violoncello Mahler Chamber Orchestra Claudio Abbado, direttore 12/05/14 14.48 ROBERT SCHUMANN (Zwickau, 8/6/1810 - Endenich, 29/7/1856) Concerto per violoncello e orchestra in la minore op. 129 1 Nicht zu schnell (12'12) • 2 Langsam (4'49) 3 Sehr lebhaft (8'11) Composizione 1850 Prima esecuzione prob. Lipsia, 9 giugno 1860 Prima edizione Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1854 Organico violoncello solista, flauti, oboi, clarinetti in la, fagotti, corni, trombe, timpani, violini, viole, violoncelli, contrabbassi JOHANNES BRAHMS (Amburgo, 7/5/1833 - Vienna, 3/4/1897) Serenata n. 1 in re maggiore op. 11 4 Allegro molto (13'47) • 5 Scherzo. Allegro non troppo - Trio. Poco più moto (8'47) 6 Adagio non troppo (12'39) • 7 Menuetto I - Menuetto II (3'58) 8 Scherzo. Allegro (2'58) • 9 Rondo. Allegro (6'03) Composizione 1857-58 Prima esecuzione Hannover, 3 marzo 1860 Prima edizione Breitkopf & Härtel, Leipzig, 1860 Organico 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti in la, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe in re, timpani, violini, viole, violoncelli, contrabbassi ecniche zio delle ediante i o. del lmente Natalia Gutman, violoncello Mahler Chamber Orchestra Claudio Abbado, direttore bookletCD0614.indd 2-3 12/05/14 14.45 Guida all’ascolto Guida all’ascolto Guida all’ascolto Schumann e Brahms posizione della Sinfonia Renana, Schumann non trova un solista all’altezza del suo concerto e cominciano a sorgere in lui di Alessandro De Bei alcuni dubbi sul reale valore dell’opera, che viene rivista in alcuni punti. Solo nel novembre del 1852 l’autore scrive al suo editore comunicandogli che il Concerto è pronto per essere dato alle stampe, cosa Schumann: che avverrà solo nel febbraio del 1854. Il Concerto per violoncello 27 dello stesso mese Schumann tenterà di e orchestra op. 129 suicidarsi gettandosi nel Reno. La prima esecuzione pubblica di cui si abbia notizia urante i primi mesi del 1850 Ro- avverrà, postuma, il 9 giugno del 1860 nel bert Schumann è a Dresda; sin da corso delle celebrazioni per il cinquantesiaprile riceve lo stipendio da Düs- mo anniversario della sua nascita. seldorf per il posto che assumerà però uf- Il Concerto si articola nei canonici tre moficialmente soltanto in settembre. A otto- vimenti; il primo, Nicht zu schnell (Non bre è a Düsseldorf dove, nel giro di una so- troppo allegro) 1, viene introdotto da un la settimana, compone il suo Concerto per delicato “sipario” di quattro battute affivioloncello op. 129; questa meravigliosa dato alle armonie dei legni e al “pizzicato” pagina (un «pezzo sereno», come afferma degli archi: la voce del violoncello, calda lo stesso Schumann in una lettera a e intensa, espone poi il primo tema in la Breitkopf & Härtel del 3 novembre 1853) minore, appassionato e romantico, come non fa trasparire le condizioni mentali di l’anima musicale del miglior Schumann. Schumann, che di lì a poco sarebbero pre- L’orchestra, che aveva mancato il tradicipitate irrimediabilmente. Assorbito dal zionale “tutti” introduttivo, si lancia ora in suo incarico di direttore musicale a Düs- una transizione che porta a do maggiore, seldorf e totalmente immerso nella com- tonalità nella quale appare il secondo te- D 4 bookletCD0614.indd 4-5 ma del violoncello, brillante e solare. Il discorso musicale viene condotto essenzialmente dal solista: l’orchestra si limita ad accompagnare, a sottolineare, a riprendere gli spunti motivici che nascono dalle sue corde. La sezione di sviluppo si basa su un nervoso motivo in terzine di crome, che circola in orchestra, mentre il solista prosegue il suo canto appassionato, fatto di rimembranze del primo tema e di slanci melodici ascendenti. L’ultima sezione dello sviluppo, che porta alla ripresa del tema principale, è costituita da un dialogo fra solista e orchestra basato su un energico spunto motivico discendente. Alla ripresa del tema principale fa seguito la transizione orchestrale, che conduce ora a la maggiore, tonalità nella quale riappare il secondo tema. Manca la tradizionale cadenza del solista e allora, senza soluzione di continuità, si sfocia nel secondo movimento, Langsam (Adagio) 2, in fa maggiore, una delle pagine più struggenti e romantiche dell’intera produzione schumanniana. Protagonista assoluto è il violoncello solista, il cui canto intenso viene delicatamente sostenuto dall’orchestra; verso la fine i fiati alludono al tema principale del primo movimento, che subito riaccende la passione focosa nel violoncello che, in un breve passaggio solistico, porta direttamente all’ultimo movimento, Sehr lebhaft (Molto vivace) 3. L’energia e la vitalità di questa pagina si manifestano subito fin dal tema principale, costituito dalla doppia ripetizione di due secchi accordi orchestrali seguiti da un guizzo melodico ascendente del violoncello. L’episodio che segue è condotto dal violoncello in agili e virtuosistiche figurazioni che richiamano il guizzo del primo tema, la cui figura ritmica si trasforma in vari modi, assumendo infine un aspetto più lirico con l’approdo al secondo tema. La sezione di sviluppo è lineare e scorrevole, regolare la ripresa che culmina in una cadenza del solista, ampia e articolata, alla quale non manca il sostegno ritmico dell’orchestra, cosa che sconcertò non poco i primi esecutori, scontenti per l’anticonvenzionalità della cadenza che appariva probabilmente ai loro occhi poco “gratificante”. La breve coda conclusiva, Schneller, riprende per l’ultima volta lo spunto motivico iniziale del tema principale. 5 12/05/14 14.45 Guida all’ascolto Guida all’ascolto tempo Brahms concepì la serenata per un organico ridotto (nove strumenti: flauto, due clarinetti, corno, fagotto e quartetto d’archi), poi, anche sotto la pressione e i suggerimenti degli amici musicisti a lui vicini, allargò l’organico strumentale che divenne da piccola orchestra. Non ancora soddisfatto, Brahms approntò un’ultima definitiva versione per grande orchestra, eseguita ad Hannover il 3 ottobre 1860; in questa veste la Serenata op. 11 è un capolavoro di inventiva melodica, rivestito con una scrittura orchestrale molto raffinata e con una sonorità piena, ricca ora di sgargianti colori, ora di delicati chiaroscuri. Il primo movimento, Allegro molto 4, strutturato nella tradizionale formasonata, è la pagina più elaborata e complessa dell’opera. Si apre con un lungo pedale di viole e violoncelli su cui si staglia, meraviglioso ed evocativo, il primo tema annunciato da corni e clarinetti. È un motivo che richiama echi pastorali e naturalistici molto suggestivi. Poche battute di transizione e il tema si apre a tutta l’orchestra in un tripudio sonoro tipicamente brahmsiano. Il secondo tema, in Brahms: Serenata per orchestra n. 1 op. 11 L a serenata, genere settecentesco praticato da Mozart e Haydn, ma ignorato da Beethoven, viene ripreso da Johannes Brahms, che con l’op. 11 del 1857 e l’op. 16 del 1858 scrive due capolavori assoluti. Normalmente costituita dai sei agli otto movimenti, la Serenata è stato un genere musicale molto diffuso appunto nel XVIII secolo, strettamente legato alla Cassazione e al Divertimento: il carattere della musica è generalmente luminoso e spensierato, meno incline all’elaborazione tematico-motivica, come avveniva invece nel genere sinfonico. La Serenata op. 11 nacque tra il 1857 ed il 1858, periodo nel quale Brahms era impegnato come pianista, direttore di coro e insegnante alla corte di Lippe-Detmold. La pagina è brillante, serena, lontana dai tumulti e dalle passioni giovanili («Il vero uomo ideale è tranquillo nella gioia e tranquillo nel dolore e nella sofferenza. Le passioni devono passare presto oppure bisogna reprimerle», scrive a Clara Schumann il 10 ottobre 1857). In un primo 6 bookletCD0614.indd 6-7 Claudio Abbado 7 12/05/14 14.45 Guida all’ascolto Guida all’ascolto la maggiore, viene annunciato da fagotti e violini e ripetuto da violoncelli e oboi in un dialogo malinconico e struggente. Un crescendo porta alla coda dell’esposizione, giocata in progressioni discendenti da tutta l’orchestra. Dopo il regolare ritornello, si apre la sezione elaborativa che riprende proprio l’incipit della coda, alla quale presto si uniscono accenni del primo tema che compaiono nei fagotti e nei corni sopra un regolare movimento in semicrome degli archi. Il discorso musicale incalza gioioso e spensierato; il primo tema diventa ora un grido di stupore e felicità dell’uomo innanzi alle meraviglie della natura: i violini lo riprendono, variandone abilmente la chiusa, mentre i fiati lo ornano vezzosamente con trilli spensierati. Una falsa ripresa in sol maggiore porta all’ultima sezione dello sviluppo, nella quale il tema principale assume ora connotazioni quasi drammatiche: la scrittura musicale si fa più tesa, la tonalità minore, le frequenti modulazioni e l’uso quasi lugubre dei timpani rendono cupa l’atmosfera musicale, che si rasserena presto con la ripresa del tema principale e del secondo tema. Il movimento si conclude con una nostalgica ripetizione del tema principale affidata al primo flauto, sostenuto da un numero via via ridotto di strumenti, fino alla chiusa in pianissimo (solo flauto, clarinetti e viole). Lo Scherzo 5 si apre con un motivo contorto e agitato in re minore, scuro nel colore orchestrale e denso di cromatismi. Più avanti si odono echi del tema principale dell’Allegro molto che sfociano in un elegante movimento di valzer, tipicamente brahmsiano. Una breve sezione (Un poco ritenuto) conduce alla ripetizione del tema principale che termina lo Scherzo. Il Trio (Poco più moto) in si bemolle viene condotto principalmente dai fiati, con gli archi che si limitano a sostenere ritmicamente il discorso musicale. Regolare la ripetizione dello Scherzo. L’Adagio 6, in si bemolle maggiore, ha un fascino quasi “notturno”, avvolto com’è nelle tinte brunite degli archi gravi e dei clarinetti che aprono la pagina in un clima misterioso. Il dialogo quasi cameristico fra primo flauto, primo clarinetto e corno che si svolge sopra il brontolio minaccioso di violoncelli e contrabbassi, precede il tema principale, morbido ed avvolgente, pre8 bookletCD0614.indd 8-9 sentato dai violini nel loro registro grave e subito ripreso dai legni sopra l’incessante movimento in biscrome di violini secondi e violoncelli. Il secondo tema, in fa maggiore, è più melodico e intenso: viene proposto dai corni e ripetuto dai clarinetti: è un motivo struggente che presto si apre a tutta l’orchestra. Un episodio in imitazione contrappuntistica conclude la prima parte del movimento. La sezione elaborativa vede ergersi ad assoluti protagonisti i fiati che sviluppano il secondo tema: la scrittura musicale diviene cameristica rendendo la pagina intima e delicata. La ripresa del tema introduttivo avviene dapprima in fa diesis maggiore, poi in si bemolle maggiore (indimenticabile il sostegno degli archi in pizzicato al motivo esposto da clarinetti, fagotti e oboi). Seguono la ripresa del tema principale e del secondo tema con una veste orchestrale più ricca e intensa rispetto all’esposizione. Il ritorno dell’episodio in imitazione contrappuntistica porta al finale, nel quale gli spunti tematici sembrano sfilacciarsi e dileguarsi in un delicato pianissimo sul quale si erge la voce del primo flauto che rievoca, come in lontananza, il secondo tema. I due Minuetti 7, che costituiscono il quarto movimento, hanno una grazia e una levità che potremmo definire mozartiane; nel Menuetto I, in sol maggiore, l’organico orchestrale si riduce a un flauto, due clarinetti e un fagotto col sostegno del violoncello in pizzicato nella seconda parte. Nel Menuetto II, in sol minore, irrompe un tema struggente e nostalgico esposto dagli archi e sostenuto armonicamente dai due clarinetti. Il movimento si conclude con la ripresa del Menuetto I seguito da una breve coda. Il quinto movimento, Scherzo 8, nella sua robustezza ritmica e nella genuina ispirazione melodica ricorda gli scherzi beethoveniani: il tema principale, una sorta di richiamo di caccia, viene esposto dai corni e subito ripetuto e sviluppato dagli archi. Nel Trio centrale protagonista è ancora il primo corno, con un motivo dal carattere popolare, di forte marca beethoveniana, che trascina tutta l’orchestra in un vortice di gioiosa sonorità. L’ultimo movimento è un Rondò 9 pieno di brio e di vitalità, grazie ai numerosi temi di danza: il motivo principale, in re maggiore, è travolgente nel suo ritmo 9 12/05/14 14.45 Guida all’ascolto puntato che dagli archi si propaga per tutta l’orchestra. Il tema secondario, in la maggiore, viene presentato dai violini e ha un andamento più cantabile, anche se scorrono nelle viole fluide e ritmiche terzine di crome che preludono al ritorno del galoppante ritmo puntato del tema principale. La sezione centrale è interamente basata sul tema secondario, che appare ora in una luce quasi pastorale, affidato ai corni sopra gli svolazzi spensierati dei flauti. Travolgente il finale, che conclude la Serenata in un esaltante tripudio sonoro. Amadeus n. 295 (06/2014) Periodico registrato al Tribunale di Milano 186/19-03-1990 2014 2006 Universal Music Italia s.r.l. Direttore responsabile Gaetano Santangelo Redazione Andrea Milanesi Grafica Dario Codognato Impaginazione Riccardo Santangelo Registrazione dal vivo marzo e aprile 2006, Teatro Cavallerizza e Teatro Municipale Romolo Valli, Reggio Emilia Produttore e tecnico del suono Michael Seberich Editing Antonio Scavuzzo Un particolare ringraziamento alla Fondazione “I Teatri” di Reggio Emilia In copertina Claudio Abbado e Natalia Gutman (Foto di Alfredo Anceschi) Pagina 7 Claudio Abbado (Foto di Harald Hoffmann / Deutsche Grammophon) ) N.B.: È possibile scaricare questo booklet in formato digitale all'indirizzo www.amadeusonline.net/books/201406.pdf 10 bookletCD0614.indd 10-11 11 12/05/14 14.45
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