TO R I NO | AUDITORIUM RAI | CONCERTI 5° giovedì 27 novembre 2014 ore 21.00 venerdì 28 novembre 2014 ore 20.30 Steven Mercurio | Direttore Lara St. John | Violino Mercurio Corigliano Copland Bernstein 5° giovedì 27 novembre 2014 ore 21.00 venerdì 28 novembre 2014 ore 20.30 Steven Mercurio | Direttore Lara St. John | Violino Steven Mercurio (1956) Mercurial Overture (1999) Durata: 6’ ca. Prima esecuzione Rai a Torino John Corigliano (1938) Concerto per violino e orchestra The Red Violin (2003) I. II. III. IV. Chaconne Pianissimo Scherzo Andante Flautando Accelerando Finale Durata: 36’ ca. Prima esecuzione Rai a Torino Aaron Copland (1900 - 1990) Appalachian Spring Suite dal balletto per Martha [Graham] (1944/45) Durata: 20’ ca. Ultima esecuzione Rai a Torino: 9 maggio 1985, José Serebrier (versione originale per 13 strumenti). Leonard Bernstein (1918 - 1990) On the Waterfront. Suite sinfonica dalle musiche per il film Fronte del porto (1954) Durata: 22’ ca. Ultima esecuzione Rai a Torino: 23 gennaio 2009, John Axelrod. Redazione a cura di Irene Sala Il concerto di giovedì 27 novembre è trasmesso in collegamento diretto su Radio3 per il programma “Radio3 Suite”. Steven Mercurio Mercurial Overture John Corigliano Concerto per violino e orchestra The Red Violin «Come compositore e direttore d’orchestra, da molto tempo desideravo di scrivere una overture che fosse sia divertente da dirigere, piacevole per l’orchestra da suonare, sia che potesse in definitiva offrire al pubblico un’esperienza musicale gratificante. Con questa idea, ho composto una overture il cui materiale tematico passa attraverso una varietà di sensazioni emotive che sono: potenza, profondità, grandiosità, intimità, malinconia, bramosia, passione, giocosità ed esuberanza gloriosa. Il tutto in cinque minuti e mezzo». Steven Mercurio Il brano è stato composto nel 1999 ed è stato eseguito per la prima volta a Oslo al Concerto per il “Premio Nobel per la Pace” in onore a “Medici senza Frontiere”, organizzazione che ricevette il premio di quell’anno. Il mio terzo lavoro per il cinema (“The Red Violin”) mi ha dato la possibilità di fare un salto nel mio personale passato, poiché mio padre John Corigliano (io sono uno “junior”) fu per più di un quarto di secolo un grande solista nonché primo violino della New York Philharmonic. Gli anni della mia infanzia furono quindi contraddistinti dai frammenti dei grandi concerti in cui mio padre si esercitava, e dalle scale e dagli studi tecnici che usava per tenersi in esercizio. Ogni anno teneva un concerto con la Philharmonic (anche in altre sale) e io ricordo vividamente la sua preparazione da solo, le prove col pianoforte, quelle con l’orchestra e infine i concerti carichi di tensione (dove io sedevo in un camerino della Carnegie Hall, ascoltando mio padre attraverso un piccolo altoparlante, suonandomi in testa il brano quasi senza respirare e assicurandomi che tutto fosse eseguito a dovere). Non c’è quindi da meravigliarsi che la forma del concerto, e del concerto per violino in particolare, si sia annidata in me così profondamente nel cuore. Ho scritto una mezza dozzina di concerti, ma questo è il primo pensato per il mio primo amore: il violino. Si tratta di un concerto “nella grande tradizione”, perché l’ho concepito nel tentativo di scrivere un brano che mio padre avrebbe amato suonare. Siccome fu lui a ispirarlo, è dedicato alla sua memoria. L’evento che ha stimolato le mie energie nel comporre questo concerto è stato naturalmente la realizzazione della colonna sonora per il film “The Red Violin”, diretto da François Girard, che prevedeva la partecipazione del sublime giovane virtuoso Joshua Bell nel ruolo della voce del violino. L’interpretazione di Josh ricorda quella di mio padre: è un artista della grande tradizione. Dal suo arco non fluisce mai una analisi del lavoro fredda e clinica. La storia di “The Red Violin” è perfetta per coloro che amano lo strumento e il suo repertorio. Essa copre tre secoli della vita di un violino magnifico seppur maledetto - nei suoi viaggi attraverso il tempo e lo spazio. Una storia così episodica aveva bisogno di essere tenuta insieme con una singola idea musicale. A questo scopo ho impiegato l’artificio barocco della ciaccona: una successione ripetuta di accordi su cui viene costruita la struttura musicale. Agli accordi della ciaccona ho affiancato il tema di Anna, una melodia lirica ma intensa che rappresenta la moglie del liutaio, destinata a morire. Quindi, a partire da quegli elementi, ho intessuto una serie di studi virtuosistici per violino solo che hanno seguito lo strumento da un paese all’altro, secolo dopo secolo. Ho composto questi elementi prima delle riprese cinematografiche vere e proprie, poiché gli attori avrebbero poi dovuto mimare i movimenti della mano sul violino ascoltando una registrazione di quei lavori, sincronizzandoli con la musica. In seguito, durante l’estate del 1997, mentre in giro per il mondo venivano realizzate le riprese del film, rimasi a casa e scrissi il brano The Red Violin, Chaconne for Violin and Orchestra della durata di 17 minuti: un pezzo da concerto basato su elementi già esistenti, di cui venne poi eseguita la prima mondiale a San Francisco con Josh e Robert Spano nell’autunno di quello stesso anno. Dopodiché avevo soltanto poche settimane per realizzare la musica di sottofondo (quella che serve per i dialoghi) relativa alle registrazioni previste intorno al Natale del 1997 a Londra. La Chaconne per violino e orchestra divenne poi un brano da concerto eseguito da Josh (e da altri artisti) in tutto il mondo. Ma essendo un pezzo in un unico movimento di durata piuttosto modesta, ricadeva in quella categoria di lavori che devono essere eseguiti insieme ad altri di simile durata per rendere completa la performance di un solista con l’orchestra. Grandi lavori come la Tzigane di Ravel, il Poème di Chausson o le romanze di Beethoven hanno lo stesso problema. La cosa più importante per me, era che la ciaccona mi aveva dato l’opportunità di spogliarmi di ogni inibizione e di scrivere una composizione appassionata e romantica che probabilmente non avrei mai realizzato se non avesse dovuto accompagnare un film. Essa aveva aggirato il mio senso dell’ “autocensura”, il quale mi aveva obbligato non solo a scrivere il brano, ma a “riscoprire” la forma del brano stesso (come nei miei tre concerti per strumenti a fiato). Quello che sentii mi piacque, e tutto si svolse in maniera molto naturale. Così, come fece Schumann, decisi di aggiungere alcuni movimenti alla ciaccona esistente (lui lo fece con la sua Fantasia per pianoforte e orchestra) e di realizzarne un concerto di durata consueta. Nel mio caso questo significò aggiungere tre movimenti per equilibrare la lunghezza del primo. Gli altri movimenti sono connessi al primo (e al film) in modi diversi: il primo [ovvero il secondo movimento] è un agile Pianissimo scherzo in cui le dinamiche sono lievi, mentre l’azione rimane convulsa e vivace. Volevo in qualche modo spezzare l’atmosfera romantica del primo movimento con effetti sonori e timbrici che creassero un’energia scintillante ed effervescente. Un Trio centrale è lontanamente imparentato con il tema di Anna, ma qui esso risulta elevato, etereo e a tempo di danza, con armonici doppi che mettono a dura prova le dita del solista. Il terzo movimento Andante flautando comincia con un intenso recitativo che è più intimamente correlato al tema principale del film, ma che presto lascia spazio a una melodia dolce e cullante eseguita dal solista in una maniera insolita che fa sì che il suono cambi in quello di un flauto (“flautando”). In questo tema il solista e il flauto contralto si uniscono in un duo complementare. Il movimento finale (Accelerando finale) è - come il titolo suggerisce – una corsa sfrenata in cui le due forze opposte, il solista e l’orchestra, gareggiano una contro l’altra. Ognuna di esse accelera in diversi momenti e a diverse velocità, creando un clima virtuosistico appropriato ad un movimento finale. Vi vengono impiegate altre tecniche inusuali: il violino (e gli archi dell’orchestra) devono premere sulle corde così tanto da non emettere più alcun suono determinato, ma solo uno stridio. Questo suono percussivo e insolito crea energia, specialmente durante queste gare. Un tema importante che appare nel film, ma che non è stato poi usato nella ciaccona da concerto, è quello di Moritz, l’esperto di violini della nostra epoca, il quale scopre il mistero del violino rosso. Si tratta di un tema mestamente romantico che si trasforma in seguito in un lirico contrappunto all’allegria di questo movimento finale. Verso la fine del lavoro, la ciaccona originale del primo movimento riappare a completare il viaggio di questo Concerto per violino. John Corigliano (traduzione di Luca Ripanti) Aaron Copland Appalachian Spring. Suite dal balletto per Martha [Graham] Assieme a due altri balletti, Billy the Kid (del l938-39) e Rodeo (del 1942) e all’affresco sinfonico El Salon Mexico (del 1936), Appalachian spring appartiene al periodo compositivo più noto e popolare dell’iter creativo di Copland; un periodo in cui il desiderio di allargare la fruizione della musica ad un pubblico quanto più vasto, e conseguentemente di semplificare il linguaggio musicale, lo spinse alla composizione di lavori che traggono spunto dalla tradizione popolare, sia come soggetto, come trama narrativa, sia — musicalmente come citazione e reinvenzione di temi e cadenze popolari. La partitura originale di Appalachian Spring, composto per la coreografia di Martha Graham, fu concepita per un organico cameristico che comprendeva solamente 13 strumenti al fine di realizzare una sonorità particolarmente chiara e leggera, in sintonia con l’azione scenica. La “primavera appalachiana” è, secondo un sintetico riassunto dell’azione dello stesso Copland, «una festa celebrativa di pionieri in primavera, sul finire del secolo scorso, attorno ad una fattoria appena costruita sulle colline della Pennsylvania. Il giovane fattore e la sua futura sposa esprimono le emozioni di gioia e di timore in loro suscitate dalla responsabilità della vita domestica che li attende. Un vicino più anziano ispira loro una piena fiducia nei confronti dell’esperienza che stanno per iniziare. Un predicatore revivalista ed i suoi seguaci ricordano ai nuovi fattori gli aspetti, strani e terribili, del destino umano. Infine la coppia si insedia, serena e risoluta, nella nuova casa». A differenza di Billy the Kid, Appalachian spring non è un balletto d‘azione, bensì un balletto simbolico: la celebrazione del mito americano della Semplicità Virtuosa quale fondamento della società. La citazione, verso la fine della partitura, dell’inno degli Shakers “The Gift to be simple” su cui vengono elaborate 5 variazioni, è, in tal senso, programmatico. Una semplicità che coincide anche con il credo estetico di Copland in questo periodo, e che si esprime musicalmente in un diatonismo austero, che comunica un senso religioso anche quando si scatena in veloci movimenti di danza, come nell’a solo della sposa nella quinta sezione. Gianfranco Vinay (dagli archivi Rai, 1985) Leonard Bernstein On the Waterfront. Suite sinfonica dalle musiche per il film Fronte del porto Un film da ascoltare Parlare di Fronte del porto vuol dire parlare di maccartismo. La pellicola venne girata nel 1954 al culmine di quel periodo di delazioni anticomuniste che sarebbe stato definito ‘caccia alle streghe’. Ma non è solo una questione anagrafica a legare il film alla storia, perché fu lo stesso regista Elia Kazan a forzare i contatti con gli eventi politici del tempo: due anni prima aveva accusato pubblicamente undici colleghi di riprovevole militanza tra le file del comunismo; girare un film interamente dedicato al problema della delazione equivaleva a presentare una sorta di autogiustificazione per una scelta presa con gravi imbarazzi. Per alcuni commentatori era una disdicevole forma di excusatio non petita; ma per il pubblico fu molto più semplicemente un bel film, premiato con otto memorabili Oscar. La vicenda ruota tutta attorno ai dubbi di Terry Mally, il personaggio interpretato da Marlon Brando, che accetta di testimoniare contro un gangster per amore di una ragazza, vittima innocente dei soprusi della malavita. E la musica accompagna l’azione avanzando con un atteggiamento profondamente lineare: non una serie di brani sciolti, discontinui come la presenza di una colonna sonora, ma una concatenazione di movimenti concepiti con pensiero sinfonico, come se fossero parti integranti di un disegno ampio. Leonard Bernstein nel 1954 aveva già lavorato con successo al musical e ad alcune musiche di scena: la sceneggiatura di Elia Kazan, così densa di dilemmi interiori, era perfetta per dare spazio al côté sonoro. Sul set di Fronte del porto Bernstein trovò gli stimoli giusti per alimentare quella creatività profondamente visiva, che caratterizza gran parte della sua musica. La suite non è un forzoso accostamento tra brani disparati, come avviene spesso quando la musica per film entra in sala da concerto. Il pensiero organico che unisce i cinque movimenti favorisce l’articolazione di un percorso continuo e lineare, che lavora su poche cellule melodiche fondamentali. Un Andante funge da cornice all’intera suite, esibendo un fiero carattere eroico, perfetto per visualizzare il temperamento del protagonista. Ma la piena autonomia della musica dalle immagini emerge in maniera evidente già a partire dal secondo brano (Presto barbaro): un violento episodio percussionistico genera una solida successione di variazioni, degna di un pensiero cameristico. Il tono lirico, associato nel film alla figura di Edie, prende forma nel successivo More flowing: un vero e proprio Love Theme venato di seducente passionalità, ma nello stesso tempo un movimento lento e pacato, ideale per anticipare il carattere da scherzo sinfonico del successivo Allegro non troppo. La musica di Bernstein sfoggia una serie di procedimenti perfetti per intensificare il coinvolgimento emotivo del fruitore; ed è per questo motivo che Fronte del porto non è solo un film da vedere, ma anche da ascoltare. Andrea Malvano (dagli archivi Rai) Steven Mercurio Per cinque anni Direttore Musicale del Festival di Spoleto e Direttore stabile della Opera Company di Filadelfia, ha diretto più di quarantacinque opere in sei lingue diverse e in diverse trasmissioni televisive compresa “Christmas in Vienna” con l’Orchestra di Vienna per Sony Classical, a cui hanno partecipato i “Tre Tenori” nel 1999, e “American Dream – Concerto di Andrea Bocelli alla Statua della Libertà”. Sua la direzione al gala operistico del XX Anniversario della Fondazione “Tucker” con l’Orchestra della Metropolitan Opera, e la diretta televisiva sulle reti Rai di Bohème a Cagliari con Bocelli. Celebri le sue esecuzioni a Spoleto del Requiem di Berlioz, del Prometheus di Scriabin e della Sinfonia n.2 di Mahler e una serata dedicata alla musica di Chick Corea e di Mozart con l’Orchestra giovanile di Santa Cecilia. Registrazioni recenti includono Il trovatore, Pagliacci e Cavalleria Rusticana per la Decca e Manon Lescaut con il Teatro de la Maestranza di Siviglia. Tra gli album solistici figurano “Verdi Arias” con Daniela Dessì, “Romanze e Canzoni” e un omaggio a Beniamino Gigli con Fabio Armiliato. La collaborazione con Sony Classics ha prodotto “Christmas in Vienna” con Carreras, Domingo e Pavarotti e “Many voices”, un album di brani suoi. Ha registrato la cantata “Voices of Light” di Einhorn, il “Concerto di Toronto” di Brouwer con il chitarrista John Williams, “Storyteller” che comprende composizioni di Marsalis, Doyle e Meyer, tre concerti violinistici con Mark O’Connor e un cd con Corea, vincitore del Grammy. Ha diretto la prima statunitense di Der Zwerg di Zemlinsky per il Festival di Spoleto a Charleston e italiana per l’Opera di Roma; per Spoleto ha messo in scena Goya di Menotti, Il Trittico di Puccini, Wozzeck di Berg, Die Tote Stadt di Korngold, Il naso di Šostakovič e Symphony No. 1 di Corigliano. A Torino ha diretto A Streetcar Named Desire di Previn, a Palermo e a Roma la prima italiana di Lady in the Dark di Weill, alla Staatsoper di Bonn un nuovo allestimento di Traviata, alla English National Opera di Londra La bohème e a San Francisco Les Contes d’Hoffman. Tra i suoi brani spiccano For Lost Loved Ones, diretto per la prima volta da Mehta con la New York Philharmonic e Mercurial Overture, eseguita dalla Filarmonica di Oslo diretta dal compositore, in un concerto televisivo per i vincitori del Nobel. Mercurio crea arrangiamenti per artisti quali Bocelli, Domingo, Armiliato, Tanner, Heppner, Terfel, Giordani, Secret Garden e Sting. Lara St. John La violinista di origine canadese ha iniziato a suonare all’età di 2 anni; a 4 ha fatto la sua prima apparizione con orchestra, mentre ai 10 anni risale il suo debutto in Europa con la Gulbenkian Orchestra a Lisbona, effettuando poi tournée in Spagna, Portogallo e Ungheria. Ha suonato al Festival di Marlboro (Usa), perfezionandosi con docenti quali Felix Galimir (al Mannes College of Music di New York) e Joey Corpus. In Nord America è stata invitata dalle orchestre sinfoniche più prestigiose quali Cleveland, Boston Pops, Filadelfia e Vancouver. In Europa ha suonato con le orchestre Royal Philharmonic di Londra, NDR Symphony di Hannover, Zurich Chamber, Ensemble Orchestral de Paris, Bournemouth Symphony e Sinfonica di Amsterdam. In Asia con le orchestre di Hong Kong, Tokyo, Guangzhou, la China Philharmonic a Pechino, la Shanghai Broadcasting e con la Queensland in Australia. La stampa americana, tra cui la rivista «The Strad» e il «New York Times», le ha riservato recensioni entusiastiche. Il «Los Angeles Times» ha scritto di lei: ”porta sul palco un carisma personale, una infaticabile immaginazione musicale e una passione autentica”. Ha suonato in recital nelle più importanti sale: New York, Boston, San Francisco, Ravinia, Washington DC, Toronto, Montreal, Praga, Berlino e nella Città Proibita di Pechino. Il suo debutto discografico “Bach: works for violin solo” ha venduto più di 50.000 e il secondo cd “Gypsy” è stato accolto con entusiasmo dalla critica. La sua terza incisione “Bach: the Concerto Album” è “caldamente consigliata” da Gramophone e nel 2005 è stato il disco di classica più scaricato su iTunes. Il successivo cd “Bach: the six sonatas and partitas for violin solo” (2007) è stato il doppio album più venduto dell’anno sempre su iTunes. Nel 2008 ha realizzato con la Royal Philharmonic Orchestra di Londra un cd con le prime mondiali del Concerto per violino e orchestra di Matthew Hindson e la Totentanz di Liszt arrangiata per violino e orchestra dalla stessa St. John insieme a Martin Kennedy. Questa incisione contiene The Red Violin di Corigliano, insignito di un Premio Pulitzer e di un Premio Oscar. Nel 2009 ha inciso le Quattro Stagioni di Vivaldi e di Piazzolla con la Simón Bolívar Youth Orchestra del Venezuela diretta da Marturet. Lara St.John suona un Guadagnini 1779 “Salabue” di Torino, donazione di un anonimo e di Heinl & Co. di Toronto. È per la prima volta ospite dell’OSN Rai. PARTECIPANO AL CONCERTO VIOLINI PRIMI *Roberto Ranfaldi (di spalla), °Giuseppe Lercara, Antonio Bassi, Constantin Beschieru, Lorenzo Brufatto, Irene Cardo, Claudio Cavalli, Aldo Cicchini, Patricia Greer, Valerio Iaccio, Martina Mazzon, Sara Pastine, Fulvia Petruzzelli, Francesco Punturo, Matteo Ruffo, Lynn Westerberg. CORNI *Ettore Bongiovanni, Valerio Maini, Emilio Mencoboni, Marco Tosello. VIOLINI SECONDI *Paolo Giolo, Valentina Busso, Roberto D’Auria, Michal Duris, Carmine Evangelista, Jeffrey Fabisiak, Rodolfo Girelli, Alessandro Mancuso, Antonello Molteni, Vincenzo Prota, Francesco Sanna, Elisa Schack, Isabella Tarchetti, Carola Zosi. TROMBONI *Joseph Burnam, Devid Ceste. VIOLE *Ula Ulijona, Matilde Scarponi, Geri Brown, Giorgia Cervini, Massimo De Franceschi, Rossana Dindo, Federico Maria Fabbris, Riccardo Freguglia, Alberto Giolo, Agostino Mattioni, Davide Ortalli, Ivan Cavallo. VIOLONCELLI *Massimo Macrì, Giuseppe Ghisalberti, Giacomo Berutti, Pietro Di Somma, Michelangiolo Mafucci, Carlo Pezzati, Stefano Pezzi, Fabio Storino, Alessandro Copia, Davide Pracca. CONTRABBASSI *Cesare Maghenzani, Silvio Albesiano, Luigi Defonte, Antonello Labanca, Maurizio Pasculli, Francesco Platoni, Virgilio Sarro, Vincenzo Venneri. FLAUTI *Alberto Barletta, Paolo Fratini, Carlo Bosticco. TROMBE *Marco Braito, Daniele Greco D’Alceo, Roberto Rivellini. TROMBONE BASSO Gianfranco Marchesi tuba Daryl Smith TIMPANI *Stefano Cantarelli, Maurizio Bianchini. percussioni Maurizio Bianchini, Carmelo Gullotto, Alberto Occhiena, Flavia La Perna, Claudio Scolari. arpa *Patrizia Radici pianoforte e celeste *Antonino Siringo ottavinI Carlo Bosticco, Paolo Fratini. FLAUTO IN SOL Carlo Bosticco OBOI *Francesco Pomarico, Sandro Mastrangeli. corno inglese Franco Tangari clarinetti *Cesare Coggi, Graziano Mancini. clarinetto piccolo Franco Da Ronco clarinetto basso Salvatore Passalacqua saxofono contralto Mario Giovannelli FAGOTTI *Elvio Di Martino, Mauro Monguzzi. CONTROFAGOTTO Bruno Giudice *prime parti ° concertini Ascoltare, conoscere, incontrare, ricevere inviti per concerti fuori abbonamento, scoprire pezzi d’archivio, seguire le tournée dell’Orchestra, avere sconti e facilitazioni. In una parola, diventare AMICI. Sono molti i vantaggi offerti dall’associazione Amici dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai: scegliete la quota associativa che preferite e iscrivetevi subito! Tutte le informazioni e gli appuntamenti sono disponibili sul sito www.amiciosnrai.it o scrivendo a [email protected]. La Segreteria degli AMICI dell’OSN Rai è attiva mezz’ora prima di ogni concerto presso la Biglietteria dell’Auditorium Rai, oppure dal martedì al venerdì dalle 11 alle 18, telefonando al 335 6944539. CONVENZIONE OSN RAI - VITTORIO PARK Tutti gli Abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli Concerti per la Stagione Sinfonica OSN Rai 2014/15 che utilizzeranno il VITTORIO PARK DI PIAZZA VITTORIO VENETO nelle serate previste dal cartellone, vidimando il biglietto di sosta nell’apposita macchinetta installata nel foyer dell’Auditorium Toscanini, avranno diritto allo sconto del 25% sulla tariffa oraria ordinaria. PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI AL PERSONALE DI SALA O IN BIGLIETTERIA. Le varie convenzioni sono consultabili sul sito www.osn.rai.it alla sezione "riduzioni". Le Domeniche dell' Auditorium 6 conversazioni-concerto con Paolo Gallarati e i gruppi da camera dell’Orchestra Rai Poltrona numerata in ogni settore 5,00 euro Poltrona numerata giovani (dal 1985) in ogni settore 3,00 euro In collaborazione con: domenica 30 novembre 2014 ore 10.30 | conversazione con Paolo Gallarati a seguire | Quintetto di fiati “Altair” Alberto Barletta | Flauto Francesco Pomarico | Oboe Cesare Coggi | Clarinetto Corrado Saglietti | Corno Elvio Di Martino | Fagotto Cambini Briccialdi Berio Barber Gershwin 6° giovedì 4 dicembre 2014 ore 21.00 venerdì 5 dicembre 2014 ore 20.30 Semyon Bychkov | Direttore Anton Bruckner Sinfonia n. 8 in do minore CARNET da un minimo di 6 concerti scelti fra i due turni e in tutti i settori Adulti: 24,00 euro a concerto Giovani: 5,00 euro a concerto SINGOLO CONCERTO Poltrona numerata: da 30,00 a 15,00 euro (ridotto giovani) INGRESSO Posto non assegnato: da 20,00 a 9,00 euro (ridotto giovani) BIGLIETTERIA Tel. 011/8104653 - 8104961 - Fax 011/8170861 [email protected] - www.osn.rai.it
© Copyright 2024 ExpyDoc