Steven Mercurio| Direttore Lara St. John| Violino Mercurio corigliano

TO R I NO | AUDITORIUM RAI | CONCERTI
5°
giovedì 27 novembre 2014
ore 21.00
venerdì 28 novembre 2014
ore 20.30
Steven Mercurio | Direttore
Lara St. John | Violino
Mercurio
Corigliano
Copland
Bernstein
5°
giovedì 27 novembre 2014
ore 21.00
venerdì 28 novembre 2014
ore 20.30
Steven Mercurio | Direttore
Lara St. John | Violino
Steven Mercurio (1956)
Mercurial Overture (1999)
Durata: 6’ ca.
Prima esecuzione Rai a Torino
John Corigliano (1938)
Concerto per violino e orchestra The Red Violin (2003)
I.
II.
III.
IV.
Chaconne
Pianissimo Scherzo
Andante Flautando
Accelerando Finale
Durata: 36’ ca.
Prima esecuzione Rai a Torino
Aaron Copland (1900 - 1990)
Appalachian Spring
Suite dal balletto per Martha [Graham] (1944/45)
Durata: 20’ ca.
Ultima esecuzione Rai a Torino: 9 maggio 1985, José Serebrier
(versione originale per 13 strumenti).
Leonard Bernstein (1918 - 1990)
On the Waterfront. Suite sinfonica dalle musiche per
il film Fronte del porto (1954)
Durata: 22’ ca.
Ultima esecuzione Rai a Torino: 23 gennaio 2009, John Axelrod.
Redazione a cura di Irene Sala
Il concerto di giovedì 27 novembre è trasmesso in
collegamento diretto su Radio3 per il programma
“Radio3 Suite”.
Steven Mercurio
Mercurial Overture
John Corigliano
Concerto per violino e orchestra The Red Violin
«Come compositore e direttore d’orchestra, da molto tempo desideravo
di scrivere una overture che fosse sia divertente da dirigere, piacevole
per l’orchestra da suonare, sia che potesse in definitiva offrire al pubblico
un’esperienza musicale gratificante. Con questa idea, ho composto una overture
il cui materiale tematico passa attraverso una varietà di sensazioni emotive
che sono: potenza, profondità, grandiosità, intimità, malinconia, bramosia,
passione, giocosità ed esuberanza gloriosa. Il tutto in cinque minuti e mezzo».
Steven Mercurio
Il brano è stato composto nel 1999 ed è stato eseguito per la prima volta a Oslo
al Concerto per il “Premio Nobel per la Pace” in onore a “Medici senza Frontiere”,
organizzazione che ricevette il premio di quell’anno.
Il mio terzo lavoro per il cinema (“The Red Violin”) mi ha dato la possibilità di fare
un salto nel mio personale passato, poiché mio padre John Corigliano (io sono
uno “junior”) fu per più di un quarto di secolo un grande solista nonché primo
violino della New York Philharmonic. Gli anni della mia infanzia furono quindi
contraddistinti dai frammenti dei grandi concerti in cui mio padre si esercitava,
e dalle scale e dagli studi tecnici che usava per tenersi in esercizio. Ogni anno
teneva un concerto con la Philharmonic (anche in altre sale) e io ricordo
vividamente la sua preparazione da solo, le prove col pianoforte, quelle con
l’orchestra e infine i concerti carichi di tensione (dove io sedevo in un camerino
della Carnegie Hall, ascoltando mio padre attraverso un piccolo altoparlante,
suonandomi in testa il brano quasi senza respirare e assicurandomi che tutto
fosse eseguito a dovere).
Non c’è quindi da meravigliarsi che la forma del concerto, e del concerto per
violino in particolare, si sia annidata in me così profondamente nel cuore. Ho
scritto una mezza dozzina di concerti, ma questo è il primo pensato per il mio
primo amore: il violino. Si tratta di un concerto “nella grande tradizione”, perché
l’ho concepito nel tentativo di scrivere un brano che mio padre avrebbe amato
suonare. Siccome fu lui a ispirarlo, è dedicato alla sua memoria.
L’evento che ha stimolato le mie energie nel comporre questo concerto è stato
naturalmente la realizzazione della colonna sonora per il film “The Red Violin”,
diretto da François Girard, che prevedeva la partecipazione del sublime giovane
virtuoso Joshua Bell nel ruolo della voce del violino. L’interpretazione di Josh
ricorda quella di mio padre: è un artista della grande tradizione. Dal suo arco
non fluisce mai una analisi del lavoro fredda e clinica.
La storia di “The Red Violin” è perfetta per coloro che amano lo strumento e
il suo repertorio. Essa copre tre secoli della vita di un violino magnifico seppur maledetto - nei suoi viaggi attraverso il tempo e lo spazio. Una storia
così episodica aveva bisogno di essere tenuta insieme con una singola idea
musicale. A questo scopo ho impiegato l’artificio barocco della ciaccona: una
successione ripetuta di accordi su cui viene costruita la struttura musicale.
Agli accordi della ciaccona ho affiancato il tema di Anna, una melodia lirica
ma intensa che rappresenta la moglie del liutaio, destinata a morire. Quindi, a
partire da quegli elementi, ho intessuto una serie di studi virtuosistici per violino
solo che hanno seguito lo strumento da un paese all’altro, secolo dopo secolo. Ho
composto questi elementi prima delle riprese cinematografiche vere e proprie,
poiché gli attori avrebbero poi dovuto mimare i movimenti della mano sul violino
ascoltando una registrazione di quei lavori, sincronizzandoli con la musica.
In seguito, durante l’estate del 1997, mentre in giro per il mondo venivano
realizzate le riprese del film, rimasi a casa e scrissi il brano The Red Violin,
Chaconne for Violin and Orchestra della durata di 17 minuti: un pezzo da
concerto basato su elementi già esistenti, di cui venne poi eseguita la prima
mondiale a San Francisco con Josh e Robert Spano nell’autunno di quello stesso
anno. Dopodiché avevo soltanto poche settimane per realizzare la musica di
sottofondo (quella che serve per i dialoghi) relativa alle registrazioni previste
intorno al Natale del 1997 a Londra. La Chaconne per violino e orchestra divenne
poi un brano da concerto eseguito da Josh (e da altri artisti) in tutto il mondo.
Ma essendo un pezzo in un unico movimento di durata piuttosto modesta,
ricadeva in quella categoria di lavori che devono essere eseguiti insieme ad
altri di simile durata per rendere completa la performance di un solista con
l’orchestra. Grandi lavori come la Tzigane di Ravel, il Poème di Chausson o le
romanze di Beethoven hanno lo stesso problema.
La cosa più importante per me, era che la ciaccona mi aveva dato l’opportunità
di spogliarmi di ogni inibizione e di scrivere una composizione appassionata e
romantica che probabilmente non avrei mai realizzato se non avesse dovuto
accompagnare un film. Essa aveva aggirato il mio senso dell’ “autocensura”, il
quale mi aveva obbligato non solo a scrivere il brano, ma a “riscoprire” la forma
del brano stesso (come nei miei tre concerti per strumenti a fiato). Quello che
sentii mi piacque, e tutto si svolse in maniera molto naturale.
Così, come fece Schumann, decisi di aggiungere alcuni movimenti alla
ciaccona esistente (lui lo fece con la sua Fantasia per pianoforte e orchestra)
e di realizzarne un concerto di durata consueta. Nel mio caso questo significò
aggiungere tre movimenti per equilibrare la lunghezza del primo.
Gli altri movimenti sono connessi al primo (e al film) in modi diversi: il primo [ovvero
il secondo movimento] è un agile Pianissimo scherzo in cui le dinamiche sono
lievi, mentre l’azione rimane convulsa e vivace. Volevo in qualche modo spezzare
l’atmosfera romantica del primo movimento con effetti sonori e timbrici che
creassero un’energia scintillante ed effervescente. Un Trio centrale è lontanamente
imparentato con il tema di Anna, ma qui esso risulta elevato, etereo e a tempo di
danza, con armonici doppi che mettono a dura prova le dita del solista.
Il terzo movimento Andante flautando comincia con un intenso recitativo che
è più intimamente correlato al tema principale del film, ma che presto lascia
spazio a una melodia dolce e cullante eseguita dal solista in una maniera
insolita che fa sì che il suono cambi in quello di un flauto (“flautando”). In
questo tema il solista e il flauto contralto si uniscono in un duo complementare.
Il movimento finale (Accelerando finale) è - come il titolo suggerisce – una
corsa sfrenata in cui le due forze opposte, il solista e l’orchestra, gareggiano una
contro l’altra. Ognuna di esse accelera in diversi momenti e a diverse velocità,
creando un clima virtuosistico appropriato ad un movimento finale. Vi vengono
impiegate altre tecniche inusuali: il violino (e gli archi dell’orchestra) devono
premere sulle corde così tanto da non emettere più alcun suono determinato,
ma solo uno stridio. Questo suono percussivo e insolito crea energia,
specialmente durante queste gare. Un tema importante che appare nel film,
ma che non è stato poi usato nella ciaccona da concerto, è quello di Moritz,
l’esperto di violini della nostra epoca, il quale scopre il mistero del violino
rosso. Si tratta di un tema mestamente romantico che si trasforma in seguito
in un lirico contrappunto all’allegria di questo movimento finale. Verso la fine
del lavoro, la ciaccona originale del primo movimento riappare a completare il
viaggio di questo Concerto per violino.
John Corigliano
(traduzione di Luca Ripanti)
Aaron Copland
Appalachian Spring. Suite dal balletto per Martha [Graham]
Assieme a due altri balletti, Billy the Kid (del l938-39) e Rodeo (del 1942) e
all’affresco sinfonico El Salon Mexico (del 1936), Appalachian spring appartiene
al periodo compositivo più noto e popolare dell’iter creativo di Copland; un
periodo in cui il desiderio di allargare la fruizione della musica ad un pubblico
quanto più vasto, e conseguentemente di semplificare il linguaggio musicale,
lo spinse alla composizione di lavori che traggono spunto dalla tradizione
popolare, sia come soggetto, come trama narrativa, sia — musicalmente come citazione e reinvenzione di temi e cadenze popolari.
La partitura originale di Appalachian Spring, composto per la coreografia di Martha
Graham, fu concepita per un organico cameristico che comprendeva solamente 13
strumenti al fine di realizzare una sonorità particolarmente chiara e leggera, in sintonia
con l’azione scenica. La “primavera appalachiana” è, secondo un sintetico riassunto
dell’azione dello stesso Copland, «una festa celebrativa di pionieri in primavera, sul
finire del secolo scorso, attorno ad una fattoria appena costruita sulle colline della
Pennsylvania. Il giovane fattore e la sua futura sposa esprimono le emozioni di gioia e di
timore in loro suscitate dalla responsabilità della vita domestica che li attende.
Un vicino più anziano ispira loro una piena fiducia nei confronti dell’esperienza
che stanno per iniziare. Un predicatore revivalista ed i suoi seguaci ricordano ai
nuovi fattori gli aspetti, strani e terribili, del destino umano. Infine la coppia
si insedia, serena e risoluta, nella nuova casa». A differenza di Billy the Kid,
Appalachian spring non è un balletto d‘azione, bensì un balletto simbolico: la
celebrazione del mito americano della Semplicità Virtuosa quale fondamento
della società.
La citazione, verso la fine della partitura, dell’inno degli Shakers “The Gift to be
simple” su cui vengono elaborate 5 variazioni, è, in tal senso, programmatico.
Una semplicità che coincide anche con il credo estetico di Copland in questo
periodo, e che si esprime musicalmente in un diatonismo austero, che comunica
un senso religioso anche quando si scatena in veloci movimenti di danza, come
nell’a solo della sposa nella quinta sezione.
Gianfranco Vinay
(dagli archivi Rai, 1985)
Leonard Bernstein
On the Waterfront. Suite sinfonica dalle musiche per il film Fronte del porto
Un film da ascoltare
Parlare di Fronte del porto vuol dire parlare di maccartismo. La pellicola
venne girata nel 1954 al culmine di quel periodo di delazioni anticomuniste
che sarebbe stato definito ‘caccia alle streghe’. Ma non è solo una questione
anagrafica a legare il film alla storia, perché fu lo stesso regista Elia Kazan
a forzare i contatti con gli eventi politici del tempo: due anni prima aveva
accusato pubblicamente undici colleghi di riprovevole militanza tra le file del
comunismo; girare un film interamente dedicato al problema della delazione
equivaleva a presentare una sorta di autogiustificazione per una scelta presa
con gravi imbarazzi. Per alcuni commentatori era una disdicevole forma di
excusatio non petita; ma per il pubblico fu molto più semplicemente un bel
film, premiato con otto memorabili Oscar.
La vicenda ruota tutta attorno ai dubbi di Terry Mally, il personaggio interpretato
da Marlon Brando, che accetta di testimoniare contro un gangster per amore
di una ragazza, vittima innocente dei soprusi della malavita. E la musica
accompagna l’azione avanzando con un atteggiamento profondamente lineare:
non una serie di brani sciolti, discontinui come la presenza di una colonna
sonora, ma una concatenazione di movimenti concepiti con pensiero sinfonico,
come se fossero parti integranti di un disegno ampio. Leonard Bernstein nel
1954 aveva già lavorato con successo al musical e ad alcune musiche di scena:
la sceneggiatura di Elia Kazan, così densa di dilemmi interiori, era perfetta per
dare spazio al côté sonoro. Sul set di Fronte del porto Bernstein trovò gli stimoli
giusti per alimentare quella creatività profondamente visiva, che caratterizza
gran parte della sua musica.
La suite non è un forzoso accostamento tra brani disparati, come avviene spesso
quando la musica per film entra in sala da concerto. Il pensiero organico che
unisce i cinque movimenti favorisce l’articolazione di un percorso continuo e
lineare, che lavora su poche cellule melodiche fondamentali.
Un Andante funge da cornice all’intera suite, esibendo un fiero carattere eroico,
perfetto per visualizzare il temperamento del protagonista. Ma la piena
autonomia della musica dalle immagini emerge in maniera evidente già a
partire dal secondo brano (Presto barbaro): un violento episodio percussionistico
genera una solida successione di variazioni, degna di un pensiero cameristico.
Il tono lirico, associato nel film alla figura di Edie, prende forma nel successivo
More flowing: un vero e proprio Love Theme venato di seducente passionalità,
ma nello stesso tempo un movimento lento e pacato, ideale per anticipare il
carattere da scherzo sinfonico del successivo Allegro non troppo. La musica
di Bernstein sfoggia una serie di procedimenti perfetti per intensificare il
coinvolgimento emotivo del fruitore; ed è per questo motivo che Fronte del
porto non è solo un film da vedere, ma anche da ascoltare.
Andrea Malvano
(dagli archivi Rai)
Steven Mercurio
Per cinque anni Direttore Musicale del Festival di Spoleto e Direttore stabile della
Opera Company di Filadelfia, ha diretto più di quarantacinque opere in sei lingue
diverse e in diverse trasmissioni televisive compresa “Christmas in Vienna” con
l’Orchestra di Vienna per Sony Classical, a cui hanno partecipato i “Tre Tenori” nel
1999, e “American Dream – Concerto di Andrea Bocelli alla Statua della Libertà”.
Sua la direzione al gala operistico del XX Anniversario della Fondazione “Tucker”
con l’Orchestra della Metropolitan Opera, e la diretta televisiva sulle reti Rai di
Bohème a Cagliari con Bocelli. Celebri le sue esecuzioni a Spoleto del Requiem
di Berlioz, del Prometheus di Scriabin e della Sinfonia n.2 di Mahler e una serata
dedicata alla musica di Chick Corea e di Mozart con l’Orchestra giovanile di Santa
Cecilia. Registrazioni recenti includono Il trovatore, Pagliacci e Cavalleria Rusticana
per la Decca e Manon Lescaut con il Teatro de la Maestranza di Siviglia. Tra gli
album solistici figurano “Verdi Arias” con Daniela Dessì, “Romanze e Canzoni” e
un omaggio a Beniamino Gigli con Fabio Armiliato. La collaborazione con Sony
Classics ha prodotto “Christmas in Vienna” con Carreras, Domingo e Pavarotti e
“Many voices”, un album di brani suoi. Ha registrato la cantata “Voices of Light”
di Einhorn, il “Concerto di Toronto” di Brouwer con il chitarrista John Williams,
“Storyteller” che comprende composizioni di Marsalis, Doyle e Meyer, tre concerti
violinistici con Mark O’Connor e un cd con Corea, vincitore del Grammy. Ha
diretto la prima statunitense di Der Zwerg di Zemlinsky per il Festival di Spoleto a
Charleston e italiana per l’Opera di Roma; per Spoleto ha messo in scena Goya di
Menotti, Il Trittico di Puccini, Wozzeck di Berg, Die Tote Stadt di Korngold, Il naso di
Šostakovič e Symphony No. 1 di Corigliano. A Torino ha diretto A Streetcar Named
Desire di Previn, a Palermo e a Roma la prima italiana di Lady in the Dark di Weill,
alla Staatsoper di Bonn un nuovo allestimento di Traviata, alla English National
Opera di Londra La bohème e a San Francisco Les Contes d’Hoffman. Tra i suoi brani
spiccano For Lost Loved Ones, diretto per la prima volta da Mehta con la New York
Philharmonic e Mercurial Overture, eseguita dalla Filarmonica di Oslo diretta dal
compositore, in un concerto televisivo per i vincitori del Nobel. Mercurio crea
arrangiamenti per artisti quali Bocelli, Domingo, Armiliato, Tanner, Heppner,
Terfel, Giordani, Secret Garden e Sting.
Lara St. John
La violinista di origine canadese ha iniziato a suonare all’età di 2 anni; a 4 ha fatto la
sua prima apparizione con orchestra, mentre ai 10 anni risale il suo debutto in Europa
con la Gulbenkian Orchestra a Lisbona, effettuando poi tournée in Spagna, Portogallo
e Ungheria. Ha suonato al Festival di Marlboro (Usa), perfezionandosi con docenti
quali Felix Galimir (al Mannes College of Music di New York) e Joey Corpus.
In Nord America è stata invitata dalle orchestre sinfoniche più prestigiose quali
Cleveland, Boston Pops, Filadelfia e Vancouver. In Europa ha suonato con le orchestre
Royal Philharmonic di Londra, NDR Symphony di Hannover, Zurich Chamber, Ensemble
Orchestral de Paris, Bournemouth Symphony e Sinfonica di Amsterdam. In Asia con
le orchestre di Hong Kong, Tokyo, Guangzhou, la China Philharmonic a Pechino, la
Shanghai Broadcasting e con la Queensland in Australia.
La stampa americana, tra cui la rivista «The Strad» e il «New York Times», le ha riservato
recensioni entusiastiche. Il «Los Angeles Times» ha scritto di lei: ”porta sul palco un
carisma personale, una infaticabile immaginazione musicale e una passione autentica”.
Ha suonato in recital nelle più importanti sale: New York, Boston, San Francisco, Ravinia,
Washington DC, Toronto, Montreal, Praga, Berlino e nella Città Proibita di Pechino.
Il suo debutto discografico “Bach: works for violin solo” ha venduto più di 50.000 e il
secondo cd “Gypsy” è stato accolto con entusiasmo dalla critica. La sua terza incisione
“Bach: the Concerto Album” è “caldamente consigliata” da Gramophone e nel 2005 è
stato il disco di classica più scaricato su iTunes. Il successivo cd “Bach: the six sonatas
and partitas for violin solo” (2007) è stato il doppio album più venduto dell’anno
sempre su iTunes. Nel 2008 ha realizzato con la Royal Philharmonic Orchestra di
Londra un cd con le prime mondiali del Concerto per violino e orchestra di Matthew
Hindson e la Totentanz di Liszt arrangiata per violino e orchestra dalla stessa St. John
insieme a Martin Kennedy.
Questa incisione contiene The Red Violin di Corigliano, insignito di un Premio Pulitzer e
di un Premio Oscar. Nel 2009 ha inciso le Quattro Stagioni di Vivaldi e di Piazzolla con la
Simón Bolívar Youth Orchestra del Venezuela diretta da Marturet.
Lara St.John suona un Guadagnini 1779 “Salabue” di Torino, donazione di un
anonimo e di Heinl & Co. di Toronto.
È per la prima volta ospite dell’OSN Rai.
PARTECIPANO AL CONCERTO
VIOLINI PRIMI
*Roberto Ranfaldi (di spalla), °Giuseppe Lercara, Antonio Bassi, Constantin Beschieru,
Lorenzo Brufatto, Irene Cardo, Claudio Cavalli, Aldo Cicchini, Patricia Greer, Valerio Iaccio,
Martina Mazzon, Sara Pastine, Fulvia Petruzzelli, Francesco Punturo, Matteo Ruffo, Lynn Westerberg.
CORNI
*Ettore Bongiovanni, Valerio Maini, Emilio Mencoboni, Marco Tosello.
VIOLINI SECONDI
*Paolo Giolo, Valentina Busso, Roberto D’Auria, Michal Duris, Carmine Evangelista,
Jeffrey Fabisiak, Rodolfo Girelli, Alessandro Mancuso, Antonello Molteni, Vincenzo Prota,
Francesco Sanna, Elisa Schack, Isabella Tarchetti, Carola Zosi.
TROMBONI
*Joseph Burnam, Devid Ceste.
VIOLE
*Ula Ulijona, Matilde Scarponi, Geri Brown, Giorgia Cervini, Massimo De Franceschi,
Rossana Dindo, Federico Maria Fabbris, Riccardo Freguglia, Alberto Giolo, Agostino Mattioni,
Davide Ortalli, Ivan Cavallo.
VIOLONCELLI
*Massimo Macrì, Giuseppe Ghisalberti, Giacomo Berutti, Pietro Di Somma, Michelangiolo Mafucci,
Carlo Pezzati, Stefano Pezzi, Fabio Storino, Alessandro Copia, Davide Pracca.
CONTRABBASSI
*Cesare Maghenzani, Silvio Albesiano, Luigi Defonte, Antonello Labanca, Maurizio Pasculli,
Francesco Platoni, Virgilio Sarro, Vincenzo Venneri.
FLAUTI
*Alberto Barletta, Paolo Fratini, Carlo Bosticco.
TROMBE
*Marco Braito, Daniele Greco D’Alceo, Roberto Rivellini.
TROMBONE BASSO
Gianfranco Marchesi
tuba
Daryl Smith
TIMPANI
*Stefano Cantarelli, Maurizio Bianchini.
percussioni
Maurizio Bianchini, Carmelo Gullotto, Alberto Occhiena, Flavia La Perna, Claudio Scolari.
arpa
*Patrizia Radici
pianoforte e celeste
*Antonino Siringo
ottavinI
Carlo Bosticco, Paolo Fratini.
FLAUTO IN SOL
Carlo Bosticco
OBOI
*Francesco Pomarico, Sandro Mastrangeli.
corno inglese
Franco Tangari
clarinetti
*Cesare Coggi, Graziano Mancini.
clarinetto piccolo
Franco Da Ronco
clarinetto basso
Salvatore Passalacqua
saxofono contralto
Mario Giovannelli
FAGOTTI
*Elvio Di Martino, Mauro Monguzzi.
CONTROFAGOTTO
Bruno Giudice
*prime parti ° concertini
Ascoltare, conoscere, incontrare, ricevere inviti per concerti fuori
abbonamento, scoprire pezzi d’archivio, seguire le tournée dell’Orchestra,
avere sconti e facilitazioni. In una parola, diventare AMICI.
Sono molti i vantaggi offerti dall’associazione Amici dell’Orchestra
Sinfonica Nazionale della Rai: scegliete la quota associativa che preferite
e iscrivetevi subito!
Tutte le informazioni e gli appuntamenti sono disponibili sul sito
www.amiciosnrai.it o scrivendo a [email protected].
La Segreteria degli AMICI dell’OSN Rai è attiva mezz’ora prima di ogni
concerto presso la Biglietteria dell’Auditorium Rai, oppure dal martedì al
venerdì dalle 11 alle 18, telefonando al 335 6944539.
CONVENZIONE OSN RAI - VITTORIO PARK
Tutti gli Abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli Concerti
per la Stagione Sinfonica OSN Rai 2014/15 che utilizzeranno il VITTORIO
PARK DI PIAZZA VITTORIO VENETO nelle serate previste dal cartellone,
vidimando il biglietto di sosta nell’apposita macchinetta installata nel
foyer dell’Auditorium Toscanini, avranno diritto allo sconto del 25% sulla
tariffa oraria ordinaria.
PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI AL PERSONALE DI SALA O IN BIGLIETTERIA.
Le varie convenzioni sono consultabili sul sito www.osn.rai.it alla
sezione "riduzioni".
Le
Domeniche
dell' Auditorium
6 conversazioni-concerto
con Paolo Gallarati
e i gruppi da camera
dell’Orchestra Rai
Poltrona numerata in ogni settore
5,00 euro
Poltrona numerata giovani
(dal 1985) in ogni settore
3,00 euro
In collaborazione con:
domenica 30 novembre 2014
ore 10.30 | conversazione con Paolo Gallarati
a seguire | Quintetto di fiati “Altair”
Alberto Barletta | Flauto
Francesco Pomarico | Oboe
Cesare Coggi | Clarinetto
Corrado Saglietti | Corno
Elvio Di Martino | Fagotto
Cambini
Briccialdi
Berio
Barber
Gershwin
6°
giovedì 4 dicembre 2014
ore 21.00
venerdì 5 dicembre 2014
ore 20.30
Semyon Bychkov | Direttore
Anton Bruckner
Sinfonia n. 8 in do minore
CARNET
da un minimo di 6 concerti scelti fra i due turni e in tutti i settori
Adulti: 24,00 euro a concerto Giovani: 5,00 euro a concerto
SINGOLO CONCERTO
Poltrona numerata: da 30,00 a 15,00 euro (ridotto giovani)
INGRESSO
Posto non assegnato: da 20,00 a 9,00 euro (ridotto giovani)
BIGLIETTERIA
Tel. 011/8104653 - 8104961 - Fax 011/8170861
[email protected] - www.osn.rai.it