XI congresso provinciale del SUNIA – APU di Brescia

Relazione introduttiva di Simone Cardin – segretario provinciale SUNIA - APU
XI congresso provinciale del SUNIA – APU di Brescia
4 marzo 2014 - Camera del Lavoro di Brescia
La crisi occupazionale che perdura ormai dal 2008 anche per il 2013 segna per la
provincia di Brescia nuovamente un andamento negativo sia in termini di nuovi posti di
lavoro che in termini di qualità degli stessi ovvero, tipologia contrattuale e diseguale
redistribuzione del reddito.
Questi elementi determinano l'incremento della difficoltà di un numero sempre
crescente di famiglie bresciane, ovvero di tutti coloro che vivono di reddito da lavoro
salariato ed indipendentemente dalla nazionalità riportata sulla carta di identità, di
garantirsi senza difficoltà un'abitazione in locazione oppure di continuare ad onorare il
debito contratto con l'istituto di credito per l'acquisto della prima ed unica casa di
proprietà.
Queste sono le persone alle quali il nostro sindacato si rivolge ed a queste tenta di dare
delle risposte non solo con una serie di servizi di tutela, dalla rappresentanza sindacale di
interessi collettivi alla tutela legale e peritale individuale, ma anche e soprattutto
sostenendo politiche sociali locali e nazionali volte a rendere concreto il diritto alla casa
anche in questo lungo periodo di recessione.
Da circa un anno, ovvero da quando sono alla guida della federazione di Brescia,
abbiamo concentrato buona parte delle nostre energie verso la comprensione del
“fenomeno sfratti” e conseguentemente verso il tipo di strumenti che si potrebbero
realizzare per contrastarli. Grazie alla collaborazione con altre organizzazioni di
categoria, in particolare, con la sezione bresciana di Confediliza abbiamo identificato
nella realizzazione di un fondo di garanzia, basato sul confidi, uno strumento capace di
garantire tutti i conduttori, aderenti al fondo, che a causa della perdita del posto di
lavoro per crisi aziendale non si trovano più nella condizione di onorare il pagamento del
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canone di locazione. In questi giorni abbiamo sottoscritto un accordo apripista con il
Comune di Brescia, che reificherà nei prossimi mesi questo strumento, in prima battuta
finanziato parzialmente dal pubblico, Regione Lombardia e Comune di Brescia mentre in
una seconda fase il fondo si sosterrà solo con le quote associative dei proprietari che vi
aderiranno. Questo strumento di prevenzione degli sfratti si somma al già collaudato
“Progetto contenimento sfratti” che è orientato a gestire prevalentemente gli sfratti
prossimi all'esecuzione. Noi crediamo che la sinergia di questi due strumenti, sul
versante del contrasto agli sfratti, possa dare risultati sensibilmente migliori rispetto a
quelli prodotti dal solo “Progetto contenimento sfratti”.
Quanto prima sarebbe opportuno esportare l'esperienza del Comune di Brescia anche
ai comuni della provincia a partire da quelli definiti ad “alta tensione abitativa” che
potrebbero godere del contributo economico della Regione per mettere in campo
strumenti di contrasto agli sfratti come quello che va delineandosi per il comune
capoluogo.
Se da una parte siamo impegnati sul fronte “contrasto agli sfratti” dall'altra la nostra
attenzione è rivolta all'edilizia residenziale pubblica e quindi necessariamente al
rapporto costante con l'ALER, l'assessorato alla casa della Regione Lombardia e con i
Comuni che dispongono di un patrimonio immobiliare destinato alla residenzialità. E' da
ricordare che, secondo i dati Eurostat ed Istat 2013, l'Italia per numero di abitazioni
sociali si colloca ai gradini più bassi d’Europa. Gli alloggi di proprietà pubblica
ammontano a circa 900 mila unità (di cui 163 mila in Lombardia e poco più di 11 mila in
provincia di Brescia) contro gli 11.6 milioni della Germania, i 5.4 milioni del Regno Unito
ed i 5 milioni della Francia. Vi è un divario enorme tra le reali necessità della popolazione
residente sul territorio italiano e l'offerta di abitazioni in edilizia residenziale pubblica,
infatti questa rappresenta solo il 4% del patrimonio abitativo complessivo, contro la
media europea del 20%. L'edilizia sociale non copre nemmeno un quarto del mercato
dell’affitto, contro il 45,5% della Francia, il 66% del Regno Unito, il 77% dell’Olanda e
riesce a soddisfare solo il 3,4% della domanda annua.
Questi pochi e lampanti dati indicano in modo chiaro quale dovrebbe essere la priorità
del presente Governo nazionale e regionale in materia di casa, ovvero l'implementazione
dell'attuale patrimonio residenziale pubblico non tramite un nuovo consumo di suolo,
ma tramite l'acquisizione di parte dell'imponente patrimonio residenziale privato
invenduto e spesso sfitto. Già ora esiste ed è già pronto sul territorio bresciano un
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patrimonio residenziale più che sufficiente a garantire un'abitazione dignitosa a tutte le
famiglie che vivono e lavorano nella nostra provincia.
Attualmente l'unico strumento diffuso che sarà messo in campo dalla Regione
Lombardia sarà la possibilità di presentare la domanda per ottenere un contributo
all'affitto, che in passato si chiamava fondo sociale affitto, ma che dal 2012 ha assunto la
dicitura di fondo sociale affitto disagio acuto e morosità incolpevole semplicemente
perché è stata drasticamente ridotta l'entità del contributo che è destinato solo a coloro
che di fatto si trovano già sotto la soglia di povertà. Quest'anno se, sommato alle risorse
della Regione, tornerà ad esserci il contributo dello Stato così come previsto dalla legge
n°431/1998 e come avvenuto fino al 2011, si può prevedere che per il 2014 il fondo
sociale affitti possa tornare ai livelli precedenti al 2012, quindi orientarsi ai redditi Iseefsa sensibilmente più alti rispetto alla bassissima soglia Isee-fsa di accesso stabilita dal
2012 ad oggi, ovvero di 4100 euro. Basti ricordare che il fondo sociale affitti ha goduto
dal 2001 al 2011 di un finanziamento medio per ogni anno di 70 milioni di euro contro i
circa 15 milioni medi annui del 2012 e del 2013 per rendersi immediatamente conto che
gli ultimi due bandi per il sostegno all'affitto sono stati inadeguati ed inefficaci.
La “riforma” della legge regionale n° 27/2009 ad oggi ha prodotto un parziale
accorpamento delle ALER e la riduzione dei trasferimenti da utilizzare per il
mantenimento del patrimonio esistente. Nel 2013, in particolare, il SUNIA e la CGIL
lombarda hanno lanciato una serie di iniziative di contrasto alla riforma originaria
paventata dall'assessore regionale alla casa Bulbarelli, la quale è stata in parte
scongiurata dal successo delle iniziative messe in campo, ultima la manifestazione
regionale del 26 novembre scorso alla quale hanno aderito quasi tutte le organizzazioni
di rappresentanza degli inquilini e degli assegnatari. L'iniziativa del SUNIA deve ripartire
da questa parziale affermazione delle proprie ragioni e rilanciare altre iniziative,
auspicabilmente unitarie, per riformare radicalmente gli altri aspetti critici della già
contestata legge regionale n° 27/2009, legge che ha trovato tra i suoi più strenui
sostenitori i due ex assessori alla casa susseguitisi negli ultimi cinque anni, ovvero Mario
Scotti, indagato per peculato, e Domenico Zambetti indagato per voto di scambio in
relazione alla 'ndrangheta lombarda. Mi riferisco alla nuova determinazione al ribasso
dei canoni in uso per gli assegnatari degli alloggi di proprietà delle ALER, alla contestuale
riduzione delle spese condominiali per gli assegnatari incolpevolmente morosi e ad un
maggior stanziamento di risorse per garantire una adeguata manutenzione. A fronte di
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queste necessarie e basilari richieste al fine di garantire abitazioni dignitose è necessario
un crescente impegno da parte degli assegnatari stessi nel sostenere dall'interno il
miglioramento delle condizioni di manutenzione e di vita nei complessi ALER-ERP di
residenza. La partecipazione responsabile degli assegnatari è il prerequisito per ottenere
quanto richiesto ed allo stesso tempo per evitare di fornire alibi pregiudiziali ai decisori
politici della Regione Lombardia. A tale scopo il SUNIA di Brescia dovrà impegnarsi con
costanza a promuovere ed implementare tutte le iniziative volte a mantenere, ma
soprattutto a costruire e ricostruire la rete di rappresentanti di scala, che sono la base
sulla quale si fonda la forza contrattuale del Sindacato a partire dai complessi ALER-ERP
più importanti e rappresentativi quali sono in primo luogo “Chiesanuova”, la “torre
Cimabue” e “Casazza” a Brescia, “via Michelangelo” a Desenzano del Garda.
Abbiamo chiuso il 2013 con un totale di 2362 iscritti dei quali oltre 1400 sono
assegnatari di alloggi ALER-ERP, i restanti del comparto privato. A fronte di una
diminuzione complessiva di circa 200 iscritti rispetto al 2012 è da rilevare che nel 2013 ci
sono stati 99 nuovi iscritti rispetto all'anno precedente. Dall'analisi dettagliata dei dati
emerge che la riduzione degli iscritti si concentra tra coloro che aderiscono al Sindacato
solo per accedere ad uno specifico servizio, terminata tale esigenza non rinnovano
l'iscrizione. Questa tipologia di iscritti, che definirei “mordi e fuggi” è arrivata a circa 300
unità per questo motivo nonostante l'incremento di nuovi iscritti abbiamo rilevato una
riduzione complessiva di iscritti rispetto all'anno precedente.
Sul versante dell'attività del servizio individuale per il 2014 abbiamo deciso di
implementare la nostra presenza nella provincia ritornando ad essere presenti anche
presso la sede della CGIL di Palazzolo. Nel 2013 abbiamo rafforzato la nostra
collaborazione con tecnici professionisti esterni, già impegnati nel sindacato dei
lavoratori, che aumentano il ventaglio di servizi offerti, ma soprattutto danno un
sostegno indispensabile al buon esito delle vertenze individuali e collettive che
sosteniamo a favore dei nostri iscritti e più in generale a sostegno del diritto alla casa.
Nel 2013 abbiamo iniziato a ridefinire l'accesso ai servizi offerti dal SUNIA. Allo scopo di
ottimizzare le risorse a disposizione abbiamo stabilito che il canale prioritario di contatto
con il SUNIA debba essere la posta elettronica, infatti tramite tale strumento è possibile
ottenere consulenza ed anche appuntamenti vis a vis in base alle proprie esigenze
personali anche fuori dall'orario al pubblico ed il sabato mattina presso la sede di
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Brescia. Stiamo pensando ad un utilizzo più efficace dello strumento informatico,
soprattutto grazie alla preziosa collaborazione dell'Ufficio informatica della Camera del
Lavoro, dalla gestione degli appuntamenti con i legali all'implementazione del servizio di
stesura ed invio telematico dei contratti di locazione e degli adempimenti telematici nei
confronti dell'Agenzia delle Entrate a favore dei nostri iscritti.
Siamo la prima struttura provinciale del SUNIA - APU ad aver avviato la sperimentazione
su sistemi operativi open source - GNU Linux - del software dell'Agenzia delle Entrate, per
ottenere due risultati: da un lato sicurezza ed affidabilità nella conservazione e
trasmissione dei dati e dall'altra l'abbattimento a zero dei costi del software e
contemporaneamente un consistente allungamento della vita dell'hardware.
Alcune considerazioni conclusive.
Il 28 febbraio il presidente della Regione Lombardia annuncia per i prossimi tre anni
l'acquisizione ed il recupero di un totale di 8000 alloggi da destinare alla residenzialità
pubblica sottolineando che la Regione per questa operazione ha messo a bilancio 237
milioni di euro, di cui però 120 sono provenienti dalle casse dello Stato, ma nel 2001 il
piano regionale triennale per la casa ammontava ad oltre 1,3 miliardi di euro complessivi.
E' evidente che siamo di fronte a risposte inadeguate da parte degli amministratori
pubblici sia della Regione che dello Stato. Se è vero che in parte vi è la responsabilità
politica degli attuali amministratori dall'altra è evidente però che l'unico modo per uscire
da questa lunga crisi sociale strisciante si può ottenere solo redistribuendo il reddito
tramite una profonda riforma dello stato sociale. Ci sono collaudate esperienze di
sistemi di stato sociale inclusivi nell'Unione Europea che anche in questa fase stanno
funzionando bene: Danimarca, Belgio ed Olanda rappresentano alcuni degli esempi più
brillanti. Nel 2007 il senatore Natale Ripamonti propose tramite un disegno di legge
l'introduzione in via sperimentale del reddito di cittadinanza, riforma che probabilmente
avrebbe, se fosse stata trasformata in legge dello Stato, contenuto il malessere sociale
crescente e reso meno precario il diritto alla casa.
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