Cantone venerdì 14 novembre 2014 5 I radar? Riducono gli incidenti Il governo risponde a due mozioni: maggiori controlli, meno sinistri nelle strade Red È prevenzione attiva Esiste una relazione diretta fra l’aumento dei controlli radar sulla velocità dei mezzi in circolazione e la diminuzione degli incidenti stradali in Ticino. Lo dicono i numeri contenuti nella risposta del Consiglio di Stato a due mozioni firmate entrambe da Marco Chiesa (Udc), una delle quali con Fiorenzo Dadò (Ppd), che sollevavano dubbi sull’obiettivo dei controlli: è solo prevenzione o anche far cassa? Il governo, dopo una lunga e dettagliata premessa sul ruolo della prevenzione, nonché sulle basi legali che regolano i mezzi a disposizione, entra nel merito dando... i numeri. Contestualizzando. Il tasso di motorizzazione ticinese, si precisa, è attualmente il più elevato della Svizzera, al quale va aggiunto il traffico di transito nazionale e internazionale. Ebbene, in un simile contesto i controlli sulla velocità sono saliti, nel 2013, a 684 unità (contro i 266 del 2008) che hanno permesso di monitorare ben 443’591 veicoli (135’631 nel 2008). Gli eccessi constatati, dunque oltre i limiti stabiliti, sempre l’anno scorso ammontavano a 39’480 unità (13’699 nel 2008). Va da sé che il numero degli eccessi è proporzionale a quello dei controlli. Sempre nel 2013, in Canton Ticino si sono constatati 4’499 incidenti con 941 feriti e 13 decessi. Nel 2008 gli incidenti erano stati 6’070 con ben 1’228 feriti e 20 morti. Secondo il Consiglio di Stato non vi sono dubbi: “I controlli effettuati concorrono, insieme ad altre variabili, ad aumentare la sicurezza delle strade, permettendo di vigilare sull’incolumità dei cittadini-conducenti”. In particolare, l’aumento delle registrazioni radar ha permesso la ri- duzione degli incidenti nell’ordine dell’8 per cento. Certo, non si può negare che la posa dei radar non produca anche un ‘beneficio’ finanziario alle casse cantonali e comunali. Restando alle prime, sempre lo scorso anno sono state rilevate 92’277 infrazioni che hanno generato multe per 9 milioni e 740mila franchi; oltre 3 milioni solo dalle dieci postazioni fisse sulle strade cantonali. La nazionalità dei multati? 47% ticinesi, 41% stranieri e 12% confederati. E infine un accenno al tanto contestato radar posto sull’A2 a Monte Carasso (e poi rimosso): è un tratto ad alto rischio incidenti, si precisa. In campo contro il raddoppio un comitato con esponenti di Plr, Ppd e persino della Lega Un no non solo rosso-verde Come nel resto della Svizzera anche in Ticino è nato un comitato contrario alla seconda galleria stradale sotto il Gottardo al di fuori dell’area di sinistra di Edy Bernasconi Fa paura tra i sostenitori del raddoppio, almeno stando alle prime reazioni che si sono potute sentire o leggere ieri e nonostante che lo stesso stia muovendo solo in questi giorni i primi passi, la costituzione di un Comitato civico e interpartitico (sarebbe meglio chiamarlo Comitato borghese) contrario alla costruzione di una seconda canna stradale sotto il Gottardo. È del tutto comprensibile. L’iniziativa, partita da Chiasso ma che coinvolge anche personalità di altre regioni del Ticino, serve infatti a smontare due convinzioni diffuse nei discorsi della maggioranza della classe politica cantonticinese. La prima è quella secondo la quale si è finora cercato di far credere che ad essere contrari alla costruzione di una seconda galleria stradale siano solo i movimenti di sinistra, dai socialisti ai Verdi. Ora, per contro, a smentire questo mito vi sono esponenti della politica legati ai partiti borghesi e anche al mondo economico i quali, ieri appunto, sono venuti allo scoperto. L’altra è quella per la quale tutto il Ticino è per il raddoppio. Non vi è più solo l’avvocato Renzo Galfetti (tra l’altro già deputato per il Ppd) a dire no, ma nella prima lista di un comitato che si dice aperto verso altre adesioni, compaiono i nomi di parlamentari attivi in passato o che siedono tuttora in Gran Consiglio in rappresentanza del Plr, del Ppd e persino della Lega, due sindaci di Chiasso – l’attuale capo dell’esecutivo Moreno Colombo ed il suo predecessore Claudio Moro –, esponenti del mondo dell’economia (è il caso del responsabile della Regione Ubs Mendrisiotto e già granconsigliere Claudio Bordogna), medici di prestigio come il dottor Augusto Gallino già candidato Plr per il parlamento e, altra personalità di spicco della realtà cantonale, l’ex capo della Sezione pianificazione urbanistica Benedetto Antonini. Non è uno scontro ideologico Sempre in area liberale radicale si schierano Katya Cometta, già vicepresidente cantonale del partito o, ancora, il deputato e municipale di Balerna Matteo Quadranti insieme ad Antoine Turner, attivo all’interno dell’Associazione liberale radicale per l’ambiente. Quanto ai popolari democratici due sono per ora i nomi: Maddalena Ermotti-Lepori, già deputata ed oggi in Consiglio comunale a Lugano dove siede pure Sara Beretta-Piccoli. Infine vi è il deputato leghista Giancarlo Seitz. Il dibattito in corso non può essere ridotto ad uno scontro ideologico tra sinistra e destra. Il no al raddoppio è prima di tut- A opporsi non sono più solo socialisti ed ecologisti to una questione di buonsenso. Una seconda galleria avrebbe costi sproporzionati, quando le esigenze nell’ambito della mobilità sono altre pensando ai Piani di agglomerato. Il Ticino non sarebbe isolato se si considera che il risanamento avverrà solo dopo l’apertura di AlpTransit, opera che offrirà poten- zialità verso le quali non vi è, per ora, un’adeguata percezione, senza dimenticare (pensando al turismo) che la curva discendente dei pernottamenti a Sud delle Alpi è iniziata nel 1982 (data di apertura del tunnel stradale). Il popolo svizzero (e quello ticinese) hanno già detto a più riprese no alla soluzione TI-PRESS/REGUZZI a due canne. Nonostante tutte le rassicurazioni (è stato ancora sottolineato), una volta realizzata la seconda galleria la situazione potrebbe sfuggire di mano. Si tratta di una ipoteca pesante che potrebbe ricadere in negativo sulle spalle delle future generazioni a livello di traffico e di qualità della vita. Imposizione globalisti, il governo respinge Milionari? Altri moduli Quarantacinque milioni all’anno fondamentali per le casse cantonali (su entrate correnti globali calcolate attorno ai 3,1 miliardi di franchi...). Questo, almeno, è il giudizio del Consiglio di Stato che – in una nota – invita la popolazione ticinese a respingere l’iniziativa che intende abolire l’imposizione forfettaria, vale a dire quella prevista per cittadini esteri milionari, al voto il prossimo 30 novembre. Quarantacinque milioni al Cantone, 36 ai Comuni e 28 alla Confederazione: a tanto ammonta l’importo stimato l’anno in corso riferito a 955 contribuenti ‘globalisti’ (perché imposti su una cifra globale concordata in base al dispendio in Svizzera). Gli introiti sopraccitati, precisa ancora il governo in una decisione presa si presume a maggioranza, “sono un atout per i Cantoni periferici, di montagna o nei quali la prassi [il tipo d’imposizione in oggetto, ndr] è tradizione da lungo tempo, e permettono loro di ricorrere in modo meno importante alla perequazione finanziaria”. Venir meno a questo gettito “implicherebbe rinunce o sacrifici in altri campi dei servizi statali o degli investimenti pubblici”. Il Canton Ticino, si ricorda, ha già innalzato per il 2014 a 400mila franchi il reddito minimo imponibile per l’accesso alla imposizione forfettaria. Come dire, negli anni si è comunque inasprita l’imposizione che, in passato, poteva essere considerata di ‘comodo’. Negli anni il metodo si è rivelato idoneo per la tipologia di contribuenti ad alta mobilità e “finora non è contestato da altri Paesi; al contrario, viene esplicitamente menzionato in alcune Convenzioni con la massima trasparenza, ad esempio con la vicina Italia” aggiunge il Consiglio di Stato che, lo ricordiamo, sui temi federali è libero o meno di prendere posizione. Il metodo di imposizione è iscritto nella legge sull’imposizione federale diretta, si aggiunge, e in vigore “nella maggior parte dei Cantoni”. Il governo, per la verità, non aggiunge che in alcuni Cantoni si è deciso di rinunciarvi (come ad esempio Zurigo) senza tuttavia constatare una perdita finanziaria perché i contribuenti milionari rimasti, grazie all’imposizione ‘normale’, hanno compensato le perdite dovute ai partenti. Vogliate inviarmi Novità librarie yo-yo cartoons 1974-2014 Autori Adriano Crivelli Formato 23 x 28 cm Pagine 228 Prezzo Fr. 35.– SalvioniEdizioni yo-yo cartoons 1974-2014 Numero esemplari ___________ al prezzo di CHF 35.– cadauno (spese postali comprese) Nome e cognome: Le illustrazioni di Crivelli trovano posto in questa pubblicazione ordinate per temi: le vacanze, l’economia, la metropoli, varia, guerra e pace, l’amore, i vizi capitali, la gastronomia, il dualismo uomo-donna, la cultura, lo sport, l’ambiente, la gioventù, la società, la moda, il ticino, la televisione, la madre patria, la vita di un clockard e gli animali. Via: Località: Tagliando da ritornare a: SalvioniEdizioni, Via Ghiringhelli 9, 6500 Bellinzona Tel. 091 821 11 11 – Fax 091 821 11 12 - [email protected] – www.salvioni.ch Questo volume è pure reperibile nelle migliori librerie ticinesi
© Copyright 2024 ExpyDoc