Lettera di Olav Fykse Tveit a Jonathan Goodluck

Lettera al presidente Goodluck Jonathan
sulle ragazze scomparse in Nigeria
La lettera del segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese, Olav Fykse
Tveit, al presidente della Nigeria Goodluck Jonathan, esprime preoccupazione per il
rapimento delle ragazze da parte dei combattenti di Boko Haram e chiede un’azione
“raida e pacifica” per ricondurre queste ragazze alle loro case.
Signor presidente,
Da parte del Consiglio ecumenico delle chiese, le scrivo per comunicare la nostra
profonda preoccupazione e per incoraggiare una soluzione rapida e pacifica al rapimento
di più di 250 ragazze dal collegio di Chibok, nella parte nord-est della Nigeria.
Questa tragica situazione sta devastando non solo la comunità locale, ma anche tutti i
nigeriani che pregano e lavorano per la pace. Tocca direttamente il Consiglio ecumenico
delle chiese (CEC), dal momento che molte delle persone che hanno perso le loro figlie
sono membri delle nostre chiese in Nigeria.
La nostra preoccupazione è tanto più forte, di fronte alla crescita globale della violenza
sessuale nei confronti di ragazze e donne e alla possibilità che queste studentesse rapite
possano essere vittime di questa ingiustizia e violenza. Dopo la liberazione di queste
ragazze, per la quale noi preghiamo, le conseguenze della violenza potrebbero richiedere
un accompagnamento a lungo termine delle giovani ragazze e delle loro famiglie da parte
del governo nigeriano, delle comunità di fede e delle reti locali di cura e sostegno.
Il CEC è pronto a sostenervi, nel modo migliore possibile, nel mobilitare le comunità
interreligiose ed internazionali per trovare i mezzi efficaci e pacifici grazie a cui riportare
queste ragazze alle loro case, ai loro cari e alle comunità.
Due anni fa in questo mese, ho guidato una delegazione cristiano-musulmana in Nigeria,
insieme al principe Ghazi bin Muhammad di Giordania, presidente del Royal Aal al-Bayt
Institute for Islamic Thought (RABIIT), in risposta al conflitto intercomunale che il
vostro paese sta sperimentando negli anni recenti. Allora come adesso, noi cercavamo
modi per evitare che delle vite vengano perse in nome della religione.
La delegazione, che rappresentava il CEC e il RABIIT, incoraggiò i cristiani ed i
musulmani in Nigeria a continuare ad agire insieme a favore della giustizia, della pace e
della riconciliazione.
Noi siamo in contatto con partner interreligiosi ed ecumenici, incluse le nostre chiese
membro in Nigeria e in tutto il mondo, per trovare consigli ed offrire la nostra solidarietà
nella crisi causata dalla strumentalizzazione della religione per fini di violenza e
discordia.
Noi ci impegniamo, insieme a lei e alle altre persone di buona volontà, a trovare il modo
adatto per essere al servizio di tutto il popolo nigeriano. Non esiti a contattarci. Lei ed il
popolo nigeriano siete sempre nei nostri pensieri e nelle nostre preghiere.
In solidarietà cristiana,
Olav Fykse Tveit
Segretario generale del CEC