Laboratorio di restauro Topografia e rilevamento Dott. Andrea Piccin [email protected] Lezione n.3 : Operazioni topografiche, elaborazione e rappresentazione delle misure Misure e coordinate La misura degli angoli: il teodolite La poligonale La celerimensura L’intersezione in avanti Richiami alle lezioni precedenti (1) Le unità di misura: angoli Tutte le strumentazioni topografiche moderne impiegano il sistema centesimale: il grado centesimale è definito come 1/400 dell’angolo giro ed è chiamato anche gon (g). Un angolo retto è quindi pari a 100 g e un angolo piatto a 200 g . I sottomultipli sono il primo centesimale (c), definito come la centesima parte del gon, ed il secondo centesimale (cc), definito come la decimillesima parte del gon. Il milligon (mgon) è definito come millesima parte del gon. N.B.: in topografia si assume come positivo il senso di rotazione orario. Richiami alle lezioni precedenti (2) relazioni tra lati e angoli (teorema dei seni - Eulero): teorema di Carnot: teorema di Nepero: TRIANGOLI QUALSIASI Richiami alle lezioni precedenti (3) accuratezza e precisione delle misure a) 10 m b) 10,2 m c) 10,26 m accuratezza d) 10263 mm 1) 31,26 m 2) 31,25 m 3) 31,27 m 4) 31,26 m precisione Richiami alle lezioni precedenti (4) errori nelle misure Nelle operazioni di misura si ha normalmente a che fare con tre differenti tipologie di errore: · Errori grossolani (operatore) · Errori sistematici (strumento) · Errori accidentali (procedura) Richiami alle lezioni precedenti (5) trattamento statistico delle misure media d 1 d1ì ºS n d1 '+ d1 ' '+ d1 ' ' ' 3 con n = numero di misure eseguite Operatore Misure effettuate di d1 A 6,42m 6,38m 6,40m Valore medio = 6,40m B 6,50m 6,30m 6,40m Valore medio = 6,40m varianza : S ( d1 '- d 1 ) 2 s = n -1 2 sommatoria degli scarti al quadrato / (numero di misure effettuate – 1) Scarto quadratico medio S(d 1 '- d 1 ) 2 = s 2 =s n -1 Più è piccolo lo SQM più le misure sono precise (meno sono disperse) Richiami alle lezioni precedenti (6) distribuzione statistica delle misure ±1s = incertezza = percentuale di probabilità 68,3% ± 2s = affidabilità= percentuale di probabilità 95% ± 3s = tolleranza= percentuale di probabilità 99,7% m ± 3s rappresenta la massima variazione possibile dei valori, per cui si può affermare che la misura che non ricade in questo intervallo è affetta da errore grossolano, e quindi va scartata. Richiami alle lezioni precedenti (7) sistemi di riferimento Disegno di un edificio SISTEMA DI RIFERIMENTO Vincoli (3 incognite): Coordinate di un punto rigido (XA, YA) Distanza AB= (X 2 A - XB ) + (Y 2 2 2 A - YB ) 2 2 Direzione di riferimento AB (Azimut, J) XB - XA YB - YA tg J AB = Edificio ABCD: 8 incognite (XD,YD;XA,YA;XC,YC;XB,YB ) soluzione con 8 (incognite) - 3 (vincoli) = 5 misure AB = BC = CD = DA = AC = (X (X (X (X (X 2 A - XB 2 B 2 C 2 D A 2 - XD - XC - YB 2 - YC 2 - YD 2 - YA 2 - YC 2 2 B 2 2 C 2 2 D 2 2 A ) ) ) ) ) 2 2 2 A - XC - XA ) + (Y ) + (Y ) + (Y ) + (Y ) + (Y 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 Trasformazione da misure a coordinate Per determinare le coordinate di B, occorre conoscere le coordinate di A, misurare la distanza AB e determinare l’angolo J AB XB = XA + AB sen J AB YB = YA + AB cos J AB Considerando anche la quota, occorre introdurre il terzo asse cartesiano (Z). Nel piano Z si ha che: zAB + zBA= 200g ZB=ZA+BP= ZA + ABmisurata·coszAB z = angolo zenitale (angolo formato da AB rispetto alla verticale). Distanza ridotta AB = ABmisurata × sinz AB Le coordinate altimetriche Per determinare le coordinate X,Y,Z, di B, occorre misurare tre valori (2 angoli e 1 distanza) e determinare le 3 equazioni: XB = XA + ABm sinzAB sin J AB YB = YA + ABm sinzAB cos J AB ZB = ZA + ABm coszAB Per l’altimetria, l’effetto della curvatura terrestre ha i seguenti valori: · in 100 m = 1 mm · in 200 m = 3 mm · in 400 m = 13 mm · in 1000 m = 78 mm · in 40000 m = 125 m Le metodologie di rilievo (1) Fase I scheletro esterno del rilievo Fase II scomposizione in triangoli Fase III legami di ridondanza determinazione dei punti ausiliari (1-12) e dei 4 angoli (90° o misurati) tracciamento dei segmenti che uniscono tutti i punti notevoli (1-12 e A-N) tracciamento dei segmenti che intersecano tutti i lati dei triangoli Le metodologie di rilievo (2) Fase IV rilievo dell’interno dell’edificio determinazione dei punti ausiliari interni (13-14) e del relativo allineamento Attenzione è opportuno individuare triangoli il più possibile equilateri e senza lati troppo brevi, per evitare una eccessiva influenza dell’errore strumentale (bindella ca 1 cm) sulle misure corte b) pendenza di un muro Altri schemi di misura a) pianta rotonda c) rilievo di un arco La misura degli angoli: il teodolite 1) messa in stazione: allineamento dell’asse primario secondo la verticale (filo a piombo o livella torica) 2) collimazione: agendo sulle regolazioni degli assi primario e secondario (grandi movimenti - puntamento, piccoli movimenti - collimazione) si punta il bersaglio e si legge sul display il valore angolare misurato. Misura di angoli sul piano orizzontale (azimutali) e sul piano verticale (zenitali) La misura degli angoli Angolo azimutale angolo solido compreso fra due piani che hanno per sostegno la verticale del punto di stazione (asse primario). Il primo piano passa per il punto collimato P (lettura orizz. 94g.1872), e il secondo per il punto collimato Q (lettura orizz. 43g.0931). a = P - Q =94g.1872 - 43g.0931 = 51g.0941 L‘accuratezza di 0.0001 gon corrisponde a stimare a 1 km di distanza due punti lontani tra loro 1,5 mm. Angolo zenitale angolo sul piano verticale compreso fra la verticale del punto di stazione (zenit) e la direzione collimata. Per questa misura è sufficiente una sola lettura, perché lo zenit è già fissato dalla messa in stazione dello strumento. Occorre però tenere conto dell’altezza strumentale. La Poligonale Metodo di misura topografica planimetrica utilizzato per determinare le coordinate di punti non allineati (1 - 4), note le coordinate di alcuni punti di partenza (A,P e B,Q). In ambiti ristretti si può utilizzare anche per determinare l’altimetria. La poligonale può essere aperta o chiusa. Si utilizzano teodolite e distanziometro (o la bindella). Poligonale aperta Poligonale chiusa La Poligonale aperta (1) Stazione sul punto A: si collimano con il teodolite il punto P e il punto 1; per differenza di direzioni si esegue la misura dell’angolo aA. Impiegando il distanziometro si misura la distanza obliqua A1 e con l’angolo zenitale z A1 si determina la distanza ridotta A1 =A1sin z A1. Si staziona ora sul punto 1: da questa stazione devono essere visibili i punti A e 2; collimando A e 2 e si misurano l’angolo a1, la distanza 1A e il relativo angolo zenitale. Si trova così un nuovo valore per la distanza ridotta 1A: quest’ultimo deve ovviamente concordare con il precedente A1, così da poterne calcolare la media da utilizzare per l’elaborazione futura. Si prosegue misurando 12 e il relativo angolo zenitale, ottenendo 12 . Proseguendo con stazione in 2 e sui punti successivi, si misurano gli angoli azimutali e le distanze ridotte, avanti e indietro, in modo da ottenere sempre almeno due misure della stessa distanza. In B è sufficiente misurare l’angolo aB e la distanza B 4 , dato che Q è di coordinate note. La Poligonale aperta (2) Con questo schema sono state effettuate 6 misure di angoli azimutali (1-7 necessarie e I-III ridondanti) e 5 doppie misure di distanza ridotta (2-8 necessarie e II ridondante), determinando così 4 vertici, di cui si dovranno calcolare le 8 coordinate planimetriche. Facendo sei stazioni, quattro sui vertici da determinare (1,2,3,4) e due sui vertici estremi di coordinate note (A,B) si misurano 6 angoli e 5 distanze, ovvero si hanno disposizione 11 misure da impiegare per determinare 8 incognite. La ridondanza delle poligonazioni in planimetria è sempre pari a 3. Si tratta ora di determinare le coordinate dei quattro vertici incogniti e sfruttare nel modo più idoneo le tre ridondanze La Poligonale aperta (3) Innanzitutto, con i valori noti di coordinate di A e P si possono calcolare: XP - XA ,ricordando che J AP= arctg × YP - YA nella fattispecie dovrà risultare: 300g< J AP<400g Analogamente, per B e Q si avrà J BQ= arctg × XQ - XB YQ - YB e dovrà risultare: 0g< J BQ <100g Per essere certi di valutare correttamente gli angoli, è sempre opportuno eseguire un disegno della situazione La Poligonale aperta (4) Lavorando con gli angoli di direzione misurati, si applica la formula di trasporto dell’azimut J J A1 = J AP + a A (- 400 ) J12 = J A1 + 200 + a1 (- 400 ) J23 = J12 + 200 + a 2 (- 400) J34 = J23 + 200 + a 3 (- 400 ) J4 B = J34 + 200 + a 4 (- 400) JBQ = J4 B + 200 + a B (- 400 ) L’operazione tra parentesi va eseguita nel caso in cui risulti J >400g La Poligonale aperta (5) Dal calcolo precedente (formula di trasporto dell’azimut), dovrebbe risultare che J BQ calcolato dovrebbe corrispondere al J BQ desunto dalle coordinate note di B e Q. Questo in generale non accade a causa degli errori introdotti nella serie di misure angolari effettuate tra A e B. La differenza e a = JBQ - J BQ si definisce “errore di chiusura angolare”. se ea > tolleranza, occorrerà ripetere le misure. se ea < tolleranza, occorre distribuire l’errore totale sulle singole misure. Ricordiamo che la tolleranza = 3 × s a × n , dove s rappresenta la precisione strumentale mentre n è il numero dei vertici della poligonale ea In modo empirico, si può apportare ad ogni misura la correzione ca = n dove n = numero dei vertici della poligonale. , Reintroducendo nei calcoli il valore corretto di a (a A = a A + c a ), si otterrà il valore corretto dell’azimut ( J BQ = J 4 B + a B - 400 g ) che corrisponderà ora perfettamente, a meno di errori nei calcoli, al valore desunto dalle coordinate ( ) La Poligonale aperta (6) A questo punto si può lavorare con le distanze, applicando la formula di trasporto delle coordinate X 1 = X A + d A1 × sinJ A1 Y1 = YA + d A1 × cos J A1 per i valori dA1 si impiega la media ottenuta da dA1 e d1A (ossia le distanze ridotte di andata e ritorno) Applicando la formula si ricavano le coordinate di tutti i vertici della poligonale: confrontando le coordinate di B così calcolate con quelle note, si ottiene X B - X B = DX e YB - Y B = DY , da cui DL2 = DX 2 + DY 2 , detto “errore di chiusura laterale”: se DL < t L = p × L + q × L = tolleranza laterale, in cui L = S15 d = d A1 + d12 + d 23 + d 34 + d 4 B , mentre p e q sono due parametri stabiliti a priori in funzione della precisione richiesta (si trovano tabulati sui manuali tecnici), si può distribuire l’errore di chiusura laterale sulle misure. La Poligonale aperta (7) La distribuzione dell’errore di chiusura laterale ( u X = DX L e uY = DY L ), si effettua empiricamente in proporzione alla lunghezza di ciascuna misura: X 1 = X A + d A1 × sinJ A1 - d A1 × u X e Y 1 = Y A + d A1 × cosJ A1 - d A1 × uY X 2 = X 1 + d12 × sinJ 12 - d12 × u X , Y 2 = Y 1 + d12 × cosJ 12 - d12 × uY fino a X B = X 4 + d 4 B × sinJ 4 B - d 4 B × u X Alla fine, i valori corretti di in partenza. Y B = Y 4 + d 4 B × cosJ 4 B - d 4 B × uY X B e di Y B dovranno corrispondere a quelli noti La Poligonale aperta (8) Considerazioni per l’Altimetria: hs A + D A1 = QA1 + hP ® QA1 = hs A + D A1 - hP1 dove QA1 è il dislivello fra A e 1 QA1 = hs A + A1 × cos z A1 - hP1 Dato che ogni lato è misurato nei due sensi (avanti e indietro), si ha che Q1 A = hs1 + 1A × cos z 1 A - hP A e dovrebbe risultare QA1 = -Q1 A ® QA1 + Q1 A = 0 Dato che in generale ciò non avviene, una volta verificato che il valore di (Q - Q ) DQ sia inferiore alla tolleranza, si calcola la media DQA1 = A1 1 A e la si 2 inserisce nell’equazione Q1 = Q A + DQ A1 per ogni dislivello. Al termine anche qui, come già visto, in generale sarà Q B ¹ Q B . Una volta verificato che QB - Q B = DQ £ t q , dove t q = 3 × s q × n , con σq pari alla precisione dello strumento relativamente al dislivello e n=numero di dislivelli considerati, si definisce DQ (errore di chiusura altimetrico) e si apporta a ciascuna misura la correzione altimetrica U DQ = D Q , n ottenendo cosi i valori corretti delle coordinate X,Y,Z di tutti i punti della poligonale. La Poligonale Nel caso di poligonale chiusa, in cui cioè il vertice di inizio A corrisponde a quello finale B e il punto ausiliario P con quello Q, si applica la stessa procedura vista per la poligonale aperta, anche se gli angoli aA e aB vengono misurati contemporaneamente. La poligonale (aperta o chiusa che sia), rappresenta un metodo di rilevamento estremamente versatile, in grado di adattarsi alle caratteristiche del rilievo da effettuare e di penetrare all’interno degli edifici anche su più livelli. Necessita solo di avere visuale tra due vertici contigui e di un punto di partenza a coordinate note (caposaldo) La Celerimensura (1) Per ambiti edificati ristretti, in cui è ammissibile trascurare l’effetto della curvatura della terra sull’altimetria, si possono eseguire i rilievi con metodologie “semplificate”. Uno di questi metodi è detto “delle coordinate cilindriche” o “celerimensura” A partire da un punto A di coordinate X,Y,Z note, e con l’ausilio di un punto B di cui siano note le coordinate planimetriche X,Y, con teodolite e distaziometro si effettua un rilievo plani-altimetrico di esecuzione ed elaborazione più veloce, anche se meno rigorosa, della poligonale. Con stazione in A, e con riferimento a B si collimano i vertici 1-3, misurando gli angoli azimutali, zenitali e le distanze oblique (utilizzando il prisma riflettente). Misurando zA1 e le altezze strumentale (hSA) e del prisma (hp1), rendiamo altimetrico il rilievo. La Celerimensura (2) Determinando JAB con la nota relazione JAB = arctg XB - XA YB - YA , e misurando aB1 posso calcolare JA1 = JAB + aB1 (- 400g) e, applicando il trasporto delle coordinate, calcolare X 1 = X A + d A1 × sinJ A1 e Y1 = YA + d A1 × cos J A1 dove d A1 = A1 sin J A1 Considerando anche l’altimetria Q A1 = Q A + hs A + A1 × cos z A1 - hP1 si ottengono le coordinate X,Y,Z del punto 1 Il sistema non è ridondante, ma è di veloce esecuzione La Celerimensura (3) Nello schema celerimetrico si determina preliminarmente una opportuna poligonale esterna, dai cui vertici (detti alle centinaia) si definiscono i punti esterni caratteristici dell’edificio (denominati secondo il vertice da cui sono stati collimati): ogni punto è rilevato indipendentemente dagli altri. Dalla poligonale esterna si può anche entrare all’interno dell’edificio con una nuova poligonale che permette di rilevare gli ambienti interni. Dalla poligonale ci si può staccare con vertici isolati (sbracci) che permettono di entrare in ambienti laterali. È meglio non avere più di uno sbraccio per uno stesso vertice della poligonale. Intersezione in avanti (1) Un ulteriore metodo di rilievo topografico “semplificato” è rappresentato dalla cosiddetta “Intersezione in avanti”. Tale metodo è caratterizzato dalla misura di soli angoli e pertanto è sufficiente l’utilizzo del teodolite. Dati due punti noti A e B, di cui si conoscono XA, YA, QA, XB, YB e QB e la distanza AB. 2 2 d AB = ( X B - X A ) + (YB - YA ) JAB = arctg XB - XA YB - YA JBA = JAB + 200g in figura 100g<JAB<200g in figura 300g<JBA<400g Volendo rilevare P, si fa stazione in A, e si misurano l’angolo azimutale aA e l’angolo zenitale zAB. Si ripete l’operazione in B, misurando aB e zBA. Le tre incognite (XP,YP,QP) possono essere determinate avendo 4 misure (sistema ridondante). Intersezione in avanti (2) aP = 200g - aA - aB d AP d AB = applicando il teorema dei seni: sina B sina P sina B da cui: d AP = d AB sina P ed anche: d BP = d AB sina A sina P Il triangolo ABP è ora completamente noto JAP = JAB - aA (- 400) applicando il trasporto delle coordinate: XP = XA + dAP sin JAP YP = YA + dAP cos JAP Il triangolo ABP deve essere vicino ad un triangolo equilatero, ovvero aP non deve essere troppo piccolo. Intersezione in avanti (3) Problema altimetrico: i due punti di stazione A e B non sono in generale alla stessa quota. Nel triangolo rettangolo OHP risulta: OH = HP × tge ® e = z AP Da A: Q ' P = Q A + hsA + d AP tgz AP Da B: Q' ' P = QB + hsB + In generale Q ' P ¹ Q ' ' P QP = OH ® HP = tgz AB d BP tgz BP (DQ= ca 2-3 mm) Q ' P +Q ' ' P 2 A questo punto è determinata anche QP e il punto P completamente definito. Intersezione in avanti (4) Con questo schema di rilievo, mantenendo ferma la base AB e rispettando le condizioni geometriche descritte, si possono misurare e determinare tutti i punti, ad esempio, della facciata di un edificio.
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