Archivio Foucault Interventi, colloqui, interviste 2. LgTL-Lg77 FOTERI, SAPERI, STR,ATEGM #r#ff?flH;S,P"?'""ffi," Ibltlnelli Il. In La vita degli uomini infami r977 vie des hommes infàme.s, in "Les cahiers du chemin", fi. 29, 15 gen- nato 1977, pp. 12-29. La riesumazione degli archivi di internamento dellTl_ópital General e della Bastiglia è un progetto costante a partire d{la Storia della follia. Foucault níhrro.u e .ti fa lavorare a piùriprese. Da antologia - di cui questo testo era l'introduzione - il progettó diverine nel 1978 una col- Èrion. ('ies Vies parallèles", Gallihaid),_ in cui {ouc_aul1 pubblica le memoriè di Herculine Barbin e poi, nel 1979, Le Cercle amoureu^x i;U"iri Legrand, tratti da manoscritti crittografici conservati alla BiUU"*taq"e"Nationale, trascritti e presentati iia Jean-Paul e Paul-Ursin Dumoni. Tuttavia, nel 1979, Foucault propone di esaminare i manoscritti riuniti per i'antologia alla storica Arlette Farge,.che ha appena poUUti"ut" Viire dans Ia lue à Paris au xwrf siècle (collezi_one_"Archii"r;-f"Uiard/Gallimard). Da questa collaborazione nasce Le Désordre dcs famitte.s (collezione. "Archives", Julliard/Gallimard 19 82), dedicato allelcttres de cachet. Questo non è un libro di storia. La scelta che vi si troverà oott h. avuto regola più importante che il mio gUsto, il mio piacere, un'emozione, il riso, la sorpresa, un certo s-gomento o qualche altro sentimento di cui mi,sarebbe forse- difficile giustiÉ.ut" l'intensità, ora che è passato il momento della prima scorperta. È un'antologia di esistenze. Vite di qualche riga.o di qualche pagina, di innumerevoli awenture e Sventure, riunite in un puÈoó ai parole. Vite brevi, incollrate per caso tra libri e docuilenti. Dedi exempla, ma - a differenza di quelli che i saggi raccoglievanó nel coiso delle loro letture - esempi che racchiudoo"l più che lezioni da meditare, dgl brevi effetti, la cui forza si speùt" quasi subito. Mi sarebbe abbastanzapiaciuto designarli 245 col tennine "novella",' in virtù del doppio riferimento che esso comporta: della rapidità del racconto è della realtà degli awenimenti riferiti; perché è tale in questi testi la stringatézza delle cose dette, che non si sa se l'intènsità che le attravérsa dipenda paggigrmente dal risplendere delle parole o dalla violenia dei fatti che in essi_si agitano. vite singòlari, divenute, per non so quale caso, degli strani poemi, ecc-o cosa ho volutó radunare in una sorta d'erbario credo_proprio che l'idea mi sia venuta un giorno in cui leggevo alla Bibliothèque Nationale un registro dlnternamento redatto all'inizio del xvur secolo. Mi sembra anche che mi sia venuta dalla lettura delle due notizie che riporto. Mathurin Milan, messo nell'ospedale di charenton it 3I Ago- sto 1707: "In sua pazzia è sempre stata di nascondersi atta falniglia, di-condune in campagna unt vito oscura, di subire de'i processi, di concedere dei prestiti a ustffa. e a fondo perduto, di portqre a spasso il suo povero spirito per strade sconòsciute, e di'credersi capace delle còse più grandii'. rean Antoine Touzard, rinchiuso nel castello di Bicètre il 2t a-pfl9 (7}I.-Francescano apostata, sedizioso, capace dei peggiori crimini, sodomita, Ateo, se lo si può essere; è un-vero moit6d'abominio che sarebbe più conveniente soffocare che lasciar libero." Sarei in imbarazzo adire quel che ho provato quando ho let- to questi frammenti e molti altri simili: senza dìbbio una di quelle impressioni di cui si dice che sono "fisiche", come se potessero essercene altre. confesso che quepte "novelle" che iiemergevano all'improwiso, dopo aver attraversato due secoli e mezzo di silenzio, hanno scósso in me più fibre di quanto non possa quella che normalmente si chiama letteratura,- senza che io possa ancora oggi dire-se mi ha commosso maggiormente la bellezza di questo stile classico, drappeggiato in fóche frasi atlolno a personagqi senza dubbio miserabili, o invèce gli eccessi, la mescolanza di oscura ostinazione e di scelleratelza di queste vite, di -cui si percepisce, sotto parole lisce come pietra, la sconfitta e l'accanimentó. Molto-t_empo fa ho utilizzato documenti simili per un libro. Se allora l'ho fatto, è senza dubbio a causa della viLrazione che ancora o-gg1 provo quando mi capita d'imbattermi in queste vite infime, divenute cenere nelle poèhe frasi che le hannò stroncate. Il sogno sarebbe stato di restituire la loro intensità attraverso una analisi. In mancanza del necessario talento, ho a lungo rimuginato sull'unica analisi: presi i testi nella loro secchezla; ncercata la loro ragion d'essere (a quali istituzioni o pratiche po246 perché fosse stato litiche si riferissero); cercato di comprendere che fossero "sofnostra h comé così importurrt"ir, í"" roiieta un animale) un o fuoco un grido, un focati,, (come ti-r"ff".a sconclusionato: e lunatico ;;;;; r-*"autoso o un usuraio voluto impedire con tanto il;;";to tu rugi""" per cui si era per strade sconosciuspasso. a diàndarsene i.l""i p"""ri rpíriti che mi avevano momomenti' primi quei ai f" ;;. M; c'era il pericolo che che "-otiotti dtto É rivato, rimanev;;; ài f"iti. ragioni,. dato che il delle non riuscirrerJr;;;**;if;"rai"" ne-' ii"upu". di restituirle come sarebbe stato mio discorso forma stessa nella testi i "í" ì;i.]i;;d1o iutciare cessario, ,ror, "rà suscitate? aveva le me che "'^-ó;-q; iia"à di questa raccolta, fatta ún po' a casaccio' Racfretta e senza uno scopo ."ft" tÉ" si è andatà fotmuttdo senza preoccupato di.presensono mi t""go ;#;;;"ira"niló.-e qualche mdimento Con siitematico, ordine ;;lr;A;à"a" "" un minimo manifestare potesse opfi."t]"o in móào che essa ragioni delle Der rinunciato, iro Ma ilG;ificatività storica. sempljcemenradunàre a a."ir. sono Mi subito. su cui tornerò mi sembravano te un certo numero di testi, per l'intensità chepreliminare; e li notizia q"ul.he íi oossedere; Ii ho c"-"aàii il meno - ,""o.tdo me, ffi"È;;Uliii i" modo da conservare inademia La ognuno. di for.à ;;"r.ibit" - itff.tto oessio citazione. d.glla "h" lirismo al "^:"Tr;;;;i Feale -**iiriJJ," h;;étato iiúó nàn sarà quindi affare degli storici, meno a!9opuramégte sosgettivo? Dirò ra che di altril ilib;;-;;"*itf stesso funto,"c"he è un libro allo ti-"nda piuttosto, ma i,r"rt" una piccola mania che si di tiUt" it di converr"iorrll;igi;;, poema dell'usuraio è creata il suo-sist"*-u. Ctédo propriq chq il mi siano serviti, di todomita lunatico . qrr.ltJ à;i ft""."!"àtto di simile a qualcosa volta in volta, e; ;;4"U". È p"t ritrovare imposono mi che u q,r.it" vite-poema, ql"rt" "ristenze-lampo, regole: sto un certo numero^ di semplici si tratti di personaggi realmelte esistiti; - che q,r"rt" èristènze siai6 state insieme oscure e sfortunate; che raccontat" i" q"ulche-pagina o meglio in qual- che sianomodo più breve possibile; che ftàià, nel _ che q,-r.rii raccbnti ,ron éortituiscano semplicemente degli anedaoti ,trurri" putJi"i,-;;;È itt 3l *odo o nell'altro abbia(dato che si t;;ttr ài-q;;tóf,",.à""unce, ordini o-rapporti) esiqueste no veram"rr," iài,.-Jr,ttè aélla storia minuscoll-di-loro incerta della rabbia, loro ;;;;, e;iÉí";;;ér,trru, della follia; eSeste vite scaturisca - che dallo shock di queste parole edidibúlezza e di spavento' per noi un"oà;;;;èm"tto'-isto 247 Ma su oueste regore, che possono parere arbitrarie, bisogna spiéghi;;?;úil" che mi .* Ho voluto che si trattasse sempre di esistenze reali, che si potesse dare loro un luogo e..una àuiu; "rr.-ai;;; à"!rìiìrl*i di-;t--q;;;i.'i;;;i;;;iA;. "h. r*.ó state f"i;;, ;; nzo_ gnere'. ingiuste, eccessiv,e, vi stati a"sú ;;*i"i;il;"" iano vissuti e sono morti, deile sofferenie,-a.ilu%.ttiv-erie, aàiré'g"losie, dette dicerie. Ho guindib;dió;;,;;'.iò che potesse es_ sere immapinazione o lètteratura: nessu"" d;;li ;óí;;iri.ri che quest."hunrro potuto che non dicono più nulÉ, possono nella maggior parre dei casi inventare mi è sembrato così intenso come questi ciabattini, questi soldati disertori, q,r.rii-"Àb"_ l.îi','ff ::','"T:tHrsE;ii#tl.."'#ilr}tl.*,,1u lx,ffi che sono veramente esistiti. nguaím.;;;; bandito tutti i testi che potevano essere *emoíie, ricordi, ,itr"tti,-t"itiq""[i che raccontavano bene l. i"rlià, il;iltenendo, nei suoi cggfroqt!, distanza delro_ sg""iaò,'d;1" ;;Loria, de'a curiosità o del divertimenro. Ho"tenutó questi testi fos_ sero sempre i1 rapporto, o piutrosro "tiàii" "rr" giil;-;;;r" nel più rapporti, con.la realtà: non-solo che essi-rri f;;;;;;;'iif!ri- ai mento, ma che.vl opegass_ero; che foss"ro iiu" drammaturgia. del ré-are, ""à-ilàír' costituissero Io strumento di una vendetta, l'arma di un "h9 odio, d.pi;"d; àt la gesticolazione di una àiip.turione ai una;;i;"iàói., gerosia, una supplica g un oldine. Non hà c_ercato di" riunire testi che fos_ sero più fedeli di altri alla realtà, óÀ" m";il;;;;"il::$r" cons€ryati per il loro valore rappr-esentativo, ma testi che han_ no giocato un ruolo in questo ièale di;i ;;ir."ó,i-"h;ài ,imando si trovano a esserne attravér*iiì-""r; ;h;;i"^i"ì;;" inesattezza,la loro enfasi o ra t"i" ip""É;'il fd;-."ti aiti_ scorso che_portano con sé i frammenti di ùna ,".tta ai;;i;"_ [: sfr3 r+la::;:'ii: îiliiliiru:lli:Hl;it ffi ; atteggiamenri e delle astuzie, degri intrigf;i di;ii.:;;i.ór! ,t_ no state "3ff lo strumento. vite vere fono ,ti1. .tió"utu ri" é"-.it" poche frasi; non voglio dire con questo che vi gurate, ma che di fatto la loro hÉrtà, la loro sono state raffisventura, la loro morre, in ogni .ur" iit,o;" A;;i;;,íi"r""" stati spesso armeno in.parte decisi. Questi discorsi dil;;ailente incrociato delle vite; delle esistenze rotto veramente statè ri;;h-.d;;-;;dute in queste parole. 248 - Ho voluto anche che i personaggi stessi fossero oscuri, che nulla li avesse predisposti a una quàlunque notorietà, che essi non fossero dotati di nessuna dellé grandezze che sono prestabilite e riconosciute - quelle della nàscita, della fortund, della santità, dell'eroismo _o del genio; che appartenessero a questi milardi di esistenze che sonó destinate a passare senza lasiiare traccia; che vi fosse nelle loro sventure, nelle loro passioni, in quest! alnori_ e questi odi, qualcos,a di grigio e ordinario rispetto a quel-che abitualmente si considera iiegno di essere raccòntato; e che tuttavia essi fossero attraversàti da un certo ardore, che fossero animati da una violettza, un',energia, un eccesso nella cattiveria, _nella villania, n_ella bassezza, nélh caparbietà, nella sfortuna, che conferissero loro agli occhi di quanti li auorniavano, e in maniera commisurata alla mediocrità di questi ultimi, una sorta di spavent_gvole e miserabile grandezza. Ero partito alla ricerca di particelle di questo generè, dotate di un'eirergia tanto più grande quanto più sono piccole e difficili a distinguersi. Perché qualcosa di esse gignge_sse fino a noi è stato pertanto necessario che un fascio di luce le illuminasse anche iolo per un istante. Una luce che viene da un altro luogo. euel che le strappa alla notte in cui awebbero potuto, e forse-awebbero dovuto rimanere, è l'incontro con il potere: senza questo urto, non ci sarebbero qui_parole per- ricordarci il loro fugace percorso. Quel potere che ha atteso al varco gueste vite, cÉe le ha penseguitate, che ha_fatto attenzione, anche solo per un attimo, a toro lamento e al lor-o piccglo strepito, e che ie ha segnate tenendgle tra le sue gri,rfie, è all'origine delle poche parolé che di esse ci restano; o perché a esso ci si è voluti-rivolgère per denunciare, lagnarsi, sollecitare, supplicare, o perche-na vbluto direttamente intervenire e ha in poche parole giudicato e deciso. Tutte queste vite destinate a passare al di sottó di qualunque discorso e a sparire senza mai essere state dette, non hannó potuto lasciare delle tracce - brevi, incisive, spesso enigmatièhe - che 3ql qu5r-to del loro istantaneo contatrò con il pótere. così che è indubbiamente impossibile poterle più cogliere in se stesse, come potgrono essere "allo stato libero"; si possono trovare solo prese nelle declamazioni, nelle parzialità tattiche, nelle menzogne imperative che presuppongono i giochi del potere e i rapporti con esso. Mi si dirà: rieccoci, sempre con la stessa incapacità di oltrepassare la linea, di passare dall'altra parte, di àscoltare e far comprendere il linguaggio che viene da altrove o dal basso; lgmpre la-stessa scelta, dalla parte del potere, di quello che esso dice o fa dire. Perché non an-dare ad alscoltare qúeste vite dove parlano di sé in prima persona? Ma prima di tutto, di quel che 249 esse sono state nella loro violertza o sventura singolare ci restÈ rebbe forse qualcosa se non avessero a un dato momento incro. ciato il potere e provocato le sue forze? Non è dopo tutto uno dei tratti fondamentali della nostra società che il destino vi assuma la forma del rapporto con il potere, della lotta con o contro di e_sso? Il punto più intenso dèlle vite, quello in cui si concentra la loro energia è proprio là dove si sóontrano con il potere, si dibattono corr esso, tentano di utilizzare le sue forzè o di sfuggire alle sue trappole. Nelle parole brevi e stridenti che vanno e vexgono tra il potere e le esistenze più inessenziali, vi è senza dubbio il solo monumento che sia mai stato loro accordato; è ciò u dr{ loro, permettendo di attraversare il tempo, quel poco di fama, il breve lampo che le conduce fino a noi. Ho voluto insomma riunire alcuni rudimenti per una leggenda degli uomini oscuri, a partire dai discorsi èhe nella dfsgrazia o nella rabbia essi scambiano con il potere. "Leggenda" perché vi si produce, come in- tutte le leggende, un certo equivoco tra il fittizio e il reale. che qui si produèe per ragioni opposte. Il leggendario, quale che sia il sub nucleo di realtà, non è alla fine nient'altro se non la somma di quello che se ne dice. È indifferente all'esistenza oall'inesistenia'di colui del quale trasmette la gloria. se questi è esistito, la leggenda lo ricopre di così tanti prodigi, lo abbellisce di tante impossibilità che tutto awiene quasi come se egli non fosse reàlmente vissuto. Se invece egli è puramente immaginario, la leggenda riporta su di lui tanti racconti così persistenti da fargli alsumere lo spessore storico di qualcuno che sia veramenteésistito. Nei tes_ti che si leggeranno più avanti, l'esistenza di questi uomini e di queste donne rimanda esattamente a quello óhe ne è stato detto; di quel che sono stati o di quel che hanno fatto non soprawive nulla, se non in poche fràsi. È h rarità qui, e non la prolrissità, a far sì che realtà e finzione si equivalgàno. Non essendo stati niente nella storia,-non avendo giocató alcun ruolo, apprezzabile negli eventi o tra le persone importanti, non avendo lasciato dietro di sé nessuna traccia che potesse essere riferita, essi non hanno, e non awanno mai, altra esistenza che al riparo precario di queste parole. E, grazie ai testi che parlano di loro, essi giungono fino a noi senza maggiori indizi di realtà che se scaturissero dalla Legenda a.urea.2 o-da un romanzo d'avventure. Questa mera esistenza verbale, che fa di questi infelici o di questi scellerati degli esseri quasi httizi, essi la devono alla loro scomparsa pressoché assoluta e aquesta fortuna o sfortuna che ha fatto sopravvivere, nella casualità dei documenti ritrovati, qualche rara parola che parla di loro o che hanno loro stessi pronunciato. Leggenda nera, ma soprattuto secca, ridotta 254 a quel che fu detto un giorno e che improbabili accidenti hanno conservato fino a noi. Ecco qui un altro tratto di questa leggenda nera. Essa non si è trasmessa come quella aurea per qualche necessità profonda, seguendo un percorso continuo, ma è per natura senza tradiVione; rotture, cancellazioni, oblii, incroci, nappanzioni - è solo per questo tramite che può. arrivare fino a noi. Fin dal suo inizio è trasportata dal caso. E stato necessario prima di tutto un gioco di circostanze che ha inaspettatamente àttirato sull'individuo più oscuro, sulla sua vita mediocre, su malefatte in ultima analisi abbastanza ordinarie lo sguardo del potere e l'es-plosione della sua collera: alea che haTatto sì che-la vigilanza dei responsabili o delle istituzioni, destinata senza du-bbio a cancellare ogni disordine, abbia detenuto questo invece di quello, il monaco scandaloso, la donna battutà, l'ubriacone invete- il mercante litigioso, e non tanti altri, al loro fianco, che non erano cefto da meno nel far parlare di sé. È stato poi egualmente necessario che fra i tanti documenti perduti e-dispersi, fosse questo e non altri quello che ci è perrlenuto, che è stato ritrovato e letto. Di modo èhe tra questa gènte senza importanza, e noi che non ne abbiamo più di loro, non vi è nessun rapporto di necessità. Niente rendeva probabile che emergessero dall'ombra, loro piuttosto di altri, con la loro vita e le loro sventure. Divertiamoci pure, se ci piace, a vederwi una rivincita: la fortuna che ha permesso a queste pensone assolutamente senza gloria di risorgere fra tanti morti, di gesticolare ancora, di continuare a manifestare la loro rabbia,la loro afflizione o il loro invincibile intestardirsi a divagare, compensa forse la sfortuna che aveva attirato su di loro, malgrado là loro modestia e il loro anonimato, gli strali del potere. Vite che sono come se non fossero mai ésistite, che non sopravvivono se non negli urti con un potere che non ha voluto che annientarle o cancellarle, vite che non ci ritornano se non per una serie di casi, ecco le infamie di cui ho voluto riunire, gur qualche resto. Esiste una falsa infamia, quella di cui beneficiano uomini di scandalo e spavento comé sono stati Gilles de Rais, Guillery o Cartouche, Sade o Lacenaire. Apparentemente infami, a causa dei ricordi abominevoli che hanno lasciato, delle malefatte loro attribuite, dell'orrore reverenziale che hanno ispirato, questi sono di fatto gli uomini della leggenda gloriosa, anche se le ragioni di questa fama sono l'oppóito di quelle che fanno o dowebbero fare la grandezza degli uomini. r.a loro infamia non è che una modalità della fama universale. Xa il flancescano aposÎprb, i poveri spiriti smaniti su cammini snosciuti, quelli sono rigorosamente infami; non esistono che rato e furioso, 25t per le poche parole terribili che erano destinate a renderli indegni, per r"-pr., a"n" *.moria degli uomini'-E-il:11:-k::t:" Il che fossero qt.JJ p.;ói{ l"io g,tltte parole,3 sgPrawivere' li cui in forma nella prop-rio fà si óale loro ritorno attti;i;;i tiil" cercare loro,un altro ,iÉu ""f"ti cacóiàr" dul mondo. ittgrandezza; sono s9!9 e;re{o volto, o sospeft;;;i" àiri ""'altra Tale è l'infamia più tté, né op-primere: pà. ólifi;ié ""i"ti mescolata né a uno in quliia che non éssendo .ÀUEú"]le uuna sorda ammirazione, senso stretto, ;;;ú; non si concilia con nessun tiPo di gloria- * In rapporto alla grande raccolta dell'infamia, che ne riunip""aorrottq,t" e in tutti i tempi,.mi ren$o 99trebbe le tracce "" tà scelta qúi.pres"ntata è. meschina, ristretta, ;;-ù"i;;ú" .tt" o"' monotona. Si tratta di documenti che aPpartengono "r centinaio d'anni, 1660-1760, e che pro;il;;i^,||uito ri"rso fonte: gli archivi degli.internamenti, ii.*u ièrnorro tutti a"úu ùup- deilà polizia, delle sup-pliche 1l re e dell,e lettres de cacket' primo volume e eh.e,La vita degli uo.rr" ,i-t*itiàí "" "ó"iu'rrro à;;E;à"Éi ad altri tempi e altri luoghi'.. una ;;;t'ir;;;;t -testi a causa di H;;;Jt"'d;tó p"tiòao,e questo tipodi per essi da anni non ho che gusto lr"""tti" i"-ifii"rita. tut", se il è perché. vi sooggi, ancora spesso ritorno vi ;it.ffi;Aito e imporaln/enimento un caso o,gli in cominciamento; un spetto efdegli politici e meccanismi tante in cui ri ro"" incrociati déi fetti di discorso (soprattutto se li si conQuesti testi àel xul e del xrrur secolo la tatà in seguito qiattefza dei documenti fronta con quella "h" ha"nno undloro forza, rivelano nelpoiiri"";hii amministrativi-e jplendore, una violenza che smentiuno f'.ur. ;; di ffiifth; o Ia mer"à Ah.no ai'trortti occhi, 1à piccolez?ade{a faccenda mivite-più Lg intenzionir delle r.fU*la .tU astaîzavergognoia che seml'enfasi o imp,recazig.i le cón r""oi"r"rit; iérutiti dubbio cobrano "i àiétt" più tragièhe. Effetto senza tutto " convocare"orrrr"rrir" a"itsorio-nel ;i; . a q".t"oi"=ai -il potere e della cielo del sowanità la esse, ai p"i"i';;;;;;;ti" I"fi. "Opcomuni: così ;;;,-; dir";diliì"iiÀ"ificanti o sventure commesDuchesne, dolore, eccessivo ùn ii ppro di ;t;;;td ,r*ile e rispettosa fiducia gettarsi ai piedi di lostra so, osa p"r i*plA;;É *lgiustiza cóntro lapiù.malvagia delMaestà "on le donne... Q"-a{e speranza ion deve concepire-lo sfortunato' oggi -a Josgra Maestà, ;ú;d;ttó ufUtitrio estremo, fa,ncgrso tutte le vie della dolcezza, della rimostranza dopo aver "r"rrtitò 252 e de.l riguardo, per ricondure al suo dovere una donna priva di ogni sentimento_di religione, d'onore e d'onestà, e perfi'tro d'umanità? Tale è, sire, lo stato dell'infelice che osa fà risuonare la sua voce lamentosa all'orecchio di Vostra Maestà". o ancora di questa nutrice abbandonata che domanda l'arresto del màrito in nome dei quattro figli "che non hanno nulla da attendersi dal prop4o padre se non un esempio terribile degli effetti a.iàisordine. La vostra giustizia, Monsignore, risparinierà loro una così disonorevole istruzione, e a mde alla mià famiglia l'obbiobrio e l'infamia, e metterà in condizione di non po;; pit iàr alcun torto alla società un cattivo cittadino che non é"é nuocerle". si riderà forse; ma non bisogna dimentic"rér . que"ii. sta retorica che è magniloquente solo per la piccol ezza delle cosgjui si applica, il potere risponde in tèrmini che non ci paiono affatto Riù misurati; con qulesta differenza tuttavia, "ùè "éii" sue parole balena il lampó delle decisioni; e la loro solennità può essere autorizzata, se non dall'importxrzadi quel che puniscono, per lo meng dal rigore del-casiigo che impòngono.'se si imprigiona non si sa quale astrologa, è perch é "vi sono pochi crimini che essa non abbia commeéso e di cui non sia Cosicché non vi è minor carità che giustizia nel liberare"upu".. i.ttrt indu.gio il pubblico da una donna tanio pericolosa, che lo ingan. na, d,eruba e scandalizza impunemente da tanti anni". opf,rrr., a.proposito di un giovane scapestrato, cattivo figlio e disióluto: "E un mostro di libertinaggio è d'empietà... awezzo a tutti i vizi: briccone, indocile, impetuoso, violeirto, capace d'attentare deliberatamente alla v_ita del proprio padre... sèmp.e in compagnia di.prostitgte di infimo ordinè. Tútto quel ché gli si ram'mE tiu delle sue bricconate non gli fa la benché minirla impressiàtr"; non vi risponde che con un sorriso da scellerato che àà a conoscere il suo indurimento e che altro non pennette d'apprendere se non che è incurabile". Alla minima stravaganza si.é già nell'abominevole, o almeno nel discorso dell'inve-ttiva e deliesecrazione. Queste donne scostumate_ e questi figli ribelli non impallidiscono a fianco di Nerone o q noaoguné. Il discorso del potere nell'età classica, così come il discorso che a esso si rivoige, gene{a mostri. Perché questo teatro così enfatico del quotidiano? Il cristianesimo aveva in gran parte orgàrnzzato attórno alla confessione la sua conquistadel pbtere suila vita ordinaria: obbligo. di far pas-sar-e regolarmenìe al vaglio del linguaggio il mondo minuscolo di tutti i giorni, gli erroÉ banali, le-debófezze più impercettibili e persino il gioco oscuro dei pensieri, delle intenzioni e dei desideri; rituale di confessione in cui colui che parla è al tempo stesso colui di cui si parla; cancellazione della cosa detta mediante la sua enunciazione, ma insieme accresci253 mento della confesstone stessa, che deve restare segreta, non lasciare dietro di sé alrra traccia chg ilp""ii*è"t.?ié-àp.r" ài penitenza. L'occidente cristiano h" i""èrrtàià questa stupefacente costrizione, che ha impost_o a chiunqu., ai dir. i"tt" per cancellare tutto, di formulàre finò pil.oru À";;"za in un morrnorio ininterrotto, accanito,^esaustivo, "lú;iú cui nulla ma ch. non d;";;u _stuggire, rstante a se stesso. per centinaia di mihóni di uomi"i,-J;;;,._ coli, il male si è dovuto in pri." p.rsona, in un sus_ tltoig fugace e o-bbligatgrlo. "otrié*are ora, a partire da un momento che si può situare alla fine del xvu ré."I;, q;;JJ trovato inqga-drato e superato da rr'uttiò it *.".anismo si è r""ii"";;."t" era molto differente. concatenazione amminiitrativa ""i e non più religiosa; meccanismo di ielistrazione . &"o"#il". Hobiettivo cui si mirava era tuttavia lo .t"rró. Armeno in parte: messa in discorso der gqotidiano, perco^. d.d';;i;;;;ìfrff;. e dei^disordi"i ,ènr"-i*portrrru. Ma ra, con*.-tk^T.g9!a{ta ressrone non vi gro-ca più il ruolo eminentè .ft. if.rirliu;;r;;" le aveva riservató. n.r'q-,.t"itoi;d;ii;;;; (quadrtuos)si i uti_ lizzano, e sistematigqméltà, à.i pr;;ai;;;ìì antichi, ma fino ad allora localizzati: h dénú;ilL il rap_ i; G;;i;:i,inchiesta, ^E porto, lo soionaggig, l'fnterogatorio. t"iió quello che così si dice.si regiìtra pei iscritto,-rii...rmula, chivi. La voce úni-ca, irt"tttà""a e senza "orlit rirce dossier e ar_ traccia della confessione penitenziale, che cancellava il ;;É-;.èii."a.ri .,,ffi;r_ sa, è nmpiazzara ormai da vàci fihipi.;tÉ ,i depositano in una enorîne massa documentaria e ."itit"ir"o.ro così attraver_ so il tempo come una memoria, crescente e incessante, di tutti i mali del mondo. Il *ut.:Ài""r."ro a"ilu--ìr.riu e den,errore non è più rinviato al cielo duliu udibile della confessione; si-accumula sdlì terra """fiJ;;;rna sotto foilra di tracce scrit_ te' E tutto un artro tipo di ràlforti ilirili,"l^fi;li.ì:';, il discorso e il quo_tiàiano, iiritr "h;;; -ril"rr".u crr governare quest'ultimo e di formudrio ,rr, "tto N".;. p;; iuiit" ordinaria una nuova messa in scena. I suoi primi strumenti, arcaici ma gjà complessi, sono noti: supptiche,re rettre't ai r;; :::?-l: anzereari, i vari rnternamenti, i rapporri e le decisioni "orhà;-r. eú;iiil. Non tornerò su quanto è già noto; ma soro su terti urp.-tfi .ti. possono dar con_ to della strana intensità . ai sortà ai u"u.rza che rivestono a volte queste immagini affreitatein ""u sunto, per noi che li scorgiamo-.d" cui.d_ei poveracci hanno ascosì lon-t.ro, le sembi anze dett'inràm ia ta ritt;è ;;";;;î.,àr, r,i*.À"À".î[, ra presen za se_ nerarizzata della polizia, iutiJ q,r"rto evoca abitualmente il óispotismo di un monarca assolu^to. nr. uir"s"à vedere che que- *:::: ;;;";;; "";;;i 254 ;$;;;;i" sta "arbitrarietà,, era una sorta di servizio pr1!,b!ico. .,ordini del re,, n"î ;u,in;;;ií;: dail alto inGli :i me segni deila"bb;;";;" bàsso, cocolrera del monarca, se non nei casi più rari. n più dete volte .tri .r""-" ,"iÉi;;;i"I#iro sresso enrourage-, da ,_"o -quarcuno dar suo f"grg;;;;#", d;;;;;àì renti, dalla suà famieliu,'d;i rioi puÀgjiq Él,i;idui ,ri"irri, a volte curato del posto dal ;",r"Uffi'lì,si richiedeva con insi_ stenza, come se si9 fossè ^da-quat!. trtt"t" meritato ra colrera der sàrrrano,-ai sr;;iai "ri*irri che awebbero pér oscure storie di famigria: sposi beffati o_ banuti; f";lri?1il!ù*a conflitti 4,interesse, giovani indociri, uri."à"rì" delta condotta ta teiii'î; o beruh, € t.rtti i piccori disordini espressa e particolare der ""ilg;;É ,#.va come Ia vorontà r.. dj f-30 rt".Èi"aere uno questi soggetti, ar di fuori delre di regolare, ,ro,., ..u che Ia rjsposta a una doàanda "i. a"iru;ili#, va però accordata pié""ìit"É .r.r.r?u*aàf1asso. Che non veni_ cederla un'inchierd pr." J;;;tiîrl . domanda; essa d";;;;t"'biti.. a giudi;ré r" fondatez za deila ,. .rrru airro rutezzao un ubria_ carura, se una violenza . l'internamenro, e in quàt ;:,*^r_"rlTià", dawero "*l{k;+a;Leritassero quanto tempo: com_ pito della porizia, .hài*Jàgtg"* a quèsto.urg.testimbn ianze, tutto quel mormori-o d"bti"':i;"si addensa aftoÀo a ;!ff|": rl sistem a retlre de cachet-int:rnamento nop fu che un episodio abbastanza brl;,;;;h ar ;;ìil;i;: tocatizzato soitan_ to in Francia. Nondimen. 5'i*p"n"irià""àL storia dei mecca_ nismi del ootere. t t9" àiril,rru ì;i.,-rione spontanea lgrdt" dell'arbitrià regio pi,: q.roìiaiurro rrita. Ne as_ sicura piuttostó.tr ".*àr"Àlit" airtriu"ir"rr. ,..érrao .ìo,ritidelra compressi e in tutto un sioco di doma"d. ì .irp"ri".ìu"rf dell,assólutismo? Può darsi tuttaviu, ,rorr-rrll-senio it -ànarca abuserebbe puramente e semplicemente "rr. ognuno ouò usare per sé,.perdefsuo;i;;; ma nel senso che i l'enormifa aet poterg assorito: ni"p6;;? contro {egli artri, ura iorta di messa a disposizione dei meccaniì-i a"uu1-"ilu"i1a, ra abbastanzaa:ly-r:ú; ."om;'d;.fi#." -""à pÀriiliura da,u à chi saa proprio favore gli effetti. Da qui una certa se{e di ;;;L,r.rrr., Ia sowanità politica viene u irrr.ti.iri der corDo sociale; da sogge{g u rogg.[" "iri""ilg ] g. ri il;ffiHtare ir"tt" li"ite dei più umili rra i membri deua stesià -ffi rà*i"Íi^ ;;'::^:::"?:1pru umili _, reresse, di #ffi*, t?ffir vatere, ortre ate anîì ;;di;ft;ri za,le risorse di yl pót"r-óriti"o q"xlJrl#ra e de*obbedienÀJÉi;r-. de*assoruti_ smo; chiunque, ,9. i? gi"càre "rr" il uR monarca rerribile e senza .gi";;; il;'j;"nrare per l,altro t;ù..: ír;;;'h"mini irr;ffi;i;d;;;;";; ;;;;; ffffilf,TíK:"#t# rex; tutta 25s una catena Dolitica viene a incrociarsi con la trama del quoti_ diano. Ma è ancora necessario, uhèr" un attimo, ;;. apprbpriarsi di questo potere , canalizrirli,-"ipirrto e indiriz zarlo nelta direzion. roirtq bir;;;; ;#;;i.1;"r farne uso a Dro_ 3AXfi in cui è assolutamente temib tico senza limiti.nei rapporti quotidiil-dl;rene cosi accettabile e famfliare, mà.profò"d;;;-r. .uspicato, non soro non senza divenire, per lo stesso moti-vo, iii"*"-ai ,irrà-pu,rru generalizzata. Non bisogna stupirsi di questa t.rra."ia ;[;; ia.à^i *"" h.a ap-erto le rela+oii,dipRRartenenza o di aip""a-.""-r"u,-,t*aizionalmente leg.ate qila fainiglia,-a c-onir"iri politici. Né stupirsi che il poiàre smisurato delamministrativi e re, funzionando così al centro iielle pasriorri, delle ,bbirla.ii" úi;;;^àóff. malefatte, abh^ia potuto diventare, atrooà'o proprio a causa I della sua utiliÈ, òggetto di eìecrazione] coloro che usavano le lettres de cachel e i];e che le 19*1au*;r;;; rimasti impigliati nella trappoladelll loro comfi@;iii,ii;; È""o perduto sempre più la loro potenza tra&zion"t.'" *"tàggio potere amminisrrativo ; quanto al secondo, pèr liT.it8' di un aiìrlàrJlià," mescolato tutti i gj"_rni a ranti .ai;'i;triÉiri, e divenuto odiabi_ le. come diceva il duca di òhauri.", nelle Mémoires de deux ieunes m.ariées,t "rJa" h=à,di'r. la Rivoluzione Fgii?"j; lha tagli ata a rujti i pua.i'ai iàr"igrir. il ,ilrr" ciò vonei per il momento tener fermo questo: con-i s.goi {ispositivi di-úftt"4 di lettres de cacher, di inier"à."t", di p;liri';, nasce uninfinità di discorsi che attravèrsa in ogni séns-o'il l""tiaiuno e si fa carico, ma in un modo assolutarient. aim"oiàa"u.;;;fo;;;., del male minuscolo delle ,rit.-r"trraimportanza. Neile ragnatele del potere, p€r circuiti u*ui Gó""o a impigriarsi le dispute di vicinato, Ie liiiiru";;1.;;:, g_enitori e figli, i malintesi delle coppie, gli eccessi nel vino e njr r.rro, i" td;ff;;;i;bii"il tante p-assioni gegretg. cè stato qui comr,rrii--.irró l-ó""i_" presente appello per la messa in ai ì"p9 queste .gr,r$scoÀò zioni e di tutte_ queste piccole ;ff;;;: ó*rrr"ra a crescere un mormorio che n9n ii fermerà: q-"ètt" p"r;;ii;;;ri"riìJìirdividuali della condotta, l. e i iegreti sono offerti dal discorso "ergogne Sttu p."sa. del ó"i"rà, Ìi?a;"j;;.i;i'".rru di apparte_ nere al silenzio, alla uob" che pasia o ailà tontessione fusace. :ff *"rTilÍilHm:;",iftniri**du,il'*# -. Tuttequesrecoseche-comp""g"""i..ai""ri-"]iiHrr"*lr;:".H. giotfrrt r"t gl-*i a, raviticomune, possono importanza, lbscurità, le e devono essere d!t1e, ^ tate descrivibili e trascrivibili, nella " -.giil-#;;: f;i;*;;;;sa traversate dai meccanismi 256 di un potere Esse sono diven- in cui sono atp"iiii., -F;;"i;;;" tempo non avevano meritato d'essere dette seriamente che le ge_ sta dei.grandi: sgltanto il s€urgue, la nascita e Ie gesta auuà"ó'airitto alla storia. E se capitava a volte che i più uóili ucòed"sr"ro a una sorta di gloria, era a causa di qualche fatto straordinario - una fama di santità o l'enormità di un misfatto. che p"r."Lrserci nell'ordine di tutti.i glorni qualcosa come un segreto da svelare, che l'inessenziale possa éssere in certo modo" importante, tutto questo è rimasto escluso, fino a che non è ',r"rirrto a posarsi su qireste turbolenze minuscole lo sguardo bianco del potere. ,Nascita quindi di una immensa possibilità di discorso. un certb sapere del quotidiano trova qùi almeno parzialmente la sua origine, e con-essa una griglia di intelligibìlità che l,occidente ha cercato sowappoirrJ ai nostri geíti, attà -di_ -"niere di essere e di "óit "ottrrifare. Ma a stata necessaria pQr q,r.rtol pxesenza tanto reale che virtuale del monarca] E siato necessariqiT*aginarlo sufficientemente vicino a tutte queste miserie, sufficientemente attenro pi,: piccolo di questi ài;;;ài;i;;r4 ché ci si mettesse a sollecitaho;'è stato tr".i*r*i;-.h.èiir?rso apparisse come dotato di una sorta di ubiquità fisici. Nella sua forma origiîale, questo discorso r"t q"óiiàiuil-;;;ildmente rivolto al re; a lui s'indiriz zavai dorr.rru scivolaré tiu i grandi rituali cerimoniali del potere; doveva uaotià*é-r" Ì"-*u e rivestirne i segti. Il banal_e non poteva essere a.ito,-arr;;;", osseruato, incasellato e.qsalificato se non in un rapport" aif"_ ,:ry".h: era pene,trato dalla figura del re - dal r.ro pòt"re real'e e dal tantasma dellp sua potenza-. Da qui la forma singolare di questo disc_orso, che esigeva un linguaggio decorativo,"d,i-pr"cazione o di supplica. piccole ,t".i. aiér"i _ciascuna .di i"* giorno doveva essere detta con l'enfàsi dei^rari awenim."ti-.i" solo dgsni di fermare l'attenzione dei mona;hi; ;; g.;;; ;_ torica doveva rivestire questi affarucci da niente. Mai più in seg-uito la rriste amministrazione poliziescu i a*ii* à.ll. -"_ dicina o.della pqr.c^hiatria ritrovéranno simili " eff;tti ;lùi.rdLgio. A_volte un edificio verbale sontuoso per raccontare ,rrr,ér..r_ ra malefatta b ug pic-colo intrigo; a volte'fra;i bre,,i ;ir; f;É;no un miserabile e lo fanno risprofondare nella *;;;tÌ;; . anco.ra il lurrgo racconto di sventure narrat. aÉir" supplica e dell'umiltà: il discorso p"titi"" aàxt6;.iità;;;"".tiu-r"rr"u teva essere che solenne. . Ma si produce in questi _testi un altro effetto di differe nziazione. Accadeva spessó che le domande d'intà.namento fossero da. persone di condizione ilii;;i;;;;." o niente alfaf"".r oettzzate; essi stessi con le loro scarne conoscertze, o ul poiìo loro uno scriba più o meno abile,-compo;;;-;;" come porevano 257 le formule e i giri di frase che pensavano fossero dovuti tgp{o ;i ;i ;;ig".r."al re o ai gra4di e le mescolavano ai termint più violenti, u ruiti.he espressioni con cui pensavano di -"faèttti? in ;;;i;;; aile loro suppliche maggior forza e verità; allora, fr;;i solenni e fuori pbsto, a fianto a termini se-nza né capoal ,;i[;a;,-"ffior.no "rit rsioni razze, maldestre,, dissonanti; iitten"géio obbligatorio e rituale si intrecciano le impazie.nze, i. íóitJrZ, le rabÈ'ie, le fassioni, i rancori, 1e rivolte. Una vibraiion" e un'intensità selvaggia fanno vacillare le regole dlguesto loro air-rr" affettato e si fariio strada con le maniere di"sidire prende oronrie. Così parla la donna di Nicolas Bienfait: essa che- il il tfu;;tai f,ii presente molto umilmente a Monsignoregrande- d"tt;-Ni"olur Bienfait, cocchiere di rimessa, è,uomo Àebosciato che la amm azza di botte e che vende tutto p,t-a avendo ucciso Àià fatto morire due sue mogli, ulu dopo Sverla velduta séconda h it ai tèi ilnfante ancora in corpo, I'ha fatta morire di trattamenti cattivi i suoi con e consumata, iuttgr-ror", fino a volerla strangolare alla vigilia della sua morte... -étttt r"é"a" mangiare il éuore alla graticola, senza parlare AtÉ;grzó "uol. egli pure ha fatto; Monsignore io-mi getto che vittime di altre ai piedi di voótra Grandezzaper.implorare la vostra Misericordd. $il che per la vostra bóntà mi renderete giustizia, perché h mia vita in costante pericolo, io non ces-serò di pre"ri"ttào pel lq consen/aiione della vostra salute...". ii Signore É.i. e I docímenti che ho qui riunito sono omoge-nei e rischi.t-to di apparire monotoni. E- tuttavia funzionano all'insegrJa della airpliiia. Disparità tra ie cose raccontate e il modo di dirle; àir-parità tra toloro, che si lamentano e suppligaqg e quelli t" di loro hanno ogni potere; disparità tra l'ordine minu"tt" scolo dei problemi soilévaii e l'enormità del potere.messo in disiarità tra il linguaggio della-cerimonia-e del potere -ói"; q".itò dei furori o delJim-pótenze. Solo testi che guardano "a Èacine, o Bossuet, o Crébil=lon; ma essi portano con sé tutta ,rttt tntUolenza popolare, tutta una miseria e una violefrza, come si diceva, che nessuna letteratura tutta una "bas "eLzà"potuto accogliere. Fannq gomp?rire.dei a"ii;"poJa avrebbe pe,zz,ànti, dei porreiucci, o semplicemente dei mediocri in uno strano palloscenico in cui assumono delle posture, degll t""ppi Ji ,rà"", delle magniloquenze, in cui si rivestono di lembi di un drappeggio éhe è-loro necessario, sg vogliono che gli si presti aìienTone sulla scena del pote-re. F-anno.penalla ;;;";;lie a una povera troupe di saltim6anchi paludati meno peggio con qualch_e orpello, rJn tqmpo sontuoso, per reciàre àiíà'nzi a un pubblico ài ricchi, che si prenderà gioco di loro. Salvo che recitano la loro stessa vita e davanti a potenti 258 r|le hanno il potere di decid di céline che vov.rrffiirPersonaggi " tutta-_questa disparità sarà cancelata. verrà un giorno in cui tr_pot rg-che !i q"otidiana non sarà monarca vic.in" ; Éil;"] onnipotente e caFg qpetlo_di un"r.r.i-tri[ìrit.rràìàll";i6 lriccioso, fonte d'ogni giustizia. i,,rpònu q".r. rd'zione, al conteirp: *ry:oig" p-6riii"o "gg"-td-di'rro' Jpot.rrza magica; sarà cosrituiro da una rèteiottilé, aifuàiì"ri"tà, _c-q4-inua in cui si oollegano le diverse istiturioni a"ti" Enffi;i rii i.r_ Ii"rt^ill, h medrtina e a:!u, psichiatria. E il Ai;;; che si formerà ar_ lona non awà più là vecchia teatralità-urtiÉ_"i"le e maldesrra, flio_no farsi ascoltare r*::iJiJrri,xxffi?:rutnm*,i1it*"m[liiil la giglia -efficace ma grigiu aétt'e--i"iJràri"".,-d"i eio;di_ srno e della scie-nza; satrio andare ; gii'r;i;;d;;i'"" po' più là, nella letteratura. Nel xvu"*;;" ;-;;i;* secolo, si è an_ -il cora nell'epoca_ruvida e barbara in cui t,rti. q.ruste mediazioni non esistono; il.c,orno-dei miserabili e contiguo quasi mente a.quellg del rè, ir loro agitarsi ail" sue órimbnre diretta_ il; ,"Io non c'è un linguaggio comuie, ma c'è unó scontro tra i disorrlini 9h" I vogliòno-d'ire e il rigoie a9ilà 6;. che è necessario rug',k3?Uitf,xrJfr qgal.o-r"*dili,t,:l:n:;gh1*%:?J:i,lîà: _rttiaàtrt"-J-Jirrtrrrso, che si nere,gqi to, .quan^do si fara ai e;;il; ;tj!^ ;iiA;:;:'d;"ne, degli "affari", dei fatti diversi à a.i +ery folgorazioni, derà in,s .uril- Momento importante quel deitèrdini;a"uèfom;.d;-j:":ì,"ii,if;":H,nhlffj*: anonima di pelsone perché qugsre potesselo p"."rr*é Ji;;l;;r, - parlarne pubbticarirente àilu tri-pti;;;&;i;;; .irà q"àrt" discorso foise indiri-, ato "ri"r_ro iir circolariorr" in un disposi_ tivo di potere ben defini-to,_ché " i"""rJó;;;;li ii*iàtiiJàa appellpercertibil" i"uà .rirtlrre'e-chà, u purtire da que4o* sta guara infima passioni e degli inteieisi, conced.esse al possibilità{.I-r di ,ù inte*enro sowano. rt"r"""iii-"*ài"il;ry^r."^.^Il rusro era una piccola macchina bgn più elementare ,. lr riou_ ragona a questa. come sarebbe indubbiamente re il potere, se esso si limitasse a sorvegriui., ,p iare,sorprendere, proibire e ounire; ma esso i".it", -*t"ìii, pr"auce; semplicemente o_cchio r ;r;;.hio, m_a_ fa agire parlare. non è e Questo macchinario è stato indubbiàf;;. i-pórtà"te per rr.it.i-"t.fi"_ il costituirsi di nuovi rup"ri. No'a .rt"u"èà neppure a tutto 259 un nuovo-regime letterario. Non v9glio dire che la lettre cachet sia all'origine di forme lette,rarie"ineditg ma che, ull" Qe !""1t" tra ><vn e xun se,colo, i.rapporti del discorso, a"t poièl"i.u-u iitu quotid_iana e della verità-sì sono annodati ií modo cui la letteratura stessa si è trovata coinvolta."" """"",'i" La favola, secondo il senso della puiolà, E quello che merita di essere deno. A lungo nerla societàbccidenia6É;;;dil"iit giorni non ha p_olutolccedere al discorso ià-""" attravensata i e trasfigurata dàl fav-oloso;-.iu n.".ssario che essa fosse tratta fuori da se stessa,dall'eroismo, dull;};;-, d;ll" awenture, dalla Prorniide e dalla grazja, eventual;;"ìé auf artitt; ;;;;;;, _ sario che 'oza fosse segnàta da un tocco dilp;Jùii":-$i" ventava dicibile. euello che la meneva É"ri aJÈ "ffàr;-àiil;;iliàr_ metteva di funzionare come lezione più il racconto esulava dall'ordinario, pil]-avevu ro,,u "d;r;;;ìo. p.r ailmaliare o percua_ dere. In.qlesto gioco di 'favol"ro óé,ipi*é;, Ti"tiirJri"r}"r vero e al falso eia dunque fondam""tuià. É-s" accudeva che si tentasse di dire in quanto tale-la *"ai"órió;.1;;;È'ioi'"ru che per provocare ùn effetto ai u".r.;;L;i":f.ri" ^r vvrv faceva ridere. , Dopo il xur secolo l'occideqteha visto nascere tutta una .,fa_ vola" della vita oscura, aa cuiif ;f.;"1;;{; à trovato proscrit_ to. L'impossibile o il derisorio tt"""o zione alla ouale si può raccontare l,"ra"àió.'N.r". f. un,arte del àì'p"l;;. il;;;; iiiir_ ";J; linguaggio il cui a pit ."i.f,rì l,improbabile, ma "gÀpito """ tar apparire suet,chî ;h.. G pt9 .iilfa;;; ;p_ i,"1 "pp.ul.'_ pag.e: dire i gradi ultimi e jri,l t.n,ri del ,àurl'. Nel momento in cui si mette in moto un dispositivo fer i"ìài. a {ire r,,infimo,,, quel che non si_dice, quer ,ro'merita alcuna groria, dunque l"'infame", si forma un nrrouot "f,. iÀp"-o;;é. va a costituire guel ghq..i.p:trebbe chiamaie ruiil!-iÀ-J"à",. terario dell'occidente: re sue funzioni.".ri**iali al discorso letsi vanno poco a poco cancellando; non vi sarq pi,i càme ;"*;;;"àJ;1ffiffi:"_ nifestare in manieo r"nribiÉ iJrpr"ìta...",-ppo visibile delra fgrza della grazia, d"rf..óirmo e della pote_nza, ma di andare a cercare quel che è più difficire a scgrgeisi, ir piú;;;rìà,*iio'iri disagevoie a dirs-i é ;"-il;;i ;;fi,i. ii;il;r"ibito . scanà._ loso' una sorra d'ingi";rio;L-r"orru.. " É p.íte più notturna e più quotidiana delle"sisten; (à;;",J;Éfivorte re figure so_ Ienni del destino) va di;-.gù; è'ia eq"ià-"r,ì tinea di tendenza delta letteratura dopo " iifi;;.à.;a;;; Jrr" n" cominciato a essere le*eratura n9l i.nro ild;; à;fi; o'*"r.. più che una più ch; ;;.àppo*o esseiziare l"p1^Fr-riFgu., con la forma e questa costrizione, stavo p.r di.. q""rà -"rtl,-"hr1;"#;tertzza e ne ha portato fino?-rroti'ilil;o^Àor.i*ento: d.overe 260 di dire il più comune dei segreti. La letteratura non riassume da sola tutta questa grande politica, questa grande etica discorsiva; neppure-vi si riconduce interamente; ma vi ha il suo luogo e le sue condizioni di esistenza. Da qui il suo duplice rapporto con la verità e con il potere. Mentre il favoloso non può funzionare se non in un'indeòisione tra il vero e il falso, la letteratura invece s'installa in una decisione di non-verità: si dà_ qrncipalmente come artificio, ma impegnandosi a produre degli effetti di verità riconoscibili comeìali; l'imporaanza che si è accordata nell'epoca classicd al naturale e all'imitazione è indubbiamente uno dei primi modi di formulare questo funzionamento "veridico" del-la letteratura. La finzione ha da allora rtmpiazzato il favoloso, il romanzo si libera dal romànzesco e non si _svilupperà che liberandosene sempre più c-ompletamente. La letteratura fa quindi parte di questo gryqde sistema di costrizione mediante il qualè l'Occidente ha obbligato il quotidiano a mettersi in discorsó; essa vi occupa pe.È gt posto_particolare: accanita com'è a cercare il quotidiano al di sotto di esso stesso, a superare i limiti, a svelale brutalmente o insidiosamente i segreti, a spiazzare regole e codici, a far dire l'inconfessabile, essa tenderà quindi a mettersi fuori o almeno a farsi carico dello scandàlo, della trasgressione o della rivolta. Più che qualunque altra forma di linguaggio essa rimane il discorso dell"'infamia": a essa spetta dire il pi-ù indicibile-- il peggiore, il più segreto, il più intollerabile, lo spudorato. La fascinazione che da anni esercitano l'una sull'altrala psicoanalisi e la letteratura è in questo punto significativa. Ma non bileg_g9_ sogna dimenticare che questa singolare posizione della letteratura non è che l'effetto di un determinato dispositivo di potere che attraversa in occidente le economie dei discorsi e le itrategie del vero. Dicevo all'inizio che vomei che questi testi si leggessero come altrettante "novelle". Senza dubbio era dire troppb; nessuno varrà mai il meno importante racconto di Òechov^, di'Marrpassant o di James. Né "quasi-letteratura" né "sotto-letteratura" non è nemmen o I'abbiiz" ai g"nèré; e àir;ràù;;;J;: ""f vite, il discorso more e nella pena, nel lavoro""del potere sulle che ne nasce. Manon Lescaut racconta una di queste storie. a 261 Note tI Foucault usa qui ZL? e$-nolalla o acconto: anche la le vru qos llv, cfr.. 4lv^lv VU iacconto; Lr I 'w' _ ' J' 2 Nome rr^-^ dato -l^+^ alla ^ll raccolta dl vite ili santi composta in pieno xu secolo dal domenicano Iacopo daYarazze, Lc,gendn. Aurea, a cura di A. Vitale Brovarone e L. Vitale Brovarone, , Tori 3 Allusioiè fr*Chaulieu, riportate nella lzttre de Mademokelle de Chaulieu à Ma.dame de l'Estorade, in Librairie Nouvelle, Paris 185ó,F. 5-9:'T-apliando.la testa a ha tagliato la testa a tutti ipadri difamiglia"; ed._it. a @ne curà di P. Decima Lombardi, lvlemoie di due giovani sposi, Mondadori, Milano dcux ieunes mariées, 1982. 4 A.F. Prévost, I*s Aventures du chp:valier Des Gríeux et de Manon l*scaut,\ Amsterdam 1733; tr.it. di M. Qraiz, Storia del cavaliere des Grieux e di Manon I Lescaut, Einaudi, Torino 1982. 262
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