Comunicato Stampa

La Dac del Team New Star russo (Classe 2) impegnata nei test dei giorni scorsi e la francese Moore (Classe 3) durante il giro di
trionfo dopo il successo assoluto nella 24 Ore di Rouen 2013, quando Alex Carella gareggiò con Philippe Chiappe e i fratelli Morin
MOTONAUTICA Con il Mondiale di F1 in frenata, si cercano alternative
Carella, una storia dell’altro mondo
L’Australia dopo la 24 Ore di Rouen
Il piacentino, tre volte iridato nel campionato che ha cancellato le gare di maggio e luglio
(Venezuela e Ucraina) per tornare solo a ottobre in Cina, abbandona temporaneamente il Team
Qatar - In Alta Normandia, per la 51ª edizione della corsa amatissima dai francesi che ha vinto nel
2013 assieme a Philippe Chiappe, gareggerà da giovedì in Classe 2 con i colori russi del Team New
Star 1 (alle spalle c’è Cappellini e la Dac): «Una gara che non ha uguali per difficoltà e atmosfera,
ma soprattutto un’avventura che non puoi vincere da solo. Bello che io possa regalare un po’ di
esperienza ai nuovi compagni» - Attorno all’Ile Lacroix, in gara altri due italiani (Tullio Abbate e
Stefano Novi), ma su tutto aleggia il ricordo di Renato Molinari - Poi la trasferta di Taree (23-24-25
maggio), nel Nuovo Galles del Sud, dove affiancherà Rhys Coles nel campionato Asia-Pacifico della
Classe SST120 (una F2): «Sarò da solo, ma sarà bello anche così. Un po’ come tornare alle prime
gare della carriera quando ero io, un minuto prima di scendere in acqua, a fare la carburazione»
ROUEN (Fra), 28 aprile - Già non bastasse la recessione economica internazionale che ha falciato come
grano maturo le sponsorizzazioni legate allo sport, in prima fila (ovviamente) quelle di carattere
dilettantistico, il Mondiale della F1 motonautica, appena avviata l’edizione annuale numero trentuno, è di
nuovo alle prese con i fermenti politici che agitano molte nazioni ai quattro angoli del mondo. A Doha,
tanto per cominciare, i venti della guerra (diplomatica) tra il Qatar e gli altri Paesi del Golfo, ad esempio,
avevano impedito la trasferta al Team Abu Dhabi guidato da Scott Gillman (uno smacco per Thani Al Qamzi
e Ahmed Al Hameli) e alla squadra dell’Arabia Saudita impegnata nella Nations Cup, ma adesso, se si può, la
situazione sta diventando ancora più critica. Nel calendario iridato, infatti, sono spariti gli appuntamenti di
maggio (avrebbe potuto-dovuto essere il Venezuela) e quello doppio di luglio in Ucraina (F1 e President Cup
di Kiev), dove, come ben sappiamo, sono affaccendati in problemi ben più seri di una gara di catamarani.
Buio fino ad autunno, insomma, con la prova cinese di Liuzhou (2 ottobre), cui faranno seguito le due
previste negli Emirati: Abu Dhabi (5 dicembre) e Sharjah (12 dicembre). A meno che, magari attorno a
novembre, si riesca davvero a recuperare una prova, sarà più che mai un Mondiale sprint, con solo quattro
gare in carnet per assegnare il titolo iridato. Peggio, per la cronaca, era andata solo nel 2005 (titolo a
Cappellini), 2006 (Gillman), 2012 (Carella) e 2013 (Carella), quando le gare disputate furono comunque sei.
24 ORE DI CALMA Una pausa troppo lunga per tutti, figuriamoci per uno come Carella che, su web, un po’
in tutte le maniere, grida e invoca ripetutamente la sua voglia e la sua «fame» di gare. «No, non ce l’avrei
proprio fatta a restare fermo per così tanto tempo. Mi sono guardato in giro e ho preso al volo gli assist di
Guido Cappellini e Rhys Coles. Guido, da tempo, è impegnato con il gruppo russo del Team New Star che, in
questo fine settimane, sarà in acqua con due catamarani (ovviamente
Dac) alla 24 Ore di Rouen, quella che l’anno passato ho vinto in Classe 3
con il Team di Philippe Chiappe e dei fratelli Morin. Sono mesi che
lavorano duro, senza tralasciare nulla al caso: in acqua e fuori, badando
soprattutto a fare da… scuola guida ai piloti russi (Mikhail Kitashev,
Konstantin Ustinov, Andrey Paniushkin), al giovane lettone Nikita Lijcs,
uno dei protagonisti dell’Eurofin Trophy, la prova della F4-S
promozionale che affianca il Mondiale di F1, e ai bielorussi Roman e
Dmitriy Vandishev, due componenti della squadra che, a Doha, nella
Nations Cup, hanno beffato per un punto l’Italia Motorglass di
Francesco Cantando, alla quale non era bastata la tripletta di Stefano
Paoletti. Sulla nuova Dac di Classe 2, abbiamo fatto diversi test, a secco
e in acqua (sul lago di Lecco e, soprattutto, a San Nazzaro grazie alla
collaborazione e alla passione di Alessandro Cremona e del suo clan),
senza dimenticare quegli aspetti che, per una gara come la 24 Ore, sono
Ultimi controlli sulla Dac del Team New insoliti. Quest’anno, con l’edizione numero 51, ad esempio, si tornerà
per qualche ora a gareggiare di notte (e sugli scafi bisogna mettere i
Star 1 con cui Carella gareggerà alla 24
Ore di Rouen, giunta alla 51ª edizione
fari…); poi serve perfezionare al massimo i rifornimenti e il cambio del
pilota (con me, sullo scafo n. 20, ci saranno Lijcs, Kitashev e Ustinov). Già, la 24 Ore è davvero unica, non
tanto per l’atmosfera (i francesi l’adorano, non ci sono le contrade, ma la passione è la stessa che c’è a
Siena: è un Palio sull’acqua!), quanto per le difficoltà di guidare su un mosso costante e perché, cosa
insolita per una gara di motonautica, la parola Team, il lavoro di squadra insomma, è davvero al centro di
tutto. Sto proprio vivendo una bella esperienza per il fatto che sto dando una mano a questi nuovissimi
piloti, e sto insegnando loro tutto quello che posso, dalla guida a come affrontare Rouen che, bisogna
ripetersi, non è una gara come tutte le altre. Chiaro che punteremo al successo di Classe 2 e non a quello
assoluto (impossibile per tutti?), ma spiegherò loro un segreto forse piccolo piccolo, ma fondamentale per
farcela: a Rouen, in una gara così lunga, la calma è quella che ti porta alla fine! Come dimenticare, del resto,
che lo scorso anno (in un’edizione durata in realtà 22 ore e 35 minuti), dopo 787 giri, ci siamo imposti con
due soli giri di vantaggio e dopo una rimonta completata proprio nell’ultima ora di gara?».
NELLA TERRA DEI CANGURI Diverso
l’approccio con l’Australia. «L’amicizia con
Rhys Coles (cinque presenze nel Mondiale di
F1 con cui collabora come pilota del biposto
promozionale, usato anche come pace boat,
ndr) è alla base di tutto. E’ stato lui che mi
ha invitato per le gare del 23-24-25 maggio
sul fiume Manning, a Taree (nuovo Galles
del Sud) dove, a fianco di alcune gare
nazionali e mondiali (6 Litri e Illimitata) si
disputerà anche il campionato Asia-Pacifico
Uno scafo del Team Rhys Coles Marine con cui Alex Carella gareggerà a
Taree (Australia) nel campionato Asia-Pacifico della classe SST120 (F2)
della Classe SST120 (in pratica una F2). E
sarà in quella categoria che gareggerò
anch’io, affiancando l’impegno agonistico a un po’ di turismo. Come al solito, però, su tutto prevarrà la
gara. Sarò in zona già il 15 maggio, proprio per preparare al meglio l’imbarcazione (anche questa una Dac),
visto che tornare di nuovo (da solo…) su una F2 sarà comunque emozionante. I problemi? Ah, tanti. A
partire dal fatto che non avrò al fianco i due soliti compagni di viaggio delle ultime vincenti avventure con il
Team Qatar (Attilio Donzelli e Giacomino Curti). Sarà insomma come tornare ai vecchi tempi quando ero io
a fare la carburazione un minuto prima di scendere in acqua. Credetemi: è una cosa che mi manca, ne ho
davvero bisogno, è una carica di adrenalina in più. Scontato anche il fatto che non voglio andare lì per fare
la comparsa, soprattutto perché sto ricevendo decine di messaggi da parte di piloti australiani che sono
felici di poter gareggiare assieme a me. Ma, dal primo all’ultimo, mi dicono che.. battermi sarà uno stimolo
in più per tutti loro. Capito? Almeno in acqua non sarà solo una vacanza».
ROUEN ITALIANA Ma torniamo all’imminente 24 Ore di Rouen, per ricordare che, Carella a parte, saranno
tre i piloti impegnati nel Mondiale di F1 che scenderanno in acqua attorno all’Ile Lacroix, nella città
millenaria dalla storia infinita, famosa (ma non solo per quello!) per essere stata quella dove Giovanna
d'Arco venne giudicata eretica e arsa al rogo sulla piazza del Mercato Vecchio il 30 maggio 1431. In prima
fila il padrone di casa, Philippe Chiappe, in gara sullo scafo Nollet con il n. 1 sulla livrea (affiancato da
Larigot e dai fratelli Morin) in Classe 3; poi (in Classe 2 a sfidare Carella) ci saranno il polacco Bartek
Marszalek, compagno di squadra di Cantando nel Team Motorglass (Team Balt Yacht con i fratelli Atis e Uvis
Slakteris e Stanislav Kourtsenovski) e il portoghese Duarte Benavente, a sua volta impegnato nel Team
Privilege con i francesi Catelin, Bersoult e Fremondiere. Oltre ad Alex, ma in Classe 3, sono due gli altri
italiani iscritti: l’inossidabile Tullio Abbate che, sullo scafo sponsorizzato Autovision, avrà come compagno
di avventura Stefano Novi e i francesi Jean-Vitale e Cedric
Deguisne, padre e figlio con un passato in F1. Tullio è stato
molto sfortunato lo scorso anno, ma è uno che non cede
mai e ha tutte le intenzioni di puntare al bis, dopo il
successo assoluto del 2010 quando si impose affiancato da
Pablo Galilea, Denis Jarnigon e Owen Jelf. Sempre in tema
di successi tricolori, vale la pena di ricordare che, in
precedenza, ci sono state altre sei vittorie italiane: 1972 e
1973 (Luigi Baggioli, Gian Rodolfo Riva e Alfredo Redaelli),
1976 (Renato Molinari, Augusto Panzeri e Sandro Zoppi),
1979 (Renato Molinari, Augusto Panzeri e Angelo Vassena),
1980 (Renato Molinari, Carlo Maria Colombo e Luigi
Baggioli) e 1981 (Renato Molinari, Carlo Maria Colombo e
Luigi Valdano). Renato Molinari, che anche in tempi recenti
è stato visto spesso, da spettatore, nel paddock di Rouen, è
letteralmente idolatrato dai francesi che lo hanno
denominato, con grande rispetto, quasi con dolcezza, «Il
discreto, piccolo italiano». E quel «piccolo», ovviamente,
non si riferiva e non si riferisce alla statura agonistica del pilota e costruttore lariano. A sorprendere, come
sempre, erano le sue scelte tecniche estreme, rivoluzionarie, apportate agli scafi (anche solo per gareggiare
alla 24 Ore di Rouen) che uscivano dal suo cantiere. Come avvenne per la vittoria del 1979 quando, come
raccontano letteralmente le cronache «gareggiò con un catamarano immenso, equipaggiato con un motore
entrobordo Fiat-Abarth mostruoso come potenza per quegli anni». E stupì anche nel 1984, nell’ultima
apparizione personale attorno all’Isola Lacroix, quando il suo catamarano era spinto da un motore
Mercedes diesel turbocompresso, mai visto all’epoca. Renato stava «oltraggiosamente» dominando la
corsa quando venne speronato da un avversario, che lo costrinse al ritiro. Per la cronaca, l’ultima vittoria di
uno scafo Molinari (motore Evinrude) risale al 2006 quando la gara, ma guarda un po’, andò ai fratelli
Morin, affiancati da Larigot e Lebleu.
Immagini di successi italiani nella 24 Ore di Rouen del
passato: Renato Molinari impegnato nel 1980 (era in
gara con Carlo Maria Colombo e Luigi Baggioli) e i
festeggiamenti, dopo l’affermazione-bis del 1973 di
Luigi Baggioli, Gian Rodolfo Riva e Alfredo Redaelli
• Il programma della 24 Ore di Rouen (edizione numero 51) - Martedì 29 aprile: paddock aperto al
pubblico dalle ore 9 alle 18 e verifiche tecnico-amministrative (per il Team Autovision di Tullio Abbate alle
14.30, per il Team New Star 1 di Alex Carella alle 15). Mercoledì 30 aprile, ore 10: briefing piloti; ore 14.3018: prove libere. Giovedì 1 maggio, ore 10-23: gara. Venerdì 2 maggio, ore 7-18: gara.
• Chilometri Il record di km percorsi durante le 50 edizioni sin qui disputate della 24 Ore di Rouen è stato
stabilito nel 1993 dall’equipaggio formato dallo statunitense John Castelli e dai francesi André Larue e
Patrice Kabatski (scafo Jeanneau, motore Mercury): 3.182 chilometri.
• Pluricampioni Con cinque vittorie, il francese Didier Jousseaume è il plurivincitore della 24 Ore di Rouen.
Nell’albo d’oro, con quattro vittorie, figurano poi Renato Molinari (Ita), Christophe Boyard (Fra) e Jean-Vital
Deguisne.