POLITICA DI SICUREZZA E DI DIFESA COMUNE Le operazioni militari e le missioni civili dell'Unione sono svolte nell'ambito della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC), che rientra nella politica estera e di sicurezza comune dell'Unione europea (PESC). La PSDC costituisce il quadro strategico per varie strutture politiche e militari permanenti e per le operazioni all'estero. Nel 1999 tale politica è stata inserita nei trattati dell'UE. Dal 2003 la strategia di sicurezza europea fissa la strategia alla base della PSDC, mentre il trattato di Lisbona offre chiarezza giuridica sugli aspetti istituzionali e rafforza il ruolo politico e le competenze in materia di bilancio del Parlamento europeo. In meno di un decennio la PSDC, una delle politiche europee più visibili e maggiormente in evoluzione, ha acquisito un forte orientamento strategico e una capacità operativa. La PSDC continuerà a evolversi, come specificato nel trattato di Lisbona. BASE GIURIDICA La politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) è parte integrante della politica estera e di sicurezza comune dell'Unione (PESC)[1]. La PESC è contemplata nel trattato sull'Unione europea (TUE). L'articolo 41 definisce il finanziamento della PESC e della PSDC, inoltre gli articoli dal 42 al 46, capo 2, sezione 2 del titolo V (disposizioni sulla politica di sicurezza e di difesa comune), i protocolli 1, 10 e 11 e le dichiarazioni 13 e 14 contengono ulteriori informazioni su tale strategia. L'articolo 36 del TUE descrive il ruolo particolare che il Parlamento europeo svolge in materia di PESC e PSDC. ASPETTI PARTICOLARI DELLA PSDC Le decisioni relative alla PSDC sono adottate dal Consiglio europeo e dal Consiglio dell'Unione europea (articolo 42 del TUE). Le decisioni sono adottate all'unanimità, tranne per alcune significative eccezioni inerenti all'Agenzia europea per la difesa (AED, articolo 45 del TUE) e alla cooperazione strutturata permanente (articolo 46 del TUE) che prevedono l'adozione a maggioranza. Le proposte di decisione vengono di norma presentate dall'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che esercita anche la funzione di vicepresidente della Commissione europea (VP/AR). Il trattato di Lisbona introduce il concetto di politica europea delle capacità e degli armamenti (articolo 42, paragrafo 3, del TUE), sebbene tale concetto debba essere ancora inquadrato. Inoltre istituisce un collegamento tra la PSDC e le altre politiche dell'Unione e prevede, ove necessario, una collaborazione tra l'AED e la Commissione (articolo 45, paragrafo 2, del TUE). Tale aspetto riguarda in particolare le politiche nell'ambito della ricerca, dell'industria e dello spazio dell'Unione, attraverso le quali il Parlamento potrebbe mirare a esercitare una maggiore influenza sulla PSDC rispetto al passato. [1]Si veda il titolo V «Disposizioni generali sull'azione esterna dell'Unione e disposizioni specifiche sulla politica estera e di sicurezza comune» del trattato sull'Unione europea (TUE); si veda anche 6.1.1 sulla politica estera dell'UE. Note sintetiche sull'Unione europea - 2015 1 RUOLO DEL PARLAMENTO EUROPEO Il Parlamento ha il diritto di esaminare la PSDC e di rivolgersi a tal fine, di propria iniziativa, al VP/AR e al Consiglio (articolo 36 del TUE). Inoltre su tale politica esercita le proprie competenze di bilancio (articolo 41 del TUE). Due volte all'anno il Parlamento svolge un dibattito sui progressi compiuti nell'attuazione della PESC e della PSDC, e adotta relazioni: una sulla PESC, elaborata dalla commissione per gli affari esteri che comprende elementi relativi alla PSDC, se del caso; e una sulla PSDC, elaborata dalla sottocommissione per la sicurezza e la difesa. Dal 2012 il Parlamento e i parlamenti nazionali degli Stati membri dell'UE organizzano ogni anno due conferenze interparlamentari per discutere di questioni relative alla politica estera e di sicurezza comune. La cooperazione interparlamentare in tali ambiti è prevista dal protocollo 1 al trattato di Lisbona, dove viene descritto il ruolo che svolgono i parlamenti nazionali nell'UE. Le innovazioni presenti nel trattato di Lisbona hanno consentito di migliorare la coerenza politica della PSDC. Il VP/AR occupa il principale ruolo istituzionale, presiede il Consiglio Affari esteri nella configurazione «Ministri della difesa» (l'organo decisionale della PSDC dell'UE) e dirige l'AED. Il quadro politico relativo alle consultazioni e al dialogo con il Parlamento si sta evolvendo per consentire a quest'ultimo di svolgere pienamente il proprio ruolo nello sviluppo della PSDC. Con il trattato di Lisbona il Parlamento partecipa alla definizione delle relazioni esterne dell'Unione e affronta le sfide descritte nella relazione del 2008 sull'attuazione della strategia di sicurezza europea: «È fondamentale garantire il sostegno pubblico a favore del nostro impegno globale. Nelle democrazie moderne, in cui i media e l'opinione pubblica svolgono un ruolo cruciale nella definizione delle politiche, l'appoggio dei cittadini è essenziale per sostenere i nostri impegni all'estero. Dispieghiamo forze di polizia, giuristi e soldati nelle zone instabili del mondo. Spetta ai governi, ai parlamenti e alle istituzioni dell'UE comunicare in che modo ciò contribuisca alla sicurezza interna». TEMI DI INTERESSE PER IL PARLAMENTO EUROPEO Il Parlamento provvede a esaminare l'evoluzione della PSDC in termini di istituti, capacità e operazioni e garantisce che le questioni relative alla sicurezza e alla difesa rispondano alle preoccupazioni espresse dai cittadini dell'UE. Regolarmente si svolgono dibattiti, audizioni e seminari su temi che comprendono: — le oltre 20 missioni civili e militari della PSDC nelle regioni meridionali del Caucaso, in Africa, Medio Oriente e Asia; — le crisi internazionali con implicazioni in materia di sicurezza e di difesa e le riforme nel settore della sicurezza nei periodi post-crisi; — la cooperazione e le strutture multilaterali in materia di sicurezza e difesa non UE, concernenti in particolare la NATO; — gli sviluppi internazionali concernenti il controllo delle armi e la non proliferazione delle armi di distruzione di massa; — la lotta al terrorismo internazionale, alla pirateria, alla criminalità organizzata e ai traffici illeciti; — il rafforzamento del ruolo del Parlamento nella PSDC attraverso le politiche dell'UE con implicazioni per la sicurezza e la difesa (come ad esempio la sicurezza interna e alle frontiere, la ricerca e le politiche in ambito industriale e spaziale); Note sintetiche sull'Unione europea - 2015 2 — le buone pratiche per migliorare l'efficacia degli investimenti in materia di sicurezza e difesa e potenziare la base tecnologica e industriale, la difesa intelligente, il raggruppamento e la condivisione; — gli sviluppi istituzionali in materia di: strutture militari dell'UE; cooperazione nell'ambito della sicurezza e della difesa nell'Unione; AED; e altre Agenzie e strutture dell'UE nel campo della sicurezza e della difesa[2]; — le risoluzioni legislative e politiche relative alla sicurezza e alla difesa, in particolare se riguardano gli argomenti citati. Il Parlamento partecipa alle riunioni consultive congiunte che si svolgono regolarmente con il Consiglio, il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e la Commissione. Tali riunioni permettono di scambiarsi informazioni sulle missioni e le operazioni della PSDC, sull'esecuzione del bilancio della PESC e sulle regioni di interesse o che destano preoccupazioni. Esse rientrano nell'ambito delle consultazioni che si svolgono tra il Parlamento e le altre istituzioni dell'UE interessate alla PESC e alla PSDC e che vengono attuate con la dichiarazione del 2010 del VP/AR sulla responsabilità politica (6.1.1 sulla politica estera dell'UE). In considerazione del ruolo chiave che l'Organizzazione del trattato del Nord Atlantico (NATO) svolge nell'ambito della sicurezza europea, il Parlamento partecipa all'Assemblea parlamentare della NATO nell'ottica di sviluppare le relazioni UE-NATO, pur rispettando la natura indipendente di entrambe le organizzazioni. Tale aspetto è particolarmente importante nei teatri delle operazioni in cui sono impegnate l'UE e la NATO, quali Afghanistan, Kosovo e la lotta contro la pirateria al largo del Corno d'Africa. PSDC — UNA POLITICA IN EVOLUZIONE Anche se nel 2009 con l'entrata in vigore del trattato di Lisbona la PSDC non è cambiata in modo sostanziale, essa dispone di enormi potenzialità di evoluzione, sia sotto il profilo politico che istituzionale. Ad oggi i principali risultati della PSDC sono il consolidamento, nell'ambito del SEAE, delle strutture dell'UE correlate e la definizione da parte del Consiglio dello statuto, della sede e delle modalità di funzionamento dell'AED, conformemente all'articolo 45, paragrafo 2, del TUE. Sono diverse le occasioni mancate che hanno impedito di progredire nell'ambito della PSDC: in Libano e Libia, ad esempio, sono falliti i tentativi di avviare le operazioni, mentre nel Mali hanno registrato ritardi. Di conseguenza non sono stati schierati i gruppi tattici dell'UE[3], né sono state istituite le sedi permanenti per le operazioni dell'UE. Il Parlamento europeo ha assunto la guida nel valutare i progressi della PSDC e analizzare i punti deboli di tale politica. Inoltre il Parlamento sta sollecitando il Consiglio e gli Stati membri a migliorare l'efficacia di tale politica. Nel 2013, riconoscendo la necessità di fornire un impulso strategico ai capi di Stato e di governo, il Consiglio europeo ha fissato una serie di obiettivi per far progredire la PSDC. Tra i risultati attesi nel 2014 figurano: [2]Tra cui, il Centro satellitare dell'UE (CSUE), l'Istituto dell'Unione europea per gli studi sulla sicurezza (IUESS), il Collegio europeo di sicurezza e difesa (ESDC) e l'Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti (OCCAR). [3]Il concetto di gruppo tattico dell'UE offre uno strumento di PSDC per rispondere in modo precoce e rapido alle crisi militari. Un gruppo tattico è un pacchetto di forze, composto da circa 1 500 unità (di norma multinazionali, il minimo per garantire un'efficacia militare), in grado di effettuare operazioni indipendenti o di condurre la fase iniziale di operazioni più ampie; i gruppi tattici dell'UE sono operativi dal gennaio 2005. Note sintetiche sull'Unione europea - 2015 3 — una strategia di sicurezza per il settore marittimo (da elaborare entro giugno 2014); — raccomandazioni sulle attrezzature di sostegno; — una relazione sul finanziamento delle missioni e operazioni della PSDC; — proposte sull'attuazione di una risposta rapida, tra cui i gruppi tattici UE; — un documento di opzioni contenente proposte volte a sostenere la gestione del confine relativo al Sahel/Sahara; — una tabella di marcia per sviluppare norme industriali in materia di difesa; — un quadro UE per una politica di difesa in ambito informatico; — un quadro politico per la cooperazione in materia di difesa; — relazioni dell'AED sulla effettiva ed efficace cooperazione degli Stati membri nei progetti che prevedono il raggruppamento degli appalti; — un riesame del meccanismo Athena. Per mantenere alta l'attenzione su tali temi il Consiglio europeo ha fissato il mese di giugno 2015 come termine per la valutazione dei relativi progressi. Sarebbe possibile far progredire la PSDC, sviluppare il relativo quadro istituzionale e migliorare la cooperazione tra gli Stati membri e con le strutture dell'Unione attraverso: — lo sviluppo di un approccio strategico nell'ottica di sfruttare appieno le potenzialità di tale politica, così come previsto dal trattato di Lisbona e definendo gli ambiti in cui l'Unione può fornire un valore aggiunto; nel quadro di un tale approccio è necessario un Libro bianco sulla sicurezza e la difesa che definisca l'equilibrio che dovrà essere raggiunto tra l'Unione e gli Stati membri; — l'integrazione della difesa nelle politiche dell'UE in materia di ricerca, innovazione, spazio e industria, in quanto ciò contribuirebbe ad armonizzare i requisiti civili e militari e a realizzare le capacità della PSDC; — il consolidamento del quadro istituzionale dell'Unione — in primo luogo attraverso il potenziamento dell'AED, affinché essa possa sfruttare la gamma completa delle proprie missioni e dei propri compiti definiti nei trattati dell'UE, in particolare per quanto concerne l'attuazione della politica delle capacità e degli armamenti nell'ambito della PSDC (articolo 42, paragrafo 3, del TUE) — settore della sicurezza e della difesa[4]; — la definizione della cooperazione strutturata permanente, compreso il sostegno dell'UE agli Stati membri che assumono impegni in materia di capacità militari (come previsto dall'articolo 46 del TUE); — la definizione dei rapporti tra i vari elementi della PSDC: politica delle capacità e degli armamenti (articolo 42, paragrafo 3, del TUE), cooperazione strutturata permanente (articolo 46 del TUE), clausola di «assistenza reciproca» (articolo 42, paragrafo 7, del TUE, che può essere letta come clausola di difesa reciproca), clausola di solidarietà reciproca (articolo 222 del TFUE), impegno dell'Unione per definire gradualmente una politica di difesa comune dell'UE (articolo 42, paragrafo 2, del TUE) e relazione UE-NATO. [4]In particolare le agenzie intergovernative europee non facenti parte delle strutture dell'UE quali l'Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti (OCCAR), l'Agenzia spaziale europea (ESA), il Centro di ricerca franco-tedesco di Saint-Louis (ISL) e l'Organizzazione europea per la sicurezza del traffico aereo (Eurocontrol), le quali svolgono già o potrebbero svolgere un ruolo nei programmi dell'UE concernenti la sicurezza e la difesa (o il «duplice uso»), così come anche in materia di spazio, ricerca e sviluppo, standardizzazione e certificazione. Note sintetiche sull'Unione europea - 2015 4 Per affrontare l'elenco dei miglioramenti della politica di sicurezza e di difesa comune occorre intraprendere iniziative politiche. Il Parlamento ha dimostrato che intende agire e portare avanti iniziative politiche in materia. Per essere più efficace nel campo della sicurezza e della difesa, tuttavia, il Parlamento necessita del sostegno delle sue controparti nazionali e delle altre istituzioni europee. Ulrich Karock 04/2014 Note sintetiche sull'Unione europea - 2015 5
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