rivista internazionale gioielleria oreficeria

COP 170 VISO A SX STRILLI A DX:IMP.COP. 130.qxd 28/03/14 10.05 Pagina 1
RIVISTA
INTERNAZIONALE
GIOIELLERIA
OREFICERIA
GEMMOLOGIA
INTERNATIONAL
MAGAZINE
JEWELRY
GOLDSMITH
GEMMOLOGY
Sommario 170 ok con immaginiok:Sommario 28/04/14 12.29 Pagina 1
Rivista internazionale di arte e cultura orafa, design e gemme
International magazine on the art and culture of goldsmiths’ works,
design and gemstones
Organo Ufficiale dell'Associazione Orafi,
Argentieri, Orologiai ed affini della Confartigianato
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N. 170 Aprile/Maggio 2014 - Anno XXIX
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ASSOCIAZIONE ITALIANA ARTIGIANI ORAFI E ARGENTIERI OROLOGIAI ED AFFINI
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PROTESTA DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE
CONSULTA ORAFI AL SENATO
OREFICERIA ITALIANA IN CINA
IN AUMENTO LA DOMANDA MONDIALE DI OREFICERIA
“RIPRENDIAMOCI IL FUTURO”.
PROTESTA DELLE PICCOLE
E MEDIE IMPRESE
Il 18 febbraio scorso oltre
60mila imprenditori
provenienti da tutta Italia
hanno affollato Piazza del
Popolo a Roma per
partecipare alla
manifestazione “Senza
Impresa non c’è Italia.
Riprendiamoci il futuro”,
organizzata da R.ETE.
comprimono le potenzialità
del tessuto produttivo. Gli
imprenditori sono scesi in
piazza per testimoniare che
dal futuro delle loro aziende
dipende il futuro del Paese.
Al tempo stesso hanno
voluto sottoporre
all’attenzione della politica
alcune proposte attuabili
rapidamente, che possano
ripristinare un clima
positivo e di maggior
fiducia nel futuro.
Le imprese, in attesa da
un ulteriore impoverimento
delle famiglie e una crescita
allarmante della
disoccupazione.
La manifestazione ha
costituito l’occasione per
dare visibilità alle micro,
piccole e medie imprese,
che, nonostante le difficoltà,
continuano a garantire
occupazione e stabilità, ma
non ricevono adeguata
attenzione da parte del
mondo politico ed
istituzionale.
Perché è dal futuro del
sistema economico tipico
dell’Italia, quello
dell’impresa diffusa,
dell’artigianato e del
terziario di mercato, che
dipende il futuro del Paese.
Alle condizioni attuali, le
italiano “quale realmente
è”, non “quale si vorrebbe
che fosse”. Le proposte di
R.ETE. Imprese Italia vanno
nella direzione di:
• riformare gli assetti
istituzionali e garantire la
governabilità
• fare la riforma fiscale:
dall’oppressione allo
sviluppo
• far ripartire le imprese e
uscire dall’emergenza
occupazionale
• dare credito alle imprese
• proseguire nell’azione di
semplificazione
• tornare alla legalità
• dare a più imprese la
possibilità di competere sui
mercati internazionali
• innovare il sistema dei
trasporti e della logistica
• ridurre i costi energetici
per le Pmi
• superare il SISTRI (Sistema
controllo tracciabilità rifiuti)
CONSULTA ORAFI RICEVUTA
IN AUDIZIONE AL SENATO
Imprese Italia che riunisce
le cinque Organizzazioni
dell’artigianato, del terziario
di mercato e delle piccole
imprese italiane
(Casartigiani, Cna,
Confartigianato,
Confcommercio,
Confesercenti). L’iniziativa è
stata promossa per
esprimere il profondo
disagio delle piccole
imprese italiane stremate
dalla crisi economica e da
condizioni di contesto che
100
troppo tempo di una ripresa
che sembra non arrivare
mai, chiedono azioni
concrete e rapide e non più
progetti astratti per la
soluzione di problemi ormai
indifferibili. La mancata
ripresa della domanda e
una pressione fiscale, locale
e nazionale, che anche nel
2014 rimarrà a livelli
intollerabili, rischiano di
prolungare i loro effetti sulle
imprese, già stremate da
forti difficoltà, e di provocare
previsioni ISTAT indicano
per il 2014 una crescita del
PIL pari a +0,7%, mentre i
consumi delle famiglie
aumenteranno solo dello
0,2%. È chiaro che non si
tratta di una ripresa vera e
propria. Occorre andare
oltre al sentiero
dell’austerità, con azioni che
rilancino realmente l’attività
economica. Occorrono
azioni semplici ed efficaci,
funzionali al sostegno del
modello imprenditoriale
La Consulta Nazionale
Produttori Orafi Argentieri
Gioiellieri, presieduta dal
presidente di
Confartigianato Orafi
Franco Pozzebon, è stata
ricevuta il 30 gennaio 2014 in
audizione alla X
Commissione del Senato
(Industria Commercio
Turismo). Tre i Disegni di
legge di interesse del settore
orafo, su cui si è espressa la
Consulta. Prima fra tutte la
regolamentazione degli
esercizi “compro oro”: il
presidente Pozzebon ha
illustrato la posizione della
Consulta. Quella dei
“compro oro” continua ad
essere una realtà difficile da
mettere a fuoco, in quanto,
a causa della loro
proliferazione e di alcuni
elementi di scarsa
trasparenza, suscitano
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preoccupazione anche da
parte delle autorità. Tali
attività sono presenti in gran
numero in tutte le città
italiane con un incremento
costante a partire dal 2008,
anno in cui inizia la loro
comparsa, anche con catene
in franchising. Con un
volume di affari annuo
complessivo stimato che
oscilla in media tra i 5 ed i 6
miliardi di euro, con oltre 123
tonnellate di oro recuperato
– secondo quanto stimato da
uno degli istituti di ricerca
più autorevoli, come il Gold
Fields Mineral Services –
l’Italia si accredita al
secondo posto nel mondo
dopo gli USA, ma prima
della Cina e dell’India.
La Consulta ha sottolineato
l’importanza della forma
giuridica con cui viene
esercitata questa attività in
relazione alle normative
antiriciclaggio e la necessità
di distinguere nettamente
tra chi esercita l’attività di
compro oro come prevalente
e chi non la svolge in
maniera prevalente, ma a
margine dell’attività di
commercio al dettaglio di
oggetti preziosi nuovi.
Inoltre, essenziale per la
Consulta è la previsione
dell’individuazione di un
preciso (sotto)codice ATECO
per dette attività, che
sicuramente consentirà il
loro corretto censimento,
oltre che la possibilità di un
giusto inquadramento
nell’ambito degli Studi di
Settore. Viene invece
ritenuta sufficiente la sola
iscrizione in un elenco da
tenersi con modalità
semplificate, istituito presso
le Camere di Commercio,
per quanti esercitano
l’attività in maniera non
prevalente. L’istituzione di
un registro telematico potrà
rappresentare un valido
elemento di lotta alla
ricettazione in accordo con
la previsione di più
stringenti disposizioni di
tracciabilità degli oggetti
usati fabbricati in metalli
preziosi. Ulteriori temi,
evidenziati come positivi, del
disegno di legge sono le
iniziative sulla promozione
del settore orafo nazionale e
le sanzioni da comminare
per le compravendite online non regolari. Gli altri
due disegni di legge
riguardano la nuova
disciplina dei titoli e dei
marchi di identificazione dei
metalli preziosi e la
regolamentazione dei
materiali gemmologici. In
ordine al primo, è stata
ribadita la necessità di
migliorare le condizioni di
accesso dei gioielli sui
mercati internazionali, dal
momento che dazi e barriere
non tariffarie impediscono il
raggiungimento di
praticamente oltre il 60% dei
consumatori mondiali. È
stata sottolineata
l’importanza per le imprese
italiane di poter effettuare la
marcatura dei prodotti con
la tecnica laser in
alternativa a quella
tradizionale “a pressione”,
ormai quasi impossibile da
effettuare per molti oggetti.
La Consulta ha anche
evidenziato l’importanza di
poter contare su iniziative
coordinate tra pubblico e
privato per il rilancio del
comparto sui mercati
internazionali.
Infine, in tema di
regolamentazione dei
materiali gemmologici, è
stato ribadito il favore, da
parte della Consulta, nei
confronti di norme che
garantiscano sia operatori
che consumatori.
La normativa proposta
è volta all’armonizzazione
dell’intero comparto e
alla valorizzazione della
professionalità degli
operatori.
L’OREFICERIA ITALIANA SI
PREPARA ALLO SBARCO IN
CINA
Un progetto che vuole
portare l’oreficeria italiana
di qualità in Cina, un
mercato importante che
continua a crescere e a
volere fortemente i prodotti
made in Italy.
La Cina continua ad essere
uno dei mercati più ricchi e
dinamici di questo mondo
globalizzato. Una piazza che
ama i prodotti di qualità,
quelli tipici della tradizione
italiana. Per questo motivo,
durante lo scorso
VicenzaOro Winter, il
Consiglio Nazionale di
Confartigianato Orafi, in
collaborazione con l’ICE, ha
lanciato un progetto che
punta a far collaborare i
designer cinesi e le piccole
imprese italiane, aprendo
un ponte commerciale
importante tra il nostro
paese e quello orientale.
“Il progetto ha un respiro
biennale, parte ora per
concludersi a metà 2015, e
prevede una serie di step
che porteranno alla
selezione dei designer e a
un concorso per definire la
collezione orafa più bella ed
interessante - ha spiegato
Franco Pozzebon, il
Presidente nazionale di
Confartigianato Orafi Successivamente,
lavoreremo con le aziende
che andranno a realizzare
queste collezioni, per poi
avviare la fase di
promozione sul territorio
cinese delle collezioni
realizzate e di supporto alle
aziende italiane che
vengono introdotte in quel
mercato”. Il progetto punta a
selezionare 10 tra i più
influenti progettisti cinesi da
far collaborare con una
ventina di piccole imprese
italiane, per creare
collezioni da portare sul
mercato cinese e per aprire
la via a nuove opportunità
di sviluppo economico per
le imprese del settore.
“E’ un mercato grandissimo,
che però ha bisogno di pezzi
particolari per un
consumatore cinese evoluto,
che vuole esprimere tutta la
sua capacità economica,
ma anche la sua capacità
culturale, con prodotti che
mettano in risalto la
tradizione orientale ed il
meglio dell’eccellenza della
manifattura italiana”, ha poi
concluso Pozzebon.
Il settore del lusso e quello
dell’export hanno retto alla
crisi economica, facendo da
traino alla produzione
italiana di questi anni.
Il progetto di
Confartigianato vuole
percorrere ancora questa
strada, aprendo rotte
commerciali per le piccole
e medie imprese del nostro
Paese.
AUMENTO DELLA DOMANDA
MONDIALE DI OREFICERIA.
IN CRESCITA L’EXPORT
NAZIONALE E LE PERFORMANCES
DEI DISTRETTI.
Nel corso dei primi 9 mesi
del 2013 , secondo i dati del
World Gold Council, la
domanda mondiale di
oreficeria misurata in
termini monetari ha
registrato un aumento del
6% rispetto allo stesso
periodo del 2012. La crescita
della domanda in termini
reali è tuttavia ben
maggiore se consideriamo
la contrazione del prezzo
medio dell’oro registrata nel
periodo di riferimento.
Proprio le più basse
quotazioni del metallo
prezioso hanno favorito gli
approvvigionamenti dei
buyer e spinto verso l’alto gli
acquisti di gioielleria sui
100
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ASSOCIAZIONE ITALIANA ARTIGIANI ORAFI E ARGENTIERI OROLOGIAI ED AFFINI
principali mercati di
consumo (in particolare
Hong Kong, Cina, Emirati
Arabi, Turchia, ma anche
Stati Uniti, India, Russia e
Giappone). Grazie alla
contrazione del prezzo del
metallo prezioso (che fa
segnare mediamente una
riduzione del 14% nei primi
9 mesi del 2013 rispetto allo
stesso periodo del 2012) si
afferma la propensione dei
consumatori all’acquisto di
gioielli in oro di maggiore
caratura.
In controtendenza notiamo
la flessione della domanda
nei paesi europei, in
particolare nel nostro
mercato interno ove si
registra una contrazione
delle vendite di gioielleria di
quasi 10 punti percentuali.
Passando all’analisi dei dati
Istat relativi al nostro
fatturato estero notiamo
come l’export italiano di
oreficeria cresce del 6,9% in
termini di valore rispetto ai
primi nove mesi del 2012.
Ancora in forte crescita
l’export verso gli Emirati
Arabi Uniti (+36%) mentre si
riducono le vendite di
oreficeria alla Svizzera (-3%)
e ai principali mercati
dell’Unione Europea
(Francia -10%, Germania 14%). Cresce anche il
fatturato estero verso Hong
Kong +11%, Turchia +8% e
Stati Uniti +3%.
Guardando all’evoluzione
del fatturato estero
registrata negli ultimi tre
anni, notiamo come il nostro
export sia sempre più
polarizzato sul mercato
degli Emirati Arabi Uniti,
che assorbe quasi il 23%
dell’export nazionale e
sempre meno concentrato
nei principali paesi partner
dell’Unione Europea.
Questo dato appare
particolarmente marcato nel
distretto di Arezzo con una
100
quota dell’export
provinciale verso gli Emirati
Arabi di quasi il 50%.
Per quanto riguarda le
performances dei singoli
poli produttivi, si nota come
nei primi nove mesi del 2013
rispetto allo stesso periodo
del 2012, il distretto orafo di
Arezzo abbia rafforzato la
sua posizione di leadership
nel panorama produttivo
nazionale: con una crescita
dell’export di quasi 18 punti
percentuali il distretto
toscano arriva al 36%
del totale del fatturato
estero italiano.
Più contenuta la crescita
dell’export registrata nel
periodo di riferimento nel
distretto di Valenza Po (+9%)
e nel distretto vicentino
(+3%), mentre le aree
produttive non distrettuali
mostrano una flessione di
quasi 5 punti percentuali.