IL RITORNO DEL CERVO (Cervus Elaphus) IN PROVINCIA DI PERUGIA L. Convito1, M. Croce1, G. Sorbaioli2, F. Zuccaccia2 1Servizio gestione faunistica e protezione ambientale, Provincia di Perugia - [email protected] 2URCA Umbria - [email protected] IX Congresso Italiano di Teriologia, Civitella Alfedena (AQ), 7-10 maggio 2014 Le originali popolazioni di cervo e capriolo scompaiono in Umbria fra il XVIII e XIX secolo per la pressione antropica (soprattutto prelievo venatorio) e le sempre maggiori trasformazioni ambientali. Testimonianze della presenza si ritrovano nelle fonti storiche e nella toponomastica: - es. “Una cronaca perugina del del 1482 ricorda, a proposito delle estesissime macchie di Castel della Pieve, le caccie che venivano a farvi i Signori di Perugia, e la cacciagione che ne riportavano in caprioli, cervi e lupi.” (Nella Patria del Perugino, Mons. F. Canuti, 1926); - dai toponimi delle tavolette IGM risultano in Umbria 12 località (di cui ben 10 in Provincia di Perugia) con nomi riferibili alla presenza del cervo (tab. 1) A seguito del primo Piano Faunistico Regionale (1983) che aveva fra gli obiettivi la “ricostituzione del patrimonio faunistico regionale” si realizzano una serie di Centri di Ambientamento e Diffusione (CAD) per il capriolo ed uno dedicato al cervo, gestito dalla Comunità Montana Alto Tevere e situato nell’Oasi di protezione di Rogni (Comune di Città di Castello, indicato con 1 in cart. 1) all’interno del vasto complesso forestale demaniale dell’Alto Tevere Umbro (foto 1-3). A distanza di trent’anni da quei primi passi, esistono oggi piccoli nuclei in libertà legati alla fuga degli individui dal CAD di Rogni, da due recinti per allevamento a scopo alimentare (“Val di Chiascio” nel Comune di Gubbio dal 1985 e “Le Silve” nel Comune di Assisi dal 1992, indicati rispettivamente con 2 e 3 in cart. 1) e non vi sono distretti per la caccia di selezione in cui ne sia autorizzato il prelievo. Ormai in via di colonizzazione, sembra essere invece il territorio della Valnerina (porzione sud-orientale del territorio provinciale), considerato che il Parco Nazionale dei Monti Sibillini (4 in cart. 1) ha provveduto ad una serie di operazioni di reintroduzione (a più riprese dal 2005, con individui provenienti dalla Foresta di Tarvisio, dal parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e dal Monte Peglia) con alcuni di questi individui che già ripetutamente segnalati all’esterno del Parco. tab. 1 TOPONIMO Pod.e Cervo I Pod.e Cervo II C.le Cervaia Cervaia Cervinaia Capo Cervara Cervara C. Cervara M. Cervara C. la Cervara 1 2 COMUNE MARSCIANO MARSCIANO NOCERA UMBRA NOCERA UMBRA PANICALE PRECI PRECI SELLANO SELLANO TODI foto 1 3 4 cart. 1 -in rosso: località di irradiamento degli attuali nuclei di cervo in Provincia di Perugia, -punti neri: toponimi riferibili alla presenza del cervo in tempi storici foto 1 foto 2 foto 3 n° staz. tab. 1 cart. 2 dati Atlante dei Mammiferi dell’Umbria (Ragni, 2002) nuove segnalazioni dal 2000 in poi cart. 3 2 3 4 16 23 24 18 19 20 25 1 21 6 7 9 10 13 8 12 5 14 17 22 15 11 località Comune Casarini Cascia Colmotino Cascia Demofonti Cascia Penna 2009 2010 2011 2012 2013 1 Cascia Sassenata Cascia Torre San Giorgio Cascia Rogni Giuliano Città di Castello Rogni Martina Città di Castello Rogni Paolo Città di Castello Valmeronte Città di Castello Bell'Augello Gubbio San Pietro vigneto Gubbio Lisciano Niccone 2008 1 1 4 3 6 3 1 8 4 3* 3* Lisciano Niccone Lisciano Niccone II Lisciano Niccone Montarale Montegabbione Montarale II Montegabbione Monte Utero Norcia 1 Madonna delle Grondici Panicale Monte Pausillo Panicale Greppolischieto Piegaro Monticchio Piegaro Perrubbio Pietralunga Sant'Anna Pietralunga Pascoli del Cielo Sant'Anatolio di Narco Monte Grande Vallo di Nera 1 rilievo non effettuato 3* nessuna risposta una o più risposte ascolto degli stessi individui In cart. 2 è mostrato l’aggiornamento dei dati di distribuzione del cervo (per celle pentachilometriche) sulla base delle segnalazioni successive all’anno 2000 e relative a: fototrappolamento (condotto dai tecnici del Servizio Gestione Faunistica e Protezione Ambientale della Provincia di Perugia) per le indagini d’istittuto fin dal 2009 in varie zone del territorio di competenza); - segnalazioni da parte del personale della Polizia Provinciale e dei cacciatori di selezione (in particolare capi distretto) da osservazioni dirette, foto, rilievo di incidenti stradali ed episodi di bracconaggio; - ascolto del bramito durante le sessioni di “censimento” condotte dal 2008 in poi dall’URCA Umbria (con la collaborazione dal 2013 del Dipartimento di Scienze Agrarie Ambientali e Alimentari dell’Università degli Studi di Perugia); in cart. 3 è mostrata la disposizione dei punti di ascolto (in rosso le stazioni con bramito effettivamente rilevato) e in tab. 2 l’elenco delle stazioni. foto 2 Il CAD di Rogni, dal 2004, è stato affidato in gestione ad URCA Umbria che nel 2013 ha stipulato una convenzione con la Provincia di Perugia per la gestione anche della circostante Oasi di protezione. Da molti anni infatti, i cacciatori di selezione iscritti all’URCA contribuiscono alla raccolta di informazioni sugli avvistamenti di cervo condotti durante i censimenti primaverili del capriolo (anche in quelli al di fuori dei distretti di gestione di appartenenza), in un clima di maggiore consapevolezza del proprio ruolo di “gestori” e non solo di “prelevatori” delle risorse naturali. Nel giugno 2011 visto il forte interesse suscitato dai sempre più frequenti avvistamenti soprattutto da parte degli operatori della caccia di selezione, l’URCA Umbria ha organizzato il Convegno “Il cervo… che verrà” (foto 1 e 2) coinvolgendo le due Province umbre e tecnici che si occupano in ambito nazionale della gestione del cervo. Lo scopo era di dare inizio ad un percorso condiviso da parte dei vari interessati (Regione, Provincia, ass. venatorie, ATC, …) per la “prossima” gestione del cervo fin dalle prime fasi di colonizzazione del territorio regionale. Diverse segnalazioni di presenza ad oggi pervenute sono purtroppo relative a casi di bracconaggio (foto 3 e 4) o di incidenti stradali (foto 5 e 6). Si tratta, nel primo caso, di una “interazione” con l’uomo che si spera di poter eliminare o almeno ridurre con una paziente opera di sensibilizzazione del mondo venatorio e una corrispondente crescita culturale. Questo permetterà agli individui fuorisciti in territorio a caccia programmata di dare origine a nuclei “permanenti” e non più temporanei (come questo in foto 7, gruppo di femmine e giovani che si alimenta ad un melo in Comune di Assisi nel settembre 2012), in grado di colonizzare i territori limitrofi. foto 3 foto 7 foto 4 Il fototrappolamento ha permesso di documentare la diffusione spontanea dei cervi, con individui fuggiti da recinti di allevamento, che si sono riprodotti con successo in territorio a caccia programmata. Un filmato di una femmina accompagnata da un piccolo è stato realizzato infatti il 27 giugno 2011 a circa 13 km di distanza dal più vicino recinto con cervi in cattività (foto 8). Nella stessa località è stato fotografato nel settembre 2012 un individuo giovane con marca auricolare, evidentemente scappato da qualche recinto non risultante al Servizio gestione faunistica e protezione ambientale della Provincia o frutto di un tentativo illegale di favorire i processi di colonizzazione spontanea (foto 9). foto 5 foto 6 foto 8 foto 9 Si ringraziano per i dati forniti: Martina Pedrazzoli e Raffaele Liaci (Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell’Università di Perugia), Simone Alemanno, Giampaolo Zandrini, Paolo Spantini, Alfredo Argenio, Gerardo Roscini, Paolo Cenci, Rodolfo Alemanno, Domenico Buso, Lorenzo Leicht, Mirko Rossi, Matteo Mariani, Armando De Carolis, Claudio Brugiati, Franco Fabbri, Michele Nardi, Alberto Alunni, Ascanio Gambaracci, Tito Scipioni, Eraldo Martelli, Francesco Migliacci, Giuseppe Barbetti, Lanfranco Baldelli e tutti gli altri cacciatori di selezione di URCA Umbria che hanno partecipato alle operazioni di censimento. Si ringrazia Guido Vivarelli Colonna per la disponibilità al fototrappolamento nella propria azienda (AFV Roscetti).
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