Il mito di Persefone nella relazione d’aiuto del naturopata Tracce di floriterapia Fiorella Rossi, Scuola di Formazione in Naturopatia Istituto Riza Il mito parla alla totalita’ della psiche e proprio per questo ben si presta ad essere utilizzato nella dinamica relazionale tra il naturopata e i supi clienti. Il mito che desidero analizzare e’ la figura di Persefone, con la sua tratteggiatura esistenziale. Persefone non ci parla di indipendenza, ma della possibilità di scegliere il proprio cammino esistenziale, di crescere e dunque, trasformarsi, anche grazie all’elemento maschile, l’animus, che irrompe brutalmente nella sua vita. La storia di Persefone, figlia di Zeus e Demetra, inizia in modo violento, cioè con un rapimento. Mentre era in un prato a cogliere i fiori, fu rapita dalla bellezza di un fiore particolare, il narciso. Ma in quel momento la terra le si aprì sotto ai piedi e dalla voragine apparve Ade, il dio delle ombre, trionfante su un carro d’oro trainato da cavalli neri, che subito l’afferro’ trascinandola nelle viscere della terra. Le urla della fanciulla giunsero fino alla madre, la dea delle messi e della fertilità della natura, che disperata, cominciò a vagare per tutta la terra per cercarla, con il risultato di rendere sterile al suo passaggio ogni forma vivente. Ciò che a noi interessa e’ la storia psicologica di Persefone, e magari in un secondo momento, potremo analizzare, con l’aiuto della floriterapia, le dinamiche depressive di Demetra. Persefone, immagine della primavera, è una ragazza ingenua e spensierata, si avventura per i campi, con la sua smagliante bellezza, attratta solo da ciò che e’ bello, come i fiori, incurante dei pericoli; ma il ratto la costringe a passare rapidamente da una condizione di fanciullezza a una di maturità, come a dire che diventare uomini o donne non implica solo una trasformazione biologica, ma anche psicologica, la quale ha bisogno “di un salto nel buio”, della possibilità di accedere ad “altro”, a una parte ombra, ctonia, spaventosa ma vitale che darà spessore alla nostra vita, con delle intuizioni che poi ci serviranno in un percorso di cura e di aiuto all’altro. Persefone per crescere, ha bisogno di recidere un legame per lei di vitale importanza, ma fortemente simbiotico, con la madre Demetra. Tutta la nostra vita passa per l’infelicità data dalla recissione dei legami, ma questo passaggio, anche se molto doloroso, a volte è indispensabile per farci capire chi siamo veramente, qual è la nostra vera essenza e non quella che gli altri vorrebbero per noi (le maschere). Ricordiamo a questo proposito le parole di Edward Bach quando parla della necessità di trovare un proprio posto nel mondo, originale, che sia consono al nostro talento e che non debba essere un’eco dei desideri o delle proiezioni familiari... Anche Persefone si dibatte e si dispera quando viene il momento per lei di “separarsi da madre terra” ma da questa separazione, attraverso la discesa agli inferi, potrà tornare nel mondo come una persona nuova, che ha fatto un percorso di consapevolezza, per essere uno specchio limpido nel suo lavoro con l’altro. Non dimentichiamo un passaggio importante ovvero che Zeus, urtato dal fatto che i campi non fruttificavano più a causa del dolore che impietriva Demetra, e soprattutto perché gli uomini non omaggiavano più gli dei poichè morivano tutti di stenti, ordinò ad Hermes di scendere agli inferi e riportare Persefone a casa. La dea però, prima di ripartire, accettò di mangiare dei semi di melagrana offertole dall’ormai marito Ade. È interessante questo passo, perché Ade le offre la possibilità di scegliere se mangiare o meno i semi, cosa che lei fa, suggellando con questa azione “una promessa di ritorno”. Ecco come lo commenta una studiosa di mitologia, la Villani: “La melagrana e’ un frutto che giunge a maturazione alle soglie dell’inverno, aperto è simile a un utero che crea una brillante ricchezza. Forse erano le melagrane le mele d’oro che le Esperidi custodivano nel loro giardino; frutti della conoscenza e della discordia, sancirono patti ed eventi importanti...”. Un frutto sacro dunque, con un valore simbolico che parla di un femminile generoso che si offre, infatti il frutto del melograno era sacro alla dea Era, moglie di Zeus. Dal momento in cui Persefone mangia i semi deve venire a un patto: trascorrere tre mesi all’Ade e il rimanente con sua madre sulla terra, garantendo così la buona stagione ed il raccolto. Persefone non è così passiva come sembra, poiché scegliendo di mangiare i semi, sceglie anche la vicinanza di Ade, e ciò fa innescare il suo processo interno di metamorfosi. Da un punto di vista psichico possiamo ipotizzare che Persefone abbia bisogno di andare “all’inferno”, di conoscere cioè le sue parti ombra, per poter riemergere con un maggiore spessore. È il tema dell’eterno ritorno, che connatura tutta la vita umana, la possibilità di coniugare le nostre parti luce con quelle in ombra, per avvicinarci al percorso d’individuazione teorizzato da Carl Gustav Jung. Dobbiamo cioé confrontarci con le varie stagioni dell’anima, l’estate di Demetra ma anche l’inverno di Ade, ed il nostro vagare tra questi due poli, come Persefone, ci aiuta ad avere più dimestichezza con la nostra anima e di riflesso, con quella delle persone che chi chiedono una mano. Non dimentichiamo che Persefone, da ragazzina sventata, diventa la regina degli inferi ed accoglie sulla soglia le anime dei trapassati, guidandoli, cioè portando luce nel buio. Solo chi ha davvero raggiunto una maturità e consapevolezza con le parti ombra (gli inferi) sa di che cosa si parla quando il suoi assistito parla dei suoi inferni personali. In questa luce possiamo affermare che gli eventi che possono apparire negativi in realtà hanno un grosso potenziale di “rottura” degli schemi preesistenti e possono metterci in condizione di comprendere il senso della nostra esistenza ed uscire dall’inconsapevolezza. Anche il bulbo del narciso rimanda all’idea di un eterno ritorno, i bulbi al di fuori del loro “tempo balsamico” sembrano cipolle poco vitali, ma messi nel periodo giusto nel terriccio giusto, esplodono di fioriture. Il bulbo cioe’ ci parla della capacita’ di saper attendere, della pazienza ma anche della tenacia. di nuovo siamo nei poli luce-buio, fertilità- sterilità, primavera-inverno; la bella Persefone ed il bulbo sono uniti da un destino comune, possiamo forse affermare che siano lo stesso archetipo in forme materiche differenti. Sono entrambi l’espressione della ciclicità degli eventi, così come la nostra anima quando attraversa periodi di desolazione, necessari per poter riemergere alla luce. Dall’inferno si può fare ritorno, ci suggerisce la nostra amica Persefone, ed anche cambiati in meglio. Persefone ci mostra che si possono attraversare i “sotterranei dell’anima”, prendere contatto con parti oscure, senza smarrirsi, anzi, cogliendo l’opportunità di illuminare parti finora oscure e dunque relegate nell’inconsapevolezza. In questo senso allora Persefone puo’ rimandarci l’archetipo del “bravo naturopata”, capace di aiutare i propri assistiti perche’ egli stesso ha attraversato “l’oscuro tunnel dell’anima” come disse Bach a proposito del fiore sweet chestnut. L’immagine del femminile insita in Persefone ci rimanda anche all’inclinazione dell’anima, nel suo compito di nutrimento e protezione, oltre che di guida spirituale. Anche qui entra in campo la quotidianità del naturopata, nel suo accogliere i problemi dell’altro, elaborarli in modo olistico, per poi restituirli con un senso più ampio. È necessario aver fatto un lavoro su di sé, una personale discesa agli inferi con risalita, per poter dare alla persona in consultazione un frammento puro ed originale di se stessi. Con questo intendo dire che non ci sono teorie precostituite, non posso appoggiarmi durante una seduta a Jung o Feud, Krishnamurti o Gurdjeff, ma devo aver elaborato dentro di me tutto ciò per poter offrire qualcosa che ho distillato solo io. È chiaro che fare floriterapia significa innanzi tutto aver fatto un percorso di conoscenza floriterapica personale, esistenziale, aver capito molte cose ed averle anche “dimenticate”. Sicuramente nel percorso della nostra guida spirituale Persefone entrano in campo molti fiori, come chestnut bud come fiore tipo, star of bethlehem, rock rose e cherry plum come dimensione del ratto, honeysuckle, red chestnut e chicory nel recidere il legame simbiotico con la propria madre, o meglio con l’immagine materna che ci condiziona nella libertà delle nostre scelte, sweet chestnut per la buia disperazione iniziale d’esser stata allontanata dal mondo terreno, aspen per il trovarsi nel mondo degli inferi, sicuramente gentian e poi mustard per alleviare l’umor nero e mimulus per le sue paure del buio, walnut per aiutarla a mantenere la scelta fatta, come il trascorrere i mesi in compagnia delle ombre che dimorano agli inferi, scleranthus per aver fatto una scelta importante e per il tema dell’eterno ritorno. alla fine del percorso d’individuazione persefone potra’ essere una buona water violet risolta, con la giusta e sana distanza tra il proprio mondo interiore e quello delle persone che la vorranno venire a trovare. Se invece nel nostro cammino professionale vogliamo farci aiutari dai fiori del bush australiano, possiamo prendere in considerazione le seguenti essenze, da prendere diluite 7 gocce al mattino e 7 alla sera: - alpine mint bush, essenza che dona un nuovo vigore e freschezza mentale alle persone che lavorano in una dimensione di cura; - angelsword, la spada dell’angelo, essenza che favorisce la capacità di accoglere una verità spirituale e farsi guidare dal proprio intuito; - bush fuchsia, per aumentare la propria intuizione durante una seduta; - flannel flower, per aiutare a stabilire confini sani tra sé ed il proprio cliente; - fringed violet, per non assorbire energia negativa; - philoteca, per quanti danno facilmente agli altri ma fanno fatica a chiedere. Buon lavoro a tutti i colleghi! Fiorella Rossi, pedagogista con specializzazione in psicologia, naturopata e floriterapeuta, docente di rimedi floreali presso la scuola di naturopatia riza a bologna e roma, studiosa di botanica, miti e psicologia del profondo.
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