UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TRIESTE Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori Corso di Laurea in Traduzione e Interpretazione PROVA FINALE GERMANISMI NEL DIALETTO PRIMIEROTTO Laureanda: Relatrice: Jessica Longo Chiar.ma Prof.ssa Lorenza Rega Geremia Correlatore: Chiar.mo Prof. Luciano Rocchi Anno Accademico 2005-2006 2 INDICE 1. Descrizione del metodo di ricerca 5 2. Primiero: geografia, storia, lingua e ipotesi sull’epoca di ingresso dei termini di origine germanica 7 3. Introduzione al glossario: indice delle fonti, indicazioni grafico-fonetiche, indice delle abbreviazioni 14 4. Glossario etimologico dei germanismi: - quotidiano (cucina, casa, vita) 18 - lavoro (strumenti e attrezzi, mestieri) 28 - natura (ambiente, flora, fauna) 32 - sussistenza (agricoltura, allevamento, bosco, caccia) 34 - militare e amministrativo 35 - miniere 38 5. Glossario dei cognomi di origine tedesca ancora presenti nella Valle di Primiero 39 6. Bibliografia 42 7. Ringraziamenti 44 3 4 DESCRIZIONE DEL METODO DI RICERCA La stesura del glossario dei termini di origine germanica presenti nel lessico del dialetto primierotto ha necessitato di una ricerca lunga e sistematica. Innanzitutto ho individuato gli unici due testi esistenti interamente dedicati al dialetto della Valle di Primiero: il “Dizionario primierotto” di Livio Tissot (1976) e la tesi di laurea “Primiero e la sua parlata, tesi di glottologia” di Pietro Nicolao (1948-49). Il dizionario del Tissot rappresenta una delle opere più importanti riguardanti il Primiero, è stato pubblicato in due edizioni (1976; 1995) con la prefazione a cura di Giovan Battista Pellegrini, stimatissimo professore all’Università di Padova e noto autore di numerose opere dedicate agli idiomi dell’Italia nord orientale. Il dizionario contiene un’introduzione con cenni storici e un’analisi dell’idioma (grafia e grammatica); segue il dizionario vero e proprio, che riporta la grande maggioranza dei termini in uso e in disuso nelle valli del Cismon e del Canali, con la traduzione in italiano, degli esempi e talvolta l’etimologia; la seconda edizione in particolare si conclude con un’appendice dedicata a filastrocche, poesie, leggende e illustrazioni caratteristiche della Valle. La tesi di glottologia del Nicolao, esistente in pochissime copie e datami gentilmente in prestito, viene considerata il primo studio di rilievo sul dialetto primierotto ed è stata presa in esame dallo stesso Tissot per il dizionario. La tesi riporta, come specifica l’autore nell’appendice, il lessico dei paesi di Imer e Siror, considerato “il più puro”, e ne analizza il significato corrispondente in italiano e l’etimologia. Il glossario che ne risulta è estremamente dettagliato. La tesi è completata da cenni storici e geografici dell’area analizzata e da indicazioni linguistiche e fonetiche dell’idioma primierotto. Dall’analisi incrociata di questi due testi ho ricavato un elenco, piuttosto consistente, di termini in cui l’origine germanica o tedesca appariva probabile o quantomeno possibile e di termini di cui non conoscevo l’etimologia e quindi potenzialmente importanti. Una volta stilato questo glossario di partenza e fatte le prime ipotesi è iniziata la ricerca vera e propria. La ricerca dei testi da consultare non è risultata facile. Alcune opere mi sono state consigliate dal Prof. Walter Strauss dell’Università di Salisburgo, al quale mi sono rivolta viste le sue ricerche nell’ambito delle influenze del ladino sugli idiomi circostanti; altre mi sono state indicate dal Prof. Luciano Rocchi dell’Università di Trieste, correlatore di questo lavoro. Tutti gli altri testi li ho individuati tramite il programma di ricerca on line del Sistema Bibliotecario Trentino. Ho utilizzato per l’analisi del glossario etimologico del lessico e del glossario dei cognomi complessivamente ventuno testi, disponibili presso la biblioteca della SSLMIT di Trieste, la Biblioteca Comunale di Trento o la Biblioteca Intercomunale di Fiera di Primiero, o provenienti da biblioteche personali di famigliari e amici. 5 Poiché l’argomento scelto per questo lavoro, cioè la presenza di tedeschismi e germanismi nel lessico del dialetto primierotto, non è stato affrontato, se non indirettamente, da nessuna opera, l’analisi dei testi è stata portata avanti con metodi differenti. Ho utilizzato come fonti dizionari della lingua veneta, ladina, tirolese e mochena, glossari sui dialetti volgari del Tirolo italiano, glossari sui tedeschismi del dialetto trentino e nello specifico in ambito militareburocratico, dizionari e testi specifici su botanica e sfera rurale. Qui di seguito i differenti approcci: - analisi diretta di termini primierotti; è il caso dei dizionari dei dialetti veneto e trentino, e dei testi di botanica e della sfera rurale. - applicazione ai termini primierotti della stessa etimologia di termini appartenenti a idiomi diversi, in cui tuttavia è evidente l’origine comune o la derivazione da quel determinato idioma; è il caso dei dizionari del ladino dolomitico e dei dialetti veneto e trentino, e dei testi di botanica e della sfera rurale - comparazione diretta fra termini primierotti e termini tedeschi e tirolesi, eseguita per fornire un ulteriore supporto all’etimologia individuata; è il caso dei dizionari di tirolese, tedesco e mocheno. - proposte etimologiche non supportate da quasi nessun testo ma da me ritenute probabili per assonanza o tipo di contesto. Dall’incrocio dei suddetti metodi è risultato un glossario etimologico piuttosto completo, che, nel caso di alcune voci specifiche, fornisce anche spunti di discussione: non rari sono infatti i casi in cui le analisi proposte dai testi non corrispondono o sono addirittura in netto contrasto. In situazioni di questo tipo ho preferito riportare tutte le analisi disponibili, seppur opposte, senza escluderne nessuna, dal momento che non sono in possesso di competenze tali da operare una scelta. Tuttavia ritengo necessario sottolineare la differenza che ho osservato fra i testi recenti e quelli più antichi, per lo più della fine del 1800. Le opere più antiche risultano essere meno scientifiche di quelle recenti, spesso tendono a fornire etimologie fantasiose e poco approfondite, ma hanno il grande vantaggio di essere di almeno cent’anni più vicine nel tempo all’entrata in uso di determinati termini e di essere quindi da questo punto di vista più attendibili. Per quanto riguarda il piccolo glossario dei cognomi di origine tedesca ancora presenti in Valle mi sono affidata alle ricerche del Lorenzi e alla guida dei cognomi trentini pubblicata dal quotidiano L’Adige. Il glossario è strutturato in forma di tabella, a ogni termine corrisponde la nota sul suo utilizzo attuale, il significato in italiano e le proposte etimologiche individuate. 6 PRIMIERO: GEOGRAFIA, STORIA, LINGUA e ipotesi sull’epoca di ingresso dei termini di origine germanica Per un’analisi ottimale del glossario etimologico proposto, sono necessarie alcune indicazioni di tipo geografico, storico e linguistico sulla Valle di Primiero. Geografia La Valle di Primiero è situata nella parte più orientale del Trentino, nell’area dolomitica, a un’altitudine media di circa 700 m. Circondata da tutti i lati dalle montagne, si estende da nord a sud, con una lieve curva, seguendo il corso del torrente Cismon, in cui confluisce, in corrispondenza di Fiera di Primiero, il Canali, proveniente dalla valle omonima. La valle risulta quindi chiusa, gli unici accessi sono la stretta forra dello Schenèr a sud, provenendo dal feltrino, a est il Passo Cereda, che la collega all’Agordino, a nord il Passo Rolle, che permette di raggiungere le valli di Fiemme e Fassa. Primiero è costituita da sei nuclei principali, che formano altrettanti comuni: Imer, Mezzano, Fiera di Primiero, Transacqua, Tonadico e Siror, questi, assieme alle valli del Vanoi (ovest) e Mis (est), appartengono allo stesso comprensorio amministrativo. A una decina di chilometri dal fondovalle sorge San Martino di Castrozza (1444 m), rinomata località turistica che, con la vallata del Primiero, rappresenta una delle zone più incantevoli delle Dolomiti. Circondano il Primiero, infatti, le famose Pale di San Martino, la catena del Lagorai, le Vette Feltrine. L’isolamento e le difficoltà di collegamento della Valle, benché siano sempre stati una costante fondamentale sotto tutti i punti di vista (sociale, economico, politico, culturale e, come vedremo, linguistico), non ne hanno impedito, nel corso dei secoli, lo sviluppo. Storia La nascita della Valle, testimoniata dagli stemmi dei comuni e, per lo meno in parte, supportata dalla geologia, è raccontata in una leggenda. Si dice che un tempo, dove oggi si stendono i prati del Primiero, ci fosse un enorme lago, delimitato dalle montagne e, a sud, da una grande diga naturale. Una lontra, alla ricerca di un compagno, iniziò a scavare un tunnel nella parete della diga, finché non fuoriuscì tutta l’acqua del lago, lasciando al suo posto la valle. Al di là della leggenda, le prime testimonianze della presenza umana nella zona risalgono al mesolitico ( 6000 a.C.). Nelle vicinanze dei Laghi di Colbricon (1927 m) sono stati rinvenuti, nel 1971, reperti preistorici quali selci, officine e bivacchi, che si ritiene appartenessero a cacciatori dell’età mesolitica. 7 I successivi ritrovamenti sono dell’epoca romana. Fino a pochi anni fa gli unici elementi attestanti la presenza di popolazioni stabili erano rappresentati da alcune monete romane portanti l’effige di Diocleziano, da vasi e anfore di fattura etrusca e dalle tracce della Via Claudia Augusta Altinate nella forra dello Schenèr. Solo nel 1996, durante i lavori di restauro della Chiesa Arcipretale S. Maria Assunta di Fiera (datata 1495), vennero scoperti i resti di tre basiliche paleocristiane di epoche diverse (la prima risalente all’impero di Costantino), che testimoniano la presenza, in tale periodo, non solo di una fiorente comunità cristiana ma, addirittura, stando ai ritrovamenti, di una possibile sede vescovile. E’ stato documentato, inoltre, che attorno al 452, anno in cui Attila saccheggiò l’Italia settentrionale, la popolazione del Primiero registrò un notevole incremento a causa dell’arrivo di gruppi di fuggiaschi. Alcuni storici affermano che, fra questi, oltre che oriundi del feltrino, ci fossero anche profughi del borgo friulano di Primieriacum, da cui si farebbe derivare il toponimo Primiero. Nella Valle si hanno tracce anche del passaggio di popolazioni longobarde. Oltre al documento del 570 in cui Alboino concedeva a Feltre l’aggregazione del Primiero, la presenza longobarda è testimoniata dal ritrovamento di alcune tombe, una delle quali accompagnata da un corredo che permette di riconoscervi una donna longobarda, sepolta nel VI secolo. Per quanto riguarda i secoli successivi, fino al mille, la storia non fornisce dati certi. Avvolta nella leggenda rimane l’edificazione del borgo di Piubago, tra Tonadico e Siror, che, nella tradizione, si contende la denominazione di paese più antico con Imer, dal cui nome (Prà Imer) lo Zieger fa derivare Primiero. I recenti ritrovamenti nel sagrato della Chiesa di S. Maria Assunta hanno in ogni modo rimesso in discussione la storia della Valle nei primi mille anni dopo Cristo. Risulta documentato solo che la comunità, in un determinato momento, fu divisa in quattro columelli (o colmelli, o regole) indipendenti, con propria amministrazione e proprio “marzolo” (corrispondente al sindaco e così denominato perché eletto in marzo). Dal 1142, anno in cui la Valle fu attribuita da Corrado III di Hoenstaufen al Vescovo di Feltre, fino al XIV secolo la storia di Primiero risultò legata a quella di Feltre. Subì le conseguenze degli scontri fra guelfi e ghibellini, ottenne nel 1273 Statuti simili a quelli concessi a Feltre, fu soggetta ai ripetuti attacchi degli Scaligeri. In questo periodo furono scoperti i primi giacimenti minerari di ferro che diedero inizio al momento di maggiore prosperità e sviluppo economico della Valle. Nel 1337 Carlo di Lussemburgo, reggente del Tirolo, conquistò il Castel Pietra, roccaforte all’imbocco della Val Canali; nei successivi quarant’anni Primiero passò da un feudatario all’altro, finché il distacco da Feltre fu netto e definitivo. Dal 1386 Primiero passò alla diretta amministrazione dei duchi d’Austria: fu incorporata al Tirolo e fu eretto nello Schenèr, per motivi difensivi, la fortezza della Bastia. Nel settembre del 1401 il duca Leopoldo d’Austria cedette, per 4000 fiorini d’oro a Giorgio signore di Welsperg, la giurisdizione di Primiero; nel 1403 l’investitura fu riconfermata da Federico d’Austria e da allora, tranne la parentesi napoleonica, i 8 Welsperg, nella veste di feudatari o giurisdicenti, furono i signori di Primiero fino al 1827, quando rinunciarono alle loro prerogative e il giudizio patrimoniale di Primiero divenne giudizio distrettuale governativo. Per i Welsperg Primiero era di primaria importanza, sia per la ricchezza dei boschi come pure per il valore che iniziavano ad avere le miniere. Dopo l’infeudamento si ebbe un lungo periodo di pace, durante il quale fiorì l’industria estrattiva e fecero la loro comparsa numerosi minatori austriaci e germanici, i Bergknappen, detti “canopi”. I canopi conducevano, almeno all’inizio, una vita isolata dal resto della comunità valligiana ed erano confinati in determinate zone; al contrario i nobili e i mercanti giunti dal nord sulla scia delle miniere si integrarono. Come ovvia conseguenza, infatti, dello sviluppo minerario si formò, nel luogo dove si tenevano i mercati, il paese di Fiera, allora Marckht Primör (come è indicato in un’antica carta geografica), che non venne aggregato alle comunità già esistenti ma divenne, invece, un’entità separata con a capo un Borgomastro. Le miniere (che fornivano argento, ferro, rame e oro), quindi, con la Casa d’Austria, raggiunsero il loro massimo splendore, portando alla popolazione un miglioramento economico, anche per l’incremento di professioni collegate all’industria estrattiva. La disponibilità di risorse permise anche la realizzazione di significative costruzioni legate alla vita religiosa, amministrativa e produttiva. Per interessamento dei lavoratori tedeschi, fu eretta la gotica Chiesa Arcipretale a Fiera, sul modello della cattedrale di Schwaz e successivamente i minatori stessi donarono alla chiesa un ostensorio gotico in argento massiccio. Lo sfruttamento minerario continuò per circa due secoli, dopodichè, forse a causa del progressivo esaurimento dei filoni e un abbassamento della qualità dei materiali estratti, o come conseguenza dei contrasti fra l’imperatore Massimiliano e Venezia, l’industria estrattiva andò lentamente in declino. Degli avvenimenti del XVII e XVIII secolo non si hanno abbondanti notizie. Da ricordare lo svolgimento di alcuni processi alle streghe (1647-51), sulla scia dei durissimi provvedimenti dell’Inquisizione in tutta l’Europa cattolica. Importanti le riforme attuate durante il regno di Maria Teresa (1740-80), fra cui l’istituzione di compagnie militari volontarie per la difesa locale. Nel 1786, inoltre, dopo lunghe trattative, Primiero venne inclusa nella diocesi di Trento, poiché Giuseppe II non tollerava che un territorio soggetto alla sua autorità fosse, dal punto di vista ecclesiastico, soggetto a un vescovo dipendente da uno stato diverso, com’era la diocesi di Feltre. Le invasioni napoleoniche, che avevano portato alla cessione del Tirolo alla Baviera, coinvolsero attivamente la Valle. Anche i primierotti, infatti, parteciparono all’insurrezione tirolese, capeggiata da Andreas Hofer, contro le truppe franco-bavaresi di Napoleone e si spinsero verso Feltre, battaglia in cui si distinse al comando di una compagnia anche la diciannovenne Giuseppina Negrelli (sorella di Luigi Negrelli, progettista del canale di Suez). Le compagnie tirolesi non riuscirono ad avere la meglio su Napoleone, Andreas Hofer fu giustiziato 9 a Mantova e nel 1810 Primiero venne staccato dal resto del Tirolo italiano e aggregato al Dipartimento del Piave. Già nel 1813 la Valle tornò all’Austria e riunita al Tirolo. Verso la fine del 1800 vennero risolti i problemi di collegamento e ultimati i lavori di ammodernamento delle due principali vie d’accesso alla Valle, la strada dello Schenèr e quella Primiero-Predazzo. Il XIX secolo, se da una parte rappresentò un momento di povertà e di conseguente massiccia emigrazione, dall’altra è anche il periodo in cui iniziò in Valle il turismo alpinistico. La scoperta delle Dolomiti da parte di viaggiatori provenienti da tutta l’Europa gettò le basi per una nuova fonte di reddito: nacquero proprio in questi anni i primi alberghi in Valle e a San Martino di Castrozza. Dopo un lungo periodo di pace, con l’attentato di Sarajevo all’erede al trono austroungarico Francesco Ferdinando, ebbe inizio la Prima Guerra Mondiale. Alla dichiarazione di guerra alla Serbia da parte dell’Impero seguì l’entrata nel conflitto di Russia, Francia e Inghilterra da una parte, e Germania e Turchia dall’altra, in appoggio dell’Austria. La Grande Guerra costituì per la Valle di Primiero una delle più grandi tragedie della sua storia. Il 31 luglio del 1914 venne diffuso in tutta la regione il bando per il reclutamento di massa e la mobilitazione generale: i soldati trentini, e in particolare i primierotti, partirono verso le regioni della Galizia, che viene tuttora ricordata per le carneficine. Il conflitto coinvolse direttamente la Valle a partire dalla primavera del 1915, quando l’Italia, contravvenendo ai patti della Triplice Intesa che la legavano all’Austria, entrò in guerra a fianco degli alleati. Primiero si trovava a ridosso del confine e subì direttamente la tragedia. Gran parte della popolazione venne spedita in campi profughi, sia in Italia che in Austria (Katzenau e Mittendorf), e la valle venne abbandonata dalle truppe imperiali che si rifugiarono sulle montagne, dove si consumarono le battaglie più sanguinose (si ricorda l’incendio dell’abitato di S. Martino di Castrozza, bruciato dagli austriaci per non lasciare possibilità di riparo agli italiani). Negli anni successivi il fronte continuò a spostarsi, a favore dell’uno o dell’altro esercito, conquistatndo o perdendo una cima o una valle, il conflitto, anche sulle montagne, perse ogni caratteristica di guerra lampo, e i numerosi forti, caverne, trincee e cunicoli che tuttora sono visibili lo testimoniano. La guerra ebbe termine nel novembre del 1918: il 4 novembre le truppe italiane entrarono in Fiera, in seguito all’armistizio di Villa Giusti che segnava la sconfitta dell’Austria-Ungheria. La Valle di Primiero, come tutto il resto del Trentino e del Südtirol, passò all’Italia. Il passaggio a una nuova nazione non fu facile dopo più di cinque secoli sotto l’amministrazione austriaca, che aveva garantito, fra le altre cose, l’istruzione obbligatoria dal 1700, l’introduzione dell’ufficio tavolare, una corretta gestione del patrimonio forestale e idrico, nonché, come facente parte di un impero multietnico, una rappresentanza alla Dieta di Vienna: come riferisce De Gasperi, nel 1915, il 95% della popolazione avrebbe optato per rimanere sotto il governo di Vienna. Da ricordare l’internamento di gran parte dei reduci primierotti a Isernia, in un convento 10 abbandonato trasformato in campo di concentramento: partiti pochi giorni dopo la fine della guerra vennero liberati solo nel gennaio del 1919. Iniziò la lenta ricostruzione. In campo politico si auspicava che il nuovo governo mantenesse inalterate le antiche autonomie comunali e locali, ma nel 1923 le leggi valide nel resto d’Italia entrarono in vigore anche nelle province appena acquisite. Il ventennio fascista portò all’italianizzazione linguistica, culturale e politica dei nuovi territori, l’annullamento degli antichi privilegi locali, la centralizzazione del potere. Nella Seconda Guerra Mondiale i soldati trentini, per la maggior parte inquadrati negli alpini, combatterono su tutti i fronti: Francia, Africa, Russia, Grecia, Albania e Jugoslavia. Quando l’Italia venne occupata dai tedeschi, i territori delle province di Trento, Bolzano e anche Belluno costituirono il cosiddetto Alpenvorland, i soldati trentini vennero reclutati dalla Wehrmacht in compagnie della organizzazione Todt, addette alla costruzione di opere difensive, e nel Corpo di Sicurezza Trentino, con compiti di polizia territoriale e antipartigiana. Gli alberghi di S. Martino di Castrozza, che già prima della guerra avevano iniziato ad accogliere sottoufficiali SS in vacanza, durante gli anni dell’Alpenvorland furono trasformati in centri ospedalieri. Dopo il crollo della linea gotica e la ritirata tedesca, gli americani giunsero in valle attraverso lo Schenèr: l’8 maggio 1945 venne siglato l’armistizio con la Germania. Il dopoguerra, con l’avvio della repubblica, fu caratterizzato dalla creazione di regioni a statuto ordinario o a statuto autonomo, tra queste il Trentino Alto Adige, di cui Primiero con il Vanoi e Mis fa parte. Dell’ultimo mezzo secolo è da ricordare la grande alluvione dell’autunno 1966, che portò notevoli danni materiali e ambientali in tutta la vallata. Se da una parte questo avvenimento segnò la fine dell’agricoltura come principale fonte di sussistenza, costituì un’occasione fondamentale per il rinnovo non solo delle strutture idriche e del controllo del territorio. La ricostruzione dopo l’alluvione fu l’inizio del grande boom turistico, attività che rappresenta, attualmente, la principale e fiorente risorsa economica della zona. Lingua Per l’analisi della lingua, mi affido principalmente all’disamina, essenzialmente identica, che ne danno il Nicolao e il Tissot. Il primierotto fa parte del ceppo dei dialetti veneto-alpini, è molto vicino al feltrino, ma possiede proprie peculiarità che lo distinguono nettamente dagli idiomi delle valli e delle aree confinanti. Anticamente, con molta probabilità, aveva caratteristiche simili a quelle delle altre vallate dolomitiche ladine , ma le immigrazioni, le miniere e gli scambi commerciali le modificarono, lasciando sopravvivere solo qualche termine; secondo il Nicolao uno studio approfondito dei toponimi sarebbe utile per delineare le origini ladine del primierotto. Nel primierotto sono presenti elementi preromani, ladini, tedeschi ma è un idioma fondamentalmente di origine latina e veneta, con limitata influenza trentina. 11 Per quanto riguarda la fonetica, presenta delle differenze con l’italiano: la fricativa interdentale sorda (benché leggermente meno accentuata che nel feltrino), l’interdentale sonora, il suono sč, la netta distinzione fra la sibilante sorda e sonora (sempre sonora se preposta a –n, -m), entrambe leggermente palatalizzate. Anche per quanto riguarda la grammatica, il primierotto ha le proprie peculiarità. Molti sostantivi che in italiano sono maschili in primierotto sono femminili e viceversa (la lat=il latte; el bedól=la betulla). Particolarità unica è la collocazione del pronome interrogativo, che risulta sempre posposto al verbo, spesso alla fine della proposizione, in modo che anche l’accentazione di intensità cada sul pronome stesso (élo chi?= chi è?; ndóne onde?=dove andiamo?; magnóne che?= cosa mangiamo?). Nelle forme finite il pronome viene sempre raddoppiato nella 2° persona singolare e nella 3° singolare e plurale (ti ti fa= tu fai; el el é=egli è; lori i sa=essi sanno); mentre nelle interrogative i pronomi personali vengono aggiunti encliticamente ai verbi modificando la forma normale (ti ti vién>viéntu?; el el vién>végnelo?; noi vegnón>vegnóne?; voi vegné>vegnéu?; lori i vién>végneli?). La coniugazione dei verbi è molto particolare, specialmente la formazione dei participi passati; da sottolineare la mancanza del passato e trapassato remoto e del gerundio. Escludendo le parlate del Vanoi e del Mis, la prima influenzata dal valsuganotto, la seconda dall’agordino, che, pur appartenendo allo stesso ceppo del primierotto, andrebbero analizzate separatamente, già all’interno della valle del Cismon esistono differenze. Diversità di lessico e di cadenza sono presenti fra i vari paesi; Fiera, inoltre, si è sempre distinta in modo particolare, essendo il centro dei rapporti commerciali della valle, con un dialetto “zivil”, molto italianizzato. Da sottolineare, ovviamente, che dagli anni della tesi del Nicolao e del dizionario del Tissot, numerosi termini sono scomparsi o andati in disuso, fenomeno comune alla maggioranza dei dialetti italiani. Ipotesi sull’epoca di ingresso dei termini di origine germanica Per quanto concerne il tema di questo lavoro, innanzitutto è necessario fare una precisazione, una distinzione fra i termini di origine tedesca antica e i tedeschismi più recenti. Il Nicolao e il Tissot, riferendosi ai tedeschismi nel dialetto primierotto, parlano entrambi di un fenomeno molto limitato e da circoscrivere essenzialmente alla secolare autorità austriaca e in particolare al campo amministrativo, burocratico e militare. Se questa osservazione può valere appunto per i termini che appaiono quasi come prestiti o storpiature del corrispondente tedesco, c’è da sottolineare che esistono numerosi termini di origine germanica molto più antica. Il glossario è costituito da circa 180 voci, alcune delle quali, appunto, tedeschismi recenti, altre di derivazione sicuramente più antica. E’ naturalmente sottinteso che per la maggior parte dei termini è impossibile individuare l’epoca di ingresso, mancando completamente la 12 documentazione storica da cui attingere o non potendo affermare con certezza la provenienza da un idioma o da un altro. Dai risultati ottenuti azzardo alcune ipotesi sull’epoca di ingresso dei termini individuati. I termini più antichi sono probabilmente del periodo delle invasioni barbariche: si sa con certezza che vi fu in Primiero una presenza longobarda, quindi sono presumibili anche altri passaggi. E’ il caso di parole riguardanti il cibo (biót; brót; broàr), la caccia (crèz; paisa), la mitologia o la leggenda (beatrìc; §mara), la manualità (bréga, sbregàr). L’annessione all’Austria e il contemporaneo sviluppo minerario segnarono probabilmente un momento di massiccio ingresso di nuovi termini. Oltre a quelli strettamente legati alla sfera d’estrazione (canòpo, chipa, §léder, stól), sarebbero di quest’epoca anche quelli collegati alle professioni, diventate specifiche vista la grande affluenza di persone (§lòzer, clòmer, cùcer, gabèr, pìnter, sùster, tìsler). Dell’epoca delle miniere sono anche i molti cognomi tedeschi ancora presenti in valle, come viene ricordato in “Primiero storia e attualità”, “sono discendenti di coloro che, chiuse le miniere, invece di tornare nei loro paesi d’origine preferirono insediarsi nei vari paesi della zona dedicandosi ad altre attività produttive.” A partire dal XV secolo quindi, il Primiero ebbe strettissimi contatti non solo di tipo politico e amministrativo con l’Austria, ma anche linguistico e culturale. Tutti i termini di origine tirolese sono probabilmente riconducibili ai secoli successivi al boom minerario. Un’importante sfera semantica è quella dei cibi (§mòrum, stràuli, cròfen, grìes), bevande (§gnàpa) e delle misure (òlba, fràchel, chìbel), certamente di questo periodo come quella dell’attrezzatura (clàmera, craz, §laif, sina). E’ identificabile con precisione, invece, l’epoca di ingresso delle voci di tipo amministrativo-militare: XIX secolo (stémpel, stéora) e primi anni del 20° con la Prima Guerra Mondiale (gègher, libisbòn, patrona). Afferma Michela Bonfanti nel saggio “L’austriacano nei diari, nelle memorie e nei canzonieri di soldati trentini”, che il termine austriacano “viene usato per indicare un linguaggio casermatico, utilizzato dai soldati trentini durante il servizio militare nelle caserme austriache a cavallo del XX secolo, e nell’esercito austro-ungarico durante la prima guerra mondiale”. 13 INTRODUZIONE AL GLOSSARIO INDICE DELLE FONTI Riporto qui di seguito i testi che ho utilizzato durante la ricerca per la stesura del glossario etimologico, specificando la sigla di riferimento e, dove ritenuto importante, il tipo di informazioni fornite dai singoli testi. (N) NICOLAO P. (A.A. 1948-1949) Primiero nella sua parlata – Tesi di glottologia, Università degli studi di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia. (T) TISSOT L. (1976) Dizionario primierotto, Comprensorio di Primiero in collaborazione con Museo degli usi e costumi della gente trentina. Testi di partenza per la stesura dell’elenco di parole di sospetta o possibile origine germanica, o di cui non conoscevo l’etimologia; da notare che i termini analizzati appartengono al lessico in uso nel ‘48’49 per la tesi del prof. Nicolao e nel ’76 per il dizionario del Tissot, pertanto per una parte scomparsi dal lessico attuale. (K) KRAMER J. (1988) Etymologisches Wörterbuch des Dolomitenladinischen, Hamburg, Buske. (LS) NICOLAI L. (2000) Il dialetto ladino di Selva di Cadore, dizionario etimologico, Uniòn de i Ladìgn de Selva, Belluno. Dizionario della lingua ladina dolomitica e dizionario del ladino di Selva di Cadore; viste le affinità del dialetto primierotto con il ladino, è stata applicata la proposta etimologica degli autori a termini primierotti di origine chiaramente comune al ladino o addirittura di origine ladina. (MAR) MARCATO C. (1982) Ricerche etimologiche sul lessico veneto – Rassegna critico bibliografica, Cooperativa libraria editrice università di Padova. (GBP) PELLEGRINI G.B. (1952) Note etimologiche venete e ladine, Firenze, Olschki (PR) PRATI A. (1968) Etimologie venete, Venezia, Roma, Istituto per la collaborazione culturale. Dizionario etimologico degli idiomi di ceppo veneto, com’è il primierotto, breve saggio su alcuni termini oscuri in uso nell’area ladina e veneta, e glossario etimologico sul lessico veneto; è stata applicata l’analisi etimologica dei termini di origine chiaramente comune al primierotto o riportata l’analisi di termini primierotti direttamente presi in esame. (SDV) SCHNELLER C. (1965) Studi sopra i dialetti volgari del Tirolo italiano, in Programma dell’Imperial Regio Ginnasio superiore di Rovereto, pubblicato alla fine dell’anno scolastico 186465, Rovereto (TN), Caumo. (SRV) SCHNELLER C. (1870)Die romanischen Volksmundarten in Südtirol: nach ihren Zusammenhängen mit den romanischen und germanischen Sprachen: etymologisch und grammatikalisch, Gera, Amthor. 14 Dizionari degli idiomi del Tirolo Italiano (Welschtirol), dello stesso autore ma di anni diversi, il primo in lingua italiana, il secondo in lingua tedesca; durante la ricerca ho notato una minore scientificità di questi testi rispetto agli altri, tuttavia presentano contemporaneamente il vantaggio di essere antichi e quindi presumibilmente più vicini nel tempo all’entrata in uso di determinati termini; è stata applicata l’analisi etimologica di termini dei dialetti trentini di origine chiaramente comune al primierotto o riportata l’analisi di termini primierotti direttamente presi in esame. (B) BANFI E., CORDIN P. (1996) Pagine di scuola, di famiglia e di memorie; per un’indagine sul multilinguismo nel Trentino austriaco, saggio L’austriacano nei diari, nelle memorie nei canzonieri dei soldati trentini” di BONFANTI M., Museo Storico in Trento. (Dm) DEL MURERO T. (1890) I tedeschismi del Trentino opera dedicata alla strenua società Pro Patria, Rovereto, Grigoletti. Dizionario dei tedeschismi nei dialetti trentini; durante la ricerca le informazioni fornite da questo testo si sono dimostrate spesso poco attendibili, la scientificità dell’opera risulta talvolta compromessa dalla soggettività e dalle opinioni politiche dell’autore, come per i testi di Schneller, tuttavia, è da considerare la vicinanza nel tempo all’entrata in uso dei termini. Saggio dedicato nello specifico ai termini tedeschi assimilati nel lessico dei dialetti trentini per mezzo dei soldati, spesso simili o identici anche nel primierotto. (SCH) SCHÖPF J.B. (1985) Tirolisches Idiotikon,Vaduz / Liechtenstein, Sändig Reprint Verlag Hans R. Wohlwend (unveränderte Neudruck der Ausgabe von 1866). Dizionario dell’idioma tirolese; è stato utilizzato come supporto per quei termini tirolesi che sono risultati all’origine dei germanismi individuati. (R) ROWLEY A. R. (1982) Fersentaler Wörterbuch – Fersentaler Dialekt-Deutsch-Italienisch, Hamburg, Helmut Buske Verlag. Dizionario del dialetto della Valle del Fersina (lingua mochena); la lingua mochena è un idioma germanico giunto nella Valle del Fersina (durante il periodo di sfruttamento minerario) e conservato perfettamente nei secoli; sono stati riscontrati nel mocheno alcuni termini di origine germanica individuati anche nel primierotto. (M) MARZELL H. (1943) Wörterbuch der deutschen Pflanzennamen, Leipzig, Verlag von S. Hirzel. KOHLHAUPT P. (1964) Alpenblumen: Alpenblumen in ihrer Umwelt und im Volksleben, Zürich, Buchclub Ex Libris c. (P) PEDROTTI G. (1936) Le piante coltivate in Trentino e i loro nomi dialettali in Studi trentini di scienze naturali, Trento 15 (PB) PEDROTTI G., BERTOLDI V. (1930) Nomi dialettali delle piante indigene del Trentino e della Ladinia dolomitica: presi in esame dal punto di vista della botanica, della linguistica e del folclore, Trento, Monauni Dizionari e glossari botanici basati sulle denominazioni dialettali trentine o sulle denominazioni tedesche; è stata applicata l’analisi etimologica di termini dei dialetti trentini di origine chiaramente comune al primierotto o riportata l’analisi di termini primierotti direttamente presi in esame, è stato fatto inoltre un confronto con le denominazioni tedesche dei suddetti termini. PEDROTTI G. (1936) Vocabolarietto dialettale degli arnesi rurali della Val d’Adige e delle altre valli trentine, Trento, Società per gli studi trentini. PELLEGRINI G.B., MARCATO C. (1992) Terminologia agricola friulana, Udine, Società filologica friulana. Dizionario degli arnesi rurali in uso in Trentino e dizionario della terminologia agricola friulana; questi testi sono stati utilizzati per l’analisi dei termini oscuri della sfera rurale. (ZAN) ZANELLA G. (1981) Per no’ desmentegar (tedeschismi nel dialetto della Val di Sole), Malé (TN), Centro studi per la Val di Sole. Breve saggio sul dialetto della Val di Sole; nel capitolo dedicato ai tedeschismi nel dialetto solandro sono stati riscontrati (inseriti in determinate locuzioni) numerosi termini di origine germanica comuni al primierotto. (BERT) BERTOLUZZA A. (1998) Guida ai cognomi del Trentino, L’ADIGE, S.I.E. (L)LORENZI E. (1895) Saggio di commento ai cognomi tridentini, Trento, Sbottoni e Vitti. LORENZI E. (1902) Nuovo contributo al commento dei cognomi tridentini: osservazioni etimologiche sui cognomi tedeschi in Val di Non, Trento, STET Pubblicazione sui cognomi trentini, a mio parere piuttosto incompleta e approssimata per quanto riguarda le etimologie tedesche. Breve saggio sui cognomi tedeschi in Val di Non; il fenomeno di conservazione di cognomi tedeschi in Trentino è comune a tutte le valli, alcuni dei cognomi nonesi di origine tedesca sono riscontrabili anche nella Valle di Primiero, in forma uguale o similare. 16 INDICAZIONI GRAFICO-FONETICHE Per l’analisi del glossario sono necessarie alcune indicazioni di tipo grafico-fonetico per una corretta lettura e pronuncia dei termini primierotti. - con accento grave/acuto si distinguono le vocali aperte/chiuse: òlba/tónco, chèlera/réfa; - s= [s] sibilante sorda: saiùc; § = [z] sibilante sonora: §gnèc; da notare che la sibilante sonora appare generalmente preposta a gruppi consonantici; - z = [θ] fricativa interdentale sorda (mai affricata sonora): còz; - d = [δ] fricativa interdentale sonora: dàlmeda; da notare che davanti a gruppi consonantici tende a essere pronunciata normalmente - s-ci…; s-ce.. = rappresenta sč [st∫] s-ciós; (nel glossario non è presente alcun termine con queste caratteristiche) INDICE DELLE ABBREVIAZIONI AHD ant BAV CELT EBR FRA GERM GOT ITA LAD LADS LAT LONG MHD ÖSTERR SLO südd TED TIR TRENT volg antico alto tedesco antico bavarese celtico ebraico francese germanico gotico italiano ladino ladino di Selva di Cadore latino longobardo medio alto tedesco austriaco sloveno tedesco Germania meridionale tedesco tirolese trentino volgare 17 CAMPO SEMANTICO: QUOTIDIANO Sottocategorie: cucina (cibi e bevande); casa; vita CUCINA (CIBI E BEVANDE e misure) biót brót canederli chìbel in uso senza condimento o contorno in uso sostanza liquida in uso K PR SDV Dm K secchio di legno, vaso da notte per i in uso carcerati (T) <(TED) Kübel = tinozza, secchio TIR: kübel = Butte, Fass; milch-, krautsecchio di legno, da latte e sim. (N) , scmalzküb'l khibl (fers) in uso boccale da birra òlba non in uso bicchiere da birra di mezzo litro fràchel brót (lad) < (GERM) *brod T grossi gnocchi di farina, pane, salame, lardo, cotti nel brodo <(TIR) Knoderl = canederli T/N precisamente sono quelli che i ted. chiamano Tirolerknödel Dm TIR: knödel SCH crìghel cròfen <(GOT) blauths = nudo blot (lad): <(GOT) blauþs; ma forse attraverso altre lingue nel nord italia <(GOT) blauts = nudo <(TED) bloss (nord:blot) = nudo, privo; (LONG) blutare = saccheggiare "E' il TED bloss = nudo, ignudo, scoperto, solo, semplice, mero, puro" T SC H R <(TED) Krug = boccale (suff. dim. –L) T "il boccale di cui sarebbe un diminutivo dialettesco Krügerl" Dm <(TED) halb TIR: halbe = die halbe Mass T SCH dolcetto di pasta lievitata a forma di mezzaluna con marmellata, un tempo in uso in occasione delle nozze <(TED) Krapfen TIR: krapf'n = Pfannkuchen T/N SCH antica misura per i liquidi non in corrispondente a mezza trinca o a un uso quarto di mòsa < (TIR) frakele < (TEDvolg) Frackel fràcl (lad) : < (TIR) fraggεlε TIR: frackele, fragkele = Getränkmass, halbes Seidel oder Achtel einer Mass < (TED) Frachel = misura pel vino , "terzeruola", 8a parte di un fiasco (mòssa) PR SRV K SCH Dm 18 garb (garp) in uso acerbo, scontroso grìes non in uso semolino PR / non spiegato nell'origine SRV < (TED) herb; (TEDvolg) harb; (MHD) geherwe; (CELT) gwerw SDV TIR: harb SCH proposte incerte (LONG) harw (herb): REW 4064; (MHD) garwe: Bertoni (1914) MAR < (TED) Gries T PR / SRV / SDV / Dm K SCH ZAN < (TED) Gries grìes (lad): < griεss TIR: griess, (MHD) griez loc. "'l gh'ha magnà gries" mòsa misura per i liquidi (T); vecchia misura in uso austriaca di liquidi equivalente a 1l (N) <(TED) Maas N SDV / Dm SRV < (TED) Maass = misura, (TIR) mass < (TED) Maass mòscia (lad): < (TRENT) mòsa < (TIR) mąss K TIR: måss = das bekannte Schenkmass für Flüssigkeiten SCH pùdel non in uso bicchierino =1/16 l rìbel non in farina di granoturco fritta, al posto del rìbl (lad): Schmarren, besonders uso pane Erdäpfel schmarren < (TIR) rîbl K §gnapa in uso grappa di vinaccia <(TIR) Pudl N pudl (lad): < (TIR) pûdl K TIR: pûdl = in Vinschg. ist das pûdele ein Getränkmass, das 1/4 Seidel hält SCH <(TED) Schnaps =grappa, acquavite T sgnàpa (lad) : < (ITAnord) sgnapa < (TED) Schnaps K PR / Dm / LS < (TED) Schnaps §gnèc §mézer in uso molliccio <(TED) weich < (TED) Schnecke, *snahhan scivolare, knacken = schiacciare non in palettina per raschiare il paiolo; coltello uso di legno per tagliare la polenta <(TED) Messer loc. "con 'n messer" Dm = LS T ZAN 19 §mòrum pietanza dolce/salata; composto a base di latte, uova, farina, sale fatto friggere in un tegame di ferro in abbondante burro, continuando a tagliuzzare durante la cottura (20’) fino ad ottenere piccoli pezzetti molto dorati; un tempo costituiva pasto completo, adesso servito come dolce, cosparso di zucchero semolato o accompagnato con marmellata di in uso mirtillo rosso <(TIR) Schmarren = crêpe sminuzzata TIR: Schmarren stràuli in uso dolci, fritti a forma di spirale strùdel in uso dolce con mele tonco in uso sugo, intingolo T SCH <(TIR) Strauben = dolci, fritti a forma di spirale JL <(TED) Strudel TIR: strudel = Mehlspeise T SCH tunco (lad): < (TIR) tunke/ (TRENT) tonco K < (TED) Tunke = brodetto, sugo Dm TIR: tunke = Flüssigkeit zum Eintunken SCH trinca non in misura per liquidi uso scodella di maiolica (=1/2 zèlten in uso dolce natalizio di frutta secca TIR: trinkel = der achte Teil der Mass, wie frakel; "in der tir. L.O.v. 1603 werden mosa); als Weinmasse aufgeführt: uren, fueder, paceyden, mass, trinkel oder fräkele" SCH <(TIR) zelten TIR: plattes Backwerk PR SCH CASA àcherle in uso uncinetto <(TIR) Hakerle = uncinetto T/N àgherle (TRENT): "proviene più precisamente dal dimunitivo dialettale Hackerl" Dm akerle (fers): < hakele R bata in uso bàta (lad) : < (TIR) wattε <arab. batān càndola cotone idrofilo bricco, recipiente con manico (T); tubo di legno che, nella bigoncia del bucato, non in contiene il bastone che ottura il buco uso d'uscita del ranno (N) <(TIR) Kandl <(TED) Kandel, channâ K N Kandele < <(TIR)(TEDvolg) Kandel, Kandele (AHD) SRV SDV proviene evidentemente da Kannderl o Kanndel diminut. dialettesco da Kanne Dm 20 TIR: kandl, kandele; (MHD) kanne; (AHD) channa SCH kandl (fers) : brocca, secchio còz in scendiletto grossolano fatto di stracci disuso (da qui incozà = sudicio) <(TIR) Kotzen = coperta grossolana TIR: kotzen = zottige Decke aus Wolle < (TIR) kotzen: Pellegrini (1947-48) "zottige Decke aus Wolle <(TED) Koffer cùfer (lad): <(TIR) kûfer N (Schopf 336) SCH MAR T/N /B K cùfer in uso baule dóf bigonciolo ovale, con coperchio e non in manico, usato per portare la merenda uso a chi lavora nei campi <(TED) Topf = caso, pentola T fàifa non in uso pipa T <(TED) Pfeife < (TED) zwirlen (quirlen); Zwirl = capo del tornio SDV < (ITAant) pirlo PR < (TED) Wirbel Dm nota: data la presenza dello stesso termine nell’italiano antico risulta complesso determinare la provenienza; schema più probabile: primierotto< ITAant < TED pirlo in uso trottola plòta piastra di pietra; piatra di metallo della in uso cucina economica <(TED) Platte = piastra < (LAT) plautus N PR plus in uso camicia MAR pult pult (lad) : < (TED) Pult (<LAT pulpitum); "das deutsche Wort Pult, das seinerseits aus der mittellateinischen Scholarsprache stammt, wurde als in cassetto con ribalta del mobile fatto a typischen Fachwort in die romanischen disuso stipo Idiome Nordostitaliens übernommen" K pùsol (bùcol) < (TIR) pluse, plus < (FRA) Blouse mazzetto; anche quello che la ragazza in uso mette all'occhiello del fidanzato <(TIR) Busch’l < (TEDvolg) busch'l (Büschel) N SRV SDV / Dm < (TED) Büschl, dial. busch'n, busch'l TIR: buschn = Blumenstrauss (auch büschl) SCH puscèla (lad)= ungeornetes Stroh: < (TIR) puschl K réfa in uso zaino <(TED) Reff = gerla JL 21 rìmena non in uso cinghia dei calzoni rusàc non disuso zaino <(TED) Riemen =cinghia, cintola T/N /B <(TED) Rücksack <(TED) Rücksack JL B non in crine vegetale usato per fare cuscini e uso materassi <(TED) Seegras = crine vegetale loc. "'l g'ha i materasi de segres" T ZAN §lòc non in uso giocattolo che provocava il suono di piccolo scoppio <(TED) Schlag = botta, colpo T §nòl in uso maniglia della porta, saliscendi, nottola <(TED) Schnalle = fibbia, fermaglio snòla (lad): < (TIR) Schnallε ségraz < (TED) Schnalle loc. "'l ha rot 'l snol de la porta" T K SRV / SDV / Dm ZAN spolèr in uso cucina economica <(TED) Sparherd = cucina economica spor hert (fers) T R stinf in uso <(TIR) Stumpf TIR: stumpf N SCH stùa zìtera in uso babbuccia dei bambini stanza, la più grande e la più calda, con una stufa e generalmente rivestita stua (lad): < (TED) stube / (LAT) in legno *extupha etimo controverso forse < (LATpop) *extufare TIR: stub'n = an die Gesindestube anslossende Kammer < (TED) Stube = stanza riscaldata non in uso cetra zitra (lad): < (TIR) zitter (e) K/ LS PR SCH Dm K VITA beatrìc in uso personaggio delle leggende Ostgothenkönig Dietrich von Bern; Wuotan ; wuoterich (AHD) SRD Teodorico, Dietrich von Bern PR Dio germanico Wodan <wüterich (MHD) = uomo atroce, crudele; primier. la caza beatrìc = die wilde Jagd (Grimm, deutsche Mythologie)" SRV 22 mal del ors in uso emorroidi <(TED) Arsch T ors (lads): sentire bruciare il sedere quando sudati ci si siede su una superficie molto fredda < (LAT) ursu LS broàr in uso scottare < (TED) brühen SRV broà (lads): < (GERM) broian; (TED) brühen LS cisolàr in uso abbruciacchiare <(TED) zischeln = soffriggere T <(TED) zischeln SRV nota: non è da escludere la derivazione onomatopeica, da sottolineare comunque che il termine primierotto non indica cottura/soffritto ma la semplice bruciatura (es. abito) chenùc in uso abbastanza, sufficiente, abbondante chizòla infiammazione in uso collo della ghiandola <(TED) genug ghenùg (lads): < (TED) genug T LS eventuale legame con il TED Kitze = del capra giovane, giacché le glandole rigonfie sono caratteristiche delle capre MAR nota: l’etimologia risulta piuttosto inverosimile crachesàr vivere in cattive condizioni, perdere in uso colpi per malattia o vecchiaia <(TED) Krachse <(TIR)(ÖSTERR)(BAYR) krachse crachesà (lad): <(TIR) krăgse cràiz non in uso T SRV / PR K <(TED) Kreis Loc."no 'l gh'ha 'n spìzig de crèiz!" "ted. Kreutz = croce, per metonimia: la fronte, la testa, il cervello; perchè il segno della croce lo s'incomincia dalla fronte" khraits (fers) = croce nota: l’etimologia, benché attestata da diverse fonti, risulta piuttosto inverosimile cronco buonsenso, giudizio non in uso malato cronico T ZAN Dm R <(TED) krank T cronq (TRENT): "E' il ted. krank. E se fosse invece "cronico"?" Dm nota: risulta difficoltoso determinare la reale provenienza del termine crup non in uso difterite cucàr in uso guardare di nascosto, curiosare <(TED) Krup = difterite Loc. "'l gh'ha 'l krup" <(TED) gucken (etimologia discussa) "verbo di derivazione non chiara" JL ZAN molto JL PR 23 "E' il ted. gucken" fèrse (pl) fiap in disuso morbillo Dm es ist vielleicht das deutsche Fraiss, MHD Vreisse SRV TIR: frais, krampfhafter Zufall, Epilepsie, (AHD) freisa, (MHD) vreise SCH ferseler (fers) : morbillo, rosolia R "non è l'italiano fiacco che noi diciamo fiaq, o per lo meno è influenzato - quasi corrente elettrica d'induzione - dal ted. flau d'analogo significato" Dm in uso floscio nota: il termine è di origine oscura, è ipotizzato un collegamento con il verbo antico francese flapir fiza flòster in uso ruga, grinza, piega fondo stradale in uso massicciata Tìtele non in uso dim. Francesco non in uso dim. Domenico non in uso dim. Battista gatìzole in uso solletico ghèba in uso cappa di fumo grìngola in uso allegria, buonumore lipa in uso fannullone, pigro lòfo in uso fannullone, pigro Frànzele Mìnchele < (TED) Fitze: Cappello (1957) fatto di MAR pietre, <(TED) Pflaster = pavimentazione stradale T TIR: pflaster (wie HD) SCH < (TED) Pflaster: Pellegrini (1977), Zamboni (1971) MAR <(TIR) Franzele = dim.Franz T < (LAT) catulire < (TED) Kitzel r. (Kitze= gatta, micino) SRV Dm vielleicht von deutschen Stamme wib (wēban), (AHD) weibŏn SRV dalla radice wab, wib, sanscr. : vap, vip, (TED) weben SDV < (TIR) gerĭngel < (AHD) ringilâ - ringulâ nota: risulta difficoltoso determinare la reale provenienza del termine PR SVR pare (AHD) lippa (labbro) = ghiottone, fannullone PR loc. "'l gh'ha 'na lipa!" ZAN lof (lad) < (TIR) laffε TIR: laff = Schmarotzer, Vielesser; loff = unverschämt bittendende Person, Schmarotzer < (TIR) laffer lofern (fers) = oziare K SCH MAR R 24 PR / Dm mismas in uso confusione di cose messe e casaccio < (TED) Mischmasch mus in uso <(TED) müssen mus (lads): < (TED) müssen loc. "quan che l'è mus l'è mus" muz (TRENT) < (TED) müssen N LS ZAN Dm nèca in uso niente, nulla <(TED) nicht(s) JL nica in disuso niente <(TED) nicht(s) JL paz in uso sporco, sudicio pefél in uso severa reprensione bisogna, è necessario <(TIR) batz N TIR: batz = weiche klebrige Materie, batzerei = unsaubere Arbeit SCH < (LAT) *pactius PR paz (lad): < (LAT) *pactius K nota: risulta difficoltoso determinare la reale provenienza del termine < (TED) Befehl < (TED) Befehl loc. "'l gh'ha scrit 'n pefel" petelàr in uso il piagnucolare dei bambini pitferunz! in uso esclamazione plao N/T PR / Dm ZAN <(TED) beteln = chiedere qcs con insistenza T petlé (lad):< (MHD) pëtelen K < (TED) bitte für uns; litanie: Pallabazzer (1980) MAR non andare a lavorare, a scuola; <(TIR) blau (machen) = stare in in uso momento di riposo vacanza T TIR: balu machen= so viel als einen blauen Montag machen (ursprünglich der arbeitsfreie Montag vor Aschermittwoch, an welchem die Altäre blau überkleidet werden) SCH <(TED) rank = slanciato, snello (variaz.sem.) T rancàl (lads): legno storto < (LONG) rank = incurvato, zoppo, slombato LS TIR: rank = WEndung, Krümmung SCH nota: secondo il Wahrig “Ranke = aus Blatt, Spross od. Wurzel entstandener, fadenförmig verlängerter Pflanzenteil, der in der Lage ist, sich an Stützen zu befestigen (Wein-); <(AHD) hranca; Herkunft nicht geklärt”; difficile stabilire la provenienza. ranc in uso sciancato saiùc in uso singhiozzo; cavalletta <(TED) Schlucken = singhiozzo JL sbiàc in disuso pallido <(TED) bleich JL 25 sbregàr in uso lacerare, spezzare < (GOT) brikan, (LONG) brehhan, (TED) LS / brechen Dm scarcài in uso muco secco degli occhi crèch (lad): <(TIR) gregg K nota: lo schema di derivazione sarebbe primierotto< ladino < tirolese; difficile determinare l’affidabilità di tale ipotesi sgranf in uso crampo < (TED) Krampf < (ITA) crampus < (LONG) krampf = uncino Dm LS sgrìzol in uso schifo, ribrezzo, angoscia sgric (lad): onomatopeisch K < *gris, *grizz di natura onomatopeica PR < (TED) grieseln da *gruwison, *grausen/grusen = farsi venire la pelle d'oca, rabbrividire LS non in slampazada uso donna sudicia, sciatta, buona a nulla <(TED) Schlampe = sciattona, donnaccia T TIR: schlampen = in der Kleidung nachlässig sein SCH slandra (slodra) in uso donnaccia, prostituta anche milanese, toscano, bolognese, da ricollegare al TED landern PR slònder (lad): < (TIR) schląndεr K §laup senza sostanza, insipido; di persona in uso fiacca <(TED) schlapp = fiacco, spossato T §lèc in uso <(TED) schlecht JL §lipegàr in uso scivolare < (MHD) slĭpfen (schlüpfen) < (TED) schlüpfen TIR: schlüpfen = auf dem ausgleiten SRV Dm §lòfen, ndar a debole per fame o malattia in uso andare a dormire <(AHD) schlofen < (TED) schlafen slof (fers) = sonno §mara oppressione durante il sonno; personaggio delle leggende che in uso impersonava la morte < (AHD) mara = incubo §mir in uso grasso per ungere le ruote del carro; cosmetici < (TED) Schmiere < (TED) Schmiere loc. "darghe smir al assil del car" spiza in uso prurito Eise SCH N PR / LS R PR T PR / LS ZAN kommt vielleicht von AHD *pîz, MHD bîz, AHD Beiss SRV 26 < (TIR) bitzeln = fare prurito SDV < (TED) spitzen Dm nota: più plausibile forse la derivazione dall’italiano pizzicare spizàr (tr) in uso appuntire (matita) < (TED) steif < (AHD) steif, stif PR / SDV / Dm SRV <(TED) deutsch T staifo in uso robusto, massiccio tòic non in uso tedesco tòm argine; strada, via che corre lungo in uso l'argine < (TED) Damm < (TED) Damm T PR / Dm tònza in uso altalena tonza = altalena < (TED) tanzen AIS trincar in uso bere a garganella < (TED) trinken T/N PR / LS < (TED) trinken zacàr in uso addentare < (TED) zacken = dente, rebbio, frappa, branca Dm zigàiner in uso zingaro <(TED) Zigeuner T/N / LS auf, ndar co le bale in in uso andare con le gambe per aria, fallire <(TED) auf JL 27 CAMPO SEMANTICO: LAVORO Sottocategorie: strumenti e attrezzi; mestieri STRUMENTI E ATTREZZI bàgherle non in uso calesse < (TED) Wager (e) r. = antica carrozza per tre persone T "einspaenniger Wagen fuer Personen; von dtsch. Wagen nach Art der sogenannten oesterr. Demin. gebildet" SRV (TED) Wagen; dim. Volg. Wagele SDV MA R < (TIR) wagl, wagele "E' il TED Wagen = carro, carretta, carrozza da cui il diminutivo dialettale Wagenrl" Dm bréga clàmera clòmper in uso asse di legno (TED) Bret(er.) = asse, tavola, cogli affini Bretchen Dm dal verbo sbregàr: (GOT) brìkan = rompere PR ferro con due punte ricurve ad angolo in uso retto per legare insieme travi e tronchi <(TED) Klammer = graffa, fermaglio clàmera (lad): <(MHD) klamper khlamper (fers) T K R anello infisso nello stipite dove si infila in uso il chiavistello <(TED) Krampe = cambretta, grappa in Primör bedeutet clomper Thürangel cràmpen (TRENT): <(TIR) krampen <(TIR) krampen = grappa; <(TED) krampe = uncino T SRV SRV SDV cràizera (TRENT): "Viene dal ted. Kreuzband = fascia, armacollo, bandoliera, tracolla, balteo" Dm < (TIR) kraxn: Pellegrini (1947-48) "die Kraze, Gestell zum Tragen auf dem Rücken" MAR craz in uso bricolla incletàr non in lisciare, piallettare il muro con mestola uso rovescia <(TED) glätten = lisciare, levigare petón in uso calcestruzzo T <(TED) Beton = calcestruzzo < (FRA) beton petùn (lad): < (TIR) peton T PR K 28 làufer non in così è chiamata una pietra posta nel <(TED) uso muro in un dato modo chiave sina in uso trave di ferro; rotaia; solco §làidera non in uso martinicca di carro stròz, tirar a in uso trascinare stròza truc T <(TED) Schienen = rotaia, guida non in uso fionda (T) girello della vite (N) §làif Läufer = (edil) mattone in < (TED) Schiene loc. "l'è nà fora dale scine" T PR / B ZAN <(TED) Schleuder = fionda T < (TED) Schleifzeug < (TED) Schleifzeug T PR <(TIR) strotzen strozé (lad): etimo discusso < (TIR) strutzn / (LAT) *tractiare < ( LONG) strozza, (TIR) strotzen TIR: strützen = schleppen, ziehen, zerren; mit Mast- oder Schlachtvieh Kleinhandel treiben N K LS SCH grande slitta di legno per il trasporto di in uso legna o fieno vedi stròz T non in cassa di legno dove viene fatta la uso malta TIR: truch = cassapanca TIR: trûch = Truhe, Lade, Kiste LS SCH MESTIERI aisenpòn lavoro per la costruzione di linee ferroviarie in Austria e Germania, in particolare la linea dell'Arlberg in uso Innsbruck-Costanza <(TED) e. Eisenbahn = ferrovia aisenpòner operaio provvisoriamente emigrato al in uso nord per la costruzione di ferrovie T <(TED) Eisenbauer o Eisenbahner (Arbeiter.) = lavoratore della Eisenbahn (ferrovia) Dm bòlder non in uso spreg. di tedesco <(TED) Waldhüter = guardia forestale T 29 <(TED) Walder, Übername, den die wälschen Anwohner der Etsch den Deutschen an der obern Etsch geben SVR "Lo riterrei cavato a capriccio da Wald, Wälder = foresta. Forse è Waldherr = ilpadrone di bosco, il legnajuolo, riferendosi alla natura boscosa del Tirolo, o alla franchezza a volte un po' rozza dei suoi abitanti." Dm chèlera in uso cameriera <(TED) Kellnerin = cameriera T <(TIR) kellεrin K TIR: kellerin (Kellner gibt es auf dem Lande nicht) = Kellnerin SCH "Kellnerin = serva d'osteria" Dm clòmer (cròmer) in uso <(TED) Krämer = merciaio clòmer (lad): <(MHD) kramer cùcer non in uso cocchiere <(TED) Kutscher = cocchiere garbarìa non in uso bottega del conciapelli <(TED) Gärberei conciapelli garbèr non in uso conciapelli venditore ambulante di mercerie = bottega T K T del T SDV / SRV / Dm < (TED) Gärberei < (TED) Gärber = conciapelli < (TED) Gärber TIR: garben, r. garber garber (fers) T SDV / SRV / Dm SCH R < (TED) Fassbinder r. < (TED) binder, (AHD) pintari < (AHD) pintari pìnter (lad): < (TIR) pintεr TIR: r. binder (r. fasser) T SDV SRV K SCH pìnter non in uso bottaio sùster in uso calzolaio < (TED) Schuster r. TIR: r. schuester T SCH tìsler in uso falegname < (TED) Tischler T < (TED) Tischler tistler (lad): < (TIR) tischler SDV /SRV K <(TED) Schlosser = fabbro T/ §lòzer non in fabbro, magnano 30 uso DM SDV K < (AHD) sclozar, (TED) Schlosser slòsser (lad) : < (TIR) schlossεr 31 CAMPO SEMANTICO: NATURA Sottocategorie: ambiente; flora; fauna AMBIENTE cógol in uso masso dall'alto tondeggiante franato ghìrlo in uso del vento quando è vorticoso <(TED) Kugel = palla, sfera T TIR: kogel = Bergkuppe (cima tondeggiante) SCH cógola in uso biglia <(TED) Kugel = palla, sfera T <(LATtardo) *cŏcŭla PR cògora (lad): < *cocula (cochlea) K <(AHD) *kugola SRV nota: interessante come due termini di significato chiaramente analogo vengano fatti ricondurre a due etimologie distinte; risulta comunque difficile determinare la provenienza reale lòca sìver in uso in uso pozzanghera di neve semisciolta micascisto (pietra) onomatopea < (TED) Wirbel (contratto wirl) < (TED) Wirbel, wirbeln, Wirbelwind, wirbelig < (TED) wirl : Pellegrini (1947-48) PR SDV Dm MAR < (TED) Lache = pozza, pozzanghera < (AHD) lahha < (TED) Lache = pozza, pozzanghera < (TED) Lack, Lacke = palude, laguna, pozza, stagno < (TIR) lak : Pellegrini (1947-48) T SRV PR Dm MAR <(TED) Schiefer = scisto, ardesia N/T PR Dm FLORA ciórciola in uso pigna d'abete <(TIR) tschurtsche <(TED) dialettale Tschurtschen ferghìz non in uso non ti scordar di me <(TED) vergessen T < (TED) Vergissmeinnicht PR / K < (TED) vergiss mein nicht PB "è il Mysottis palustris (...) che i ted. chiamano Vergiss mein nicht" Dm finferli in uso gallinacci (Cantharellus cibarius) fìnferle (lad) : < (TIR) pfiffεrling < (AHD) phiferlinc < (TED) Pfifferling TIR: pfifferling (wie HD) K SRV / SDV PR SCH 32 impómbora in uso impomborèr in uso si connetterà a una variante dialettale di Himbeere, cui si è incrociato poum N suffisso -ER lampone pianta di lamponi cren, rafano (Armoracia rusticana / <(TED) Rettich (ahd. Rātīh<lat. Radix: Cochelearia armoracia) Wahrig) JL storpiatura dal TED Rettig PB nota: difficile stabilire la effettiva provenienza del termine e lo schema di derivazione ródec in uso FAUNA bècherle in uso bostrico tipografo crenebiter non in uso cesena, passeraceo simile al tordo TIR: krânewitvogel = Krammetsvogel crosnòbel in uso becchincroce (Loxia curvirostra) <(TED) Kreuzschnabel <(TED) Krummschnabel <(TED) Kreuzschnabel <(TED) Krummschabel, Kreuzschnabel "crosnòbel" "E' il Kreuzschnabel" T SDV PR SRV ZAN Dm finc in uso fringuello; loc. orbo fa 'n finc <(TED) Finke < (TED) Fink T Dm nèse pl non in uso pidocchi, lendine <(TED) Niss = lendine T ròz in uso cavallo o mulo vecchio, mal ridotto <(TED) Ross = cavallo (variaz.sem.) sbòbol non in uso scarafaggio (Blatella germanica) <(TED) Borkenkäfer (suff. Dim. –LE) JL SCH T/ Dm < (TED) Ross, "questa voce cambiò il suo significato originario in senso piuttosto peggiorativo" < (TIR) rotzl, rotzer ròz (lad): < (MHD)(AHD) ross TIR: ross = Esel loc. "l'è 'n roz" SDV SRV K SCH ZAN < (TIR) schwåb < (TEDvolg) Schwabe per Schabe sbovo (trent) < (TED) Schwabe SRV SDV Dm 33 CAMPO SEMANTICO: SUSSISTENZA (agricoltura; allevamento; bosco; caccia) àldi bègher non in grido per ordinare alla mucca di <(TED) halt! = ferma! uso fermarsi non in uso scivolo per il trasporto dei tronchi JL vd. grébani <greben (SLO) = cresta di montagna PR TIR: bèg (beig), ein der Bahre ähnliches SC Werkzeug zum Tragen von Holz, Dünger H bist non in grido per ordinare al cavallo la bìst (lad): interj. links! (Zuruf ans Pferd) < uso sinistra (TIR) wisst K TIR: wist (wista), Ruf an Zugthiere, wenn sie links gehen sollen (hotta, rechts); (MHD) winster; (AHD) winstar SCH < (TIR) wist (a) MAR crèz fieteràr làita pàisa paisàr in disuso intestini di animale ucciso <(MHD) kroese; (TIR) kres, kreas; in un vocabolario del 1663 appare il termine kröss = trippa di vitello SRV TIR: krês = Gekröse SCH dar da mangiare agli animali (talvolta <(TED) füttern ; (TIR) fietern = in uso anche agli esseri umani) nutrire (TED) futtern = dar da mangiare alle bestie < (TED) füttern; (TIR) fietern; (EBR) fieter = pascolare T/N Dm SDV / SRV sentiero fatto nella foresta dai boscaioli quando effettuano un taglio di non in legname, scompare dopo la fine del <(TED) leiten = guidare, condurre; uso lavoro Leite = pendio T < (TED) Leite SRV TIR: leiten = sonniger Bergabhang SCH non in uso esca in uso mettere l'esca paissa (lad): < (LONG) *paiz < (AHD) peizen, beizen; (LAT) pasci < (TED) beize; (AHD) beiza < (BAV)(ÖSTERR) paiz = caccia K SRV SDV PR TIR: baiz = Beize, "Im Augustmon hebt die Paiss sich an, faist Wachtlen sitzen auf dem Plan" (Innsbr., Kal. 1667) SCH paissa (lads): < (TED) beizan, beizen = cacciare , (TIR) paisa = esca LS < (MHD) beize : Bruchner (1900); < (LONG) *baizzjan; Baroni Grazi (1971) MAR deriv. 34 rautàr in disuso dissodare rùca! non in uso incitamento, tipo oooo-issa! <(TED) rück! = issa! JL scarp in uso < (GERM) skarpa MAR scòfa mammelle della mucca appezzamento di terreno prativo accidentato, ripido, in montagna, con qualche cespuglio e albero, senza in uso ca§èra <(TED) Schupfen T < (AHD)(MHD) Schupfe = scaricatoio, canale artificiale per avallare il legname; frequente in toponomastica MAR spèlta (speltàr) in uso springàr in uso annaffiare quarto di tronco per lungo; grossa fetta di polenta <(TED) Spelte N spèlta (lad): < (TIR) speltε K TIR: spelten = das Spalstück eines Holzblockes SCH <(TED) sprengen = annaffiare < (TED) sprengen T PR bovaro < (TED) Treiber = mandriano T sgualdrina < (TED) Treiber SRV / Dm tràibera non in uso non in uso tréfer non in uso centro del bersaglio tràiber vanùia zerùc <(südd)(österr)(schweiz) reuten = dissodare N < (TED) reuten (aus dem ältern praeterit. rût von riuten SRV <(TED) Treffer = centro, colpo andato a segno T mastra, cassa dove veniva scottato il in uso maiale <(TED) Wanne = vasca T/N no TED Wanne ma LAT vannucula (varnus) PR TIR: wanne = eine ovalförmige Art Kornsieb oder Reiter, aus Binsen oder dünnen Ruthen geflochten, mit welchem der Spreu wegggeschüttelt wird SCH incitamento all'andare all'indietro per il in uso cavallo <(TED) zurück zruch (lad): < (TIR) zrugg <(TED) zurück loc. "dai bel, zerùca" T K SRV / Dm / LS ZAN 35 CAMPO SEMANTICO: MILITARE e amministrativo canìstra non in zaino militare austriaco uso rettangolare (T); zaino (N) di essendo un termine militare nulla di forma più probabile che sia ted., anzi precisamente Tornister = la giberna Dm <(TED) Tornister nota: interessante come entrambe le fonti abbiano fatto derivare il termine da Tornister e non dall’apparentemente più immediato Kanister; la Bonfanti, autrice di uno studio specifico è comunque assolutamente attendibile gègher non in uso militare, anche il coscritto ghevèra non in uso libisbòn cintura con le giberne e la baionetta non in (così chiamata dai soldati trentini sotto <(TED) Leibband = uso l'Austria) (Leibsband, Leibesband ?) B <(TED) (Kaiser) Jäger T jègher (TRENT): vale il soldato cacciatore (TED) Jäger, Feldjäger, Kaiserjäger. I giovanotti della nostra provincia vengono esclusivamente arruolati in quest'arma e perciò di leggieri si comprende come venga utilissata questa parola ted. Dm fucile del soldato T/ B ZAN <(TED) Gewehr = fucile loc. "'l gh'è corì dre co la ghevera" pancera JL TRENT ibisbon <(TED) Überschwung = cinturone B nota: sicuramente più attendibile, benchè non immediata, l’ipotesi della Bonfanti pefél in uso severa reprensione < (TED) Befehl N/T PR / Dm /B ZAN < (TED) Befehl loc. "'l gh'ha scrit 'n pefel" patròna in uso cartuccia da fucile <(TED) Patrone = cartuccia T PR / Dm /B K < (TED) Patrone patrola (lad) < (TIR) patrônε rachéta sìzero non in razzo di uso pirotecnico segnalazione; non in soldato territoriale uso provinciale tirolese fuoco del <(TED) Rakete JL <(TED) Rakete = razzo illuminante B corpo <(TED) Schütze = soldato tiratore T <(TED) Schiesser = tiratore B 36 stèmpel in uso timbro stéora non in uso imposta, tassa loc. "quel l'è 'n sisser" ZAN <(TED) Stempel = timbro stèmpl (lad): < (TIR) stempl T K <(TED) Steuer = imposta, tassa < (AHD) stiura, stëora < (TED) Steuer stùzen non in uso vecchio schioppo T SRV /SDV PR / Dm SRV / Dm K < (TED) stutzen stuz (lad): < (TIR) stuz(n) 37 CAMPO SEMANTICO: MINIERE canòpo in uso minatore <(AHD) Bergknappe /Knappo = minatore N <(AHD) knappo = minatore PR <(AHD) knappo = minatore SRV canopàr non in uso miniera non in uso scavare chipa materiale di scarto accumulato in uso fuori dalla miniera <(TED) Kippe = discarica canòpa chipàr Bergknappe deriv. Bergknappe deriv. chipàrse in uso rovesciare, scaricare materiale <(TED) kippen = rovesciare, traballare ribaltarsi, cadere come fa in uso l'ubriaco <(TED) kippen = rovesciare, traballare §léder parte terminale inferiore della zanta e della sottoveste (T); grembiule-mantellina di cuoio che il minatore indossava per ripararsi dall'umidità nella in uso miniera <(TED) Arschleder = batticulo (miner) stól in uso galleria, cunicolo < (TED) Stolle = galleria (miner) < (TED) Stollen T T /LS T /LS JL N/T PR / B 38 GLOSSARIO ETIMOLOGICO DEI COGNOMI DI ORIGINE TEDESCA ancora presenti nella Valle di Primiero Brandstätter (o Brandstetter) “cognome rilevato tra quelli tedeschi in uso da tempo nel Trentino. Equivale a dalla casa bruciata” L /BERT Feldchircher “cognome rilevato tra quelli tedeschi in uso da tempo nel Trentino. Indica origine dal paese di Feldkirch”; si trova anche nella versione italianizzata Campochiesa L /BERT Iagher (o Jagher) “cognome rilevato tra quelli tedeschi in uso da tempo nel Trentino. Da Jäger, cacciatore.L’uso dell’iniziale I o J è variato nel tempo e nei luoghi. L /BERT Kaltenhauser “cognome rilevato tra quelli tedeschi in uso da tempo nel Trentino. Equivale a dalla casa fredda.” L /BERT Kinspergher “cognome rilevato tra quelli tedeschi in uso da tempo nel Trentino. Indica la provenienza da una località che potrebbe essere un non identificato Kinsberg” L /BERT Loss “il Lorenzi lo farebbe derivare dal tedesco Hase, con il significato di lepre. Si tratta in ogni caso di uno dei cognomi tedeschi diffusi nella Valle dei Mocheni” L /BERT Mòser “cognome rilevato tra quelli di antica origine tedesca stabilitisi qui nei secoli scorsi. Significa dalla palude.” L /BERT Obber (o Ober) “cognome rilevato tra quelli d’origine tedesca stabilitosi qui nei secoli scorsi. Deriva dall’avverbio di luogo che sta per una posizione soprastante.” L /BERT Orler “cognome rilevato tra quelli tedeschi in uso da tempo nel Trentino. Indica provenienza dal maso Örler a S.Margherita di Monguelfo” L /BERT Orsingher “cognome rilevato tra quelli tedeschi in uso da tempo nel Trentino. Non ne è chiara l’interpretazione.” “1525: Nicolò L /BERT 39 Ursinger in Primiero” Partel “cognome rilevato tra quelli tedeschi in uso da tempo nel Trentino. Lo trova una derivazione del personale Bartolomeo (Bart, pronunciato Part), con la desinenza –ele della forma diminutiva tedesca.” L /BERT Svaizer (o Schweizer) “cognome rilevato tra quelli tedeschi in uso da tempo nel Trentino. Significa svizzero.” L /BERT Trotter, Trettel “cognome rilevato tra quelli tedeschi in uso da tempo nel Trentino. O deriva dal maso Tratt esistente a Brandeberg (Tirolo), oppure esce da uno di quei toponimi Tratl e Tratten (quest’ultimo con molti composti), che contengono il concetto di pascolo. “ L /BERT Reich “cognome rilevato tra quelli tedeschi in uso da molto tempo nel Trentino. Deriva dal personale Friedrich.” L/BERT Taufer “cognome rilevato tra quelli tedeschi in uso da tempo nel Trentino.Ne manca l’interpretazione ma taufer sta per battesimo.” L/BERT Tafner “cognome rilevato tra quelli tedeschi in uso da tempo nel Trentino, ma non ne dà interpretazione.” L/BERT Weiss “cognome rilevato sia tra quelli d’origine tedesca stabilitisi qui nei secoli scorsi, sia tra quelli tedeschi ancora in suo nel Trentino. Significa bianco.” L/BERT Cosner “Costner, Kostner e Gostner sono cognomi tipici della Val Gardena.” L/BERT Ploner “derivato del cognome tedesco della Val Badia Plan.” L/BERT Nota: sottolineo che ritengo poco approfondite e poco attendibili buona parte delle ipotesi sull’origine dei cognomi di origine tedesca fornite dalle fonti prese in esame. 40 41 BIBLIOGRAFIA GLOSSARIO ETIMOLOGICO (AIS) Atlante Italo-Svizzero (1928) Zürich, Ed. K. Jaberg, J. Jud (B) BANFI E., CORDIN P. (1996) Pagine di scuola, di famiglia e di memorie; per un’indagine sul multilinguismo nel Trentino austriaco, saggio L’austriacano nei diari, nelle memorie nei canzonieri dei soldati trentini” di BONFANTI M., Museo Storico in Trento. (Dm) DEL MURERO T. (1890) I tedeschismi del Trentino opera dedicata alla strenua società Pro Patria, Rovereto, Grigoletti. KOHLHAUPT P. (1964) Alpenblumen: Alpenblumen in ihrer Umwelt und im Volksleben, Zürich, Buchclub Ex Libris c. (K) KRAMER J. 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(1936) Vocabolarietto dialettale degli arnesi rurali della Val d’Adige e delle altre valli trentine, Trento, Società per gli studi trentini. (GBP) PELLEGRINI G.B. (1952) Note etimologiche venete e ladine, Firenze, Olschki. PELLEGRINI G.B., MARCATO C. (1992) Terminologia agricola friulana, Udine, Società filologica friulana. (PR) PRATI A. (1968) Etimologie venete, Venezia, Roma, Istituto per la collaborazione culturale. (R) ROWLEY A. R. (1982) Fersentaler Wörterbuch – Fersentaler Dialekt-DeutschItalienisch, Hamburg, Helmut Buske Verlag. 42 (SCH) SCHÖPF J.B. (1985) Tirolisches Idiotikon,Vaduz / Liechtenstein, Sändig Reprint Verlag Hans R. Wohlwend (unveränderte Neudruck der Ausgabe von 1866). (SDV) SCHNELLER C. (1965) Studi sopra i dialetti volgari del Tirolo italiano, in Programma dell’Imperial Regio Ginnasio superiore di Rovereto, pubblicato alla fine dell’anno scolastico 1864-65, Rovereto (TN), Caumo. (SRV) SCHNELLER C. (1870)Die romanischen Volksmundarten in Südtirol: nach ihren Zusammenhängen mit den romanischen und germanischen Sprachen: etymologisch und grammatikalisch, Gera, Amthor. (T) TISSOT L. (1976) Dizionario primierotto, Comprensorio di Primiero in collaborazione con Museo degli usi e costumi della gente trentina. WAHRIG G. (1997) Wahrig Deutsches Wörterbuch, Gütersloh, Bertelsmann Lexikon Verlag. (ZAN) ZANELLA G. (1981) Per no’ desmentegar (tedeschismi nel dialetto della Val di Sole), Malé (TN), Centro studi per la Val di Sole. GLOSSARIO DEI COGNOMI (BERT) BERTOLUZZA A. (1998) Guida ai cognomi del Trentino, L’ADIGE, S.I.E. (L)LORENZI E. (1895) Saggio di commento ai cognomi tridentini, Trento, Sbottoni e Vitti. LORENZI E. (1902) Nuovo contributo al commento dei cognomi tridentini: osservazioni etimologiche sui cognomi tedeschi in Val di Non, Trento, STET PRIMIERO: GEOGRAFIA, STORIA, LINGUA GADENZ S., TOFFOL M., ZANETEL L. (a cura di) (1993) Le miniere di Primiero, Comitato Storico Rievocativo di Primiero. NICOLAO P. (A.A. 1948-1949) Primiero nella sua parlata – Tesi di glottologia, Università degli studi di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia. OCCHI K. (a cura di) (2002) La sezione di Primiero dell’Archivio Welsperg, Ente Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino. PARDATSCHER A. (1958) Der Freiheitskampf 1796-97 im südlichen Tyrol, Frangart/Eppan, Karo-Druck. TISSOT L. (1976) Dizionario primierotto, Comprensorio di Primiero in collaborazione con Museo degli usi e costumi della gente trentina. Primiero storia e attualità (1984), capitoli: TISSOT L. Il dialetto , ZANETEL Luigi Cenni storici: dalle origini fino al 19° secolo, TOFFOL M. La prima e la seconda guerra mondiale: avvenimenti storici e operazioni militari , ZANETEL Leonardo Attività mineraria. 43 RINGRAZIAMENTI Concludo il lavoro ringraziando tutti coloro, persone ed enti, che ne hanno permesso la realizzazione: la Biblioteca della SSLMIT, la Biblioteca Comunale della città di Trento, la Biblioteca Intercomunale di Primiero; Walter Strauss dell’università di Salisburgo, per aver fornito alcuni dei titoli dei testi sull’argomento; Floriano Nicolao, per aver gentilmente concesso in prestito una copia della tesi del fratello Pietro, Primiero e la sua parlata – Tesi di glottologia, indispensabile per la stesura del glossario di partenza; la raccolta di volumi della famiglia Longo, utilissima per la stesura della parte introduttiva e del glossario etimologico; Gianfranco Bettega, per il materiale fornito; la mia famiglia e i nonni, per le conoscenze, la consulenza e l’appoggio costante; Elisa e Silvia, per il supporto e le risate; Luigi, per noi… A voi tutti un abbraccio e grazie di cuore! 44
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