GERMANISMI NEL DIALETTO PRIMIEROTTO

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TRIESTE
Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori
Corso di Laurea in Traduzione e Interpretazione
PROVA FINALE
GERMANISMI NEL DIALETTO PRIMIEROTTO
Laureanda:
Relatrice:
Jessica Longo
Chiar.ma Prof.ssa Lorenza Rega Geremia
Correlatore:
Chiar.mo Prof. Luciano Rocchi
Anno Accademico 2005-2006
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INDICE
1. Descrizione del metodo di ricerca
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2. Primiero: geografia, storia, lingua e ipotesi sull’epoca di ingresso dei termini
di origine germanica
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3. Introduzione al glossario: indice delle fonti, indicazioni grafico-fonetiche,
indice delle abbreviazioni
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4. Glossario etimologico dei germanismi:
-
quotidiano (cucina, casa, vita)
18
-
lavoro (strumenti e attrezzi, mestieri)
28
-
natura (ambiente, flora, fauna)
32
-
sussistenza (agricoltura, allevamento, bosco, caccia)
34
-
militare e amministrativo
35
-
miniere
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5. Glossario dei cognomi di origine tedesca ancora presenti nella Valle di
Primiero
39
6. Bibliografia
42
7. Ringraziamenti
44
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DESCRIZIONE DEL METODO DI RICERCA
La stesura del glossario dei termini di origine germanica presenti nel lessico del dialetto
primierotto ha necessitato di una ricerca lunga e sistematica.
Innanzitutto ho individuato gli unici due testi esistenti interamente dedicati al dialetto della
Valle di Primiero: il “Dizionario primierotto” di Livio Tissot (1976) e la tesi di laurea “Primiero e la
sua parlata, tesi di glottologia” di Pietro Nicolao (1948-49).
Il dizionario del Tissot rappresenta una delle opere più importanti riguardanti il Primiero, è
stato pubblicato in due edizioni (1976; 1995) con la prefazione a cura di Giovan Battista
Pellegrini, stimatissimo professore all’Università di Padova e noto autore di numerose opere
dedicate agli idiomi dell’Italia nord orientale. Il dizionario contiene un’introduzione con cenni
storici e un’analisi dell’idioma (grafia e grammatica); segue il dizionario vero e proprio, che
riporta la grande maggioranza dei termini in uso e in disuso nelle valli del Cismon e del Canali,
con la traduzione in italiano, degli esempi e talvolta l’etimologia; la seconda edizione in
particolare si conclude con un’appendice dedicata a filastrocche, poesie, leggende e
illustrazioni caratteristiche della Valle.
La tesi di glottologia del Nicolao, esistente in pochissime copie e datami gentilmente in
prestito, viene considerata il primo studio di rilievo sul dialetto primierotto ed è stata presa in
esame dallo stesso Tissot per il dizionario. La tesi riporta, come specifica l’autore
nell’appendice, il lessico dei paesi di Imer e Siror, considerato “il più puro”, e ne analizza il
significato corrispondente in italiano e l’etimologia. Il glossario che ne risulta è estremamente
dettagliato. La tesi è completata da cenni storici e geografici dell’area analizzata e da
indicazioni linguistiche e fonetiche dell’idioma primierotto.
Dall’analisi incrociata di questi due testi ho ricavato un elenco, piuttosto consistente, di
termini in cui l’origine germanica o tedesca appariva probabile o quantomeno possibile e di
termini di cui non conoscevo l’etimologia e quindi potenzialmente importanti. Una volta stilato
questo glossario di partenza e fatte le prime ipotesi è iniziata la ricerca vera e propria.
La ricerca dei testi da consultare non è risultata facile. Alcune opere mi sono state
consigliate dal Prof. Walter Strauss dell’Università di Salisburgo, al quale mi sono rivolta viste le
sue ricerche nell’ambito delle influenze del ladino sugli idiomi circostanti; altre mi sono state
indicate dal Prof. Luciano Rocchi dell’Università di Trieste, correlatore di questo lavoro. Tutti gli
altri testi li ho individuati tramite il programma di ricerca on line del Sistema Bibliotecario
Trentino.
Ho utilizzato per l’analisi del glossario etimologico del lessico e del glossario dei cognomi
complessivamente ventuno testi, disponibili presso la biblioteca della SSLMIT di Trieste, la
Biblioteca Comunale di Trento o la Biblioteca Intercomunale di Fiera di Primiero, o provenienti
da biblioteche personali di famigliari e amici.
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Poiché l’argomento scelto per questo lavoro, cioè la presenza di tedeschismi e
germanismi nel lessico del dialetto primierotto, non è stato affrontato, se non indirettamente, da
nessuna opera, l’analisi dei testi è stata portata avanti con metodi differenti. Ho utilizzato come
fonti dizionari della lingua veneta, ladina, tirolese e mochena, glossari sui dialetti volgari del
Tirolo italiano, glossari sui tedeschismi del dialetto trentino e nello specifico in ambito militareburocratico, dizionari e testi specifici su botanica e sfera rurale. Qui di seguito i differenti
approcci:
-
analisi diretta di termini primierotti; è il caso dei dizionari dei dialetti veneto e
trentino, e dei testi di botanica e della sfera rurale.
-
applicazione ai termini primierotti della stessa etimologia di termini appartenenti a
idiomi diversi, in cui tuttavia è evidente l’origine comune o la derivazione da quel
determinato idioma; è il caso dei dizionari del ladino dolomitico e dei dialetti veneto
e trentino, e dei testi di botanica e della sfera rurale
-
comparazione diretta fra termini primierotti e termini tedeschi e tirolesi, eseguita
per fornire un ulteriore supporto all’etimologia individuata; è il caso dei dizionari di
tirolese, tedesco e mocheno.
-
proposte etimologiche non supportate da quasi nessun testo ma da me ritenute
probabili per assonanza o tipo di contesto.
Dall’incrocio dei suddetti metodi è risultato un glossario etimologico piuttosto completo,
che, nel caso di alcune voci specifiche, fornisce anche spunti di discussione: non rari sono
infatti i casi in cui le analisi proposte dai testi non corrispondono o sono addirittura in netto
contrasto. In situazioni di questo tipo ho preferito riportare tutte le analisi disponibili, seppur
opposte, senza escluderne nessuna, dal momento che non sono in possesso di competenze
tali da operare una scelta. Tuttavia ritengo necessario sottolineare la differenza che ho
osservato fra i testi recenti e quelli più antichi, per lo più della fine del 1800. Le opere più
antiche risultano essere meno scientifiche di quelle recenti, spesso tendono a fornire etimologie
fantasiose e poco approfondite, ma hanno il grande vantaggio di essere di almeno cent’anni più
vicine nel tempo all’entrata in uso di determinati termini e di essere quindi da questo punto di
vista più attendibili.
Per quanto riguarda il piccolo glossario dei cognomi di origine tedesca ancora presenti in
Valle mi sono affidata alle ricerche del Lorenzi e alla guida dei cognomi trentini pubblicata dal
quotidiano L’Adige.
Il glossario è strutturato in forma di tabella, a ogni termine corrisponde la nota sul suo
utilizzo attuale, il significato in italiano e le proposte etimologiche individuate.
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PRIMIERO: GEOGRAFIA, STORIA, LINGUA
e ipotesi sull’epoca di ingresso dei termini di origine germanica
Per un’analisi ottimale del glossario etimologico proposto, sono necessarie alcune
indicazioni di tipo geografico, storico e linguistico sulla Valle di Primiero.
Geografia
La Valle di Primiero è situata nella parte più orientale del Trentino, nell’area dolomitica, a
un’altitudine media di circa 700 m. Circondata da tutti i lati dalle montagne, si estende da nord a
sud, con una lieve curva, seguendo il corso del torrente Cismon, in cui confluisce, in
corrispondenza di Fiera di Primiero, il Canali, proveniente dalla valle omonima. La valle risulta
quindi chiusa, gli unici accessi sono la stretta forra dello Schenèr a sud, provenendo dal feltrino,
a est il Passo Cereda, che la collega all’Agordino, a nord il Passo Rolle, che permette di
raggiungere le valli di Fiemme e Fassa. Primiero è costituita da sei nuclei principali, che
formano altrettanti comuni: Imer, Mezzano, Fiera di Primiero, Transacqua, Tonadico e Siror,
questi, assieme alle valli del Vanoi (ovest) e Mis (est), appartengono allo stesso comprensorio
amministrativo. A una decina di chilometri dal fondovalle sorge San Martino di Castrozza (1444
m), rinomata località turistica che, con la vallata del Primiero, rappresenta una delle zone più
incantevoli delle Dolomiti. Circondano il Primiero, infatti, le famose Pale di San Martino, la
catena del Lagorai, le Vette Feltrine.
L’isolamento e le difficoltà di collegamento della Valle, benché siano sempre stati una
costante fondamentale sotto tutti i punti di vista (sociale, economico, politico, culturale e, come
vedremo, linguistico), non ne hanno impedito, nel corso dei secoli, lo sviluppo.
Storia
La nascita della Valle, testimoniata dagli stemmi dei comuni e, per lo meno in parte,
supportata dalla geologia, è raccontata in una leggenda. Si dice che un tempo, dove oggi si
stendono i prati del Primiero, ci fosse un enorme lago, delimitato dalle montagne e, a sud, da
una grande diga naturale. Una lontra, alla ricerca di un compagno, iniziò a scavare un tunnel
nella parete della diga, finché non fuoriuscì tutta l’acqua del lago, lasciando al suo posto la
valle.
Al di là della leggenda, le prime testimonianze della presenza umana nella zona risalgono
al mesolitico ( 6000 a.C.). Nelle vicinanze dei Laghi di Colbricon (1927 m) sono stati rinvenuti,
nel 1971, reperti preistorici quali selci, officine e bivacchi, che si ritiene appartenessero a
cacciatori dell’età mesolitica.
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I successivi ritrovamenti sono dell’epoca romana. Fino a pochi anni fa gli unici elementi
attestanti la presenza di popolazioni stabili erano rappresentati da alcune monete romane
portanti l’effige di Diocleziano, da vasi e anfore di fattura etrusca e dalle tracce della Via Claudia
Augusta Altinate nella forra dello Schenèr. Solo nel 1996, durante i lavori di restauro della
Chiesa Arcipretale S. Maria Assunta di Fiera (datata 1495), vennero scoperti i resti di tre
basiliche paleocristiane di epoche diverse (la prima risalente all’impero di Costantino), che
testimoniano la presenza, in tale periodo, non solo di una fiorente comunità cristiana ma,
addirittura, stando ai ritrovamenti,
di una possibile sede vescovile. E’ stato documentato,
inoltre, che attorno al 452, anno in cui Attila saccheggiò l’Italia settentrionale, la popolazione del
Primiero registrò un notevole incremento a causa dell’arrivo di gruppi di fuggiaschi. Alcuni storici
affermano che, fra questi, oltre che oriundi del feltrino, ci fossero anche profughi del borgo
friulano di Primieriacum, da cui si farebbe derivare il toponimo Primiero.
Nella Valle si hanno tracce anche del passaggio di popolazioni longobarde. Oltre al
documento del 570 in cui Alboino concedeva a Feltre l’aggregazione del Primiero, la presenza
longobarda è testimoniata dal ritrovamento di alcune tombe, una delle quali accompagnata da
un corredo che permette di riconoscervi una donna longobarda, sepolta nel VI secolo.
Per quanto riguarda i secoli successivi, fino al mille, la storia non fornisce dati certi.
Avvolta nella leggenda rimane l’edificazione del borgo di Piubago, tra Tonadico e Siror, che,
nella tradizione, si contende la denominazione di paese più antico con Imer, dal cui nome (Prà
Imer) lo Zieger fa derivare Primiero. I recenti ritrovamenti nel sagrato della Chiesa di S. Maria
Assunta hanno in ogni modo rimesso in discussione la storia della Valle nei primi mille anni
dopo Cristo. Risulta documentato solo che la comunità, in un determinato momento, fu divisa in
quattro columelli (o colmelli, o regole) indipendenti, con propria amministrazione e proprio
“marzolo” (corrispondente al sindaco e così denominato perché eletto in marzo).
Dal 1142, anno in cui la Valle fu attribuita da Corrado III di Hoenstaufen al Vescovo di
Feltre, fino al XIV secolo la storia di Primiero risultò legata a quella di Feltre. Subì le
conseguenze degli scontri fra guelfi e ghibellini, ottenne nel 1273 Statuti simili a quelli concessi
a Feltre, fu soggetta ai ripetuti attacchi degli Scaligeri.
In questo periodo furono scoperti i primi giacimenti minerari di ferro che diedero inizio al
momento di maggiore prosperità e sviluppo economico della Valle.
Nel 1337 Carlo di Lussemburgo, reggente del Tirolo, conquistò il Castel Pietra, roccaforte
all’imbocco della Val Canali; nei successivi quarant’anni Primiero passò da un feudatario
all’altro, finché il distacco da Feltre fu netto e definitivo. Dal 1386 Primiero passò alla diretta
amministrazione dei duchi d’Austria: fu incorporata al Tirolo e fu eretto nello Schenèr, per motivi
difensivi, la fortezza della Bastia. Nel settembre del 1401 il duca Leopoldo d’Austria cedette, per
4000 fiorini d’oro a Giorgio signore di Welsperg, la giurisdizione di Primiero; nel 1403
l’investitura fu riconfermata da Federico d’Austria e da allora, tranne la parentesi napoleonica, i
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Welsperg, nella veste di feudatari o giurisdicenti, furono i signori di Primiero fino al 1827,
quando rinunciarono alle loro prerogative e il giudizio patrimoniale di Primiero divenne giudizio
distrettuale governativo.
Per i Welsperg Primiero era di primaria importanza, sia per la ricchezza dei boschi come
pure per il valore che iniziavano ad avere le miniere. Dopo l’infeudamento si ebbe un lungo
periodo di pace, durante il quale fiorì l’industria estrattiva e fecero la loro comparsa numerosi
minatori austriaci e germanici, i Bergknappen, detti “canopi”. I canopi conducevano, almeno
all’inizio, una vita isolata dal resto della comunità valligiana ed erano confinati in determinate
zone; al contrario i nobili e i mercanti giunti dal nord sulla scia delle miniere si integrarono.
Come ovvia conseguenza, infatti, dello sviluppo minerario si formò, nel luogo dove si tenevano
i mercati, il paese di Fiera, allora Marckht Primör (come è indicato in un’antica carta geografica),
che non venne aggregato alle comunità già esistenti ma divenne, invece, un’entità separata con
a capo un Borgomastro. Le miniere (che fornivano argento, ferro, rame e oro), quindi, con la
Casa d’Austria, raggiunsero il loro massimo splendore, portando alla popolazione un
miglioramento economico, anche per l’incremento di professioni collegate all’industria estrattiva.
La disponibilità di risorse permise anche la realizzazione di significative costruzioni legate alla
vita religiosa, amministrativa e produttiva. Per interessamento dei lavoratori tedeschi, fu eretta
la gotica Chiesa Arcipretale a Fiera, sul modello della cattedrale di Schwaz e successivamente i
minatori stessi donarono alla chiesa un ostensorio gotico in argento massiccio. Lo sfruttamento
minerario continuò per circa due secoli, dopodichè, forse a causa del progressivo esaurimento
dei filoni e un abbassamento della qualità dei materiali estratti, o come conseguenza dei
contrasti fra l’imperatore Massimiliano e Venezia, l’industria estrattiva andò lentamente in
declino.
Degli avvenimenti del XVII e XVIII secolo non si hanno abbondanti notizie. Da ricordare lo
svolgimento di alcuni processi alle streghe (1647-51), sulla scia dei durissimi provvedimenti
dell’Inquisizione in tutta l’Europa cattolica. Importanti le riforme attuate durante il regno di Maria
Teresa (1740-80), fra cui l’istituzione di compagnie militari volontarie per la difesa locale. Nel
1786, inoltre, dopo lunghe trattative, Primiero venne inclusa nella diocesi di Trento, poiché
Giuseppe II non tollerava che un territorio soggetto alla sua autorità fosse, dal punto di vista
ecclesiastico, soggetto a un vescovo dipendente da uno stato diverso, com’era la diocesi di
Feltre.
Le invasioni napoleoniche, che avevano portato alla cessione del Tirolo alla Baviera,
coinvolsero attivamente la Valle. Anche i primierotti, infatti, parteciparono all’insurrezione
tirolese, capeggiata da Andreas Hofer, contro le truppe franco-bavaresi di Napoleone e si
spinsero verso Feltre, battaglia in cui si distinse al comando di una compagnia anche la
diciannovenne Giuseppina Negrelli (sorella di Luigi Negrelli, progettista del canale di Suez). Le
compagnie tirolesi non riuscirono ad avere la meglio su Napoleone, Andreas Hofer fu giustiziato
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a Mantova e nel 1810 Primiero venne staccato dal resto del Tirolo italiano e aggregato al
Dipartimento del Piave. Già nel 1813 la Valle tornò all’Austria e riunita al Tirolo.
Verso la fine del 1800 vennero risolti i problemi di collegamento e ultimati i lavori di
ammodernamento delle due principali vie d’accesso alla Valle, la strada dello Schenèr e quella
Primiero-Predazzo. Il XIX secolo, se da una parte rappresentò un momento di povertà e di
conseguente massiccia emigrazione, dall’altra è anche il periodo in cui iniziò in Valle il turismo
alpinistico. La scoperta delle Dolomiti da parte di viaggiatori provenienti da tutta l’Europa gettò
le basi per una nuova fonte di reddito: nacquero proprio in questi anni i primi alberghi in Valle e
a San Martino di Castrozza.
Dopo un lungo periodo di pace, con l’attentato di Sarajevo all’erede al trono austroungarico Francesco Ferdinando, ebbe inizio la Prima Guerra Mondiale. Alla dichiarazione di
guerra alla Serbia da parte dell’Impero seguì l’entrata nel conflitto di Russia, Francia e
Inghilterra da una parte, e Germania e Turchia dall’altra, in appoggio dell’Austria. La Grande
Guerra costituì per la Valle di Primiero una delle più grandi tragedie della sua storia. Il 31 luglio
del 1914 venne diffuso in tutta la regione il bando per il reclutamento di massa e la
mobilitazione generale: i soldati trentini, e in particolare i primierotti, partirono verso le regioni
della Galizia, che viene tuttora ricordata per le carneficine. Il conflitto coinvolse direttamente la
Valle a partire dalla primavera del 1915, quando l’Italia, contravvenendo ai patti della Triplice
Intesa che la legavano all’Austria, entrò in guerra a fianco degli alleati. Primiero si trovava a
ridosso del confine e subì direttamente la tragedia. Gran parte della popolazione venne spedita
in campi profughi, sia in Italia che in Austria (Katzenau e Mittendorf), e la valle venne
abbandonata dalle truppe imperiali che si rifugiarono sulle montagne, dove si consumarono le
battaglie più sanguinose (si ricorda l’incendio dell’abitato di S. Martino di Castrozza, bruciato
dagli austriaci per non lasciare possibilità di riparo agli italiani). Negli anni successivi il fronte
continuò a spostarsi, a favore dell’uno o dell’altro esercito, conquistatndo o perdendo una cima
o una valle, il conflitto, anche sulle montagne, perse ogni caratteristica di guerra lampo, e i
numerosi forti, caverne, trincee e cunicoli che tuttora sono visibili lo testimoniano. La guerra
ebbe termine nel novembre del 1918: il 4 novembre le truppe italiane entrarono in Fiera, in
seguito all’armistizio di Villa Giusti che segnava la sconfitta dell’Austria-Ungheria.
La Valle di Primiero, come tutto il resto del Trentino e del Südtirol, passò all’Italia. Il
passaggio a una nuova nazione non fu facile dopo più di cinque secoli sotto l’amministrazione
austriaca, che aveva garantito, fra le altre cose, l’istruzione obbligatoria dal 1700, l’introduzione
dell’ufficio tavolare, una corretta gestione del patrimonio forestale e idrico, nonché, come
facente parte di un impero multietnico, una rappresentanza alla Dieta di Vienna: come riferisce
De Gasperi, nel 1915, il 95% della popolazione avrebbe optato per rimanere sotto il governo di
Vienna. Da ricordare l’internamento di gran parte dei reduci primierotti a Isernia, in un convento
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abbandonato trasformato in campo di concentramento: partiti pochi giorni dopo la fine della
guerra vennero liberati solo nel gennaio del 1919.
Iniziò la lenta ricostruzione. In campo politico si auspicava che il nuovo governo
mantenesse inalterate le antiche autonomie comunali e locali, ma nel 1923 le leggi valide nel
resto d’Italia entrarono in vigore anche nelle province appena acquisite. Il ventennio fascista
portò all’italianizzazione linguistica, culturale e politica dei nuovi territori, l’annullamento degli
antichi privilegi locali, la centralizzazione del potere.
Nella Seconda Guerra Mondiale i soldati trentini, per la maggior parte inquadrati negli
alpini, combatterono su tutti i fronti: Francia, Africa, Russia, Grecia, Albania e Jugoslavia.
Quando l’Italia venne occupata dai tedeschi, i territori delle province di Trento, Bolzano e anche
Belluno costituirono il cosiddetto Alpenvorland, i soldati trentini vennero reclutati dalla
Wehrmacht in compagnie della organizzazione Todt, addette alla costruzione di opere
difensive, e nel Corpo di Sicurezza Trentino, con compiti di polizia territoriale e antipartigiana.
Gli alberghi di S. Martino di Castrozza, che già prima della guerra avevano iniziato ad
accogliere sottoufficiali SS in vacanza, durante gli anni dell’Alpenvorland furono trasformati in
centri ospedalieri. Dopo il crollo della linea gotica e la ritirata tedesca, gli americani giunsero in
valle attraverso lo Schenèr: l’8 maggio 1945 venne siglato l’armistizio con la Germania.
Il dopoguerra, con l’avvio della repubblica, fu caratterizzato dalla creazione di regioni a
statuto ordinario o a statuto autonomo, tra queste il Trentino Alto Adige, di cui Primiero con il
Vanoi e Mis fa parte.
Dell’ultimo mezzo secolo è da ricordare la grande alluvione dell’autunno 1966, che portò
notevoli danni materiali e ambientali in tutta la vallata. Se da una parte questo avvenimento
segnò la fine dell’agricoltura come principale fonte di sussistenza, costituì un’occasione
fondamentale per il rinnovo non solo delle strutture idriche e del controllo del territorio. La
ricostruzione dopo l’alluvione fu l’inizio del grande boom turistico, attività che rappresenta,
attualmente, la principale e fiorente risorsa economica della zona.
Lingua
Per l’analisi della lingua, mi affido principalmente all’disamina, essenzialmente identica,
che ne danno il Nicolao e il Tissot. Il primierotto fa parte del ceppo dei dialetti veneto-alpini, è
molto vicino al feltrino, ma possiede proprie peculiarità che lo distinguono nettamente dagli
idiomi delle valli e delle aree confinanti. Anticamente, con molta probabilità, aveva
caratteristiche simili a quelle delle altre vallate dolomitiche ladine , ma le immigrazioni, le
miniere e gli scambi commerciali le modificarono, lasciando sopravvivere solo qualche termine;
secondo il Nicolao uno studio approfondito dei toponimi sarebbe utile per delineare le origini
ladine del primierotto. Nel primierotto sono presenti elementi preromani, ladini, tedeschi ma è
un idioma fondamentalmente di origine latina e veneta, con limitata influenza trentina.
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Per quanto riguarda la fonetica, presenta delle differenze con l’italiano: la fricativa
interdentale sorda (benché leggermente meno accentuata che nel feltrino), l’interdentale
sonora, il suono sč, la netta distinzione fra la sibilante sorda e sonora (sempre sonora se
preposta a –n, -m), entrambe leggermente palatalizzate.
Anche per quanto riguarda la grammatica, il primierotto ha le proprie peculiarità. Molti
sostantivi che in italiano sono maschili in primierotto sono femminili e viceversa (la lat=il latte; el
bedól=la betulla). Particolarità unica è la collocazione del pronome interrogativo, che risulta
sempre posposto al verbo, spesso alla fine della proposizione, in modo che anche
l’accentazione di intensità cada sul pronome stesso (élo chi?= chi è?; ndóne onde?=dove
andiamo?; magnóne che?= cosa mangiamo?). Nelle forme finite il pronome viene sempre
raddoppiato nella 2° persona singolare e nella 3° singolare e plurale (ti ti fa= tu fai; el el é=egli
è; lori i sa=essi sanno); mentre nelle interrogative i pronomi personali vengono aggiunti
encliticamente ai verbi modificando la forma normale (ti ti vién>viéntu?; el el vién>végnelo?; noi
vegnón>vegnóne?; voi vegné>vegnéu?; lori i vién>végneli?). La coniugazione dei verbi è molto
particolare, specialmente la formazione dei participi passati; da sottolineare la mancanza del
passato e trapassato remoto e del gerundio.
Escludendo le parlate del Vanoi e del Mis, la prima influenzata dal valsuganotto, la
seconda dall’agordino, che, pur appartenendo allo stesso ceppo del primierotto, andrebbero
analizzate separatamente, già all’interno della valle del Cismon esistono differenze. Diversità di
lessico e di cadenza sono presenti fra i vari paesi; Fiera, inoltre, si è sempre distinta in modo
particolare, essendo il centro dei rapporti commerciali della valle, con un dialetto “zivil”, molto
italianizzato. Da sottolineare, ovviamente, che dagli anni della tesi del Nicolao e del dizionario
del Tissot, numerosi termini sono scomparsi o andati in disuso, fenomeno comune alla
maggioranza dei dialetti italiani.
Ipotesi sull’epoca di ingresso dei termini di origine germanica
Per quanto concerne il tema di questo lavoro, innanzitutto è necessario fare una
precisazione, una distinzione fra i termini di origine tedesca antica e i tedeschismi più recenti. Il
Nicolao e il Tissot, riferendosi ai tedeschismi nel dialetto primierotto, parlano entrambi di un
fenomeno molto limitato e da circoscrivere essenzialmente alla secolare autorità austriaca e in
particolare al campo amministrativo, burocratico e militare. Se questa osservazione può valere
appunto per i termini che appaiono quasi come prestiti o storpiature del corrispondente tedesco,
c’è da sottolineare che esistono numerosi termini di origine germanica molto più antica. Il
glossario è costituito da circa 180 voci, alcune delle quali, appunto, tedeschismi recenti, altre di
derivazione sicuramente più antica. E’ naturalmente sottinteso che per la maggior parte dei
termini è impossibile individuare l’epoca di ingresso, mancando completamente la
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documentazione storica da cui attingere o non potendo affermare con certezza la provenienza
da un idioma o da un altro.
Dai risultati ottenuti azzardo alcune ipotesi sull’epoca di ingresso dei termini individuati.
I termini più antichi sono probabilmente del periodo delle invasioni barbariche: si sa con
certezza che vi fu in Primiero una presenza longobarda, quindi sono presumibili anche altri
passaggi. E’ il caso di parole riguardanti il cibo (biót; brót; broàr), la caccia (crèz; paisa), la
mitologia o la leggenda (beatrìc; §mara), la manualità (bréga, sbregàr).
L’annessione all’Austria e il contemporaneo sviluppo minerario segnarono probabilmente
un momento di massiccio ingresso di nuovi termini. Oltre a quelli strettamente legati alla sfera
d’estrazione (canòpo, chipa, §léder, stól), sarebbero di quest’epoca anche quelli collegati alle
professioni, diventate specifiche vista la grande affluenza di persone (§lòzer, clòmer, cùcer,
gabèr, pìnter, sùster, tìsler). Dell’epoca delle miniere sono anche i molti cognomi tedeschi
ancora presenti in valle, come viene ricordato in “Primiero storia e attualità”, “sono discendenti
di coloro che, chiuse le miniere, invece di tornare nei loro paesi d’origine preferirono insediarsi
nei vari paesi della zona dedicandosi ad altre attività produttive.”
A partire dal XV secolo quindi, il Primiero ebbe strettissimi contatti non solo di tipo politico
e amministrativo con l’Austria, ma anche linguistico e culturale. Tutti i termini di origine tirolese
sono probabilmente riconducibili ai secoli successivi al boom minerario. Un’importante sfera
semantica è quella dei cibi (§mòrum, stràuli, cròfen, grìes), bevande (§gnàpa) e delle misure
(òlba, fràchel, chìbel), certamente di questo periodo come quella dell’attrezzatura (clàmera,
craz, §laif, sina).
E’ identificabile con precisione, invece, l’epoca di ingresso delle voci di tipo
amministrativo-militare: XIX secolo (stémpel, stéora) e primi anni del 20° con la Prima Guerra
Mondiale (gègher, libisbòn, patrona). Afferma Michela Bonfanti nel saggio “L’austriacano nei
diari, nelle memorie e nei canzonieri di soldati trentini”, che il termine austriacano “viene usato
per indicare un linguaggio casermatico, utilizzato dai soldati trentini durante il servizio militare
nelle caserme austriache a cavallo del XX secolo, e nell’esercito austro-ungarico durante la
prima guerra mondiale”.
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INTRODUZIONE AL GLOSSARIO
INDICE DELLE FONTI
Riporto qui di seguito i testi che ho utilizzato durante la ricerca per la stesura del glossario
etimologico, specificando la sigla di riferimento e, dove ritenuto importante, il tipo di informazioni
fornite dai singoli testi.
(N) NICOLAO P. (A.A. 1948-1949) Primiero nella sua parlata – Tesi di glottologia, Università
degli studi di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia.
(T) TISSOT L. (1976) Dizionario primierotto, Comprensorio di Primiero in collaborazione con
Museo degli usi e costumi della gente trentina.
Testi di partenza per la stesura dell’elenco di parole di sospetta o possibile origine germanica, o
di cui non conoscevo l’etimologia; da notare che i termini analizzati appartengono al lessico in
uso nel ‘48’49 per la tesi del prof. Nicolao e nel ’76 per il dizionario del Tissot, pertanto per una
parte scomparsi dal lessico attuale.
(K) KRAMER J. (1988) Etymologisches Wörterbuch des Dolomitenladinischen, Hamburg, Buske.
(LS) NICOLAI L. (2000) Il dialetto ladino di Selva di Cadore, dizionario etimologico, Uniòn de i
Ladìgn de Selva, Belluno.
Dizionario della lingua ladina dolomitica e dizionario del ladino di Selva di Cadore; viste le
affinità del dialetto primierotto con il ladino, è stata applicata la proposta etimologica degli autori
a termini primierotti di origine chiaramente comune al ladino o addirittura di origine ladina.
(MAR) MARCATO C. (1982) Ricerche etimologiche sul lessico veneto – Rassegna critico
bibliografica, Cooperativa libraria editrice università di Padova.
(GBP) PELLEGRINI G.B. (1952) Note etimologiche venete e ladine, Firenze, Olschki
(PR) PRATI A. (1968) Etimologie venete, Venezia, Roma, Istituto per la collaborazione culturale.
Dizionario etimologico degli idiomi di ceppo veneto, com’è il primierotto, breve saggio su alcuni
termini oscuri in uso nell’area ladina e veneta, e glossario etimologico sul lessico veneto; è stata
applicata l’analisi etimologica dei termini di origine chiaramente comune al primierotto o
riportata l’analisi di termini primierotti direttamente presi in esame.
(SDV) SCHNELLER C. (1965) Studi sopra i dialetti volgari del Tirolo italiano, in Programma
dell’Imperial Regio Ginnasio superiore di Rovereto, pubblicato alla fine dell’anno scolastico 186465, Rovereto (TN), Caumo.
(SRV) SCHNELLER C. (1870)Die romanischen Volksmundarten in Südtirol: nach ihren
Zusammenhängen mit den romanischen und germanischen Sprachen: etymologisch und
grammatikalisch, Gera, Amthor.
14
Dizionari degli idiomi del Tirolo Italiano (Welschtirol), dello stesso autore ma di anni diversi, il
primo in lingua italiana, il secondo in lingua tedesca; durante la ricerca ho notato una minore
scientificità di questi testi rispetto agli altri, tuttavia presentano contemporaneamente il
vantaggio di essere antichi e quindi presumibilmente più vicini nel tempo all’entrata in uso di
determinati termini; è stata applicata l’analisi etimologica di termini dei dialetti trentini di origine
chiaramente comune al primierotto o riportata l’analisi di termini primierotti direttamente presi in
esame.
(B) BANFI E., CORDIN P. (1996) Pagine di scuola, di famiglia e di memorie; per un’indagine sul
multilinguismo nel Trentino austriaco, saggio L’austriacano nei diari, nelle memorie nei canzonieri
dei soldati trentini” di BONFANTI M., Museo Storico in Trento.
(Dm) DEL MURERO T. (1890) I tedeschismi del Trentino opera dedicata alla strenua società Pro
Patria, Rovereto, Grigoletti.
Dizionario dei tedeschismi nei dialetti trentini; durante la ricerca le informazioni fornite da questo
testo si sono dimostrate spesso poco attendibili, la scientificità dell’opera risulta talvolta
compromessa dalla soggettività e dalle opinioni politiche dell’autore, come per i testi di
Schneller, tuttavia, è da considerare la vicinanza nel tempo all’entrata in uso dei termini. Saggio
dedicato nello specifico ai termini tedeschi assimilati nel lessico dei dialetti trentini per mezzo
dei soldati, spesso simili o identici anche nel primierotto.
(SCH) SCHÖPF J.B. (1985) Tirolisches Idiotikon,Vaduz / Liechtenstein, Sändig Reprint Verlag
Hans R. Wohlwend (unveränderte Neudruck der Ausgabe von 1866).
Dizionario dell’idioma tirolese; è stato utilizzato come supporto per quei termini tirolesi che sono
risultati all’origine dei germanismi individuati.
(R) ROWLEY A. R. (1982) Fersentaler Wörterbuch – Fersentaler Dialekt-Deutsch-Italienisch,
Hamburg, Helmut Buske Verlag.
Dizionario del dialetto della Valle del Fersina (lingua mochena); la lingua mochena è un idioma
germanico giunto nella Valle del Fersina (durante il periodo di sfruttamento minerario) e
conservato perfettamente nei secoli; sono stati riscontrati nel mocheno alcuni termini di origine
germanica individuati anche nel primierotto.
(M) MARZELL H. (1943) Wörterbuch der deutschen Pflanzennamen, Leipzig, Verlag von S.
Hirzel.
KOHLHAUPT P. (1964) Alpenblumen: Alpenblumen in ihrer Umwelt und im Volksleben, Zürich,
Buchclub Ex Libris c.
(P) PEDROTTI G. (1936) Le piante coltivate in Trentino e i loro nomi dialettali in Studi trentini di
scienze naturali, Trento
15
(PB) PEDROTTI G., BERTOLDI V. (1930) Nomi dialettali delle piante indigene del Trentino e
della Ladinia dolomitica: presi in esame dal punto di vista della botanica, della linguistica e del
folclore, Trento, Monauni
Dizionari e glossari botanici basati sulle denominazioni dialettali trentine o sulle denominazioni
tedesche; è stata applicata l’analisi etimologica di termini dei dialetti trentini di origine
chiaramente comune al primierotto o riportata l’analisi di termini primierotti direttamente presi in
esame, è stato fatto inoltre un confronto con le denominazioni tedesche dei suddetti termini.
PEDROTTI G. (1936) Vocabolarietto dialettale degli arnesi rurali della Val d’Adige e delle altre
valli trentine, Trento, Società per gli studi trentini.
PELLEGRINI G.B., MARCATO C. (1992) Terminologia agricola friulana, Udine, Società filologica
friulana.
Dizionario degli arnesi rurali in uso in Trentino e dizionario della terminologia agricola friulana;
questi testi sono stati utilizzati per l’analisi dei termini oscuri della sfera rurale.
(ZAN) ZANELLA G. (1981) Per no’ desmentegar (tedeschismi nel dialetto della Val di Sole),
Malé (TN), Centro studi per la Val di Sole.
Breve saggio sul dialetto della Val di Sole; nel capitolo dedicato ai tedeschismi nel dialetto
solandro sono stati riscontrati (inseriti in determinate locuzioni) numerosi termini di origine
germanica comuni al primierotto.
(BERT) BERTOLUZZA A. (1998) Guida ai cognomi del Trentino, L’ADIGE, S.I.E.
(L)LORENZI E. (1895) Saggio di commento ai cognomi tridentini, Trento, Sbottoni e Vitti.
LORENZI E. (1902) Nuovo contributo al commento dei cognomi tridentini: osservazioni
etimologiche sui cognomi tedeschi in Val di Non, Trento, STET
Pubblicazione sui cognomi trentini, a mio parere piuttosto incompleta e approssimata per
quanto riguarda le etimologie tedesche.
Breve saggio sui cognomi tedeschi in Val di Non; il fenomeno di conservazione di cognomi
tedeschi in Trentino è comune a tutte le valli, alcuni dei cognomi nonesi di origine tedesca sono
riscontrabili anche nella Valle di Primiero, in forma uguale o similare.
16
INDICAZIONI GRAFICO-FONETICHE
Per l’analisi del glossario sono necessarie alcune indicazioni di tipo grafico-fonetico per
una corretta lettura e pronuncia dei termini primierotti.
-
con accento grave/acuto si distinguono le vocali aperte/chiuse: òlba/tónco,
chèlera/réfa;
-
s= [s] sibilante sorda: saiùc; § = [z] sibilante sonora: §gnèc; da notare che la
sibilante sonora appare generalmente preposta a gruppi consonantici;
-
z = [θ] fricativa interdentale sorda (mai affricata sonora): còz;
-
d = [δ] fricativa interdentale sonora: dàlmeda; da notare che davanti a gruppi
consonantici tende a essere pronunciata normalmente
-
s-ci…; s-ce.. = rappresenta sč [st∫] s-ciós; (nel glossario non è presente alcun
termine con queste caratteristiche)
INDICE DELLE ABBREVIAZIONI
AHD
ant
BAV
CELT
EBR
FRA
GERM
GOT
ITA
LAD
LADS
LAT
LONG
MHD
ÖSTERR
SLO
südd
TED
TIR
TRENT
volg
antico alto tedesco
antico
bavarese
celtico
ebraico
francese
germanico
gotico
italiano
ladino
ladino di Selva di Cadore
latino
longobardo
medio alto tedesco
austriaco
sloveno
tedesco Germania meridionale
tedesco
tirolese
trentino
volgare
17
CAMPO SEMANTICO: QUOTIDIANO
Sottocategorie: cucina (cibi e bevande); casa; vita
CUCINA (CIBI E BEVANDE e misure)
biót
brót
canederli
chìbel
in uso senza condimento o contorno
in uso sostanza liquida
in uso
K
PR
SDV
Dm
K
secchio di legno, vaso da notte per i
in uso carcerati (T)
<(TED) Kübel = tinozza, secchio
TIR: kübel = Butte, Fass; milch-, krautsecchio di legno, da latte e sim. (N)
, scmalzküb'l
khibl (fers)
in uso boccale da birra
òlba
non in
uso
bicchiere da birra di mezzo litro
fràchel
brót (lad) < (GERM) *brod
T
grossi gnocchi di farina, pane, salame,
lardo, cotti nel brodo
<(TIR) Knoderl = canederli
T/N
precisamente sono quelli che i ted.
chiamano Tirolerknödel
Dm
TIR: knödel
SCH
crìghel
cròfen
<(GOT) blauths = nudo
blot (lad): <(GOT) blauþs; ma forse
attraverso altre lingue nel nord italia
<(GOT) blauts = nudo
<(TED) bloss (nord:blot) = nudo, privo;
(LONG) blutare = saccheggiare
"E' il TED bloss = nudo, ignudo,
scoperto, solo, semplice, mero, puro"
T
SC
H
R
<(TED) Krug = boccale (suff. dim. –L)
T
"il boccale di cui sarebbe un diminutivo
dialettesco Krügerl"
Dm
<(TED) halb
TIR: halbe = die halbe Mass
T
SCH
dolcetto di pasta lievitata a forma di
mezzaluna con marmellata, un tempo
in uso in occasione delle nozze
<(TED) Krapfen
TIR: krapf'n = Pfannkuchen
T/N
SCH
antica
misura
per
i
liquidi
non in corrispondente a mezza trinca o a un
uso
quarto di mòsa
< (TIR) frakele
< (TEDvolg) Frackel
fràcl (lad) : < (TIR) fraggεlε
TIR: frackele, fragkele = Getränkmass,
halbes Seidel oder Achtel einer Mass
< (TED) Frachel = misura pel vino ,
"terzeruola", 8a parte di un fiasco
(mòssa)
PR
SRV
K
SCH
Dm
18
garb
(garp)
in uso acerbo, scontroso
grìes
non in
uso
semolino
PR /
non spiegato nell'origine
SRV
< (TED) herb; (TEDvolg) harb; (MHD)
geherwe; (CELT) gwerw
SDV
TIR: harb
SCH
proposte incerte (LONG) harw (herb):
REW 4064; (MHD) garwe: Bertoni
(1914)
MAR
< (TED) Gries
T
PR /
SRV
/
SDV
/ Dm
K
SCH
ZAN
< (TED) Gries
grìes (lad): < griεss
TIR: griess, (MHD) griez
loc. "'l gh'ha magnà gries"
mòsa
misura per i liquidi (T); vecchia misura
in uso austriaca di liquidi equivalente a 1l (N) <(TED) Maas
N
SDV
/ Dm
SRV
< (TED) Maass = misura, (TIR) mass
< (TED) Maass
mòscia (lad): < (TRENT) mòsa < (TIR)
mąss
K
TIR: måss = das bekannte Schenkmass
für Flüssigkeiten
SCH
pùdel
non in
uso
bicchierino =1/16 l
rìbel
non in farina di granoturco fritta, al posto del rìbl
(lad):
Schmarren,
besonders
uso
pane
Erdäpfel schmarren < (TIR) rîbl
K
§gnapa
in uso grappa di vinaccia
<(TIR) Pudl
N
pudl (lad): < (TIR) pûdl
K
TIR: pûdl = in Vinschg. ist das pûdele ein
Getränkmass, das 1/4 Seidel hält
SCH
<(TED) Schnaps =grappa, acquavite
T
sgnàpa (lad) : < (ITAnord) sgnapa <
(TED) Schnaps
K
PR /
Dm
/ LS
< (TED) Schnaps
§gnèc
§mézer
in uso molliccio
<(TED) weich
< (TED) Schnecke, *snahhan
scivolare, knacken = schiacciare
non in palettina per raschiare il paiolo; coltello
uso
di legno per tagliare la polenta
<(TED) Messer
loc. "con 'n messer"
Dm
=
LS
T
ZAN
19
§mòrum
pietanza dolce/salata; composto a
base di latte, uova, farina, sale fatto
friggere in un tegame di ferro in
abbondante burro, continuando a
tagliuzzare durante la cottura (20’) fino
ad ottenere piccoli pezzetti molto
dorati; un tempo costituiva pasto
completo, adesso servito come dolce,
cosparso di zucchero semolato o
accompagnato con marmellata di
in uso mirtillo rosso
<(TIR) Schmarren = crêpe sminuzzata
TIR: Schmarren
stràuli
in uso dolci, fritti a forma di spirale
strùdel
in uso dolce con mele
tonco
in uso sugo, intingolo
T
SCH
<(TIR) Strauben = dolci, fritti a forma di
spirale
JL
<(TED) Strudel
TIR: strudel = Mehlspeise
T
SCH
tunco (lad): < (TIR) tunke/ (TRENT)
tonco
K
< (TED) Tunke = brodetto, sugo
Dm
TIR: tunke = Flüssigkeit zum Eintunken
SCH
trinca
non in misura per liquidi
uso
scodella di maiolica
(=1/2
zèlten
in uso dolce natalizio di frutta secca
TIR: trinkel = der achte Teil der Mass,
wie frakel; "in der tir. L.O.v. 1603 werden
mosa); als Weinmasse aufgeführt: uren, fueder,
paceyden, mass, trinkel oder fräkele"
SCH
<(TIR) zelten
TIR: plattes Backwerk
PR
SCH
CASA
àcherle
in uso uncinetto
<(TIR) Hakerle = uncinetto
T/N
àgherle
(TRENT):
"proviene
più
precisamente dal dimunitivo dialettale
Hackerl"
Dm
akerle (fers): < hakele
R
bata
in uso
bàta (lad) : < (TIR) wattε <arab. batān
càndola
cotone idrofilo
bricco, recipiente con manico (T); tubo
di legno che, nella bigoncia del bucato,
non in contiene il bastone che ottura il buco
uso
d'uscita del ranno (N)
<(TIR) Kandl
<(TED) Kandel,
channâ
K
N
Kandele
<
<(TIR)(TEDvolg) Kandel, Kandele
(AHD)
SRV
SDV
proviene evidentemente da Kannderl o
Kanndel diminut. dialettesco da Kanne
Dm
20
TIR: kandl, kandele; (MHD) kanne;
(AHD) channa
SCH
kandl (fers) : brocca, secchio
còz
in
scendiletto grossolano fatto di stracci
disuso (da qui incozà = sudicio)
<(TIR) Kotzen = coperta grossolana
TIR: kotzen = zottige Decke aus Wolle
< (TIR) kotzen: Pellegrini (1947-48)
"zottige Decke aus Wolle
<(TED) Koffer
cùfer (lad): <(TIR) kûfer
N
(Schopf
336)
SCH
MAR
T/N
/B
K
cùfer
in uso baule
dóf
bigonciolo ovale, con coperchio e
non in manico, usato per portare la merenda
uso
a chi lavora nei campi
<(TED) Topf = caso, pentola
T
fàifa
non in
uso
pipa
T
<(TED) Pfeife
< (TED) zwirlen (quirlen); Zwirl = capo
del tornio
SDV
< (ITAant) pirlo
PR
< (TED) Wirbel
Dm
nota: data la presenza dello stesso termine nell’italiano antico risulta complesso determinare la
provenienza; schema più probabile: primierotto< ITAant < TED
pirlo
in uso trottola
plòta
piastra di pietra; piatra di metallo della
in uso cucina economica
<(TED) Platte = piastra
< (LAT) plautus
N
PR
plus
in uso camicia
MAR
pult
pult (lad) : < (TED) Pult (<LAT pulpitum);
"das deutsche Wort Pult, das seinerseits
aus
der
mittellateinischen
Scholarsprache stammt, wurde als
in
cassetto con ribalta del mobile fatto a typischen Fachwort in die romanischen
disuso stipo
Idiome Nordostitaliens übernommen"
K
pùsol
(bùcol)
< (TIR) pluse, plus < (FRA) Blouse
mazzetto; anche quello che la ragazza
in uso mette all'occhiello del fidanzato
<(TIR) Busch’l
< (TEDvolg) busch'l (Büschel)
N
SRV
SDV
/ Dm
< (TED) Büschl, dial. busch'n, busch'l
TIR: buschn = Blumenstrauss (auch
büschl)
SCH
puscèla (lad)= ungeornetes Stroh: <
(TIR) puschl
K
réfa
in uso
zaino
<(TED) Reff = gerla
JL
21
rìmena
non in
uso
cinghia dei calzoni
rusàc
non
disuso zaino
<(TED) Riemen =cinghia, cintola
T/N
/B
<(TED) Rücksack
<(TED) Rücksack
JL
B
non in crine vegetale usato per fare cuscini e
uso
materassi
<(TED) Seegras = crine vegetale
loc. "'l g'ha i materasi de segres"
T
ZAN
§lòc
non in
uso
giocattolo che provocava il suono di
piccolo scoppio
<(TED) Schlag = botta, colpo
T
§nòl
in uso
maniglia della porta, saliscendi, nottola <(TED) Schnalle = fibbia, fermaglio
snòla (lad): < (TIR) Schnallε
ségraz
< (TED) Schnalle
loc. "'l ha rot 'l snol de la porta"
T
K
SRV
/
SDV
/
Dm
ZAN
spolèr
in uso cucina economica
<(TED) Sparherd = cucina economica
spor hert (fers)
T
R
stinf
in uso
<(TIR) Stumpf
TIR: stumpf
N
SCH
stùa
zìtera
in uso
babbuccia dei bambini
stanza, la più grande e la più calda,
con una stufa e generalmente rivestita stua (lad): < (TED) stube / (LAT)
in legno
*extupha
etimo controverso forse < (LATpop)
*extufare
TIR: stub'n = an die Gesindestube
anslossende Kammer
< (TED) Stube = stanza riscaldata
non in
uso
cetra
zitra (lad): < (TIR) zitter (e)
K/
LS
PR
SCH
Dm
K
VITA
beatrìc
in uso personaggio delle leggende
Ostgothenkönig Dietrich von Bern;
Wuotan ; wuoterich (AHD)
SRD
Teodorico, Dietrich von Bern
PR
Dio germanico Wodan <wüterich (MHD)
= uomo atroce, crudele; primier. la caza
beatrìc = die wilde Jagd (Grimm,
deutsche Mythologie)"
SRV
22
mal del
ors
in uso emorroidi
<(TED) Arsch
T
ors (lads): sentire bruciare il sedere
quando sudati ci si siede su una
superficie molto fredda < (LAT) ursu
LS
broàr
in uso scottare
< (TED) brühen
SRV
broà (lads): < (GERM) broian; (TED)
brühen
LS
cisolàr
in uso abbruciacchiare
<(TED) zischeln = soffriggere
T
<(TED) zischeln
SRV
nota: non è da escludere la derivazione onomatopeica, da sottolineare comunque che il termine primierotto
non indica cottura/soffritto ma la semplice bruciatura (es. abito)
chenùc
in uso abbastanza, sufficiente, abbondante
chizòla
infiammazione
in uso collo
della
ghiandola
<(TED) genug
ghenùg (lads): < (TED) genug
T
LS
eventuale legame con il TED Kitze =
del capra giovane, giacché le glandole
rigonfie sono caratteristiche delle capre
MAR
nota: l’etimologia risulta piuttosto inverosimile
crachesàr
vivere in cattive condizioni, perdere
in uso colpi per malattia o vecchiaia
<(TED) Krachse
<(TIR)(ÖSTERR)(BAYR) krachse
crachesà (lad): <(TIR) krăgse
cràiz
non in
uso
T
SRV /
PR
K
<(TED) Kreis
Loc."no 'l gh'ha 'n spìzig de crèiz!"
"ted. Kreutz = croce, per metonimia: la
fronte, la testa, il cervello; perchè il
segno della croce lo s'incomincia dalla
fronte"
khraits (fers) = croce
nota: l’etimologia, benché attestata da diverse fonti, risulta piuttosto inverosimile
cronco
buonsenso, giudizio
non in
uso
malato cronico
T
ZAN
Dm
R
<(TED) krank
T
cronq (TRENT): "E' il ted. krank. E se
fosse invece "cronico"?"
Dm
nota: risulta difficoltoso determinare la reale provenienza del termine
crup
non in
uso
difterite
cucàr
in
uso
guardare di nascosto, curiosare
<(TED) Krup = difterite
Loc. "'l gh'ha 'l krup"
<(TED) gucken (etimologia
discussa)
"verbo di derivazione non chiara"
JL
ZAN
molto
JL
PR
23
"E' il ted. gucken"
fèrse (pl)
fiap
in
disuso morbillo
Dm
es ist vielleicht das deutsche Fraiss,
MHD Vreisse
SRV
TIR: frais, krampfhafter Zufall, Epilepsie,
(AHD) freisa, (MHD) vreise
SCH
ferseler (fers) : morbillo, rosolia
R
"non è l'italiano fiacco che noi diciamo
fiaq, o per lo meno è influenzato - quasi
corrente elettrica d'induzione - dal ted.
flau d'analogo significato"
Dm
in uso floscio
nota: il termine è di origine oscura, è ipotizzato un collegamento con il verbo antico francese flapir
fiza
flòster
in uso ruga, grinza, piega
fondo stradale
in uso massicciata
Tìtele
non in
uso
dim. Francesco
non in
uso
dim. Domenico
non in
uso
dim. Battista
gatìzole
in uso solletico
ghèba
in uso cappa di fumo
grìngola
in uso allegria, buonumore
lipa
in uso fannullone, pigro
lòfo
in uso fannullone, pigro
Frànzele
Mìnchele
< (TED) Fitze: Cappello (1957)
fatto
di
MAR
pietre, <(TED) Pflaster = pavimentazione
stradale
T
TIR: pflaster (wie HD)
SCH
< (TED) Pflaster: Pellegrini (1977),
Zamboni (1971)
MAR
<(TIR) Franzele = dim.Franz
T
< (LAT) catulire
< (TED) Kitzel r. (Kitze= gatta, micino)
SRV
Dm
vielleicht von deutschen Stamme wib
(wēban), (AHD) weibŏn
SRV
dalla radice wab, wib, sanscr. : vap, vip,
(TED) weben
SDV
< (TIR) gerĭngel
< (AHD) ringilâ - ringulâ
nota: risulta difficoltoso determinare la reale provenienza del termine
PR
SVR
pare (AHD) lippa (labbro) = ghiottone,
fannullone
PR
loc. "'l gh'ha 'na lipa!"
ZAN
lof (lad) < (TIR) laffε
TIR: laff = Schmarotzer, Vielesser; loff =
unverschämt
bittendende
Person,
Schmarotzer
< (TIR) laffer
lofern (fers) = oziare
K
SCH
MAR
R
24
PR /
Dm
mismas
in uso confusione di cose messe e casaccio
< (TED) Mischmasch
mus
in uso
<(TED) müssen
mus (lads): < (TED) müssen
loc. "quan che l'è mus l'è mus"
muz (TRENT) < (TED) müssen
N
LS
ZAN
Dm
nèca
in uso niente, nulla
<(TED) nicht(s)
JL
nica
in
disuso niente
<(TED) nicht(s)
JL
paz
in uso sporco, sudicio
pefél
in uso severa reprensione
bisogna, è necessario
<(TIR) batz
N
TIR: batz = weiche klebrige Materie,
batzerei = unsaubere Arbeit
SCH
< (LAT) *pactius
PR
paz (lad): < (LAT) *pactius
K
nota: risulta difficoltoso determinare la reale provenienza del termine
< (TED) Befehl
< (TED) Befehl
loc. "'l gh'ha scrit 'n pefel"
petelàr
in uso il piagnucolare dei bambini
pitferunz!
in uso esclamazione
plao
N/T
PR /
Dm
ZAN
<(TED) beteln = chiedere qcs con
insistenza
T
petlé (lad):< (MHD) pëtelen
K
< (TED) bitte für uns; litanie: Pallabazzer
(1980)
MAR
non andare a lavorare, a scuola; <(TIR) blau (machen) = stare in
in uso momento di riposo
vacanza
T
TIR: balu machen= so viel als einen
blauen Montag machen (ursprünglich
der
arbeitsfreie
Montag
vor
Aschermittwoch, an welchem die Altäre
blau überkleidet werden)
SCH
<(TED) rank = slanciato, snello
(variaz.sem.)
T
rancàl (lads): legno storto < (LONG) rank
= incurvato, zoppo, slombato
LS
TIR: rank = WEndung, Krümmung
SCH
nota: secondo il Wahrig “Ranke = aus Blatt, Spross od. Wurzel entstandener, fadenförmig verlängerter
Pflanzenteil, der in der Lage ist, sich an Stützen zu befestigen (Wein-); <(AHD) hranca; Herkunft nicht
geklärt”; difficile stabilire la provenienza.
ranc
in uso sciancato
saiùc
in uso singhiozzo; cavalletta
<(TED) Schlucken = singhiozzo
JL
sbiàc
in
disuso pallido
<(TED) bleich
JL
25
sbregàr
in uso lacerare, spezzare
< (GOT) brikan, (LONG) brehhan, (TED) LS /
brechen
Dm
scarcài
in uso muco secco degli occhi
crèch (lad): <(TIR) gregg
K
nota: lo schema di derivazione sarebbe primierotto< ladino < tirolese; difficile determinare l’affidabilità di tale
ipotesi
sgranf
in uso crampo
< (TED) Krampf < (ITA) crampus
< (LONG) krampf = uncino
Dm
LS
sgrìzol
in uso schifo, ribrezzo, angoscia
sgric (lad): onomatopeisch
K
< *gris, *grizz di natura onomatopeica
PR
< (TED) grieseln da *gruwison,
*grausen/grusen = farsi venire la pelle
d'oca, rabbrividire
LS
non in
slampazada uso
donna sudicia, sciatta, buona a nulla
<(TED)
Schlampe
=
sciattona,
donnaccia
T
TIR: schlampen = in der Kleidung
nachlässig sein
SCH
slandra
(slodra)
in uso donnaccia, prostituta
anche milanese, toscano, bolognese, da
ricollegare al TED landern
PR
slònder (lad): < (TIR) schląndεr
K
§laup
senza sostanza, insipido; di persona
in uso fiacca
<(TED) schlapp = fiacco, spossato
T
§lèc
in uso
<(TED) schlecht
JL
§lipegàr
in uso scivolare
< (MHD) slĭpfen (schlüpfen)
< (TED) schlüpfen
TIR: schlüpfen = auf dem
ausgleiten
SRV
Dm
§lòfen,
ndar a
debole per fame o malattia
in uso andare a dormire
<(AHD) schlofen
< (TED) schlafen
slof (fers) = sonno
§mara
oppressione
durante
il
sonno;
personaggio delle leggende che
in uso impersonava la morte
< (AHD) mara = incubo
§mir
in uso
grasso per ungere le ruote del carro;
cosmetici
< (TED) Schmiere
< (TED) Schmiere
loc. "darghe smir al assil del car"
spiza
in uso prurito
Eise
SCH
N
PR /
LS
R
PR
T
PR /
LS
ZAN
kommt vielleicht von AHD *pîz, MHD bîz,
AHD Beiss
SRV
26
< (TIR) bitzeln = fare prurito
SDV
< (TED) spitzen
Dm
nota: più plausibile forse la derivazione dall’italiano pizzicare
spizàr (tr)
in uso appuntire (matita)
< (TED) steif
< (AHD) steif, stif
PR /
SDV
/
Dm
SRV
<(TED) deutsch
T
staifo
in uso robusto, massiccio
tòic
non in
uso
tedesco
tòm
argine; strada, via che corre lungo
in uso l'argine
< (TED) Damm
< (TED) Damm
T
PR /
Dm
tònza
in uso altalena
tonza = altalena < (TED) tanzen
AIS
trincar
in uso bere a garganella
< (TED) trinken
T/N
PR /
LS
< (TED) trinken
zacàr
in uso addentare
< (TED) zacken = dente, rebbio, frappa,
branca
Dm
zigàiner
in uso zingaro
<(TED) Zigeuner
T/N
/ LS
auf,
ndar co le
bale in
in uso andare con le gambe per aria, fallire
<(TED) auf
JL
27
CAMPO SEMANTICO: LAVORO
Sottocategorie: strumenti e attrezzi; mestieri
STRUMENTI E ATTREZZI
bàgherle
non in
uso
calesse
< (TED) Wager (e) r. = antica carrozza per
tre persone
T
"einspaenniger Wagen fuer Personen; von
dtsch. Wagen nach Art der sogenannten
oesterr. Demin. gebildet"
SRV
(TED) Wagen; dim. Volg. Wagele
SDV
MA
R
< (TIR) wagl, wagele
"E' il TED Wagen = carro, carretta, carrozza
da cui il diminutivo dialettale Wagenrl"
Dm
bréga
clàmera
clòmper
in uso asse di legno
(TED) Bret(er.) = asse, tavola, cogli
affini Bretchen
Dm
dal verbo sbregàr: (GOT) brìkan =
rompere
PR
ferro con due punte ricurve ad angolo
in uso retto per legare insieme travi e tronchi <(TED) Klammer = graffa, fermaglio
clàmera (lad): <(MHD) klamper
khlamper (fers)
T
K
R
anello infisso nello stipite dove si infila
in uso il chiavistello
<(TED) Krampe = cambretta, grappa
in Primör bedeutet clomper Thürangel
cràmpen (TRENT): <(TIR) krampen
<(TIR) krampen = grappa; <(TED)
krampe = uncino
T
SRV
SRV
SDV
cràizera (TRENT): "Viene dal ted.
Kreuzband = fascia, armacollo,
bandoliera, tracolla, balteo"
Dm
< (TIR) kraxn: Pellegrini (1947-48) "die
Kraze, Gestell zum Tragen auf dem
Rücken"
MAR
craz
in uso bricolla
incletàr
non in lisciare, piallettare il muro con mestola
uso
rovescia
<(TED) glätten = lisciare, levigare
petón
in uso calcestruzzo
T
<(TED) Beton = calcestruzzo
< (FRA) beton
petùn (lad): < (TIR) peton
T
PR
K
28
làufer
non in così è chiamata una pietra posta nel <(TED)
uso
muro in un dato modo
chiave
sina
in uso trave di ferro; rotaia; solco
§làidera
non in
uso
martinicca di carro
stròz, tirar a
in uso trascinare
stròza
truc
T
<(TED) Schienen = rotaia, guida
non in
uso
fionda (T)
girello della vite (N)
§làif
Läufer = (edil) mattone in
< (TED) Schiene
loc. "l'è nà fora dale scine"
T
PR /
B
ZAN
<(TED) Schleuder = fionda
T
< (TED) Schleifzeug
< (TED) Schleifzeug
T
PR
<(TIR) strotzen
strozé (lad): etimo discusso < (TIR)
strutzn / (LAT) *tractiare
< ( LONG) strozza, (TIR) strotzen
TIR: strützen = schleppen, ziehen,
zerren; mit Mast- oder Schlachtvieh
Kleinhandel treiben
N
K
LS
SCH
grande slitta di legno per il trasporto di
in uso legna o fieno
vedi stròz
T
non in cassa di legno dove viene fatta la
uso
malta
TIR: truch = cassapanca
TIR: trûch = Truhe, Lade, Kiste
LS
SCH
MESTIERI
aisenpòn
lavoro per la costruzione di linee
ferroviarie in Austria e Germania, in
particolare la linea dell'Arlberg
in uso Innsbruck-Costanza
<(TED) e. Eisenbahn = ferrovia
aisenpòner
operaio provvisoriamente emigrato al
in uso nord per la costruzione di ferrovie
T
<(TED) Eisenbauer o Eisenbahner
(Arbeiter.) = lavoratore della Eisenbahn
(ferrovia)
Dm
bòlder
non in
uso
spreg. di tedesco
<(TED) Waldhüter = guardia forestale
T
29
<(TED) Walder, Übername, den die wälschen
Anwohner der Etsch den Deutschen an der obern
Etsch geben
SVR
"Lo riterrei cavato a capriccio da Wald, Wälder =
foresta. Forse è Waldherr = ilpadrone di bosco, il
legnajuolo, riferendosi alla natura boscosa del
Tirolo, o alla franchezza a volte un po' rozza dei
suoi abitanti."
Dm
chèlera
in uso cameriera
<(TED) Kellnerin = cameriera
T
<(TIR) kellεrin
K
TIR: kellerin (Kellner gibt es auf dem
Lande nicht) = Kellnerin
SCH
"Kellnerin = serva d'osteria"
Dm
clòmer
(cròmer)
in uso
<(TED) Krämer = merciaio
clòmer (lad): <(MHD) kramer
cùcer
non in
uso
cocchiere
<(TED) Kutscher = cocchiere
garbarìa
non in
uso
bottega del conciapelli
<(TED) Gärberei
conciapelli
garbèr
non in
uso
conciapelli
venditore ambulante di mercerie
=
bottega
T
K
T
del
T
SDV
/
SRV
/ Dm
< (TED) Gärberei
< (TED) Gärber = conciapelli
< (TED) Gärber
TIR: garben, r. garber
garber (fers)
T
SDV
/
SRV
/ Dm
SCH
R
< (TED) Fassbinder r.
< (TED) binder, (AHD) pintari
< (AHD) pintari
pìnter (lad): < (TIR) pintεr
TIR: r. binder (r. fasser)
T
SDV
SRV
K
SCH
pìnter
non in
uso
bottaio
sùster
in uso calzolaio
< (TED) Schuster r.
TIR: r. schuester
T
SCH
tìsler
in uso falegname
< (TED) Tischler
T
< (TED) Tischler
tistler (lad): < (TIR) tischler
SDV
/SRV
K
<(TED) Schlosser = fabbro
T/
§lòzer
non in fabbro, magnano
30
uso
DM
SDV
K
< (AHD) sclozar, (TED) Schlosser
slòsser (lad) : < (TIR) schlossεr
31
CAMPO SEMANTICO: NATURA
Sottocategorie: ambiente; flora; fauna
AMBIENTE
cógol
in uso
masso
dall'alto
tondeggiante
franato
ghìrlo
in uso
del vento quando è vorticoso
<(TED) Kugel = palla, sfera
T
TIR:
kogel
=
Bergkuppe
(cima
tondeggiante)
SCH
cógola
in uso
biglia
<(TED) Kugel = palla, sfera
T
<(LATtardo) *cŏcŭla
PR
cògora (lad): < *cocula (cochlea)
K
<(AHD) *kugola
SRV
nota: interessante come due termini di significato chiaramente analogo vengano fatti ricondurre a due
etimologie distinte; risulta comunque difficile determinare la provenienza reale
lòca
sìver
in uso
in uso
pozzanghera di neve semisciolta
micascisto (pietra)
onomatopea
< (TED) Wirbel (contratto wirl)
< (TED) Wirbel, wirbeln, Wirbelwind,
wirbelig
< (TED) wirl : Pellegrini (1947-48)
PR
SDV
Dm
MAR
< (TED) Lache = pozza, pozzanghera
< (AHD) lahha
< (TED) Lache = pozza, pozzanghera
< (TED) Lack, Lacke = palude, laguna,
pozza, stagno
< (TIR) lak : Pellegrini (1947-48)
T
SRV
PR
Dm
MAR
<(TED) Schiefer = scisto, ardesia
N/T
PR
Dm
FLORA
ciórciola
in uso
pigna d'abete
<(TIR) tschurtsche
<(TED) dialettale Tschurtschen
ferghìz
non in
uso
non ti scordar di me
<(TED) vergessen
T
< (TED) Vergissmeinnicht
PR / K
< (TED) vergiss mein nicht
PB
"è il Mysottis palustris (...) che i ted.
chiamano Vergiss mein nicht"
Dm
finferli
in uso
gallinacci (Cantharellus cibarius)
fìnferle (lad) : < (TIR) pfiffεrling
< (AHD) phiferlinc
< (TED) Pfifferling
TIR: pfifferling (wie HD)
K
SRV /
SDV
PR
SCH
32
impómbora in uso
impomborèr in uso
si connetterà a una variante dialettale di
Himbeere, cui si è incrociato poum
N
suffisso -ER
lampone
pianta di lamponi
cren, rafano (Armoracia rusticana / <(TED) Rettich (ahd. Rātīh<lat. Radix:
Cochelearia armoracia)
Wahrig)
JL
storpiatura dal TED Rettig
PB
nota: difficile stabilire la effettiva provenienza del termine e lo schema di derivazione
ródec
in uso
FAUNA
bècherle
in uso bostrico tipografo
crenebiter
non in
uso
cesena, passeraceo simile al tordo TIR: krânewitvogel = Krammetsvogel
crosnòbel
in uso becchincroce (Loxia curvirostra)
<(TED) Kreuzschnabel
<(TED) Krummschnabel
<(TED) Kreuzschnabel
<(TED) Krummschabel, Kreuzschnabel
"crosnòbel"
"E' il Kreuzschnabel"
T
SDV
PR
SRV
ZAN
Dm
finc
in uso fringuello; loc. orbo fa 'n finc
<(TED) Finke
< (TED) Fink
T
Dm
nèse pl
non in
uso
pidocchi, lendine
<(TED) Niss = lendine
T
ròz
in uso cavallo o mulo vecchio, mal ridotto <(TED) Ross = cavallo (variaz.sem.)
sbòbol
non in
uso
scarafaggio (Blatella germanica)
<(TED) Borkenkäfer (suff. Dim. –LE)
JL
SCH
T/
Dm
< (TED) Ross, "questa voce cambiò il suo
significato originario in senso piuttosto
peggiorativo"
< (TIR) rotzl, rotzer
ròz (lad): < (MHD)(AHD) ross
TIR: ross = Esel
loc. "l'è 'n roz"
SDV
SRV
K
SCH
ZAN
< (TIR) schwåb
< (TEDvolg) Schwabe per Schabe
sbovo (trent) < (TED) Schwabe
SRV
SDV
Dm
33
CAMPO SEMANTICO: SUSSISTENZA
(agricoltura; allevamento; bosco; caccia)
àldi
bègher
non in grido per ordinare alla mucca di <(TED) halt! = ferma!
uso
fermarsi
non
in uso scivolo per il trasporto dei tronchi
JL
vd. grébani <greben (SLO) = cresta di
montagna
PR
TIR: bèg (beig), ein der Bahre ähnliches SC
Werkzeug zum Tragen von Holz, Dünger
H
bist
non in grido per ordinare al cavallo la bìst (lad): interj. links! (Zuruf ans Pferd) <
uso
sinistra
(TIR) wisst
K
TIR: wist (wista), Ruf an Zugthiere, wenn
sie links gehen sollen (hotta, rechts);
(MHD) winster; (AHD) winstar
SCH
< (TIR) wist (a)
MAR
crèz
fieteràr
làita
pàisa
paisàr
in
disuso intestini di animale ucciso
<(MHD) kroese; (TIR) kres, kreas; in
un vocabolario del 1663 appare il
termine kröss = trippa di vitello
SRV
TIR: krês = Gekröse
SCH
dar da mangiare agli animali (talvolta <(TED) füttern ; (TIR) fietern =
in uso anche agli esseri umani)
nutrire
(TED) futtern = dar da mangiare alle
bestie
< (TED) füttern; (TIR) fietern; (EBR)
fieter = pascolare
T/N
Dm
SDV /
SRV
sentiero fatto nella foresta dai boscaioli
quando effettuano un taglio di
non in legname, scompare dopo la fine del <(TED) leiten = guidare, condurre;
uso
lavoro
Leite = pendio
T
< (TED) Leite
SRV
TIR: leiten = sonniger Bergabhang
SCH
non in
uso
esca
in uso mettere l'esca
paissa (lad): < (LONG) *paiz
< (AHD) peizen, beizen; (LAT) pasci
< (TED) beize; (AHD) beiza
< (BAV)(ÖSTERR) paiz = caccia
K
SRV
SDV
PR
TIR: baiz = Beize, "Im Augustmon hebt
die Paiss sich an, faist Wachtlen sitzen
auf dem Plan" (Innsbr., Kal. 1667)
SCH
paissa (lads): < (TED) beizan, beizen
= cacciare , (TIR) paisa = esca
LS
< (MHD) beize : Bruchner (1900); <
(LONG) *baizzjan; Baroni Grazi (1971) MAR
deriv.
34
rautàr
in
disuso dissodare
rùca!
non in
uso
incitamento, tipo oooo-issa!
<(TED) rück! = issa!
JL
scarp
in uso
< (GERM) skarpa
MAR
scòfa
mammelle della mucca
appezzamento di terreno prativo
accidentato, ripido, in montagna, con
qualche cespuglio e albero, senza
in uso ca§èra
<(TED) Schupfen
T
<
(AHD)(MHD)
Schupfe
=
scaricatoio, canale artificiale per
avallare il legname; frequente in
toponomastica
MAR
spèlta
(speltàr)
in uso
springàr
in uso annaffiare
quarto di tronco per lungo; grossa fetta
di polenta
<(TED) Spelte
N
spèlta (lad): < (TIR) speltε
K
TIR: spelten = das Spalstück eines
Holzblockes
SCH
<(TED) sprengen = annaffiare
< (TED) sprengen
T
PR
bovaro
< (TED) Treiber = mandriano
T
sgualdrina
< (TED) Treiber
SRV /
Dm
tràibera
non
in
uso
non
in
uso
tréfer
non in
uso
centro del bersaglio
tràiber
vanùia
zerùc
<(südd)(österr)(schweiz) reuten =
dissodare
N
< (TED) reuten (aus dem ältern
praeterit. rût von riuten
SRV
<(TED) Treffer = centro, colpo
andato a segno
T
mastra, cassa dove veniva scottato il
in uso maiale
<(TED) Wanne = vasca
T/N
no TED Wanne ma LAT vannucula
(varnus)
PR
TIR: wanne = eine ovalförmige Art
Kornsieb oder Reiter, aus Binsen
oder dünnen Ruthen geflochten, mit
welchem der Spreu wegggeschüttelt
wird
SCH
incitamento all'andare all'indietro per il
in uso cavallo
<(TED) zurück
zruch (lad): < (TIR) zrugg
<(TED) zurück
loc. "dai bel, zerùca"
T
K
SRV / Dm
/ LS
ZAN
35
CAMPO SEMANTICO: MILITARE e amministrativo
canìstra
non in zaino militare austriaco
uso
rettangolare (T); zaino (N)
di
essendo un termine militare nulla di
forma più probabile che sia ted., anzi
precisamente Tornister = la giberna
Dm
<(TED) Tornister
nota: interessante come entrambe le fonti abbiano fatto derivare il termine da Tornister e non
dall’apparentemente più immediato Kanister; la Bonfanti, autrice di uno studio specifico è comunque
assolutamente attendibile
gègher
non in
uso
militare, anche il coscritto
ghevèra
non in
uso
libisbòn
cintura con le giberne e la baionetta
non in (così chiamata dai soldati trentini sotto <(TED)
Leibband
=
uso
l'Austria)
(Leibsband, Leibesband ?)
B
<(TED) (Kaiser) Jäger
T
jègher (TRENT): vale il soldato
cacciatore (TED) Jäger, Feldjäger,
Kaiserjäger. I giovanotti della nostra
provincia vengono esclusivamente
arruolati in quest'arma e perciò di
leggieri si comprende come venga
utilissata questa parola ted.
Dm
fucile del soldato
T/
B
ZAN
<(TED) Gewehr = fucile
loc. "'l gh'è corì dre co la ghevera"
pancera
JL
TRENT ibisbon <(TED) Überschwung
= cinturone
B
nota: sicuramente più attendibile, benchè non immediata, l’ipotesi della Bonfanti
pefél
in uso severa reprensione
< (TED) Befehl
N/T
PR /
Dm
/B
ZAN
< (TED) Befehl
loc. "'l gh'ha scrit 'n pefel"
patròna
in uso cartuccia da fucile
<(TED) Patrone = cartuccia
T
PR /
Dm
/B
K
< (TED) Patrone
patrola (lad) < (TIR) patrônε
rachéta
sìzero
non in razzo
di
uso
pirotecnico
segnalazione;
non in soldato
territoriale
uso
provinciale tirolese
fuoco
del
<(TED) Rakete
JL
<(TED) Rakete = razzo illuminante
B
corpo
<(TED) Schütze = soldato tiratore
T
<(TED) Schiesser = tiratore
B
36
stèmpel
in uso timbro
stéora
non in
uso
imposta, tassa
loc. "quel l'è 'n sisser"
ZAN
<(TED) Stempel = timbro
stèmpl (lad): < (TIR) stempl
T
K
<(TED) Steuer = imposta, tassa
< (AHD) stiura, stëora
< (TED) Steuer
stùzen
non in
uso
vecchio schioppo
T
SRV
/SDV
PR /
Dm
SRV
/
Dm
K
< (TED) stutzen
stuz (lad): < (TIR) stuz(n)
37
CAMPO SEMANTICO: MINIERE
canòpo
in uso minatore
<(AHD) Bergknappe /Knappo = minatore
N
<(AHD) knappo = minatore
PR
<(AHD) knappo = minatore
SRV
canopàr
non in
uso
miniera
non in
uso
scavare
chipa
materiale di scarto accumulato
in uso fuori dalla miniera
<(TED) Kippe = discarica
canòpa
chipàr
Bergknappe
deriv.
Bergknappe
deriv.
chipàrse
in uso rovesciare, scaricare materiale
<(TED) kippen = rovesciare, traballare
ribaltarsi, cadere come fa
in uso l'ubriaco
<(TED) kippen = rovesciare, traballare
§léder
parte terminale inferiore della
zanta e della sottoveste (T);
grembiule-mantellina di cuoio
che il minatore indossava per
ripararsi
dall'umidità
nella
in uso miniera
<(TED) Arschleder = batticulo (miner)
stól
in uso galleria, cunicolo
< (TED) Stolle = galleria (miner)
< (TED) Stollen
T
T /LS
T /LS
JL
N/T
PR / B
38
GLOSSARIO ETIMOLOGICO DEI COGNOMI DI ORIGINE TEDESCA
ancora presenti nella Valle di Primiero
Brandstätter (o Brandstetter)
“cognome rilevato tra quelli
tedeschi in uso da tempo nel
Trentino. Equivale a dalla casa
bruciata”
L /BERT
Feldchircher
“cognome rilevato tra quelli
tedeschi in uso da tempo nel
Trentino. Indica origine dal paese
di Feldkirch”; si trova anche nella
versione
italianizzata
Campochiesa
L /BERT
Iagher (o Jagher)
“cognome rilevato tra quelli
tedeschi in uso da tempo nel
Trentino.
Da
Jäger,
cacciatore.L’uso dell’iniziale I o J
è variato nel tempo e nei luoghi.
L /BERT
Kaltenhauser
“cognome rilevato tra quelli
tedeschi in uso da tempo nel
Trentino. Equivale a dalla casa
fredda.”
L /BERT
Kinspergher
“cognome rilevato tra quelli
tedeschi in uso da tempo nel
Trentino. Indica la provenienza
da una località che potrebbe
essere un non identificato
Kinsberg”
L /BERT
Loss
“il Lorenzi lo farebbe derivare dal
tedesco Hase, con il significato di
lepre. Si tratta in ogni caso di uno
dei cognomi tedeschi diffusi nella
Valle dei Mocheni”
L /BERT
Mòser
“cognome rilevato tra quelli di
antica origine tedesca stabilitisi
qui nei secoli scorsi. Significa
dalla palude.”
L /BERT
Obber (o Ober)
“cognome rilevato tra quelli
d’origine tedesca stabilitosi qui
nei
secoli
scorsi.
Deriva
dall’avverbio di luogo che sta per
una posizione soprastante.”
L /BERT
Orler
“cognome rilevato tra quelli
tedeschi in uso da tempo nel
Trentino. Indica provenienza dal
maso Örler a S.Margherita di
Monguelfo”
L /BERT
Orsingher
“cognome rilevato tra quelli
tedeschi in uso da tempo nel
Trentino. Non ne è chiara
l’interpretazione.” “1525: Nicolò
L /BERT
39
Ursinger in Primiero”
Partel
“cognome rilevato tra quelli
tedeschi in uso da tempo nel
Trentino.
Lo
trova
una
derivazione
del
personale
Bartolomeo (Bart, pronunciato
Part), con la desinenza –ele della
forma diminutiva tedesca.”
L /BERT
Svaizer (o Schweizer)
“cognome rilevato tra quelli
tedeschi in uso da tempo nel
Trentino. Significa svizzero.”
L /BERT
Trotter, Trettel
“cognome rilevato tra quelli
tedeschi in uso da tempo nel
Trentino. O deriva dal maso Tratt
esistente a Brandeberg (Tirolo),
oppure esce da uno di quei
toponimi
Tratl
e
Tratten
(quest’ultimo con molti composti),
che contengono il concetto di
pascolo. “
L /BERT
Reich
“cognome rilevato
tra quelli
tedeschi in uso da molto tempo
nel
Trentino.
Deriva
dal
personale Friedrich.”
L/BERT
Taufer
“cognome rilevato tra quelli
tedeschi in uso da tempo nel
Trentino.Ne
manca
l’interpretazione ma taufer sta per
battesimo.”
L/BERT
Tafner
“cognome rilevato tra quelli
tedeschi in uso da tempo nel
Trentino, ma non ne dà
interpretazione.”
L/BERT
Weiss
“cognome rilevato sia tra quelli
d’origine tedesca stabilitisi qui nei
secoli scorsi, sia tra quelli
tedeschi ancora in suo nel
Trentino. Significa bianco.”
L/BERT
Cosner
“Costner, Kostner e Gostner
sono cognomi tipici della Val
Gardena.”
L/BERT
Ploner
“derivato del cognome tedesco
della Val Badia Plan.”
L/BERT
Nota: sottolineo che ritengo poco approfondite e poco attendibili buona parte delle ipotesi
sull’origine dei cognomi di origine tedesca fornite dalle fonti prese in esame.
40
41
BIBLIOGRAFIA
GLOSSARIO ETIMOLOGICO
(AIS) Atlante Italo-Svizzero (1928) Zürich, Ed. K. Jaberg, J. Jud
(B) BANFI E., CORDIN P. (1996) Pagine di scuola, di famiglia e di memorie; per
un’indagine sul multilinguismo nel Trentino austriaco, saggio L’austriacano nei diari,
nelle memorie nei canzonieri dei soldati trentini” di BONFANTI M., Museo Storico in
Trento.
(Dm) DEL MURERO T. (1890) I tedeschismi del Trentino opera dedicata alla strenua
società Pro Patria, Rovereto, Grigoletti.
KOHLHAUPT P. (1964) Alpenblumen: Alpenblumen in ihrer Umwelt und im Volksleben,
Zürich, Buchclub Ex Libris c.
(K) KRAMER J. (1988) Etymologisches Wörterbuch des Dolomitenladinischen,
Hamburg, Buske.
(M) MARZELL H. (1943) Wörterbuch der deutschen Pflanzennamen, Leipzig, Verlag
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(N) NICOLAO P. (A.A. 1948-1949) Primiero nella sua parlata – Tesi di glottologia,
Università degli studi di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia.
(P) PEDROTTI G. (1936) Le piante coltivate in Trentino e i loro nomi dialettali in Studi
trentini di scienze naturali, Trento
(PB) PEDROTTI G., BERTOLDI V. (1930)
Nomi dialettali delle piante indigene del
Trentino e della Ladinia dolomitica: presi in esame dal punto di vista della botanica, della
linguistica e del folclore, Trento, Monauni
PEDROTTI G. (1936) Vocabolarietto dialettale degli arnesi rurali della Val d’Adige e
delle altre valli trentine, Trento, Società per gli studi trentini.
(GBP) PELLEGRINI G.B. (1952) Note etimologiche venete e ladine, Firenze, Olschki.
PELLEGRINI G.B., MARCATO C. (1992) Terminologia agricola friulana, Udine, Società
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(SCH) SCHÖPF J.B. (1985) Tirolisches Idiotikon,Vaduz / Liechtenstein, Sändig Reprint
Verlag Hans R. Wohlwend (unveränderte Neudruck der Ausgabe von 1866).
(SDV) SCHNELLER C. (1965) Studi sopra i dialetti volgari del Tirolo italiano, in
Programma dell’Imperial Regio Ginnasio superiore di Rovereto, pubblicato alla fine
dell’anno scolastico 1864-65, Rovereto (TN), Caumo.
(SRV) SCHNELLER C. (1870)Die romanischen Volksmundarten in Südtirol: nach ihren
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und grammatikalisch, Gera, Amthor.
(T) TISSOT L. (1976) Dizionario primierotto, Comprensorio di Primiero in collaborazione
con Museo degli usi e costumi della gente trentina.
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(ZAN) ZANELLA G. (1981) Per no’ desmentegar (tedeschismi nel dialetto della Val di
Sole), Malé (TN), Centro studi per la Val di Sole.
GLOSSARIO DEI COGNOMI
(BERT) BERTOLUZZA A. (1998) Guida ai cognomi del Trentino, L’ADIGE, S.I.E.
(L)LORENZI E. (1895) Saggio di commento ai cognomi tridentini, Trento, Sbottoni e
Vitti.
LORENZI E. (1902) Nuovo contributo al commento dei cognomi tridentini: osservazioni
etimologiche sui cognomi tedeschi in Val di Non, Trento, STET
PRIMIERO: GEOGRAFIA, STORIA, LINGUA
GADENZ S., TOFFOL M., ZANETEL L. (a cura di)
(1993) Le miniere di Primiero,
Comitato Storico Rievocativo di Primiero.
NICOLAO P. (A.A. 1948-1949) Primiero nella sua parlata – Tesi di glottologia, Università
degli studi di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia.
OCCHI K. (a cura di) (2002) La sezione di Primiero dell’Archivio Welsperg, Ente Parco
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PARDATSCHER
A.
(1958)
Der
Freiheitskampf
1796-97
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Primiero storia e attualità (1984), capitoli: TISSOT L. Il dialetto , ZANETEL Luigi Cenni
storici: dalle origini fino al 19° secolo, TOFFOL M. La prima e la seconda guerra
mondiale: avvenimenti storici e operazioni militari , ZANETEL Leonardo Attività
mineraria.
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RINGRAZIAMENTI
Concludo il lavoro ringraziando tutti coloro, persone ed enti, che ne hanno permesso la
realizzazione:
la Biblioteca della SSLMIT, la Biblioteca Comunale della città di Trento, la Biblioteca
Intercomunale di Primiero;
Walter Strauss dell’università di Salisburgo, per aver fornito alcuni dei titoli dei testi
sull’argomento;
Floriano Nicolao, per aver gentilmente concesso in prestito una copia della tesi del fratello
Pietro, Primiero e la sua parlata – Tesi di glottologia, indispensabile per la stesura del glossario
di partenza;
la raccolta di volumi della famiglia Longo, utilissima per la stesura della parte introduttiva e
del glossario etimologico;
Gianfranco Bettega, per il materiale fornito;
la mia famiglia e i nonni, per le conoscenze, la consulenza e l’appoggio costante;
Elisa e Silvia, per il supporto e le risate;
Luigi, per noi…
A voi tutti un abbraccio e grazie di cuore!
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