Stretching con Giorgio e non ho più dubbi, si parte per Firenze

Semplicemente…la 100 Km del Passatore
di Carlos Federico
Un mese, dalla gara tanto attesa, un imprevisto condizionò le mie ambizioni, spostando l’obiettivo
di conquista del Passatore, in un punto, più lontano.
Sintetizzando, è cominciata così la mia avventura.
Un improvviso dolore alla gamba destra, sembrava avesse deciso di accompagnarmi nella tanto
agognata impresa e non nego, sul momento, di essere stato colto da una certa preoccupazione.
Correre 100 Km, si, volevo farcela, ma farli con il dolore a una gamba, no; significava soffrire sin
dal primo chilometro e su una gara lunga come questa, era chiedere davvero troppo.
Una settimana prima dall’evento, proprio quando ero ancora più titubante e le mie certezze erano
diventate degli imponderabili dubbi, è accaduto l’imprevedibile. Forse la condizione mentale, la
motivazione, il momento, quel pizzico di positiva delusione, so solo che dopo un’intensa seduta di
stretching, con uno dei nostri Coach, Giorgio Andreozzi che a tutt’oggi, non smetto di ringraziare, i
dolori alla gamba, finalmente, sembravano svaniti. Non ho voluto dirlo a voce troppo alta. Ho
corso. Ho provato. Era proprio così: il dolore che mi perseguitava da settimane, non c’era più. Un
segno della mia volontà, il destino… alla fine, i dubbi si sono disciolti come neve al sole e il mio
pensiero, si era concretizzato nella semplice affermazione: Firenze sto arrivando!
Nonostante la preparazione non proprio idonea e ben studiata per l’evento, mi sentivo sicuro di
arrivare al traguardo. Sono quelle cose che non sai come, ma le visualizzi e te le senti dentro.
A volte anche in maniera inconscia, prendono forma convinzioni tali, da rendere il proprio
progetto, quasi palpabile. Lo sapevo e questo, è stato il cardine che ha poi, sorretto la mia
aspirazione.
70 km settimanali e lunghissimo di 42 km, possono bastare per fare un tempo dignitoso.
Questa è stata la base della mia esperienza.
La vera paura, superato l’impaccio dell’infortunio, era piuttosto, l’alimentazione.
Come alimentarsi per uno sforzo così lungo, in modo corretto, senza incappare nella piaga della
disidratazione?
Onde evitare sorprese, i giorni antecedenti la gara, ho svaligiato il comparto degli integratori:
barrette, gel, liquidi ipotonici, Sali, creme e per sicurezza, doppio orologio e pile di ricambio, visto
mai che i marchingegni elettronici, decidano di abbandonarmi.
Una sorta di borsa di Mary Poppins, quale compagna di avventura.
Solo dopo, a cosiddette bocce ferme, realizzai di quanto fu infausta, questa scelta.
Della mega borsa, dal peso di oltre 20 kg (fossi stato su un volo Low Cost avrei pagato
l’eccedenza!), ho utilizzato solamente una maglietta e un paio calzini… in più, in mezzo a tutta la
roba ammassata all’interno, il reperimento della torcia, necessaria al calar del sole, è avvenuto
solo, quando già ero all’ 80° km e il buio si era impossessato dei paesaggi. Sarei diventato un gatto,
se non fosse stato per l’essenziale intervento di Tiziano Cardelli e la sua torcia. Anche le famose
barrette, una scorta da far invidia a una squadra di marcia, non sono state poi, così fondamentali:
la prima, un incubo gommoso, cementificato sul palato. Il gel, invece, per poco non ha rischiato di
soffocarmi.
Avevo testato tutto prima della gara, ma ovviamente, il fisico in queste condizioni, risponde in
modo totalmente diverso e che non ci si aspetta.
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Menzionando Tiziano, non posso non chiamare in causa i miei fantastici compagni di avventura:
Tiziano appunto, Fabio Cajani, Stefania Dabizzi, Laura Imperato e Ilario Scrocca. Con il nostro
minivan, preso per l’occasione, il viaggio Roma Firenze, è stata una scampagnata; mancavano le
salsicce, la porchetta e qualche bruschetta, per la gioia dei più golosi e tutto sarebbe stato, come
una semplice gita fuori porta, in compagnia di Amici.
L’arrivo in Piazza Strozzi, al ritiro pettorali, mi ha poi riportato
alla realtà.
Qui, prende forma l’avventura. L’adrenalina che inizia alzarsi e
con lei anche i dubbi:
A che velocità parto? Forse mi sono allenato poco? Ho messo
le scarpe giuste? Mi sono scordato qualcosa? Con me ho SOLO
un borsone da 20 kg e un minivan al seguito? Forse è poco…
Chi sono? Dove sono?...Perchè faccio questo?...
Cerco di rilassarmi per ritrovare, un po’ di compostezza
mentale, nel mio caos di pensieri.
Dopo ore di piacevole bivacco, con Ilario che girovagava, perdendosi tra i saluti e le strette di
mano (credo, abbia salutato i 2000 partecipanti…impressionante, conosceva tutti: vivendo di corsa
da una vita, ormai è diventato una specie di icona), Tiziano e Fabio che socializzavano con tutti i
bar e le pizzerie del centro (sembrava dovessero correre loro i
100Km…), Laura e Stefania che parlavano, parlavano e parlavano,
ecco che incontro le “colpevoli” della mia partecipazione al
Passatore: Ivana e Maria Grazia. Consce di quello che ci attendeva,
mi offrono ristoro emotivo ed anche, una scodella di riso che divoro
in un secondo. Prima della partenza da Roma, mi ero cucinato un
piatto di pasta, ma la concitazione degli eventi, mi ha fatto
dimenticare il sale nell’acqua, rendendo il piatto principale della
giornata, anche il più orripiloso.
Tra foto, battute e la ricerca
dell’ombra, le due ore alla
partenza, volano velocemente.
Arriva l’ora X, quella che allo
sparo, scioglierà tutti i dubbi e le tensioni. L’adrenalina è al
massimo, mi scende una lacrima; ancora pochi minuti di
attesa e finalmente, ecco, lo sparo e con lui, l’inizio di questa
fantastica avventura.
Superata la linea di partenza i pensieri vanno via allegri per
Firenze che di corsa sembra ancora più bella; una folla
festante. inneggia i podisti. Nel ricordare l’emozione del momento, mi vengono ancora i brividi.
Applausi, incitamenti, cori da stadio. Tra le persone venute ad incoraggiare questi 2000 folli che
partono per Faenza a piedi, scorgo anche un volto amico, Andrea Buccheri con il quale, riusciamo
a scambiarci un cinque volante.
Ancora frastornato dal delirio della partenza, arrivo al 4° km.
Qui, attacchiamo la prima salita: 12 km, di cui i primi 5, al 9% di pendenza.
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Avendo studiato il percorso, opto per la soluzione più congeniale, tenendo conto di quello che mi
attende nel proseguo; per affrontare al meglio il viaggio verso Faenza, passando per il Passo Colla,
inizio a camminare. Intorno a me tutti corrono e questo, mi fa sorgere un dubbio: forse sbaglio
qualcosa?!? Poi mi dico di no e alzando gli occhi, ne ho conferma: vedo il veterano delle ultra,
Victor a 10 metri avanti a me che cammina, dandomi così, l’assoluta certezza che sia la cosa giusta.
Lo raggiungo e dopo averlo salutato, gli chiedo in quanto tempo pensa di chiudere la gara, mi dice
che al massimo, la chiuderà in 10 ore ( per la cronaca 1° degli over 60 in 9’45’00 ) e aggiunge che è
da pazzi, correre per queste pendenze, se lo può permettere solo Re Giorgio.
Victor con estrema calma, prova a spiegarlo a tutti quelli che ci superano, (per i neofiti: un km
corso con quella pendenza, equivale ad uno sforzo calorico 3/4 volte superiore ad un km corso in
pianura). Quando spiana un po’, riprendiamo a correre, ma ricominciamo a camminare ogni qual
volta la pendenza diventa superiore al 4%, cercando anche un po’ di ristoro all’ombra: il sole alto
e la temperatura intorno i 25 gradi, non sono dei validi alleati. Per fortuna, alla Casa del Popolo di
Fiesole ci rinfrescano con piacevoli spruzzi d’acqua. Lungo il percorso sono numerosi i cosiddetti
rifornimenti e ristori “abusivi”: signore con teglie di cibo appena sfornato, acqua, pasta, dolci,
questo è l’aspetto più caratteristico e piacevole di questa gara, verrebbe voglia di fermarsi ad
ognuno.
Il paesaggio che da Fiesole porta verso Vetta le Croci è a dir poco emozionante; con Firenze ai
nostri piedi, spettacolare più che mai, arrivo in vetta senza accusare la benché minima fatica. Nella
confusione, però ho perso Victor che era un pò più lento di me, ma ero sicuro che lo avrei
rincontrato.
Finalmente vedo i miei amici, Tiziano, Fabio, Ilario, Laura e Stefania che passandosi il testimone,
avranno l’arduo compito di supportarmi come angeli custodi fino al traguardo. Mi affianca Tiziano,
pronto ad accompagnarmi a Borgo San Lorenzo. “Ti ho visto camminare…già sei stanco?” sorrido,
scuoto un po’ la testa, gli spiego che in realtà mi devo ancora scaldare ed ho tanta voglia di correre.
Un po’ per gioco, mi lancio in discesa, 15 km tutti in corsia di sorpasso a 4’00”a Km di media.
Sento solo un pò di affanno e le maledizioni che Tiziano mi lancia, un po’ preso alla sprovvista dalla
mia tattica apparentemente suicida. Sono passate 2h 45’ 00” e sono già a Borgo San Lorenzo.
Da Borgo San Lorenzo a Ronta rallento un po’, 10/15 secondi e incontro i miei amici Alba Friends,
Roberto, Vincenzo, Antonella e Paola che mi accolgono con un tifo da stadio; accompagnano la
grandiosa Ivana che chiuderà in 13’03’00 e la super Maria Grazia che purtroppo si ritirerà al 95 km
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per un problema fisico. Accade anche questo; Maria Grazia partita con una frattura al piede, stoica
come pochi, ancora non mi capacito come abbia fatto ad arrivare all’ultimo rifornimento, era già
zoppicante prima della partenza, ma visto il sacrificio fatto, non ha voluto mollare, volendoci
provare ugualmente. Una vera forza della natura!
Da Ronta passando per Razzuolo, a Colle di Casaglia ci attendono 9 km di dura salita ( 6% di
pendenza media); basti solo pensare che Re Giorgio in questo tratto sale a 6’00 a Km.
Inizio un po’ ad accusare qualche disagio.
Non ho le gambe per attaccarla. Insieme a Stefania, Laura e
Fabio che sopportano le mie richieste (chiedo la maglietta blu e
quando arriva… non la voglio più; voglio la barretta …me la
passano e la rifiuto…) affrontiamo la pendenza.
Nel frattempo mi affianca il mitico Victor che mi dice
sorridendo “Bravo giovanotto, già qui? Sei andato un po’ forte
nella discesa e vedo che ti fanno un po’ male i quadricipiti. Dai
che ci vediamo più in là” gli rispondo “La prossima volta non ti
lascio più indietro, ma ti seguirò come un’ombra”, ci diamo il
cinque e lui allunga il passo, un minuto e scompare.
Sò che lo rincontrerò, ma questa volta sono cosciente che sarà in una prossima gara.
Intanto mi godo il panorama: spettacolare il Lamone, immerso nel bosco.
Con un pizzico di rammarico, per non essermi fermato in una locanda per motociclisti a prendere
una birra (ci tornerò presto!), arriviamo al Passo Colla. Dalla partenza da via de' Calzaiuoli a Firenze,
sono trascorse 5h10’00”.
Qui inizia la gara vera: 48 km e mi sento ancora bene.
Il Passo Colla è la parte più ardua del Passatore; metà percorso e punto più alto (913m sul livello
del mare) , oltre che più suggestivo dell’Appennino tosco-romagnolo.
Nel pieno della salita, comincio a pormi qualche altro quesito:
Le gambe poi, partiranno?
E’ solo una leggenda o è vero che dopo la vetta della Colla, tornano
nuovamente le energie ???
No, non è una leggenda; le gambe partono e con un po’ di incoscienza,
ricomincio a correre “a manetta” tagliando le curve il più possibile, passando
da una corsia all’altra e cercando di fare attenzione che non arrivino moto o
macchine nel senso contrario. Guardandomi intorno mi rendo conto che non
tutti hanno la freschezza e la lucidità di tagliare le curve,seguono sempre la
stessa linea laterale, percorrendo per ogni tornante, molti metri in più.
Fino a Marradi mi diverto come un bimbo a scendere a ruota libera; ad
accompagnarmi lo scroscio delle cascatelle del Lamone. Per alcuni tratti vado sotto i 4’20 a km.
L’aria inizia a rinfrescarsi e decido di indossare una maglietta sotto la canotta.
Sono passate 6h10.00 e mi sento abbastanza fresco, la strada inizia a spianarsi e il buio prende il
sopravvento.
Mi metto a velocità di crociera e ad ogni rifornimento l’incitazione del mio quintetto di sostenitori,
mi dà coraggio. A sorpresa Tiziano è il più sveglio di tutti e non a sorpresa Fabio, ha sempre
qualcosa da mangiare in mano.
Ad ogni rifornimento, la “pozione” magica (mezzo bicchiere di Coca Cola e mezzo bicchiere
d’acqua).
Sotto un cielo stellato, i kilometri passano sotto i miei piedi velocemente: 65.imo, 70.imo,
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75.imo, 80.imo, 85.imo km e poi… il chilometro… ILARIO !!!
Lo vedo scalpitare in pantaloncini e maglietta pronto ad accompagnarmi per gli ultimi 15 km. Non
ha resistito, avrebbe dovuto farne solo 5. Durante la corsa ne ha aggiunti 10.
Lo avevo lasciato in jeans e camicia e all’insaputa di tutti, si è cambiato e scalpitante attendeva il
mio arrivo, per accompagnarmi. Con il ginocchio gonfio non può durare + di 5 km, mi sono detto.
Ma lo lascio fare: mai fermare un runner che ha deciso di raggiungere un obiettivo, te lo potresti
far nemico.
Conosco Ilario e so che nulla, potrà dissuaderlo dal correre. Ha resistito 85Km fermo.
Sarà stata l’aria del Passatore, ma il suo andare era netto e tranquillo, senza incertezze legate ai
dolori. Mi dice che una corsetta lo avrebbe aiutato a scaricare l’adrenalina.
“Dobbiamo scendere sotto il muro delle 10 ore !!!” il suo imperativo.
Non avrei mai potuto, dirgli di no.
Guardo l’orologio. Faccio un conto veloce e l’orgoglio prende il sopravvento.
La mia passeggiata diventa una corsa contro il tempo, Ilario mi guida passo dopo passo e inizia una
gara nella gara. Devo mantenere una media di 5’20’ a km per finire sotto le 10 ore.
Se prima contavo i km 5 alla volta adesso inizio a contare i km uno per uno; 91,92,93,94,95,96, dal
97imo al 99imo non conto più i km, ma inizio a contare i metri e alla fine, quando sento la voce
dello speaker e vedo il traguardo a Piazza del Popolo, ho un’esplosione di energia e mi sento così
leggero, da arrivare al traguardo con la sensazione di volare.
Ore 00.59.42 del 25 maggio 2014 qui, ho realizzato un sogno.
Una giornata che rimarrà sempre nel mio cuore. Sono sicuro che sensazione provate, in questa
avventura, mi torneranno in mente molte di quelle volte che ne farò un tesoro di estimabile
valore.
A tutti quelli che sognano di partecipare, a una 100km, dico semplicemente, provateci; non è
un’impresa ma soltanto un’avventura e se la correte con lo spirito giusto e senza la frenesia del
tempo, anche voi, potrete togliervi questa bella soddisfazione.
Un ringraziamento speciale a Laura, Stefania, Fabio, Tiziano ed ovviamente ad Ilario che mi
hanno seguito, incitato ed anche sopportato, metro dopo metr; al mio team Atletica Forum SC e
a tutti quelli che mi sono stati vicini e mi hanno sostenuto. Nella corsa, come nella vita, per
raggiungere un obiettivo, devi pensare alla strada che stai percorrendo e non a quella che ti manca,
per raggiungere il traguardo.
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