RISPOSTE AL QUESTIONARIO DEL PARLAMENTO EUROPEO DELLA COMMISSARIA DESIGNATA Martine Reicherts (Giustizia, diritti fondamentali e cittadinanza) Competenze generali, impegno europeo e indipendenza personale 1. Quali aspetti delle Sue qualifiche e della Sua esperienza personale hanno particolare rilevanza ai fini della nomina a commissaria e della promozione dell'interesse generale europeo, in particolare nel settore di cui sarebbe responsabile? Da quali motivazioni è mossa? Quali garanzie di indipendenza può fornire al Parlamento europeo e in che modo assicurerebbe che nessuna Sua eventuale attività passata, presente o futura possa gettare ombre sull'adempimento dei Suoi doveri in seno alla Commissione? Nei quattro anni in cui ho esercitato la professione di avvocato ho privilegiato i casi concreti. A Lussemburgo la pluralità delle nazionalità e delle culture caratterizza il quotidiano di ogni giurista. Regimi patrimoniali fra coniugi, adozioni, nazionalità dei figli, divorzi, successioni di persone soggette a regimi giuridici diversi costituivano il mio lavoro quotidiano. È stata la mia specializzazione in diritto tributario (IVA e accise) che mi ha permesso sin dal 1984 di essere assunta alla Commissione europea. Ho scelto una carriera dedita all’interesse generale. 30 anni più tardi è la medesima scelta che mi guida ancora nel mio agire quotidiano. Ho contributo ampiamente alla redazione dei capitoli del Libro bianco sul mercato interno dedicati all’eliminazione delle barriere fiscali. Il mercato interno è stato il filo conduttore della mia carriera europea fino al 2000. Gli altri aspetti delle mie competenze tecniche sono indicati nel mio curriculum vitae e sono pronta ad apportare tutti i necessari chiarimenti in occasione dell’audizione. Il 1º agosto 2007 sono stata nominata direttrice generale dell’Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea. Vi ho avviato un processo di profonda trasformazione, seguendo gli orientamenti del suo comitato direttivo, nel quale sono rappresentate tutte le istituzioni. Occorreva far evolvere l’Ufficio trasformandolo da una casa editrice che produce pubblicazioni, tra cui naturalmente la Gazzetta ufficiale, in un centro di diffusione. In quanto tale continua naturalmente a produrre pubblicazioni, ma in modo moderno, tramite il trattamento dei dati e dei metadati per renderli completamente accessibili al pubblico gratuitamente, in particolare attraverso il Portale Open Data dell’Unione europea. In sei anni l’Ufficio si è trasformato da una struttura centrata su se stessa in un organismo al servizio delle istituzioni e ampiamente aperto ai cittadini. In relazione al mio possibile incarico di commissaria questa esperienza è pertinente sotto vari profili: 1 - la gestione dell’Ufficio delle pubblicazioni, ossia un ufficio interistituzionale, che rende conto a tutte le istituzioni, compreso il Parlamento europeo, è un compito che si inscrive naturalmente nell’interesse generale. Ho così potuto sperimentare come una struttura burocratica può trasformarsi in un’organizzazione ben ancorata nella sua epoca e incentrata sui diritti dei cittadini; - agevolare l’accesso al diritto e ai dati europei vuol dire sostenere e rafforzare i diritti dei cittadini. Si tratta di un esercizio di trasparenza e di leggibilità. La trasparenza leggibile, nella quale il cittadino trova il suo posto e a partire dalla quale può divenire protagonista, è per me una componente essenziale di ogni azione politica europea; - trasformare l’Ufficio delle pubblicazioni in uno strumento di accesso a informazioni affidabili e utilizzabili, vuol dire farlo evolvere e consentirgli di prendere parte all’economia digitale. Al riguardo, la questione della protezione dei dati è stata una preoccupazione costante. Se sarò nominata membro della Commissione intendo mettere tutta questa esperienza al servizio del mio nuovo incarico. Nel corso di tutta la mia carriera ho potuto sperimentare l’efficienza e la qualità di un modello di funzione pubblica basato sull’impegno. Ma ho altresì potuto esplorare i limiti di un modello tecnocratico che porta in sé il rischio di un allontanamento dalle preoccupazioni dei cittadini. Questa esperienza acquisita all’interno dell’istituzione mi sembra poter costituire un atout nel mio lavoro quotidiano a livello del collegio. Rispetterò pienamente lo spirito e la lettera del trattato, come ho sempre fatto, in particolare l’obbligo di agire nell’interesse dell’Unione europea e senza ricevere istruzioni dal mio paese di origine o da qualsiasi altro organismo. Intendo farlo nel rispetto delle disposizioni dell’articolo 17, paragrafo 3, del trattato sull’Unione europea e dell’articolo 245 del TFUE, che sanciscono l’obbligo della Commissione di agire in piena indipendenza. Mi impegno inoltre a rispettare tutti i principi enunciati nel codice di condotta dei Commissari e mi asterrò da azioni incompatibili con le mie funzioni. Conformemente al codice di condotta dei Commissari, in caso di cambiamenti, provvederò ad aggiornare la mia dichiarazione di interessi, che è pubblica. Gestione del portafoglio e cooperazione con il Parlamento europeo e le sue commissioni 2. Come considererebbe il Suo ruolo di membro del collegio dei commissari? In che senso si riterrebbe responsabile e tenuta a rendere conto al Parlamento dei suoi atti e di quelli dei Suoi servizi? Intendo partecipare pienamente e collegialmente al lavoro della Commissione, non solo in quanto commissario responsabile di un particolare portafoglio. Contribuirò con un grande senso dei rapporti umani, realismo e apertura basati sulla ricchezza dei contatti che ho sempre coltivato sia sul piano professionale che personale. Il fatto che una direttrice generale sia designata da un governo per diventare commissaria rappresenta una sfida e una responsabilità considerevoli. Forte di un’esperienza di 30 anni nelle istituzioni, conosco le sfide e le difficoltà dovute alla complessità del modello 2 democratico europeo. Dal 2007 ho operato giorno dopo giorno a favore di una collaborazione interistituzionale che mi auguro riuscita. Negli ultimi anni ho preso coscienza del fatto che lo sviluppo delle mie qualità femminili è un complemento indispensabile nel mio stile di gestione quotidiana. L’ascolto, lo scambio, l’apertura, la trasparenza, il lavoro di squadra e la leadership partecipativa sono tutti valori a me cari e che intendo coltivare in tutte le relazioni professionali e in particolare con il Parlamento europeo. Considererò il Parlamento europeo e ai suoi membri miei interlocutori naturali. Mi impegnerò in un dialogo costruttivo, basato sulla fiducia reciproca, un dialogo permanente che consenta ai membri del Parlamento di esercitare un controllo democratico efficace. Dal momento che il mio mandato scadrà con quello della Commissione "Barroso" proseguirò lealmente il lavoro avviato dalla Vicepresidente Viviane REDING e approvato dal collegio, prendendo allo stesso tempo in considerazione gli orientamenti auspicati dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Le decisioni della Commissione sono prese di comune accordo dal collegio dei commissari, che è responsabile collettivamente dinanzi al Parlamento europeo. Per quanto mi riguarda, mi impegno ad assumermi le mie responsabilità politiche per il settore di cui sarò responsabile e per le attività dei miei servizi. Le mie relazioni e quelle del mio gabinetto con la direttrice generale responsabile del portafoglio di cui, se sarò confermata, sarò responsabile si baseranno sulla lealtà, la fiducia e la trasparenza. Il flusso di informazioni e l'assistenza reciproca sono già stati messi in atto. 3. Quali impegni specifici è pronta ad assumere che vadano nel senso di aumentare la trasparenza, sviluppare la cooperazione e dare un seguito effettivo alle posizioni del Parlamento e alle sue richieste di iniziative legislative? In relazione alle iniziative in programma o alle procedure in corso, è disposta a fornire al Parlamento informazioni e documenti su un piano di parità con il Consiglio? Mi impegnerò attivamente a dare piena attuazione alle disposizioni dell’accordo quadro con il Parlamento europeo in materia di trasparenza e flusso di informazione tra le nostre istituzioni e a dare piena applicazione alle disposizioni del trattato. Ho intenzione di informare pienamente e tempestivamente il Parlamento europeo, sia in commissione sia in plenaria, sulla mia attività in qualità di commissaria per la Giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza. Per me, questo non è vuol dire unicamente rispettare disposizioni giuridiche e amministrative. Per me questa è la logica conseguenza della realtà politica e democratica della nostra Unione. In qualità di commissaria dovrò rendere conto ai membri direttamente eletti del Parlamento europeo. Il trattato di Lisbona ha conferito al Parlamento europeo nuovi poteri nel settore della giustizia, facendone il colegislatore per la maggior parte delle iniziative in questo settore. Negli ultimi quattro anni il Parlamento europeo ha assunto questa nuova responsabilità con grande determinazione e diligenza, contribuendo a far avanzare fascicoli cruciali e complessi come le norme minime sui diritti delle vittime della criminalità e la proposta di riforma della normativa dell’UE sulla protezione dei dati personali. Sono esempi che illustrano cosa possiamo fare se collaboriamo e operiamo per raggiungere gli stessi 3 obiettivi, ed è mia intenzione proseguire questo solido rapporto di lavoro nell’interesse dei nostri cittadini. 4
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