La verità di Caravaggio Prefazione alla nuova monografia dedicata a Michelangelo Merisi da Caravaggio in uscita ad aprile Giuseppe Fornari San Gerolamo scrivente, La Valletta, Concattedrale di San Giovanni Battista dei Cavalieri, Oratorio La verità di Carvaggio Prefazione alla nuova monografia dedicata a Michelangelo Merisi da Caravaggio in uscita ad aprile Poche parole per presentare questa mia monografia dedicata a Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1610), spiegando anzitutto le occasioni e le motivazioni da cui essa ha preso forma. Il primo nucleo di questo lavoro è stato un testo approntato per una conferenza sul Seppellimento di santa Lucia a Siracusa, una delle composizioni più commoventi dell’estremo periodo del pittore. La bellezza dell’opera e il suo nesso inscindibile con l’esistenza del suo autore, sempre più precaria e condannata a finire ben presto la sua troppo breve parabola, mi hanno spalancato il conturbante mondo umano e visivo di questo artista, reso di difficile accesso dalla stessa popolarità mediatica che gli è piovuta addosso – di questi tempi un Seppellimento di Santa Lucia, Siracusa, Santa Lucia alla Badia vero flagello, come dirò a inizio lavoro –, e anche dal carattere impossibile del personaggio: impulsivo, arrogante e rissoso fino all’autolesionismo, e tuttavia capace di vedere e far vedere verità pittoriche, e non solo pittoriche, che prima di lui nessuno aveva visto e fatto vedere, in quel modo e con uguale forza. Una figura del genere ha difetti e virtù talmente grandi che, una volta imparato a conoscerla, è difficile non esserne conquistati, non stabilire con lei un rapporto di natura affettiva, e in questo tipo di coinvolgimenti i difetti non contano meno dei pregi, anzi. Quasi senza volerlo, mi sono così trovato impegnato in una ricerca complessiva sul pittore e sull’uomo, della quale il presente libro è il risultato. L’intento del mio studio non è percorrere tutta la sua produzione e tutti gli aspetti della sua intensa carriera, bensì ricostruirne alcune tappe fondamentali, cercando di capire qualcosa di più in particolare su quel nesso drammatico tra vita e opere che si era già manifestato in un protagonista del Rinascimento come Michelangelo, ma che in Caravaggio raggiunge, per la prima volta, punte così lancinanti da coinvolgere e sconvolgere determinando una vicinanza sconosciuta al Rinascimento, a riprova che anche per questi motivi con lui inizia una nuova èra della storia dell’arte. In secco contrasto con la marea di pubblicazioni e ricerche, avevo l’impressione che qualcosa di non detto restasse da dire e cercare su di lui, a smentita delle tante approssimazioni e deformazioni che rischiano di trasformarlo in un irreale fantoccio, e anche a conferma e sviluppo delle idee più felici che, in tanto esercizio di acume critico e storico, certamente non mancano. Da qui il titolo che ho voluto dare al mio libro e che esplicitamente collega il nome di un grande artista alla nozione oggi più bistrattata e avvilita in campo estetico, alla quale egli ha invece sacrificato tutto, poiché per la sua arte era tutto. Lo sviluppo della mia ricerca si è articolato su alcuni nodi e snodi importanti: una rassegna delle più importanti tesi critiche su Caravaggio a partire da Longhi e Berenson, e delle tenzoni pole- 2 La verità di Carvaggio Prefazione alla nuova monografia dedicata a Michelangelo Merisi da Caravaggio in uscita ad aprile Vocazione di San Matteo, Roma, San Luigi dei Francesi miche a cui egli ha dato e dà luogo, per una serie di ragioni storiche e culturali su cui noi italiani dovremmo imparare una buona volta a riflettere; un’interpretazione non esteriore della formazione giovanile del pittore e della sua particolarissima cifra, che condurrà alla maturazione quasi improvvisa del periodo romano; una riflessione approfondita sulle sue convinzioni cristiane, indispensabili per comprendere la sua arte e la sua visione del mondo; un’analisi della sua personalità problematica, fino a tentare un bilancio d’insieme sulle circostanze della fuga da Roma e della morte, una delle storie più tristi dell’arte italiana, già di per sé non avara di vicende drammatiche che i visitatori di mostre e musei e i lettori di libri d’arte normalmente ignorano, e che al contrario sarebbe bene recuperare per capire il prezzo umano di certi raggiungimenti. A maggior ragione questo va fatto per un artista come Caravaggio, che nei suoi quadri ha finito per trasporre se stesso, man mano che la sua vita precipitava, secondo un registro comunicativo che innova profondamente il lessico iconografico del tempo pur non stravolgendolo, come in ogni vera e durevole rivoluzione della cultura. Cercando di innalzare e chiudere questa arcata, ho ritenuto giusto lasciare un posto privilegiato alle grandi pale del periodo siciliano, che inaugurano con stile sapiente e calibratissimo, vista anche l’ufficialità delle commissioni, le riflessioni religiose sempre più personali e sentite che il pittore sviluppa dopo la fuga da Malta nel 1608. 3 La verità di Carvaggio Prefazione alla nuova monografia dedicata a Michelangelo Merisi da Caravaggio in uscita ad aprile Resurrezione di Lazzaro, Messina, Museo Regionale Fra tante sue peculiarità, Michelangelo Merisi ha anche quella di non aver lasciato praticamente nulla di sé all’infuori dei suoi dipinti, a differenza dell’altro Michelangelo, che ci ha lasciato la ricca messe delle sue lettere e dei suoi scritti1. Questo non è tuttavia un impoverimento, giacché i suoi dipinti – essenzialmente senza disegno, liberi e nitidi come impalpabili sculture fatte di ombra e di luce – raggiungono una tale concentrazione da riuscire a trasmetterci una mole enorme di intuizioni e di dati, purché noi si sia disposti a osservarli e a ruminarli (nel senso medievale della ruminatio), come il giovane pittore ha fatto nel ruminare i capi d’opera che gli hanno insegnato il mestiere sconosciuto e ingrato di essere un ge- nio. E Caravaggio è pittore così formidabile da insegnarci anche a guardare con occhi nuovi agli artisti che hanno avuto il privilegio di influenzarlo e di esserne influenzati: Tiziano, Tintoretto, Michelangelo e, a distanza di due secoli, Goya. Dopo di lui nulla è rimasto come prima, un dono tremendo che lo ha colpito infliggendogli le sventure di un profeta, ma dandogli del profeta anche l’irriducibile forza, la capacità di evocare dal Nulla la presenza di Dio. Non ci sarebbe molto altro da aggiungere per presentare la sua arte, salvo scusarmi se non sono riuscito a essere all’altezza delle opere che ho tentato di commentare. In anni stupidi e oscuri come quelli che stiamo vivendo, non dobbiamo mai dimenticarci di queste fantastiche creazioni, perché nel loro retaggio, nella ricchezza spirituale che ci trasmettono e che le chiacchiere insulse da cui siamo circondati non riescono neanche a sfiorare, c’è forse la sola speranza per il nostro futuro. E lascio ai lettori decidere come interpretare quel “nostro”. Un’ultima precisazione va fatta riguardo alla collocazione disciplinare e metodologica del mio lavoro, non strettamente classificabile secondo i parametri accademici e merceologici (la congiunzione non è disgiuntiva) attualmente vigenti. La mia appartenenza universitaria, nel duplice senso della mia formazione e della professione che svolgo attualmente, è alla Storia della Filosofia e non alla Storia dell’Arte, e lo si comprenderà facilmente dalle argomentazioni sviluppate e dal linguaggio adottato. Tuttavia, questo libro, come i precedenti da me dedicati a Leonardo e al Rinascimento, non vuol essere affatto un’incursione 1. Vorrei insistere su questa mancanza di testi significativi da parte di Caravaggio, anche per contrastare la tendenza a mitizzare singole frasi o frammenti di frasi del pittore riportate da testimonianze e documenti, e solo in alcuni casi di innegabile interesse: viene da chiedersi cosa accadrebbe se si trovasse un’intera lettera o un componimento poetico. La verità è che Caravaggio va cercato dove lui voleva essere trovato, cioè nei suoi quadri. 4 La verità di Carvaggio Prefazione alla nuova monografia dedicata a Michelangelo Merisi da Caravaggio in uscita ad aprile filosofica in munere alieno, ma risponde al disegno preciso di trasmettere un saggio di storia del pensiero artistico, inteso non tanto come pensiero estetico sull’arte, quanto come pensiero che si è condensato e tradotto in immagini artistiche. Mi è stato perciò inevitabile appropriarmi dei metodi e delle idee della storia dell’arte inserendoli in una cornice a loro inconsueta, e tuttavia non sconosciuta, come in modi diversi dai miei mostrano i migliori esiti della scuola di Aby Warburg. Senza alcuna uniformazione superficialmente mimetica ai libri di tenore più specialistico. Non ho voluto coprire la totalità della ricca produzione caravaggesca, come accennavo, per non allentare il filo di un discorso che volevo concentrato e serrato su alcune linee guida fortemente caratterizzate e riconoscibili; né ho sistematicamente sviluppato, per gli stessi motivi, la questione dell’attribuzione di alcune opere ascritte o negate a Caravaggio, con la più specifica questione delle repliche d’autore o di bottega, limitandomi in alcuni casi ad avvalermi dell’autorità di qualche critico rite- nuto per tratti evidenti anche a una riproduzione fotografica. Ciò non esclude affatto da parte mia la ripresa di tali aspetti in altre sedi, ma definisce un procedimento basato anzitutto su idee e ragionamenti di carattere filosofico e storico, in un dialogo aperto con ricerche di natura specialistica che a loro volta dovrebbero aprirsi al confronto metodologico e culturale con riflessioni di ordine più generale, senza le quali si perderebbe il senso stesso del nostro retaggio di civiltà, lasciando ancora una volta al lettore la decisione sul “nostro”. Desidero esprimere la mia gratitudine agli amici Nino Portoghese e Annibale Vanetti che mi hanno offerto la fantastica occasione di parlare del Seppellimento di santa Lucia sotto il dipinto originale e che mi hanno infine aiutato a trovare la migliore collocazione editoriale per la pubblicazione delle mie ricerche su Caravaggio. E un ringraziamento particolare va all’Editore, alla cui sensibilità culturale si deve la tempestiva uscita del presente libro, in un formato agile che ne facilita la lettura e in una veste grafica del tutto appropriata. La verità di Caravaggio Giuseppe Fornari ISBN: 978-88-98249-206 F.to cm 15x22 200 pagine 70 immagini a colori e in bianco e nero € 24,00 Aprile 2014 Tags Giuseppe Fornari, Arte, Pittura, Caravaggio, Michelangelo Merisi, Sicilia nomosedizioni.it facebook.com/NomosEdizioni Twitter @NomosEdizioni 5
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