Rassegna_stampa_19_9_2014

Rassegna Stampa
Venerdì 19 Settembre 2014
Sommario
Testata
Data
Pag. Titolo
p.
1. Fondi pensione
Sole 24 Ore (Il)
19/09/2014
53 Cassa forense - Più welfare per gli avvocati
1
(Maciocchi Patrizia)
MF mercati
finanziari
19/09/2014
1 Resa dei conti per il fondo agenti (Messia Anna)
2
19/09/2014
1 La lunga crisi - Il Pd si spacca sull'articolo 18
3
2. Previdenza
Sole 24 Ore (Il)
(Patta Emilia)
Sole 24 Ore (Il)
19/09/2014
1 La lunga crisi - Fmi: bene la svolta sui contratti
4
(Merli Alessandro)
Sole 24 Ore (Il)
19/09/2014
11 Welfare - Cig solo se non si può ridurre l'orario.
Aspi estesa ai co.co.co (Colombo Davide)
5
Sole 24 Ore (Il)
19/09/2014
11 Legge di stabilità - Tagli, per i ministeri obiettivo 5
miliardi. «Pil tra -0,1% e -0,2%» (Rogari Marco)
6
Sole 24 Ore (Il)
19/09/2014
53 Inail - Polizza casalinghe verso il restyling (Perna
7
Silvia)
Repubblica (la)
19/09/2014
4 Fmi: rifoima lavoro ok, manovra auspicabile (Cillis
Lucio)
8
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Venerdì
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Roberto Napoletano
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Cassa forense. Pronti 60 milioni all'anno per sostenere la professione e le famiglie Più welfare per gli
avvocati Patrizia Maciocchi Sessanta milioni di euro l'anno più un tesoretto da destinare al welfare attivo.
L'impegno della Cassa forense è messo nero su bianco in una bozza di regolamento per l'erogazione
dell'assistenza che sarà oggi oggetto di un confronto con gli ordini e le associazioni che rappresentano
l'avvocatura italiana. La bozza, che dovrebbe essere approvata entro ottobre dal Comitato, prevede misure a
sostegno degli avvocati sia in campo lavorativo sia privato. Per la famiglia ci sarà la possibilità di accedere a
mutui ipotecari agevolati e alle borse di studio per i figli. Ma circa il 46% dello stanziamento annuo da
sessanta milioni sarà destinato al sostegno nella professione. Per tutti gli iscritti le opportunità riguardano
l'accesso alle convenzioni per agevolare o ridurre i costi di esercizio, l'assistenza in caso di calamità naturali e
le agevolazioni di accesso al credito, sia attraverso i mutui sia mediante la cessione di un quinto dello
stipendio. Le misure ad hoc per i giovani puntano a rendere più facile l'apertura e l'avvio di uno studio,
sempre agevolando l'accesso al credito, e a dare maggiore qualificazione ai legali alle prime armi grazie alla
frequentazione di corsi in collaborazione con altre istituzioni. «L'obiettivo del regolamento che abbiamo
messo a punto - spiega il presidente Nunzio Luciano - è trasformare Cassa forense da semplice erogatore di
pensione e di assistenza in un ente in grado di affiancare gli avvocati nella loro professione, per diminuire i
costi dell'attività se non di azzerarli. Per fare questo possiamo con-In sintesi 011 LA FAMIGLIA La bozza di
regolamento prevede, a sostegno della famiglia, borse di studio per i figli dei legali, erogazioni in caso di
familiari non autosufficienti, altri aiuti in favore della genitorialità 02 I LA PROFESSIONE Gli aiuti relativi
allo svolgimento dell'attività vanno dalle convenzioni agevolate all'accesso al credito anche mediate la
cessione del quinto della pensione, mentre per i giovani si punta a facilitare l'avvio dello studio con il credito
privilegiato e con corsi qualificanti tare non solo su 60 milioni di euro l'anno ma anche sulla disponibilità di
un tesoretto accumulato negli anni. Faciliteremo anche l'accesso al microcredito attraverso le banche».
Nunzio Luciano annuncia anche che presto gli avvocati potranno cogliere i frutti del lavoro di una
commissione che da tempo sta studiando le possibilità di usufruire dei fondi europei e, a breve, sarà in grado
di informare l'avvocatura italiana su quando e come si potrà accedere ai fondi Ue. Nella bozza di regolamento
ci sono anche le tutele in caso di malattia e un'una tantum prevista nell'eventualità di una situazione di
indigenza temporanea e che prescinde dalla responsabilità dell'iscritto. I supporti della Cassa non sono
pioggia, ma subordinati anche al reddito da attestare attraverso Pisce. Sulla determinazione del reddito precisa Nunzio Luciano - peseranno anche le entrate dei familiari e non quelle del solo iscritto.
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Fondi pensione
Pag.
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Pierluigi Magnaschi
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ASSICURAZIONI Resa dei conti per
il fondo degli agenti Pensioni a rischio
per 26 mila (Messia a pag 13)
PENSIONI A RISCHIO PER 26 MILA ASSICURATORI ISCRITTI AL FONAGE IN
SQUILIBRIO PER 700 MLN Resa dei conti per il fondo agenti A inizio ottobre si terrà
all'Ama un incontro con i rappresentanti di Anapa e Unapass. È l'ultima occasione per
trovare un accordo ed evitare il commissariamento. Ma lo Sna sceglie la linea dura
DI ANNA MESSIA Sono
giorni decisi per le pensioni di
26 mila agenti di assicurazione,
di cui 11 mila già pensionati e
15 mila in attività, che
rischiano di vedersi dimezzate
le prestazioni e commissariato
il Fonage, il fondo che le
gestisce. Il buco da colmare,
per riportare in equilibrio il
fondo, è di 700 milioni di euro,
e le posizioni tra le parti
coinvolte, agenti da una parte e
assicurazioni dall'altra, su come
reperire le risorse necessarie,
appaiono decisamente distanti.
Con la Covip, la commissione
di vigilanza che segue da vicino
la vicenda e che, in assenza di
un accordo tra le parti non
avrebbe alternative al
commissariamento, e intanto lo
scorso aprile ha
dato la propria disponibilità a
partecipare lo Sna ha scelto
la linea dura e sta preparando una
mobilitazione generale da tenersi
la seconda settimana di ottobre.
«È un anno che discutiamo del
piano di riequilibrio e l'unica
proposta dei 16 milioni
di euro arrivata dali'Ania appare
inaccettabile perché provocherebbe
un taglio delle pensione fino al
50%, lasciando di fatto ai soli
agenti l'onere di colmare il
disavanzo», dice aMF-Milano
Finanza il presidente dello Sna,
Claudio Demozzi che aggiunge di
essere disposto a sedersi al tavolo
convocato dali' Ania solo se nel
frattempo arriveranno chiare
indicazioni dalle compagnie a una
maggiore disponibilità economica.
La richiesta dello Sna è di dividere
a metà, tra agenti e compagnie il
disavanzo dei 700 milioni, 350
milioni a testa quindi,
intervenendo in particolare sui
coefficienti di trasformazione delle
pensioni. Ma senza toccare
l'attuale sistema del fondo a
prestazione definita che secondo il
piano di salvataggio proposto dali'
Ania dovrebbe trasformarsi invece
un sistema a contribuzione
definita. In pratica 10 Sna non è
già avallato la sospensione
disposto ad accettare che la
temporanea dei trasferimenti
delle posizioni previdenziali del prestazione del fondo venga
fondo, decisa dal cda per evitare commisurata agli effettivi
versamenti effettuati, come fosse
la fuga degli iscritti in massa in
fatto un piano individuale.
attesa del piano di riequilibrio. I di
Posizione su cui però l'Ania non
prossimi giorni saranno decisivi sembra transigere perché,
per capire quale potrà essere il
sostengono le compagnie, si tratta
destino del Fonage. U Ania,
di prestazioni eccessive rispetto
l'associazione delle compagnie di alle risorse disponibili «II
assicurazione, come noto, ha già commissariamento sarebbe però
fatto sapere
una débàcle totale», avverte 11
presidente di Anapa, Vicenzo
di essere pronta a mettere sul
tavolo 16 milioni di euro e nei Cirasola, «perché oltre al danno
e d'immagine della
giorni scorsi ha accolto l'invito reputazionale
categoria gli agenti attivi
degli agenti a sedersi di nuovo rischierebbero di perdere tutti i
intorno a un tavolo. L'incontro si versamenti individuali,
aggiuntivi e integrativi, effettuati
finora. Mentre il piano di
salvataggio tutela quanto meno il
montante versato dal singolo
agente, ma l'Ania dovrebbe
aumentare il proprio contributo
perché corresponsabile di questa
situazione», (riproduzione
riservata) Quotazioni, altre news
e analisi su
www.milanofinanza.it/
previdenza
terrà presumibilmente i primi
giorni di ottobre, ma mentre
Anapa e Unapass hanno già
Fondi pensione
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Passa in commissione al Senato la mediazione Poletti-Sacconi: Fi si
astiene Jobs Act primo sì, Pd s recato Fmi: bene la svolta, tag i alle
pensioni
Primo via libera in commissione al Senato al
Jobs act. La mediazione Poletti-Sacconi
tiene: ma la maggioranza vota compatta,
mentre Forza Italia si è astenuta. Il Pd si è
spaccato sull'articolo 18. L'ex segretario
Bersani parla di «intenzioni surreali» e il
presidente del partito Matteo Orfini dice ok,
ma chiede «correzioni importanti».
Una promozione arriva dalPFmi che, però,
lancia l'allarme sui conti e sollecita interventi
sulle pensioni. Servizi >• pagine 10,11 e 12
dice ok, ma chiede «correzioni importanti».
Una promozione arriva dalPFmi che, però,
lancia l'allarme sui conti e sollecita interventi
sulle pensioni. Servizi >• pagine 10,11 e 12
La lunga crisi LA DELEGA SUL LAVORO La linea di Renzi «II 29 settembre dirczione sul lavoro:
discuteremo poi voteremo, non siamo qui per fare convegni» II nuovo statuto L'ex ministro del Lavoro: si
potrà riscrivere tutta la parte che non riguarda i diritti sindacali
II Pd si spacca sull'artìcolo 18 Bersani: «Intenzioni
surreali» - Orfini: ok, ma estendere le tutele a tutti
Emilia Patta ROMA «Un contratto a
tutele crescenti? Io non ho nessuna
obiezione, purché riguardi nuovi e
vecchi, tutti quanti. Se parliamo di
un contratto a tutele crescenti
significa che da un certo punto in poi
le tutele crescono. Compreso
l'articolo 18». L'ex segretario Pier
Luigi Bersani sembra voler fare della
difesa dell'articolo 18 una vera e
propria battaglia, nel Pd e in
Parlamento, mettendosi alla testa dei
tanti contrari e dei tanti malcontenti
tra i dem. E ieri, nel giorno del
primo via libera della commissione
Lavoro del Senato alla delega, la
parola più pronunciata tra i deputati
dem è stata "chiarimento". Sulla
posizione di Bersani anche Cesare
Damiano, presidente della
commissione Lavoro della Camera, e
l'ex viceministro del governo Letta
Stefano Fassina. Damiano chiede
una convocazione urgente dei gruppi
parlamentari alla presenza di Matteo
Renzi per risolvere P«ambiguità di
fondo»
prevista dal testo votato ieri in
commissione a Palazzo Madama.
E Stefano Fassina - che già aveva
giudicato «inaccettabile» e «di
destra» la volontà del governo di
abolire l'articolo 18 per i
neoassunti sostituendo la reintegra
con un indennizzo proporzionato
all'anzianità del lavoratore - punta
i fari sulla delega nel suo
complesso, oltre il nodo
dell'articolo 18: « Occorre
disboscare la giungla dei
Previdenza
contratti precari». Ma contro la
delega non ci sono solo i
"vecchi" o una personalità
"contro" come Fassina. La novità
di ieri è la posizione critica
assunta dal "giovane turco"
Matteo Orfini, scelto da Renzi
per la delicata carica di
presidente del partito e ormai da
mesi distante da bersaniani e
dalemiani su una linea di unità
attorno alla leadership renziana.
«I titoli del Jobs act sono
condivisibili. Lo svolgimento
meno: ne discuteremo in
dirczione, ma servono ha scritto
Orfini in un tweet mattutino. Nel
mirino di Orfini - spie
ga poi il presidente Pd al Sole 24
Ore- soprattutto il fatto che il
progetto del governo non prevede
la cancellazione della pletora di
contratti "precarizzanti" esistente,
e che nell'emendamento del
governo, teso a superare l'articolo
18 per i neoassunti, sono state
inserite cose che nulla c'entrano,
come il demansionamento e il
controllo a distanza. Quanto allo
specifico dell'articolo 18, da parte
di Orfini non c'è una pregiudiziale,
purché «le tutele siano davvero
estese a tutti». Anche Gianni
Cuperlo non usa toni barricaderi
sull'articolo 18, e richiama
l'attenzione proprio sulle risorse
necessarie a mettere in piedi un
vero sistema di tutele alla danese
(sussidio di disoccupazione
universale e politiche attive per
accompagnare il licenziato verso
un nuovo impiego): «Qui nessuno
vuole arrestare l'azione del
governo. Ma
vogliamo capire cosa ci sarà scritto
nel testo della legge delega sul lavoro
e nei decreti attuativi». Ad una
soluzione unitaria sta lavorando il
capogruppo alla Camera Roberto
Speranza, che è anche il punto di
riferimento di quell'Area
riformista che ha raccolto i
giovani bersaniani e dalemiani.
Certo, per Renzi il cammino
verso la flexsecurity non sarà
facile, anche se nessuno nel Pd
evoca ancora una scissione. Ma
per il premier il dado è tratto e
non si torna indietro, come
chiede a gran voce l'Europa e
non solo (è di ieri
l'incoraggiamento a proseguire
sulla strada della riforma del
lavoro da parte del Fondo
monetario internazionale, si veda
pagina 12): si discute, alcuni
aspetti potranno essere cambiati,
ma la reintegra per i neo assunti
non tornerà. D'altra parte è già
stata fissata per il 29 settembre
una dirczione del Pd ad hoc sul
lavoro, ha notato con i suoi un
Renzi irritato dalle polemiche. In
ogni caso «si discuterà e poi si
prenderà una decisione con il
voto: a differenza del passato
non siamo qui per fare convegni
sul lavoro». ©RIPRODUZIONE
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Passa in commissione al Senato la mediazione Poletti-Sacconi: Fi si
astiene Jobs Act primo sì, Pd s recato Fmi: bene la svolta, tag i alle
pensioni
Primo via libera in commissione al Senato al
Jobs act. La mediazione Poletti-Sacconi
tiene: ma la maggioranza vota compatta,
mentre Forza Italia si è astenuta. Il Pd si è
spaccato sull'articolo 18. L'ex segretario
Bersani parla di «intenzioni surreali» e il
presidente del partito Matteo Orfini
dice ok, ma chiede «correzioni
importanti». Una promozione arriva
dalPFmi che, però, lancia l'allarme
sui conti e sollecita interventi sulle
pensioni. Servizi >• pagine 10,11 e
12
La lunga crisi FONDO MONETARIO E IMPRESE II Fondo: tutte le riforme subito «Lavoro, sì al nuovo
schema a tutele progressive Pil 2014 a -0,1% con ribassi ulteriori, deficit al 3%'o» II leader degli industriali
«Cedere alla rassegnazione è pericoloso e non giustificato: l'Italia ha grandi potenzialità di rilancio»
Fmi: bene la svolta sui contratti «Conti 2015, servono
avanzo al 5% e taglio pensioni» - Padoan: dal Fondo
ok alle riforme
Alessandro Merli FRANCOFORTE
Dal nostro corrispondente II Fondo
monetario taglia le previsioni di
crescita dell'Italia, che «fatica a
uscire dalla recessione», e
preannuncia che le ridurrà
ulteriormente a ottobre.
L'organizzazione di Washington,
nella sua analisi annuale
dell'economia italiana, nota la
«coraggiosa» agenda di riforme
annunciate dal Governo Renzi ed
approva in particolare la riforma del
mercato del lavoro, ma lo sollecita a
metterle in atto «rapidamente e
simultaneamente» perché diano
maggior spinta alla crescita. L'Fmi
sottolinea tra l'altro la riforma della
giustizia, quella della pubblica
amministrazione, la semplificazione
fiscale e le liberalizzazioni nei
servizi. In uno studio collegato, l'Fmi
osserva anche che gli sforzi per
tagliare la spesa pubblica, da cui
dipende la necessaria riduzione delle
imposte, difficilmente potranno
avere succes
La crescita potenziale
I numeri del Fmi PIL
dell'economia è molto bassa,
secondo l'Fmi, attorno allo 0,5% Valori in percentuale
2014 0,1
nel medio periodo (oggi è a
zero) e per migliorarla la strada da battere sono le riforme
strutturali. In particolare, ha
detto Kang, il Fondo apprezza
quella del mercato del lavoro,
che deve andare nella dirczione
del contratto unico con un
aumento graduale della
protezione del lavoratori e la
contrattazione decentrata che
allinei i salari alla produttività.
Le proposte del Jobs Act, ha
osservato Kang, rappresentano
DISOCCUPAZIONE Valori in
un'agenda «ambiziosa e ne
no al ribasso, anche per le
sosteniamo la dirczione. Bisogna percentuale 2014 2015 2016
tensioni geopolitiche. L'Fmi ha
fornire incentivi alle imprese ad 2017 12,6 12,0 11,3 10,5
rivisto al rialzo sia le stime per il assumere». Una realizzazione
deficit pubblico, ora indicato al
rapida delle riforme, secondo il
3%, sia per il debito, che ritiene capo missione dell'Fmi,
raggiungerà un picco del 136%
rafforzerebbe la fiducia e
quest'anno. Sarebbe auspicabile, rimuoverebbe l'incertezza.
ha detto Kang che, a condizione Qualche preoccupazione emerge
di una ripresa dell'economia,
sull'aumento delle sofferenze
l'Italia portasse l'avanzo primario bancarie. L'Fmi sollecita la
strutturale dei conti pubblici al
pulizia dei bilanci bancari per far
5% il prossimo anno, per
ripartire il credito, le cui
accelerare la discesa del debito. condizioni restano molto difficili
so senza affrontare la spesa
Un obiettivo la cui fattibilità,
per le piccole e medie imprese.
pensionistica, in particolare le
concordano dal ministero
©RIPRODUZIONE
pensioni già in essere, dato che le dell'Economia - dove si
RISERVATA
riforme già approvate porteranno condivide la necessità di
la spesa futura ai livelli più bassi conciliare costi sotto controllo e
nell'area euro. L'economia,
riforme per la crescita - dipende
secondo il rapporto delPFmi, si
dalla ripresa. Dal ministero c'è
contrarrà di uno 0,1% nel 2014
apprezzamento per il
(contro una crescita dello 0,3%
riconoscimento delPFmi
indicata nel luglio scorso) e
sull'agenda del governo e un
crescerà dell'i,i% (invariata
ribadito impegno alle riforme
rispetto alle
annunciate.
Previdenza
stime precedenti) nel 2015.
Tuttavia, il capo della missione
del Fondo in Italia, Kenneth
Kang, ha precisato in una
teleconferenza che le previsioni,
elaborate nel corso dell'estate,
non tengono conto degli ultimi
dati negativi e che, nella seconda
settimana di ottobre, quando
verrà presentato a Washington il
World Economie Outlook,
saranno con ogni probabilità
ribassate. Negli ultimi giorni, sia
l'Ocse, sia il Centro studi
Confindustria hanno indicato per
il 2014 una contrazione dello
0,4%. I rischi, dice il Fondo, so
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Welfare. Nuove tutele, dote di 1,5-2 miliardi
Cig solo se non si può ridurre l'orario Aspi
estesa ai co.co.co
Davide Colombo ROMA
Esattamente come avvenne due
anni fa, ai tempi del varo della
legge Fornero, il nuovo riordino
degli ammortizzatori sociali
annunciato dal Governo è
innanzitutto pensato per
un'estensione, a chi ancora ne è
privo, delle garanzie di reddito in
caso di perdita del lavoro. E come
due anni fa la sfida sarà nel
reperimento delle risorse
aggiuntive che saranno necessarie
per finanziare le future tutele.
Secondo fonti vicine al governo si
parla di circa 2 miliardi l'anno, che
dovranno essere individuati con la
legge di stabilità. Non è poco.
Basta ricordare che con il decreto
Sblocca Italia (articolo 40 DI 133
pubblicato sulla Gazzetta ufficiale
del 12 settembre scorso), è stato
appena stanziato un
rifinanziamento di 728 milioni
sugli ammortizzatori sociali in
deroga per il 2014: un addendum
che porta la dotazione complessiva
di risorse per questi strumenti a
circa un miliardo e 720 milioni,
320 in più rispetto a quanto
previsto dalla legge di stabilità
2014. Dal 2009 a fine 2014 la spesa
per la cassa integrazione e la
mobilità in deroga sale così a 7,5
miliardi. Poiché gli ammortizzatori
in deroga, come l'indennità di
mobilità, sono previsti a
legislazione vigente fino a fine
2016 e poiché la crisi del mercato
del lavoro non da segni di
miglioramento, il loro
rifinanziamento dovrà avvenire, nel
prossimo biennio, in
contemporanea con il
finanziamento della nuova riforma.
I criteri di delega sono raccolti nel
primo articolo del testo approvato
ieri. Scompare la cassa integrazione
in caso di cessazione dell'attività
dell'azienda o di
unramodiazienda,elasua
concessione scatterà solo nel caso
in cui non sarà possibile ridurre
contrattualmente l'orario di lavoro,
ad esempio attraverso contratti di
solidarietà. In questo caso
l'operazione potrebbe in parte
essere compensata, visto che nelle
ultime correzioni si prevede
«l'eventuale
destinazione di parte delle risorse
per la cig a favore dei contratti di
solidarietà». I contratti di
solidarietà saranno estesi anche
alle aziende che attualmente non
possono usufruirne (Pmi sotto i
15 dipendenti) e potranno essere
utilizzati anche per creare nuova
occupazione: sarà possibile
infatti una riduzione dell'orario di
lavoro dei dipen
denti a fronte di nuove
assunzioni. Una «logica
espansiva» che piace molto alle
grandi aziende e che Tad di
Telecom, Marco Patuano, ha
fatto propria ieri parlando di un
loro possibile utilizzo «per
assumere giovani con nuovo
know how». Tornando alla
cassa integrazione le ultime
novità del testo prevedono
anche una revisione dei limiti
di durata e meccanismi di
incentivazione della rotazione.
È prevista una maggiore
compartecipazione delle
imprese utilizzatrici ma anche
una riduzione degli oneri
contributivi ordinari. Cambierà
poi l'assicurazione sociale per
l'impiego (Aspi), entrata in
vigore all'inizio del 2013: viene
rimodulata « rapportando la
durata dei trattamenti alla storia
contributiva del lavoratore». E
la sua durata massima ( oggi
I2mesipergliunder55 e 18 per
gli over 55) sarà incrementata.
L'Aspi sarà inoltre estesa anche
ai co.co.co. e saranno
modificati i criteri di
accreditamento ma si prevede
un bienni di sperimentazione
«a risorse definite». A carico
della fiscalità generale è poi
prevista l'ipotesi di introdurre
una nuova prestazione, una
volta scaduta l'Aspi, per i
lavoratori in disoccupazione
con un indicatore di situazione
economica
II trend degli ammortizzatori Analisi sulle ore
di Cassa integrazione guadagni. Dati in milioni
2005 '06 '07 '08 '09 '10 '11 '12 2013
ORDINARIA STRAORDINARIA Fonte Inps
Banche dati statistiche Osservatorio sulle ore
autorizzate di cassa integrazione guadagni
IL RIORDINO Cassa integrazione
vietata per le cessazioni aziendali
o di un ramo d'azienda e incenti vi
alla rotazione dei lavoratori
equivalente (Isee) particolarmente
basso. Lo status di disoccupato
non sarà più necessario come
requisito di accesso ai servizi
assistenziali e i beneficiari di
questi sussidi di ultima istanza
saranno obbligati a partecipare
a iniziative di «attivazione
lavorativa» offerti dal servizi
per l'impiego. E arriva, infine,
il «contratto di ricollocazione»
che prevede che la
Previdenza
remunerazione per le agenzie
del lavoro sia legata ai risultati
ottenuti nel reinserimento del
lavoratore disoccupato. La
relazione tecnica al Ddl rinvia ai
decreti delegati il nodo delle
copertura. Che dovranno essere
tuttavia individuate presto, come
detto, con la legge di Stabilità.
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Legge di stabilità. Stretta totale da 15-16
miliardi Tagli, per i ministeri obiettivo 5
miliardi «Pil tra-0,1% e-0,2%»
BONUS A NUCLEI NUMEROSI Gli 80 euro alle famiglie con più figli.
Il ministro Boschi: ok ma tenendo conto del reddito. Per «fasce» anche il
taglio degli sconti fiscali Marco Rogari ROMA Circa un terzo di diretta
provenienza dai ministeri, applicando non in modo lineare la regola
Renzi del 3%, e gli altri due terzi pescando dal dossier Cottarelli con
alcune rivisitazioni. È questa una delle ipotesi che si stanno valutando a
Palazzo Ghigi e al ministero dell'Economia per comporre il piano di tagli
da 15-16 miliardi su cui sa-rà costruita la prossima Legge di stabilità.
Tagli che dovrebbero andare ad aggiungersi a quelli per 3 miliardi già
scattati in via strutturale conii decreto Irpef. L'obiettivo sarebbe dunque
quello di ricavare direttamente dalle uscite su cui hanno voce in capitolo
i ministeri (non solo quelle per il funzionamento interno) almeno 5
miliardi. Ma i dicasteri sono ancora lontani da questo target. In ogni caso
la portata della Legge di stabilità dovrebbe aggirarsi tra i 18 e i 20
miliardi. La collocazione definitiva dell'asticella dipenderà dal quadro
macroeconomico che sarà tratteggiato il 1° ottobre dalla nota di
aggiornamento del Def. Ieri il sottosegretario all'Economia, Enrico
Zanetti, ha detto che quest'anno l'economia italiana potrebbe registrare
un risultato negativo con un Pil compreso tra -0,1% e -0,2%. Le parole di
Zanetti confermano la previsione al ribasso del Fmi. Tra due settimane
con la rilevazione dell'Istat ci sarà la "sentenza" definitiva. Anche lo
spostamento di un solo decimale potrebbe produrre la modifica di alcune
parti dell'impalcatura contabile della "stabilità". Con la quale non
dovrebbe scattare una nuova rimodulazione delle aliquote Iva del 4% e
del 10%, nonostante le pressioni di Bruxelles. Quasi certa invece una
mini-estensione del bonus Irpef da 80 euro ai nuclei familiari
monoreddito con molti figli (probabilmente più di tre), in chiave
quoziente familiare, ma solo per le fasce più povere. Una conferma
indiretta arriva dal ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, che in
un'intervista a Famiglia cristiana si dichiara favorevole al quoziente
familiare ma non per tutti: «C i deve essere qualche elemento di equità,
non si può prescindere dal reddito». Altrettanto certa la potatura della
giungla delle tax expenditures che marcerà parallelamente alla Legge di
stabilità. Su questo fronte il Governo sta valutando varie opzioni, tra le
quali quella di parametrare al reddito il taglio di alcune agevolazioni
fiscali. Tornando alla composizione della Legge di stabilità, il Governo
punta a evitare, o quanto meno a rendere soft, la correzione dei conti
necessaria per restare negli attuali parametri Ue. Alla fine il rapporto
deficitPil dovrebbe attestarsi tra il 2,8% e il 2,9% lasciando così un
margine per un nuovo taglio delTIrap di almeno 4 miliardi e per la dote
da 1,5 miliardi da destinare ai nuovi ammortizzatori collegati al decollo
del Jobs act (si veda II Sole 24 Ore di ieri). Ad alimentare la Legge di
stabilità saranno anche la minor spesa per interessi sul debito - che nel
2014 sarà di 5 miliardi ma che per il 2015 potrebbe essere "sfruttata" per
non più di 2-3 miliardi - e la maggiore Iva da pagamenti arretrati della
Pa. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Roberto Napoletano
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Inail. Progetti sul tavolo per recuperare
iscrizioni Polizza casalinghe verso il restyling
Silvia Perna Con la ricostituzione del Comitato amministratore del
Fondo autonomo speciale con contabilità separata, reso noto con la
circolare Inail 41/14, si torna a parlare di un restyling dell'assicurazione
obbligatoria contro gli infortuni in ambito domestico, istituita con la
legge 493/99, entrata in vigore l'i marzo 2001 e gestita daH'Inail. La
necessità di procedere con dei correttivi è dettata dal fatto che negli
ultimi anni nel caso della cosiddetta polizza per le casalinghe si è
registrata una significativa flessione nel numero degli assicurati, passati
dagli oltre 2,6 milioni del 2005 a poco più di 1,370 milioni nel 2013 (si
veda anche il Sole 24 Ore del 22 aprile scorso). Si ricorda che tutti gli
iscritti pagano per questa assicurazione obbligatoria un premio medio
uguale e che esso viene commisurato al rischio collettivo e non del
singolo soggetto. Il premio in questione è calcolato in modo da
assicurare l'equilibrio tra il valore attuale medio dei contributi di ogni
anno della gestione e quello attuale medio dei corrispondenti oneri. Ai
fini dell'equilibrio tecnico attuariale della gestione il premio è stato
stimato in 12,91 euro pro capite. Le norme vigenti prevedono l'obbligo
di assicurazione per tutti coloro che abbiano un'età tra i 18 e i 65 anni, i
quali svolgano in via esclusiva e a titolo gratuito attività finalizzate alla
cura del proprio nucleo familiare. Per aumentare il numero degli
assicurati, una delle proposte di estensione di questa assicurazione che
potrebbe essere presentata al ministero del Lavoro prevede
l'innalzamento del limite di età a 70 anni. Ne scaturirebbe una nuova
platea, la quale, pur avendo una prospettiva di vita più breve, potrebbe
però avere una frequenza infortunistica più elevata: fatto, quest'ultimo,
da cui potrebbe scaturire un incremento, sia pur contenuto, del premio a
copertura. La normativa vigente prevede, inoltre, l'unificazione dei
postumi solo nel caso in cui già esista rendita, ovvero quando il primo
infortunio sia quantificato pari almeno al 27%, grado minimo
indennizzabile. PREMI PIÙ ELEVATI Tra le opzioni la revisione del
grado minimo di inabilità per l'indennizzo Incognita-costi Fatte queste
premesse, un'ulteriore ipotesi di estensione potrebbe concernere la
costituzione della rendita anche nel caso di infortuni plurimi, ognuno dei
quali con un grado inferiore al minimo. Anche qui bisognerebbe poi
computare i possibili riflessi sull'entità del premio assicurativo. Si
potrebbe, infine, intervenire anche sul grado minimo di inabilità
indennizzabile, ora al 27%, scendendo al 25 se non al 20 per cento. Una
scelta, quest'ultima, che determinerebbe, però, un'incidenza sugli oneri a
carico dello Stato, che copre i contributi degli iscritti con un reddito
personale lordo fino a 4648,11 euro all'anno o che facciano parte di un
nucleo familiare il cui reddito complessivo lordo non superi annualmente
i 9296,22 euro. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Fmi: rifoima lavoro ok, manovra auspicabile
Chiesti aggiustamenti
di 8 miliardi se ci sarà
la ripresa. "Misure
sulle pensioni"
Christme Lagarde
LUCIO cims ROMA Bene la riforma del
lavoro e il pacchetto di iniziative
«coraggiose» che il governo Renzi sta
mettendo in campo. Ma per centrare gli
obiettivi in assenza di segnali di ripresa
potrebbe rendersi necessaria una
manovra da 8 miliardi. Il Fondo
monetario internazionale invia un
incoraggiamento all'esecutivo italiano
alle prese con la spending review, ma
taglia le stime sul nostro Paese. E la
strada da percorrere per godere
finalmente dei frutti del risveglio
dell'economia potrebbe passare da un «
ulteriore aggiustamento rispetto ai piani
e fino allo 0,5% del Pil».
ComespiegailFmi—che in questo caso suggerisce delle soluzioni senza
utilizzare toni perentori—servirà un colpo
di reni «che aiuterebbe a raggiungere un
piccolo surplus strutturalenel 2015». E
quel dato, lo 0,5% del Prodotto interno
lordo, equivale in sostanza a una
correzione compresa in una forbice tra i
7,5 e gli 8 miliardi. Un dato che potrebbe
diventare necessità se i nostri
fondamentali macroeconomici dovessero
restare al palo. Le raccomandazioni del
Fondo non si limitanoperoaquesto.il
percorsoaostacoli che aspetta l'Italia nei
prossimi mesi dovrà prevedere una
revisione della
spesapubblicachepassialsetacciolasanità e
soprattutto le pensioni: «Ulteriori risparmi
saranno difficili senza affron
tare l'elevata spesa per gli assegni di
anzianità», spiegai! Fmi sottolineando che
ci sono «spazi per migliorare anche la spesa
sanitaria». Il focus sull'Italia stima un Pil in
flessione dello 0,1 % quest ' anno e in
crescita ail' 1,1% nel 2015. Stime che dal
prossimo anno prevedono anche un Prodotto
interno lordo costantemente soprala soglia
dell'1% fino al 2019. Tutto merito della
tenuta delle esportazioni, che « indicano un
graduale aumento delle attività economiche
nei prossimi trimestri». Ma anche merito
della «
normalizzazionedellecondizionidelcredito,
man mano che si faranno sentire gli effetti
delle misure di allentamento della Bce».
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