Pagina Ragazzi_marzo 2014

la pagina dei ragazzi
p. Remo Armani era un padre comboniano trentino, nato precisamente
il 7 ottobre 1917 a Balbido del Bleggio.
Era un ragazzo come voi, gli piaceva giocare con i suoi quattro fratelli, andare a scuola e aiutare in campagna i genitori... Piano piano
nasce in lui il desiderio di diventare sacerdote così scende a
Trento e inizia gli studi teologici presso il Seminario Diocesano.
Il 29 giugno 1941 viene ordinato sacerdote. Svolge il suo servizio prima come cappellano a Grigno e a Riva del Garda, poi come
parroco a Carisolo e a Campi di Riva. Durante quel periodo il
mondo intero è in guerra, c’è la cosiddetta II Guerra Mondiale.
P. Remo, a contatto con la sofferenza, sente il desiderio di aiutare chi non ha aiuto, chi ancora non conosce Gesù. Un giorno
confida alla mamma: “Qui c’è poco da lavorare. Che gusto si
prova ad essere prete e a restare senza far niente? Vorrei
fare il missionario”.
Diventa missionario il 30 agosto 1948 entrando nella Congregazione dei
Padri Comboniani a Verona. Dopo il noviziato e la professione solenne del 4 giugno 1950
parte per il Sudan meridionale. Impara la lingua degli Azande, vive e lavora con loro. Tutti gli vogliono
bene, cura la formazione dei catecumeni, visita gli anziani e gli ammalati. Nel 1955 scoppia una rivolta
tra le popolazioni del Sud e del Nord del Sudan; i missionari sono accusati di cospirazione e di essere
strumenti dell’imperialismo. C’è tanta paura, tutti i bianchi che vivono lì si rifugiano in Congo ma i missionari rimangono al loro posto. Quando la situazione si fa più tranquilla, p. Remo ritorna in Italia per
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COMUNIONE
p. Remo Armani
E MISSIONE
C
iao ragazzi, mi chiamo
Hearing, sì sì, avete poco da
ridere, mi chiamo proprio Ascolto e la sorte
ha voluto che avessi anche due orecchie ben evidenziate. Comunque, a parte il nome e il mio aspetto
fisico vorrei presentarmi: sono una guida, un accompagnatore, ... Viaggio tanto, cammino spedito e visito
molti paesi, molte situazioni; conosco un sacco di gente
e ho amici un po’ ovunque. Che ne dite, volete aggregarvi
alla mia compagnia? Questo mese vi porto in Congo.
Perché? Ma perché voglio farvi scoprire un paese meraviglioso e conoscere una persona particolare, si
chiama p. Remo Armani.
UN PO’ DI GEOGRAFIA
La situazione si fa sempre più critica fino al
23 novembre 1964 quando i ribelli, alla notizia
dell’arrivo di paracadutisti belgi, decidono di uccidere tutti gli ostaggi.
P. Remo viene ucciso il 24 novembre con un colpo
di pistola alla testa e il suo corpo viene gettato
nelle acque del fiume Bomokandi.
Sapete però una cosa? L’amore che ha donato
non è andato perduto, alcuni giovani congolesi
hanno deciso di seguire le orme di p. Remo e
sono diventati sacerdoti.
Ed ora tocca a voi!
ANAGRAMMATE OPPORTUNAMENTE LE LETTERE
E LEGGERETE UNA VECCHIA MASSIMA
I GLONSICI GIOLIRMI OSON GIL MESIPE
I consigli migliori sono gli esempi
E MISSIONE
Vedete ragazzi, quest’anno sono 50 anni che p.
Remo è stato ucciso.
Che ne dite potrebbe essere una bella idea ricordarlo assieme ad altri tre padri cappuccini
uccisi in Mozambico, uno 30 anni fa, p. Saverio
Torboli e due 25 anni fa, p. Francesco Bortolotti
e fr Oreste Saltori... e a tutti i missionari che
sono stati uccisi nel mondo durante il 2013?
Il 24 marzo in tante chiese si celebra la Via Crucis dei missionari martiri, verificate nella vostra
parrocchia e... perché non partecipare?
Non sarete soli perché in tutto il mondo la giornata del 24 marzo è sempre dedicata a queste splendide persone che hanno donato la loro
vita per i fratelli.
Soluzione
COMUNIONE
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un periodo di vacanza.
Non è però una vacanza come siamo abituati noi, il dolce far niente, il
riposarsi, la sua è una vacanza
attiva, va alla ricerca di attrezzi da
lavoro e materiali per insegnare ai
giovani il mestiere dell’artigiano, del muratore, del contadino, del meccanico. Rientra in Sudan ma la situazione è ancora
difficile per i missionari: una nuova legge impedisce loro di insegnare nelle scuole, di celebrare messa o di battezzare. P. Remo
però continua la sua missione. Nel 1962
viene arrestato, messo in prigione ed infine
espulso dal Paese perché ha battezzato
alcuni ragazzi. Fa rientro in Trentino ma il
desiderio di tornare in Africa è sempre
forte. Dopo due anni, il 13 febbraio 1964, i
padri comboniani hanno di nuovo bisogno
di lui in Africa, questa volta nel Congo Belga,
l’attuale Repubblica Democratica del Congo
dove vogliono aprire alcune nuove missioni. P.
Remo non si tira indietro, anzi, parte subito con
altri 8 confratelli. All’inizio tutto sembra andare
per il meglio ma, dopo alcuni mesi, iniziano anche
lì delle ribellioni. Il Congo vuole l’indipendenza dal
governo belga. Nella missione di p. Remo vengono a mancare viveri, medicinali... un giorno,
proprio mentre rientra al suo paese con l’auto
carica di viveri e con le paghe dei maestri, viene
fermato ed arrestato
insieme ad altri missionari e civili europei.
La Repubblica Democratica del Congo (anche
nota come Congo-Kinshasa) è uno Stato dell’Africa Centrale. Si estende dall’Oceano Atlantico alle pianure dell’est e coincide per
la maggior parte al bacino del fiume
Congo.
La popolazione è formata da varie
etnie nere africane.
Vive principalmente grazie all’agricoltura e all’estrazione mineraria.
GIOCHI SOLO AFRICANI O … POSSIBILI ANCHE A NOI?
In lingua kirega, questo mezzo di locomozione si chiama
"katakono", ma non è spinto da un motore e non ha il volante. Il go-kart congolese ha tre ruote (una davanti e due
dietro), fatte da cuscinetti ricavati dal kikowa, un albero dal
legno resistente, e vengono lubrificati con la linfa viscida
dell'erba kilelama. Per manubrio, i bambini intagliano un
ramo a forcella incastrandolo tra le traverse. Sul mezzo possono salire tre o quattro bambini alla volta. Nel retro vengono inseriti due bastoni, una specie di racchette da sci: chi
è davanti ha il piacere di guidare, ma i due dietro devono
spingere il mezzo.
Il katakono è fabbricato da ragazzi di 12-13 anni, anche
se i più piccoli sono curiosi di acquisire velocemente le tecniche. Non usano chiodi; solo legno, corda e ingegno. La parte più fragile è il retro.
A causa del peso, capita che i bastoni si spezzino. Di notte il prezioso mezzo è custodito nella capanna o in cucina, se ha una porta... antifurto.
La moto è proprietà della famiglia. Chi sale, se non è della famiglia, deve pagare
un pedaggio (un pesce, una fetta di polenta, un foglio di carta per la scuola...). I proprietari di moto diventano famosi e ricercati per le attività sportive, per sanare i debiti e mantenere la pace nel villaggio.
LA NOSTRA PALLA AVVELENATA IN BURUNDI
Il gioco della palla avvelenata si svolge in uno spazio delimitato da due cerchi disegnati sulla terra. Chi è alle due estremità dell'area, lancia la palla per colpire chi si trova
nei cerchi al centro del campo. Se la palla tocca uno dei partecipanti al centro, questo
viene eliminato, ma se la palla è bloccata al volo, chi è al centro elimina il lanciatore e ne
prende il posto. Il gioco continua finché non rimangono solo i due giocatori nei cerchi all'estremità.
E MISSIONE
go-kart in Congo
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COMUNIONE
Un giro in...