LANCIARAZZI mod. 1909 AUSTRIA (e’ di fatto la pistola lancia-razzi tedesca “Hebel mod. 1894 utilizzato dalla Germania fino alla seconda guerra mondiale”) Foto di esemplare integro da internet. Prima nota: “Da forum World War, Il portale italiano della Militaria.” “la lanciarazzi è il classicissimo modello utilizzato nel primo conflitto mondiale dagli A.U. di classica derivazione germanica, il produttore è identificato dalla sigla AZF che sarebbero le iniziali di Artillerie Zeugs Fabrick, la fabbrica materiali di artiglieria presso l'arsenale di Vienna. Le sigle EA XI è l'indirizzo dell'arsenale indicato come si usava allora con il distretto postale, infatti era ubicato nell'11° distretto di Vienna. Compare inoltre il punzone di accetazione militare Wn(aquila)17 ove viene indicata il luogo di accetazione che in questo caso è l'arsenale di Vienna e l'anno che è il 1917. Venivano prodotte anche presso la Fegyver es gipygiar, il reale arsenale di Budapest in Ungheria.” Il nostro reperto: Luogo del ritrovamento: zona intorno a Ronta (FI). Il paese si trova sulla S.S. 302 Brisighellese - Ravennate al Km 37, nel 1944 di qui passava il fronte della Linea Gotica e la S.S. 302 era per gli alleati la Arrow Route. A partire dal 12 settembre e nei giorni successivi la zona è stata teatro di violenti scontri fra la “V armata” e “715° Divisione tedesca”. Condizioni di consegna: Guance in legno tenero rovinate nella parte superiore, la destra quasi integra, scheggiata di vecchia data; la sinistra, più rovinata, di recente. La vite che la trattiene è chiaramente moderna, le boccole sono originali. Il cane non è ne collegato alla molla ne al congegno di scatto, è completamente libero di ruotare attorno al suo asse. Il grilletto ciottola il suo asse è fuori sede, rotto ??. La leva che dovrebbe consentire la rotazione della canna è rotta a pari della cassa. Attualmente non è possibile ruotare la canna per cui se ne può osservare l’interno soltanto dalla volata constatando lo stato di ossidazione della superficie in maniera uniforme non troppo profonda. Devono essere stati fatti diversi tentativi di smontare l’arma, le viti presentano segni consistenti di forzatura delle viti in senso dello svitamento. L’arma in origine doveva essere brunita in nero. Della brunitura rimangono poche tracce poco evidenti sulla canna e sul castello. Marchi: sulla piastra di chiusura del castello “W.H.F. EA XI” sul castello sotto la camera di scoppio la matricola “7 6 6 7 1” sotto alla matricola altri segni al momento non identificabili. “Identificati come W.n. (punzone illeggibile forse un'aquila) 18. Arsenale di Vienna 1918.” Alla base dell’impugnatura, vite ad occhiello con campanella per cinghiolo. Come si intende procedere: 1. smontaggio delle guance – cacciavite. OK 2. rimozione della piastra di chiusura – petrolio, CRC, cacciavite. OK 3. fotografie dei congegni allo stato attuale. Penoso, i componenti risultano sciolti a causa dei perni rotti o corrosi dalla ruggine, non è possibile una foto d'insieme del congegno. 4. separazione della canna dal castello - petrolio, CRC, cacciavite. Impossibile svitare il vitone della canna, usato anche cannello e cacciavite a percussione, rinunciato per non danneggiare ulteriormente. 5. fotografie della canna allo stato attuale. OK 6. Smontaggio di tutti i componenti. Fatto per il possibile 7. Fotografie stato attuale. OK 8. rimozione dello sporco e della ruggine. – spazzole materiali vari. OK 9. Disegno dei particolari. – calibro, autocad. OK 10. Osservazioni. OK 11. Riassemblaggio. OK 12. Fotografie stato finale. OK 13. Relazione finale. OK Osservazioni: La rimozione delle guance non presenta difficoltà, il lavoro su di esse si è risolto con una pulitura superficiale con lana di acciaio, grasso e sporco sono penetrati per un discreto spessore ed il rimuoverlo completamente altererebbe la forma in maniera consistente, l'aspetto troppo pulito contrasterebbe con il resto dell'arma. La rimozione del coperchio del congegno di scatto ha richiesto l'uso di sbloccanti, le tre viti con un po' di fatica si sono svitate correttamente. L'affusto risulta ben conservato nelle parti esterne, mentre nella parte chiusa, sede del congegno di scatto e nella parte coperta dalle guance la superficie è butterata dalla ruggine. Rimosso la ruggine con spazzole di acciaio. Porta inciso sul fianco sinistro la matricola “76671 e sotto la matricola il marchio di accettazione militare con data 18 ( arsenale di Vienna 1918), sempre sul lato sinistro ma nella parte interna della cassa è ripetuta la matricola, mentre sulla parte più bassa dell'impugnatura, sempre a sinistra alcune lettere disposte in maniera casuale una R, una M,una L, un <. L'aspetto dei congegni interni è in condizioni drammatiche, mentre la superficie esterna dell'arma è relativamente ben conservata, l'interno presenta un forte grado di ossidazione, rimosso con spazzole la ruggine, la superficie presenta un notevole grado di camolature, al punto di rendere fragili i dettagli più minuti. Il pernio del grilletto è rotto a pari del fianco risultando troppo corto e non si innesta nella sua sede, per cui detto grilletto ciottola senza impegnare ne la sua molla ne il dente del cane. Sul grilletto è inciso la matricola “76671”. La molla del cane presenta una forte ossidazione che una volta rimossa ha lasciato la superficie notevolmente butterata, tuttavia è fissata alla sua sede ed ancora efficace. La guardia del grilletto è il pezzo meglio conservato, è stato sufficiente un po' di spazzola, porta inciso la matricola “76671”. Il cane è ben conservato con poche camolature più evidenti sul lato destro, porta alla sua base la bielletta di collegamento con il mollone, Dopo spazzolatura e un po' di sbloccante la bielletta a ripreso a muoversi regolarmente. L'intervento sul cane si è limitato alla rimozione della ruggine con spazzola di acciaio. Sul cane è impresso sul lato sinistro la matricola “76671”, mentre sul lato destro è impresso la lettera “Z”. Il mollone è rotto a circa un quarto della sua lunghezza dal lato della forcella di collegamento con la bielletta del cane, questa porzione è mancante, i tre quarti superstiti presentano una forte ossidazione che una volta rimossa ha lasciato la superficie notevolmente butterata. La leva di sblocco della canna è rotta a pari dell'affusto con il perno tranciato a raso sul lato infisso nell'affusto stesso, sporge dal lato che va ad alloggiare nel coperchio. Porta inciso la matricola “76671”. La molla a servizio di detta leva è in sito ma rotta a livello del foro di fissaggio e quindi non funzionante, le sue condizioni sono simili alle altre molle. Il chiavistello comandato dalla leva sopra descritta controlla il blocco della canna è stato spostato con fatica e tanto sbloccante fino a portarlo nella posizione di sgancio consentendo la rotazione in apertura della canna. Per smontarlo e pulirlo è necessario rimuovere la canna, questa operazione non è stata possibile, il vitone che fa da perno e unisce la canna all'affusto si è rifiutato di rimuoversi dalla sua sede. Sulla canna non si sono rilevati punzoni di alcun genere, propabilmente si trovano nella parte che non è stato possibile osservare. Complessivamente l'arma risulta essere monomatricola “76671” costruita a Vienna ed accettata dall'esercito sempre a Vienna nel 1918. Riassemblaggio: Nell'assemblaggio ho trovato opportuno ricostruire il pernio del grilletto, ed inserito in parallelo al mollone del cane, una leggera molla a lamina al solo scopo di tenere in posizione e rendere, a titolo dimostrativo, funzionante il meccanismo di scatto. Il chiavistello di blocco della canna e stato lasciato in posizione di apertura così che la canna è libera di muoversi. Conclusione: date le pessime condizioni dell'arma, si è mirato a renderla presentabile in una vetrina di cimeli. Qui sotto modello del marchio di accettazione militare (da I MARCHI SULLE ARMI DA FUOCO PORTATILI di J.Gargela – Z.Faktor , Fratelli Melita Editori)
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