CORPI BAMBINI Sprechi di infanzie di Mariagrazia Contini Silvia Demozzi “NON c’era una volta l’infanzia: questa storia comincia così…! Corpi-bambini di ieri: invisibili prima, da sorvegliare e punire poi. Corpi bambini oggi: violati, uccisi o lasciati morire in molti angoli della terra; qui da noi “troppo” belli, efficienti e talentuosi, esibiti e sfruttati per ragioni di business e di spettacolo. Partendo da molto lontano, il video denuncia il fenomeno attuale dell’adultizzazione dei bambini e delle bambine quale sintomo di incuria nei loro confronti e richiama alla responsabilità educativa e sociale di tutelare i loro diritti, primo fra tutti quello di avere un’infanzia...” Molte sono le infanzie che abitano i diversi contesti, così come molti sono i contesti che si intrecciano in una stessa porzione di mondo. Accanto alle infanzie accudite e curate, ci sono quelle “troppo” curate, iper-protette, i cui desideri vengono esauditi in anticipo; ma ci sono, anche, le infanzie affamate e lasciate morire, che abitano le fogne di alcune città o maneggiano con inconsapevole naturalezza una bomba e un fucile. Ci sono le infanzie inserite nella promiscuità dei grandi ed esposte ai loro stessi condizionamenti socio-culturali. Ci sono le infanzie “adultizzate” (bambini e bambine che vestono come i grandi, che parlano come i grandi, che “sanno” le stesse cose dei grandi, che hanno ritmi frenetici come loro, ecc) e infanzie “spettacolarizzate” (bambine e bambini talentuosi, belli, simpatici, da esibire, ricavandone business e facendo spettacolo). Si prefigura un rischio di “scomparsa dell’infanzia”, categoria sociale e culturale che l’umanità ha faticosamente conquistato da pochi secoli. Tutte queste infanzie sono attraverso i loro corpi e, con i loro corpi, comunicano: ciò che sono, ciò che vogliono essere, ma anche ciò che rappresentano per gli adulti e per le loro società. I corpi dei bambini e delle bambine, infatti, stanno diventando lo specchio inconsapevole dello spirito culturale del loro tempo: “contenitori” adultizzati nei modi e nei desideri, così come trofei da sfruttare nella loro perfezione in miniatura; corpi consumatori, oggetti tra i loro oggetti, vittime di pesanti condizionamenti e asserviti alle logiche di mercato. I bambini e le bambine della nostra società crescono convinti che la chiave del successo sia la bellezza per cui, spesso, per riuscire nella vita, l'unica cosa che conta veramente è il proprio corpo. Perché la società sceglie di non fornire ai suoi soggetti gli strumenti critici necessari per “decostruire le immagini e i discorsi” che arrivano soprattutto attraverso la televisione, la pubblicità e, sempre di più, la rete? Una sorta di “pressione” socio-culturale inizia sempre più precocemente, soprattutto da quando i signori del marketing si sono accorti che i più influenzabili di tutti sono proprio i bambini. Difficile per loro non cedere all'incanto di questi richiami: i richiami di chi li vuole fare crescere troppo in fretta e ama vederli ripetere gesti e atteggiamenti “da grandi” ma di cui spesso ignorano il significato. Il video denuncia questa situazione e gli stili che vi sono impliciti e richiama genitori, insegnanti, educatori e, in generale, tutta l’umanità adulta a salvaguardare l’infanzia, perché il rischio della sua scomparsa costituisce una minaccia di incuria e di violazione dei diritti dei bambini e delle bambine, ma anche una minaccia di impoverimento e di involuzione per la nostra società e la nostra cultura. Si assiste a una tendenza sempre più diffusa della società nel suo insieme di trascurare le necessità dell'infanzia: ma nei paesi “ricchi”, a differenza di molti altri contesti in cui regnano degrado, povertà, negazione, esiste la possibilità di proteggere l'infanzia! Vi sono sia i mezzi sia le risorse! Per cui questi paesi sono doppiamente responsabili delle sofferenze e delle oppressioni che fanno vivere ai loro bambini.
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