Ars celebrandi. Ringrazio il novello Vicario Episcopale per il Clero,Don Aldo Scatola per averci .invitati a questo incontro. Desidero sottolineare l'importanza decisiva dell'ars celebrandi nel nostro ministero Liturgico,prima però è opportuno richiamare il significato di celebrazione intimimamente legato all'ars celebrandi. La celebrazione è parola chiave per) il rinnovamento liturgicoJ~el tentativo di definire la celebrazione attingo,natùralmente dal grande monaco sublacense del!' Abbazia di Maria Laak, intendo riferirimi a dom Odo Casel,l'autore delfamoso testo "Umistero de.I culto cristiano". · . . . La celebrazione è il momento rituale nel quale la liturgia,esercizio del sacerdozio di Cristo,trova la sua limpida espressione attraverso segni,sirnboli,gesti e parole (per . ritus et preces=SC,48) che scaturiscono dalla vita dell'uomo,rendendo attuale ed efficace oggi,qui,per noi,la salvezza operata da Dio per Cristo nello Spirito santo.La Chiesa,celebrando i .sacri rnisteri,diventa perciò mediatriçe della salvezza operata da Cristo,rispondendo ufficialmente alla missione affidatale da Cristo. Necessita però,ricordare anche,che "Le azioni liturgiche non sono azioniprivate ma celebrazioni della · C~iesa"(SC,26), questo è importante,in quanto ci aiuta ad individuare correttamente il soggetto della celebrazione,cioè chi celebra. Il concetto dt celebrazione e di celebrante va applicato non solo a chi préslede l'assemblea (vescovo-presbitero-diacono) ma all'intera assemblea.E' tutta l'assemblea che celebra nel rispetto della ministerialità, ed è . sempre . gerarchicam~nte strutturata.Questo lo rivela anche la spaziali~à litllrgica.~o stesso termine c.oncelebranti ·detto dei ministri ordinati,che stanno attor.no all'altare è vero nélla misura in cui. si tratta di linguaggio inclusivo,ossia di t.utt:i i membri dell'assemblea. Questo ci ait.1ta ad accogliere e a promuovere una verità ancora latente, che il popolo di Dio è popolo sacerdotale che fa capo a Cristo,unico sacerdote e "1ediatore . della nuova alleanza. . : . . . I . . . 1 • . . Da qui l'altro concetto che è come la spina dorsale della Costituzione liturgica:la partecipazione dei fedeli .alla divina liturgia.Prendere parte attivamente, consapevolmente,fruttuosamente.Altra. cosa è il partecipazionismo.Partecipare invece è anzitutto condurre i fedeli a comunicare con il mistero celebrato perché diventi vita nella testimonianza quotidiana. · ·. Guidare l'assemblea da noi presieduta è esercitare l'ars celebrandi,l'arte del celebrare.Arte difficilissima,che ha come apprendistato la celebrazione liturgica. quotidiana e la conoscenza profonda dell'assemblea con la quale celebriamo i divini misteri.L'ars celebrandi è fare la liturgia con arte.La qualità dell'arte del celebrare, come in tutte le arti, sta nelle proporzioni, nei ritmi, nella maniera in cui gli elementi si compongono tra loro.L'arte del celebrare è come una grande sinfonia che ha a di ogni sua parte e il sapiente equilibrio di tutti gli strumenti e fondamento l'armonia ' . dei soggetti coinvolti. In quest'ottica l'arte del celebrare non è sinonimo di liturgia ingessata,non sia mai,cadremmo nel più pernicioso ritualismo,invece è anche creatività intelligente che valorizza servizi e ministeri.In sintesi è l'arte di mettere in opera con una nobile semplicità quel tesoro che la chiesa ci offre e .la cui finalità è la celebrazione del mistero pasquale di Cristo,attraverso l'azione dello Spirito Santo a gloria di Dio Padre e la santificazione dell'uomo. L'arte del celebrare allora,consiste nel mettere insieme con ordine gli elementi della celebrazione:visibili, udibili,toccabiH, gustabili, odorabili, elementi che quando sono veri, permettono all'Invisibile-Presente di manifestarsi. Ancora più concretamente,!' arte del celebrare consisterà nel mettere in buon ordine gli spostamenti, gli atteggiamenti e le posture, le parole e i gesti, le letture e i canti, prepara lo spazio liturgico, cura la bellezza della suppellettile, e infine sceglie i toni giusti per la comunicazione. L'ars celebrandi si manifesta anzitutto nel celebrare e vivere l'Anno liturgico che nei ritmi e nelle vicende del tempo ci ricorda e ci fa vivere i misteri della salvezza.Centro dell'Anno Liturgico è il Triduo del Signore crocifisso,sepolto · e risorto.In ogni dornenica,Pasqua della settimana la Chiesa rende presente questò grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte.Così anche nelle feste della Madonna,degli Apostoli e dei santi e nella commemorazione dei fedeli defunti,la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo. Signore.Dunque, durante l'Anno Liturgico si esprime la pedagogia della Chiesa nostra madre che ci prende per mano e ci conduce a Cristo,facendoci entrare sempre più nel suo mistero.Ogni anno sl ricomincia:non per ripetere il cammino dell'anno precedente,ma per completare un ulteriore tratto di strada:la Chiesa ci dice:sempre più avanti. Alla luce dell'Anno liturgico,andrebbe programmata ogni attività pastorale,non vi sono due cammini paralleli,il cammino della Chiesa lungo l'Anno liturgico e il carnmino delle iniziative pastorali. Il cammino è unico ed è illuminato dall'Anno liturgico che dà consistenza e significato ad ogni iniziativa pastorale in quanto tutto nella Chiesa è orientato al Cristo che viene perché venuto e che verrà alla consumazione del tempo. Nella celebrazione eucaristica della Domenica, l'ars celebrandi è messa a dura prova.La vita della parrocchia ha il suo centro nel Giorno del Signore e l'Eucaristia è il cuore della Domenica.Dobbiamo custodire la domenica,e la domenica custodirà noi e le nostre parrocchie,orientandone il cammino e nutrendone la vita. La Domenica è la Pasqua settimanale della comunità parrocchiale.La sua vita spirituale, pastorale e missionaria è rilevante nella misura in cui per davvero l'Eucaristia della Domenica diventa luogo di confluenza di una settimana appena trascorsa e l'inizio di una nuova.Nell'Eucaristia domenicale portiamo le fatiche,le gioie e i peccati di una settimana per attingere dall'ascolto della Parola e dalla comunione al pane spezzato l'energia necessaria per vivere il mistero celebrato nella coerenza,nella testimonianza e nella evangelizzazione.In quest'ottica il dovere si sposa con il bisogno di partecipare all'Eucaristia domenicale:senza l'Eucaristia della domenica non possiamo vivere, dissero, i martiri di Abitene.Per questo la qualità della celebrazione domenicale deve essere alta,curata in ogni sua parte:equilibrio tra Parola e sacramento,cura dell'azione rituale,valorizzazione dei segni,legame tra liturgia e vita,esercizio dei ministeri,scelta dei canti. li rito già bello e sobrìo,non ha bisogno di variazioni o intromissioni indebite.la celebrazione ha un ritmo che non consente né fretta né lungaggini e chiede equilibrio tra parola,canto e silenzio . I segni e i gesti devono essere veri,dignitosi ed espressivi,perché si colga la profondità del mistero,non sostituiti da espedienti artificiosi,i segni parlano da soli e non necessitano di molte parole.La verbosità oscura il segno sino a renderlo de significante.La liturgia della Domenica allora deve essere insieme seria,semplìce e bella.I nostri fedeli devono poter dire con Pietro, Giacomo e Giovanni: "Signore è bello stare qui''~ Con la stessa cura il Parroco,e ogni sacerdote,celebra l'Eucaristia quotidiana,anche quando non vi fosse concorso di alcun fedele (Can904).ll parroco e ogni sacerdote, vive la celebrazione quotidiana della Messa come momento centrale della giornata e del ministero quotidiano,frutto di sincero desiderio e occasione di incontro profondo ed efficace con Cristo, facendo proprie le disposizioni del Maestro e, carne Lui,vivere. quale dono per i fratelli affidati alle nostre cure pastorali. La centralità dell'Eucaristia,poi, deve apparire non solo dalla degna e sentita celebrazione della Messa, ma anche dalla frequente adorazione del Sacramento fatta con il nostro popolo.La Istruzione della Congregazione per il Clero . "Il presbitero,pastore e guida della comunità pastorale" ai nn.11 e 21.dice. "Trattenersi in colloquio adorante e intimo davanti al buon pastore presente nel Santissimo. sacramento dell'altare,costituisce una priorità pastorale di gran lunga superiore a qualsiasi altra.li sacerdote guida di una comunità,deve attuare tale priorità per non inaridirsi interiormente e non trasformarsi in un canale secco,che non potrebbe più . . dare nulla a nessuno ... Un sacerdore genuflesso davanti al tabernacolo,in atteggiamento degno,in profondo raccoglimento,è un modello di edificazione,un ammonimento e un invito all'emulazione orante per il popolo". I criteri per una celebrazione semplice,seria e bella si applicano anche alla celebrazione degli altri sacramenti,specie quanto è stato detto in riferimento alla verità dei segni. Particolare attenzione esige la celebrazione dei Sacramenti della Iniziazione cristiana nella vegli pasquale,dopo l1 intenso cammino catecumenale,con le sue tappe,le tradiotiones e le redditiones.ln quella notteJa Chiesa Madre genera a vita nuova i figli che rinascono dal fonte battesimale. Il Battesimo dei bambini, momento delicato e gioioso della vita parrocchiale. Attenzione alle situazioni particolari e irregolari.Grande carità pastorale,accoglienza, ascolto e dialogo.Evitare di inserire gesti spettacolari e talvolta teatrali.li giorno della celebrazione è la Domenica che talvolta può essere inserita nella Messa. Prima partecipazione alla mensa eucaristica.Attenzione al numero dei fanciulli.Evitare la tentazione del partecipazionismo. Carità con le coppie separate,non costringere ad accompagnare alla mensa i fanciulii con genitori in difficoltà.Come pure è bene evitare di programmare fa celebrazione della prima Comunione al giovedì santo.li tempo liturgico proprio dei sacramenti è la Pasqua. La Cresima,che ogni parroco può celebrare a Pentecoste nella propria parrocchia.E' la Pentecoste parrocchiale,chiamata così dall'indimenticabile Cardinale Corrado Ursi.Attenzione al numero dei cresimandi, se il gruppo è numeroso è bene dividerlo tra la vigilia e il giorno di pentecoste.Un numero contenuto è più gestibile, e. la partecipazione non ne risente. Penitenza.Qui andrebbe fatto un discorso articolato.Sacramento che attraversa una profonda cnst,spesso trasformato in attività puramente psicologica o semplicemente formalistica.Attenzione al luogo, alla sede e alla veste liturgica. Il luogo di persé è la chiesa,la sede sono i confessionali .Stabilire giorni ed ora per ascoltare le· confessioni.Partcolare attenzione nei tempi forti dell'Anno liturgico,programmare celebrazioni penitenziali con la confessione dei peccati e l'assoluzione individuale .Per ragioni pastorali le confessioni si possono ascoltare anche durante la celebrazione della Messa (Redemptionis sacramentum, 76). Nei tempi di Avvento e Quaresima tutti i sacerdoti godono della facoltà di rimettere la censura.Un'altra attenzione è la confessione per gli ammalati al primo venerdì del mese o altro giorno.I ministri straordinari della Comunione hanno il compito di avvisare i parroci di questa necessità e dell'aggravarsi dell'ammalato. Unzione degli infermi e viatico.Anche questo sacramento subisce una grave crisi.E1 legato alla pastorale e alla cura degli infermi.La celebrazione comunitaria che solitamente si programma per 1'11 febbraio,ha bisogno di grande attenzione.li · sacramento non si può dare indistintamente a tutti i partecipanti al sacro rito.E1 il sacramento per gli infermi e di quanti vivono una situazione disabilitante fisica o anche psichica. Matrimonio.La seconda edizione del Rito è ricco nei testi,nella sequenza rituale e in particolare nelle Premesse,valorizzate ci danno i contenuti biblici-teologici- liturgici e pastorali . per il catecumenato al matrimonio.li rituale andrebbe studiato per scoprire tutte le potenzialità pastorali.Leggerlo non per sapere come dobbiamo fare I~ il rito del matrimonio,quanto scoprirne i perché.Non poche difficoltà si incontrano in riferimento all'addobbo,ai fotografi e cineoperatori,musica e canto. Parimenti impegnativa è guidare la preghiera del nostro popolo, le nostre comunità sono chiamate ad essere scuole di preghiere.La celebrazione di una parte della Liturgia delle Ore (Lodi.Vespri) introduce la nostra gente a pregare con la Chiesa,ad unire la sua voce a quella del Signore che incessantemente prega con noi,in noi e per noi il Padre.Pertanto, risuona nella preghiera delle Ore la preghiera di Cristo stesso con le parole dei Salmi,la preghiera che lo Spirito Santo ha ispirato.Educare le nostre comunità alla preghiera delle Ore,poi, è segno di maturità spirituale e di crescita pastorale,perchè dalla scuola di preghiera può partire una vera pastorale della santità. Rito delle esequie.Da conoscere la nuova edizione italiana del rito delle esequie in italiano.Più che nuova traduzione è un rito adattato alle esigenze pastorali e culturali dell'Italia.Anche qui bisognerebbe· studiarlo con grande attenzione.Ricco nei testi biblici,eucologici e nella sequenza rituale.In appendice il capitolo sulla cremazione,da leggere con grande attenzione è questa una delle grandi sfide che la cultura odierna lancia .alla pastorale.Purtroppo non se ne parla.Nel secondo semestre terrò un corso sul nuovo Rito delle .esequie e sulla cremazione. Lo spazio liturgico.Deve essere bello,funzionale,sobrio,pulito,luminoso,accogliente, caldo in inverno e fresco in estate per favorire la partecipazione. Attenzione all'altare,cuore dell'assemblea liturgica,all'ambone .mensa della parola,alla sede,àl fonte battesimale,non in area presbiterale,allo spazio per la penitenzieria e alla cappella del SS.Sacramento e per la celebrazione feriale. Attenzione al programma iconografico.Stanno ritornando in gran numero le statue dei santi anche quelle di cattivo gusto che avevamo conservato in deposito.Forse è l'effetto della cristi.Coraggio,basta un significativo ed artistico crocifisso, una tenera immagine della Madonna e del santo titolare o patrono della chiesa e della comunità. Per ristrutturare lo spazio liturgico necessitano le debite autorizzazioni degli uffici di curia e degli organismi civili.Di questo credo ve ne parlerà dettagliatamente Padre Parlato.Comunque non mi sembra corretto arrivare in parrocchia e la prima cosa da ·fare è smantellare quanto ha fatto il predecessore.Anche qui necessita carità, rispetto per il lavoro fatto, e attesa di tempi favorevoli dopo aver progettato un programma di revisione serio e globale e ottenuto le debite licenze. Il Benedizionale.Non sufficientemente conosciuto, eppure esso,come il Rito delle esequie,valorizza la ministerialità laicale, i laici possono guidare momenti celebrativi di grande significato. Il Direttorio per la pietà popolare.Realtà preziosissima, che fonde insieme fede ed emotività,realtà bibliche e sociali di un popolo e di una cultura.Ponte tra le devozioni e la celebrazione liturgica che orienta all'ascolto della Parola e alla celebrazione del mistero pasquale.La pietà popolare è da accogliere sempre, certo va purificata da elementi che contrastano con la fede,e quest'azione è evangelizzazione.Processioni, pellegrinaggi, novene, mese di maggio e di giugno, feste della Madonna e dei santi culto dei defunti e altro,sono momenti privilegiati per l'annunzio della Parola e per orientare al Signore la pietà del nostro popolo. Un ultima parola desidero spenderla per quanto riguarda l'osservanza delle norme liturgiche.Un aspetto del nostro ministero che merita particolare rilievo,esso manifesta l'amore fedele a una normativa che ha lo scopo di ordinare il culto in accordo con la volontà del sommo ed eterno sacerdote e del suo mistico corpo.Noi siamo servi del mistero e mai padroni.Servi dell'azione liturgica consapevoli che il mistero posto nelle nostre mani è dono per noi. e per il popolo,non solo nostro.Allora arbitrarietà, espressioni soggettivistiche, improwisazioni, creano disagio nel popolo , all'interno del presbiterio e con le comunità parrocchiali confinanti, con il rischio di creare anche difficoltà nei rapportLNon credo che risponda a verità quanto per scherzo vien detto:ogni comunità la sua liturgia.li Cardinale Arcivescovo nella presentazione alle Norme Pastorali su alcuni aspetti della celebrazione dei Sacramenti dice che: "La finalità del Direttorio è quella di favorire la comunione ecclesiale.Le norme, infatti, sono uno strumento di comunione, la quale non è un vago sentimento ma èrealtà organica e strutturata, che esige, perciò, anche una disciplina''.Per approfondire quanto mi sono permesso di presentarvi non necessitano molti libri o molti documenti, se solo si riprendesse tra le mani questo Direttorio saremmo certi della crescita della comunione nelle nostre comunità.Grazie.
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