ARS INVENIENDI Direttore Fabrizio L Università degli Studi di Napoli “Federico II” Comitato scientifico Louis B Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Giuseppe C Università degli Studi di Napoli “Federico II” Domenico C Università degli Studi di Napoli “Federico II” Antonello G Università degli Studi di Napoli “Federico II” Matthias K Martin Luther Universität Halle Wittenberg Edoardo M Università degli Studi di Napoli “Federico II” Rocco P Università degli Studi di Napoli “Federico II” José Manuel S F Universidad de Sevilla ARS INVENIENDI Questa collana dell’ex Dipartimento di Filosofia “Antonio Aliotta” (confluito nel Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”) nasce come “porta” aperta al dialogo interculturale con studiosi vicini e lontani dalla grande tradizione napoletana e italiana. Lo scopo è di offrire un nuovo luogo di confronto senza pregiudizi ma con una sola prerogativa, quella della serietà scientifica degli studi praticati e proposti sui più aggiornati itinerari della filosofia e della storiografia, della filologia e della letteratura nell’età della globalizzazione e in un’Università che cambia. Le pubblicazioni di questa collana sono preventivamente sottoposte alla procedura di valutazione nella forma di blind peer-review. Luca Petricone Aspetti e momenti della speculazione su Dio nella tradizione occidentale Appunti per una breve storia filosofica di un concetto Presentazione di Paolo Marolda Copyright © MMXIV ARACNE editrice int.le S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Quarto Negroni, Ariccia (RM) () ---- I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: novembre Ai miei genitori Luca Indice Presentazione di Paolo Marolda Premessa Introduzione Parte I Il pensiero antico Capitolo I L’immagine della trascendenza e della divinità nella tradizione filosofica dell’acropoli: Parmenide, Eraclito e Pitagora .. Caos e arché nella riflessione ionica, – .. Religione e “filosofia come dottrina” nella cultura dell’acropoli, . Capitolo II Socrate, Platone e Aristotele: verso una possibile immagine filosofica di un “Dio unitario” .. Dalla sofistica a Socrate e la maieutica. Orizzonti del divino nella ricerca del “Vero”, – .. Alètheia e ricerca del fondamento. I dialoghi di Platone, – .. Metafisica e teologia in Aristotele, . Capitolo III Dalle filosofie ellenistiche a Plotino: l’Uno, Dio e il fondamento .. Le filosofie in età alessandrina. Tra stoicismo ed epicureismo, – .. Il medio platonismo. Caratteri generali, – .. Una filosofia “oltre–divina”, . Indice Parte II La tradizione medievale Capitolo I Sant’Agostino: la Trinitas tra rivelazione e ricerca .. Una svolta epocale tra antichità e inizi del medioevo. Osservazioni generali, – .. Rivelazione e dis–velamento. La peculiarità della filosofia di Agostino, – .. La “Trinitas” e l’analogia Caritatis, . Capitolo II Philophia e “lectio Scripturae”: l’orizzonte della speculazione nel primo medioevo .. La città medievale e la cultura come “depositum Sapientiae”. Considerazioni preliminari, – .. Dalla philosophia monastica alla philosophia delle scholae, . Capitolo III Anselmo, Abelardo, Tommaso: le vie “razionali” della conoscenza di Dio .. Sant’Anselmo d’Aosta. Il platonismo e le basi della dimostrabilità teologica dell’esistenza di Dio, – .. Abelardo. L’introduzione della quaestio nel quadro della cultura teologica Scolastica, – .. S. Tommaso d’Aquino. La Summa Theologiae e le “cinque vie”, . Parte III Dio e “trascendenza” nella speculazione moderna e contemporanea Capitolo I Dalla filosofia della natura rinascimentale al panteismo di Giordano Bruno .. Retorica e logica. La cornice della cultura filosofica rinascimentale, – .. Una pluralità di motivi ispiratori. La filosofia di G. Bruno, . Capitolo II Baruch Spinoza: la divinità e le geometrie del cosmo .. Le concezioni della natura nella prospettiva razionalistica, – .. Il “panteismo” di Spinoza. I due livelli del reale: sub specie aeternitatis, sub Indice specie societatis, . Capitolo III Cartesio: il cogito e gli sviluppi della prova ontologica della dimostrazione dell’esistenza di Dio .. Razionalismo, empirismo, meccanicismo. Cartesio e gli orizzonti del pensiero moderno, – .. La metafisica della res cogitans e l’immagine razionalistica di Dio, . Capitolo IV L’illuminismo kantiano o della indimostrabilità dell’esistenza di Dio .. Le coordinate intellettuali del criticismo kantiano: razionalismo ed empirismo, – .. “Dio” come oggetto di una ragione fallace. La critica delle prove dell’esistenza di Dio a opera di Immanuel Kant, . Capitolo V Il divino nell’orizzonte dello Sturm und Drang e dell’Idealismo tedesco .. Lo spirito romantico. Il ridimensionamento dell’immagine illuministica della ragione, – .. Il divino, l’io e il “non–io”. La prospettiva filosofica di Johann Fichte, – .. Filosofia e scienza dell’“Assoluto”. Il “razionalismo” hegeliano, . Capitolo VI Morte di Dio e critica della religione borghese: la speculazione di Nietzsche .. La critica al logocentrismo nell’opera giovanile di Nietzsche, – .. La morte di Dio nella “morte” del pensiero. La filosofia dell’“oltre–uomo” , . Capitolo VII Dio e il divino in alcune filosofie del Novecento. Alcuni cenni .. L’intuizionismo di H. Bergson, – .. L’indicibile nella speculazione del primo e del secondo Wittgenstein, – .. L’ermeneutica di M. Heidegger. Il carattere “rivelato” del linguaggio, . Riferimenti bibliografici Presentazione di P M Mi è cosa grata presentare questo lavoro di Luca Petricone, studioso attivo già da diverso tempo nell’ambito della storia del pensiero, dapprima muovendosi entro l’orizzonte della cultura filosofica novecentesca — con la pubblicazione di saggi di notevole valore su G. Santayana e il naturalismo americano, sull’incrocio tra sociologia, storicismo e filosofia dei valori tra Otto e Novecento — e successivamente allargando il campo della sua attenzione sino a investire alcuni degli autori e dei momenti più autenticamente fondativi della tradizione speculativa occidentale. In questo rinnovato quadro di interessi teorico–storici, non c’è dubbio che i temi della spiritualità, della trascendenza e del divino siano venuti assumendo nella ricerca di Petricone — come testimonia, ad esempio, il suo recente scritto su aspetti rilevanti del pensiero agostiniano — una posizione sempre più centrale e aggregante: e tuttavia, va subito sottolineato che nel lavoro dello studioso l’approccio a questi motivi di straordinaria importanza non presenta mai, per così dire, una fisionomia esclusivamente specifica e “settoriale” — vale a dire: come se si trattasse di descrivere e argomentare lo sviluppo della problematica teologica rimanendo entro una cornice dommatica e dottrinaria rigidamente autonoma, chiusa in un itinerario a se stante; al contrario, tale sviluppo risulta sempre pienamente inserito nell’incrocio dei rapporti che storicamente contrae con tutte le svariate dimensioni e aspetti culturali del vivere individuale e civile. Ed è proprio questo, a nostro avviso, il pregio maggiore di questi Aspetti e momenti della speculazione su Dio: anche in questo caso infatti, la finalità prevalentemente didattica del volume e dunque la necessità di operare una sintesi radicale e di adottare una linea espositiva scarna ed essenziale non tradiscono i presupposti metodologici dell’autore, ma anzi per più di un verso li rafforzano e li pongono Presentazione in primo piano come chiave interpretativa privilegiata. Circostanza che è chiaramente visibile già nell’esordio e nei primi tre capitoli, dedicati alla speculazione antica, col tentativo assai ben riuscito di presentare la genesi e il primo articolarsi della riflessione sul divino e sulla trascendenza non come ‘allontanamento’ o evasione dalla realtà quotidiana, bensì come ineludibile ricerca di un principio unificatore della molteplicità, varietà e precarietà dell’esperienza, come drammatica tensione verso un ancoraggio che offra speranza di stabilità ed equilibrio all’esistenza sotto tutti i suoi profili: quelli civili e sociali non meno che quelli spirituali. Questo filo conduttore è poi coerentemente seguito attraverso lo snodarsi delle epoche e delle personalità che meglio le rappresentano, passando dai momenti più significativi della tradizione storico–culturale giudaico–cristiano–islamica, tra Medioevo e Rinascimento, sino a toccare autori e correnti di particolare rilievo nella riflessione filosofico–religiosa moderna e contemporanea: Bruno, Spinoza, Cartesio, Kant e l’Idealismo tedesco, Nietzsche. Nel lasciare il volume all’incontro coi suoi lettori, non mi resta che augurare che Petricone, partendo dalla solida base rappresentata da questo lavoro, possa ampliare e approfondire la sua ricerca, offrendoci nuovi stimoli e spunti di riflessione intorno a un tema che da sempre occupa un posto centrale nella vicenda culturale umana. Roma, ottobre Paolo M Università di Roma Tre Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo Premessa Il titolo del presente libercolo dà l’immagine della elevata ampiezza del tema oggetto di disamina, ma esprime anche la necessità che esso venga semplificato e circoscritto adeguatamente, al fine di scongiurare il rischio di presentare un lavoro pretenzioso e infecondo sul piano didattico–espositivo. Non è difatti possibile sic et simpliciter trattare il “tema dell’intera storia della riflessione filosofica intorno al divino” in poche pagine, senza incorrere nel rischio di operare semplificazioni arbitrarie e banalizzando ciò che invece meriterebbe congruo approfondimento. Di qui la scelta della locuzione “Aspetti e momenti”, ossia ciò che forse meglio esprime l’intento del presente lavoro: focalizzare alcuni tratti salienti della riflessione occidentale su Dio a partire da quelli che chi scrive ritiene — scelta di certo discutibilissima! — essere gli spunti e i contributi più significativi su questo tema. Il presente lavoro dunque non garantisce — né, di certo, ambisce a garantire — l’esaustività, tuttavia, senza prescindere dall’orizzonte storico (concepito non solo come mera successione di “eventi culturali” sistemati cronologicamente, ma soprattutto come “sfondo di senso” di quelle che non possono inquadrarsi come esperienze intellettuali concepite in vacuo), intende fornire un ragguaglio quantomeno lucido della speculazione intorno al divino, speculazione che nel corso dei secoli è venuta sviluppandosi in Occidente. Alcune osservazioni merita il sottotitolo: l’espressione “Appunti” indica proprio il carattere non sistematico e, in un certo senso, rapsodico del nostro itinerario; ciò non va tuttavia confuso con “insensato” o improvvisato; la scelta di alcuni autori e indirizzi, in luogo di altri (magari degni di maggiore considerazione in forza del blasone o di considerazione pari a quella degli autori per i quali abbiamo optato), e l’assenza, almeno in apparenza, di un disegno unitario predeterminato, trova una sua giustificazione nel fatto che l’obiettivo che qui si intende . Oltretutto occorre osservare che non sempre “blasone” corrisponde a “reale importanza” (ammesso che vi sia un criterio oggettivo per qualificarla!). Premessa perseguire consiste non già nel confortare uno stile espositivo, piuttosto consolidato in seno alla “tradizione manualistica”, teso a passar in rassegna tutti gli autori possibili e tutte le tradizioni di pensiero immaginabili — pena l’incompletezza e la scarsità dei dati —, bensì quello di creare le coordinate — ed è qui che risiede il senso di gran parte del sottotitolo — “per una breve (e — si dovrebbe aggiungere — perfettibile) storia di un concetto”, ove questo assume la sua principale importanza perché suggerisce — e, entro certi limiti, prescrive — cosa trattare di quel dato filosofo, o di quel dato indirizzo, e in che modo . Un ultimo rilievo sull’uso del termine “concetto” con riferimento a Dio. Sì, concetto, perché, quasi a dispetto della specificità, e talora polisemicità, dei vari contesti culturali da cui origina, il termine “Dio” (e il termine “divinità”) esprime il senso di una “semplificazione”, dettato verosimilmente dall’esigenza umana di far fronte al problema del caos e del molteplice . Il punto di vista qui privilegiato, dunque, non è tanto quello degli autori o delle tradizioni intellettuali oggetto di disamina, ma del concetto di “Dio e lato sensu del divino”. In altre parole, il contenuto di quest’ultima locuzione sarà la lente attraverso cui verrà operata l’analisi degli autori e degli indirizzi filosofici ivi presentati. . Solo per brevità, e anche al fine di render più fluido il sottotitolo, s’è deciso di introdurre accanto a “storia” l’attributo “filosofica”; invero il sottotitolo dovrebbe essere “storia di un concetto nella filosofia occidentale”. . Dopotutto “concetto” deriva da concipere, che si compone di cum e capere: rispettivamente, “con” e “prendere”, quali termini indicanti proprio l’atto di “accoglienza” della novitas rinvenibile in un elemento che, nel mare magnum dell’esperienza materiale e spirituale, rappresenta uno snodo significativo e decisivo nel percorso umano della comprensione del reale e della edificazione della sapienza. In tal caso, tale elemento è proprio “Dio”. Introduzione L’espressione “Dio” evoca, solitamente, sia la tradizione giudaico–cristiana sia quella islamica. Dopotutto essa trova suo debito diritto di cittadinanza proprio nel quadro di queste che sono, a un tempo, tradizioni culturali e religioni rivelate. Ciò è, almeno in parte, confortato dalla radice di questo termine: Deus trova un suo significativo punto di contatto, se non un diretto collegamento, con l’espressione indiana antica devas, espressione che designa “luce”; non a caso, Deus è, anche nel contesto biblico, identificato spesso con la “luce suprema”, trovando dunque piena consonanza con l’immagine di “Assoluto” presente nel tetragramma ebraico YHWH. Non diversamente Allah esprime questa idea di assolutezza, incommensurabilità e distanza incolmabile rispetto all’uomo. L’immagine della “assoluta trascendenza”, dunque — locuzione che, nel presente itinerario, verrà sovente evocata —, costituisce il quid, si potrebbe dire, della nozione di Dio consegnataci da quella tradizione che si inscrive nel continuum storico–culturale giudaico–cristiano–islamico . Simile estrazione culturale non deve tuttavia indurci a pensare che la nozione di “Dio” sia un dato esclusivo di tali religioni. Come è noto, anche negli antichi culti di estrazione “indo–iranica”, ad esempio, vi è la tendenza ad approdare alla elaborazione di un’unica divinità quale principio cardine, creatore e ordinatore del mondo, ovvero un unico principio del bene . Certo è che buona parte della “tradizione semitica” — volendo adoperare un’espressione generica e approssi. Come è noto, vi sono di certo significative differenze tra Ebraismo, Cristianesimo e Islam; ciò che tuttavia qui è opportuno sottolineare è il carattere di unicità, immensità e, talora, di ineffabilità di Dio; tratto che accomuna tali religioni rivelate. . Si allude al Mazdaismo (o Zoroastrismo); religione che contempla, di contro al politeismo persiano anteriore a Zarathustra (il fondatore di tale religione), la presenza di un unico principio del bene, ovvero Mazd¯a (cfr. H. G, Die nichtchristlichen Religionen, Fischer Bücherei KG., Frankfurt am Main und Hamburg, , trad. it., Le religioni non cristiane, Feltrinelli, Milano, , p. ). Introduzione mativa — incoraggia tale visione di una unica divinità quale punto iniziale, incondizionato, da cui tutto è scaturito, ma è anche vero che laddove vi sono religioni che contemplano pluralità di essenze divine, vi è comunque la tendenza a ricondurre ogni possibile pantheon, semplice o articolato che sia, nell’orbita di un unico principio ordinatore o sotto lo sguardo di una divinità suprema e sovra–ordinata . Non diversamente, anche nelle culture religiose dell’antichità — perlopiù di estrazione pagana — si assiste a questa forte e significativa tendenza a ricondurre la pluralità, il molteplice e il “differenziato”, presente nella natura esperita, a un punto cardine irrinunciabile, che arriva a essere, per così dire, il prius all’interno di una cornice politeistica ampia e composita: donde una divinità principale, la quale, il più delle volte, nel quadro di una teogonia, assume un ruolo di elevato rilievo. Tutto ciò suggerisce l’idea che, indipendentemente dall’impostazione di quella o di quell’altra religione, indipendentemente dall’epoca, e sua dalla matrice sociale, culturale ed economica , vi è, da parte dell’uomo, la tendenza ad approdare a un sistema di simboli e, soprattutto, a una rappresentazione del divino (o, potremmo anche dire più genericamente, del “trascendente”) tesa a semplificare e a ordinare “il reale” , e non già a configurare scenari di scompaginamento di . Tale fenomenologia trova la sua più illustre esemplificazione nell’Induismo: al di sopra delle divinità Brahm¯a, Vishnu e Shiva troviamo Brahaman, ovvero l’essenza divina assoluta (sui tratti peculiari di questa religione, cfr. H. G, op. cit., pp. –, R. G, Etudes sur l’hindouisme, Villain et Belhomme–Editions Traditionnelles, Paris, , trad. it., Studi sull’Induismo, Basaia, Roma, . passim e I., Introduction générale á l’étude des doctrines hinduoes, Nouvelle Librairie Nationale, Paris, (ed. successive Rivière, Paris, , Véga, Paris,), trad. it., Introduzione generale allo studio delle dottrine indú, Adelphi, Milano, , passim). . Gli illustri contributi di Max Weber rinvenibili nella monumentale opera Gesammelte Aufsätze zur Religionssozionolgie, voll., J.C.B. Mohr, Tübingen, (trad. it. a cura di P. Rossi, Sociologia della religione, Comunità, Milano, , passim), ancorché mettere in evidenza il nesso tra queste componenti della vita umana, attestano un principio che l’autore, seppur implicitamente, tende ad avvalorare a più riprese nei suoi studi: la religione è il vero elemento distintivo di una cultura umana. . Solo una visione realistico–ingenua (o positivistica) potrebbe dar credito a un’immagine della realtà che corrisponde esattamente a “ciò che cade sotto i sensi”; di qui l’uso delle virgolette, le quali hanno il compito, per così dire, di “sospendere” il senso di una espressione — realtà, appunto — che può essere invece debitamente intesa soprattutto nel suo significato, a un tempo, culturale e materiale: in altre parole, parlo di quella realtà nel quadro di quello specifico orizzonte di esperienza e non genericamente “della realtà”. Su questo corpus di problematiche che afferiscono alla teoria della conoscenza, all’onto- Introduzione un possibile ordine, pena la caduta nel cangiante, nell’imponderabile, finanche nel non senso. Questa tendenza alla semplificazione a partire dal molteplice, questa attitudine umana a operare una reductio a unum, è altresì attestata dalla presenza, in quasi tutte le religioni — secondo modalità diverse, pur partendo da principi differenti e impostazioni diverse —, di una “teodicea” , ossia di un impianto giustificatorio della presenza del male e del dolore nell’esistenza umana. Si accennava al paganesimo dell’antichità; ebbene, anche nell’antica Grecia (che di certo in questa sede assume — come vedremo — un ruolo di rilievo), nonostante la presenza di un pantheon piuttosto nutrito , quantunque dello sviluppo di cosmogonie e di teogonie piuttosto articolate , allorché la filosofia diviene un “prodotto culturale” maturo — e dunque vi è la tendenza a interrogarsi piuttosto che a fornire risposte —, si assiste alla tendenza a pervenire alla elaborazione di un’unica divinità “astratta” — dunque né antropomorfa né zoomorfa — come punto di riferimento in una speculazione che mira a indagare intorno al senso e alla struttura dell’esistenza. È a partire da questa idea guida che il nostro itinerario, articolato logia e all’estetica, letto in chiave antropologico–naturalistica (le quali meriterebbero un approfondimento non contemplabile nel disegno e nell’economia del nostro lavoro), vi è una bibliografia a dir poco sterminata; basti qui citare i seguenti contributi: Y. E, A Programmatic Attempt at an Antropology of Knowledge, Riedel Publishing Company, Jerusalem, , trad. it., Antropologia della conoscenza, Laterza, Bari–Roma, , A. D, The Way beyond Art, Wittemborn, Schulz, inc., New York, , trad. it., Il superamento dell’arte, Adelphi, Milano, e P. M, Il sensibile e l’astratto, La Goliardica, Roma, . . Anche su questo punto si rinvia all’illustre contributo di M W, Zwischenbetrachtung. Theorie der Stufen und Richtungen religiöser Weltablehnung in I., Gesammelte Aufsätze zur Religionssozionolgie, cit., trad. it., Considerazioni intermedie. Il destino dell’occidente, a cura di A. Ferrara, Armando, Roma, , passim. . Quasi alla stregua di culti pressoché omologhi presenti anche nel vicino Oriente antico: i Fenici, la cultura assiro–babilonese (la cui mitologia, non di rado segue lo stesso cammino e risponde alla stessa mentalità della mitologia greca: si consideri, ad esempio, tutta la produzione letteraria di impianto mitico, ivi incluso il poema di Gilgamesh), i Cananei, ecc. . Termini che designano, rispettivamente, “generazione del cosmo” e “generazione degli dei”. . Ciò trova, naturalmente, la sua mirabile esemplificazione nell’Iliade e nell’Odissea — «la cui redazione viene posta nel periodo dall’VIII al VI secolo a.C.» (H. G, op. cit., p. ) — e nelle composizioni di Esiodo ( a.C. circa); in particolare è proprio quest’ultimo a compiere «un tentativo di introdurre un certo ordine, collegando fra loro tutti gli dei, i miti e i culti, sino allora essenzialmente slegati» (ibidem). Introduzione storicamente, avrà come oggetto i temi che seguono: per quel che attiene al pensiero antico, dopo un breve excursus sulla speculazione ionica, verrà esaminato il tema dedicato a L’immagine della trascendenza e della divinità nella tradizione filosofica dell’acropoli. Parmenide, Eraclito e Pitagora, per poi passare alla trattazione delle filosofie più “illustri”, rappresentate da Socrate, Platone e Aristotele. Verso una possibile immagine filosofica di un “Dio unitario”; chiude questa parte un capitolo dedicato al tema Dalle filosofie ellenistiche a Plotino. L’Uno, Dio e il fondamento. Per quanto concerne il pensiero medievale, discreto spazio verrà dato a Sant’Agostino. La Trinitas tra rivelazione e ricerca; un altro capitolo verrà dedicato ai caratteri peculiari della riflessione filosofica medievale in generale, soprattutto con riferimento al passaggio dalla cultura monastica a quella scolastica: Philosophia, lectio Scripturae e quaestio. Orizzonti della speculazione nel primo medioevo; chiuderà questa parte il capitolo dedicato ad alcuni contributi filosofici sviluppatisi nel pieno dell’età scolastica: Anselmo, Abelardo, Tommaso. Le vie “razionali” della conoscenza di Dio. Segue la trattazione delle filosofie moderne e contemporanee: trattasi certamente della parte più cospicua e eterogenea del presente lavoro, poiché consiste perlopiù nell’esposizione del pensiero di autori talora lontani, non solo sul piano temporale ma anche, se non soprattutto, dal punto di vista dell’impostazione culturale, ancorché dello status quaestionis presente nelle rispettive speculazioni. Il primo capitolo sarà dedicato a Giordano Bruno. Elementi della “filosofia della natura” e di una prospettiva panteistica; quasi in linea di continuità con questo capitolo vi è quello dedicato a Baruch Spinoza. La divinità e le geometrie del cosmo; segue un capitolo dedicato a Cartesio, il “cogito” e gli sviluppi della prova ontologica della dimostrazione dell’esistenza di Dio; per poi trattare, nel capitolo successivo, L’illuminismo kantiano o della indimostrabilità dell’esistenza di Dio; un altro capitolo sarà dedicato a Il divino nell’orizzonte dello Sturm und Drang e dell’Idealismo tedesco. Chiude il nostro percorso la trattazione di due temi che afferiscono alla filosofia contemporanea: Morte di Dio e critica della religione borghese. La speculazione di Nietzsche e Dio e il divino in alcune filosofie del Novecento.
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