verbale seminario

[Regional Seminar]
[FEM, San Michele all’Adige]
MINUTE | [23.01.2014]
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MINUTE OF THE SEMINAR
Date: 23 gennaio 2014
Place: FEM - Palazzo della ricerca e della conoscenza (San Michele all’Adige)
Topic: Biomasse - biogas - biometano: una filiera vincente verso il 2020.
Moderatore: Lorenzo Andreotti, L’Informatore Agrario
Ospiti: Mauro Gilmozzi (Assessore Provinciale Lavori Pubblici, Ambiente, Trasporti, Energia), Michele Dallapiccola
(Assessore provinciale all'agricoltura, foreste, turismo e promozione, caccia e pesca)
Speakers
Organisation
Information
S. Silvestri (SS)
FEM
S. Proietti (SP)
ISIS
A. Ventura (AV)
BIOENERGIA TRENTINO
D. Mainero (DM)
ACEA
W. Giacetti (WG)
ETRA
L. Maggioni (LM)
CIB
C. Fabbri (CF)
CRPA
M. Zandonai (MZ)
SYNECO
R. Cicilloni (RC)
CRF
P. Vettori (PV)
ASSOGASMETANO
I. De Biasi (ID)
AUTOBRENNERO
G. Giacomelli (GG)
TRENTINO TRASPORTI
Responsible for minutes:
Luca Tomasi (LT),
Silvia Silvestri (SS)
Issue / Action / Responsible / Date
Ore 10:00 - inizio dell’incontro e saluti del Presidente FEM Salamini
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Il Presidente FEM saluta e ringrazia i presenti e introduce i lavori accennando alle svariate tematiche e
problematiche affrontate dalla Fondazione, di notevole attualità ed affinità con gli argomenti trattati dal
seminario.
Ore 10:10 – intervento dell’Assessore Gilmozzi
o
Dopo aver ringraziato dell’invito a presenziare all’evento, l’Assessore conferma come la PAT si occupi di
tematiche ambientali attraverso vari strumenti, di cui uno è il Piano Energetico Provinciale, in accordo con
le direttive UE in materia energetica; l’obiettivo è la produzione di energie per il 35% da fonti rinnovabili,
ma le previsioni per il Trentino si attestano nel range del 36-44%. Il Piano prevede anche una politica di
contenimento dei consumi, mentre l’impegno verso le FER riguarda non solo il comparto idroelettrico, ma
anche le biomasse (forestali e agricole) ed i rifiuti.
L’Assessore cita quindi le ambizioni che la PAT si prefigge di concretizzare: irrobustire i rapporti col CNR,
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valorizzare le filiere locali e collaborare con strutture come IVALSA, ricordando che in Trentino sono
presenti enti d’eccellenza nel settore delle biomasse, patrimonio, questo, che conferisce prestigio alla
Provincia. Attenzione va prestata al comparto agricolo per la produzione delle biomasse: grazie alla FEM,
ad esempio, si sono definite le modalità di recupero della biomassa rispetto a parametri di sostenibilità. La
Provincia, inoltre, è favorevole al recupero di biomasse per produrre sia energia sia calore e le aziende
agricole possono rappresentare un punto di partenza importante in tal senso.
La particolare attenzione alla questione energetica, sottolinea Gilmozzi, trova ulteriore riscontro anche
nella realizzazione del primo impianto a biogas del Trentino alimentato a rifiuti (c/o Cadino).
Successivamente, l’Assessore aggiunge alcune considerazioni: si auspica che le realtà del territorio
montano che vivono di sostenibilità forniscano un contributo concreto, anche perchè finora il “problema
energia” è stato considerato più come un’opportunità industriale che una problematica territoriale.
Gilmozzi conclude il suo intervento ribadendo l’importanza del concetto di sostenibilità come equilibrio
tra sfruttamento del territorio e salvaguardia delle risorse.
Ore10 :20 – intervento di SP
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SP illustra il progetto BIOMASTER, evidenziandone i soggetti coinvolti, gli obiettivi attesi e le aspettative
generate, soffermandosi anche sui principi alla base dei tre anni di attività previsti e sulle sfide da
affrontare. Accenna anche ad alcuni strumenti normativi promulgati dall’UE, ai risultati fino ad ora
ottenuti dai partner di progetto ed all’importanza di alimentare ed accrescere di continuo la rete di
stakeholders.
Ore 10:40 – intervento di SS
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Approfondisce il ruolo del Trentino come sito applicativo del Progetto BIOMASTER, ricordando gli obiettivi
specifici per i partner italiani (e per FEM in particolare) e le attività sino ad ora svolte. Viene richiamato il
panorama normativo locale nei settori biomasse/biogas/trasporti/energia ed anche il lavoro di
quantificazione delle biomasse potenziali presenti in Trentino, recentemente effettuato da FEM, sfociato
nell’esercizio di indviduare alcuni scenari di possibile sfruttamento delle stesse, compatibilmente con la
tipicità del territorio provinciale. Conclude sottolineando l’importanza dell astretta collaborazione tra tutti
gli attori coinvolti per costruire la filiera biogas-biometano in Trentino.
Ore 11 :00 / 11:40 – Pausa caffè
Ore 11:40 – intervento di AV
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AV interviene con un’interessante descrizione dell’impianto di digestione anaerobica da FORSU attivo
ormai da un anno presso Cadino (TN). Oltre che illustrare le principali caratteristiche e metodi di
conduzione dell’impianto, si sofferma sull’opportunità di effettuare in tempi brevi adeguate valutazioni
sulle eventuali integrazioni che l’impianto sarebbe in grado di accogliere per incrementarne l’efficienza,
non ultima l’ipotesi di deviare parte del biogas generato ad una sezione di upgrading per la produzione di
biometano, con cui alimentare eventuali flotte di automezzi.
Ore 12 :00 – intervento di DM
o
DM, dopo aver accennato alla realtà dell’azienda ACEA, descrive il polo ecologico integrato di Pinerolo,
dove lo sfruttamento dei rifiuti attraverso la produzione di biogas consente la produzione di energia
elettrica e, grazie ad un’efficace pianificazione locale, lo sfruttamento del cascame termico generato. Parte
dell’intervento viene riservata all’ipotesi di produzione di biometano, analizzando il contesto, con le
relative opportunità in termini di parco mezzi potenziale da alimentare, ma anche le inevitabili criticità. In
ultimo vengono illustrati due progetti applicativi nei quali ACEA risulta coinvolta, in particolare uno di essi
prevede la realizzazione di una linea di upgrading di piccola parte del biogas prodotto, destinato ad
alimentare la flotta aziendale.
Ore 12 :20 – intervento di WG
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WG introduce l’intervento descrivendo la realtà di ETRA. Si concentra quindi sulle attività legate alla DA, in
particolare su R&D effettuati in tale settore. Gli ultimi accenni sono riservati alle attività future, che
vedranno la realizzazione di un nuovo impianto di DA, per il quale è prevista cogenerazione e produzione
di biometano, nonché rimozione dell’azoto. Informa, infine, come ETRA abbia effettuato valutazioni in
merito alla sostenibilità economica ed ambientale di un’ipotetica produzione di biometano da FORSU per
l’alimentazione di automezzi impiegati nella RD. A tal fine è stato sviluppato un modello di calcolo che ha
prodotto interessanti risultati, una volta applicato alle varie realtà regionali. Le conclusioni evidenziano
come la soluzione del biometano potrebbe portare a ottimi risultati soprattutto nei territori dove la
raccolta differenziata risulta già ad un avanzato livello di applicazione.
Ore 12 :40 – discussione
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SP prende la parola, evidenziando come emerga, dagli interventi precedenti, l’alta efficienza della RD in
talune regioni del nord Italia. Azzarda l’ipotesi che un tale risultato sia raggiungibile solo a valle di un lungo
percorso di “educazione” della popolazione. Invita i presenti a farsi promotori di una campagna di
disseminazione di buone pratiche, al fine di diffonderle anche in realtà territoriali dove il dibattito si limita
a decidere se aprire una nuova discarica o prevedere un inceneritore.
LA (moderatore) aggiunge che anche nel Veronese è tutt’ora vivo il dibattito sulla soluzione “inceneritore”
(es: sito Ca’ del Bue), malgrado si tratti di una provincia del “virtuoso” nord.
Luca Fiori (ricercatore UNITN) chiede se esiste un mercato affermato per il compost ottenuto dagli impianti
illustrati. Chiede inoltre quale sia la destinazione dei fanghi, visto che né a Pinerolo né a Cadino vengono
accettati.
DM risponde che esiste un marchio per il compost di qualità ed il CIC (Consorzio Italiano Compostatori)
che lo gestisce si occupa anche della promozione. Alcune realtà impiantistiche collocano il prodotto anche
senza aver aderito al Consorzio. Precisa che l’Italia è pioniera a livello europeo in termini di filiera del
compost. A Pinerolo viene venduto a 12 euro/ton per utilizzi a pieno campo, in sacchetti o destinato al
mercato dei terricciatori. Per quanto riguarda il digestato, esso è interamente destinato a compostaggio e
fino al 2013 l’impianto accettava anche i fanghi. Solo recentemente i fanghi non vengono più compostati a
Pinerolo, ma si tratta esclusivamente di una scelta aziendale. Per compostare i fanghi sono necessarie le
analisi dei PCB ed altri accorgimenti dettati dalla recente normativa.
LA chiede come sia organizzata la distribuzione del compost
DM precisa che è necessario instaurare fiducia da parte del mondo agricolo, dimostrando la qualità del
prodotto. Fatto ciò, la filiera commerciale è in grado di andare avanti da sola senza difficoltà o particolari
sforzi.
Giacomo Carlino (PAT) chiede se sia stato fatto un bilancio energetico per la soluzione del biometano. SP,
nel ricordare che il progetto BIOMASTER produrrà molta documentazione tecnica da cui ricavare molte
risposte a dubbi e quesiti, specifica che le valutazioni variano troppo da contesto a contesto per poter
elaborare valutazioni energetiche universalmente applicabili.
Un uditore chiede se la carta, accettata in un ciclo di compostaggio, possa creare problemi al processo. WG
assicura che la carta non rappresenta un problema né in compostaggio, né in DA.
Un agricoltore locale interviene portando la propria testimonianza: è stato il primo ad aver utilizzato sui
propri campi il compost di Cadino. Chiede se all’estero vi siano esperienze in questo campo, che possano
fornire precedenti dai quali trarre esperienza. WG risponde che anche rimanendo in Italia si possono
trovare parecchi esempi di eccellenza nella filiera della RD/DA/compostaggio.
Interviene il notaio Magnani, sostenendo come il Decreto incentivi contenga svariate inesattezze (es:
passaggio in cui vengono richiamate le “biomasse e/o rifiuti”) che rendono difficile la previsione in merito
all’effettivo incentivo ottenibile in talune situazioni. Chiede inoltre il perché, per il calcolo dell’incentivo, ci
si debba rapportare proprio alle tariffe dell’anno 2012.
LM conferma come il Decreto sia stato elaborato in un linguaggio “burocratese” difficilmente
comprensibile in alcuni passaggi. Si riserva, tuttavia, di approfondire meglio proprio i passaggi più astrusi
nelle prossime settimane e si rende disponibile per rispondere in separata sede a richieste di chiarimento
di questo tipo. Ritiene che in futuro il Ministero sarà obbligato ad emettere circolari esplicative che
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chiariscano alcuni passaggi del decreto. Per quanto riguarda la scelta dell’anno 2012, se il timore è la
possibilità che un aumento dei prezzi possa portare a un calo dell’incentivo, va ricordato che proprio
l’aumento dei prezzi (applicabile quindi anche al biometano commercializzato) dovrebbe eventualmente
compensare il calo dell’incentivo. Magnani conclude sostenendo che, comunque, è consigliabile prestare
attenzione a questi fattori, perché è da ritenere che una tale architettura possa celare determinati disegni
da parte dei decisori (a scapito degli investitori).
Un partecipante interviene sostenendo che gli incentivi del Decreto sono troppo bassi per indurre ad
abbandonare la cogenerazione. Vi è il rischio che scelgano il biometano solo quegli impianti a cavallo del
MWel, che dispongono di un surplus di biogas da valorizzare. Inoltre, riguardo alla soluzione dell’iniezione
in rete, SNAM potrebbe boicottarne la diffusione. LM conferma tali valutazioni e potenziali problematiche,
anche se, dalle simulazioni già effettuate dal CIB, non emerge una situazione così pessimistica.
Il prof. Navarotto interviene in merito ai dubbi interpretativi, che potrebbero generarsi nei casi di impianti
a biogas che già usufruiscono di incentivi per la cogenerazione, magari dilazionati di 5 anni come previsto
dalla normativa. La discussione, pertanto, si incentra per qualche minuto su possibili scenari interpretativi,
che però dovranno essere confermati da specifiche valutazioni ed interpretazioni da effettuarsi in separata
sede.
Ore 13 :00 / 13:30 – Pausa pranzo
Ore 13 :35 – intervento dell’Assessore Dallapiccola
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L’Assessore ringrazia per l’invito all’evento e dichiara che la provincia di Trento è, in effetti, un possibile
partner per l’attività della FEM. Incontri come il seminario in corso sono motiplicatori di “cultura”, in un
panorama ricco spesso di pregiudizi e strumentalizzazioni. Gli impianti di DA alimentati da sostanze di varia
origine sono stati spesso oggetto di maldicenze.
La politica dovrebbe indagare i confini tra sostenibilità e insostenibilità e, come conferma l’Assessore, la
PAT questi confini li ha individuati. La tecnologia è in veloce e continua evoluzione e parlarne è molto
importante, anche se, a volte, discutere troppo può portare a concretizzare troppo poco.
Ribadisce come per talune valutazioni sia necessario affidarsi ai tecnici, proprio per evitare le sterili
discussioni, nell’ottica di una convivenza felice tra aziende agricole e cittadini. Dallapiccola ribadisce che
proprio gli impianti devono servire come strumento di convivenza, visto che l’obiettivo è ricavare energia
da materiali già esistenti.
Vengono portati i saluti e ringraziamenti del Presidente Rossi per l’operato della FEM in tema di tutela dei
cittadini e degli interessi di tutti gli attori in in gioco.
Ore 13 :45 – intervento di LM
o
LM, con il proprio intervento, cerca di illustrare i contenuti del nuovo Decreto per gli incentivi al
biometano, impresa piuttosto ardua, vista la complessità che contraddistingue tale strumento normativo.
Non si esime anche da qualche critica per come è stato redatto il testo in esame, giudicato eccessivamente
“contorto” (e non si esclude l’intenzionalità). Gli ultimi minuti vengono, infine, dedicati ad illustrare i
possibili scendari di applicazione del decreto, visto l’ampio parco di auto circolanti già dotate di impianto a
metano e l’ampia potenzialità di biogas in Italia, con un occhio di riguardo per il settore agricolo.
Ore 14 :20 – intervento di CF
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L’esposizione di CF è in perfetta sintonia con le valutazioni precedentemente esposte da LM, in quanto
risulta incentrata proprio sulle potenzialità offerte dal settore biogas/biometano in Italia. Viene fornita
un’esaustiva serie di dati che suffragano l’auspicio di un celere incremento nel settore in oggetto, sia per
quanto riguarda il comparto agricolo, sia in relazione alle potenzialità offerte dai rifiuti (FORSU).
Ore 14 :50 – intervento di MZ
o MZ illustra un’interessante disamina del contesto regionale per quanto riguarda il settore del biogas,
approfondendo però le differenze che hanno portato ad una notevole proliferazione di molti più impianti
in A.A. rispetto al Trentino, soprattutto dal punto di vista della normativa locale. Analizza, quindi, i
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principali aspetti da considerare nelle valutazioni in merito alla fattibilità di impianti sul nostro territorio:
disponibilità di biomasse (stagionalità, quantità, caratteristiche...), logistica (distanze da percorrere per il
trasporto della biomassa), disponibilità di utenza termica. Le valutazioni di massima da parte di SYNECO
portano a ritenere più convenienti piccoli impianti a biogas da reflui nelle realtà zootecniche alpine; la
possibilità di co-digestione con altre matrici è da considerare con molta attenzione perché facilmente tali
taglie di impianti risulanto a tecnologia troppo semplificata per poter accettare miscele di più substrati in
alimentazione (possibili problematiche di funzionamento o di gestione). La soluzione del biometano,
invece, è consigliata per realtà di dimensioni maggiori, in particolare nei fondovalle (es: impianti a FORSU)
Ore15 :20 – intervento di RC
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RC, con la propria esposizione, motiva innanzitutto gli sforzi impiegati da FIAT in direzione del metano,
adducendo fattori ambientali, normativi, ma anche tecnologici (le ottimizzazioni dei consumi possono
essere perseguite su più fronti, ma il più efficace sembra ancora essere l’ambito motore/combustibile).
Viene evidenziato ancora una volta l’ampio potenziale della “soluzione metano”, visto anche l’enorme
parco auto predisposto al gas e già circolante in Italia. Si richiama l’approccio di sistema che sul nostro
territorio vede coinvolta anche la PA, considerando il territorio provinciale un laboratorio per la
sperimentazione che coinvolga tutte le parti interessate, a tutto vantaggio della cittadinanza. Si accenna
anche, in conclusione, al questionario predisposto da CRF nell’ambito di BIOMASTER, rivolto agli utenti
delle stazioni di servizio, ed ai principali risultati che ha fornito.
Ore15 :40 – intervento di PV
o
PV, dopo una presentazione dell’Associazione che rappresenta, illustra il trend degli ultimi anni per quanto
riguarda il settore metano da trasporto (mezzi circolanti, prezzi, rete distributiva…). Vengono anche
evidenziate le possibilità di ulteriore sviluppo della rete di distribuzione, che ben collima con i vantaggi che
potranno pervenire dal decreto incentivi per i distributori a biometano. Le prospettive, pertanto, appaiono
potenzialmente buone (con margini anche nel resto dell’Europa), ma bisogna fare i conti con alcuni aspetti
ancora da chiarire: l’assenza di standard per l’immissione in rete, i dubbi interpretativi riguardo agli
incentivi (il decreto è stato criticato, per l’astrusità di alcune sue parti), il regime di accise ancora non
definito per il nuovo carburante che si affaccerà al mercato.
Ore16 :10 – intervento di ID
o
ID introduce il proprio intervendo motivando le ragioni che spingono Autobrennero ad un costante
impegno verso il contenimento dell’impatto ambientale generato dalle proprie infrastrutture ed utenti.
Sono presi in considerazione gli aspetti ambientali ed energetici, sia su scala mondiale che locale. Viene
spiegato come la soluzione di spostare su rotaia buona parte dei trasporti di merci appaia una strada
conveniente anche per A22, visto che il collasso delle rete autostradale per eccessivo traffico non
porterebbe certo vantaggi all’Azienda. Ecco perché è nato il progetto del Corridoio Verde Monaco –
Modena, che punta a realizzare nel lungo periodo stazioni di rifornimento di idrogeno lungo tale tratto
autostradale. Il metano appare, quindi, la giusta soluzione intermedia, realizzabile in breve tempo, in
prospettiva di pervenire più avanti allo scenario “idrogeno”. ID accenna quindi anche alla tecnologia
dell’idrometano, interessante alternativa (o soluzione complementare) ormai matura e sviluppata in
collaborazione con CRF. La relazione si conclude con l’illustrazione del progetto dell’impianto pilota per la
produzione e stoccaggio dell’idrogeno, previsto a BZ sud.
Ore16:40 – intervento di GG
o
GG riporta innanzitutto alcuni dati caratterizzanti l’Organizzazione che rappresenta, soffermandosi in
particolar modo sulle caratteristiche del parco mezzi attualmente attivo, con un occhio di riguardo alle
normative sull’inquinamento veicolare. A tal proposito viene poi affrontato il tema del rinnovo della flotta
e della maggiore o minore convenienza di un investimento in direzione del metano. Sono illustrati i
principali vantaggi e svantaggi di una soluzione diesel rispetto al metano ed i risultati di un test effettuato
su una linea urbana, al fine di confrontare vari modelli di bus a parità di condizioni. Emerge il buon
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comportamento dei modelli a metano, ma va puntualizzato che per un territorio montano il loro impiego
(per motivi prestazionali) può avvenire solamente nei principali fondovalle o nei centri urbani, ma al
contempo deve essere garantita l’interscambiabilità dei modelli sulle varie linee per far fronte ad esigenze
di sostituzione momentanea. Per questo motivo, principalmente, non è pensabile uno scenario trentino in
cui la soluzione a metano risulti la più impiegata, pur restando ancora ampi margini di incremento per
l’utilizzo di tale tecnologia sui mezzi di TT.
Ore17:00 – dibattito sugli interventi e considerazioni finali
o Gli ultimi minuti sono riservati ad eventuali domande o richieste di interventi da parte degli auditori.
Interviene il sig. Schraffl, assessore di Borgo Valsugana, portando il caso di un comitato sorto nella propria
zona per osteggiare la realizzazione di un impianto a biogas previsto nel territorio di Villa Agnedo. Nel
corso di una serata informativa sono emersi elementi di preoccupazione in merito a svariati potenziali
problemi causati dagli impianti a biogas: odori, clostridi, emissioni causate dal trasporto di reflui, rumori,
metalli pesanti nel digestato. L’Assessore chiede, pertanto, come si potrebbe rispondere a tali detrattori e
se gli si può confermare che in Germania la realizzazione di impianti è stata bloccata perché è emerso
come in una particolare zona del Paese si sia ravvisato un incremento dei casi di tumore rispetto alla
media, legati alle problematiche causate dagli impianti a biogas.
o LA conferma, anche per propria esperienza, l’elevata frequenza della comparsa di “comitati del NO”.
o CF prende la parola: premette che sarebbe necessario un intero convegno solo per dare risposte
sufficientemente argomentate alle domande appena poste. Per quanto riguarda i clostridi, cita gli studi
effettuati da CRPA in collaborazione con l’università, che hanno evidenziato come a livello statistico non
siano per nulla emerse correlazioni fra l’uso di digestato da reflui zootecnici e la problematica dei clostridi.
Solamente nel caso di impiego di digestati da mix di matrici (nella fattispecie, silomais), si ravvisa un
aumento delle spore. Riguardo a ciò che è avvenuto in Germania, CF afferma che un solo studio ha
evidenziato la correlazione con le malattie sopra citate. Altri studi, al contrario, hanno smentito tale
correlazione; il comitato di detrattori di Villa Agnedo ha considerato, pertanto, solamente le informazioni
suffraganti le proprie tesi. I trasporti della biomassa, inoltre, è inevitabile che generino emissioni, ma deve
essere dimostrato caso per caso, attraverso un bilancio appositamente elaborato, che la “non soluzione”
potrebbe comportare un minore impatto rispetto alla realizzazione di un impianto a biogas. Infine, per
quanto riguarda l’impatto odorigeno di un digestato, CRPA ha dimostrato attraverso i propri studi come
risulti minore rispetto all’utilizzo di reflui tout court, sempre dando per scontata la corretta gestione
dell’impianto in tutte le fasi ed attività. In conclusione: ad una platea di “inesperti” può essere trasmesso
qualsiasi messaggio, fornendo una selezionata serie di informazioni fuorvianti.
o LA aggiunge che, proprio per far fronte ai comitanti di detrattori che regolarmente sorgono nelle zone
potenzialmente interesse da un impianto, vengono istituiti “controcomitati”, al fine di fornire evidenze
accurate che possano smentire eventuali messaggi ingannevoli divulgati dai detrattori.
o CF precisa come, ad esempio per quato riguarda la problematica dei rumori, appaia strumentale allarmare
i cittadini dei possibili disagi causati da un impianto, perché esiste un apparato normativo tale per cui
l’autorizzazione alla realizzazione ed all’esercizio viene rilasciata e mantenuta solamente nel rispetto di
precisi limiti di emissione sonora. Pertanto l’impatto acustico non può essere una motivazione adducibile.
o Un rappresentante dell’Azienda Schmack Biogas conferma, inoltre, che i motori cogenerativi oggi sul
mercato sono caratterizzati da emissioni sonore molto al di sotto dei limiti normativi.
o SS interviene ricordando che già in passato era stata organizzata una serata informativa presso Villa
Agnedo a tema biogas da reflui. La FEM era stata invitata dal Sindaco a relazionare.
o CF ricorda, infine, che sia CRPA che CIB forniscono gratuitamente un’ampia documentazione informativa in
merito alle proprie attività ed alla tematica del biogas. Pertanto chiunque può accedere autonomamente
una base conoscitiva anche al fine di tutelarsi da eventuali messaggi osteggianti poco obiettivi.
Ore 17:25 – conclusione dei lavori
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