la Rassegna Economico CONOMICO e E Finanziario INANZIARIO SETTIMANALE ettimanale e Numero 9 - 6 marzo 2014 - Anno 70 - Euro 0,90 www.larassegna.it www.larassegna.it fondata fondatanel nel 1906 1906 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione abbonamento postale - D.L.353/2003 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.n. 46)46) art. 1, 1, comma 1, DCB Bergamo Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in in abbonamento postale - D.L. 27/02/2004 art. comma 1, DCB Bergamo "Eccentrella", parte da Lovere l'idea che ha rivoluzionato l'ombrello La "Pallium" sbarca a Dubai e apre una clinica per la cura dei disturbi del sonno ► a pagina La partita di Montichiari [ è arrivato a Orio anche il potentissimo presidente dell’Enac Vito Riggio per dire che lo sviluppo dello scalo bergamasco passa ineluttabilmente da Montichiari. Nel precisarlo ha auspicato che si riesca a trovare un’intesa bonaria (una robetta di cui si discute da almeno dieci anni fra dialoghi e rotture) senza far ricorso alle carte bollate. Le stesse, guarda un po’ la contraddizione, che l’Enac da lui guidato utilizzerà per opporsi in sede di Consiglio di Stato alla decisione con cui il Tar di Brescia ha accolto la revoca della concessione per la gestione dell’aeroporto bresciano alla Catullo di Verona. Già questo dà la misura, ammesso che ce ne fosse bisogno, del caos che regna in un mondo, quello degli scali, che al contrario avrebbe bisogno di chiarezza in un momento in cui le società di gestione sono diventate, e lo saranno ancora di più in futuro, bocconi molto appetibili. In uno scenario che non è il cortile di casa, ma di respiro internazionale. E chissà se se ne rendono conto quanti hanno affrettatamente [ I piani del governo Ospite dell’Ateneo di Scienze Lettere ed Arti che lo ha invitato nell'ambito degli incontri dedicati agli imprenditori bergamaschi che hanno attraversato la storia, Mario Scaglia, presidente della Scaglia Indeva di Brembilla è stato netto con la Rassegna: “Tanti ragazzi in questo Paese hanno buone idee, ma grosse difficoltà a realizzarle. Bisogna aprire loro la strada, ecco perché servono urgentemente le riforme”. “Inutile poi piangersi addosso per la crisi. Il punto è che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità e ora ne dobbiamo sopportare le conseguenze. Cerchiamo 3 L 9 770393 750004 40009 8 3 Mario Scaglia L'intervista È un netto richiamo a governare e non limitarsi ad amministrare il cambiamento, a non lasciarsi sopraffare dalla “dittatura del presente” («siamo più follower, per dirla con il linguaggio dei social network, che leader») quello che il rettore Stefano Paleari ha lanciato nel proprio intervento per l’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università di Bergamo. La cerimonia, al teatro Donizetti, ha avuto come ospite d'onore il profesor Jürgen Renn, direttore dal Max Planck Institut di Berlino, con cui l’ateneo cittadino collaborerà nei prossimi due anni, e 24 rettori di Atenei italiani e stranieri, impegnati in un successivo confronto sulla centralità dei territori. La considerazione di fondo del rettore riguarda la visione del tempo. «La nostra vita è totalmente immersa nella contemporaneità, piegata sulle esigenze del momento. In una società di questo tipo è più difficile, ma non per questo meno importante, prevedere le tendenze di lungo periodo». ravaschio e premesse non sono delle migliori. La scorsa settimana dal neonato Consiglio dei ministri sono stati approvati il decreto legge che prevede la possibilità di aumentare fino allo 0,8 per mille le aliquote Tasi (il nuovo nome dell’imposta sulla casa) e sono stati anticipati 570 milioni per evitare il dissesto del Comune di Roma. Insomma, niente tagli, ma più tasse e più spese, una combinazione che non depone bene per il mantenimento di una grande promessa, quella di ridurre il cuneo sul lavoro, in modo da rendere più concorrenziali le imprese e rianimare i consumi. Al momento il cuneo, ovvero il peso del fisco e dei contributi sul totale del costo del lavoro, è al 47,6%, una percentuale più bassa rispetto alla Francia e al Belgio, che sono sopra il 50%, e anche alla Germania, ma comunque più alta che nella media Ocse, pari al 35,6%. La differenza tra il lordo pagato dall' impresa e il netto che arriva in tasca al lavoratore è formata da tre voci: i contributi del datore di lavoro sono pari al 55,4% del totale del cuneo, l’Irpef almeno di tenere in piedi l’esistente". Scaglia ha poi aggiunto di "non esser così sicuro che le banche siano tanto rigide, come si dice, nel concedere i finanziamenti. In fin dei conti gli istituti hanno bisogno di collocare il loro denaro. Ma non si può chiedere un prestito per progetti che non stanno in piedi”. E infine su Bergamo sottolinea di averla "vista davvero morta. E quando è viva lo è solo grazie alle bancarelle. Di bellezze ne abbiamo tante nel nostro territorio, ma dobbiamo valorizzarle di più. Proviamo a sprovincializzarci”. a pagina 4 «Più follower che leader» ha evidenziato Paleari all’inaugurazione dell’Anno accademico, ricorrendo ai termini dei social network. «Occorre riprendere l’orizzonte strategico» ] segue a pagina ► a pagina Il monito del rettore, «siamo malati di presente» Cuneo fiscale, tante promesse ma pochi vantaggi di stefano 8 Il presidente della Scaglia Indeva di Brembilla: «Questo Paese frena chi ha buone idee, servono riforme». «Per ottenere credito dalle banche bisogna avere progetti validi» Zapperi segue a pagina ► a pagina Scaglia: «Troppi ostacoli al futuro dei giovani» ] Lo sviluppo di Orio e il dibattito politico che non decolla di cesare 7 Schilpario, nuovi adempimenti e tasse preoccupano gli operatori turistici L'impresa familiare a un bivio Minichilli (Aidaf): «Piccolo è bello mostra evidenti limiti. Oggi va sviluppata la presenza all'estero e potenziata la dimensione attraverso le acquisizioni» ► a pagina 9 IL poLeMIco di Marco a pagina 5 ciMMino Il meteorologo come il politico Sbaglia, ma non paga mai H o deciso cosa voglio fare da grande. Da grande voglio fare il meteorologo! E’ un mestiere bellissimo: ambiente ben frequentato, emolumenti ragionevoli, buona visibilità. E’ una presenza amica e rassicurante che entra in ogni casa ad ore fisse: meglio di Lilli Gruber. Anche dal punto di vista gestuale, mica è tanto complicato: tieni le mani davanti a te, come quando reciti il Paternoster e, ogni tanto, ne muovi una, alternativamente, su e giù. E’ la prima cosa che ti insegnano alla scuola di meteorologia. Se ti va bene, finisci a Rete 4, dove tutte le meteorologhe hanno la 38 di pantaloni e la sesta di reggiseno. Mal che vada, ti attende BergamoTV, dove, tra una perturbazione ed un’isobara, saluti Jessica di Casnigo e mostri la foto del capriolo avvistato da Nicholas di Parre. Lavoretto di tutta tranquillità, insomma. segue a pagina 2 Fogalco è la cooperativa fidi dell'Ascom di Bergamo che rilascia garanzie fidejussorie su linee di credito a breve, medio e lungo termine per: Investimenti (Innovazione - Ristrutturazione - Acquisto muri - Automezzi - Attrezzature - Arredi - Sicurezza) Liquidità (Acquisto merci - Ristrutturazione debito - Fidi di cassa - SBF - Anticipo fatture) 2 la Rassegna 6 marzo 2014 Il polemIco PUNTI DI VISTA PUNTI DI VISTA Il meteorologo come il politico Sbaglia, ma non paga mai Franco Frigeri di di Franco Frigeri COMMENTI www.larassegna.it seguici su PUNTI DI VISTA PUNTI DI VISTA PUNTI DI VISTA PUNTI DI VISTA Visita il sito Direttore responsabile: Giuseppe Ruggieri In redazione: Anna Facci Grafica: Andrea Locatelli Direzione e redazione: via Mazzini, 24 - 24128 Bergamo - tel. 035 213030 - fax 035 224572 E-mail: [email protected] Web: www.larassegna.it Editrice: La Rassegna Srl PUNTI DI VISTA fondata nel 1906 [email protected] (commenti su www.larassegna.it) PUNTI DI VISTA In più, il meteorologo ha poteri superumani, che, in qualche modo, lo rendono assimilabile ai nostri politici: anzi, mi viene da pensare che, quando si è trattato di creare l’immagine del politico del terzo millennio, gli spin-doctor si siano ispirati direttamente agli eredi di Bernacca. Troppe le analogie, in effetti. Perché, vedete, i politici, come i meteorologi, possono sparare le più gigantesche belinate, senza che nessuno presenti mai loro il conto. Facciamo qualche esempio, di quelli facilmente riconoscibili. Rammenterete, credo, la colossale mella inflittaci da una legione di superesperti, tutti rigorosamente ed accuratamente trasandati nel vestire e con barbe incolte, sullo spinoso tema del riscaldamento globale e della desertificazione. Orca: sembrava che, nel giro di due anni, avremmo dovuto cercare le oasi nel deserto bergamasco. Perfino le trote del lago Moro, terrorizzate, tenevano sermoni ecologisti ai gitanti domenicali in ascensione al Corno Stella! Lo scenario era il seguente: caldo che più caldo non si può e, quindi, avanzata del deserto. Poi, è saltata fuori la supermella sulla miniglaciazione: faremo come nel XIV secolo, ci sarà un freddo becco, procuratevi pellicce e trapunte, uomini di poca fede! Quest’inverno avrebbe dovuto essere, contemporaneamente, arido e freddissimo: il più freddo degli ultimi cent’anni, profetizzava qualche guru degli anticicloni. Credo che, dopo un paio di mesi che piove a dirotto e che il termometro non si schioda da temperature primaverili, sia lecito dire che, oramai, la glaciazione la dovremo rinviare a tempi da destinarsi. La desertificazione, del pari, se va avanti così, ci condurrà a girare per Bergamo in gondola. Insomma, perfino i fedelissimi delle previsioni del tempo hanno capito che, non solo questi qui non prevedono un bel niente, ma che ci propinano la prima cosa che passi loro per la mente: hanno la stessa credibilità di una chiromante. Lo stesso dicasi dei politici: ci raccontano panzane immani, si inventano dati buoni, al più, per giocare a Monopoli, ci promettono novità strabilianti. Poi, si scopre che le cose vanno di male in peggio, che i dati vanno ritoccati sempre al ribasso e che l’unica novità vera è l’aumento della benzina. Prendiamo quest’ultimo furbacchione, salito in cattedra da una settimana o poco più: ha già combinato almeno tre o quattro marachelle che fanno decisamente a pugni con le sparacchiate da “faso tuto mi” che lo contraddistinguevano quando era solo un aspirante furbacchione. E’ riuscito ad alzare le tasse. E vabbè: ormai tutti i più grandi economisti del mondo proclamano che il modo più semplice per raccattare soldi, per un governo che sia autenticamente incapace, sia rubarli dalle tasche dei cittadini. La dottrina è concorde: rispetto a rapinare le banche, si fa meno fatica e non si sporca di sangue in giro. Ha nominato ministro una che era la fidanzata del figlio del Presidente della Repubblica, che, a sua volta, fa il consigliere della presidenza del consiglio: tutta gente che ha passato la vita a lavorare duro e che, per volontariato, adesso si sacrifica in politica. E vabbè: ormai i più grandi politologi del mondo teorizzano l’avvento del neofeudalesimo. Perciò, o nasci al posto giusto oppure il diritto salico parla chiarissimo: a te toccherà tirare la carretta finché schiatti. E’ perfino riuscito a farsi comandare a bacchetta dalle lobby d’opinione: ci eravamo tolti dai piedi il ministro Kyenge, dopo tali e tante dimostrazioni di arroganza, di incapacità e di inutilità da farci applaudire alla defenestrazione di Letta solo per questo motivo, e lui sapete che fa? La fa rientrare dalla finestra, come sottosegretario. E vabbè: ormai tutti i più grandi filosofi del mondo hanno introiettato la prima legge di Murphy, che dice che, se una cosa può andare storta, andrà storta. Così, andiamo avanti, tra un ciclone tropicale ed una glaciazione immaginaria, tra un’accisa che sale e un PIL che scende, tra il fondo monetario che applaude e Moody’s che bacchetta: ci siamo abituati, la vita, per noi Italioti, è una sorta di simpatico jo-jo. Il punto chiave, come vi dicevo, è che questi cioccolatai non la pagano mai: Monti, la Fornero, Tremonti, Visco, se ne stanno lì in stand-by, sicuri del fatto che, al momento opportuno, verranno riciclati, come se nulla fosse stato. Magari nelle Ferrovie, o all’Alitalia, oppure alla Rai, in qualche consorzio, in qualche authority: state tranquilli che a casa non ci andranno mai. E lo stesso i meteorologi: i piovisna, i Geremia, i seminatori di allarmi, i nemici delle bombolette, i ricercatori da Wikipedia, rimangono, impavidi, al loro posto, tra l’anticiclone delle Azzorre e la depressione desertica. Dunque, in definitiva, se si vuole non fare un tubo, godere dell’impunità più assoluta e sparare a vanvera la prima scemenza che ci venga in testa, venendo pure pagati, le soluzioni sono solo due: il politico o il meteorologo. Il vantaggio della seconda rispetto alla prima, che me l’ha fatta scegliere, è che, quando crepa un meteorologo, non è detto per forza che finisca all’inferno… PUNTI DI VISTA PUNTI DI VISTA dalla prima pagina Le sabbie mobili delle riforme Il convulso dibattito politico di questi giorni vede l’ennesimo riproporsi del problema “riforme”. Per sollevarsi almeno un po’ dalle sabbie mobili dell’implausibilità di riforme serie, pensiamo all’opportunità di rimettere nel gioco la società e le sue élites. Se il confidare in un interesse e in un ruolo di co-protagonista delle élites economico-sociali può apparire l’incomprensibile e nemmeno amabile ingenuità di chi si ostina a credere nella “favola bella”, nondimeno è forse la più coerente manifestazione del solo realismo possibile. Va da sé come sia allora necessario smantellare il (falso) dato di fatto che le riforme non possono avere come protagonista esclusivo se non il ceto politico. Ogni discorso riformatore possiede qualche occasione di successo se sarà in grado di mobilitare e spingere all’assunzione delle proprie responsabilità le élites del Paese nel loro complesso. In questa prospettiva non è insensato riproporre, quando sia necessario, ciò che il dibattito politico e la conservazione degli equilibri tra i partiti hanno scartato o congelato. L’opinione pubblica - per lungimiranza o miopia, poco importa - è sempre meno disponibile a sostenere la politica, in cui solo impronunciabili sigle e risibili percentuali elettorali risultino le protagoniste, ovvero a definire il successo di un partito solo in base all’occupazione di poltrone ministeriali o all’attitudine a scindersi, rifondersi, ribaltarsi o cambiar bandiera. Il cittadino/elettore, chi ancora vota, sta imparando che l’importanza del proprio voto sta nella sua (per impercettibile che sia) utilità. Al punto in cui ci troviamo, le riforme non possono non essere fatte. Nemmeno il personale politico più sprovveduto potrebbe illudersi di farla franca. Vie nuove per le attività produttive Ci sono imprese italiane che, in un quadro macroeconomico ancora pieno di ombre, sono in grado di crescere e prosperare. E questo nonostante una classe politica che dimostra poca attenzione, una burocrazia farraginosa, un sistema di tassazione insostenibile e una politica del lavoro non ancora chiara. L’agenda digitale e l’Expo sono da tempo ai blocchi di partenza; lo sviluppo della prima inciderebbe per l’1,5 per cento sul Pil, mentre il secondo può valere 10 miliardi di euro in cinque anni. L’Italia, insomma, evoca l’immagine di una splendida automobile lasciata in garage perché priva di benzina e di un pilota che sappia condurla in modo adeguato. Eppure il Paese sa esprimere anche un’altra dimensione, quella di un tessuto produttivo che non aspetta, che ripone fiducia nella propria creatività e nella cultura industriale, che ogni giorno si adopera per produrre beni e servizi destinati a tutto il mondo. E’ l’espressione della nostra vocazione imprenditoriale, l’universo delle medie aziende, il manifatturiero che in piena crisi ha incrementato il giro d’affari del 12 per cento, con un balzo di 21 punti all’estero. La ricetta di tale vitalità annovera elementi come la determinazione a competere su scala globale, l’orientamento ai servizi senza tradire il core business, un’equilibrata gestione finanziaria, la capacità di fare rete e l’uso della leva tecnologica. C’è una diffusa consapevolezza sia sul fatto che gli scenari e le dinamiche dei mercati vanno complicandosi, sia sulla esigenza di doverli affrontare trasformandosi. Il carattere di una città Si sta accentuando la polemica tra chi governa Palafrizzoni e l’opposizione. In vista delle elezioni amministrative, le due parti contendenti stanno prendendosi le misure. Non entriamo nel merito delle cose fatte, in itinere e ancora da fare; le conosciamo già. Qui non ci sembra inutile una riflessione più alta su quello che è il “carattere” di una città. Come quello di una persona, esso non risiede nella singolarità dei suoi tratti, ma piuttosto in una interferenza significativa tra essi. Niente di quello che trasforma una città nel tempo ha un carattere di “necessità”. Quello che percepiamo come “ambiente storico” è frutto di alterazioni, distruzioni, aggiunte che lasciano cicatrici nel suo tessuto. Se il tempo sana le ferite, il potere di una città e della vita che vi scorre è quello di riportare a unità queste vicende, come l’azione dell’acqua di un fiume che trasforma le rocce in ciotoli. Centinaia di piccoli atti individuali “arrotondano” le pietre di una città, fino ad assorbirle nel tessuto della sua vita quotidiana. C’è una “città di pietra” e una “città di uomini”. Una città è fatta di ambedue: se le sue forme sono trasformate ogni giorno dalle aspirazioni dei suoi abitanti, l’ambiente fisico trasmessoci dalle generazioni precedenti plasma i nostri modi di vita. Un sindaco è al contempo l’amministratore di un bene pubblico e il catalizzatore di sentimenti collettivi. Il suo fare agisce in maniera diretta e indiretta sulla natura della città, dando forma attraverso atti e iniziative a desideri, conflitti, bisogni. E a rinforzarne il “carattere” in vista delle sfide che l’aspettano. Sede legale: via Borgo Palazzo, 137 - Bergamo Presidente: Ivan Rodeschini Registrazione: Tribunale di Bergamo n. 185 del 20/02/1950 Abbonamenti: via Borgo Palazzo, 137 - Bergamo tel. 035 4120304 - fax 035 4120149 Abbonamento: annuale € 41 pagabile con bonfico bancario in favore di “La Rassegna Srl” presso Banca Popolare di Bergamo, Filiale di Bergamo Clementina IBAN: IT79M0542811111000000060227 Stampa: Sigraf spa - via Redipuglia, 77 24047 Treviglio (Bg) - tel. 0363 300330 - fax 0363 343282 Pubblicità: La Rassegna Srl Pubblicità, via Mazzini, 24 - 24128 - Bergamo, tel. 035 213030 - [email protected] Spedizione in abbonamento postale la Rassegna 6 marzo 2014 3 COMMENTI I piani del governo La partIta dI MontIchIarI Lo sviluppo di Orio e il dibattito politico che non decolla dalla prima pagina stappato bottiglie di spumante all’indomani della sentenza del Tar, dando per scontato che sarà Sacbo a mettere le mani, dopo anni di vano corteggiamento, su Montichiari. Purtroppo nulla possono le parole di circostanza, da consumato imbonitore, di Vito Riggio (la scuola della Dc siciliana non si smentisce) e nemmeno gli entusiasmi faciloni di osservatori e politici orobici di fronte ad una procedura, la gara europea, che non garantisce in alcun modo le legittime ambizioni della società presieduta da Miro Radici. Soggetti interessati allo scalo bresciano ce n’è più d’uno. E di calibro tutt’altro che trascurabile. Si chiamano, per fare due esempi, F2i (il fondo controllato dalla Cassa depositi e prestiti, presieduto da Vito Gamberale, che è già azionista di rilievo degli aeroporti milanesi e di quelli di Napoli e Torino) e Corporacion America. Quest’ultima è una società argentina che proprio nei giorni scorsi ha rilevato da F2i il 30 per cento dello scalo di Firenze ed ora sta per lanciare un’Opa totalitaria. La medesima società, peraltro, è già azionista anche dell’aeroporto di Pisa. Ma quel che più conta alle nostre latitudini, Corporacion America lo scorso anno ha bussato alla porta di Verona presentendo una “manifestazione d’interesse” per Montichiari che poi non è stata presa in considerazione. Questi due soggetti hanno patrimonio e disponibilità da far spavento e forse non è semplicemente un caso se tra i più cauti nel guardare alla possibile competizione futura ci sono proprio i vertici di Sacbo. La partita, ammesso che il Consiglio di Stato non sconfessi la sentenza del Tar, si prospetta durissima. Questa situazione, nel più ampio discorso dello sviluppo di Orio, dovrebbe essere al centro del confronto politico-elettorale che tra meno di dalla prima pagina tre mesi porterà al rinnovo dell’Amministrazione comunale di Bergamo (che, non dimentichiamolo, controlla poco più del 13 per cento di Sacbo). E invece, stando a quel che emerge dalle cronache della stampa locale, dalle parti del centrodestra ci si sta confrontando sull’opportunità di nominare i nuovi vertici della società di gestione poche settimane prima del voto. Il solito, stantìo, dibattito sulle poltrone. Mentre sull’altro fronte, rimbalzano solo dichiarazioni generiche, che naturalmente auspicano un trasferimento dei voli cargo su Montichiari, senza che emerga la consapevolezza che è su questo terreno che si gioca davvero un pezzo importante del futuro di Bergamo e della sua economia. Una ragione che da sola giustificherebbe la messa in campo di idee forti e strategie d’intervento. Ma appunto, di qua e di là, si è ancora inebriati per la sentenza del Tar. E al domani ci si penserà… Cesare Zapperi L'appunto P Sorte, il forzista "tradito" dall'impeto giovanile oliticamente parlando, il neo coordinatore provinciale di Forza Italia Alessandro Sorte sta sull’altra sponda. Ma a giudicare da come si propone, come si esprime e come trancia giudizi si direbbe che potrebbe essere cresciuto nel medesimo gruppo di boy scout “smodatamente ambiziosi”. Con la freschezza dei suoi trent’anni appena compiuti, e la leggerezza di chi ne ha viste pochine finora, il forzista di Brignano nella sua prima intervista dopo l’investitura (dall’alto, perché anche se si è giovani le nomine non dispiacciono mai) non si è voluto negare nulla. Nemmeno la rivendicazione di una discendenza da una gloriosa tradizione, seppur finita nel fango, come quella democristiana. “Sono orgogliosamente democristiano” ha tuonato forte e deciso il Nostro, usando la frase per evidenziare una supposta capacità di dire senza dire, di rifugiarsi in equilibrismi dialettici utili solo ad evitare le domande a cui non si sa, o non si vuole, dare una risposta sincera. Non lo ha sfiorato l’idea che possa suonare surreale un richia- LA LETTERA G mo ad una esperienza politica che quando è finita, travolta dagli scandali, lo vedeva ancora iscritto alle scuole elementari. Certo, chi ha qualche anno in più sulle spalle fatica a pensare che si possa anche nascere “già imparati”, e probabilmente Sorte, con quel cognome (nomen omen), aveva scritto nel dna una non comune genialità precoce che lo porta oggi, con invidiabile nonchalance, a farsi erede di un partito che con Forza Italia non ha proprio nulla in comune. Siamo quasi all’antitesi: basterebbe osservare che la Balena bianca sceglieva la propria classe dirigente, dopo lunga e faticosa gavetta, con regolari congressi che si tenevano perfino nelle più sperdute sezioni di provincia, mentre com’è a tutti noto Berlusconi è stato unto dal Signore e il resto, nominati e cooptati, è venuto di conseguenza. Con buona Sorte dei prescelti, naturalmente. Ma più in generale, riconosciute al coordinatore indubbie capacità di muoversi con consumata perizia nel mondo della nuova politica (alle elezioni regionali è stato su- Alessandro Sorte bissato da migliaia di preferenze, chapeau), sia lecita una semplice, umile raccomandazione. Mostri maggior rispetto per gli avversari politici (che argomento è definire Gori “panchinaro di Renzi”?), proponga analisi un pochino più approfondite (Tentorio merita di essere riconfermato perché “ha lasciato in pace la città”), studi meglio i dossier prima di esprimere valutazioni (bastasse abbassare gli oneri di urbanizzazione per far ripartire l’edilizia...). Anche le ondate di giovanilismo prima o poi finiscono. A quel punto, avrà un futuro non chi vanta la carta d’identità più verde né chi è stato abile nelle manovre correntizie ma chi si sarà dimostrato capace di dare risposte ai bisogni della gente. C.Zap. Gli amministratori pubblici dovrebbero premiare i ciclisti ent.mo Sig. Cimmino, complimenti, Lei è un grande! Condivido pienamente quanto ha scritto sul numero del 27 febbraio della Rassegna nello spazio “Il polemico”, relativamente alla necessità di avere più piste ciclabili nella nostra città di Bergamo e in provincia. Sono titolare di un negozio di biciclette a Dalmine (non vorrei sembrare di parte), ma prima ancora, sono una pedalatrice; per intenderci faccio uso della bicicletta per tutti gli spostamenti possibili e utilizzo l’ automobile solo per lo stretto necessario, quindi vivo quotidianamente le difficoltà che un ciclista incontra sulle strade. Addirittura io penso che il ciclista, invece di essere così tanto penalizzato, dovrebbe essere “premiato” considerando che con la bici non inquina, non consuma carburante, non occupa posti auto, tutto a vantaggio dell’ ambiente, e si arrabbia meno dell’ automobilista. Cuneo fiscale, tante promesse ma pochi vantaggi Insistiamo affinché i nostri amministratori trovino la volontà politica per migliorare la situazione della viabilità, prevedendo nei loro programmi la realizzazione di piste ciclabili, che non siano solo per le passeggiate domenicali, ma che servano come collegamento tra i vari paesi periferici e la città. Per ultimo un esempio: essendo di Dalmine troverei utilissima una pista ciclabile che da Boltiere porti in città, costeggiando la statale SS525 (chissà quante persone sarebbero incentivate ad usare la bicicletta), oppure uno spazio ciclabile sicuro sulla superstrada Dalmine -Villa d’Almé, prima che diventasse tale, frequentatissima dai bikers corsaioli anche da fuori provincia. La ringrazio per il tempo dedicato ai miei pensieri, Le auguro buon lavoro e buone passeggiate in bicicletta. “La ciclista” Mora Annamaria pagata dal lavoratore incide per il 30,1% e i contributi del lavoratore pesano per il 14,5%. Ci vogliono però alcuni chiarimenti. Il primo è di ordine lessicale. Un conto è tagliare veramente le tasse, un altro è rimodularle, che vuol dire ridurre da una parte per aumentare dall’altra, quello che si profila anche per il cuneo. Diminuire veramente le tasse vorrebbe dire diminuire le entrate e questo non è possibile per una questione di tenuta del bilancio pubblico, che non è tanto o soltanto un obbligo verso l’Europa, ma soprattutto un impegno necessario per avere la credibilità necessaria nei confronti di quegli investitori, non tutti italiani, che ogni anno ci finanziano con la sottoscrizione di 400 milioni di euro in titoli di Stato. Quindi, prima di partire con il taglio delle tasse (e quella sul lavoro vale complessivamente 344 miliardi all’anno), bisognerebbe ridurre le spese. Poi si potranno anche utilizzare le risorse risparmiate per tagliare, come promesso, il cuneo sul lavoro non di 10 miliardi, ma perfino di 50, obiettivo del nuovo movimento politico di Corrado Passera. Al momento per finanziare questo taglio da 10 miliardi si profilano due ipotesi: il taglio della spesa pubblica, appunto, e l’aumento del prelievo sulle rendite finanziarie, ufficialmente per allinearli alla media europea. L’importo del primo però è al momento quantomeno aleatorio: siamo già al terzo commissario per la spending review e non si sono ancora visti grandi risultati. Dato che utilizzare fondi dall’importo incerto per ridurre le entrate rischia di creare un ulteriore buco finanziario, alla fine l’unica certezza è quella di aumentare le imposte sulle rendite finanziarie, Che appunto vuol dire ridurre le tasse da una parte per aumentarle dall’altra. Una partita di giro, in termini contabili, che ricorda però anche il gioco delle tre tavolette. Ammettiamo in ogni caso che questi 10 miliardi vengano trovati (ed è un’impresa non facile, visto che sono molti di più di quelli che non si sono riusciti a reperire per evitare l’aumento di un punto percentuale dell’Iva), a questo punto bisogna capire come si vuole agire per ridurre la differenza tra lordo e netto. Ci sono due strade alternative (o un mix tra le due): si può ridurre il costo per le imprese (che è la strada della riduzione dell’Irap, che non darebbe alcun beneficio monetario ai lavoratori) oppure si può aumentare il netto dei lavoratori (riducendo l’aliquota Irpef o incrementando le detrazioni, senza portare vantaggio alle aziende, se non indirettamente con un maggior reddito disponibile alle famiglie che potrebbe stimolare la ripresa degli acquisti). Secondo le stime del Pd, dieci miliardi dovrebbero portare circa 50 euro netti in più al mese a chi ha un reddito di 30 mila euro annui netti, ma allo stesso tempo Renzi ha parlato di una riduzione di un terzo dell’Irap. E dato che il gettito di questa imposta è stato nel 2012 di circa 33 miliardi, ecco che i 10 miliardi sarebbero già consumati senza lasciare niente per i redditi dei lavoratori. Se poi si vuole essere un po’ scettici, si può rimarcare con il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi che alle imprese era già stato promesso un taglio di 10 miliardi al cuneo, poi scesi a 5 e quindi a 1,1 nell’ultima versione della legge di stabilità. La morale è che da tutto questo polverone potrebbe arrivare poco o nulla. Del resto si sa che nel gioco delle tre tavolette qualcuno perde sempre. Stefano Ravaschio 4 la Rassegna 6 marzo 2014 «Questo è un Paese che mette ostacoli al futuro dei giovani» di laura Ceresoli “È inutile piangersi addosso, bisogna darsi da fare. Il mondo è cambiato radicalmente e non si può pensare di agire come si è fatto negli ultimi trent’anni”. Mario Scaglia, 78 anni, Cavaliere del lavoro, una vita dedicata alla meccanica nell’azienda che presiede, la Scaglia Indeva di Brembilla, in fatto di economia la sa lunga. E appena si fa un timido accenno alla crisi, lui si mostra immediatamente refrattario ai luoghi comuni. “Troppo è già stato detto sull’argomento - esclama l’imprenditore -. Il punto è che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità e ora ne dobbiamo sopportare le conseguenze. Cerchiamo almeno di tenere in piedi l’esistente”. Ma in un simile contesto, molti imprenditori preferiscono emigrare piuttosto che investire in un territorio che non dà frutti. E il rischio di un ulteriore depauperamento delle risorse rimaste è dietro l’angolo: “Oggi è impossibile pretendere che rimangano qui delle aziende che hanno alti costi strutturali e di manodopera con difficoltà burocratiche infinitamente peggiori di quelle che possono trovare altrove - dice Scaglia -. Servono condizioni che aiutino le imprese a sopravvivere, altrimenti ce la fanno solo gli appassionati come noi Scaglia, che cerchiamo di restare avvinghiati al nostro brandello di territorio. Però chi deve aprire un’attività ex novo di certo non viene da noi”. Ma le opportunità qui non esistono o non sappiamo coglierle? “Dipende. I miei figli in azienda a Brembilla stanno cercando quattro ingegneri anche neolaureati e non li trovano. Se si va a Milano ormai più della metà delle edicole è gestita da extracomunitari perché gli italiani non hanno voglia di alzarsi presto la mattina. Nei ristoranti delle grandi città idem, i camerieri sono quasi tutti stranieri, perché questi orari elastici all’italiano non vanno bene. Studiare è fondamentale, così come sapere l’inglese, ma non bisogna vergognarsi di iniziare dal basso. Poi, se uno è bravo, crescerà”. Ci sono anche molti giovani che hanno idee creative e danno vita a start up di successo… “Tanti ragazzi hanno delle buone idee ma hanno grosse difficoltà a metterle in piedi. Io non l’ho fatto personalmente, ma so cosa hanno penato i miei familiari per farlo, tra regole per l’agibilità, il capannone e via a seguire. In questo campo servono le riforme. Le idee ci sono ma o siamo più bravi, più furbi e intelligenti degli altri o altrimenti le possibilità in Italia non esistono. Ci sono tanti altri Paesi appetibili. Io ho due nipoti che stanno studiando negli Stati Uniti e mi dispiacerebbe che rimanessero là. D’altronde sono attirati da un sacco di possibilità che qui non abbiamo”. Il problema dei finanziamenti da parte delle banche frena l’intraprendenza di molti imprenditori che vorrebbero mettersi in proprio ma che non hanno i fondi per farlo? “Io non sono poi così sicuro che le banche siano tanto rigide come si dice. In fin dei conti le banche hanno bisogno di collocare il loro denaro. Ci sono degli azionisti che a un certo momento vogliono che il loro denaro ritorni. È ovvio che serve un minimo di garanzia. Non posso andare a chiedere un prestito senza niente in mano per dei progetti che non stanno in piedi”. I programmi scolastici secondo lei sono troppo teorici? “Non lo so e non li conosco. Però, per esempio, noi Scaglia abbiamo finanziato un corso di inglese di tre anni per i bambini della scuola materna di Brembilla. Così poi i bimbi portano Il presidente della Scaglia Indeva di Brembilla: «Tanti ragazzi hanno buone idee, ma grosse difficoltà a realizzarle. Bisogna aprire loro la strada, ecco perché servono riforme». «Inutile piangersi addosso per la crisi. Il punto è che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità e ora ne dobbiamo sopportare le conseguenze. Cerchiamo almeno di tenere in piedi l’esistente» ” Mario Scaglia «Io non sono così sicuro che le banche siano tanto rigide come si dice nel concedere i finanziamenti. In fin dei conti gli istituti hanno bisogno di collocare il loro denaro. Ma non si può chiedere un prestito per progetti che non stanno in piedi» «In tutta sincerità, Bergamo di recente l’ho vista davvero morta. E quando è viva lo è solo grazie alle bancarelle». «Di bellezze ne abbiamo tante nel nostro territorio, ma dobbiamo valorizzarle di più. Proviamo a sprovincializzarci» Ingegnere meccanico con il pallino dell’arte Giunta alla quinta generazione, la Scaglia Indeva ha quasi due secoli di storia alle spalle (è stata fondata nel 1838) e un lungo bagaglio di esperienza in fatto di fornitura di macchine, sistemi elettronici e pneumatici per la movimentazione dei carichi in impianti industriali. Provenienti dalla Valle Imagna e abili artigiani della lavorazione del legno, dai rocchetti alle anime di bottoni, gli Scaglia si stabilirono a Brembilla già alla fine del Settecento. Fu l’inizio di una lunga tradizione che prosegue ancora oggi con successo. Laureatosi in Ingegneria meccanica al Politecnico di Milano nel 1958, Mario Scaglia è entrato in azienda nel 1960 e fino al 2003 ne è stato presidente e amministratore. Da quando ha lasciato le redini ai figli Stefano e Riccardo, l’imprenditore oggi coordina le imprese del gruppo con 750 dipendenti e 111 milioni di fatturato. Dal 2000 Mario Scaglia, che è un grande appassionato e collezionista di opere d’arte, è presidente della Gamec, mentre dal 1987 al 1993 lo è stato dell’Accademia Carrara. Sindaco di Brembilla dal 1975 al 1980, è presidente onorario della casa di riposo del paese e lo scorso anno ha ottenuto dal capo dello Stato Giorgio Napolitano il riconoscimento di Cavaliere del lavoro. a casa il dischetto ai genitori, lo ascoltano insieme, e poi chissà…”. I tirocini in azienda per i ragazzi alle prime esperienze sono utili? “Noi a Brembilla li abbiamo sempre fatti. Già quarant’anni fa, durante le vacanze, gli studenti venivano da noi a fare praticantato, così quando terminavano il ciclo di studi già avevamo collaudato i ragazzi, li avevamo preparati al lavoro. In questo piccolo paese c’è un pendolarismo attivo in entrata di 600 persone. Questi sono dei miracoli. A Brembilla negli ultimi trent’anni c’è sempre stata la piena occupazione. Oggi questa affermazione comincia un po’ a perdere colpi. Comunque le famiglie devono mettersi in testa che i loro figli devono studiare, andare all’università perché le figure professionali che servono di più sono gli ingegneri, i chimici, gli informatici”. Oltre a presidente dell’azienda di famiglia, la Scaglia Indeva di Brembilla, lei è anche Cavaliere del lavoro… “Sì, un’onorificenza immeritata”. Beh, dai, le farà comunque piacere… “È un riconoscimento che si dà ai vecchi sciòr. Scherzi a parte, è un premio che inorgoglisce e dà la carica, la forza di continuare e di mantener vivo quell’entusiasmo che l’età tende un po’ a smorzare. Di recente, per esempio, ho deciso di creare una Fondazione dedicata a mio padre per incentivare la cultura del lavoro a Brembilla e nella sua valle”. Tra circa un anno Milano si prepara ad accogliere l’Expo 2015. Pensa che l’evento riuscirà a portare una ventata di aria fresca anche all’economia bergamasca? “Sicuramente l’Expo porterà una ventata per l’economia di tutto il capoluogo lombardo, non solo per l’indotto che genererà ma anche per le numerose opere che si stanno realizzando per agevolare questo evento. Vedi ad esempio la metropolitana milanese, la Brebemi, la Pedemontana, tutte opere la cui realizzazione è stata accelerata proprio in vista dell’Expo”. Quali sono le potenzialità e i limiti di una città come Bergamo? “In tutta sincerità, Bergamo in pieno pomeriggio è una desolazione con questi bar, anche belli, ma deserti e i negozi vuoti. È sempre stata una città dal carattere mitteleuropeo, un po’ rigida. Però di recente l’ho vista davvero morta. E quando è viva lo è solo grazie alle bancarelle. L’altro giorno, come spesso faccio quando vengo a Bergamo, ho messo il naso dentro la chiesa di San Bartolomeo per osservare ancora una volta bellezze come la pala del Lotto o Fra’ Damiano Zambelli, e ho incrociato tre stranieri che per guardare gli intarsi dovevano chinarsi con una pila in mano. Di bellezze ne abbiamo tante nel nostro territorio, ma dobbiamo valorizzarle di più. Bergamo deve sprovincializzarsi”. Il momento più difficile che ha attraversato in questi anni? “Quando nel 2009 ho dovuto mettere in cassa integrazione un po’ di operai. Ho lottato fino alla fine per salvarli ma sono stato costretto a lasciarli a casa, seppur a malincuore”. La più grande soddisfazione? “Ne ho avute tante, sono stato molto fortunato anche perché ho avuto accanto una famiglia che mi ha sempre supportato. Ho fatto il pendolare tra Brembilla e Milano e mia moglie ha saputo gestire la situazione con grande dolcezza e tenerezza. Anche i miei figli sono stati bravissimi: due sono riusciti a prendere in mano le aziende e a mandarle avanti meglio di me, il terzo fa l’avvocato penalista. C’è armonia tra noi e le tensioni, quando ci sono state, sono sempre state superate con molta civiltà e serenità”. la Rassegna 6 marzo 2014 5 FOCUS L’impresa familiare a un bivio Le aziende familiari resistono meglio alla crisi e danno occupazione, ma possono ancora crescere e diventare grandi, arrivando a competere sui mercati mondiali. Solo l’11,7% delle più grandi imprese italiane ha effettuato almeno un’acquisizione negli ultimi 13 anni, dato che evidenzia un vero e proprio limite allo sviluppo. L’azienda familiare è a un bivio: “O le nostre aziende fanno acquisizioni o finiscono con l’essere acquisite, come mostra il lungo elenco delle operazioni perfezionate o avviate da gruppi francesi” - sottolinea Alessandro Minichilli, professore associato della Cattedra AIdAF-Alberto Falck di Strategia delle Aziende Familiari dell’Università Bocconi, tra i curatori dell’Osservatorio Aub. La crisi e la stretta al credito impongono inoltre una rivalutazione del ruolo dei portatori di capitali terzi e del private equity. Bisogna inoltre infrangere il “soffitto di vetro” (glass ceiling) che soffoca ogni aspirazione alla carriera delle donne: cda e vertice in rosa detengono, dati alla mano, performance eccellenti. La medio-grande impresa familiare tiene duro di fronte alla crisi e incrementa l’occupazione. Questione di dna? “Di fatto la migliore tenuta occupazionale va alle imprese familiari (che rappresentano il 58% di quelle prese in esame) che hanno incrementato i posti di lavoro del 5,7% dal 2007 al 2012, contrariamente alle multinazionali che registrano un calo del 4,5%. Nelle aziende familiari esiste una sorta di “patto implicito” tra datore di lavoro e dipendente. Un legame che spinge gli stessi imprenditori a parlare di “collaboratori”, indice di un maggior coinvolgimento, in una struttura in cui il dipendente non è un numero”. Quali sono i punti di forza delle aziende familiari? “Senza dubbio il coinvolgimento della proprietà ed il legame più stretto con i dipendenti. Le aziende prese in considerazione, spesso caratterizzate da una forte presenza della famiglia e del fondatore, sono ancora molto vicine alla nascita imprenditoriale e portano ancora con sé quei valori di creatività, design e innovazione che costituiscono la forza del prodotto e quindi del mercato stesso. Oltre alle eccellenze nel Minichilli (Aidaf): «Piccolo è bello mostra oggi evidenti limiti. è arrivato il momento di potenziare la presenza su nuovi mercati e accrescere le dimensioni attraverso le acquisizioni». «I punti di forza? Il coinvolgimento della proprietà ed il legame più stretto con i dipendenti» di laura Bernardi loCatelli Alessandro Minichilli campo della moda e del design, siamo secondi solo ai tedeschi nella produzione di macchine utensili ed è tutto merito delle aziende - quasi tutte familiari - nate dall’intuizione di brillanti ingegneri fondatori”. Qual è il tallone d’Achille dell’impresa familiare italiana? “Le questioni critiche riguardano la governance. La difficile congiuntura economica dell’ultimo triennio ha determinato un atteggiamento di maggior prudenza verso il ricambio al vertice: le successioni sono passate dal 5% del 2008 al 3,7 % del 2012. Il problema è che, a prescindere dalla congiuntura economica, le successioni al vertice sono più frequenti nelle aziende in maggiore difficoltà. Questo è un limite, perché il cambio al vertice non va fatto nei momenti di grande crisi, ma al momento giusto”. Le aziende guidate da leader giovani hanno performance migliori? “Sì, mostrano performance superiori rispetto a quelle con leader over 40 e over 50. Il fondatore amplifica i due estremi: porta ad una crescita aziendale grandissima fino a 40 anni (+11,5 punti percentuali rispetto alla media della popolazione), buona fino alla soglia dei 50 (+3,5), mentre al giro di boa del 60 si blocca (al +0,1) per invertire completamente la tendenza tra i 60 e i 70 anni (-1,7) e segnare il tracollo oltre i 70 anni (-3,9)”. A quanti anni è bene che il fondatore o il leader si faccia da parte? “I dati mostrano come il momento giusto sia alla fine dei 60 anni e comunque mai oltre aver spento le 70 candeline. La successione va programmata per tempo e deve avvenire al momento giusto”. Un altro limite da infrangere è quello del “soffitto di vetro” che soffoca la carriera delle donne. Superare il “glass ceiling” è davvero un’opportunità? “Dall’Osservatorio emerge che le donne possono rappresentare una concreta opportunità per le aziende, oltre che un obbligo nella linea di successione. Le donne al vertice dell’azien- da di famiglia sono state selezionate per la loro competenza e non per affiliazione. Le donne lavorano inoltre meglio in coppia e in team: le migliori performance si registrano nelle imprese con vertice e cda in rosa”. L’atteggiamento di preclusione verso una strategia acquisitiva rappresenta il principale freno allo sviluppo delle aziende familiari? “Oggi lo slogan “piccolo è bello” che ha da sempre accompagnato il modello imprenditoriale italiano mostra tutti i suoi limiti. Oggi, o le nostre aziende fanno acquisizioni o finiscono con l’essere acquisite, come mostra il lungo elenco delle operazioni perfezionate o avviate da gruppi francesi. Le acquisizioni consentono all’azienda di crescere in nuovi mercati e di consolidare i propri presidi. L’Osservatorio evidenzia come solo l’11,7% delle maggiori aziende familiari italiane abbia effettuato almeno un’acquisizione negli ultimi 13 anni”. Quali sono gli ostacoli all’internazionalizzazione, soprattutto nei mercati emergenti? “Si tende a misurare la distanza in termini culturali oltre che geografici. E’ una questione di approccio: se l’azienda multinazionale analizza i mercati basandosi sulla loro crescita, l’ azienda familiare, che tende a preservare al massimo l’autonomia decisionale, pensa che affacciarsi sul mercato asiatico presenti rischi elevati, quando in realtà non è quasi mai così”. Quali sono le nuove sfide? “Con la crisi e la stretta al credito prima o poi le aziende devono rivalutare il ruolo dei portatori di capitali terzi per preservare e valorizzare il patrimonio. L’apporto di nuove risorse finanziarie e conoscenze da parte di un private equity può fornire un aiuto concreto per uscire dall’impasse o per consolidarsi e crescere. Molte aziende italiane pur possedendo i requisiti per procedere all’apertura di capitale non colgono questa opportunità. Il nostro mercato è sempre stato estraneo a queste operazioni, anche se il private equity si sta timidamente facendo strada. I risultati non mancano: la media dei tre anni post investimento raffrontata con il triennio precedente all’operazione evidenzia la crescita delle imprese che hanno aperto il capitale ad un fondo”. La rIcerca / parla Elena Zambon, presidente aidaf Il modello resta vincente ma la crisi ha lasciato il segno L’impresa familiare resta un modello vincente e mostra di avere ottimi anticorpi per la crisi, anche se i limiti non mancano. La quinta edizione dell’Osservatorio AUB sulle 4.249 imprese familiari italiane con ricavi superiori a 50 milioni di euro, promosso da AIdAF (Associazione italiana delle imprese familiari), UniCredit, Cattedra AIdAFAlberto Falck di strategia delle aziende familiari della Bocconi e CdC di Milano, rileva che il 58% delle aziende medio-grandi è a controllo familiare, una percentuale in crescita. Solo l’8,3% delle imprese familiari, nel lungo periodo di crisi, è stato interessato da discontinuità come la cessione del controllo, fusioni e liquidazioni, contro il 10,4% delle coalizioni proprietarie e cooperative, il 13,4% delle filiali di multinazionali e il 14,6% delle imprese a controllo statale. Dal 2007 al 2012 il numero complessivo delle aziende familiari nel radar dell’Osservatorio è rimasto sostanzialmente costante, ma un terzo di esse è mutato, a testimonianza di come la crisi sicuramente abbia lasciato il segno. Le aziende familiari hanno registrato una contrazione dei ricavi superiore alla media: -2,8% contro il -1,3%, ma il dato delle altre imprese è influenzato dalla crescita (+4,7%) delle aziende statali, che sembrano godere di una certa protezione dalla crisi. Non tutte le altre tipologie fanno meglio delle familiari: le multinazionali registrano infatti un -2,9% e le aziende controllate dal private equity -4,2%. La redditività operativa delle aziende familiari con- tinua a essere superiore a quella delle altre (+0,4 punti), ma il gap va assottigliandosi nel tempo, mentre peggiora la capacità di ripagare il debito, misurata dal rapporto Pfn/ Ebitda, che si attesta a 6,4 rispetto al 5,6 delle altre imprese delle stesse dimensioni. Le aziende familiari si confermano quelle meno dipendenti dal capitale di terzi: il rapporto di indebitamento è sceso dal 5,8 del 2011 a 5,20. “Il modello della leadership familiare non è vincente in assoluto, sicuramente resiste di più nel tempo quando ha nel proprio dna la logica del lungo periodo - evidenzia Elena Zambon. La presidente dell’AIdAF, l’associazione italiana delle aziende familiari è convinta che “il modello è meno vincolato ai risultati di breve periodo, tipici del mondo finanziario che talvolta per raggiungere velocemente efficienze di costo trascura le “pericolose” conseguenze che queste azioni procurano sui ritorni di medio termine quando si rischia di interrompere anche gli investimenti nei progetti di maggior respiro. Penso da un lato agli stabilimenti produttivi e dall’altro ai prodotti innovativi e qualitativamente adeguati a difendersi dalla concorrenza. Spesso nei periodi difficili, le imprese familiari sono più disposte ad investire, hanno un capitale “paziente”, rinunciano a dividendi importanti per concentrare le risorse nello sviluppo dell’impresa”. Gli esempi di successo “non tagliano il futuro” e hanno sempre in mente il domani e lo sviluppo. “I migliori risul- Elena Zambon tati - aggiunge Zambon - si registrano in quelle imprese che hanno internazionalizzato grazie a costanti sforzi nell’R&D e che oggi raccolgono i frutti delle loro scelte. Altrettanto essenziale perché la leadership familiare funzioni è che vi sia una struttura di governance severa e rispettata affinché, garantendo regole chiare e certe, l’impresa sia attrattiva per manager di qualità. Quando una mentalità imprenditoriale affianca i manager migliori e li sollecita a prendere decisioni coraggiose e a concentrarsi non solo sui risultati a breve, ma anche sul non “tagliare il futuro”, allora si costruisce una realtà sana in grado di competere sfidando le eccellenze di imprese concorrenti anche quando i mercati e la situazione economica sono complessi”. 6 la Rassegna 6 marzo 2014 Parte da Lovere la rivoluzione dell’ombrello di Rosanna scaRdi Si può essere creativi anche rivoluzionando un oggetto semplice come un ombrello. E’ il caso di Diego Parisi, 49 anni, di Lovere, padre di “Eccentrella”, il nuovo parapioggia con l’asta in posizione eccentrica rispetto alla copertura. L’inventore bergamasco ha prima brevettato i prototipi e poi ne ha fatti fabbricare qualche migliaio in Cina e ora è pronto a lanciare il modello sul mercato nazionale. Se le innovazioni servono per migliorare la vita quotidiana, il suo nuovo modello dal design accattivante si sta già conquistando un ruolo di primo piano. L’originalità è concentrata nella struttura: l’asta non più centrale, ma spostata a fianco permette di coprire dalla pioggia in modo totale. Gli ombrelli tradizionali, al contrario, riparano, più una spalla rispetto all’altra, che resta così più esposta alle intemperie. Questo perché la mano che tiene l’ombrello è decentrata rispetto al corpo. Parisi, come le è venuta l’idea di creare “Eccentrella”? “E’ successo nel 2004. Passeggiavo per Bergamo, sotto la pioggia, proteggendomi con un ombrello convenzionale e quando mi specchiavo nelle vetrine mi accorgevo che avevo sempre la spalla sinistra bagnata. La mia compagna, perfino la borsetta fradicia. Non c’era una protezione totale dall’acqua. L’unica eccezione sono i modelli molto grandi che però nel contesto urbano sono ingombranti. Ho realizzato che mettendo invece l’asta dell’ombrello in posizione non centrale rispetto alla copertura, questo problema sarebbe stato superato”. E così ha rivoluzionato il parapioggia... “In effetti l’ombrello è leggermente più corto davanti rispetto a uno con asta centrale e quindi si evitano rotture nella parte anteriore della copertura soprattutto quando ci si scontra con altre persone. Possiede un ingombro minore rispetto a un ombrello più grande ad asta centrale, ma protegge allo stesso modo”. Si chiama “Eccentrella” il nuovo parapioggia ideato da Diego Parisi e brevettato anche negli Usa. «Con l’asta spostata rispetto al centro della copertura ci si protegge in maniera completa». Il prodotto, che sarà lanciato a Milano, si può già acquistare via Internet Diego Parisi Dal 2004 al debutto sul mercato attuale sono un po’ di anni ... “Ci sono passaggi ineludibili. Prima ho depositato il modello del telaio presso l’ufficio brevetti di Milano, una pratica semplice e necessaria. Poi ho presentato la stessa domanda ad Arlington, negli Stati Uniti. In questo caso, il procedimento è stato più lungo e costoso. Ma alla fine le Commissioni competenti si sono riunite e hanno confermato l’assoluta novità del mio prodotto rilasciandomi l’utility patent nel 2009”. La fabbricazione è avvenuta in Cina, perché? “Negli Stati Uniti sarebbe costata troppo. Per questo ho optato per studio, sviluppo e produzione in Cina. Le prime due fasi hanno richiesto oltre un anno, la produzione solamente tre settimane. In Asia la produzione ha costi ancora contenuti. E ciò mi permette di vendere “Eccentrella”, in Italia, a soli 19,90 (Iva inclusa) più un contributo per la spedizione, con consegna nell’arco di una settimana. La richiesta può essere fatta attraverso il mio sito aziendale www.eccentrella.com”. Quali sono le caratteristiche tecniche e i materiali di “Eccentrella”? “La copertura a forma di cupola, regolare e circolare, ha un diametro di 110 centimetri. L’asta è in alluminio, l’apertura a molla. La bilanciatura del telaio è perfetta e permette di tenere l’ombrello senza affaticare la mano. Le stecche hanno 12 misure diverse e sono in fiberglass. Il tessuto è blu o verde con manici abbinati. Non ho voluto nessuna fantasia, mi sono concentrato sul modello”. Non teme la concorrenza? Oppure che qualcuno possa copiarle l’idea? “L’azienda olandese Senz ha ideato un modello simile al mio, conosciuto come “The storm”, la tempesta, ma non ha una vera cupola ed è troppo basso. Anche Carpisa ha progettato un ombrello che si avvicina nell’idea al mio, ma è piccolo, pieghevole e non altrettanto bilanciato. Eccentrella è perfetta ed è destinata a essere l’ombrello del futuro”. Prima però deve pubblicizzarlo. Oltre al web, quali saranno le sue piazze principali? “La mia campagna parte ora e durerà un paio di mesi a Milano. Il centro, Duomo e San Babila, saranno battuti da un triciclo pubblicitario. Poi tra aprile e maggio sarò nelle vie centrali di Bergamo”. La sua mente creativa ha in serbo altre novità? “La meccanica è una scienza molto primitiva, ti permette di progettare invenzioni e di capire subito in che direzione andranno e se sono fattibili. In cantiere ho molte idee. Come una biro che ti permette di scrivere velocemente perché dotata di un inchiostro speciale, molto più scorrevole. E poi sto pensando di realizzare un monopattino monoruota che possa raggiungere i 16 chilometri orari. E ancora sogno di vedere ai piedi della gente delle scarpe da ginnastica con una forma molto particolare. Ma non posso svelare nulla. Non vorrei che la Nike ci arrivasse prima di me”. www.eccentrella.com [email protected] 347.8075279 PROGETTO: “TUTELA E VALORIZZAZIONE DELLA PROPRIETÀ INDUSTRIALE A SUPPORTO DELL’INNOVAZIONE E DELLA COMPETITIVITÀ DELLE MPMI BERGAMASCHE” Il progetto, promosso e finanziato da Ministero dello Sviluppo Economico e Camera di Commercio di Bergamo, coordinato da Unioncamere e gestito da Bergamo Sviluppo, mira a favorire il rafforzamento e la crescita competitiva delle micro, piccole e medie imprese (MPMI) locali, attraverso un sistema di iniziative e servizi orientati a supportare i bisogni delle imprese in tema di individuazione, tutela e valorizzazione della Proprietà Industriale. L’iniziativa, svolta in collaborazione con le Organizzazioni territoriali di categoria, vede il supporto tecnico-scientifico sia dell’Ufficio Brevetti e Marchi della Camera di Commercio, sia del COGES, Centro per l’innovazione e la gestione della conoscenza dell’Università di Bergamo. ATTIVITÀ E SERVIZI A DISPOSIZIONE GRATUITA DELLE IMPRESE: CICLO DI INCONTRI “LA GESTIONE STRATEGICA DELLA PROPRIETÀ INDUSTRIALE”* SPORTELLO VALORIZZAZIONE DELLA PROPRIETÀ INDUSTRIALE (PI) 4 incontri, per un totale di 16 ore, volti a favorire una corretta ed efficace Servizio di orientamento e assistenza individuale, utile a ottenere gestione della Proprietà Industriale da parte delle imprese locali e degli informazioni e pareri tecnico-scientifici in tema di Proprietà Industriale e interessati a partecipare. Brevettazione (es. strumenti di tutela esistenti, modalità di brevettabilità di ritrovati e di registrazione marchi, procedure e costi di deposito, ricerche di DATE E TEMI AFFRONTATI anteriorità, informazioni sulla contraffazione, ecc.). Giovedì 13 marzo “La tutela dell’innovazione nei processi di internazionalizzazione” Lo sportello riceve, previo appuntamento, in orario 14-17: Martedì 18 marzo • ogni primo mercoledì del mese a Bergamo (via Zilioli 2) “Lotta alla contraffazione: analisi del fenomeno e strategie di difesa” • mercoledì 26 marzo a Dalmine (sede del Point) Giovedì 20 marzo “Proprietà Industriale: strumento di facilitazione per l’accesso al credito” SERVIZIO DI ASSISTENZA TECNICA PERSONALIZZATA Martedì 25 marzo Alle MPMI che hanno già fruito dello Sportello Valorizzazione della PI e “La valorizzazione commerciale della Proprietà Industriale” necessitano di ulteriori approfondimenti, il servizio offre un supporto Tutti gli incontri si terranno a Bergamo (Sale del Palazzo dei Contratti e delle specialistico mirato a cura di professionisti, esperti in ambito tecnicoManifestazioni – via Petrarca 10), dalle 14 alle 18. legale, contrattuale, economico-fiscale, del marketing o ancora delle ricerche e sorveglianze. *Il ciclo di incontri sarà realizzato in collaborazione con “STUDIO KARAGHIOSOFF E FRIZZI”, “LAFORGIA, BRUNI E PARTNERS”, “STUDIO CARRARA CONSULTING” e “STUDIO LEGALE D’ADAMO”. PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI/APPUNTAMENTI: BERGAMO SVILUPPO - Azienda Speciale della CCIAA Tel. 035 3888011 - www.bergamosviluppo.it - [email protected] Con il supporto tecnico-scientifico: la Rassegna 6 marzo 2014 Tute blu, a febbraio 146 licenziamenti nella Bergamasca A febbraio, in Lombardia si sono registrati 822 licenziamenti in ambito metalmeccanico, 120 esuberi in meno rispetto al 2013 (942), appena 12 in meno rispetto al 2012, quando furono 834 i lavoratori che persero la propria occupazione. Sebbene ci sia una certa diminuzione, il dato generale resta comunque allarmante, considerato che nei primi due mesi dell'anno si sono persi già 1.484 posti di lavoro. Anche in questo caso, l'emorragia occupazionale sta lievemente contenendosi rispetto all'anno precedente (300 lavoratori tagliati in meno), quando nel bimestre gennaio-febbraio furono allontanate 1.776 tute blu, 1.663 nei primi due mesi del 2012. Le cifre - come sottolinea la Fiom Lombardia - si riferiscono alle medie e grandi imprese operanti nel settore metalmeccanico, che possono dunque usufruire di ammortizzatori sociali, mentre dal computo complessivo sono esenti le piccole impre- Dall'inizio dell'anno, la Lombardia ha perso 1.500 posti di lavoro nel settore metalmeccanico. La Fiom: «Vanno approvati i contratti di solidarietà» se, gli artigiani, le ditte individuali o a conduzione familiare con pochi addetti. Il comprensorio più colpito a livello di licenziamenti è stato il milanese con 252 esuberi: nel 2013 furono 174. Il segno più lo ritroviamo anche a Lodi (31 licenziamenti), Cremona (13), Brescia (98) e Varese (47). Negli altri territori a prevalere è il segno meno, magra consolazione, visto che comunque si registrano perdite pesanti nella Bergamasca (146 licenziamenti a fronte dei 272 del 2013 e dei 114 del 2012), nel Pavese (56) e nella Brianza (86, -44 il saldo nel raffronto sul 2012). “In definitiva i dati certificano l'assenza di ripresa in Lombardia - ribadisce Mirco Rota, segretario generale della Fiom Lombardia -. I contratti di solidarietà rappresentano a questo punto una necessità ineludibile per le imprese che non si rassegnano a chiudere i battenti. Se i contratti di solidarietà rimarranno lettera morta, la situazione non potrà che aggravarsi. Ancora una volta lanciamo un appello affinché si renda operativa la legge approvata il 18 dicembre del 2013 con il contributo di tutte le forze regionali. Attardarsi ancora nell'approvazione della legge a sostegno dei contratti di solidarietà, significherebbe aumentare le sofferenze per le imprese e condannare altri lavoratori all'esodo forzato dal mondo del lavoro - precisa Rota -. E' difficile poi pensare di poter risolvere la crisi senza specifici piani di investimento da parte degli imprenditori, che sono chiamati a fare la loro parte nello sviluppo di nuove produzioni, per dare la scossa alle aziende che non riescono a intravedere la fine del tunnel della recessione e ad oggi non riescono a intravedere un futuro" conclude il segretario dei metalmeccanici. Fortis: «Altro che declino, siamo il Paese più virtuoso d’Europa» L’economista, vice-presidente della Fondazione Edison, ha incontrato gli imprenditori bergamaschi per ribadire, dati alla mano, la forza della manifattura e la sostanziale tenuta dei conti. Ue permettendo Sa di essere una voce fuori dal coro, ma, a maggior ragione, ribadisce le sue ragioni. Marco Fortis, economista, vice-presidente della Fondazione Edison, docente alla Cattolica di Milano, collaboratore de il Sole 24ore, non si stanca di dimostrare le sue tesi, nella speranza che in Italia e soprattutto in Europa si faccia un rapido dietrofront rispetto a quasi tutte le politiche di austerità adottate. Ne ha parlato anche a Bergamo, davanti agli imprenditori di Confindustria, dove ha snocciolato dati su dati per dimostrare che da un lato i conti del paese non sono poi così male, e dall’altro che la nostra manifattura, pur fiaccata da politiche incongruenti, è una forza mondiale di tutto rispetto, competitiva ed evoluta e non mostra i segni del declino, ma anzi di una positiva evoluzione. Le imprese, secondo Fortis, fanno abbondantemente il loro dovere, visto che nonostante la nostra presunta «specializzazione sbagliata», che la Commissione Europea continua a rimproverarci, l’Italia è uno dei soli 5 paesi del G20 (con Cina, Germania, Giappone e Corea) ad avere un surplus commerciale strutturale con l’estero per i manufatti. La manifattura italiana è la seconda d’Europa e la quinta al mondo per valore aggiunto. Sempre secondo l’indice del commercio mondiale l’Italia è prima al mondo per competitività in tre settori: tessile, abbigliamento, pelli-calzature; ed è seconda dopo la Germania in altri tre settori: meccanica non elettronica, manufatti di base (cioè metalli, ceramiche, ecc.) e altri prodotti manufatti (cioè occhialeria, gioielleria, articoli in materie plastiche). L’Italia è inoltre sesta anche nei prodotti alimentari trasformati. Il made in Italy dunque, non è più solo cibo, moda e mobili ma anche e soprattutto meccanica. In questo settore, che è sorretto da un’importante filiera metallurgica e dei prodotti in metallo, il nostro surplus con l’estero è il terzo al mondo dopo quelli di Giappone e Germania. E ancora, secondo l’Indice Fortis-Corradini elaborato dalla Fondazione Edison, su circa 5.000 prodotti, l’Italia è risultata prima, seconda o terza al mondo per attivo commerciale con l’estero in quasi 1.000 prodotti. Tra i più importanti primi attivi con l’estero detenuti dall’Italia nel commercio mondiale vi sono quelli per: calzature in pelle, macchine per imballaggio, attrezzature frigorifere per supermercati, pasta, occhiali, elicotteri, yacht di lusso, pelli conciate, tubi in acciaio, pompe per liquidi, pomodori lavorati, mele. Tra i secondi posti vi sono: vini e spumanti, rubinetti e valvole, mobili, lavori in acciaio e alluminio, bulloneria, navi da crociera, forni e cucine, uva. Se l’industria italiana va indietro, dice Fortis non è perché non sia competitiva o esporti poco, infatti il fatturato estero italiano corre. Se l’industria italiana è in crisi è perché l’eccessiva austerità ha spento la domanda interna di consumo e di investimento. “Le imprese fanno ricerca - ha spiegato Marco Fortis durante l’incontro stampa che ha preceduto la Serata per l’imprenditore - e innovano nonostante tutte le difficoltà del paese e la loro ridotta dimensione. Ma le politiche europee ed italiane fanno disastri”. Così mentre gli Stati Uniti e il Giappone crescono, pur con alti e bassi, la politica del rigore senza sviluppo sta portando l’Europa, ma soprattutto l’Italia verso una grande depressione ed un autentico disastro occupazionale, che colpisce soprattutto i giovani. “La UE - ha accusato Fortis - ha confuso la crisi di credibilità politica dell’Italia con una crisi di «fondamentali» economici ed ha chiesto al nostro paese di applicare una cura fiscale «greca» assolutamente sbagliata nel nostro caso perché il debito pubblico italiano non era, né è oggi, così pericoloso da richiedere una politica fiscale restrittiva ed aggressiva come quella che è stata applicata in questi ultimi due anni e perché non si può chiedere ad un importante paese produttore come l’Italia di mortificare per un lungo tempo la propria domanda interna e di investimento, perché si mortifica così la stessa produzione e si distrugge capacità produttiva, innescando una pericolosa crescita della disoccupazione”. Secondo Fortis non è vero che il debito pubblico italiano è il secondo più alto d’Europa dopo quello della Grecia. O, meglio, lo è solo in rapporto al PIL, un indicatore che ormai si sta rivelando sempre più inadatto. “Il nuovo ministro Padoan - ha insistito - dovrebbe spiegare a Bruxelles che l’Italia è da oltre 20 anni in avanzo primario, eslcusi gli interessi, quasi sempre oltre al 2% del Pil, un record assoluto per l’Occidente avanzato, e che dal 2008 il debito pubblico è quello che è aumentato percentualmente di meno, tranne che in Norvegia e Svezia. E ancora: nel quadriennio 2012-2015 il rapporto deficit/PIl è stato sempre sotto il 3% e nel quadriennio 2012-2015 l’Italia sarà il 7 Marco Fortis paese UE non aiutato con il più alto avanzo statale primario in rapporto al Pil”. La stessa Commissione Europea riconosce che nel medio-lungo termine, grazie soprattutto alle riforme pensionistiche l’Italia, presenta il più basso profilo di rischio finanziario del debito pubblico tra tutti i paesi UE. Ma tutto ciò è vanificato dagli spropositati interessi. Di qui la proposta: “L’Unione Europea dovrebbe introdurre misure compensative, come eurobond, per sterilizzare gli interessi eccessivi di quei Paesi che si dimostrano in grado di mantenere il surplus statale primario sopra il 2% del Pil”. Togliendo questa zavorra il paese sperimenterebbe un rilancio che lo farebbe uscire definitivamente dalle secche. Per Fortis è però essenziale interrompere l’autodenigrazione nazionale, basata anche su ignoranza e il diffuso potere dei burocrati, sia a livello nazionale che europeo. “Il nuovo presidente del Consiglio Renzi - ha concluso - ha fatto tutte enunciazioni positive. Servono subito alcune mosse concrete, è importante fare subito qualcosa che ci permetta di presentarci all’Europa sotto una nuova veste, per reclamare una revisione di alcune delle misure prese. Il semestre europeo sarà sicuramente un’occasione importante: se riuscissimo a intervenire sul cuneo fiscale per quella cifra di cui si parla, 10 miliardi, se si potessero attivare le garanzie della Cassa depositi e prestiti, se si potessero fare alcuni tagli di spese improduttive di 7-8 miliardi, ci presenteremmo più forti. Con un prossimo governo stabile per 5 anni avremmo tutto il tempo per riprenderci”. 24124 Bergamo - via Lombardia, 3/A Tel. 035/222160 - Fax 035/249968 Sistri, rinviata al 2015 l'applicazione delle sanzioni Lo scorso 17 febbraio, la Camera ha approvato un emendamento al "Mille proroghe", che rinvia l’applicazione delle sanzioni per la mancata applicazione delle disposizioni sul Sistri al 1°gennaio 2015 (in precedenza era fissato al 1° agosto 2014). Di conseguenza, fino a quella data continua il sistema del “doppio binario”, per cui tutte le movimentazioni di rifiuti pericolosi devono essere effettuate sia sulla scorta del sistema telematico e della scheda Sistri, sia con il formulario cartaceo ed il relativo registro di carico e scarico. Non è stata invece presa in considerazione la proposta che mirava a rinviare l’ingresso nel sistema Sistri dei produttori di rifiuti pericolosi. Per questi rimane confermato l’obbligo di utilizzare il Sistri dal 3 marzo 2014. Sempre da questa data sono soggette al Sistri anche le imprese di trasporto dei rifiuti urbani della Regione Campania e quelle che si trasportano i rifiuti da esse stesse prodotti. Quanto al Tavolo tecnico di monitoraggio del Sistri, la riunione è stata aperta dal Capo di Gabinetto del Ministero dell’Ambiente, De Nictolis, che ha presentato la bozza di un decreto attuativo del sistema Sistri, teso ad individuare le categorie dei produttori di rifiuti ad esso soggetti, le semplificazioni per il trasporto intermodale dei rifiuti pericolosi, il pagamento del contributo per il 2014. Sulla bozza di decreto si sono pronunciate le diverse Associazioni presenti al tavolo, richiedendo delle semplificazioni per i produttori di minori dimensioni che andrebbero escluse dall’obbligo del Sistri. Al riguardo il Ministero si è dichiarato disponibile al riconoscimento di tale semplificazione. 8 la Rassegna 6 marzo 2014 Incontro dELL’ascoM Schilpario, lo sfogo degli operatori turistici: «Schiacciati tra maltempo e nuovi oneri» L’Ascom risponde all’esigenza - emersa nel corso della giornata di mobilitazione nazionale a Roma - di potenziare la presenza nel territorio e di manifestare la sua vicinanza agli imprenditori in tutti gli aspetti che la gestione di una pmi comporta. La scorsa settimana il vicedirettore dell’Associazione, Oscar Fusini, e il responsabile dell’Area Sicurezza e Sistemi Gestionali, Andrea Comotti, hanno organizzato, di concerto con i vertici dell’Ats-Associazione Turistica Schilpario, un incontro con gli imprenditori del comune scalvino. L’appuntamento ha rappresentato un’importante occasione di confronto con tutti gli operatori commerciali e turistici alle prese con una stagione segnata dal maltempo e dalla chiusura delle strade che ha isolato l’intera Valle. «In pochi giorni, a causa anche dei messaggi fuorvianti apparsi sulla stampa locale, abbiamo ricevuto disdette di prenotazioni di oltre 20 gruppi che da sempre soggiornano una settimana a Schilpario - spiega Claudio Agoni, referente dei commercianti e consigliere dell’Ats, associazione che da due anni rappresenta il 90% delle imprese del comune scalvino -. I danni sono stati davvero ingenti e a rendere tutto ancora più difficile e complicato sono arrivati nuovi oneri burocratici ed altre tasse da versare». L’incontro si è infatti concentrato sul nuovo obbligo di introduzione del Pos, che scatterà alla fine di giugno, e sulla nuova imposta unica comunale - Icu che da quest’anno integra Imu, Tari e Tasi. Sono stati inoltre ribaditi gli adempimenti in materia di sicurezza sul lavoro e autocontrollo alimentare alla luce delle più recenti normative cui Ascom risponde da sempre con corsi di formazione e aggiornamento organizzati nella sede di via Borgo Palazzo e nelle delegazioni. La Pallium sbarca a Dubai Da Castelli Calepio a Dubai per avviare un’attività ambulatoriale specializzata nella medicina del sonno insieme alla cooperativa sociale Pallium: è questo un importante risultato delle missioni all’estero di Confcooperative Bergamo che dopo un primo viaggio negli Emirati arabi sul finire dello scorso anno, è da poco tornata da Dubai con interessanti prospettive di internazionalizzazione per le cooperative associate. L’obiettivo del viaggio-missione era infatti quello di conoscere le strutture ospedaliere locali e le potenzialità occupazionali in campo sanitario: potenzialità legate alla mancanza di servizi e personale specializzato in certi ambiti, come nel caso della diagnosi delle patologie legate ai disturbi del sonno, attività multidisciplinare su cui la Pallium di Castelli Calepio si sta focalizzando. «Grazie a queste due missioni abbiamo potuto sondare il terreno e capire che a Dubai mancano servizi poliambulatoriali specifici, come per la diagnosi clinica dei disturbi del sonno - spiega Maria Claudia Cobianchi, presidente della cooperativa bergamasca specializzata in servizi socio-sanitari e moduli assistenziali di tipo infermieristico e ausiliario che si integrano con quelli ospedalieri -. Durante l’ultima missione abbiamo incontrato studi legali, assicurazioni e agenzie immobiliari per capire come procedere a livello burocratico. L’iter è già a buon punto e l’idea è riuscire ad aprire la clinica e avviare l’attività entro fine anno. Ora commissioneremo un’indagine di mercato per capire le esigenze della popolazione e il target di riferimento legato ai trattamenti e alle diagnosi che potremo effettuare nel nostro poliambulatorio che sarà specializzato proprio nella diagnosi dei disturbi del sonno, con un laboratorio in cui eseguiremo esami strumentali polisonnografici e il controllo delle terapie impostate». Le principali patologie d’interesse della medicina del sonno sono oltre alle insonnie anche i disturbi respiratori del sonno, l’eccessiva sonnolenza diurna e i disturbi della vigilanza. «In Italia si stima che ne soffra il 4% della popolazione adulta - spiega la presidente della cooperativa -. A Dubai però il il dato è destinato ad aumentare perché sono sempre di più le persone in sovrappeso, patologia correlata, e quelle La prEcIsaZIonE La delegazione di Confcooperative Bergamo alla fiera del Medical Congress & Exhibition di Abu Dhabi La cooperativa di Castelli Calepio entro la fine dell'anno aprirà una clinica specializzata nella diagnosi dei disturbi del sonno. La prima missione esplorativa con Confcooperative Bergamo che soffrono di diabete, due pericolosi “alleati” dei disturbi del sonno. L’idea è quindi quella di partire con un’equipe di medici italiani formata da pneumologi, cardiologi, otorinolaringoiatri, dietologi, neurologi, odontoiatri che possano consigliare il corretto iter terapeutico con l’attivazione di percorsi multidisciplinari facilitati». Le missioni a Dubai hanno inoltre consentito di entrare in contatto con diverse strutture ospedaliere e di valutare le tante possibilità di collaborazione in loco. «Durante la prima missione siamo stati ad Abu Dhabi e alla fiera del Medical Congress & Exhibition - spiega il direttore Pieralberto Cangelli -. Abbiamo visitato ospedali, cliniche, centri di riabilitazione e centri di ricerca delle due città: tutte infrastrutture all’avanguardia e che a seguito del forte sviluppo socio-demografico di questi anni sono alla ricerca di personale specializzato, dottori, infermieri e tecnici ospedalieri per la gestione di sale operatorie e servizi infermieristici avanzati e di riabilitazione. Gli Emirati Arabi sono ormai diventati un punto di riferimento per tutta l’area del Medio Oriente e sono sempre di più le cliniche e i centri di riabilitazione per la terza età e la disabilità che necessitano di nuovo personale direttivo, organizzativo e infermieristico, senza contare tutti quei servizi legati all’assistenza domestica». «Inserire una struttura su TripAdvisor è gratuito anche per gli esercenti» Con riferimento all’articolo pubblicato sia on line sia off line su “La Rassegna” - numero 8 del 27 febbraio 2014 - dal titolo “I recensori danno i voti a TripAdvisor” e, in particolare, all’intervista fatta al Sig. Mario Bergo, è importante precisare che le informazioni contenute nella risposta alla domanda “C’è qualcosa che non la convince?” non sono corrette. Non è infatti vero che “alle attività non segnalate spontaneamente dalla community venga proposto di essere inserite a pagamento” come riportato nell’articolo. In qualità di portavoce di TripAdvisor per l’Italia tengo a precisare che tutte le strutture hanno la possibilità di registrarsi gratuitamente a TripAdvisor, come anche indicato all’interno della guida disponibile sul sito, alla voce “Pubblicate la vostra struttura su TripAdvisor”. Saremmo grati se aveste modo di condividere questa informazione con i vostri lettori in modo da fornire loro una versione corretta e completa delle opportunità offerte da TripAdvisor ai proprietari o gestori di strutture. Cordiali saluti Valentina Quattro Senior Media Relations Manager, Italy “Seilatv”, Bergamo ha un nuovo canale televisivo Dall’esperienza maturata negli ultimi due anni, la Web Channel “on demand” Seilatv.tv si amplia e sbarca in chiaro sulle televisioni di tutta Lombardia. E’ visibile da pochi giorni sul canale 216 del digitale terrestre. Il progetto è partito da un’idea di Paolo Cernuschi e Silvio Marini, da molti anni impegnati professionalmente con le loro aziende nel mondo della produzione televisiva e che hanno messo a disposizioni i propri studi di produzione, regie mobili e operatori video, mezzi tecnici all’avanguardia e attrezzatura ad alta definizione qualitativa. Dagli studi partiranno oltre 20 trasmissioni, prodotte interamente in proprio, con tematiche sportive, istituzionali, culturali, scientifiche, economiche e naturalmente di attualità, che, nonostante la diffusione regionale, parleranno principalmente del territorio bergamasco. Ha inaugurato lo sbarco sul digitale terrestre, “Lo Scomodo Buc”, programma settimanale in diretta sull’Atalanta condotto da Marco Bucarelli. Un lunedì sportivo che proseguirà poi con “Base Sport”, presentato da Paolo Taddeo, e “Golf Television”, l’appuntamento con tutti gli appassionati di golf a cura di Maurizio e Marco Bucarelli che da settembre sul canale web Seilatv.tv sta ottenendo un grande successo a livello nazionale. Di Atalanta si parlerà anche alla vigilia del weekend quando Maurizio Bucarelli presenterà “Venerdì Nerazzurro”, un’anteprima e molti approfondimenti dedicati alla partita di campionato della squadra bergamasca. Tra gli altri appuntamenti spiccano “Il ballo della vita” con il monsignor Giulio Della Vite, segretario generale di Curia della Diocesi di Bergamo; “La vita è bella”, storie vere da raccontare proposte da Francesca Grassi; “Un libro da leggere” con i suggerimenti di Giuseppe Berné e “Sentirsi bene” con al centro il tema della medicina con gli ospiti di Francesca Manenti. E poi ancora attualità con “Senti chi parl@” condotto da Riccardo Cattani. la Rassegna 6 marzo 2014 9 L'EVENTO «Fagocitati dal presente, abbiamo perso la capacità di guardare l’orizzonte» «Siamo più follower, per dirla con il linguaggio dei social network, che leader» ha evidenziato il rettore Stefano Paleari all’inaugurazione dell’Anno accademico. «La nostra vita è totalmente immersa nella contemporaneità. In una società di questo tipo è più difficile prevedere le tendenze di lungo periodo» Il ruolo delle Università nelle parole di Papa Francesco «I cambiamenti imposti e le scelte economiche concomitanti hanno segnato profondamente l’Università italiana – ha ricordato Paleari nel proprio discorso - che vanta secoli di storia ma che solo da qualche decennio si è affermata sia come Istituzione di massa, sia come organizzazione per il sostegno della competitività degli Stati, anche di quelli “emergenti”, di fronte al diffondersi sempre più consistente del ruolo della conoscenza come chiave per lo sviluppo sociale ed economico. I cambiamenti introdotti raramente hanno tratto origine dalla domanda sul ruolo ultimo e sul fine dell’Istituzione universitaria. Si sono concentrati, cioè, sui mezzi e sulle contingenze finanziarie». E per esplicitare i fini ricorre al discorso di Papa Francesco a Cagliari, nello scorso settembre: «Il Santo Padre afferma che le università sono luogo di discernimento, di cultura della prossimità e di formazione alla solidarietà. Un luogo fisico, quindi, in cui i giovani apprendono la lettura critica del mondo e sono educati alla relazione con gli altri secondo principi solidaristici. Diciamo allora che l'Università è luogo di formazione delle coscienze prima ancora che di ampliamento e trasmissione sic et simpliciter del sapere». A cosa servono le università in un Paese? È giusto che vi accedano tutti coloro che lo desiderano? È opportuno che si confrontino in termini quantitativi e qualitativi con quelle di altri Paesi e in che modo? È bene che competano come squadre indipendenti o è meglio che creino anche un nuovo tessuto connettivo comune pur nelle reciproche diversità? Sono quindi le domande che Paleari pone sul piatto del dibattito. «I quesiti posti – dice - sono un avviso per tutti. In primo luogo per il legislatore che, almeno in Italia, in questi anni, mentre decantava l'autonomia, la riduceva sempre più, per gli atenei virtuosi e non; mentre sosteneva la necessità di dare più risorse ai meritevoli, contraeva i finanziamenti erga omnes; mentre sosteneva nei principi il diritto allo studio, lo decapitava nei fatti riducendone gli interventi». Ma il messaggio va anche alla comunità accademica «che ha perso in gran parte la sua capacità progettuale, trasformata da soggetto spesso autoreferenziale in un comparto puramente esecutivo della Pubblica amministrazione». È un netto richiamo a riprendere l’orizzonte strategico, a governare e non limitarsi ad amministrare il cambiamento, a non lasciarsi sopraffare dalla “dittatura del presente” («siamo più follower, per dirla con il linguaggio dei social network, che leader») quello che il rettore Stefano Paleari ha lanciato nel proprio intervento per l’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università di Bergamo. La cerimonia, al teatro Donizetti, ha avuto come ospite d'onore il professor Jürgen Renn, direttore dal Max Planck Institut di Berlino, con cui l’ateneo cittadino collaborerà nei prossimi due anni, e 24 rettori di Atenei italiani e stranieri, impegnati in un successivo confronto sulla centralità dei territori. La considerazione di fondo del rettore riguarda la visione del tempo, che «è ritornato ad essere quello scandito dall’orologio e non già dalla progettualità della persona. È un tempo sequenziale e non creativo». «Le nuove tecnologie – fa notare - ci rendono perennemente visibili, raggiungibili, contattabili. Spazio e tempo convergono in un solo punto: ovunque siamo in qualunque momento, una sorta di “agopuntura permanente”. Probabilmente facciamo più cose di prima, ma non le cose che vogliamo, probabilmente ci sentiamo più liberi, possiamo rispondere e agire comodamente seduti da casa; se non lo facciamo però ci sentiamo inadatti e impreparati. Quindi siamo obbligati a farlo e dunque siamo meno liberi». «Tutto ciò dimostra quanto la nostra vita sia totalmente immersa nella contemporaneità, piegata sul presente e sulle esigenze del momento. In una società di questo tipo è più difficile, ma non per questo meno importante, prevedere le tendenze di lungo periodo, vedere e rispettare i confini, i ruoli e le gerarchie. Siamo, in altre parole, ripiegati, fagocitati dalla cronaca, costretti a camminare con la testa bassa per evitare, aggiustare e contrastare gli ostacoli lungo il cammino. Guardiamo continuamente il grigio dell'asfalto e non ci rimane più il tempo per i colori dell’aurora e l’azzurro del cielo». ta la sua inconsistenza con la creazione – come è successo negli Stati Uniti – di grandi “campus” universitari che si sono rivelati veri e propri ghetti avulsi dal tessuto sociale. Da molto tempo sostengo che l’Italia ha un patrimonio immenso di piccole città storiche o di quartieri storici in grandi città che, per il loro tessuto urbanistico non possono accogliere la vita della civiltà industriale e tecnocratica… Ebbene, una funzione che non li sconvolge o deturpa ma, anzi, ne sfrutta la suggestione storica, artistica e culturale è proprio quella di cittadelle degli studi, specie a tipo umanistico». «Il discorso di Branca, di fatto – fa notare Paleari -, dà anche l’avvio alla seconda fase che è quella della crescita del numero di Università italiane. Il numero di Atenei, pari a 39 nel 1950, è 52 alla fine degli anni Ottanta e 78 all’inizio del nuovo secolo. E, in alcuni casi, come spesso avviene alla fine di un ciclo, si assiste a fenomeni di eccesso, l’apertura cioè di nuove Università e sedi più per rispondere a pressioni politiche e corporative che a precise esigenze Ospite d’onore della cerimonia il professor Jürgen Renn, direttore dal Max Planck Institut di Berlino. In platea anche 24 rettori di Atenei italiani ed esteri. Non è mancato un intermezzo tecnologico con un "ballo" di robot Si teme lo scoglio senza accorgersi che ormai ci si è incagliati «E se l’Università – prosegue il rettore - si è sempre più configurata come organizzazione burocratica, venendo meno, almeno in termini organizzativi, alla sua funzione cosmopolita, lo si deve proprio alla “dittatura del presente” che ha distrutto il confine tra attività di governo e amministrazione. Che oggi si distinguono difficilmente ma che sono assai diverse. Governa chi può guardare all'orizzonte, amministra chi evita gli scogli. Di norma le due attività, entrambe indispensabili, competono a soggetti differenti. In Italia, invece, non solo nelle Università, da troppo tempo si amministra senza governare o si governa senza amministrare. Si guarda allo scoglio, o appena oltre, senza accorgersi che ormai ci si è incagliati. Non è questione di vento ma di nave, equipaggio e gerarchie. E di reciproca fiducia». Tra gli esempi degli effetti di questo “eterno presente” sull’Università italiana c’è il dibattito sul numero di Università. Meglio dei campus è l’inserimento nel tessuto della città Paleari sceglie le parole del filologo Vittore Branca – primo rettore dell’Università cittadina dal 1968 al 1972 – pronunciate a conclusione del suo mandato rettorale per evidenziare lo scarto e le opportunità contenute nella nascita di nuove Università, spesso in città con una lunga storia civica, come risposta alla crescita abnorme degli Atenei esistenti. «Dall’Ottocento e sino a questi ultimi anni è prevalso il concetto di concentrare le attrezzature universitarie – diceva Branca -; e questo indirizzo si è rivelato in tut- di decongestionamento delle grandi sedi. Le politiche degli ultimi anni hanno posto fine a questa fase senza tuttavia indicarne una nuova o, anche peggio, ricercando soluzioni sbrigative e anacronistiche». Un quadro semplice di regole per il futuro del sistema universitario Se è vero che l’obiettivo è quello della qualità da realizzarsi con numeri non elitari, «una nuova terza fase evolutiva del sistema universitario italiano non può quindi nascere come ripiego alla miopia politica, né come inganno ideologico», sottolinea Paleari. Ciò che occorre, anche alla luce della sempre maggiore dinamicità delle relazioni e mobilità giovanile è «seppellire un’ampia stratificazione di norme e cavilli e costruire un nuovo e semplice quadro di regole che porti evolutiva- mente le Università a promuovere ciò che è necessario, prestando attenzione alle proprie vocazioni e alla capacità di attrarre oltre che di essere in sintonia con un sistema territoriale. Questo percorso può portare anche a modificare il perimetro attuale degli Atenei italiani, forse anche il numero, ma non secondo una logica contabile bensì seguendo un preciso indirizzo sotto il profilo della scelta politica». «Le Università possono quindi specializzarsi e assecondare nuove dinamiche territoriali – spiega -, sempre in una logica di competitività internazionale, e a diverse specifiche finalità da assolvere possono anche corrispondere differenziati assetti organizzativi». Più delle classifiche conta la “qualità diffusa” Una tale visione porta a rivedere il valore delle “classifiche” o ranking universitari, dove la leadership è erroneamente valutata come in una competizione sportiva e/o aziendale. «Negare la natura prettamente sportiva e aziendale dell’agire universitario non significa però rifiutare stimoli e incentivi – precisa Paleari -. Un’Università che si chiude al confronto, al bisogno di crescere e di premiare i migliori, è destinata a morire non già per decreto del Governo ma sotto il profilo sociale, perché non è più riconosciuta come tale». La nuova idea di Università «è quindi la consapevolezza del ruolo in un quadro di obiettivi competitivi. Dove il concetto di competere – rimarca - è quello della sua etimologia, ovvero quello di mirare a un obiettivo comune, dove ognuno si spende per ottenerlo. La competizione fra Atenei è quella che conduce a una migliore qualità, quella che porta anche il peggiore a essere migliore di prima. Concorrere significa gareggiare insieme e, possibilmente, non decidere a tavolino e al di fuori di un insieme di regole chi alla fine “vincerà”». «La nuova Università sarà migliore non se avrà portato un’Università italiana nelle prime dieci in classifica e oppresso tutte le altre, ma se avrà creato le condizioni per il miglioramento di tutti, che poi è il compito di ogni Istituzione sociale. Vorrei che anche per le Università valorizzassimo e apprezzassimo la “qualità diffusa” piuttosto che le sole “torri d’avorio” e che vi fosse una classifica internazionale che misurasse la bontà media dell’alta educazione. Questo non significa ovviamente non sostenere le eccellenze, concentrare i talenti e valorizzarne il merito». 10 la Rassegna 6 marzo 2014 A febbraio prezzi invariati in città Nel mese di febbraio, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), a Bergamo, non ha registrato alcuna variazione rispetto al mese precedente. Il tasso tendenziale - la variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente - si è attestata a +0,3 per cento, in diminuzione rispetto allo + 0,4 per cento registrato il mese scorso. Le variazioni, in aumento, più marcate si registrano, in questo mese, nelle divisioni di spesa: “Bevande alcoliche e tabacchi”, dove ad incidere sono gli aumenti di grappa e birre nazionali; “Mobili, articoli e servizi per la casa”, con rincari per i servizi domestici controbilanciati dai costi per ferri da stiro, lavastoviglie e lavatrici-asciugatrici e “Altri beni e servizi”, con aumenti per i prodotti di gioielleria. In forte calo la divisione di spesa “Comunicazioni”, con ribassi per i servizi di telefonia mobile e i re- Attenti alle richieste di pagamento ingannevoli Le aziende associate Univendita registrano un incremento del 3,5% del fatturato. In aumento anche la forza vendita. Il presidente Sinatra: «Cresciamo sostenendo l’economia in anni difficili» Univendita - aderente a Confcommercio - chiude il 2013 con un fatturato delle aziende associate pari a 1 miliardo e 220 milioni di euro, con un incremento del 3,5% rispetto al 2012. La vendita a domicilio d’eccellenza continua a crescere, nonostante la crisi nel Paese duri ormai da oltre cinque anni. Dal 2009, infatti, anno di inizio della crisi economica, le aziende associate Univendita hanno incrementato il proprio business di oltre il 30%. «In anni difficili per il sistema italiano siamo cresciuti in modo costante e significativo, mentre gli altri canali tradizionali del commercio hanno perso quote - sottolinea il presidente di Univendita Ciro Sinatra -. Penso e voglio credere che, con la ripresa nel nostro Paese, questa tendenza sarà rinforzata. Così come abbiamo fatto la nostra parte sostenendo l’economia in anni di crisi, infatti, potremo contribuire alla risalita». Nel dettaglio, il comparto più dinamico è stato “alimentari e beni di consumo casa” con un incremento del 5%, seguito dai “beni durevoli casa” (+2,8%) che, con una quota di mercato del 65%, si conferma il comparto di maggior Centro di mediCina dello sport Direttore sanitario: Dr. Marco Moretti • visited’idoneitàagonistica • cardiologiadellosport • certificatiperattivitàsportiva nonagonistica • traumatologiadellosport • terapiefisiche • terapiemanuali • riabilitazione posturaleglobale • valutazione funzionaledell’atleta lativi apparecchi, controbilanciati dagli aumenti per la telefonia fissa. Segue la divisione “Trasporti” dove ad incidere sono i ribassi per voli nazionali ed internazionali, trasporto marittimo, biciclette, gasolio e benzina per i mezzi di trasporto. In controtendenza troviamo le riparazioni per i mezzi di trasporto privati. Invariate nel complesso le divisioni: “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” “Abbigliamento e calzature” e “Istruzione”, “Abitazione, acqua, energia elettrica, gas e altri combustibili”, “Servizi sanitari e spese per la salute” “Ricreazione, spettacoli e cultura”, “Istruzione”, “Servizi ricettivi e di ristorazione”. Vendite a domicilio, il 2013 chiude in crescita La caMEra dI coMMErcIo Alcune imprese della provincia hanno denunciato di di aver ricevuto in questi giorni richieste di pagamento, tramite bollettino postale e ordini di bonifico, per la “registrazione di informazione di marchi: pubblicazione a scopo conoscitivo di marchi verbali, figurativi o combinati su internet”. La Camera di Commercio di Bergamo ribadisce la propria estraneità a tale iniziativa (non sussistendo, tra l’altro, alcun obbligo normativo ad effettuare l’adesione alla sopra citata proposta commerciale) e ricorda che il Diritto annuale è l’unico tributo dovuto alla Camera di Commercio da pagarsi mediante modello F24. Anche eventuali richieste di pagamento con riferimento a marchi di impresa già registrati non hanno nulla a che vedere con l’attività dell’ente camerale. Che ricorda come i marchi depositati presso le CdC o direttamente presso l’Uibm possono essere rinnovati entro 10 anni dalla data di deposito. Inoltre, per ogni corrispondenza ufficiale, la Camera di Commercio utilizza carta intestata che riporta il logo e l’esatta denominazione dell’ente. L’ente invita pertanto a prestare grande attenzione prima di sottoscrivere qualsiasi contratto, o pagare bollettini, per evitare di cadere in improbabili iscrizioni a registri o associazioni che nulla hanno a che fare con le Camere di commercio. L’Ufficio delle relazioni con il pubblico dell’ente, tel. 035-4225269 e-mail: urp@ bg.camcom.it , è comunque sempre a disposizione per ogni chiarimento. Leggeri aumenti per bevande alcoliche e servizi per la casa, in calo invece i prezzi per i settori comunicazioni e trasporti rilievo della vendita a domicilio. A seguire la “cosmesi e cura del corpo” con un +2,7%. In netta crescita il comparto “altri beni e servizi” (+22%) trainato dal risultato positivo del settore viaggi e turismo. Sul fronte occupazionale, i venditori a domicilio sono oltre 71.000, in crescita del 4,5% rispetto al 2012, con una componente femminile pari all’88%. «Le ragioni del successo della vendita a domicilio di eccellenza sono diverse - prosegue Sinatra -. Innanzitutto i fattori interni: la qualità dei prodotti venduti, che non deve mai essere data per poliambulatorio S. aleSSandro medicina e benessere odontoiatria ginecologia ■ oculistica ■ ecografia ■ chirurgia estetica ■ ■ C O N V E N Z I O N AT O www.medsportsa.it - tel. 030 7401866 via J.F.Kennedy, 44 Palazzolo sull’Oglio (Bs) tel. 030.7300861 www.s-alessandro.it ampio parcheggio gratuito scontata; gli investimenti in ricerca e sviluppo, per creare prodotti innovativi che vadano incontro alle richieste del mercato; la professionalità dei venditori, che ricevono una formazione continua dalle proprie aziende. Poi ci sono i fattori esterni: il passaparola, che rimane la forma più efficace di marketing, oggi ulteriormente potenziato dallo sviluppo dei social network; il servizio personalizzato al cliente, fattore sempre più raro da trovare nelle altre forme distributive; il servizio post-vendita, sempre puntuale ed efficace». FIno aL 9 MarZo a "ItB BErLIn" Turismo Bergamo fa tappa in Germania Turismo Bergamo partecipa fino al 9 marzo a ITB Berlin, il più importante salone del Turismo dedicato al B2B. Con oltre 180mila visitatori tra cui 108mila operatori dal mondo del turismo e 10mila espositori da 180 Paesi, ITB è una delle più importanti piattaforme B2B a livello mondiale dedicata agli operatori del turismo. E’ aperta per i primi 3 giorni agli operatori professionali e durante il weekend al pubblico e rappresenta tutto il mondo dell’ospitalità. L’agenzia bergamasca sarà presente nello stand dell’Enit all’interno dello spazio riservato alla Regione Lombardia. «Per Turismo Bergamo la partecipazione al salone del turismo berlinese è un appuntamento immancabile, da anni infatti vi prendiamo parte - sottolinea Demetrio Tomasoni, di Turismo Bergamo -. Il turismo tedesco si conferma per la Bergamasca come la maggiore fonte di clientela estera ed è in continuo incremento. I tedeschi chiedono pacchetti vacanza dinamici e tailor made, anche se il viaggio all inclusive rappresenta il 40% del loro mercato. Lo scorso anno abbiamo ricevuto diverse richieste di ricettività - alberghi e soprattutto soluzioni più che altro low-cost come camping e appartamenti per vacanza - oltre che suggerimenti di escursioni a piedi e in bici. Negli anni ci siamo inoltre accorti che diversi conoscevano già la nostra zona in particolare la città e il lago d’Iseo. Quest’anno punteremo in particolare sul turismo religioso, vista l’imminente canonizzazione di Papa Giovanni XXIII, e sulla vicinanza con Milano per Expo 2015». A ITB Berlin Turismo Bergamo presenterà quanto il territorio bergamasco offre in tema di turismo culturale, congressuale, religioso, ecoturismo e cultura, benessere. anima sportiva allo stato puro di dott. Alberto Duilio Schivardi • valutazionefunzionaleepreparazioneatletica sportdiresistenza(ciclismo,corsa,nuoto,triathlon) • preparazioneatleticasoggettiDiabete1°tipo • fitnessmetabolicopersindrome metabolicaediabete2°tipo • dietaazona • personaltrainer • rieducazioneposturaleglobale decompensatametodoPancafit® • rieducazionemotoriapost infortunio/interventochirurgico • massaggimiorilassanti tel. 338 9218448 - mail: [email protected] la Rassegna 6 marzo 2014 RISORSE UMANE IL CONSULENTE RISPONDE di Marco Bergamaschi Chi non sa delegare provoca danni all’azienda e a se stesso Mi capita spesso di incontrare lavoratori che ricoprono posizioni di responsabilità, che raccontano di una grande stanchezza nell’esercizio del loro ruolo: proprio come capita all’autore di questa lettera, al quale, rispondo con una sola parola: “delega”. La delega, ovvero il chiedere a qualcun altro di svolgere una determinata mansione al posto nostro, è uno degli strumenti fondamentali per un’efficace gestione di ogni realtà aziendale; ma è anche una delle cose più difficile da mettere in atto. Ed è un peccato, perché nessuna organizzazione può funzionare adeguatamente senza che ci sia una certa divisione del lavoro e dei compiti. La delega rappresenta uno strumento prezioso per produrre più lavoro, ottimizzare i tempi di tutti, addestrare le risorse e rafforzare lo spirito di squadra. L’ingrediente principale è quello della fiducia: se è assente tra il delegante e il delegato, ogni tentativo sarà vanificato. Ovviamente la maggiore responsabilità è patrimonio del delegante che ha il delicato compito di pianificare il processo di delega, pensare a come metterlo in funzione, vigilare su di esso e fare in modo che funzioni. Non bisogna mai dimenticare che nella capacità di delegare confluiscono più competenze come l’ascolto, la capacità di conoscere i collaboratori, l’attitudine a pianificare obiettivi e risorse e la passione per la crescita delle persone con cui si lavora. Non è facile ed ecco perché la maggior parte dei “capi” preferisce continuare sulla strada “vecchia” con la convinzione che “certe cose faccio prima a farle da solo o che “di questa cosa me ne posso D ottor Bergamaschi sono titolare di un’azienda di piccole dimensioni della provincia di Bergamo. Nonostante la crisi, grazie a un paio di ordini consistenti e di lunga durata, il carico di lavoro negli ultimi mesi è aumentato in maniera esponenziale. Al di là dell’evidente soddisfazione di essere ancora in pista, c’è però un problema che mi assilla: avverto spesso la sensazione di “non saper da dove cominciare”, mi sento schiacciato dalla responsabilità. Non ero forse preparato a questo carico e quando chiedo aiuto ai collaboratori, mi ritrovo spesso a “controllarli” per il timore che facciano errori. Non posso reggere questa situazione, me ne rendo conto. Forse dovrei affidarmi a qualcuno di fiducia, ma dove trovarlo della mattina alla sera? Un imprenditore, Grumello del Monte occupare solo io”. Peccato che il 90% delle volte siano solo scuse che celano un’ insana difficoltà a fidarsi degli altri e il timore di perdere il controllo della situazione. Ma c’è di più: è proprio la paura la peggiore nemica dell’uomo; conosco infatti molti responsabili di settore o coordinatori di progetto che hanno oggettive difficoltà a delegare, perché hanno il terrore di essere surclassati dall’altro, cioè dal delegato e vivono nella convinzione, anche se non lo diranno mai, che delegare un altro sia troppo rischioso per il loro “status”. Non dimenticherò mai durante un pranzo di lavoro, il responsabile amministrativo di un’importante gruppo bergamasco che durante un pranzo di lavoro, mi ha detto: “Se faccio tutto io, il merito è solo mio, se lo faccio fare agli altri, sono loro che si prendono il merito e io posso essere messo in discussione”. In ogni caso, che sia la convinzione che nessuno possa fare bene qualcosa al pari di come la facciamo noi, o la paura di sentirci depredati del nostro lavoro e dello status che rappresenta, il risultato è sempre quello: un accentramento di lavoro sulle spalle di una sola persona, che la porterà prima o poi a sentirsi congestionata e di conseguenza stressata dal carico di lavoro. E pensare che delegare significa cogliere il valore della responsabilità, che si realizza come un momento di crescita ed espressione di sé. Il passaggio cruciale che tutti dovrebbero fare proprio è quindi acquisire la consapevolezza che non si delegano dei compiti, ma si “affidano delle responsabilità” ed è spesso attorno a queste, e ai risultati che ne derivano, che si può instaurare nel tempo un percorso di crescita a 360 gradi capace di condurre lontano. Esiste un modo di delegare? Per rispondere a questo quesito, posso solo dire che la capacità di delega la si apprende e affina sul campo e che essa va di pari passo con la crescita personale; detto ciò, è possibile seguire dei punti chiave, che aiutano ad acquisire l’arte della delega: innanzi tutto bisogna individuare la persona giusta Fai decollare con a cui affidare un compito. Non tutti sono uguali e ognuno di noi possiede elementi di forza e di debolezza. Una persona potrà essere molto brava su un versante e meno su un altro, pertanto il primo compito del delegante sarà quello di affidare certe mansioni alla persona più in linea con loro. Poi è necessario definire in modo preciso gli obiettivi del lavoro che la persona deve fare, condividendo con lui la visione d’insieme, con la specifica di che cosa dovrebbe essere fatto, perché è necessario e entro quando dovrà essere completato. Infine l’ultima regola, forse la più difficile, è “lasciatelo fare”. Si deve evitare assolutamente di continuare a interrompere chi sta cercando di portare a termine il lavoro assegnato, chiedendogli come vanno le cose. Nella migliore delle ipotesi si rallenta il processo, nella peggiore si mina l’autostima della persona a cui si è delegato e ciò non porta a nulla di buono. A coloro che ricoprono una posizione di responsabilità e sono chiamati a delegare, mi piace ricordare l’importanza di considerare i propri collaboratori come i primi “clienti”; se si preoccuperanno costantemente di formarli, sostenerli, incoraggiarli e ogni tanto lodarli per qualche cosa buona che hanno fatto, la loro azienda non potrà che averne enorme giovamento. Anno nero per il dettaglio. Confcommercio: «Giù le tasse» Le vendite al dettaglio nel 2013 hanno fatto segnare un calo del 2,1% rispetto all’anno precedente: è il dato più forte dall’inizio delle serie storiche comparabili, ovvero almeno dal 1990. Il dato è la sintesi di flessioni dell’1,1% per i prodotti alimentari e del 2,7% per i prodotti non alimentari. Per quanto riguarda il solo mese di dicembre, l’indice destagionalizzato è sceso dello 0,3% rispetto a novembre e del 2,6% in confronto a dicembre 2012. “Il dato di dicembre è peggiore del previsto, soprattutto per la componente non alimentare, e contribuisce a chiarire che se ripresa sarà, è tutta da costruire - commenta l’Ufficio Studi di Confcommercio -. E’ quindi assolutamente prioritario intraprendere un’azione di riduzione del carico fiscale su famiglie e imprese utilizzando conclude l’Ufficio Studi - una frazione rilevante delle risorse derivanti tanto dalla lotta all’evasione quanto dalla riduzione degli sprechi nella pubblica amministrazione per il taglio delle prime aliquote dell’Irpef a partire già dalla prossima primavera”. la tua attività sul web Registrazione, trasferimento e mantenimento domini INTERNET REGISTRAR HOSTING - HOUSING Servizi di Hosting e Housing Web nel nostro Datacenter Realizzazione siti e portali internet Via Borgo Palazzo 137 24125 Bergamo (Bg) eCommerce b2b e b2c tel. 035.4120123/121 fax 035.249848 [email protected] Restyling siti e portali gia esistenti Grafica e design per web www.eascom.it H Ottimizzazione siti web per motori di ricerca Internet social marketing Streaming Audio e Video Piattaforma CMS Wordpress e Joomla! Consulenza ICT e Networking 11 12 la Rassegna 6 marzo 2014 Area Alimentari, fari puntati su prodotti locali e salute Un viaggio fra le eccellenze agroalimentari della terra bergamasca, per conoscerne la storia, le caratteristiche delle materie prime e i processi di trasformazione a cui queste ultime vengono sottoposte prima di arrivare sulla nostra tavola. È un vero e proprio progetto di divulgazione e informazione, rivolto alle imprese artigiane del settore alimentare ma anche a tutta la cittadinanza, quello messo in campo da Confartigianato Bergamo in collaborazione con Asl e Coldiretti. Un progetto che vede nel periodico dell’Organizzazione di via Torretta distribuito a tutti gli associati, “Bergamo Artigiana”, il principale canale di divulgazione. Per tutto l’anno, infatti, la rivista dedica un’ampia rubrica ad una materia prima o ad un alimento composto, approfondendone i benefici nutrizionali e fornendo indicazioni pratiche sulla loro lavorazione e trasformazione (gli aspetti, cioè, che si legano più strettamente all’attività delle imprese del comparto alimentare). Si tratta, quindi, di un focus mirato, nel quale verranno affrontati, di volta in volta, anche argomenti legati alla salute, all’igiene, alla sostenibilità e alla tutela dell’ambiente. «Questo accordo – spiega il presidente Angelo Carrara – non solo ci permette di esplorare il mondo dell’alimentazione anche nei suoi aspetti meno noti, fornendo un servizio utile all’Area Alimentari e, più in generale, a tutti noi consumatori. L’esperienza vuole anche essere lo spunto per nuovi progetti di collaborazione: penso, ad esempio, all’organizzazione Dall’accordo con Asl e Coldiretti un progetto divulgativo per operatori e consumatori. Sul periodico “Bergamo Artigiana” approfondimenti sulle eccellenze del territorio, la lavorazione e l’utilizzo in tavola. Carrara: «La collaborazione sarà estesa a iniziative ed eventi» capaB Pasticcieri, Berbenni confermato al vertice Giosuè Berbenni, pasticciere di Montello e capo Area Alimentari di Confartigianato Bergamo, è stato riconfermato presidente del Capab, il consorzio artigiani pasticcieri bergamaschi, per il quadriennio 2014-2017. Il rinnovo del direttivo è avvenuto lo scorso 26 febbraio, nell’Auditorium di via Torretta, durante l’assemblea annuale del consorzio. Ad affiancare Berbenni ci saranno Giovanni Martinelli di Trescore Balneario (vicepresidente), Rossano Pelizzari di Bariano, Ivan Feliciani di Villa di Serio, Anto- artE &’ artIgIanato Fino al 26 marzo in mostra “l’Inferno” di Cattaneo È una mostra “in itinere” quella che debutta venerdì 7 marzo alle 19, nella sala Agazzi di via Torretta e che ha per protagonista il giovane pittore Paolo Cattaneo. Intitolata “Anatomia di un progetto – Studi del VII cerchio, 3° girone dell’Inferno”, l’esposizione è inserita nel cartellone di “Arte &’ Artigianato”, la rassegna promossa da Confartigianato Bergamo e patrocinata da Regione, Provincia, Comune di Bergamo, Camera di Commercio, Confartigianato Imprese Lombardia e Scuola d’Arte Andrea Fantoni. Esposti, ci saranno i disegni, gli schizzi, i lavori preparatori, oltre ad alcune tele già ultimate, di uno studio che l’artista bergamasco sta conducendo sulla Divina Commedia di Dante, in particolare sul terzo girone del settimo cerchio dell’Inferno (i violenti). L’opera completa e ultimata verrà poi esposta, tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, al Museo diocesano Adriano Bernareggi. La mostra di “Arte &’ Artigianato” può invece essere ammirata, ad ingresso gratuito, fino a mercoledì 26 marzo, nei seguenti orari: da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 18, sabato (presente l’artista) dalle 15.30 alle 18. Per informazioni: Segreteria organizzativa (tel. 035 274292; email:[email protected]). nio Chiodini di Villongo (tutti riconfermati) e i nuovi ingressi Omar Bellicini di Ghisalba e Giovanni Guerini di Cividate al Piano. Per il collegio dei revisori, riconfermato presidente Angelo Nervi, affiancato da Marco Bedetti ed Emilio Sessantini; supplenti Livio Ravasio e Roberto Benini. Infine, membri del collegio dei probiviri, sono stati nominati Severino Capello (presidente riconfermato e coordinatore del Gruppo pensionati Capab), Rinaldo Merisi e Francesco Bolis. di incontri formativi, convegni e seminari che possono diventare occasioni di aggiornamento per le imprese dell’Area Alimentari. Un primo esempio lo abbiamo già potuto vedere lo scorso 27 gennaio, con il convegno dedicato alla celiachia e gli alimenti senza glutine, che ha richiamato un folto pubblico a dimostrazione della trasversalità di interesse. Per i panificatori, in primis, si è anche trattato di un incontro formativo di grande attualità, viste le incombenze nel dover gestire i prodotti senza glutine separatamente dagli altri». La collaborazione fra Confartigianato Bergamo, Asl e Coldiretti ha debuttato sul numero di gennaio-febbraio di “Bergamo Artigiana” con un’intervista ai referenti dell’Asl di Bergamo, Lucia Antonioli (direttore dell’Area di Igiene degli alimenti e della sicurezza nutrizionale del Dipartimento di Prevenzione Medico) e Camillo Gandolfi (direttore del Servizio Igiene degli alimenti di origine animale del Dipartimento di Prevenzione Veterinario), i quali hanno illustrato le attività di prevenzione e controllo svolte dai rispettivi dipartimenti. Sul nuovo numero della rivista, quello di marzo-aprile, la carrellata dei prodotti gastronomici è ufficialmente partita con un focus dedicato al latte e ai formaggi made in Bergamo. All’interno, anche la testimonianza di due storiche imprese artigiane associate, “Casearia Arnoldi” e “Casarrigoni”, che nel piccolo paese montano di Peghera hanno dato vita ad una sorta di distretto della stagionatura, «una tecnica – conclude Carrara – che non è semplice operazione commerciale ma vera e propria arte della trasformazione: in pratica, il succo del lavoro artigiano». Per maggiori informazioni è possibile contattare l’ufficio Aree di mestiere al numero: 035 274292; e-mail: alfredo.perico@ artigianibg.com). IN BREVE costa Volpino, debutta la nuova sede Nuovi uffici a Costa Volpino per Confartigianato Bergamo. Apre lunedì 24 marzo, in via Nazionale 305, la nuova sede della delegazione, che lascia i vecchi spazi al civico 57 della stessa via. La sede, più comoda e funzionale, è dotata di un ampio parcheggio ed è facilmente raggiungibile: si trova a circa 200 metri dall’uscita della superstrada. L’inaugurazione ufficiale è prevista per sabato 17 maggio mentre martedì 13 maggio è in programma un convegno dedicato al settore delle costruzioni e agli incentivi fiscali. Restano confermati sia gli orari di apertura (da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 18) che i recapiti telefonici (tel. 035 972194 – fax 035 972440). Impiantisti, estetisti e acconciatori: nuovi corsi al via Sono in partenza, nella sede di via Torretta, nuovi corsi formativi rivolti alle diverse categorie. Per gli impiantisti termoidraulici, giovedì 20 marzo si terrà il corso sulla Norma UNI 10738:2012 “Dichiarazione di rispondenza” che riguarda la sicurezza degli impianti a gas per uso domestico e similari non superiori a 35 kilowatt. Per gli impiantisti elettrici, martedì 25 marzo è in programma il corso sulla Norma Cei 11-27 per l’ottenimento della qualifica di persona esperta (Pes) a lavori sotto tensione. Tre, invece, le proposte formative rivolte all’Area Servizi alle persone: per gli acconciatori, lunedì 24 marzo il corso su “comunicazione e gestione dei clienti” e lunedì 31 marzo il corso di specializzazione in 400 ore per l’esercizio della professione, mentre per gli estetisti, lunedì 24 marzo, si terrà un corso professionalizzante sul tema “il massaggio in estetica”. Per iscrizioni e informazioni contattare l’ufficio Formazione al numero: 035 274321-324; e-mail: formazione@ artigianibg.com. Giovani Imprenditori in aiuto al laboratorio “Il colibrì” Il gruppo Giovani imprenditori di Confartigianato Bergamo, guidato da Daniele Lo Sasso, sta aiutando il laboratorio del legno “Il Colibrì”, della cooperativa sociale Aeper (che inserisce soggetti con disagi psichici), a organizzare una gestione di bilancio efficiente. Grazie ad un accordo con la cooperativa bergamasca, i giovani imprenditori si sono infatti impegnati a realizzare gratuitamente un business plan in grado di razionalizzare le spese e potenziare gli aspetti virtuosi del bilancio di questa realtà sociale. Per questo il gruppo ha iniziato un percorso formativo all’interno di Confartigianato Bergamo, che lunedì 10 marzo vedrà la sua seconda lezione incentrata sull’analisi dello stato patrimoniale. L’obiettivo è affinare le proprie competenze in materia per applicarle concretamente all’iniziativa, la quale diverrà un “case history” per l’utilizzo del business plan anche nelle rispettive aziende. Soggiorno a creta, aperte le iscrizioni È l’isola di Creta la meta scelta quest’anno per il soggiorno aggregativo riservato agli associati di Confartigianato Bergamo e ai loro familiari. Il viaggio è in programma da sabato 14 a sabato 21 giugno. Le iscrizioni sono già aperte e per informazioni è possibile contattare la Segreteria Organizzativa al numero: 035 274331; e-mail: patrizia. [email protected]. la Rassegna 6 marzo 2014 13 La comunicazione “black list” 2014 Con la collaborazione del Centro Studi Seac c.d. “Modello di comunicazione polivalente” con il quale è possibile comunicare: • l’elenco clienti / fornitori (spesometro); • i beni in leasing / noleggio; • le operazioni legate al turismo effettuate in contanti; • le operazioni con Paesi black list. L’utilizzo del quadro BL contenuto nella citata comunicazione rappresentava una facoltà fino al 31.12.2013. Dall’1.1.2014 l’utilizzo dello stesso è diventato obbligatorio. Le prime scadenze interessate dall’obbligo di utilizzo del quadro BL sono state quella del 28.2.2014, per la comunicazione delle operazioni del mese di gennaio e la prossima è del 30.4.2014, per le operazioni relative al primo trimestre. Come noto, l’art. 1, commi da 1 a 3, DL n. 40/2010 ha introdotto l’obbligo di comunicare gli acquisti / cessioni di beni nonché le prestazioni di servizi rese e ricevute, registrate o soggette a registrazione, nei confronti di operatori economici con sede, residenza o domicilio in Paesi a fiscalità privilegiata, c.d. “black list”, individuati dai DDMM 4.5.99 e 21.11.2001. L’art. 2, comma 8, DL n. 16/2012, ha successivamente previsto una specifica “soglia” disponendo che la comunicazione in esame è limitata alle operazioni di importo superiore a € 500. Le semplificazioni annunciate dall’Agenzia delle Entrate nel Comunicato stampa 3.7.2013 (cadenza annuale dell’adempimento e aumento della “soglia” di esenzione dalla comunicazione da € 500 a € 1.000) non è ancora operativa. La stessa è infatti contenuta nell’art. 22, commi 7 e 8 del Ddl n. 958, in corso di conversione in legge. soggEttI oBBLIgatI E opEraZIonI da coMunIcarE Soggetti passivi IVA (imprese e lavoratori autonomi) che effettuano, nei confronti di operatori economici (non privati) aventi sede, residenza o domicilio negli Stati o territori a regime fiscale privilegiato, le seguenti operazioni: • cessioni di beni / prestazioni di servizi rese; • acquisti di beni / prestazioni di servizi ricevute. Come chiarito dall’Agenzia delle Entrate nella Circolare 21.10.2010, n. 53/E sono altresì obbligati alla comunicazione: • gli enti non commerciali relativamente alle attività commerciali; • le stabili organizzazioni di soggetti non residenti; • i rappresentanti fiscali e le identificazioni dirette di soggetti non residenti. Tra i soggetti obbligati rientrano anche i contribuenti che adottano il regime contabile agevolato “ex minimi” di cui all’art. 27, comma 3, DL n. 98/2011. Con riferimento ad alcune fattispecie particolari si rinvia ai chiarimenti forniti dall’Agenzia nella Circolare 21.10.2011, n. 2/E. soggEttI EsonEratI • soggetti che si avvalgono del regime dei minimi ex art. 27, commi 1 e 2, DL n. 98/2011; • soggetti che adottano il regime delle nuove iniziative ex art. 13, Legge n. 388/2000. MoMEnto rILEVantE pEr La prEsEntaZIonE L’Agenzia nella citata Circolare n. 53/E ha precisato che il momento rilevante per individuare il periodo in cui comprendere le operazioni da segnalare coincide, in generale, con la data di registrazione nei registri IVA ovvero, se precedente o alternativa, nelle scritture contabili obbligatorie. Per le importazioni, come chiarito nella citata Circolare n. 2/E (quesito 1.1), i dati da comunicare sono desumibili dalle bollette doganali. pErIodIcItÀ dI prEsEntaZIonE • Trimestrale, qualora negli ultimi 4 trimestri e per ciascuna categoria di operazioni (beni o servizi) non sia stato superato il limite trimestrale di € 50.000; • Mensile, nei casi diversi dal precedente. Per i soggetti che hanno iniziato l’attività da meno di 4 trimestri la comunicazione va effet- prIMo utILIZZo oBBLIgatorIo dEL Quadro BL pEr L’InVIo dELLE opEraZIonI BLacK LIst Scadenza Periodo di riferimento della comunicazione 30.4.2014 1° trimestre 2014 (contribuenti trimestrali) contEnuto dEL Quadro BL Innanzitutto va evidenziato che nel Frontespizio del “Modello di comunicazione polivalente” va riportato il periodo di riferimento, ossia “anno” e “mese / trimestre”, utilizzando i seguenti codici: tuata con periodicità trimestrale, a condizione comunque che il suddetto limite (€ 50.000) non sia superato nel trimestre in corso e in quelli precedenti. I soggetti trimestrali che nel corso di un trimestre superano il suddetto limite, a decorrere dal mese successivo a quello di riferimento dovranno provvedere alla presentazione con periodicità mensile. I soggetti tenuti alla presentazione con cadenza trimestrale possono scegliere di presentare la comunicazione con periodicità mensile. Tale scelta vincola alla presentazione mensile per l’intero anno. ModaLItÀ E tErMInI dI prEsEntaZIonE La comunicazione in esame va presentata all’Agenzia delle Entrate: • esclusivamente in via telematica; • entro l’ultimo giorno del mese successivo al periodo (mese o trimestre) di riferimento. rEgIME sanZIonatorIo In caso di: • omissione della comunicazione; • comunicazione con dati incompleti / non veritieri; è applicabile la sanzione prevista dall’art. 1, comma 1, D.Lgs. n. 471/97 ossia da € 258 a € 2.065 elevata al doppio. L’Agenzia delle Entrate nella citata Circolare n. 53/E ribadisce che “in caso di ripetuta violazione dell’obbligo di comunicazione in esame – realizzato indifferentemente nella forma dell’omissione ovvero dell’incompletezza o non veridicità dei dati esposti – ciascuna violazione soggiace alla pena per essa prevista secondo le regole del cumulo materiale, senza possibilità di applicare il cumulo giuridico alle relative sanzioni”. La stessa Agenzia nella citata Circolare n. 2/E (quesito 4.1) ha precisato che scaduti i termini di presentazione della comunicazione, il contribuente che intende rettificare o integrare la stessa può presentare: • entro l’ultimo giorno del mese successivo alla scadenza del termine della comunicazione originaria, una nuova comunicazione; • entro 1 anno, una nuova comunicazione con il versamento della sanzione ridotta di € 64 (516 x 1/8). Come sopra accennato, l’obbligo di monitorag- gio interessa le operazioni effettuate con soggetti residenti in Paesi “di cui al Decreto del Ministro delle finanze in data 4 maggio 1999 … e al decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 21 novembre 2001 …”. Vanno pertanto considerati i Paesi / territori presenti nel seguente elenco risultante dalla combinazione delle predette liste. I tErrItorI “BLacK LIst” Alderney, Andorra, Angola, Anguilla, Antigua, Antille Olandesi, Aruba, Bahamas, Bahrein, Barbados, Barbuda, Belize, Bermuda, Brunei, Costarica, Dominica, Ecuador, Emirati Arabi Uniti, Filippine, Gibilterra, Giamaica, Gibuti (ex Afar e Issas), Grenada, Guatemala, Guernsey (Isole del Canale), Herm (Isole del Canale), Hong Kong, Isola di Man, Isole Cayman, Isole Cook, Isole Marshall, Isole Turks e Caicos, Isole Vergini britanniche, Isole Vergini statunitensi, Jersey (Isole del Canale), Kenia, Kiribati (ex Isole Gilbert), Libano, Liberia, Liechtenstein, Lussemburgo, Macao, Maldive, Malesia, Mauritius , Monaco , Montserrat, Nauru, Niue, Nuova Caledonia, Oman, Panama, Polinesia francese, Portorico, Saint Kitts e Nevis, Salomone, Samoa, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Sant’Elena, Sark (Isole del Canale), Seychelles, Singapore, Svizzera, Taiwan, Tonga, Tuvalu (ex Isole Ellice), Uruguay, Vanuatu. lA NoVITà / san MarIno non È pIÙ nELL’ELEnco Con un apposito DM recentemente approvato San Marino è stato “cancellato” dall’elenco di cui al DM 4.5.99. L’operatività dell’esclusione è collegata alla pubblicazione dello stesso sulla Gazzetta Ufficiale, avvenuta il 24 Febbraio 2014. L’esclusione ha effetto (dalle operazioni effettuate) a decorrere dal 24 Febbraio 2014. In merito si rammenta che: - dall’1.7.2010 sono stati esclusi dai Paesi black list Cipro, Corea del sud e Malta; - in caso di operazioni con Paesi black list siti nella UE (ad esempio, Lussemburgo e Monaco) è necessario inviare sia i modd. Intra che la comunicazione in esame. Con il Provvedimento 2.8.2013, n. 94908, l’Agenzia delle Entrate ha reso disponibile il MEsE trIMEstrE gennaio 1 maggio 5 settembre 9 I trimestre T1 febbraio 2 giugno 6 ottobre 10 II trimestre T2 marzo 3 luglio 7 novembre 11 III trimestre T3 aprile 4 agosto 8 dicembre 12 IV trimestre T4 Va altresì barrata la casella “Dati Aggregati” e la specifica casella “Operaz. con paesi Black-list”. rIgo dEscrIZIonE ■ BL001 Vanno indicati i dati anagrafici del soggetto non residente (persona fisica o persona giuridica) riportando altresì il codice dello Stato estero. La provincia estera di nascita va rappresentata dalla sigla “EE”. ■ BL002 Va barrata la casella “Operazioni con paesi con fiscalità privilegiata”. Il campo “Codice identificativo IVA” relativo alla controparte estera non è obbligatorio. IL nuoVo Quadro BL dELLa coMunIcaZIonE poLIVaLEntE ■ da BL003 a BL008 Vanno indicate, distinguendo tra operazioni attive e passive: • l’importo delle operazioni imponibili, non imponibili ed esenti e la relativa imposta; • l’importo delle operazioni non soggette ad IVA (per le operazioni attive vanno distinte le cessioni dalle prestazioni di servizi); • l’importo e l’imposta delle note di variazione. rapportI tra coMunIcaZIonE BLacK LIst E spEsoMEtro Si rammenta infine che le operazioni black list comunicate all’Agenzia delle Entrate utilizzando il quadro BL non vanno riportate nella comunicazione clienti / fornitori (spesometro), comprese quelle di importo non superiore a € 500 (escluse dalla comunicazione black list). 14 la Rassegna 6 marzo 2014 caldo & freddo al tuo servizio Da anni siamo un punto di riferimento nel campo del condizionamento e della refrigerazione. Da oggi garantiamo allo stesso modo tutto il calore che serve per ogni tipo di realtà: commerciale, industriale, pubblica e privata. Alte prestazioni e tecnologia d’avanguardia nel rispetto dell’ambiente. via Arcene, 27/29 • 24040 Ciserano (Bg) • tel. 035 48 13 382 • www.emmetreclimaservice.it centro assistenza autorizzato caldo_e_freddo_A4_tr.indd 1 15/01/14 15.06 la Rassegna 6 marzo 2014 PUNTO LAVORO 15 a cura di Ascom e Seac “Destinazione Italia”, le nuove misure per il contrasto al lavoro irregolare La conversione in legge del decreto ha modificato ulteriormente le sanzioni gore della legge di conversione (Legge n. 9/2014). Ciò implica che, in relazione alle violazioni commesse a decorrere dal 24.12.2013, trovano applicazione i nuovi importi maggiorati del 30% ma solo per quelle commesse fino al 21.02.2014 il trasgressore potrà, comunque, beneficiare della procedura di diffida. Per le violazioni commesse successivamente a tale data, infatti, la norma ora esclude espressamente la possibilità per il trasgressore di • regolarizzare il periodo di lavoro nero a seguito della diffida impartita dal personale ispettivo, • essere conseguentemente ammesso a pagare un importo pari al minimo della sanzione stabilita dalla legge tra un minimo ed un massimo ed un quarto della maggiorazione stabilita in misura fissa. È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 43 del 21 febbraio 2014 la Legge n. 9 del 21 febbraio 2014 di conversione del Decreto Legge n. 145/2013 (cosiddetto Decreto “Destinazione Italia”). La Legge è in vigore dal 22 febbraio 2014. In fase di conversione in legge, il Decreto, entrato in vigore il 24 dicembre 2013, ha subito profonde modifiche. In particolare, l’articolo 14, contenente misure per il contrasto del lavoro sommerso e irregolare, è stato completamente riscritto, sempre in un’ottica di contrasto al lavoro nero, da un lato, e di tutela della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro, dall’altro. Di seguito, si riepilogano le misure come modificate dalla Legge n. 9/2014. MISUre DI cONTraSTO aL LaVOrO IrreGOLare art. 14, comma 1, lett. b) Viene disposto: - l’aumento del 30% dell’importo delle sanzioni amministrative connesse all’impiego di lavoratori subordinati irregolari nonché l’esclusione, in tali ipotesi, della procedura di diffida; - l’aumento del 30% dell’importo delle somme aggiuntive da versare per la revoca del provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale disposta dagli organi di vigilanza (inclusi quelli delle Asl). Lavoro irregolare L’art. 14, comma 1, lett. b) del DL n. 145/2013 come convertito dalla Legge n. 9/2014 conferma l’aumento del 30% delle sanzioni amministrative connesse all’impiego di lavoratori irregolari (art. 3, DL n. 12/2002, convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 73/2002 e successive modificazioni). Le ipotesi sanzionabili sono quelle caratterizzate dall’impiego di lavoratori subordinati senza la preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto da parte del datore di lavoro privato. Rimangono esclusi dalla previsione in oggetto i datori di lavoro domestico. Il predetto aumento era già previsto nel testo originario del DL n. 145/2013 e trova, dunque, applicazione con riferimento alle violazioni commesse a decorrere dal 24 dicembre 2013 (data di entrata in vigore del DL n. 145/2013). In relazione alle sanzioni amministrative in oggetto, lo stesso art. 14, comma 1, lett. b) del DL n. 145/2013 come convertito dalla Legge n. 9/2014 esclude espressamente la procedura di diffida di cui all’art. 13 del D.Lgs n. 124/2004, analogamente a quanto previsto nella sua versione originaria. Tuttavia, in sede di conversione in legge, viene puntualizzato che restano soggette alla predetta procedura di diffida le violazioni commesse prima del 22 febbraio 2014, data di entrata in vi- ■ Le sanzioni amministrative Si riepilogano di seguito gli importi delle sanzioni amministrative applicabili alle violazioni in materia di impiego di lavoratori irregolari (senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro da parte del datore di lavoro privato) commesse • fino al 23 dicembre 2013, • nel periodo compreso tra il 24 dicembre 2013 (data di entrata in vigore del DL n. 145/2013) e il 21 febbraio 2014; • dal 22 febbraio 2014 (data di entrata in vigore della Legge n. 9/2014). Violazioni commesse fino al 23.12.2013 da euro 1.500 a euro 12.000 per ciascun lavoratore irregolare, maggiorata di euro 150 per ciascuna giornata di lavoro effettivo da euro 1.000 a euro 8.000 per ciascun lavoratore irregolare, maggiorato di euro 30 per ciascuna giornata di lavoro irregolare, nel caso in cui il lavoratore risulti regolarmente occupato per un periodo lavorativo successivo procedura di diffida ammessa procedura di diffida ammessa Violazioni commesse dal 24.12.2013 al 21.02.2014 da euro 1.950 a euro 15.600 per ciascun lavoratore irregolare, maggiorata di euro 195 per ciascuna giornata di lavoro effettivo da euro 1.300 a euro 10.400 per ciascun lavoratore irregolare, maggiorato di euro 39 per ciascuna giornata di lavoro irregolare, nel caso in cui il lavoratore risulti regolarmente occupato per un periodo lavorativo successivo procedura di diffida ammessa procedura di diffida ammessa Violazioni commesse dal 22.02.2014 da euro 1.950 a euro 15.600 per ciascun lavoratore irregolare, maggiorata di euro 195 per ciascuna giornata di lavoro effettivo da euro 1.300 a euro 10.400 per ciascun lavoratore irregolare, maggiorato di euro 39 per ciascuna giornata di lavoro irregolare, nel caso in cui il lavoratore risulti regolarmente occupato per un periodo lavorativo successivo procedura di diffida non ammessa Tfr, l’indice di rivalutazione di gennaio L’Istituto Centrale di Statistica ha reso noto che l’indice dei prezzi al consumo relativo al mese di gennaio 2014 è pari a 107,30. Per il mese di gennaio 2014, il tasso di rivalutazione monetaria del Tfr è costituito dalla somma del 75% della variazione dell’indice di 0,186741, pari ■ sospensione dell’attività imprenditoriale L’art. 14, comma 1, lett. b) del DL n. 145/2013 come convertito dalla Legge n. 9/2014 conferma l’aumento del 30% anche dell’importo delle somme aggiuntive da versare per la revoca del provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale adottato dal personale ispettivo del Ministero del Lavoro nonché delle Asl laddove riscontri l’impiego di personale “in nero” in misura pari o superiore al 20% del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro (art. 14, comma 4, lettera c) e comma 5, lettera b), D.Lgs n. 81/2008) nonché in caso di gravi e reiterate violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. Si tratta delle somme aggiuntive che il destinatario del provvedimento di sospensione è tenuto a corrispondere all’Erario per ottenere la revoca del provvedimento stesso. Si riepilogano di seguito gli importi delle somme aggiuntive da versare ai fini della revoca del provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale fino al 23 dicembre 2013 e a decorrere dal 24 dicembre 2013. somme aggiuntive procedura di diffida non ammessa allo 0,140056, e da un dodicesimo del tasso di rendimento fisso dell’1,50%, pari allo 0,1250 per un totale dello 0,265056. Conseguentemente il coefficiente da applicare all’importo del trattamento di fine rapporto accantonato al 31 dicembre 2013 è pari allo 0,265056%. Le violazioni commesse anteriormente al 24 dicembre 2013 saranno, invece, soggette alla disciplina previgente. In altri termini, per dette violazioni • si dovranno applicare gli importi sanzionatori non maggiorati • si potrà accedere alla procedura della diffida di cui all’art. 13, D.Lgs n. 124/2004, ciò, si ritiene, indipendentemente dalla data dell’accertamento della violazione e/o di notificazione del provvedimento, come peraltro puntualizzato dal Ministero del Lavoro nella Lettera circolare n. 22277 del 27 dicembre 2013, nella quale sono state fornite le prime indicazioni in merito alle modifiche apportate dal DL n. 145/2013 al regime sanzionatorio previsto per l’impiego di lavoratori irregolari. fino al 23.12.2013 dal 24.12.2013 Provvedimento adottato a fronte del riscontro di impiego di personale “in nero” in misura pari o superiore al 20 per cento del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro euro 1.500 euro 1.950 Provvedimento adottato a fronte del riscontro di gravi e reiterate violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro euro 2.500 euro 3.250 A seguito delle modifiche introdotte dal Decreto “Destinazione Italia” e confermate in sede di conversione in legge, a partire dal 24 dicembre 2013, la revoca del provvedimento è, dunque, subordinata: • in presenza di lavoratori irregolari: alla regolarizzazione degli stessi (art. 14, comma 4, lett. a), D.Lgs n. 81/2008) e al pagamento della somma aggiuntiva di 1.950 euro (art. 14, comma 4, lett. c), D.Lgs n. 81/2008); • in presenza di gravi e reiterate violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro in presenza di lavoratori irregolari: all’accertamento del ripristino delle regolari condizioni di lavoro (art. 14, comma 4 lett. b), D.Lgs n. 81/2008) e al pagamento della somma aggiuntiva di 3.250 euro (art. 14, comma 4, lett. c), D.Lgs. n. 81/2008). A tale riguardo, il Ministero del Lavoro, nella Lettera circolare n. 22277/2013, ha chiarito che trattandosi di somme aggiuntive (e non sanzioni in senso stretto) le stesse devono essere applicate alle richieste di revoca del provvedimento effettuate dal 24 dicembre 2013, anche se riferite a condotte poste in essere prima di tale data. 16 6 marzo 2014 la Rassegna
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