I cento "tavoli" caldi aro record di vertenze

I cento "tavoli" caldi
aro record di vertenze
Un esercito di 16mila lavoratori impegnato in trattative dall'esito incerto
Ma ci sono anche i 190mila disoccupati e troppi part-time da 500 euro al mese
LA MAPPA
di Stefano Bartoli
Cento "tavoli" aperti presso la
Regione Toscana con oltre
16mila lavoratori coinvolti. Centomila posti di lavoro perduti
dal 2008, anno ufficiale dell'inizio della crisi fino ad oggi. E poi,
su un milione e mezzo di lavoratori attivi nel nostro territorio,
almeno 190mila attualmente disoccupati, 50mila in cassa integrazione, altri l5mila con contratti di solidarietà. Sono impietosi i numeri che arrivano dal
inondo del lavoro regionale, cifre impressionanti che offuscano le previsioni di un autunno
comunque caldissimo. Cento
"tavoli" dicevamo, ma sono soltanto quelli approdati a Firenze
e che normalmente riguardano
le aziende sindacalizzate: secondo Daniele Quiriconi, responsabile Attività Produttive e Mercato del Lavoro della Cgil regionale, il totale delle vertenze è sicuramente più alto e non comprende le crisi esplose in questi
ultimissimi giorni. «Come quella dell'Ondulati Giusti diAltopascio e Sesto Fiorentino e che
coinvolge 300 dipendenti - spiega -, della Satis, azienda per mobili di Quarrata con 50 persone
in cassa integrazione straordinaria o della Power One di Arezzo, struttura che si occupa difotovoltaico che ha stimato 44 esuberi su un totale di 400 assunti».
Crisi a tappeto. Ma quello che
colpisce è la diffusione pressoché omogenea su tutto il terri to-
rio delle difficoltà occupazionali. «Chiaro che - sottolinea l'assessore regionale al Lavoro
Gianfranco Simoncini -, i grandi numeri sono quelli che riguardano la Lucchini di Piombino dove alla fine, si parla di oltre
2mila persone coinvolte, e per
la quale siamo in cerca di una
soluzione stabile. Così come la
raffineria Erri di Livorno (qui ci
lavorano 450 dipendenti diretti
ed altri 300 nell'indotto, ndr)
per cui stiamo interessando il
governo nazionale. Ma le vertenze, come risulta dai nostri dati, sono tante ed anche per l'ultimo caso, quello della Trw, fabbrica livornese di componentistica auto, l'interessamento è
massimo».
Mappa eterogenea. Dunque,
con poche eccezioni positive
che riguardano in particolare le
piccole aziende della moda o
della pelletteria che si basano
sull'export verso l'estero, l'occupazione stabile è messa a dura
prova praticamente dappertutto (vedi anche la grafica). Non si
sono salvate ad esempio la Bernini del settore metalmeccanico con sedi a Livorno, Pisa e
Grosseto e perla quale lavoravano 45 dipendenti, così come la
Bp-Studio, ex gioiellino del tessile per cui, a Firenze e Sesto Fiorentino, prestavano la loro opera una ventina di persone. Così
come la Cla, ex Consorzio Etruria di Montelupo, struttura specializzata nell'edilizia, che da
233 dipendenti è orinai passata
a meno di cento. Una situazione per certi versi simile a quella
della ex Eaton di Massa, dove un
piano di reindustrializzazione
prevede il riassorbimento di appena 70 degli attuali 250 lavora[ori.
La costa in affanno . Tornando
sul litorale, sempre a Piombino,
il caso Lucchini non ci deve far
dimenticare dellaMagona, polo
della siderurgia dove i 540 addetti operano da tempo con un
contratto di solidarietà, mentre
più a nord l'ex colosso Solvayha
avviato una procedura di esubero per 60 dei suoi 600 dipendenti. Da segnalare inoltre anche le
difficoltà della Selex, azienda di
informazioni e comunicazioni
con sedi a Firenze e Pisa, i cui
1.270 lavoratori sono in cassa integrazione per riorganizzazione
aziendale, mentre sono addirittura 1.500 i contratti di solidarietà attivati alla Menarini, ancora
a Firenze Pisa, colosso del settore chimico-farmaceutico.
L'esercito dei sottoccupati. Ma
non è finita perché, come sottolinea infine Quiriconi, i numeri
non tengono conto di chi, dopo
essere stato espulso da una fabbrica o un'azienda, è riuscito a
trovare lavoro magari da Ikea o
McDonald's: «Strutture che offrono occupazione - conclude il
sindacalista - , ma in versione
part-time a 8,16 0 20 ore, con stipendi che quasi sempre non superan o i 500 euro. Sono cioè inferiori a quanto veniva percepito, ad esempio, con la cassa integrazione. Una situazione che
porta ad un abbassamento del
reddito complessivo ed al conseguente calo dei consumi».
@< I PRODJZIONE RISERVATA
I unto "ta, oIi" cyldi
.imai o rcv urd di a.: tc,-
2a200 dipendenti con contratto
di solidarietà
540 dipenderti con contratto
di solidarietà
234 dipendenti con contratto
di solidarietà per procedura
di mobilità
413 dipendenti (500 considerando
l'indotto)
Annunciata la chiusura dell'azienda
1.500 dipendenti con contratto
di solidarietà
250 dipendenti in mobilità
in deroga
Piano di reindustrializzazione
1m270 dipendenti, cassa integrazione in corso, preAsta la riassunzìone
guadagni straordinaria
soltanto di 70 persone
per riorganizzazione aziendale
600 dipendenti , procedura avviata
450 dipendenti , 300 nell'indotto
raffineria a rischio vendita
per 60 esuberi
o trasformazione in deposito
315 dipendenti , cassa integrazione
guadagni straordinaria
per cessazione attività
Fonti. Regione Toscana-Assessorato
alle Attività Produttive; cgll Toscanasettore Attività ProdutOve,Contrattazione
e Polifiche dei Lavoro
Lucchini, Magona, raffineria Eni:
sulla costa il quadro più drammatico