PREFAZIONE Perché un Project Work: a cosa serve e cosa è Il "Project Work" rappresenta, per molti aspetti, una sintesi del percorso formativo di un professionista di un Corso Professionale, di specializzazione o Master. Si può paragonare a una tesi di laurea, ma in realtà significa qualcosa in più. Infatti, non è solo la verifica del know‐how appreso, ma è l'occasione per mostrare la propria creatività, ingegnosità e capacità di affrontare diverse problematiche in un contesto reale. Realizzare un "Project Work" significa svolgere una sperimentazione attiva di concetti appresi nel corso di un percorso formativo/didattico. Questo strumento progettuale si collega alla metodologia "learning by doing" e consiste nell'elaborazione di un progetto riguardante contesti reali, dopo una fase di apprendimento. Il "Project Work" può essere di gruppo o individuale e i suoi esiti vengono discussi e analizzati durante una fase didattico‐applicativa. L'obiettivo di questo metodo è di incentivare i partecipanti a cimentarsi sugli argomenti affrontati nell'ambito di un piano di azione, nonché la loro contestualizzazione nei determinati ambienti in cui i partecipanti si troveranno ad agire. Il “Project Work” nella formazione nasce come risposta ad un bisogno espresso dal contesto di riferimento. L'analisi dei fabbisogni formativi rappresenta infatti il punto di partenza nella creazione di un progetto finalizzato alla realizzazione di compiti e alla risoluzione di problemi concreti. "Lavorare per progetti" permette di focalizzarsi sui bisogni della specifica situazione, suddividendoli in obiettivi formativi raggiungibili valorizzando le capacità e le competenze di ogni persona partecipante alla realizzazione del Project Work. Il “Project Work” rappresenta, infatti, l'occasione, per coloro che vi partecipano attivamente, di verificare lo stato delle loro capacità organizzative, decisionali, relazionali, operative e di analisi. Possiamo dunque individuare, come finalità primaria di un progetto, la realizzazione di un cambiamento rispondendo ad un bisogno formativo tramite le risorse disponibili e nel rispetto di quanto pianificato. Il “Project Work” quindi, oltre a fornire vantaggi al destinatario dell'azione formativa, rappresenta un valore aggiunto a livello personale contribuendo ad un accrescimento professionale del candidato con l'acquisizione di competenze in diverse discipline. LINEE GUIDA PER LA REALIZZAZIONE DI UN PROJECT WORK (PW) INDICE 1. La preparazione del Project Work 1.1. Scelta dell’argomento 1.2. Ricerca bibliografia 1.3. Qualità e accessibilità dell’informazione disponibile 2. Sviluppo dell’argomento 2.1. Definizione 2.2. Presupposti iniziali 2.3. Procedura di analisi e valutazione nel dettaglio 2.4. Conclusioni 3. Redazione del Project Work (PW) 3.1. Definizione lunghezza e formate accessibilità multimediale 4. Format del Project Work (PW) 4.1. Paginazione 4.2. Titolo, copertina 5. Struttura del Project Work (PW) Struttura dei contenuti 5.1. Pagina titolo 5.2. Abstract/ Sommario 5.3. Introduzione 5.4. Corpo centrale del documento 5.5. Figure e fotografie 5.6. Ringraziamenti 6. Riferimenti nel testo 6.1. Allegati 6.2. Bibliografia e citazioni dei riferimenti bibliografici 7. Presentazione finale del Project Work (PW) 7.1. Requisiti per l’ammissione alla presentazione finale 7.2. Modalità della presentazione finale 7.3 L’esposizione del Project Work 7.4. Le fasi della valutazione del Project Work Il Project Work è un lavoro individuale che combina due importanti aspetti: la ricerca e l’applicazione pratica. Il suo obiettivo è quello di far acquisire al partecipante una base di conoscenza molto approfondita e una metodologia di lavoro ben precisa. La prima conferisce originalità e valore aggiunto al lavoro del partecipante, mentre la seconda è invece essenziale perché il Project Work sia utile alla disciplina sportiva in cui si opera. Il Project Work rappresenta un’importante opportunità per realizzare un lavoro effettivamente originale e applicato nell’ambito di interesse prescelto. Dovrà essere realizzato tenendo conto di alcuni principi metodologici fondamentali e vincolanti, che saranno gli stessi utilizzati per qualificare in modo sostanziale il lavoro svolto. In un Project Work si dovranno unire in maniera omogenea materiali personali, dati e esperienze prodotti durante il percorso di formazione, informazioni provenienti da ricerche scientifiche o da altre fonti accreditate. Sono necessari riferimenti metodologici e bibliografici, laddove esse esistano, anche alle basi teoriche rilevanti e più accreditate per il tema trattato. Un Project Work deve prima di tutto evidenziare, per l’argomento proposto, le varie problematiche e quindi, proporre una soluzione o più soluzioni, e non deve essere una semplice descrizione dell’argomento (o topic) scelto. I criteri di valutazione del PW (che sono poi i vari punti che il partecipante deve seguire per una “adeguata” realizzazione del progetto medesimo) sono: 1. la capacità di saper concepire e realizzare un progetto; 2. l’originalità e la qualità (anche in senso di utilità pratica) dei materiali prodotti dal partecipante attraverso le proprie attività di ricerca e indagine; 3. l’uso competente di informazioni disponibili (pubblicazioni o materiali raccolti in allenamento), che dimostrino una buona qualità nell’analisi dei documenti e nella loro comprensione; 4. la quantità di materiali e fonti e il loro reperimento ed analisi; 5. una corretta elaborazione dei dati e delle informazioni in possesso del partecipante; 6. una buona strutturazione del discorso scritto e verbale, realizzata in modo conciso, rigoroso e pertinente; una adeguata capacità di comunicare il proprio progetto in maniera chiara, immediata, convincente e persuasiva. Infatti questo documento si propone di: a. favorire una piena comprensione delle attività preliminari di ricerca (dalla definizione del problema alla raccolta e analisi dei dati e delle informazioni); b. dare indicazioni sulla stesura del documento finale. Date queste premesse, i partecipanti al corso saranno in grado di: 1. identificare il tipo di attività di studio e ricerca da condurre; 2. valutare correttamente l’interesse potenziale e la rilevanza pratica dell’argomento/problema prescelto, nonché la possibilità di realizzare lo studio preventivato; 3. progettare le attività di studio e ricerca in maniera corretta e valutarne la reale fattibilità rispetto alle proprie risorse e capacità; 4. soddisfare l’esigenza di produrre un lavoro realmente professionale. 1. LA PREPARAZIONE DEL PROJECT WORK 1.1. Scelta dell’argomento Per facilitare il compito dei partecipanti, durante il primo modulo del corso sono proposti alcuni temi che faranno riferimento alle seguenti grandi aree: • studio del modello di prestazione (di una specialità o ruolo); • caratteristiche, efficacia e ottimizzazione dei sistemi di formazione degli allenatori; • innovazione dei sistemi di allenamento tecnico e tattico nella specialità del Football Americano (FA); Ciascuno di questi temi potrà essere affrontato ed analizzato attraverso un approccio riconducibile alle diverse aree di insegnamento: fisiologia e biomeccanica, teoria dell’allenamento, psicologia, sociologia, pedagogia e didattica applicata allo sport. Ogni partecipante potrà orientare il proprio interesse verso uno dei temi proposti. La scelta dovrà essere formalizzata attraverso la compilazione di un’apposita scheda che costituisce la prima tappa del percorso di definizione ed elaborazione del proprio Project Work. In alcuni casi, è possibile collegarsi ad un Project Work già sviluppato in forma incompleta o settoriale precedentemente, nel corso di esperienze formative precedenti. All’interno delle aree (comunque assai generali) che sono state indicate, la scelta del problema specifico del Project Work deve essere qualcosa di personale ed individuale da parte del candidato; l’argomento scelto dovrà essere fortemente legato ai propri bisogni, alla propria storia ed alle proprie esigenze di ulteriore sviluppo professionale, ma che risponda anche ad un’esigenza dell’organizzazione di appartenenza. Se non è facile dare delle indicazioni sulla scelta del tema, è opportuno ricordare che va assolutamente evitato di scegliere qualcosa di vago o che risponde di più agli interessi di altri piuttosto che ai propri. Il suggerimento che si dà è quello di scegliere un argomento di cui si è in grado di individuare il o un problema di importanza rilevante ma al tempo stesso risolvibile nell’ambito scelto. Un problema, anche se sviscerato in profondità e completamente analizzato, che richiede dai 3 ai 5 anni di raccolta dati, comparazioni, valutazioni, NON è il migliore argomento per un tipo di lavoro come questo. Né lo è un medesimo problema che coinvolge e impiega molte persone, che svolgono altre attività professionali, per un numero eccessivo di ore. Di contro l’argomento scelto non deve essere marginale o di scarsa importanza, ma deve essere realizzabile in un intervallo finito di tempo. Nella scelta del problema è importante considerare: a. il proprio piacere e interesse specifico, nonché il possesso almeno di una certa conoscenza preliminare, sufficiente per inquadrare il problema senza troppa fatica e ad un buon livello di approfondimento; b. la fattibilità effettiva del progetto: ciò riguarda essenzialmente la disponibilità o la facile accessibilità di fonti e dati specifici nei tempi disponibili (siano essi già esistenti o da produrre per l’occasione); c. il grado di importanza e l’applicabilità pratica che il lavoro può rivestire nell’organizzazione di appartenenza del corsista; d. i contatti disponibili e utili per portare avanti il progetto o la possibilità di accedere alle attrezzature e strutture necessarie. Infine, prima di scegliere in modo definitivo l’argomento è necessario verificare nel modo più certo possibile se le attrezzature per realizzare il progetto siano effettivamente accessibili (soprattutto nel caso della necessità di fare uso di tecnologie e impianti di laboratorio). Nello stesso tempo, bisognerà sempre avere un’idea chiara del tipo di impegno possibile, se possibile realizzare un TIME TABLE, tendendo conto che qualunque sia il progetto occorrerà un buon approccio metodologico e scientifico e un lavoro di preparazione del documento scritto finale che deve portare ad una buona qualità e professionalità. Tutto questo richiede quindi una creazione (e quindi utilizzo) di una bibliografia di base, di recuperare altri materiali attraverso riviste, banche dati o archivi di altro tipo. Il quadro di riferimento deve essere quindi ben definito e chiaro, definendo bene i concetti che si vogliono sviluppare. Ovviamente la scelta iniziale del problema può essere precisata successivamente; con il progredire del corso sicuramente emergeranno nuovi aspetti o altre esigenze e lo stesso può avvenire durante la normale attività professionale. ‐ Un buon risultato finale deriva da un’attenta pianificazione iniziale ‐ 1.2. Ricerca Bibliografica Da quanto detto è evidente che bisogna assolutamente evitare progetti troppo ambiziosi, insostenibili con le risorse a disposizione, ma anche troppo vaghi e generici, tali quindi da assorbire troppe risorse per farli diventare più precisi e definiti. Il problema deve inoltre avere una ricaduta pratica sufficientemente generalizzabile. Questo significa che la sua utilità non può essere circoscritta al tecnico che propone il Project Work, ma deve potere essere di beneficio ad altri. Un’analisi esplorativa preliminare può rivelare, se ben condotta, l’esistenza di problemi iniziali che rendono opportuno cambiare argomento e immaginare eventuali alternative successive. Quello che è necessario è gestire la ricerca sulla base delle reali possibilità, facendo riferimento al tempo ed alle dimensioni del documento da produrre, cioè il numero di pagine da scrivere. Per capire meglio questi aspetti sarà utile condurre un’analisi preliminare del tipo di informazioni con cui si dovrà lavorare. Queste possono includere fonti di informazione empiriche, raccolte sul campo durante la ricerca o comunque già disponibili, ma anche materiale pubblicato disponibile presso biblioteche e centri di documentazione, internet o contatti diretti con esperti. Può accadere che le varie documentazioni siano reperibili o disponibili non in italiano (nella maggior parte dei casi in inglese), ma questo NON PUÒ e NON DEVE essere un problema. L’analisi analitica della letteratura disponibile non è una semplice collezione di tutto quello che è stato pubblicato al mondo. Una volta realizzata la base bibliografica è necessario individuare i lavori significati e utili per lo svolgimento del lavoro. Fermo restando che è lasciata libera scelta al candidato di utilizzare ulteriori fonti di informazioni. La mancanza di informazione reperibile sull’argomento potrebbe causare dei problemi, ma potrebbe essere anche un vantaggio, in quanto si è portati a pensare che si tratti di un tema originale, ma anche uno svantaggio dal momento che potrebbe essere un tema troppo complesso o poco opportuno. Va quindi valutato attentamente, soprattutto in sede di pianificazione. 1.3. Qualità & Accessibilità dell’informazione disponibile Mentre la quantità delle informazioni disponibili può essere accertata con una certa precisione, non sempre è facile discriminare la loro qualità potenziale. Non tutto quello che esiste o è pubblicato ha lo stesso valore. Per alcuni, per esempio, Internet è sempre una fonte valida, mentre molte delle cose che si trovano sul Web sono spesso di bassissima qualità, se non addirittura “robaccia”, mancando in genere filtri adeguati. Questo non vuol dire che tutto ciò che è reperibile sul web sia da scartare, anzi. Un esempio è rappresentato dalle riviste internazionali (o Journal) specialistiche del settore, dove gli articoli presentati sono sottoposti ad una attenta e profonda valutazione dai reviewers e quindi, i dati disponibili possono essere contrassegnati da un elevato valore. Per evitare dei problemi ci si può rifare a delle regole di base per ottenere dei risultati eccellenti. In primis, le riviste divulgative che si trovano nelle edicole non possono “generalmente” essere considerate di qualità. L’informazione su quotidiani e settimanali può essere fonte di spunti interessanti, ma difficilmente può essere usata per apprendere concetti o risultati scientifici. Bisogna sempre considerare con la dovuta attenzione fino a che punto le informazioni che si intendono utilizzare sono accessibili fisicamente e quanto può “costare” entrarne in possesso. Questo vale sia nel caso si debbano recuperare una certa quantità di articoli e pubblicazioni a stampa e/o a rivista (Journal), ma anche (e forse ancora di più) quando si tratta di recuperare materiale ad uso interno, come piani di preparazione, progetti strategici, iniziative a livello scolastico o di sviluppo del talento. Biblioteche e centri di documentazione sportiva in Italia sono d’altra parte “merce” piuttosto rara. La Scuola dello Sport di Roma possiede la più grande biblioteca sportiva italiana con oltre 30.000 volumi e decine di migliaia di articoli di riviste nazionali e internazionali, ma certamente molte di più sono le informazioni interessanti “sparse” per il mondo e di meno facile accesso. E’ vero che la maggior parte delle biblioteche può accedere ai cosiddetti prestiti inter librari, ma certamente questo richiede un tempo notevole per accedere al documento, che nel caso dei libri può arrivare ad alcuni mesi. 2. SVILUPPO DELL’ARGOMENTO Ogni Project Work è caratterizzato da fasi ben precise, che devono essere affrontate nel dettaglio: • definizione del problema; • presupposti iniziali; • procedura di analisi dell’informazione esistente; • analisi e valutazione dei dati; • conclusioni e raccomandazioni pratiche. 2.1. Definizione La fase di definizione del problema è sicuramente la parte essenziale per il Project Work. Gli scopi, la natura e la portata effettiva del problema devono essere definiti nel modo più preciso possibile e tenuti sempre presenti per tutta la prosecuzione del lavoro. È necessario non disperdersi in troppe direzioni, evitare sempre problemi definiti in modo vago. Un test importante è quello di cercare di spiegare ad altri addetti ai lavori la natura del problema e il modo in cui noi lo definiamo, accertandoci che tutti capiscano quello che intendiamo fare e lo considerino, se non interessante per loro, comunque fattibile con le risorse a disposizione. È necessario evitare di farsi influenzare troppo da pregiudizi e da interessi personali (wishful thinking) e quindi sapere assumere un atteggiamento obiettivo e il più possibile autocritico verso le proprie idee. Troppo spesso nei Project Work si ha un evidente interesse a trovare risultati che ci fanno comodo e a fare in modo che siano proprio questi a venire fuori. 2.2 Presupposti iniziali E’ molto importante che ogni ipotesi o affermazione che caratterizza il problema scelto possa essere effettivamente valutata in modo obiettivo e fattibile, e se “attaccata” in sede di dibattito, difendibile con rigore scientifico (e non per partito preso). Ad esempio, se nell’ambito del Project Work viene avanzata l’ipotesi che la prestazione di gara sia influenzata da una cattiva gestione della preparazione psicologica immediata alla gara, dobbiamo essere in grado, nel tempo disponibile, di studiare questo fattore, comparandolo con altri fattori che possono avere eguale importanza. Se vogliamo comparare diversi sistemi di gioco, sulla base dell’idea che uno sia più efficace di un altro o comunque diverso, abbiamo la necessità di disporre di una chiara ipotesi di partenza. Diventa quindi assolutamente critico il modello concettuale con cui si affronta il problema. Avere un’ipotesi o un modello, significa avere già un insieme di concetti o elementi da sottoporre a verifica con il lavoro successivo. Comunque, inizialmente un Project Work ha un obiettivo puramente esplorativo e non bisogna preoccuparsi di dimostrare una relazione di causa ed effetto ma solo di descrivere accuratamente un fenomeno, confrontandolo con altri. In questo caso però il partecipante dovrà sempre preoccuparsi di assumere un atteggiamento critico. 2.3 Procedura di analisi e valutazione nel dettaglio La “metodologia” del Project Work è il sistema di “ricerca” con cui si intende investigare il problema. La metodologia ha un’importanza critica perché costituisce il biglietto da visita per la credibilità dei vostri risultati. Se colui che legge osserva che avete scelto o “usato” male la metodologia o avete dimenticato dei particolari critici, tutto o parte del valore del lavoro realizzato verrà meno.. E’ inoltre importante chiarire immediatamente che il lettore di un Project Work, deve essere in grado di capire perfettamente che tipo di tecniche avete utilizzato e come esse garantiscono la qualità complessiva del lavoro. Ad esempio, non basta dire che sono stati utilizzati test, questionari o interviste. Bisogna descrivere accuratamente gli strumenti utilizzati (tipi di test, procedure, strumentazioni, numero e tipologia di domande, criteri di validazione, etc.), per far sì che questi tests siano ripetibili e simulabili da chiunque fosse interessato a rifarli. Le tecniche di ricerca disponibili sono davvero numerose; tra esse ci limitiamo a citare: • Test e valutazioni da campo o laboratorio • Analisi di gara • Interviste • Questionari • Analisi secondaria di dati statistici già esistenti (match scores; medaglieri; dati di pratica sportiva; etc.) • Focus group • Rilevazioni da Diari e programmi di allenamento • Analisi biomeccaniche • Sistemi di osservazione partecipante • Esperimenti • Analisi di casi • Panel E’ inoltre sempre possibile (anzi in genere auspicabile) l’uso combinato di più tecniche. Naturalmente la metodologia utilizzata deve tenere conto, della tradizione metodologica tipica che viene abitualmente utilizzata per affrontare problemi simili a quello selezionato. Ciò che guida la scelta della metodologia di solito è il tipo di informazioni, di dati o di problemi che si vogliono o si possono trattare e MAI la preferenza per questo e quel tipo di tecnica di ricerca o il possesso di questa o quella apparecchiatura. Naturalmente la metodologia da seguire deve essere tale da potere produrre conoscenza degna di nota e credito, ma certamente non è necessario mettere in atto la metodologia tipica di una ricerca scientifica sofisticata. Ad esempio non sarà necessario avere a disposizione per forza un campione significativo, ma sarà già abbastanza studiare i soggetti o i casi che abbiamo disponibili, purché rientrino nel quadro previsto (es. atleti di alto livello e non giovanissimi o principianti). 2.4 Conclusioni E’ la sezione del testo dove è più opportuno esprimere le proprie idee e conclusioni, in modo però molto coerente con i risultati che sono stati ottenuti e con l’impostazione teorica e metodologica iniziale. È la parte del lavoro più personale e quindi deve essere quella difendibile con rigore. Migliori sono i risultati (ma anche più chiara è l’ipotesi di partenza) più forti sono le conclusioni e quindi anche il valore delle raccomandazioni pratiche che ne possono derivare. ‐ Questa, in definitiva, è la finalità principale del Project Work ‐ Chi legge deve sempre essere in grado di passare dall’introduzione, nella quale sono stati dichiarati obiettivi e finalità, alle conclusioni e trovare un’intima coerenza e un corretto bilanciamento tra aspettative e risultati. Alcune regole devono essere seguite con cautela. E’ opportuno evitare di “autoincensarsi”, di dare l’idea di aver risolto il problema per sempre e di essere stati particolarmente “bravi” nel farlo. Un buon lavoro è sempre di miglioramento È buona regola sottolineare problemi irrisolti o anche suggerire nuove linee di studio e di sperimentazione. Le conclusioni e le raccomandazioni devono essere molto chiare e semplici da comprendere e devono derivare in modo consequenziale e coerente da quanto sviluppato e indicato nel testo. Le conclusioni non devono contenere elementi non presenti nel testo. Le raccomandazioni dovrebbero essere dei consigli pratici o suggerimenti o proposte diretti agli interlocutori accreditati (es. federazione o allenatori) per ottenere dei miglioramenti ed ispirare future azioni o strategie. La conclusione si può intendere anche come una sorta di auto‐riflessione e di primo bilancio di quello che si è fatto, sia dal punto di vista delle metodologie usate che dei risultati ottenuti. 3. REDAZIONE DEL PROJECT WORK (PW) 3.1. Definizione lunghezza e format La lunghezza del Project Work viene cosi definita: Project Work 2° Livello: lunghezza minima 20 pagine, escluso foto, disegni, tabelle ed allegati. Project Work 3° Livello: lunghezza minima 40 pagine, escluso foto, disegni, tabelle ed allegati Il Project Work dovrà essere fatto pervenire alla Commissione Tecnica della FIDAF nella sua versione definitiva rispettando le scadenze. In mancanza di tale documento scritto, o nel caso di un documento che non segua le indicazioni metodologiche previste in questo manuale/guida, verrà chiesto al candidato di rinviare la presentazione alla sessione di valutazione successiva. Un Project Work dovrebbe essere scritto in un modo molto simile a quello usato per i rapporti di ricerca, anche se il livello richiesto di scientificità non è comparabile. Di solito è suggerita una forma impersonale. Ovviamente la grammatica e la sintassi dovrebbero essere le più possibili accurate ed a tal proposito sarà opportuno rileggere più volte la stesura finale del testo o usare un correttore di bozze previsto in quasi tutti i software di scrittura. Non bisogna mai dimenticare che il Project Work è sempre un’opera di persuasione e, quindi, bisogna sempre conferire al testo una notevole chiarezza e una precisa struttura logica. L’organizzazione del testo lo rende persuasivo, anche se spesso le attività preliminari alla “confezione” del testo sono state caotiche e confuse. Inoltre, poiché le dimensioni del lavoro sono ben definite, bisogna evitare di essere prolissi o di inserire ripetizioni degli stessi concetti o idee. Si deve sempre indicare e sottolineare con chiarezza che tutte le possibilità contrarie alla nostra ipotesi sono state considerate e scartate, E MOTIVARLE. L’obiettivo del lavoro non è mai quello di dimostrare di avere ragione ma di avere seguito tutte le tappe necessarie per sviluppare una buona argomentazione. Lo stile del testo inoltre non deve essere né letterario, né eccessivamente creativo e fantasioso, il che non vuol dire certo che debba essere noioso o di un addetto al servizio telegrammi delle poste! In definitiva il testo o parte di esso potrebbe poi diventare un articolo o una vera pubblicazione scientifica. La costruzione sintattica deve essere semplice, con un uso corretto della punteggiatura e periodi brevi e non involuti. Soprattutto va dato il necessario credito ai ricercatori o agli allenatori che ci hanno ispirato (anche se non ci stanno simpatici), con le opportune citazioni o riferimenti bibliografici nel testo, evitando ogni forma di copiatura o plagio. Non c’è niente di male nell’utilizzare contributi forniti da altri, a patto di dirlo esplicitamente seguendo le regole della corretta metodologia. Inoltre non bisogna dare per scontato che tutti conoscano termini o sigle specifiche, che dovranno sempre essere spiegate almeno la prima volta del loro utilizzo. È quindi suggerito di inserire una lista di acronimi (o nomenclatura) all’inizio della trattazione o all’inizio di ogni capitolo. Il testo dovrà essere diviso in capitoli (o sezioni) e paragrafi o sotto‐sezioni numerati in modo gerarchico. Tutte le sezioni e le sotto‐sezioni devono essere indicate in un sommario iniziale. 4. FORMAT DEL PROJECT WORK (PW) Si prega di utilizzare l’interlinea singola. Per le citazioni lunghe o le note a piè di pagina, si suggerisce di usare l’interlinea semplice con un rientro di due spazi. I font suggeriti sono Arial o Times New Roman. La dimensione suggerita del carattere è 11 oppure 12. E’ consigliabile evitare eccessi di fantasia grafica, che possono produrre fatica nella lettura. 4.1 Paginazione Le pagine devono ovviamente essere A4 su un solo verso. Il margine sinistro deve essere scelto con cura per consentire eventuali rilegature. Se si utilizza materiale grafico come disegni o illustrazioni, (solo se assolutamente necessario) si può utilizzare un foglio di dimensioni maggiori (es. A3) e ripiegarlo stando però attenti a non farlo chiudere dalla rilegatura. I numeri di pagina dovrebbero essere collocati nella parte inferiore di ciascun pagina, preferibilmente a destra. Lo standard raccomandato per la paginazione è: 4 centimetri di margine sinistro; 2 centimetri lato destro e margine alto, 3 cm. margine basso. 4.2 Titolo e copertina La pagina titolo dovrebbe riportare il titolo completo di sottotitolo (se ce n’è uno), il nome e il cognome dell’autore, la denominazione per esteso del Corso, il riferimento agli argomenti definiti dalla Commissione Tecnica FIDAF, la data di presentazione del progetto. Ai partecipanti viene comunque fornito un modello standard a cui attenersi, di seguito riportato. Template per la compilazione del PW PW 2° Livello PW 3° Livello lunghezza minima 20 pagine, lunghezza minima 40 pagine, #pagine #pagine Font Corpo Format tabella Allegati Formato Margini pagina Sinistra Destra Superiore Inferiore Interlinea IMPORTANTE: escluso foto, disegni, tabelle ed allegati Arial, Times New Roman 11 o 12 Vedi questa tabella come riferimento Se fotocopiati, la fotocopia deve essere leggibile, se riportati, devono avere lo stesso corpo e font del testo A4 (29.7 x 21 cm) 4 2 2.5 2.5 1.0 oppure 1.5 Font Corpo Format tabella Allegati Formato Margini pagina Sinistra Destra Superiore Inferiore Interlinea escluso foto, disegni, tabelle ed allegati Arial, Times New Roman 11 o 12 Vedi questa tabella come riferimento Se fotocopiati, la fotocopia deve essere leggibile, se riportati, devono avere lo stesso corpo e font del testo A4 (29.7 x 21 cm) 4 2 2.5 2.5 1.0 oppure 1.5 il PW può anche essere di gruppo ; nel caso di PW di gruppo , la lunghezza minima è da stabilire durante la fase preliminare. 5 STRUTTURA DEL PROJECT WORK (PW) 5.1 Pagina titolo Non esagerare con la lunghezza e la complessità del titolo. In esso va però incluso ogni riferimento temporale e spaziale utile a comprendere di cosa si tratta, senza farsi eccessive illusioni. 5.2 Abstract/Sommario L’abstract ha un’importanza notevole dal momento che deve fornire al lettore una breve sintesi del lavoro svolto, mettendone in luce soprattutto gli obiettivi, l’ambito, le problematiche, il metodo seguito. Di conseguenza l’abstract dovrà necessariamente includere: finalità generali e obiettivi specifici; problematica e ipotesi; cenni alla metodologia; sintesi dei risultati; conclusioni. L’abstract non dovrebbe superare, generalmente, le 300 parole; deve essere scritto solo dopo il completamento del documento finale. Deve contenere le parole chiave principali, deve essere esaustivo e soprattutto riportare in modo chiaro gli elementi più originali che costituiscono il risultato del vostro lavoro. Farlo anche in inglese non è obbligatorio ma non è una cattiva idea. Il sommario, invece, ha un’importanza notevole per il lettore del vostro Project Work, dato che fornisce un’evidenza chiara della struttura del progetto e soprattutto documenta se il procedimento seguito è ricostruibile secondo una logica chiara. Il sommario deve prevedere un’intestazione di capitolo per ciascuna delle parti principali che compongono il documento. Le varie sezioni (capitoli e paragrafi) devono essere numerate e a destra devono essere evidenti i numeri delle pagine corrispondenti. Il metodo di numerazione delle sezioni che suggeriamo è quello numerico, che è esemplificato di seguito. In genere tutti i programmi di elaborazione dei testi hanno dei comandi che rendono possibile la formattazione automatica del testo secondo questo criterio: Pagina Abstract i 1 Sommario 1 2 Introduzione 2 3 Intestazione di capitolo 3 3.1 intestazione di sezione 3 3.1.1. sottosezione 5 3.1.2. sottosezione 6 e così via per ciascun capitolo fino a (numero progressivo) Conclusione 49 Lista dei Riferimenti Bibliografici 52 Ringraziamenti ii Allegato 1 3 Allegato 2 11 Gli allegati avranno una numerazione propria, separata da quella del documento vero e proprio. 5.3 Introduzione Non è necessario che il primo capitolo sia denominato 'introduzione' se si preferisce un titolo di capitolo più esplicativo o originale. Però un’introduzione ci deve essere e deve essere capace di spiegare chiaramente al lettore quale è l’intenzione di chi scrive, perché sia stato intrapreso questo progetto e quali parti compongono il documento. Soprattutto già in questa parte sarà opportuno chiarire il problema fondamentale di cui il progetto si occupa, le eventuali ipotesi, lo stato attuale delle conoscenze sul tema (soprattutto quando sono assai insufficienti). Dovrà essere fornito anche un breve accenno alle metodologie, mentre in nessun caso dovranno essere anticipati i risultati. 5.4 Il corpo centrale del documento Nelle sezioni centrali del testo è importante evitare di essere ridondanti e di dare l’impressione di essere disorganizzati. E’ bene cercare di raggruppare le informazioni o i temi omogenei, evitando di metterli qua e là sparsi nel testo, cercando di costruire un ordine logico, chiaramente identificabile anche dal titolo di ciascuna sezione, che deve essere più esplicativo possibile. Si deve evincere il percorso logico intrapreso, partendo dalle ipotesi, per arrivare alle conclusioni. Il corpo centrale del documento dovrà abitualmente contenere: 1. una sezione sulle problematiche teoriche (es. che cosa si intende per attenzione, talento, allenamento della forza esplosiva, ecc.) con un’esauriente rassegna del materiale pubblicato esistente; 2. una sezione sulla metodologia (strumenti, tecniche, procedure); 3. la presentazione e la discussione dei risultati; 4. le conclusioni e le raccomandazioni finali. 5.5 . Figure e fotografie Spesso è importante aggiungere delle figure allo scopo di rendere più chiaro il testo. E’ importante che le figure (come del resto le tabelle) siano di facile comprensione, che abbiano un titolo e una numerazione progressiva e che siano sempre richiamate nel testo e spiegate. Non è accettabile che una figura compaia improvvisamente, senza collegarsi precisamente ed esplicitamente a qualche parte del testo. Le figure devono essere più vicine possibile al punto in cui vengono richiamate o descritte nel testo, ma in ogni caso non devono mai venire prima del testo a cui fanno riferimento. Va evitato assolutamente, salvo casi del tutto eccezionali, di utilizzare figure di dimensioni maggiori del formato A4. Se proprio non fosse possibile, allora esse andrebbero inserite negli allegati. Si possono utilizzare anche delle fotografie (in numero però estremamente ridotto e solo se assolutamente funzionali al testo) che però dovranno essere ben inserite nel testo e anch’esse intitolate, numerate e fatte oggetto di riferimento nel testo. 5.6 Ringraziamenti E’ importante ringraziare tutte quelle persone che hanno fornito un aiuto significativo durante l’elaborazione del progetto o che hanno fornito materiale prezioso. Non è opportuno, comunque, esagerare con i ringraziamenti ed è consigliabile, se possibile, lasciare fuori i familiari che si sono sacrificati per consentire l’attuazione del progetto. Ci sono modi migliori per ringraziarli. 6. Riferimenti nel testo 6.1. Allegati Gli allegati sono utilizzabili per diversi motivi, ma comunque sono materiale fuori dal testo definitivo del lavoro. Questo significa che il materiale effettivamente rilevante non deve essere messo tra gli allegati. In genere si collocano tra gli allegati i materiali più tecnici, quelli la cui lettura provocherebbe una dispersione nell’attenzione. Ciò può riguardare ad esempio testi di questionari o interviste, grandi quantità di dati. In generale si tratta di informazioni non essenziali nel testo, o materiali che vengono citati spesso nel testo e quindi non potrebbero essere collocati in una unica posizione. Ancora, si potrebbe trattare di dati o tabelle molto complessi o materiale non pubblicato. Spesso conviene utilizzare più allegati, che devono essere sempre numerati e cominciare a pagina nuova. In qualche caso (es. la documentazione relativa ad un corso di formazione on line), l’allegato può essere su supporto elettronico (es. CD‐ROM). 6.2. Bibliografia e citazioni dei riferimenti bibliografici La 'Bibliografia' o meglio “i riferimenti bibliografici’ deve includere solo i testi e i materiali citati nel corpo del testo a sostegno delle argomentazioni espresse. Non vanno citati mai testi che non siano stati letti o che non si conoscano, si potrebbe scoprire amaramente che dicono il contrario di ciò che si pensa e potrebbe inoltre essere molto facile “smascherare” questo tentativo con la conseguente cattiva figura. E’ vero, inoltre, che oggi esistono i traduttori elettronici, ma se si cita un libro in polacco o in giapponese bisogna dimostrare una corrispondente conoscenza della lingua. La lista delle citazioni deve essere in ordine alfabetico per autore. Il formato suggerito è essenzialmente quello indicato internazionalmente sulla citazione delle fonti. • Libro: Jarvie, G., e Maguire, J., (1994). Sport and Leisure in Social Thought, London, Academic Press. • Articolo: Eriksson, G., (1976), ‘Minerals and rock throwing’. Journal of Sport Management, 15, 2, 134‐149. ISBN: xxxxxxx, DOI: xxxxxx • Capitolo di un libro: Vamplew, W., (1989). ‘Horse‐racing’, in Mason T. (ed.), Sport in Britain: A Social History, Cambridge, Academic Press, 215‐44. ISBN (ISSN se è un open book reperibile online) • Paper presentato ad una conferenza: Donatelli, F., (1993). ‘La composizione dei tifosi’, European Congress on Soccer, Roma 1997, 15‐34, Edinburgh, The Academic Press Oppure Donatelli, F., (1993). ‘La composizione dei tifosi’, Procedeeings of European Congress on Soccer, Roma 1997, 15‐34, Edinburgh, The Academic Press • Citazioni dal World Wide Web: inserire l’URL: www.sportquest.com e la data di Riferimento (cioè la data di consultazione e quella di pubblicazione sul web del documento da parte dell’autore). Se il documento si trova su una rivista elettronica vanno seguite le stesse norme indicate per le riviste, aggiungendo l’URL. E’ possibile (ma non è né necessario, né consigliato) indicare anche i testi che costituiscono la propria base culturale di riferimento anche se non sono citati. In questo caso, è opportuno fare un’ulteriore (e limitata) lista di “Letture di base” seguendo le stesse regole enunciate in precedenza. Le banche dati a cui attingere possono essere: Google PUB MED Sport Discus Spolit Chrocane IAT Herakles (Fra) Google Scholar 7. Presentazione finale del Project Work (PW) 7.1. Requisiti per l’ammissione alla presentazione finale Per poter procedere ad una corretta valutazione, ciascun candidato dovrà far pervenire alla Commissione Tecnica FIDAF il proprio Project Work nel solo formato digitale entro la data di scadenza della consegna dei lavori, come indicata nelle scadenze operative del PW di seguito indicate. Per formato digitale si intende un unico file .doc o .pdf. Altri formati sono tassativamente vietati e rappresentano motivo per l’esclusione del candidato alla presentazione finale del lavoro. La Commissione appositamente costituita provvederà alla valutazione degli elaborati ed alla comunicazione dell’esito della valutazione ai corsisti. Il candidato ammesso alla presentazione finale dovrà produrre due copie cartacee del lavoro e consegnarle alla Commissione il giorno della presentazione finale. Alla stessa Commissione dovrà inoltre consegnare un CD, recante il proprio nominativo sull’etichetta, contenente il Project Work in un unico file .doc e la presentazione in un unico file .ppt. 7.2. Modalità della presentazione finale La presentazione finale comporterà l’esposizione e la discussione del lavoro da parte del candidato davanti alla Commissione esaminatrice. Il candidato avrà a disposizione un tempo massimo variabile dai 10 ai 15 minuti che saranno seguiti da eventuali 5 minuti di domande daparte della Commissione. Nel caso il candidato si avvalga di sussidi audiovisivi, computer presentation, filmati, ecc., egli dovrà porre grande attenzione alla gestione dell’esposizione verbale e dei sussidi visivi evitando duplicazioni o peggio contraddizioni. Si raccomanda vivamente di evitare animazioni eccessive o forme grafiche ricercate con effetti speciali sorprendenti. Una particolare attenzione va messa sull’uso degli sfondi che molto spesso possono produrre effetti non desiderati se applicati su computer e proiettori diversi da quelli con cui si sono provati. Un modello di presentazione in formato Power Point sarà a disposizione dei candidati per agevolarli nella realizzazione della presentazione. Il modello è costituito da un numero molto limitato di diapositive (8‐10) che aiuteranno il candidato nel presentare i seguenti elementi del lavoro: l’intestazione del Project Work con titolo, nome del candidato gli obiettivi del PW l’analisi della letteratura la dimensione del problema la metodologia utilizzata nella raccolta e nella gestione dei dati i principali risultati ottenuti le conclusioni e le raccomandazioni Si raccomanda di non predisporre diapositive troppe piene di testo e di dati non organizzati in tabelle e grafici intellegibili, tenendo sempre conto dei ritmi di lettura e comprensione di chi ascolta. 7.3 L’esposizione del Project Work Nella presentazione del PW la gestione del tempo rappresenta uno dei nodi critici al quale in candidato deve prestare la maggiore attenzione. L’immediata definizione del problema e del percorso seguito per risolverlo deve rappresentare la prima esigenza di chi deve far in modo che chi ascolta sappia immediatamente di cosa si sta parlando. Il candidato deve chiaramente esporre, senza disperdersi in dettagli particolari, la connessione tra il problema che si è voluto affrontare, la metodologia utilizzata ed i risultati ottenuti. E’ opportuno quindi esprimere con chiarezza gli obiettivi del lavoro, le motivazioni che sono alla base della scelta del problema ed esporre quindi il percorso illustrando la relativa metodologia ed esponendo i principali risultati con tabelle e grafici semplici e di facile comprensione. La parte finale dell’esposizione dovrà riguardare le conclusioni e raccomandazioni. Queste dovranno essere ben articolate, il più possibile originali e strettamente legate ai risultati ottenuti. In sede di preparazione della presentazione occorre monitorare con attenzione gli aspetti comunicativi sia quelli verbali che soprattutto quelli non verbali. La posizione, la postura, la gestualità, il tono della voce e lo sguardo dovranno essere controllati in maniera consapevole dal candidato che così potrà più efficacemente valorizzare il proprio lavoro. Infine si ricorda che il Project Work costituisce l’unica forma di valutazione del Corso e pertanto deve rappresentare al meglio la misura dell’impegno del corsista nell’offrire un contributo di conoscenza applicata al mondo dello sport in questione. 7.4. Le fasi della valutazione del Project Work La valutazione è a discrezione dello specialista designato per la materia Se il prodotto alla scadenza finale non viene ritenuto congruo con le aspettative viene restituito per una nuova compilazione e riassegnata un’altra scadenza; se anche la seconda volta non è ritenuto congruo con le aspettative della commissione giudicatrice, verrà sospesa l’abilitazione fino alla ricezione della stesura finale congrua con le aspettative. Se il candidato non rispetta le scadenze indicate, verrà sospesa l’abilitazione fino al riallineamento con le scadenze stesse. Il candidato non potrà accedere alla procedura per finalizzare una qualifica di livello superiore fino a quando non avrà concluso con esito positivo tutto il Project Work (PW) Le date delle diverse fasi della valutazione dei lavori e le loro scadenze vengono cosi definite: PW: 2° livello: 6 MESI 3° livello: 12 MESI DEADLINES: Inizio Lavori: i = 1 mese Fase preliminare: valutazione argomento scelto e proposta di indice: i + 1/2 mesi Fase intermedia: valutazione dei progressi nella compilazione del PW (bozza quasi completa da inviare ai revisori): o 2° livello: i + 4 mesi o 3° livello: i + 8 mesi Fase Finale: Consegna PW: o 2° livello: i + 6 mesi o 3° livello: i + 12 mesi Riferimenti: Settore Sviluppo Allenatori della Commissione Tecnica Federale Roberto Capata: [email protected] [email protected]
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