LA SICILIA MERCOLEDÌ 18 GIUGNO 2014 18. lo SPORT IL PROGETTO VOLLEY Abbiamo incontrato, in redazione, i tecnici Rosario Gulisano e Fabrizio Petrone che, con altri allenatori, da quattro anni portano avanti il progetto giovanile a Catania “ In Serie C abbiamo chiuso al sesto posto. Un risultato che acquisisce valore perché ottenuto con ragazzi la cui età media supera di poco i 16 anni. Non abbiamo schierato alcun giocatore fuori quota LA GUPE UNDER 15 HA CONQUISTATO IL TITOLO REGIONALE SUPERANDO IN FINALE IL MONDO GIOVANE Gupe Catania, una scuola dei talenti «Dirotteremo in B2, ad Acireale, i migliori. E vorremmo programmare una B1 tutta con i siciliani» GIOVANNI FINOCCHIARO Che cos’è la Gupe Catania dopo quattro anni di attività? In un concetto è una scuola di talenti. Con pregi e difetti, tirando le somme di un anno agonistico di attività, i risultati ottenuti dal club maschile etneo sono da raccontare. Li abbiamo rivissuti raccogliendo le dichiarazioni, cogliendo le emozioni negli occhi di Rosario «Saro» Gulisano e di Fabrizio Petrone, due degli allenatori del club che abbiamo ospitato in redazione. La Serie C ha chiuso al sesto posto. «Un risultato che acquisisce valore perché ottenuto con ragazzi la cui media età supera di poco i 16 anni. Nessun fuori quota schierato. Abbiamo disputato nove partite al tie break decisivo, ne abbiamo persi solo due, sempre col Milazzo. Al secondo anno in Serie C abbiamo anche ringiovanito il gruppo». Petrone ha guidato la C, Gulisano anche la Prima Divisione. «Programmata con una Under 15: ci siamo classificati al quinto posto». Il piatto forte sono le Under 19 e 17. «Che, poi, è il gruppo unico che disputa la C con la guida di Petrone e Trombetta, mentre Gulisano allena dall’Under 15 fino alla base. Con la 19 siamo arrivati in finale regionale dopo aver vinto il titolo provinciale. La finale regionale l’ha vinta il Partanna, noi ci siamo piazzati terzi con un gruppo di due anni più giovane. E proprio per questo lo consideriamo un ottimo risultato». L’Under 17 è vice campione regionale. «Dopo il titolo provinciale abbiamo perso a Brolo la finale regionale per 3-2 e 16-14 al quinto set. Puntavamo molto su questo campionato, ma perdendolo per due punti di differenza in un set, non possiamo recriminare. Anzi, ritenteremo l’anno venturo». La vostra Under 15 è, invece, arrivata alle finali scudetto. «Campioni provinciali, regionali, e 13° posto su 28 squadre nella tappa conclusiva, la più prestigiosa». Eccoci alle Under 14 e 13. Risultati incoraggianti anche in queste due categorie. «Con l’Under 14 siamo campioni provinciali e alle regionali ci siamo piazzati terzi dietro Augusta e Giavì. Con l’Under 13 abbiamo raggiunto le semifinali provinciali. Va bene così, cresceremo gradualmente». Nutriti i centri avviamento. «Li segue Donatella Pizzo a Battiati e ad Aci Bonaccorsi con 100 bambini, un serbatoio destinato a crescere». Quattro anni di vita, è già un buon numero. «Siamo nati il giorno in cui è nata la signora Liliana Pizzo il 5 luglio. In quattro anni abbiamo disputato tre finali nazionali: 2011 a Padova con l’Under 14, 2013 con l’Under 15 a Catania. Adesso con l’Under 14 a Montecchio. Senza dimenticare che nel 2011 abbiamo sostenuto la Boy League e un Trofeo Foroni 2013. Tutte le finali affrontate con gruppi diversi». Ma le strutture? Avete la fortuna di lavorare allo Sporting Center. «Fortuna, avete detto bene. Le strutture sono valide, ma sono talmente tanti i ragazzini che ci chiedono di allenarsi con noi... Adesso gli orari non bastano più, a volte preferiamo unire due gruppi e farli lavorare insieme. E, poi, In alto, un momento del forum in redazione con i tecnici della Gupe Catania, Fabrizio Petrone e Rosario Gulisano. In basso la formazione Under 17 maschile della società etnea (Foto Orietta Scardino) il confronto tra i ragazzi più piccoli con quelli più adulti crea competitività». Nel futuro della Gupe c’è anche una B2... «Il progetto sta nascendo di concerto con l’Aquilia Acireale: l’intenzione è fornire alla B2 i nostri migliori ragazzi della C. E noi, proprio la C, la manterremo ugualmente. Affrontare una B2 farà accumulare validissima esperienza ai nostri ragazzi. Sono già pronti. E si crea spazio in C per i ragazzi nati nel 1998 e 1999». Le speranze di migliorare non si fermano alla B2. «Più in avanti vorremmo creare una struttura in Sicilia, con un titolo di B1 in cui agiscono i migliori siciliani». Intanto «ospitate» per i campionati giovanili Chillemi (Modica), Amore (Ispica), Cartillone (Bronte) per l’Under 17; Vitale e Amore (Leonforte) per l’Under 15. Ma è una scelta giusta o togliete spazio ai catanesi? «Ogni anno riceviamo richieste da fuori provincia da parte di ragazzi che vorrebbero approdare da noi. Li alleniamo e, poi, vanno via? Se un ragazzo merita, alla fine trova gli spazi che si conquista. Il rischio di perderli accomuna tutti, non solo chi arriva da fuori. In questo senso nasciamo e sviluppiamo i progetti come scuola di pallavolo». Ma Catania potrà permettersi una B1 made in Sicily se, poi, i potenziali campioncini non sono così alti come in altre regioni? «Visto il ridimensionamento del volley in Italia bisogna puntare sulla qualità per ovviare all’altezza non elevatissima. Possiamo tentare di arrivare in B1, ma il progetto B1 riguarda tutto il movimento cittadino, non solo la nostra realtà. Ed è un augurio vero, di cuore». E questo sogno sembra lontano, un punto lontano. «Noi programmiamo nel breve periodo, la crescita dei ragazzi ci ha permesso di farli stare in campo in C fino a oggi, da domani in B2. Continuando a crescere in questo modo, poco alla volta, ma in maniera costante, non so dove arriveremo. Ma una cosa è certa: noi mettiamo i nostri mezzi - entusiasmo, sacrifici, lavoro quotidiano - perché la spinta sia sempre più ampia ed energica». Una curiosità, per chiudere: la Gupe lavora solo con il settore maschile. E il femminile, che conta più tesserati, non l’avete mai preso in considerazione. Perché? «Il femminile è una miniera e vorremmo aprire, prima o poi. Ma una volta che cominci e non sai dove fare allenare le atlete come sviluppi un progetto? Bisognerebbe organizzarsi come si deve. Prima o poi... » IL PERSONAGGIO Riccardo Dell’Arte tricolore silenziosi A sei anni Riccardo entrava in palestra per seguire le partite della squadra allenata dal padre Tony Dell’Arte, che vinceva con la sua Leonardo Grassi il campionato di Serie D. E non si fermava un attimo, correva con il pallone in mano, senza mai stancarsi. «Ma il volley non era nei miei sogni. Troppo piccolo. Ero un patito del calcio e anche dei fumetti. Di quella squadra ricordo Roberto, Damiano, Gerald, Filippo, Ciccio. Che giocatori. Ero la loro mascotte». L’atto d’amore per il volley lo firmerà qualche anno più tardi: «Perché con i miei amici ho cominciato a giocare nella stessa squadra. È stato un percorso naturale». Ricky Dell’Arte compirà 18 anni tra qualche giorno, è l’universale della Bruno Euronics VolleySchool. Da qualche giorno ha vinto lo scudetto, vincendo il campionato italiano sordi (Fssi) che si è svolto a Latina all’interno del mitico Palabianchini. Il gruppo sportivo Gss Ancona ha sconfitto 3-2 il quotato Latina e 31 il Brescia: «Ho giocato da opposto ricevitore realizzando 27 punti all’esordio contro il Latina. La dedica ai miei genitori e a mia sorella». RICCARDO DELL’ARTE Le emozioni, le sensazioni speciali non sono mancate: «Mi ha colpito il contesto familiare. Il grazie del mio allenatore mi ha colpito. Siamo felici perché questa vittoria ci consentirà di partecipare alla Champions League. Sogno ora la chiamata in azzurro». Riccardo è un giovane con la testa sulle spalle, principi sani e anche straordinaria disponibilità verso il prossimo. «Ho sempre avuto un atteggiamento positivo. Porto le protesi da quando ero piccolo e mi hanno permesso una vita normale. Credo di poter essere un modello per tanti ragazzi che magari soffrono o hanno la patologia più grave. Io dallo sport ho avuto soltanto gioia, vorrei trasmetterla anche ad altri. In questo senso il social network mi è molto d’aiuto. Ho conosciuto il gruppo silenziosi e ho potuto anche confrontarmi con altri atleti che vivono la mia stessa situazione». A scuola è stato appena promosso con la media dell’8. «L’importante è fissare le priorità. La scuola prima di tutto. Il futuro? Non ho ancora scelto la facoltà». Il giocatore simbolo? «Cernic quando attaccavo, studiavo le sue mosse. Oggi ammiro in regia De Cecco». La sua estate è appena cominciata. La mattina alla Parini è uno degli istruttori per i bambini che partecipano al Grest. «Un impegno che mi appassiona. In un futuro chissà potrei decidere di seguire mio padre». N. C. LA SQUADRA. Nel campionato Csi la squadra etnea rappresenterà la Sicilia alla finale nazionale. Una storia di amicizia e di valori sani «Proviamo a lanciare un messaggio positivo, il nostro amore per la pallavolo non muore mai». Li hanno chiamati i “nonnetti volanti”. In campo gli etnei non hanno badato per il sottile, rispondendo per le rime, specialmente nelle ultime partite. Vittoria a parte del campionato interregionale Open Csi (finale nazionale, dal 9 al 13 luglio, a Montecatini), la storia dell’Alta Volley Acicastello è un inno all’amicizia: un contenitore di ricordi, di partite, battaglie, promozioni chi con il Belpasso, a più riprese, chi con il Volleyland. Storie di pallavolo che, come per magia, si sono intrecciate e ritrovate, prendendo nuova dimensione. Massimo Giuffrida è il capitano: «Abbiamo perso la fase provinciale, ci siamo qualificati come terzi. Nel momento decisivo siamo stati bravi a reagire ma è stato un campionato quest’anno spettacolare e molto ricco con giocatori importanti. Un esempio? Alessandro e Massimo Magrì, Alta Volley, felice di stupirvi James Martins, Marco e Davide Zannini, per citarne alcuni». La squadra ha trovato casa ad Acicastello ospite di altri due appassionati come Alfio Finocchiaro e la moglie Tanina: «Ci hanno accolto come dei figli, il loro entusiasmo è stato travolgente. Ci sarebbero molte cose da sottolineare ma la più bella è stata giocare e ad avere in tribuna i nostri figli a tifare». La squadra è formata da giocatori Over 40 che farebbero le fortune di diverse squadre di C ancora oggi. Il gruppo storico, che ha giocato insieme tra Belpasso, formato dal regista Malizia (numeri ancora importanti), dai centrali Cutrona e Di Graziano, dal «gladiatore» Licciardello, dalle bande Giuffrida e Cicero. In rosa anche il messinese Filippo Natoli (tanti campionati di B in carriera), Peppe Bor- rello, tra i più attivi, i fratelli Ferrigno, Ciccio Moschella, un centrale di sicura affidabilità ancora oggi, Massimo Lombardo (libero) e Mirabella, tanta voglia ancora di dare il massimo. «Questo - spiega Di Graziano - campionato Csi è stato duro. Se non ci fossimo allenati con impegno non avremmo di certi vinto. Soddisfazione immensa quella provata anche a 42 anni, quando magari si pensa ad altro nella vita. E’ stato speciale, poi, vedere i nostri figli emozionarsi per la nostra vittoria». E nelle ultime settimane anche il loro ex tecnico Davide Zito li ha riscoperti volentieri in palestra: «È stata un’esperienza speciale perché ho ritrovato una parte importante della mia carriera. Ricordo l’immagine di quando li ho rivisti in pantaloncini e ginocchiere la prima volta. La macchina del tempo si era fermata. Sono molto legato a loro, ho avuto la fortuna di allenare uomini veri. Ho accettato volentieri l’invito di Corrado, ricambiando la cortesia dell’anno scorso quando giocò a Tremestieri in B2 con me. Non potevo dirgli di no». La rosa della squadra: Giulio Malizia, Carlo Ferrigno. Centrali: Ninni Cutrona, Corrado Di Graziano, Francesco Moschella, Giuseppe Ferrigno. Schiacciatori: Vasco Cicero, Filippo Natoli, Giuseppe Borrello, Salvatore Mirabella, Stefano Licitra e Massimo Giuffrida. Libero: Giovanni Licciardello, Massimo Lombardo. All. Corrado Di Graziano e Ninni Cutrona. All. Davide Zito. NUNZIO CURRENTI L’ALTA VOLLEY ACICASTELLO CAMPIONE REGIONALE CSI
© Copyright 2024 ExpyDoc