Sommario Rassegna Stampa

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la Stampa
31/07/2014
"UNA SEZIONE IN PIU' A COSTO ZERO" (M.Martinengo)
2
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Alto Adige
31/07/2014
LA CORSA DI 147MILA ASPIRANTI INSEGNANTI ALLE PROVE PER IL
TFA (M.Furlo'/A.Zitelli)
3
Edscuola.it
31/07/2014
RENZI: SULLA SCUOLA LITALIA SI GIOCA TUTTO, RIDIAMOLE
DIGNITA'
5
13
Giornale di Sicilia
31/07/2014
DIMEZZATI PERMESSI E DISTACCHI SINDACALI (M.Berti)
6
7
il Gazzettino
31/07/2014
L'ALLARME DI COTTARELLI:"SPENDING" COME BANCOMAT?
ALLORA NIENTE TAGLIO DI TASSE
7
14
il Manifesto
31/07/2014
MISSIONARI O FANNULLONI - LETTERA
8
Ilmessaggero.it
31/07/2014
SPENDING REVIEW E COPERTURE FANTOMATICHE: L'IRA DI
COTTARELLI
9
Ilsecoloxix.it
31/07/2014
SCUOLA, A DICEMBRE STOP AL SOSTEGNO
11
Lastampa.it
31/07/2014
CEI: LA SCUOLA CATTOLICA SOFFRE PER LA DISATTENZIONE DELLO 12
STATO
Lastampa.it
31/07/2014
SCUOLE PARITARIE, IL GIORNO DELLA VERITA'
OrizzonteScuola.it
31/07/2014
LE SCADENZE DI OGGI 31 LUGLIO 2014: GRADUATORIE DI ISTITUTO, 16
TFA PER ACC.6 (A245, A246), A042, ACC.1
Tecnicadellascuola.it
31/07/2014
TFA, CORSA AD OSTACOLI TRA ERRORI E AMBIGUITA'. IL CASO
DELL'A052
18
Tecnicadellascuola.it
30/07/2014
IL SUD INDIETRO SU PIL, CONSUMI, ISTRUZIONE, MA PRIMEGGIA
NELLA DISOCCUPAZIONE
23
Rubrica
14
Scenario politico
10
la Stampa
31/07/2014
Int. a S.Giannini: "CAPISCO LE SCUOLE PARITARIE MA BASTA VETI
SULL'ISTRUZIONE" (A.Pitoni)
25
24
il Messaggero
31/07/2014
TUTELARE LA SCUOLA PER FORMARE I CITTADINI ATTIVI (L.Maffei)
27
17
L'Unita'
31/07/2014
LA PORTAVO IN TASCA COME UNA BANDIERA (M.Ovadia)
28
13/19
Avvenire
31/07/2014
LA SCUOLA CATTOLICA RISORSA EDUCATIVA DELLA CHIESA
LOCALE PER LA SOCIETA' (E.Lenzi)
29
32
la Gazzetta del Mezzogiorno
31/07/2014
NON SPARATE SUGLI INSEGNANTI SONO LORO LE VERE VITTIME
(G.Pire')
49
31/07/2014
COTTARELLI: BASTA SPESE FINANZIATE CON I TAGLI (D.Pesole)
50
Rubrica
6
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Economia
il Sole 24 Ore
Lavoro
38
la Stampa
31/07/2014
"ORA 8 POSTI DI LAVORO SONO IN BILICO" (A.Giaimo)
52
18
il Messaggero
31/07/2014
SCUOLA, AL VIA OLTRE 33MILA ASSUNZIONI TRA INSEGNANTI E
PERSONALE NON DOCENTE (S.i.)
53
IX
la Gazzetta del Mezzogiorno
31/07/2014
LICENZIATA IN MATERNITA' IL GIUDICE LA "RIASSUME"
54
31/07/2014
GAZA, BOMBE SU SCUOLA E MERCATO (D.Frattini)
55
Rubrica
13
Esteri
Corriere della Sera
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Nuove assunzioni, ma coprono appena il turn-over »
Renzi: sulla scuola l’Italia si gioca tu o, ridiamole
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Renzi: sulla scuola l’Italia si gioca tutto, ridiamole dignità
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Alessandro Giuliani
L’obiettivo è fissato nella e-news che il premier torna ad inviare ai suoi lettori dopo una pausa seguita
all’insediamento a palazzo Chigi: in ballo c’è la a crescita economica, la dignità dell’insegnamento, il patto
educativo con le famiglie. E’ lì, è tutto lì. Tra dieci anni saremo giudicati non per lo ‘zerovirgoladipil’, ma sul se
saremo stati capaci di ridare dignità all’educazione. E ancora: siamo partiti dall’edilizia scolastica e abbiamo
aperto i primi cantieri”. Ma il ‘cantiere’ “più importante” è quello sulla riforma del sistema. La novità è che ora il
Governo prende tempo: in arrivo una consultazione di tre mesi tra genitori e docenti.
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Matteo Renzi torna a parlare di scuola. E lo fa con toni entusiastici. “L’Italia deve tornare a essere fiera della
propria scuola”. L’obiettivo è fissato nella e-news che torna ad inviare ai suoi lettori dopo una pausa seguita
all’insediamento a palazzo Chigi.
Sulla scuola, scrive il premier, “si gioca tutto: la crescita economica, la dignità dell’insegnamento, il patto
educativo con le famiglie, la qualità della vita nelle città. E’ lì, è tutto lì. Tra dieci anni saremo giudicati non per
lo ‘zerovirgoladipil’, ma sul se saremo stati capaci di ridare dignità alla scuola e all’educazione italiana”.
Ancora Renzi: “Siamo partiti dall’edilizia scolastica e abbiamo aperto i primi cantieri”. Ma il ‘cantiere’ “più
importante” è quello sulla riforma del sistema: “Richiederà tre mesi di consultazione con le famiglie e i docenti e
comprenderà gli argomenti da studiare, la formazione e l’assunzione del corpo docente, il rapporto con il
territorio e l’autonomia. Questo è il cantiere più impegnativo. Ma anche quello più bello. Perché si fa politica
per questo, non per tre poltrone in più o in meno”.
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28/07/2014 – Piano Azione
Coesione – Priorità Istruzione.
Obiettivo/Azione F3 –
Comunicazione http://wp.me/p7IFzc2K
Le indicazioni di Renzi sulla necessità di avviare una consultazione di massa, tra gli utenti e gli operatori
scolastici, sembra il leit motive degli ultimi giorni. Mentre non si parla più di decreti legge immediati.
L’impressione è che il Governo stia prendendo tempo, anche alla luce della rivolta “popolare” conseguente alle
dichiarazioni del sottosegretario all’Istruzione Roberto Reggi. Qualcosa nell’aria dei palazzi alti della politica
italiana sta cambiando? Lo scopriremo nei prossimi giorni.
Versione per la stampa
28/07/2014 - Piano
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Renzi: sulla scuola l’Italia si gioca tutto,
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000000001234. - Servizio a cura di Teleborsa
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(Teleborsa) - Era stato chiamato per individuare ed eliminare le
spese pubbliche superflue e razionalizzare quelle “salvate”
dall'austerity. Per attuare una seria e concreta spending review, insomma.
Aveva anche delineato il percorso per lui più giusto, ricevendo in
cambio una stoccata dal Premier Renzi (”I tagli alla spesa li
decidiamo noi”, aveva affermato). A quanto pare ora il sodalizio
tra il Governo e Carlo Cottarelli si è fatalmente incrinato, al punto
che il super commissario starebbe per gettare la spugna. La
scintilla si è accesa dopo via libera della Camera ad un
emendamento contenuto nel decreto di riforma della Pubblica
Amministrazione (o decreto Madia) che consente 4 mila
pensionamenti nella scuola. Emendamento che, a detta
dell'economista, si basa su coperture derivanti da tagli alla spesa
non ancora individuati ovvero su tagli lineari (quei tagli che
Cottarelli avrebbe dovuto evitare in modo assoluto). Così l'ex
economista del Fondo Monetario Internazionale si è sfogato sul
suo blog, scrivendo: “Si sta diffondendo la pratica di autorizzare
nuove spese indicando che la copertura sarà trovata attraverso
future operazioni di revisione della spesa o, in assenza di queste,
attraverso tagli lineari delle spese ministeriali”. E poi, ancora: “Il
totale delle risorse che sono state spese prima di essere state
risparmiate per effetto di queste decisioni ammonta ora 1,6
miliardi per il 2015. Intendiamoci: tecnicamente, la copertura c'è.
Ma questa è in realtà costituita da tagli lineari perché la promessa
di future operazioni di revisione della spesa non può essere
accettata come copertura sul piano giuridico. Cosa significa
questo in prospettiva? Significa che le risorse che deriveranno
dalla revisione della spesa per il 2015 non potranno essere usate
per la riduzione della tassazione (o del deficit o per effettuare
altre spese prioritarie). Oppure che si dovranno attivare i
sopracitati tagli lineari. Credo sia una tendenza preoccupante
perché continuando così nuove spese saranno finanziate o
tramite risparmi che non sono stati ancora approvati a livello
Oggi
Data
31-07-2014
Pagina
Foglio
politico o attraverso i famigerati tagli lineari che la revisione della
spesa vorrebbe evitare”. Non solo. Cottarelli aggiunge: “E' una
situazione paradossale in cui la revisione della spesa (futura)
viene utilizzata per facilitare l'introduzione di nuove spese”. Il
super commissario, in altra sede, ha poi chiarito che questa
invettiva è rivolta al Parlamento, ma c'è già chi parla di rottura e di
un biglietto pronto per Washington. Sembra infatti che Cottarelli
stia meditando di tornare all'FMI.
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Savona - Una scuola a misura di tutti: un principio
banale ma che, a partire dal prossimo anno, potrebbe
non essere più così ovvio. Almeno per gli studenti con
Seri problemi in vista per i sostegni degli studenti
con handicap gravi
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handicap gravi che rischiano di restare schiacciati tra
tagli e enti territoriali in via di estinzione, con la
conseguenza di vedere un proprio diritto scricchiolare
sotto i colpi di fondi che sembrano assottigliarsi e
inefficienze altrui.
La questione riguarda una settantina di alunni che
frequentano gli istituti superiori del Savonese: ragazzi
con disabilità importanti e che hanno bisogno di
Disabili, Tursi risparmia sui soggiorni
un’assistenza che va al di là di quella basilare e
estivi
che comporta tutta una serie di strumenti e
accorgimenti ad hoc (da mezzi “speciali” per il trasporto
casa-scuola, a cattedre e computer pensati appositamente per loro, fino a figure di educatori
che possano facilitare l’apprendimento). Tutti servizi che hanno ovviamente un costo che,
finora, è stato coperto da trasferimenti regionali che la Provincia ha poi distribuito attraverso
bandi aperti alle varie realtà che si occupano dell’assistenza agli alunni disabili.
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muore guardia giurata a...
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No alla ceretta: il blog della
ragazze con le gamb...
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Pag. 11
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«E poi faremo di tutto per coprire quei servizi – garantisce l’assessore regionale al Bilancio
e all’Istruzione Pippo Rossetti – Siamo in fase di assestamento, ma siamo più che fiduciosi che
quelle risorse non mancheranno all’appello. Il diritto allo studio deve ovviamente essere
garantito a tutti, in particolare a chi si trova in condizioni svantaggiate. Abbiamo riunito
tempo fa i rappresentanti delle varie Province, che non hanno fondi e che sono ormai enti a
termine, garantendo i soldi fino a fine dicembre e impegnandoci per il 2015».
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L’allarme scatta come sempre guardando le cifre e le date di scadenza, con tanto di contributi
che si assottigliano e una copertura che riguarda solo il periodo settembre-dicembre
2015, lasciando un’inquietante incognita per l’anno successivo: e così, ad oggi, la Regione
Liguria ha stabilito un trasferimento complessivo pari a 225.489 euro per i soli primi 4 mesi
dell’anno scolastico. E poi?
► Leggi il giornale di oggi
31-07-2014
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I discorsi del Papa
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«Occorre interpretare i valori
cristiani, spiegarli nel lor ...
VATICAN INSIDER
30/07/2014
Cei: la scuola cattolica soffre per la
disattenzione dello Stato
+ P a r a g u a y , v i e t a t e l e
ordinazioni al vescovo nella
bufera per abusi nel clero
«Circa la situazione nella
diocesi di Ciudad del Este (Para
...
I Vescovi in una nota: «Fino a tanto che la legislazione non avrà ottenuto il
completamento anche sul finanziamento, a una parità nominale non
corrisponderà una nei fatti»
+ “La pace è il futuro”, ad
Anversa l’incontro promosso da
Sant’Egidio
Giunto alla XXVIII edizione,
l'Incontro internazionale Uomini
e R ...
REDAZIONE (VATICAN
INSIDER)
Anche se già dal 2000 lo Stato
italiano le ha riconosciute come
facenti parte dell'unico sistema
nazionale d'istruzione, resta
«ancora incompiuto il cammino
Vatican Insider
ANDREA TORNIELLI
BLOG: Sacri Palazzi
@Tornielli
verso una parità effettiva che dia
reale efficacia alla libertà di
scelta educativa delle famiglie».
GIACOMO GALEAZZI
BLOG: Oltretevere
Lo denuncia la nota “La scuola
cattolica risorsa educativa della
Chiesa locale per la società”,
diffusa dai Vescovi italiani, per i
quali il processo di riforma (nel
senso voluto dalla Costituzione)
«non si può ancora ritenere
compiuto né sul versante dell'autonomia, ancora non del tutto compresa e sperimentata dalle scuole, né
sul versante della parità, enunciata formalmente ma non accompagnata da un sostegno capace di
renderla reale ed effettiva, né sul versante della istruzione e formazione professionale, che risulta ancora
disomogenea quanto alla sua distribuzione sul territorio e precaria nelle risorse». + Tutti gli articoli
MARCO TOSATTI
BLOG: San Pietro e Dintorni
@MarcoTosatti
ANDRES BELTRAMO ALVAREZ
BLOG: Sacro & Profano
@sacroprofano
GERARD O' CONNELL
@gerryorome
«Mentre è vero che quasi tutte le scuole cattoliche sono paritarie, non è vero che tutte le scuole paritarie
sono cattoliche», si precisa nel testo, ricordando che «è soprattutto la scuola cattolica a battersi da anni
per rendere effettiva nel nostro Paese una reale cultura della parità», che metta in condizione i genitori di
«scegliere senza condizionamenti il percorso di studi e la scuola reputati migliori». JOHN ALLEN
BLOG: All Things Catholic
@JohnLAllenJr
Tra gli ostacoli alla reale parità, la Cei cita il non adeguato finanziamento delle scuole paritarie, che ha
corrisponderà mai una parità nei fatti», osservano i Vescovi che lamentano la costante e progressiva
erosione del numero delle scuole cattoliche, soprattutto di quelle materne. A proposito della formazione lavorativa nelle scuole cristiane, il documento precisa: «Di pari passo con
l’attitudine professionale e la qualità spirituale dell’insegnante di scuola cattolica si dovrà anche
considerare la sua oggettiva testimonianza di vita. Non è difficile, specialmente al giorno d’oggi,
imbattersi nei casi di insegnanti implicati in situazioni personali critiche, comportanti una minore
GIORGIO BERNARDELLI
BLOG: La Porta di Jaffa
@GioBernard
ALVER METALLI
BLOG: Terra d'America
@AlverMetalli
GIANNI VALENTE
@GiannivalenteGV
045688
portato alla chiusura di molte scuole cattoliche, soprattutto dell'infanzia, che da sole rappresentano quasi
i tre quarti del totale. «Fino a tanto che la legislazione italiana sulla parità non avrà ottenuto il suo
completamento anche sul piano del suo finanziamento, a una parità nominale affermata non
adesione alla vita della comunità cristiana. Non c’è dubbio che in tali casi si debba come prima cosa dar
luogo al prudente discernimento di ogni singola situazione, nella consapevolezza della rischiosità del
Si parla di noi
Applicazioni
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giudicare – per il quale esiste addirittura un divieto evangelico – ma anche delle responsabilità
Pag. 12
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31-07-2014
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incombenti sull’autorità scolastica per quanto concerne il diritto alla salvaguardia morale degli alunni e
dei loro familiari. Toccherà alle autorità della scuola trovare i modi di non far mancare a chi è in
difficoltà la vicinanza della comunità cristiana senza tuttavia derogare al dovere di assicurare alla
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comunità scolastica la validità reale del suo progetto educativo. L’allontanamento di un insegnante dalla
scuola, insopportabile per se stesso, può essere unicamente e dolorosamente imposto – nel rispetto della
normativa civile e canonica e sempre coniugando cristianamente verità e carità – come provvedimento
Speciali
estremo dal bene prioritario degli alunni». Sull’insegnamento della religione cattolica, la nota dice: «È dimensione qualificante del progetto
educativo di una scuola cattolica. Per questo motivo tale insegnamento non può essere assente, né è
lecito pensare che possa essere sostituito dall’orientamento cristiano di tutta l’attività educativa della
scuola. La specifica identità scolastica di questo insegnamento costituisce al contrario un contributo
quanto mai idoneo all’avvio di una riflessione culturalmente strutturata, oltre che sul fenomeno
religioso, sull’incidenza anche culturale della fede cattolica nella vita delle persone e nella storia della
nostra civiltà. In questo senso l’insegnamento della religione cattolica deve essere fatto oggetto di
particolare attenzione nella programmazione degli insegnamenti delle scuole cattoliche; sarà anzi
opportuno che la quota oraria riservata a questo insegnamento venga in essi potenziata, a dimostrazione
tangibile del valore della cultura religiosa». «Le dimensioni del sistema di scuola cattolica, che coinvolge in Italia poco meno di un milione di alunni,
non possono far parlare di un'esperienza accessoria o marginale», scrivono i Vescovi invitando a
«superare qualche diffuso pregiudizio». «La scuola cattolica - affermano - non è propriamente parlando
un'istituzione educativa confessionale o di parte, poiché si pone per suo statuto al servizio di tutti e
accoglie tutti, con obiettivo primario di curare l'educazione della persona e promuoverne la crescita
libera e umanamente completa». In questa prospettiva, «l'adesione al progetto educativo della scuola cattolica - come previsto
espressamente dalla legislazione statale - non potrà mai essere motivo di esclusione per alcuno o
all'ostacolo all'accoglienza di chi guarda a essa con simpatia». Al contrario, «dialogo e apertura saranno
regola fondamentale dei rapporti tra e con gli alunni e tra e con le famiglie che vengono a farne parte,
quali che siano le loro appartenenze culturali e religiose». Ebook
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31/07/2014
Scuole paritarie, il giorno della verità
Oggi l’assessore tenta una mediazione con le 6 materne che hanno detto no ad
aperture o ampliamenti di strutture pubbliche. Forza Italia si schiera in difesa del
diritto di veto. Il sindacato Cub Scuola manifesta durante l’incontro: norma
incostituzionale
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Quanti disastri compie l’uomo e
quante volte cerca di nasco ...
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È il giorno della verità. «E’ il
tentativo di mediare tra le
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Una vita da First lady, a Torino
come a Buenos Aires. Sonia
Belfo ...
esigenze delle scuole paritarie e il
diritto allo studio per decine di
giovani piemontesi», spiega
l’assessore regionale
+ Tutti in piedi alla Reggia
C’è Vinicio Capossela
è bastata la prevendita per
incoronare il re del cartellon ...
all’Istruzione, Gianna Pentenero,
annunciando l’incontro che si
svolgerà oggi tra Luigi Vico,
presidente provinciale Fism
(federazione delle scuole
materne cattoliche) e i sindaci di
Bibiana, Villanova Canavese,
Ecco il nuovo asilo pubblico di Bibiana. La mancata apertura di questa
struttura ha acceso i riflettori sulla legge regionale che regola i rapporti tra
scuole pubbliche e paritarie
Torino, Novara , Bagnolo
Piemonte e San Damiano d’Asti. I
comuni dove è in programma l’apertura di una sezione di scuola materna statale che una legge regionale
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Storia Di Torino
votata dal centrodestra subordina a due condizioni. Il vertice La prima vincolante: l’apertura non è possibile se questa costringe alla chiusura una sezione della
paritaria. La seconda no: la paritaria deve esprimere un parere motivato. In tutti questi casi il parere è
stato negativo e il combinato disposto di queste due norme assegna di fatto un potere di veto, almeno
secondo quanto si può leggere nell’ordine del giorno presentato dal capogruppo di Sel, Marco Grimaldi e
sottoscritto da undici consiglieri del pd e dai presidenti dei gruppi di scelta Civica e dei Moderati.
Pentenero spera in una soluzione di buonsenso maturata a livello territoriale ma oggi dovrà affrontare la
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protesta del sindacato di base Cub Scuola che ha annunciato un presidio sotto l’assessorato in via
Magenta 12 e l’attacco di Forza Italia che ha preparato un dossier per difendere quella legge contestata
usando come strumento di difesa la riforma scolastica che porta la firma del ministro Berlinguer, allora
diessino e comunque del centrosinistra. Il dossier: norma razionale 045688
Oggi scende in campo Alberto Cirio, l’ex assessore all’Istruzione ed oggi europarlamentare azzurro: «Con
la riforma scolastica varata dal ministro Berlinguer, nel 2000, le scuole statali e le scuole pubbliche non
statali paritarie concorrono nello stesso modo alla realizzazione del sistema scolastico pubblico
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nazionale. Questo significa che non vi è alcuna differenza tra scuola statali o comunali e scuole paritarie».
Ecco perché «dividere il sistema istruzione pubblico in bianchi e neri rischia solo di riaccendere i toni di
un dibattito ideologico e politico già aspro», attacca il capogruppo Gilberto Pichetto. Secondo Gianluca Vignale, padre con l’ex consigliere di Ncd, Giampiero Leo, dell’emendamento la norma
«ha una chiara e razionale finalità: prima di aprire un nuovo istituto bisogna verificare se l’offerta sul
territorio è satura. Se non lo è una nuova scuola rappresenterebbe solo un doppione inutile e realizzato a
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danno dei cittadini». Secondo Vignale questo è il caso di Bibiana: «Il Comune ha 100 bambini e un asilo
paritario che riesce ad ospitarli praticamente tutti. Eppure anni fa si è deciso di aprirne uno nuovo,
costato in tutto oltre 1,6 milioni di risorse pubbliche. Questo significa che se il Comune avesse speso la
metà (oltre 300 mila euro) per sostenere le rette dei bambini, si sarebbero risparmiati oltre 1 milione di
risorse pubbliche». I dubbi di costituzionalità Cosimo Scarinzi, responsabile scuola per la Cub, non la pensa così e annuncia una protesta sotto
l’assessorato «in difesa della scuola pubblica statale e di chi ci lavora». E a sinistra c’è anche chi sta
valutando se ci siano gli estremi per sollevare una questione di incostituzionalità perchè l’offerta di una
scuola paritaria non può essere vincolante per le famiglie. TI POTREBBERO INTERESSARE ANCHE:
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Home » Le scadenze di oggi 31 luglio 2014: graduatorie di istituto, TFA per acc.6 (A245, A246), A042, acc.12
(A014, A053, A055, A056), mobilità IRC, Programma Pestalozzi, spese postali, AFAM, UNIEMENS e DMA
Le scadenze di oggi 31 luglio 2014: graduatorie di istituto, TFA per
acc.6 (A245, A246), A042, acc.12 (A014, A053, A055, A056), mobilità
IRC, Programma Pestalozzi, spese postali, AFAM, UNIEMENS e
DMA
GB - Elenchiamo le scadenze di oggi giovedì 31 luglio 2014
Graduatorie d'istituto: scioglimento riserva PAS, SFP, Sostegno
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Il Miur ha consentito l'inserimento con riserva in seconda fascia dei
docenti che prevedono di abilitarsi entro il oggi, al termine dei seguenti
percorsi: corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria, sia
vecchio sia nuovo ordinamento; percorsi abilitanti speciali (PAS); corso
di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività
di sostegno didattico agli alunni con disabilità. Coloro che abbiano
presentato domanda con riserva entro il 23 giugno scorso e abbiano
conseguito il titolo di abilitazione entro oggi, sono tenuti a comunicare
all'istituzione scolastica destinataria della domanda l'avvenuto
conseguimento dell'abilitazione. La comunicazione del conseguimento
del titolo abilitativo entro il 31 luglio 2014 determina lo scioglimento
della riserva e l'inclusione a pieno titolo nella II fascia delle
graduatorie di circolo e di istituto, mentre il mancato conseguimento
dell'abilitazione entro il 31 luglio 2014 fa decadere la domanda
presentata con riserva e gli aspiranti sono inseriti a pieno titolo nelle graduatorie
di III fascia, purché sia stata presentata la relativa domanda. Resta
fermo che a coloro che conseguono il titolo abilitativo dopo il 31 luglio
2014 è garantito il diritto di precedenza assoluta nella fascia di
Argomenti
anief ATA Concorsi concorso docenti
Mobilità IRC
Didattica Dirigenti scolastici
In riferimento alla tematica indicata in oggetto, si fa presente che il
Formazione docenti graduatorie ad
termine per la pubblicazione dei movimenti, determinato nell’O.M. n. 38
del 22.05.2014, è prorogato fino al 31 luglio 2014
esaurimento graduatorie di istituto
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2014 (D.M. n. 375 del 6/06/2014).
immissioni in ruolo lettere in
Programma Pestalozzi
Nell’ambito delle attività del settore di istruzione e formazione del
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appartenenza ai sensi dell'articolo 14, comma 1, del d.m. n. 353 del
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Consiglio d’Europa, il “Programma Pestalozzi” offre a Dirigenti tecnici,
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Precariato Rassegna
scolastici e a docenti di ogni ordine e grado, con contratto a tempo
indeterminato, l’opportunità di partecipare a seminari, scuole estive e
stampa Riforme scatti di anzianità
moduli di formazione europei (sito ministeriale). I candidati devono
Sostegno - Handicap stipendio supplenze
inviare via mail entro oggi, ai rispettivi Uffici Scolastici Regionali, la
tagli TFA - Tirocinio Formativo
domanda e la documentazione richiesta (curriculum vitae e certificazione
linguistica). Per i candidati con una sede di servizio diversa da quella
Attivo Valutazione Varie
di titolarità, la competenza dell’Usr è determinata dalla sede di servizio
altri argomenti
(nota prot. n. 3965 del 12/5/2014).
Rendiconto spese postali
L’Agenzia delle Poste Italiane Spa chiude il rendiconto delle spese postali
sostenute dalla scuola nel mese e ne invia copia all’istituzione
scolastica.
Supplenze AFAM
Deve essere presentata entro oggi la domanda di ammissione alle graduatorie
nazionali per l’attribuzione, nei limiti dei posti in organico vacanti e
disponibili, di incarichi a tempo determinato per il personale docente
delle istituzioni AFAM. La domanda deve essere redatta sulla base del
modello di cui all'Allegato A e deve essere indirizzata alla
competente istituzione, così come individuata nella tabella di cui
all'Allegato C (D.M. n. 526 del 30/06/2014).
UNIEMENS e DMA
Termine per trasmettere all’Inps il flusso integrato Uniemens e Dma
relativo al mese precedente.
Versamento delle quote sindacali
Versamento delle quote sindacali operate sugli emolumenti relativi al mese
precedente.
TFA
ore 10:00 TFA prova preselettiva per acc.6 (A245, A246), A042, acc.12
(A014, A053, A055, A056)
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Gio, 31/07/2014 - 04:55 - Categoria: scadenze
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Tfa, corsa ad ostacoli tra errori e
ambiguità. Il caso dell'A052
Andrea Carlino Martedì, 29 Luglio 2014
Fino al 31 luglio sono previste le prove selettive per l’accesso ai
corsi del Tirocinio formativo attivo. Il 30 si svolgeranno le prove
per l’acc. 8 (A445, A446), A022, acc. 16 (A001, A015, A020), A084. Il
31, invece, si svolgono le prove per l’ acc. 6 (A245, A246), A042, acc.
12 (A014, A053, A055, A056).
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Tfa ordinario
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Abbiamo ricevuto tantissime mail di segnalazioni riguardanti imprecisioni,
refusi, errori e risposte dubbie alle domande dei test preselettivi per
l'accesso al Tfa, i corsi istituiti per abilitare i futuri insegnanti. Una pratica,
purtroppo, ormai consueta. Già nel 2012, anno del primo ciclo dei corsi,
non mancarono le polemiche con siti, blog e forum che pullulavano di
contestazioni. Una situazione paradossale per il Tfa, una macchina che
produce precari a vita visti i continui tagli all'organico della scuola. E che
per giunta dovranno affrontare un ulteriore concorso prima di poter
diventare di ruolo. Eppure tanti aspiranti si sono fatti carico di tante ore
sui libri e di una spesa non irrisoria per iscriversi ai quiz, che al netto
delle domande ambigue, se non decisamente sbagliate, costano tra i 100
e i 150 euro.
Il Cineca ha disposto una pagina ufficiale in cui sono riportati i testi delle
prove di accesso e le modifiche apportate alle domande segnalate dai
candidati per irregolarità. Sono state approntate modifiche riguardo le
classi di concorso, A012, A038 e A059 (clicca qui per visualizzare le
modifiche). Si ricorda che la pagina ufficiale del Tfa 2014 II ciclo è in
continuo aggiornamento con la pubblicazione giornaliera dei differenti
test preselettivi svolti per l'accesso alTirocinio formativo attivo.
L’ultimo caso ci viene segnalato da un gruppo di aspiranti tieffini e
riguarda la classe A052.
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dell’abilitazione dei prof
045688
Gentile Ministro,
il dossier che viene qui presentato può considerarsi frutto di un lavoro
collettivo eseguito da più docenti con la massima serietà,
documentazione, onestà e acribia; è il risultato di un notevole e
approfondito confronto fra colleghi, nato dopo la pubblicazione sul sito
del CINECA dei quesiti oggetto d’esame per la preselezione TFA A052 e
delle relative risposte date per corrette. Esso è volto a mettere in luce
gravi ambiguità e/o anomalie presenti nella formulazione di alcuni
quesiticosicché si possa rimediare al danno ingiustamente subito da
molti candidati.
Prima della trattazione dei quesiti anomali, si ritiene utile ricordare
quanto dichiarato nel Decreto Ministeriale prot. n. 487 del 20/06/2014 e in
https://tfa.cineca.it/2014/faqs.php: “Il test comprende 60 domande,
ciascuna formulata con quattro opzioni di risposta, fra le quali il
Personale Ata, domande
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Ecco quanto ci inviano alla nostra redazione segnalando gravi anomalie
nella formulazione dei quesiti.
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candidato deve individuare l'unica esatta”.
48. La distinzione tra αἰτία e πρόφασις appartiene alla riflessione
storiografica di:
A) Polibio
B) Erodoto
C) Senofonte
D) Tucidide
Ora, che la distinzione tra αἰτία e πρόφασις appartenga alla riflessione
storiografica di Tucidide, ben prima di Polibio, è cosa nota a tutti e
riportata in ogni testo di letteratura greca. Entrambe le opzioni (Tucidide
e Polibio) sono corrette.
Per citare un testo fra tutti: Tucidide, Storie I, 23.
Si veda poi qualsiasi testo di letteratura greca.
La suddetta distinzione, fra l’altro, è formulata per la prima volta proprio
da Tucidide; da Polibio viene semplicemente ripresa con l’aggiunta del
concetto di archè. Dunque, volendo essere precisi, la distinzione
enucleata da Tucidide è proprio quella tra aitia e prophasis, mentre
quella enucleata da Polibio è tra aitia, prophasis e archè.
Giusto un paio di citazioni fra le innumerevoli proponibili:
1) “Polibio compie dunque una rigorosa distinzione fra la causa vera
(aitia), il pretesto o causa formale (profasis) e l’inizio (archè) (Pol. Storie III,
6.14). Si tratta di uno sviluppo delle categorie causali tucididee (Tuc.
Storie I, 23), in cui peraltro Polibio si arresta al livello dei fenomeni politici,
laddove Tucidide si era inoltrato a indagare i complessi moventi umani da
cui è determinato il corso della storia” [D. Del Corno, La letteratura greca.
Storia e testi, Vol. 4 – L’età ellenistica e imperiale –, Milano 2003, p. 263].
2) “Anche per altri aspetti sostanziali – dall’ammirazione per la
costituzione mista alla distinzione tra aitìa e pròfasis – Polibio si rifà a
concetti ed a terminologia tucididea” [L. Canfora, Storia della letteratura
greca, Roma- Bari 2001, p. 609].
Chiaro è che il quesito presenti due opzioni di risposta corrette: A) e D).
Se il quesito fosse stato ben formulato avrebbe presentato un altro storico
al posto di Polibio o di Tucidide, in questo modo:
48. La distinzione tra αἰτία e πρόφασις appartiene alla riflessione
storiografica di:
A) Tucidide
B) Erodoto
C) Senofonte
D) Storico X [Ecateo di Mileto, etc.]
Risposta esatta: TUCIDIDE
48. La distinzione tra αἰτία e πρόφασις appartiene alla riflessione
storiografica di:
A) Polibio
B) Erodoto
C) Senofonte
D) Storico X [Ecateo di Mileto, etc.]
Risposta esatta: POLIBIO
Poiché tuttavia la formulazione del quesito che è stato sottoposto ai
candidati in data 17/07/2014 presentava le opzioni di risposta A)
Polibio/B) Erodoto/C) Senofonte/D) Tucidide, il quesito presenta dunque
due possibili risposte corrette: Polibio, ma ancor meglio e ancor prima,
Tucidide.
50. Quale delle seguenti forme verbali presenta il cosiddetto
raddoppiamento attico?
A) ἀγήγερκα
B) πεφόνεuκα
C) ἤγαγον
D) ε[ρριφα
Anche in questo caso, come per il quesito precedente, viene meno quanto
dichiarato dal Decreto, essendo presenti due risposte assolutamente
esatte fra le opzioni date: corretto il perfettoἀγήγερκα e corretto
l’aoristo ἤγαγον.
Per chi non lo ricordasse, vi sono infatti alcuni verbi, come appunto ‘ago’,
che presentano il raddoppiamento attico all’aoristo (egagon/ἤγαγον). Tale
caratteristica viene riportata in testi di grammatica noti (Agnello-Orlando,
Kühner, La Magna – Nucciotti, Pieraccioni, Agazzi – Vilardo, etc.), accurati e
in uso nei Licei e nell’Accademia e ne viene dunque e giustamente dato
insegnamento – pure a livello internazionale – in scuole e università.
Per citare alcuni passi: “Il verbo α[γω, io conduco, forma anche l’Aor. II
(secondo) Att. e Med. con questo raddoppiamento (scil. attico); ma
l’aumento temporale cade qui sulla vocale del raddoppiamento lasciando
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inalterata la vocale della radice, e si trova soltanto nell’indicativo. Come:
α[γω Aor. II Att. ἤγαγον, Inf.
; Aor. II Med.
, Inf. Med.
ἀγαγέσθαι”. [R. Kühner, Grammatica elementare della lingua greca, Vol. 1,
Torino 1864, pp. 160-161, par. 89 (paragrafo dedicato al raddoppiamento
attico)]. Si segnala anche che tale grammatica è consultabile da tutti su
Google Books.
Altra citazione: “L’aoristo II di α[γω si forma dal tema raddoppiato ag-ag(raddoppiamento attico)”. [G. La Magna – A. Nucciotti, La lingua dei greci,
Milano 1964, p. 155, par. 84].
Se non dovesse bastare, si confrontino anche D. Pieraccioni, Grammatica
greca, Firenze 1990, p. 131, par. 152, osservazione n. 2 e P. Agazzi – M.
Vilardo, Hellenistì, Bologna 2006, p. 327, nota n. 17.
Se poi passiamo alla lingua inglese e digitiamo ‘Attic Reduplication’
(raddoppiamento attico), l’aoristo di ago salta fuori innumerevoli volte, in
testi, saggi e siti più svariati.
Si veda p.es. il sito http://www.carolandray.plus.com/TAKE/Verbs1.html
ove si spiega che ‘the only reduplicated strong aorists that concern us are
the very few which show Attic reduplication, e.g. ἤγ-αγον (aorist stem:
ἀγ-αγ-)’ o anche persino Wikipedia (!) alla voce Ancient Greek verbs, ossia
qui http://en.wikipedia.org/wiki/Ancient_Greek_verbs nella sezione
paradigmi: ‘Velar-sistem: agō, aksomai, ēksa, ēgagon, agēokha, ēgmai,
ēkhthēn "lead". (Middle future, second aorist with "Attic" reduplication,
irregular second perfect).
Il quesito presenta due opzioni egualmente corrette, se fosse stato ben
formulato avrebbe presentato un altro verbo al posto di ἀγήγερκα o di
ἤγαγον, in questo modo:
50. Quale delle seguenti forme verbali presenta il cosiddetto
raddoppiamento attico?
A) ἀγήγερκα
B) πεφόνεuκα
C) Forma verbale X senza raddoppiamento attico
D) ε[ρριφα
Risposta esatta: ἀγήγερκα
50. Quale delle seguenti forme verbali presenta il cosiddetto
raddoppiamento attico?
A) Forma verbale X senza raddoppiamento attico
B) πεφόνεuκα
C) ἤγαγον
D) ε[ρριφα
Risposta esatta: ἤγαγον
Poiché tuttavia la formulazione del quesito che è stato sottoposto ai
candidati in data 17/07/2014 presentava le opzioni di risposta A)
ἀγήγερκα/B) πεφόνεuκα /C) ἤγαγον /D) ε[ρριφα, il quesito palesa dunque
due possibili risposte corrette: ἀγήγερκα, ma anche e non meno
ἤγαγον.
I quesiti appena trattati, 48 e 50, per la correzione dei quali il consenso è
– comprensibilmente – corale e unanime, devono necessariamente essere
emendati tenendo conto ANCHE dell’alternativa incontrovertibilmente
CORRETTA e dando quindi, com’è giusto, anch’essa per buona.
Seguono ora alcuni quesiti di comprensione del testo che hanno generato
gravi ambiguità, sebbene non risultino ambigui a tutti.
51. Come potrebbe essere riformulata l’espressione in termini canonici
(righe 2-3)?
A) Nella forma in cui viene più normalmente presentato
B) Così come viene proposto dalla tradizione ecclesiastica
C) Detto in modo meno volgare
D) Per capirci
Ora, premesso che l’espressione corretta da riformulare dovrebbe
comprendere anche ‘in’ e non solo ‘termini canonici’ come indicato dal
corsivo, il quesito presenta ambiguità in quanto risulta plausibile o non
errata, visto il contesto, anche la scelta dell’espressione ‘per capirci’.
Ecco le righe in questione: ‘Il dilemma, in termini canonici, è questo:…’.
Molti candidati hanno scelto l’opzione ‘per capirci’ e non pare affatto una
scelta da considerarsi errata. Sia l’opzione A), sia l’opzione D) infatti
stanno bene nel testo e ben si accordano al contesto:
I) Il dilemma, nella forma in cui viene più normalmente presentato, è
questo…
II) Il dilemma, per capirci, è questo…
Va poi detto che si chiede di riformulare un’espressione (nello specifico ‘in
termini canonici’) e l’opzione D) è molto più vicina a ciò che viene
comunemente definito ‘espressione’ dell’opzione A). ‘Per capirci’ è opzione
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molto più simile a ‘in termini canonici’ come espressione e per brevità
rispetto a ‘nella forma in cui viene più normalmente presentato’. Fra l’altro
l’opzione A) presenta quel ‘più’ di troppo che la rende formalmente brutta
e cacofonica. Se A) è da ritenersi la risposta corretta, di certo D) non può
ritenersi una risposta errata.
Il quesito presenta una grave ambiguità.
55. Stando a quanto dichiarato nel testo, l’esperimento condotto da
Costa ha coinvolto persone che parlavano:
A) due lingue tra cui, generalmente, l’inglese
B) lo spagnolo come madrelingua e una lingua straniera (in genere
l’inglese)
C) per lo più l’inglese, più una lingua dell’Estremo Oriente
D) generalmente l’inglese come madrelingua più un’altra lingua tra
spagnolo, coreano e francese
Tale quesito (“hanno intervistato 317 persone che parlavano due lingue, in
genere inglese più un’altra tra spagnolo, coreano e francese”) è passibile
di una doppia interpretazione:
I) Tutte le persone parlavano due lingue, generalmente l’inglese era una
di queste e non si sa quale fosse la lingua madre. Quindi corretta
l’opzione A).
II) Ciascuna persona parlava due lingue, in genere l’inglese più un’altra,
ossia l’inglese come madrelingua più una seconda lingua. Quindi corretta
anche l’opzione D).
Anche questo quesito genera una grave ambiguità.
56. Le persone che hanno partecipato all’esperimento:
A) per metà venivano interrogate nella propria lingua madre e per metà
nella lingua straniera conosciuta
B) se erano spagnole erano interrogate nella loro lingua madre, altrimenti
nella lingua straniera conosciuta
C) erano interrogate una volta nella propria lingua madre e una volta
nella lingua straniera conosciuta
D) erano interrogate tutte solo nella lingua straniera conosciuta
Le risposte a tale quesito sembrano impostate in modo errato. Nel testo,
infatti, si fa riferimento alle risposte date dai partecipanti, e non alle
“modalità di interrogazione”.
Il brano infatti non fa sapere la lingua in cui le persone venivano
interrogate, bensì la lingua in cui hanno risposto, come si legge
chiaramente alle righe 18-19: "Per ogni gruppo, metà dei componenti ha
risposto nella lingua madre, mentre l'altra metà nella seconda lingua". In
questo quesito pare non esserci addirittura pertinenza tra la domanda e
la risposta.
60. Quale di queste affermazioni non è contenuta nel testo o non è
derivabile da quanto si afferma nel testo?
A) Lo studio dimostra che la propensione al comportamento etico è
indipendente dalla cultura di origine
B) Il fatto che nelle riunioni di importanti organizzazioni internazionali un
gran numero di persone sia costretta a usare una lingua che non è quella
che preferisce potrebbe garantire una maggiore razionalità nelle
decisioni
C) I madrelingua inglesi sono ormai in minoranza rispetto a chi parla
l’inglese senza essere madrelingua
D) I risultati dello studio potrebbero avere importanti conseguenze (per
esempio in ambito medico e legale)
A parte un difetto di forma come ‘un gran numero di persone sia
costretta’ in B), alle righe 22-24 del brano si legge: “I linguisti si sono
chiesti se ogni lingua codifichi i principi etici a modo suo, il che potrebbe
spiegare il risultato, ma l'effetto si è ripresentato con ogni combinazione
linguistica esaminata, per cui la cultura d'origine non sembra fornire una
spiegazione”. Sembra chiaro dunque che il fatto che “la propensione al
comportamento etico è indipendente dalla cultura di origine” è
un’informazione che si ricava dal testo, come le altre tre; pertanto il
quesito sembra non ammettere alcuna risposta corretta tra le quattro
opzioni presentate (tutte e quattro ricavabili dal testo).
Si riportano infine altri due casi di anomalia e ambiguità estranei alla
comprensione del testo che, seppur non trovando consenso generale e
proprio per questo inseriti alla fine del dossier, vanno segnalati: essi
infatti hanno comunque indotto in errore alcuni candidati.
12. La Biblioteca di Diodoro Siculo è:
A) una storia universale, dalle origini mitiche della civiltà al 54 a.C.
B) la narrazione degli eventi che coinvolgono la Grecia dalla fine delle
guerre del Peloponneso al 311 a.C.
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C) una raccolta di tradizioni e miti della Grecia arcaica
D) una storia universale di carattere etnografico che va dal 144 al 86 a.C.
La risposta A), data come esatta, presenta una datazione assai discutibile
che ha indotto in errore alcuni candidati. Che gli avvenimenti arrivassero
al 54 a.C. non è nozione condivisa e univoca. Tale leggerezza può
confondere i candidati il cui libro di testo riporta una datazione diversa e
rendere perciò errate ai loro occhi tutte e quattro le opzioni di risposta.
40. Nella commedia di V sec. la parabasi era il momento in cui il coro:
A) avanzava verso il pubblico rompendo l’illusione scenica
B) entrava in scena
C) dialogava in modo serrato con un attore
D) usciva di scena
L’ambiguità sta nel fatto che la parabasi era comunque un’entrata in
scena del coro, l’inesattezza è presente nella formulazione dell’opzione di
risposta per l’assenza della specificazione ‘entra in scena per la prima
volta’ che avrebbe reso l’opzione ‘entra in scena’ scorretta alludendo alla
parodo.
Ora, la risposta corretta è la A), ma non si può certo affermare che la B) sia
scorretta dato che anche durante la parabasi il coro ‘entrava in scena’, se
per ‘entrare in scena’ s’intende, come normalmente si fa, non solo entrare
fisicamente in scena per la prima volta (specificazione che manca), ma
anche ‘entrare’ in scena ogniqualvolta si reciti una parte.
La stessa parabasi è fra l’altro definita come ‘entrata in scena del coro’ in
vari testi. Si confronti per esempio C. Bernardi – C. Susa, Storia essenziale
del teatro, Milano 2005, p. 44: ‘La parabasi era divisa in sette parti:
kommàtion, con cui il coro, entrando congedava gli attori che uscivano di
scena, etc.’. Si veda anche quanto riportato in un altro saggio disponibile
online (http://it.scribd.com/doc/96934120/Commedia-e-Aristofane):
‘Parabasi: momento a metà della commedia, quando la scena si svuota ed
entra il coro. Gli attori si tolgono la maschera e iniziano un discorso
qualsiasi con il pubblico’.
La risposta B) può dunque generare ambiguità, tanto da esser ritenuta
corretta o almeno non errata poiché in essa non si specifica ‘per la prima
volta’ (elemento che l’avrebbe resa scorretta).
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Il Sud indietro su Pil, consumi,
istruzione, ma primeggia nella
disoccupazione
Pasquale Almirante Mercoledì, 30 Luglio 2014
Il Pil del Sud è crollato nel 2013 del 3,5% confermando la flessione
negativa, mentre il Centro-Nord si ferma a -1,4%. Lo dice il
Rapporto Svimez. Il divario di Pil pro capite tra Centro-Nord e Sud
nel 2013 è sceso al 56,6%. Aumentano i Neet del 25%. Studiare
non paga
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Nel 2013 male non solo il Sud ma tutte le Regioni, a eccezione del
Trentino Alto Adige (+1,3%) e della stazionaria Toscana. Fanalino di coda
nazionale è la Basilicata (-6%).
I 282mila posti in meno, riportano il numero degli occupati del Sud per la
prima volta nella storia a 5,8 milioni, sotto la soglia psicologica dei 6
milioni: il livello più basso almeno dal 1977.
Delle 985mila persone che in Italia hanno perso il posto di lavoro, 583mila
sono residenti nel Mezzogiorno. Un dato allarmante, da cui emerge che al
Sud - pur essendo presente appena il 26% degli occupati italiani - si
concentra il 60% delle perdite determinate dalla crisi.
Nel 2013 sono andati persi 478mila posti di lavoro in Italia, di cui 282mila
al Sud. I più colpiti sono stati soprattutto i lavoratori giovani under 34 e al
Sud (-12% contro il -6,9% del Centro-Nord).
Da segnalare inoltre nel 2013 l'aumento del tasso di disoccupazione.
Quello ufficiale nel 2013 è stato del 19,7% al Sud e del 9,1% al CentroNord.
Anche il lavoro femminile in decrescita. A fronte di un tasso di attività
femminile medio del 66% in Europa a 28, se l'Emilia Romagna è
perfettamente allineata con la media europea, le regioni del Mezzogiorno
vanno peggio di Malta e della Romania (che registrano tassi di attività
femminile rispettivamente del 50 e del 48,4%), scendendo fino al 38% in
Puglia, al 37% in Calabria e Campania e al 35% in Sicilia.
Nel 2013 chi non ha un lavoro stabile rischia di più di perderlo: il 16,4%
dei lavoratori che nel primo trimestre 2012 avevano un contratto di lavoro
atipico, un anno dopo, nel 2013, erano diventati disoccupati (di cui il 12,8%
al Centro-Nord e il doppio al Sud, 25,3%).
Non va meglio nemmeno sul fronte dell'istruzione. Rispetto alla media
dell'Europa del 75,3%, i giovani diplomati e laureati italiani presentano un
tasso di occupazione di circa 27 punti più basso, pari al 48,3%.
Si rischia così di alimentare, segnala lo Svimez nel Rapporto, che studiare
non paghi più. Dei 3 milioni 593mila giovani Neet (Not in education,
employment or training) nel 2013, aumentati di oltre il 25% rispetto al
2008, il 47% è diplomato e l'11% laureato.
La condizione di Neet inizia quindi a diffondersi anche tra i titoli di studio
medio-alti, con un aumento negli ultimi cinque anni del 54% dei diplomati
e del 43% per i laureati. Per questo, non ci si iscrive più all'Università: i
tassi di passaggio dalla scuola superiore all'istruzione terziaria nell'anno
scolastico 2012-2013 sono scesi al 51,7% al Sud e al 58,8% al Centro-Nord,
riportando il Paese ben al di sotto dei livelli di dieci anni fa.
Ancora in calo i consumi delle famiglie meridionali, arrivando a ridursi nel
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2013 del 2,4% contro il -2% delle Regioni del Centro-Nord.
Dal rapporto emerge in particolare che negli anni di crisi 2008-2013, il
calo cumulato della spesa è stato al Sud del -14,6% per i consumi
alimentari, a fronte del -10,7% del Centro-Nord.
Vestiario e calzature nel Mezzogiorno hanno segnato -23,7%, quasi il
doppio che nel resto del Paese (-13,8). Significativo e preoccupante anche
il crollo della spesa delle famiglie relativo agli altri beni e servizi, che
racchiudono i servizi per la cura della persona e le spese per l'istruzione:
-16,2% al Sud, tre volte in più rispetto al Centro-Nord (-5,4).
Lo scorso anno i fissi lordi hanno segnato una caduta maggiore al Sud
rispetto al Centro-Nord: -5,2 rispetto a -4,6%. Dal 2008 al 2013 in più sono
crollati del 33% nel Mezzogiorno e del 24,5% nel Centro-Nord.
Nel periodo 2008-2013 sono scesi addirittura del 53,4%, più del doppio
rispetto al già pesante calo del Centro-Nord (-24,6). Male anche gli
investimenti nelle costruzioni, con un calo cumulato del -26,7% al Sud e
del -38,4 al Centro-Nord. Risultati negativi anche in agricoltura, con il Sud
che perde il 44,6%, quasi tre volte più del Centro-Nord che si ferma a 14,5. Infine, nei servizi collegati all'industria -35% al Sud contro il -23% del
Centro-Nord.
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